mercoledì 17 giugno 2020

Proteine alternative vegetali negli alimenti, quali le più utilizzate dall'industria agroalimentare?

Da diversi anni con l'aumento di coloro che seguono alimentazione vegetariana e vegana, si parla di proteine alternative alle proteine animali, una ricerca che ha portato all'attenzione del consumatore tutta una nuova serie di alimenti fonti di proteine alternative.

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare non sono solo alimenti rivolti a vegetariani e vegani c'è un target molto più ampio costituito da flexitariani che vanno alla ricerca di prodotti alimentari sani e gustosi ma allo stesso tempo accessibili e sostenibili.

Ci sono poi le diete "griffate" con nome di nutrizionisti o sedicenti tali che suggeriscono una dieta ricca di proteine per perdere peso. Nella realtà già abbiamo in generale un alimentazione ricca di proteine, tranne alcuni casi individuali e particolare di salute non c'è alcun bisogno di schemi alimentari con un'alimentazione ricca di proteine. 

La nostra dieta a livello di popolazione generale risulta troppo dedita alle proteine animali bisognerebbe introdurre meno proteine animali e più proteine vegetali. 

Abbiamo già pubblicato l'elenco delle fonti di proteine vegetali ma dal momento che il settore alimentare è formato da alimenti pronti, quali tipi di proteine alternative possiamo più facilmente trovare nei prodotti alimentari al supermercato?

Per rispondere a questa domanda abbiamo utilizzato una ricerca di mercato della Innova Market Insight sulle proteine alternative (alternative a quelle animali per intendersi) che ha stabilito che tra il 2018 e 2019 la disponibilità sul mercato degli alimenti con proteine alternative ha segnato in un solo anno + 1,9%, vediamo in dettaglio quali.


Quali sono le alternative alle proteine più utilizzate dall'industria alimentare?

44% Proteine del grano
17% Proteine della Soia
11% Proteine isolate della soia
 8%  Proteine vegetali idrolizzate
 8%  Proteine del pisello

In qualità di alternative vediamo che le proteine del grano (come il seitan) e la soia solo in totale il 72% rispetto alle fonti naturali di proteine rappresentano un offerta molto limitata.

Per molti anni la Soia è stata l'alternativa proteica più utilizzata, negli ultimi anni invece il grano sembra avere soppiantato la soia nella preferenza dell'industria.

Ricordiamo che le fonti di proteine dal grano sono povere di lisina un amminoacido essenziale pertanto consigliamo anche se non almeno nello stesso pasto d'integrare le proteine del grano con alimenti fonti di lisina come i legumi ma anche pesce come merluzzo e sardine.


In quale categoria di alimenti troviamo le alternative proteine?

24% Alimenti alto contenuto di proteine
17% Alimenti senza additivi e conservanti
14% Gluten free
14 % Vegan
13% Alimenti Alto contenuto/ fonte di fibre

Molti di voi avranno pensato agli alimenti per vegani, solo il 14%, pertanto ci si rivolge ad un target più vasto come alimenti ad alto contenuto di proteine per sportivi e per coloro che seguono regime alimentari particolari.

In quale genere di prodotti possiamo trovarli?

27% Pane e prodotti da forno dolci e salati
20% altro
15% prodotti pronti con carne, pesce e uova
14% cibi pronti
9 % snacks
9 % sport nutrition
6 % cereali

Molto presente nel pane e nei derivati del pane (muffin e biscotti), nei cibi pronti in particolare nei cibi o alimenti dove aggiungere proteine non serve come prodotti di carne, pesce e uova (ho trovato dei wustel con aggiunta di proteine del grano come delle preparazioni di pesce) e nelle barrette dietetiche per sportivi o aspiranti tali.

Precisiamo un conto è un regolare attività fisica di tre volte alla settimana per rimanere in forma, un conto è la dieta di uno sportivo professionista, purtroppo oggi tutti amano sentirsi sportivi facendo una corsa ogni 15 giorni, dove non c'è alcun bisogno di un'alimentazione speciale.

Snacks ricchi di proteine è diventata una consuetudine per il 63% dei millennials dichiarano di sostituire volentieri il pasto con una barretta energetica o uno snacks, perchè troppo occupati.


