martedì 26 febbraio 2019

Mangiare bio riduce il rischio di cancro?

Annamaria D., Campobasso : Ho letto in più riviste che mangiare bio riduce il rischio di cancro, è vero?

Una ricerca su questo argomento è stata pubblicata su Jama a Ottobre 2018, in anni precedenti esattamente nel 2014 uno studio inglese pubblicato su Nature, ripreso dal British Journal on Cancer,  sosteneva che gli alimenti bio potevano ridurre le diagnosi di cancro al seno.

L'ultima ricerca pubblicata su Jama è in realtà uno studio epidemiologico statistico che si basa su questionari alimentari tra il 2009 e il 2016 condotti dalla Sorbona di Parigi in collaborazione con Inserm e il Cnam, su 68.946 adulti.

Si parla della riduzione del 25% del rischio di cancro, un numero rilevante.  La ricerca mette solo in relazione la frequenza e le abitudini d'acquisto con la possibilità di sviluppare il cancro. In sintesi il gruppo di coloro che avevano l'abitudine di consumare prodotti provenienti da agricoltura biologica avevano meno la possibilità di una diagnosi di cancro.


Il cancro è una malattia multifattoriale, pertanto se si voleva fare un indagine completa bisognava tenere conto anche degli altri fattori, questo è il forte limite di questa ricerca.

Gli altri fattori che incidono sullo sviluppo del cancro sono la genetica, fumo, inquinamento, obesità, le infezioni, la mancanza d'attività fisica, lo stress, le radiazioni ionizzanti.

Andava tenuto conto delle caratteristiche del target di coloro che scelgono un alimentazione con alimenti che arrivano da agricoltura biologica, che in genere sono molto attenti alla salute, non fumano, sono frequentemente normopeso, hanno uno stile di vita attivo pertanto possiamo dire che il risultato seppure interessante può essere stato influenzato anche da altri fattori.


Come spiegano i ricercatori il risultato?

Sono due le ragioni principali la prima è il minore dei residui di pesticidi di sintesi nei prodotti biologici, la seconda è che il profilo nutrizionale dei prodotti biologici sia più elevato in micronutrienti come antiossidanti, carotenoidi, polifenoli e vitamina C.

Diminuzione del rischio in quale tipi di cancro?

La diminuzione significativa riguarda soprattutto il cancro al seno delle donne in menopausa e il linfoma non Hodgkin, .

Cosa dice il World Cancer Research?

Si cita una ricerca dell' American Institute for Cancer Research che ha concluso che una dieta ricca di fibre alimentari "in modo convincente" riduce il rischio di cancro del colon-retto; che le diete ricche di frutta e verdure  "probabilmente" riducono il rischio di cancro della bocca, della gola e che una dieta ricca di cibi contenenti carotenoidi "probabilmente" riduce il rischio di cancro ai polmoni.

Non distingue alcun differenza tra agricoltura convenzionale ed agricoltura biologica.


Ma dobbiamo mangiare o non mangiare bio?

Dobbiamo imparare da questi studi a fare scelte migliori e coerenti in merito alla prevenzione dei tumori e del cancro. In un ottica di riduzione del rischio si invita a un maggiore consumo di frutta e verdura, se possibile preferire prodotti bio per quelle varietà più ricche di residui di pesticidi come fragole, arance, pesche,  nell'acquisto di legumi secchi preferibilmente scegliere quelli bio cosi come i cereali completi, il tè e gli infusi di cui si parla poco ma sono importanti come per l'alimentazione.

Limitare il consumo di prodotti alimentari ultra trasformati, prodotti ricchi di sale, grassi e zuccheri, alcool, visite ai fast food, carni troppo grasse, bevande zuccherate.

Se si riesce a prediligere il bio è meglio se locale o italiano o per lo meno prodotto e certificato da un paese dell'Unione Europea purtroppo le frodi sono all'ordine del giorno.

Ricordate che l'alimentazione però è solo uno dei fattori di rischio del cancro invito  a concentrarvi anche sugli altri fattori sopra citati come lo stile di vita, il fumo e la mancanza d'attività fisica.

