Domanda di Barbara G. : In questo periodo si fa un gran parlare di alimentazione e cancro al seno ma un alimentazione una dieta puo prevenire il cancro al seno?
Numerosi studi epidemiologici sono stati condotti per chiarire i legami tra alimentazione e rischio di cancro, questi hanno contribuito a identificare alcune abitudini alimentari che possono promuovere lo sviluppo di alcuni tumori e contribuito a indentificare le raccomandazioni per ridurre il rischio di cancro ma nessuna dieta, cibo o nutriente può impedire, da solo, lo sviluppo del cancro e in particolare del cancro al seno.
Il cancro è una malattia multifattoriale: ci sono diversi fattori che influenzano il suo sviluppo. Alcuni sono genetici , altri sono i fattori ambientali o comportamentali. In generale lo sviluppo del cancro non è legato ad un singolo fattore, ma una combinazione di diversi di loro.
Così solo l'alimentazione, per non parlare di un alimento o di un semplice nutriente, non è sufficiente per prevenire il cancro.
Pertanto tutta quella comunicazione e pubblicità sugli alimenti anticancro, che è meglio che io non nomini, non è sufficiente per garantirvi di non ammalarvi di cancro.
Ho partecipato recentemente a un convegno di cancro al seno a Rennes in Francia, dove sono stati presentati una serie di studi nel rapporto tra cancro al seno e alimentazione, accanto a evidenze già note come l'ecccessivo consumo di alcool e la carenza di Vitamina D, si è posto l'attenzione su ulteriori alimenti e comportamenti a rischio come: gli alimenti ad alto indice glicemico, un alimentazione squilibrata tra Omega 3 e Omega 6, gli Acidi Grassi Trans.
L'alimentazione non ha il cancro
Il convegno tenuto in Francia rilancia come primo fattore la genetica, e divide le donne malate di cancro al seno in due gruppi nel primo giovani donne dove sotto i 50 anni dove il primo fattore di causa è la genetica e gli altri fattori hanno un ruolo inferiore e il secondo gruppo di donne tra i 50 anni e 75 anni , dove la percentuale di sviluppare un cancro è più alta, ma ad affiancare il fattore genetica arrivano altri fattori come l'ambiente e quindi al suo interno l'alimentazione che può accelerare o rallentare la crescita solo in alcunni casi e per alcuni comportamenti.
Un maggiore apporto calorico un fattore di rischio
Una maggiore assunzione di calorie senza un adeguato movimento fisico, promuove la graduale insorgenza dell'obesità, l'obesita non ha il cancro ma la crescita del peso determina l''accumulo di tessuto adiposo, che diviene un terreno fertile per la formazione di nuovi vasi sanguigni indispensabili per la crescita del tumore. Uno dei fattori a rischio delle donne post menopausa è proprio l'obesità, che ha delle conseguenze sul sistema ormonale, è noto un alto livello di estrogeni influenza l'espressione delle alterazioni genetiche nei tessuti ormone-dipendenti come quelle del seno.
Un maggiore consumo di grassi un fattore di rischio
In uno studio del 2006 in Usa, su 49 000 donne americane, il gruppo di donne a cui era stato ridotto l'apporto calorico nella dieta ma sopratutto una riduzione del 25% dei grassi e in particolare di grassi saturi (grassi saturi sono presenti nella nostra alimentazione in salumi e formaggi), unito ad una regolare attività fisica, il gruppo ha avuto un minore numero di casi di cancro al seno.
Un alimentazione ricca di zuccheri e una dieta ad alto indice glicemico un fattore di rischio
Una dieta ricca di zuccheri ad alimenti ad alto indice glicemico, crea le condizioni per favorire la crescita del tumore, in quanto le cellule cancerose hanno un metabolismo diverso che dipende in larga misura dal glucosio. Cibi iperglicemici hanno dimostrato stimolare una proliferazione delle cellule tumorali in particolare nel cancro al seno.