Quali sono i Target a cui si rivolgono i prodotti: 

Oltre ai vegani, vegetariani e flexitariani abbiamo altri target che guardano con interesse ai prodotti ricchi di proteine come i sportivi o sedicenti tali vediamo che i claims enfatizzano le motivazioni, proteine che "danno la carica energetica", "aiutano a mantenere la muscolatura", "aiutano il recupero dopo uno sforzo intenso".

I prodotti pubblicizzati e reclamizzati della categoria sport nutrition hanno un alta considerazione da parte dei consumatori in generale perchè hanno l'abitudine d'associare lo sport alla salute di conseguenza un prodotto per uno sportivo è un prodotto sano anche se non è sempre cosi.

Ultimi dei target a cui sono rivolti questi prodotti sono gli anziani e i bambini, i gruppi di popolazione  a cui ci si rivolge di più di prestare attenzione all'apporto di proteine. Da una parte abbiamo che deve crescere e formare il suo corpo dall'altro che deve prevenire la riduzione della massa muscolare ( la sarcopenia).


Interessanti anche le motivazioni dei claim dei prodotti ricchi di proteine

Non si accontentano solo di fornire i benefici per la muscolatura ma anche benefici olisitici di benessere come: la bellezza del corpo, della pelle, dei capelli e delle unghie, il benessere psico-fisico, il supportare le funzioni del cervello e il controllo dell'appetito (non si sa se chi li vende o di chi li compra).


Diversificazione delle fonti proteiche

Non sono contrario ad un alimentazione più vegetale però un'invito a variare molto di più nell'alimentazione le fonti proteiche di qualsiasi natura vegetali o alternative sia di coloro che consumano proteine da prodotti carnei sia coloro che hanno una dieta vegetariano e/o vegana.

Dobbiamo essere anche propositivi, pertanto suggerirei alle stesse aziende di prodotti alternativi vegetali di variare le fonti proteiche non solo grano e soia ma rivolgendosi a lenticchie, fave, riso a creare più mix di fonti proteiche come per esempio piselli e proteine del riso, la fine d'avere e di poter offrire una migliore alternativa per un alimentazione più ricca e varia.


Sintesi

Dal momento che nei prodotti già pronti ci sono più proteine del grano, cominciare a diversificare a tavola le fonti proteiche a iniziare dai cereali come la quinoa (che contiene anche lisina), l'orzo, un invito a diversificare anche tra la scelta dei legumi, frutta secca e semi (ai classici nocciola  e mandorla aggiungere anche i semi di colza per esempio), senza dimenticare le piccole ma non trascurabili percentuali in frutta e verdura fresca.

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lunedì 8 giugno 2020

I batteri dell'acido lattico degli alimenti raggiungono l'intestino?

Una delle domande più ricorrenti è se gli alimenti fermentati di cui molti si parla e si discute, come nel caso per esempio dei batteri dell'acido lattico (Lab) che sono potenzialmente probiotici, riescono ad arrivare all'intestino e diventano parte del microbioma?

Ci riferiamo soprattutto a latte e derivati del latte che sono una delle fonti principali dell'alimentazione umana occidentale, si è sempre presupposto che alimenti con lactobacillus possono raggiungere il microbioma dell'intestino.

Uno studio italo - irlandese tramite un analisi computazionale ha dimostrato che i batteri geneticamente presente negli alimenti possono essere trovati anche nell'intestino come parte del microbioma.

Conferma che nonostante la barriera gastrica riescono a passare e a colonizzare almeno in una certa parte l'intestino.

Nonostante le diversi variabili legati all'età, alla geografia e allo stile di vita sono stati provati streptcoccus thermophilus e lactococcus lactis che troviamo prevalentemente in latte e prodotti derivati. 

Bisogna specificare che questi sono abbandonanti nelle popolazioni europee e poco invece in quelle asiatiche, questo si spiega perchè in Europa c'è una maggiore consuetudine di consumo di alimenti da latte e derivati del latte. 

Ricordiamo inoltre che le specie Lab di cibo sono solo parzialmente riconducibili a quelle dell'intestino.

Da questo studio i ricercatori hanno concluso che alimenti con batteri dell'acido lattico hanno la possibilità di colonizzare il nostro intestino.

Lanciando di fatto il collegamento tra salute dell'intestino e salute ed efficienza del cervello, anche se ricordiamo che è una dieta nel suo complesso che mantiene in forma l'intestino e il cervello.


