Nuova etichettatura UE
Olio d'oliva è uno dei simboli della dieta mediterranea, simbolo della cucina italiana eppure quando ci si mette in mezzo la politica, certa politica, produce più danni che benefici. La nuova normativa europea ha stabilito che gli oli provenienti da un solo paese porteranno il nome dello Stato membro e le miscele saranno etichettate come
1. miscela di oli di oliva di provenienza comunitaria
2.miscela di oli di oliva di provenienza non-comunitaria
3.miscela di oli di oliva di provenienza comunitaria e non
e i termini come fruttato, verde, maturo, dolce e ben equilibrato, possono anche essere utilizzati sulle etichette di olii d’oliva vergine ed extra vergine di oliva. Inoltre ha stabilito che dovrà essere indicato in etichetta anche l'origine delle olive per la produzione dell'olio.
Certificazione di qualità, troppi marchi e la domanda e il prezzo scendono!
Ad affiancare questa nuova normativa, oltre alle Dop e alle IGP, qualcuno ha pensato di aggiungere delle nuove certificazioni per posizionare più in alto, olio extravergine, come 100% Italian Olive Oil presentato al Vinitaly 2009, per creare un nuovo extravergine d'oliva di alta qualità proposto da Aifo e Unaprol, con un disciplinare d'alta qualità, in seconda istanza Unaprol Cno e Unasco hanno depositato un disciplinare di alta qualità con due marchi: Alta Qualità e 100%. Assitol e Federolio invece ne faranno altri due, quindi avremo più marchi di qualità. Nel frattanto è arrivato anche la certificazione di qualità internazionale UNI EN ISO 22005/08. Tutta questa segmentazione del mercato sta creando però uno strano effetto, invece che aumentare il prezzo dell'olio, incredibilmente il prezzo scende siamo ai 1,86 al litro all'ingrosso, la mancanza di fiducia è totale, ma come mai?
I numeri della produzione di olio d'oliva
Alla prima edizione di Medioliva, si è fatto il punto sull’olio di oliva del mediterraneo, la produzione nel 2006-2007 si è attestata su 2.834.000 milioni di tonnellate, di cui la Spagna è il paese leader con 40% della produzione, seguita dall’Italia e dalla Grecia. La produzione d’olio d’oliva in Italia è tra i 6 e i 7 milioni di quintali all’anno,di cui il 25 e il 30%, di questo 2,5 milioni di quintali è per uso personale e non arrivano nei canali di vendita. Tuttavia l’Italia imbottiglia 7,5 milioni di quintali d'olio d’oliva, sei milioni per il mercato nazionale (12 kg all’anno a testa) e 1,5 milioni di quintali per l’export.
Ma da dove arriva l’olio d’oliva che Italia non produce (circa il 40%)?
Un dato su tutti per semplificare in Toscana viene imbottigliato il 25% della produzione nazionale di cui solo 600.000 quintali sono italiani il resto quasi più del doppio, arriva dagli altri paesi europei come Spagna, Grecia, Tunisia, Turchia. Su 100 bottiglie che sono commercializzate in Italia l’80% non hanno alcuna indicazione di provenienza, 15% indica italiano sulla bottiglia e solo il 5% riporta il marchio DOP. Ma per un paese che punta sull'origine e il legame del territorio il 20% della produzione non è un po' poco?
Consumatore allo sbando
Il dubbio è che come per il vino, si creino disciplinari che permetteranno la possibilità di inserire percentuali di olio d'oliva provenienti da altri paesi, come già viene fatto! Chi abita in una zona vocata è fortunato magari conosce chi coltiva e produce e non è difficile procurasi un buon olio d'oliva. Teniamo conto che la produzione di olio d'oliva extravergine italiano è veramente limitata. Da parte dei produttori c'è la volontà di uscire fuori dalla grande distribuzione per privilegiare solo la vendita diretta, canale ritenuto più redditizio ma che può essere in mancanza di controlli anche un po' truffaldino, se non si va da un produttore onesto. Si dovrebbe fare un lavoro di valorizzazione del prodotto, sopratutto spiegare e comunicare al consumatore la qualità, perchè tra marchi e dop, rischia di andare in confusione e quali garanzie sono fornite, avere un olio extra extra extra vergine italiano (giuro l'ho visto scritto negli USA) ha senso solo se viene spiegato e il consumatore ne riconosce la qualità, le differenze e non solo il prezzo.
Etichettatura : denominazioni di vendita e categorie in commercio
- Olio extravergine d'oliva: olio d'oliva di categoria superiore ottenuta da olive tramite procedimenti meccanici. Acidità uguale o inferiore all' o,8%.
- Olio d'oliva vergine : olio d'oliva ottenuto da olive tramite procedimenti meccanici. Acidità uguale o inferiore all' 2%.
- Olio d'oliva: olio contenente olii d'oliva che hanno subito un processo di raffinazione e olli ottenuti da olive. Acidità uguale o inferiore all' 1 %.
- Olio di sansa d'oliva: olii ottenuti dalla lavorazione del prodotto ottenuto dopo l'estrazione dell'olio d'oliva e di olii ottenuti direttamente dalle olive, in genere una miscela di olio di sansa raffinato e olii vergini. acidità inferiore a 1%.
L'acidità incide sulla qualità dell'olio, ma è un dato non obbligatorio in etichetta, spremitura a freddo è riservato solo agli olii extravergini, vuole dire che i processi estrattivi sono avvenuti a temperatura inferiore a 27°C.