martedì 27 marzo 2018

Uova di Pasqua 2018: Arte, Tradizione e Design

Da alcuni giorni le vetrine delle migliori pasticcerie della città sono adornate di uova al cioccolato perché la Pasqua rappresenta il 30% del fatturato annuo, il momento più importante dell'anno dopo il Natale (dati Nielsen). 

Saranno consumati circa 15 milioni di uova di Pasqua in questo 2018 in Italia, 1 italiano su 4 riceverà l'uovo di Pasqua, secondo una indagine del Centro studi della CNA Agroalimentare.


La tendenza più interessante sono le piccole dolcezze al cioccolato, i cosiddetti ovetti spesso ripieni di crema al cioccolato o alla nocciola con cereali che anno dopo anno conquistano il palato dei consumatori.

Un piccolo peccato di gola, in particolare nelle due settimane prima della Pasqua, tutte le aziende dalla Pernigotti alla Zaini offrono piccoli ovetti per un piacere in qualsiasi momento della giornata.


In genera ad Pasqua si guarda il colore, la forma, la decorazione invece un invito a prestare attenzione alla qualità del cioccolato che viene dato dalla lista ingredienti e principalmente da cacao, burro di cacao e non ultimo lo zucchero (saccarosio).

Cioccolato classico: percentuale minima del cacao è il 35%, e burro di cacao 18%,
Cioccolato extra: la percentuale di cacao deve essere almeno il 45%, il burro di cacao il 28%.
Cioccolato finissimo o superiore: la percentuale di cacao deve essere almeno il 43%.
Cioccolato al latte: la sostanza secca derivante dal latte deve essere almeno del 14% e il saccarosio  non più del 55%.
Cioccolato bianco: latte, burro di cacao e saccarosio . Il burro di cacao deve essere almeno il 20% e il saccarosio non più del 55%.

E' possibile che vi siano anche altri grassi come olio di palma e olio di girasole. non è raro trovare tra gli ingredienti la lecitina, una sostanza insapore che viene utilizzata come emulsionante in genere per risparmiare sul burro di cacao.

Non c'è nulla di male ma non è indice di qualità di un prodotto, trascurabile forse all'interno di un prodotto al supermercato a un prezzo basso, determinante per un prodotto venduto in una pasticceria.


A incidere sul prezzo è la sorpresa all'interno, la lavorazione e le percentuali degli ingredienti del cacao e del burro di cacao più queste sono maggior, più il prezzo del prodotto è tendenzialmente alto.

Si iniziano a vedere le uova di Pasqua senza Glutine, le uova di Pasqua Vegane oppure le uova di Pasqua con ingredienti Biologici.

Questo perché si è modificata la domanda, da un dolce tradizionale per bambini si è spostato ad dolce per soddisfare il gusto e lo stile di vita degli adulti.

Tra Parigi e Milano, ho visto negli anni sempre di più delle uova molto sofisticate alcuni si affidano alla consulenza di designer, delle uova bellissime ma che secondo il mio modesto parere ne hanno snaturato l'origine.



Sono tra le uova più decorate che io abbia visto quest'anno, da una parte c'è il facile riferimento alle decorazione delle Uova di Fabergè dall'altro come mostra il video su Facebook ai colori delle piume dei volatili.
Sono uova classiche con delle decorazioni importanti, che attraggono il pubblico del centro della città, destano una grande curiosità, si rifanno a un idea di decorazione classica e tradizionale che richiede molto lavoro in laboratorio.






Siamo in uno degli Hotel più noti di Parigi con annessa Pasticceria che propone l'uovo del Dragone, si guarda senza troppi dubbi al nuove mercato cinese. Uova del Dragone 75 euro
© Park Hyatt Vendome

Uovo Fragment, 340 g. 14 cm, 43 euro
©Pierre Herme


Animali protagonisti
Quest'anno molti giocano con 1 aprile che sarà proprio il giorno di Pasqua.