Riferimenti:
Julia Baudry, Karen E. Assmann, Mathilde Touvier, et al "Association of Frequency of Organic Food Consumption With Cancer Risk Findings From the NutriNet-Santé Prospective Cohort Study "  JAMA Intern Med. 2018;178(12):1597-1606. doi:10.1001/jamainternmed.2018.4357

K E Bradbury, A Balkwill, E A Spencer, A W Roddam, G K Reeves, J Green, T J Key, V Beral, K Pirie & The Million Women Study Collaborators " Organic food consumption and the incidence of cancer in a large prospective study of women in the United Kingdom " British Journal of Cancer volume 110, pages  2321–2326 (29 April 2014)

martedì 19 febbraio 2019

Farmaci brucia grassi pericolosi per la salute?

Diversi paesi europei hanno posto l'attenzione in questi giorni su alcuni prodotti che vengono promozionati come prodotti per perdere peso anzi meglio con dei banner di pubblicità on line vengono proposti come brucia grassi ma che sono pericolosi per la salute secondo ANSM.

Tra questi ci sono Clenox e Stanox-10 in particolare clenox contiene clenbuterolo a un livello superiore di quanto previsto e stenox -10, che contiene stanozololo, una sostanza non autorizzata per farmaci ad uso umano, un anabolizzante che è stato utilizzato per pratiche doping, entrambe le sostanze sono vietate dall'agenzia antidoping Wada.

Entrambi i farmaci sono a forte rischio cardiovascolare, possiamo dire che il loro utilizzo come brucia grassi o anche solo per perdere peso è originale.

Nulla di questo ha una relazione con una dieta equilibrata, un programma di perdita di peso.

La mia riflessione è un altra indipendentemente dal fatto che questi farmaci non si possono acquistare in farmacia, ma se c'è una domanda c'è sempre anche un offerta, il fatto di poterlo acquistare on line non cambia i termini della questione.

Il desiderio di perdere peso è talmente alto che le persone arrivano a fare di tutto, perfino mettere a rischio la propria vita, pur di avere un peso accettabile.

Questi sono gli effetti della grassofobia, cioè di quel giudizio negativo diffuso sia a livello comune che a livello medico, delle persone obese o anche soltanto sovrappeso, che giustifica l'uso di queste sostanze perché nessuna persona assistita comune arriva all'utilizzo di questi farmaci da solo ma con il contributo di un professionista della salute.


Ci sono troppi pregiudizi nei confronti delle persone in sovrappeso e obese, ricordo che non basta solo mangiare meno questa è una ipotesi fortemente riduttiva e poco scientifica, l'obesità è una patologia multifattoriale con cause ambientali ma anche biologiche, persone che vivono nello stesso ambiente con la stessa alimentazione alcune diventano obese altre no.

Quando il giudizio degli altri si fa troppo forte e i fallimenti diventano troppi, si tenta di ricorrere a scorciatoie che mettono in pericolo anche la propria vita.

La mia raccomandazione personale è che non ne vale la pena, ci sarà sempre che vi ama e chi vi odia indipendentemente dal vostro peso, chi vi odia perché siete sovrappeso troverà un altro pretesto, non gli piacerà il colore dei vostri occhi, cambiereste anche quelli?

Io credo di no, accettarsi per quello che si è, consiglio di rivolgersi se obesi con problemi di salute a team di professionisti competenti, che sapranno valutare tutto il vostro percorso di salute per fare in modo che riusciate ad avere un peso ragionevole in rapporto con il proprio benessere.

sabato 16 febbraio 2019

La frutta e verdura più contaminata da pesticidi

Durante la Conferenza Internazionale dalle Sicurezza Alimentare, organizzato dalla Fao ad Addis Abeba è stato dichiarato che nel mondo gli alimenti non sicuri da un punto di vista igienico-sanitario (incluse le sostanze chimiche) causano 600 milioni di malati e 420mila morti ogni anno.

Dati forse allarmanti ma che rimandano a una realtà che solo in minima parte coinvolge i paesi più ricchi come l' Europa che hanno più mezzi, economici, legislativi e tecnologici per garantirsi alimenti con meno contaminanti.

L'associazione Generation future nei giorni scorso ha pubblicato un dossier molto interessante sui residui di pesticidi nella frutta e verdura, anche se la ricerca e la campionatura riguarda il mercato francese si può facilmente estendere a tutti i paesi europei.


Questa classificazione ci è utile come riflessioni sui prodotti che si acquistano.

