Una nuova bevanda (un'altra!!) che si rifà alla tradizione cinese anzi all’oriente, sarà a base di frutta, tè ed estratti vegetali, appena sarà distribuita torneremo a parlarne. Tiro a indovinare, dal momento che il prodotto non l'ho ancora visto, ma io sono un segugio, mi diverto troppo, avrà probabilmente il 20% di frutta e quindi 80% di acqua (tiro a indovinare: arancia, limone, kunquait, litchi, pera o mela), thè verde (che non ce lo mettono loro ce lo mettiamo noi, non si parla di altro ) e sicuramente qualche radice indoviniamo (zenzero, ginseng,?) qualche aroma (gelsomino,?) stiamo a vedere, vero CoCa Cola che non è come Fruit Therapy della Parmalat o Elisir di Acqua Rocchetta? Non sono un indovino, per gli ingredienti ma è la tendenza di tutte le aziende, cambiano qualche ingrediente ma la base è sempre la stessa, mancanza di creatività e tendono a copiarsi l’uno con altra tanto che diventano prevedibili.
Quello che mi incuriosisce è che dopo il lancio poco fortunato di Alixir, Vitasnella fit drink, Fitness San Pellegrino , Cola cola fiuta l'umore e decide di cambiare strategia, intuisce che non il momento del mass market e cerca nuovi canali distributivi per garantirsi valore aggiunto, dal momento che il canale tradizionale è guerra sul prezzo, saranno le farmacie, erboristerie e i centri benessere i luoghi di distribuzione. Sicuramente troverà un pubblico più attento ma anche più preparato, bisogna sapere reggere il confronto con la cultura del consumatore. Non è sufficiente dire che una bevanda da benessere se associata a esercizi di cultura orientale.
L'approccio del marketing ultimamente lo trovo discutibile, frutto di una cultura per cui nel marketing vince chi la racconta più grossa, non è cosi, non è cultura di marketing ma cultura dell'improvvisazione del marketing, non a caso abbiamo sempre più frequentemente, resposabili marketing di aziende molto grandi di un età che va dai 24 anni ai 28 anni, nulla da dire i geni qualche volta esistono ma non sempre, occorre capire che dall'altra parte ci sono dei consumatori che sono delle persone non dei beoti, ma a 24 anni non lo si può capire.
Questi canali richiedono preparazione e cultura, ci sono delle signore che sono informatissime e documentatissime, attenzione a cosa si racconta, è un attimo perdere la credibilità, inerboristeria si trovano delle persone molto preparate, il cliente dell'erboristeria è un cliente colto alla ricerca di prodotto che hanno un forte valore aggiunto dalla dalla particolarità naturale o di lavorazione . Spero mi auguro che non diventi un nuovo canale distributivo per alimenti così, perché visto letteralmente la fame di molto aziende che non riescono a rientrare degli investimenti sui alimenti funzionali, sovraccaricheranno le farmacie e le erboristerie del tutto e del più? Che il canale distributivo conferisca valore al prodotto è una teoria originale, a questo punto suggerirei le gioiellerie. Un prodotto venduto insieme ai fiori di bach e alle alghe per dimagrire, non mi convince molto(o forse è la posizione giusta!). Acquisteremo le bevande dal gioiellere, le lavatrici dal salumiere? Io un farmacista che vende una bevanda che si chiama jianchi trasparenza millenaria o Jìanchì serenità millenaria voglio vederlo in faccia e guardarlo negli occhi!!