Chirstophe Michalak
Pesce d'aprile per Pasqua 2018, 10 euro

© Delphine Michalak, courtesy by Christophe Michalak


Si ispira ad animali della Savana, Captain Lion 48 euro
©Dalloyau

Il coniglio mascalzone 85g , 21 euro
© Fauchon


Si ispira al pesciolino con la pinna di squalo 265g, 31 euro
© la mere de famille


Si ispira alle tartarughe, le tartarughe marine Crush, 260 g, 52 euro

© Le Notre



Mi piace molto quest'idea della rivisitazione della Colomba in una creazione al cioccolato.
©Maison Henry le Roux

Meriterebbe un premio solo per avere portato il tema dei fenicotteri nelle uova di Pasqua, una novità rispetto al passato.
Fenicotteri rosa, uovo di cioccolato fondente spruzzato di burro di cacao rosa, 60 euro


Arte moderna

illustrate da Josh Cochran e Robin Eisenberg, 250 g, 15 euro
© Le chocolat des francais



© Leburgundy


Izimbali, grande formato 79 euro
© Jacque Genin

Uova colorama, 13,5 cm 42 euro, 18 cm  55 euro

©Senoble

Peck Milano
Uovo con la frutta secca 440g 76 euro.



Hotel Ritz Paris
L’uova di Pasqua Chupa Chic di François Perret , si tratta di un Chupa più grande di quello che siamo abituati con  cioccolato fondente del Venezuela rivestito di cioccolato al latte con all'interno un cuore di nocciole, mandorle e pistacchi caramellati  (85 € in vendita presso il concept store Ritz Paris).


© Photo Matthieu Cellard, courtesy by Hotel Ritz Paris

Classico decoro floreale

Pasticceria Cova
Cova di via Montenapoleone a Milano ha scelto il tema delle decorazioni floreali un tema classico per le uova di Pasqua ma mai banale.


Uova di Pasqua tutte molto belle, ma mai come quest' anno non mi danno un grande entusiasmo, non so dire perché, talmente belle che sembra un peccato consumarle, forse sono troppo elaborate per i miei gusti, spero che siano buone, di qualità e che vi portino delle belle sorprese.

Tanti cari auguri di Buona Pasqua a tutti.

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giovedì 22 marzo 2018

Come stanno i banani di Piazza Duomo a Milano?

Da un po' di giorni circola in rete la notizia della cattiva salute dei banani di Piazza Duomo a Milano, come dice un giornalista di Repubblica tutta cattiveria e ironia gratuita dei social network, i banani si riprenderanno è stata solo colpa del vento siberiano!

La gente sarà anche cattiva, certo che i banani non hanno un bell'aspetto, se posso permettermi di replicare, quest'anno è la colpa del vento siberiano, un altro anno dello spiffero caucasico, un altro anno ancora della tramontana del Gran San Bernardo.

Sarà che magari è dovuto al fatto che Milano ha un clima continentale, mente i banani sono una pianta che si trova più a suo agio in un clima tropicale ? Ragionando per assurdo ovviamente!

Amico giornalista, vede se pianto a Oslo nel centro della città un limone anzi un banano, che mi sembra di capire che le piacciono in maniera particolare, chiamano un'ambulanza a Milano invece chi pianta un banano in piazza Duomo, riceve le chiavi della città. lo candidano a sindaco e gli promettono anche la poltrona di Ministro, sarà che tutto il mondo è paese ma secondo me qualcosa di strano c'è!


Guardi, io comprendo che a Milano il concetto di natura è un concetto un po' confuso.

Da me in montagna a più di 1000 s.l.m., il suolo è prezioso, la superficie coltivabile è ridotta, piantiamo alberi di mele e vicino alle case alberi d'albicocco perché tradizionalmente portano buon auspicio ma anche perché dopo i fiori fanno i frutti che raccogliamo e consumiamo.

A Milano invece si piantano alberi di banane e palma per vezzo, beati voi, noi invidiamo tutta quest'opulenza, noi al massimo ci possiamo permettere qualche piantina di geranio in vaso.

A nessuno salterebbe in mente di piantare banani e palme, non perché siamo idioti o perché siamo ignoranti, ma perché sarebbe sprecato in termine di risorse, poiché non fruttificano a questa latitudine, non ne vediamo l'utilità.


Caro amico giornalista mi rendo conto che a Milano, il rapporto albero frutto, è come dire un concetto astratto, la sua collega pappagalla del corriere propone la confettura di ciliegie a Natale sotto la neve, alle proteste dei lettori risponde " e ma io le ciliegie le trovo dal fruttivendolo".

Si, avrà visto le ciliegie a 50 euro al kg, ma vengono dal Cile, dall'altra parte dell'emisfero, avrà pensato se Berlusconi paga 70 euro al kg i fagiolini, io non posso pagare 50 euro un kg di ciliegie per fare una confettura? E chi sono io? La figlia della serva?