L'analisi svolta da Generation Future ha trovato residui di pesticidi nel 72,6% della frutta e nel 41% delle verdure, singolare questo dato che pone più attenzione alla frutta che alla verdura, perché se la frutta non è bella non ha appeal per l'acquisto.

Com'è originale che i frutti meno contaminati dai pesticidi sono l'avocado il kiwi e le prugne per diverse ragioni i primi due perché hanno una buccia molto spessa e dura che protegge il frutta dagli insetti mentre le prugne sono dei frutti che poco si adattano alla coltura intensiva. 

Mentre i frutti più contaminati sono stati: fragole, ciliegie, uva, pompelmi, arance, mandarini, pesche.

Per le verdure invece le meno contaminate sono: asparagi, barbabietole e il cavolfiore.

Tra le verdure le più contaminate. sedano, erbe fresche, indivia, sedano rapa, lattuga e il peperone.


Non è il caso di creare allarmismi, solo qualche consiglio semplice, se l'offerta lo consente privilegiate prodotti biologici certificati, di provenienza meglio se locale e di stagione.

In più potete lavare attentamente frutta e verdura con acqua e bicarbonato: non servirà a rimuovere tutti i pesticidi, ma aiuta ed diminuirne la quantità.

Sbucciate gli alimenti prima del consumo, al che non eliminerà totalmente il rischio di pesticidi perché ci sono quelli che riescono a penetrare anche nella polpa ma c'è la possibilità di ridurre il rischio.

Oltre al nostro contributo dovrà esserci quello istituzionale che si impegna nei controlli per garantire al consumatori prodotti più sicuri.

Per Elena



lunedì 11 febbraio 2019

La farina di melanzane ?

Farò delle micronews prossimamente alternandolo a dei post veri, non tutto merita d'essere commentato. In questi giorni andando a leggere on line ho trovato uno studio sulla Farina di Melanzane, io nemmeno pensavo che si poteva ottenere della farina dalle melanzane.

L'industria agroalimentare è alla ricerca di nuovi ingredienti d'origine naturale da proporre come alimenti funzionali e la loro attenzione si è questa volta fermata sulle melanzane.

Le melanzane sono un tipo di verdura molto apprezzato in tutto il mondo in particolare in coloro che seguono un alimentazione vegetariana o vegana.

Hanno ottenuto con diversi metodi d'essicazione la farina è il migliore si è rivelato quello che prevedeva prima l'affettamento e poi l'essicazione in forno, che pare possa garantire un più alto contenuto d'antiossidanti.

Il risvolto interessante per l'industria che potrà cosi utilizzare la farina di melanzane come ingrediente per la preparazione di alimenti funzionali per avere dei prodotti con un contenuto più ricco di composti fenolici e antiossidanti.

Non indicano quante melanzane ci vogliono per ottenere un kg di farina. perché la melanzana è ricca di acqua e gli antiossidanti in particolare gli antociani più che nella polpa sono presente sulla buccia.

Una notizia che farà molto contenti i paesi principali produttori come Cina ed India, mentre la ricerca è stata svolta dall'Università Autonoma di Nueva Leon in Messico, che è solo 11° Produttore.

Quale impatto ambientale genera questa pratica? Bisogna anche porsi questa domanda visto che le melanzane richiedono una buona utilizzazione d'acqua per la crescita, bisogna stabilire quale costo ambientale comporta sia la coltivazione che l'essicazione e il suo utilizzo come farina. 

Con rispetto parlando, io comprendo la ricerca degli alimenti funzionali ma la domanda che mi pongo è, a chi potranno essere rivolti dei prodotti più ricchi d'antiossidanti? Non c'è la possibilità che lo stesso contenuto d'antiossidanti possa essere fornito a un minor costo ambientale? Sono solo le mie perplessità.

Fonte: 


giovedì 7 febbraio 2019

Mangiare con le mani è più naturale? Mangiare con le mani aiuta a perdere peso?

Chiara C Livorno: è vero che mangiare con le mani è più naturale?
Daniela L, Gaeta: mangiare con le mani aiuta a perdere peso?

Che vi hanno fatto di male le posate? C'è in generale una richiesta di naturalità a tutti i costi, che porta a considerare positivo tutto quello che è "naturale" e negativo tutto quello fatto dall'uomo.