Fonte:
Edoardo Pasolli, Francesca De Filippis, Italia E. Mauriello, Fabio Cumbo, Aaron M. Walsh, John Leech, Paul D. Cotter, Nicola Segata & Danilo Ercolini "Large-scale genome-wide analysis links lactic acid bacteria from food with the gut microbiome" Nature Communications Maggio 2020.

giovedì 4 giugno 2020

Sars cov 2 : Resveratrolo, Ashwagandha, Propoli quale futuro?

Buongiorno, come state? Mi auguro tutti bene, se mi permettete volevo salutare Giovanni un lettore di questo blog, che è uscito dal coma da qualche giorno, per il trattamento del Covid 19, un grande abbraccio a lui e a tutta la sua famiglia che ha vissuto un incubo, dai forza non è tutto più facile ma è tutto in salita!!

Volevo intanto precisare che si stanno moltiplicando gli studi per trovare dei trattamenti per rallentare il virus, o alleviarne la sintomatologia, nell'attesa che arrivi un vaccino, unica realistica possibile cura, come sempre in altri casi di questo genere si utilizzano studi e farmaci utili in altre patologie.

Al momento sebbene gli studi continuino, non esiste nessun dato scientifico che dimostri che nessuna di queste sostanze può prevenire o alleviare i sintomi da coronavirus. Lo stesso vale per prodotti omeopatici o simili trattamenti naturali.

Nei gironi scorsi si è parlato molto di un farmaco come il LY-CoV555, un anticorpo monoclonale progettato per bloccare l'ingresso del virus nelle cellule umane, tuttavia è ancora in corso la sperimentazione e personalmente sarei cauto.

Da quando è scoppiata la pandemia Covid 19 si è osservato un aumento del consumo d'integratori alimentari con attestazioni di immunità  o di benessere in generale, cosi le aziende hanno spinto sulla comunicazione su quel o quell'altra molecola, dai semprevivi amici delle Vitamina D che oramai è il rimedio per tutto dall'annoso problema delle doppie punte all'alluce valgo, non sanno più come propinarcela, agli amici del Selenio,  gli amici della Vitamina C,  gli amici dell' Omega 3....

Personalmente ho selezionato tre possibili sostanze che potrebbero in virtù di studi precedenti e in corso avere a un ruolo esclusivamente in merito alla futuro prevenzione della Sars Cov 2 : resveratrolo, ashwangangha e propoli.

Il resveratrolo, ci sono studi sulla Mers, cioè la sindrome mediorientale da Coronavirus comparsa nel 2012, dove sembrerebbe uso il condizionale d'obbligo, che il rasveratrolo abbia la capacità di bloccare la replicazione virale, sono in corso studi sul Coronavirus covid 19, sebbene si tratta di due coronavirus questi sono diversi.


Più interessante e pertinente invece la combinazione tra ashwanganngha e propoli per quanto riguarda la prevenzione.

A renderlo noto è uno studio condotto in collaborazione dalla Dailab India e dall'Aist Giappone , i ricercatori hanno scoperto che Withanone un composto naturale derivato da Ashwagandha e Caffeic Acid Phenethyl ester un principio attivo del propoli sembrerebbero avere la capacità di bloccare il Mpro del Covid 19, che svolge un ruolo chiave nella mediazione della replicazione del virus.

A breve ci sarà la pubblicazione dello studio su J Biomol Struct Dyn.

Il risvolto che interessante dal mio punto di vista è un altro, in particolare ashwagandha è meglio conosciuta a noi europei come Withania Somnifera o anche ginseng indiano, si tratta di una delle piante medicinali più antiche e utilizzate dalla Medicina Ayurvedica.

Si usa in India la Withania Somnifera per le proprietà immunomdulatrici e antiinfiamatorie, lo stesso vale per Caffeic acid phenestyl ester che si ricava dal propoli che viene raccolto negli alveari delle api ed ha riconosciute proprietà in vitro anticancro, antinfiammatorie e immunomodulatrici.

Precisiamo che in commercio non c'è alcuna combinazione che possa essere utile alla prevenzione ma che si tratta solo di studi in vitro.

Ho pensato che era interessante farvi conoscere su che cosa si sta lavorando, l'approccio verso la ricerca di sostanze naturali anche per prevenire e/o combattere il Covid 19, come la pianta di withania somnifera per il withanone e il propoli delle api per caffeic acid phenethyl ester.