Alimentazione povera di Omega 3 e ricca di Acidi Grassi Trans un fattore di rischio
Nelle analisi di tessuto adiposo del seno, delle donne che avevano il cancro al seno si è riscontrato che il tessuto adiposo agisce come una specie di memoria del nostro consumo di grassi , tanto da evidenziare una carenza di omega-3 e più omega 6 e più acidi grassi trans, per cui un alimentazione squilibrata tra Omega 3 e Omega 6, un alimentazione ricca di acidi grassi trans viene associata alla maggiore possibilità di sviluppare un cancro al seno.
La modificazione del profilo lipidico in un futuro potrebbe costituire un fattore di prevenzione :
Da questo quadro quello che emerge è che per il futuro, grazie alle diverse conoscenze sul tessuto adiposo si potrà intervenire sul rischio nutrizionale del cancro al seno, si potrebbe fare prevenzione attraverso la modificazione del profilo lipidico, oggi in teoria questo sarebbe possibile solo dopo l'esecuzione di una biopsia esame alquanto invasivo, si stanno studiando esami più semplici e meno invasivi per promuovere questo tipo di prevenzione.
In sintesi : quello che è emerso da questo convegno è che : il rischio di cancro al seno aumenta quando nella nostra alimentazione c'è un eccesso di alcol, alimenti di alto indice glicemico, acidi grassi trans, Omega 6 e una diminuzione invece di folati, vitamina D, Omega 3 , per cui un invito è quello di adottare uno stile alimentare che prevede oltre ad una regolare attività fisica un consumo regolare di frutta e verdura(sufficiente le famose 5 porzioni), pesce, cereali, oli vegetali , questo potrebbe aiutare a diminuire la possibilità di sviluppare un cancro al seno del 20% ma dovete altresì ricordare che l'alimentazione non è il solo fattore di sviluppo del cancro.
Qualcuno dirà lo sapevamo già , ma repetita juvant, diciamo così
Polemica screening
In questi giorni si è molto parlato dello screening, in merito alla studio di due ricercatori americani, Gilbert Welch e Brittney Frankel del Dartmouth College a Lebanon, pubblicato sul Archives of Internal Medicine, in quale sostiene statisticamnte l'inutilità dell'esame. Rispetto agli anni '60 lo screening al seno utile era del 25-30% oggi siamo scesi al 10%. Io penso che non debba essere messe in discussione la prevenzione del quale la mammografia fa parte, certo può essere coadiuvata da nuovi strumenti, il caso può dire se è meglio una Risonanza Magnetica rispetto a una Mammografia, va valutato caso per caso, la cosa migliore sarebbe uno screening personalizzato. Daltronde tutto si evolve, se è diminuita l'incidenza del cancro al seno è dovuto proprio al fatto che si fanno più controlli, è difficile trovare donne oltre i 50 anni, che non hanno mai fatto una mammografia, che comunque non è il solo esame che viene praticato, se oggi troviamo dei tumori più piccoli e facilmente asportabili è proprio grazie alla prevenzione e allo screening. Oggi le terapie sono più mirate e efficaci. Fare uno screening serve anche per sensibilizzare la donna nei confronti della propria salute.
Polemica screening
In questi giorni si è molto parlato dello screening, in merito alla studio di due ricercatori americani, Gilbert Welch e Brittney Frankel del Dartmouth College a Lebanon, pubblicato sul Archives of Internal Medicine, in quale sostiene statisticamnte l'inutilità dell'esame. Rispetto agli anni '60 lo screening al seno utile era del 25-30% oggi siamo scesi al 10%. Io penso che non debba essere messe in discussione la prevenzione del quale la mammografia fa parte, certo può essere coadiuvata da nuovi strumenti, il caso può dire se è meglio una Risonanza Magnetica rispetto a una Mammografia, va valutato caso per caso, la cosa migliore sarebbe uno screening personalizzato. Daltronde tutto si evolve, se è diminuita l'incidenza del cancro al seno è dovuto proprio al fatto che si fanno più controlli, è difficile trovare donne oltre i 50 anni, che non hanno mai fatto una mammografia, che comunque non è il solo esame che viene praticato, se oggi troviamo dei tumori più piccoli e facilmente asportabili è proprio grazie alla prevenzione e allo screening. Oggi le terapie sono più mirate e efficaci. Fare uno screening serve anche per sensibilizzare la donna nei confronti della propria salute.
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