Questa porta a a non considerare l'evoluzione dell'uomo rispetto agli altri essere viventi sulla terra, l'uomo è la specie che si è più evoluta.

Ragionando per assurdo può considerarsi più naturale comunicare con il suono del tam tam ma tutti utilizziamo il cellulare, anche i naturalisti più convinti!

Se è più naturale andare da Milano a Roma a piedi preferiamo prendere il treno o l'automobile, c'è perfino chi ci va in aereo.

Io penso che sicuramente alcuni gesti possono essere più istintivi nella natura dell'uomo, forse tra questi anche mangiare con le mani ma mangiare con le posate e in particolare con la forchetta è più evoluto e più culturale.

Poche cose in vita mia mi hanno creato imbarazzo, tuttavia ricordo una tenda berbera ai confini del deserto dove sono stato invitato a condividere il pasto, un momento di grande convivialità, tutti attingevano nello stesso piatto, si preparavano il boccone con le mani prima di metterlo in bocca, non mangiare equivaleva ad una offesa e cercavo d'imitare quello che facevano gli altri commensali.

Potrà sembrare strano nel mondo su 7,5 miliardi d'esseri umani ci sono ben 3 miliardi e mezzo che mangiano con le mani, pensate che nel Medioevo mangiare con le mani era una consuetudine diffusa in tutti i livelli sociali, solo nel Rinascimento comparvero a tavola cucchiai e coltelli.


L'uso della forchetta

A portare la forchetta in Italia o forse per meglio dire a riportare la forchetta nel 1075  fu la principessa Teodora Ducas, moglie del doge Domenico Selvo e sorella dell' Imperatore di Bisanzio Michele VII Ducas.

Si narra che nelle case aristocratiche romane era in uso la forchetta  con due rebbi, con l'avvento dei barbari questa consuetudine scomparve ma venne conservata dai Bizantini nella corte dell'Impero Romano d'Oriente.

A diffondere la forchetta o per lo meno la forcella come veniva chiamata, in Europa fu Caterina de 'Medici che portò in Francia l'uso della forchetta, ma si diffuse a livello più generale solo nel XVIII° secolo con la nascita delle primi ristoranti.

Penso che l'uso delle posate e più in generale della forchetta abbiano contribuito a migliorare la civiltà oltre che  l'igiene.


Mangiare con le mani fa dimagrire

Toccare il cibo con le mani sicuramente attiva il senso del tatto, rimanda delle informazioni al cervello sul cibo, informazioni che possono arrivare anche all'apparato digerente a parte questo non c'è nessuno studio in merito che dimostri che mangiare con le mani fa perdere peso.

Tuttavia ho avuto modo d'osservare che mangiare con le mani rallenta il tempo del pasto, una delle abitudini più comuni delle persone obese è la velocità del pasto e la cattiva masticazione, sappiamo che il tempo affinché il messaggio di sazietà dalla bocca e dallo stomaco arriva al cervello impiega venti minuti, conosco persone che mangiano in 5 minuti.

Si potrebbe dire che mangiare con mani, preparare il cibo con le mani, fa perdere del tempo e unito a una buona masticazione è più facile che il senso di sazietà possa arrivare al cervello con dei tempi più corretti e che questo indirettamente possa incidere sul senso di sazietà, sulla quantità del cibo ingerito e di conseguenza della calorie accumulate.


Sintesi:

Mangiare con le mani in alcuni casi può essere più istintivo è più piacevole, ci riporta alla fase orale della nostra infanzia, non del tutto perso dalla nostra memoria, il successo del finger food in qualche modo coglie quest' aspetto.

Ricordiamoci che di naturale ci sono solo i sassi, tutto il resto è stato trasformato dall'intelligenza e dall'abilità dell'uomo.

Ogni popolo ad ogni latitudine e clima ha creato una propria cultura alimentare che si è evoluta in base alle condizioni ambientali e culturali (incluso lo stare a tavola come per esempio l'utilizzo delle bacchette in Cina).

Anche se non c'è alcun rapporto tra mangiare con le mani e perdita di peso, può essere utile come invito ad un maggiore lentezza durante il pasto, a darsi del tempo per assaporare il cibo ed avere una buona masticazione.

Mangiare con le mani può essere naturale ma mangiare con le posate può essere simbolo dell'evoluzione della civiltà e della cultura di un popolo.

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