La frutta non cresce nei supermercati o dal fruttivendolo ma arriva da una coltivazione di un albero, da un terreno, da un'ambiente, da un territorio.


Nei primi del novecento a Milano si sono piantati tanti alberi di ciliegio per il piacere e la gradevolezza dei fiori di ciliegio, c'è chi pianta alberi di gelsomino per il profumo inebriante ma non ho compreso i banani quale tipo di piacevolezza danno a Milano (non fruttificano, non fanno fiori, non fanno profumo, non fanno ombra).

Insomma come c'è chi ha piacere nel vedere i ciliegi in fiori e c'è chi ha il piacere dei banani, non c'è nulla di male, anche se non ho capito tutto quest'entusiasmo da dove viene.

Gradirei solo sapere la manutenzione di quello spazio da chi è sostenuta, visto la debolezza della varietà di piante in un clima non ideale, immagino possa essere onerosa e spero non sia a spese della collettività.

La fortuna è che le piante per sopravvivere cercando di adattarsi all'ambiente circostante, magari non faranno frutti ma sopravvivono questo unito al cambiamento climatico dovuto all'effetto serra della pianura padana, offre la possibilità alle piante di acclimatarsi. I banani in piazza duomo a Milano non sono il simbolo di quanto è verde la città piuttosto il contrario.

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lunedì 19 marzo 2018

Qual'è la pasta sfoglia migliore al supermercato?


Gianna L, Rapallo : Qual'è la migliore pasta sfoglia d'adoperare come base per una torta pasqualina?

Si avvicina il periodo delle torte salate con la primavera e l'avvicendarsi della Pasqua dove per tradizione le torta salate fanno parte del menù della settimana santa.

L'utilizzo della pasta sfoglia è un acquisto recente nelle preparazioni per la Pasqua per tradizione si sono utilizzate più che altro paste matte, dove la bravura di una casalinga con il mattarello aveva una certa importanza.

Ricordo che a Genova a casa della mia amica Iole, la sua mamma ci preparava una torta salata Pasqualina tradizionale con i carciofi con 33 sfoglie di pasta sottilissime, 33 come gli anni di Cristo.

L'aspetto interessante delle paste casalinghe era l'uso dell' olio d'oliva, le paste a base di burro sono il frutto della diffusione della cucina francese.

La tradizione delle pasta base da fare in casa si è persa a favore delle pasta già pronte, comode e pratiche ma che all'olio extra vergine d'oliva secondo della ricetta italiana e al burro secondo la ricetta francese sono sostituiti da grassi o oli vegetali discutibili come palma, girasole, copra, cocco.

Comunicazione, gusti e abitudini hanno visto trionfare la pasta sfoglia come base per le torte salate, cosi l'attenzione si è spostata al ripieno ma il successo di una torta salata dipende da entrambi.


Quali sono i criteri per scegliere una pasta sfoglia già pronta?

1) L'importanza della parte grassa : Burro, margarina o oli vegetali

Tra le basi delle torte salate, per una pasta sfoglia l'ingrediente caratteristico è il burro, nelle paste industriali il burro viene sostituito da grassi e oli vegetali, in molti casi sono meno ricche di acidi grassa saturi rispetto al burro ma non c'è confronto in termini di gusto.

Nella maggior parte dei casi troviamo grassi o olio di palma, un ingrediente molto discutibile e certo non molto apprezzato dai consumatori, oppure oli ricchi di omega 6 come olio di girasole.

Non esistono paste sfoglia light o a ridotto contenuto di grassi, tuttavia io trovo interessante sostituire a secondo della ricetta la pasta sfoglia con la pasta fillo, con una percentuale di grassi molto inferiore, anche se molto sottile e quindi non adatta a tutte le preparazioni.

Tabella nutrizionale confronto su 100 g di pasta sfoglia già pronta Coop, pasta sfoglia surgelata Picard e pasta Fillo Elakis.


2) Nella tabella nutrizionale valutare il contenuto di acidi grassi saturi
Tra quelle in vendita meglio scegliere quelle pasta con il contenuto inferiore al 10 g per 100 g (che con il burro però non è possibile)

3) Lista ingredienti
Tenendo come riferimento la pasta sfoglia da fare in casa, più breve la lista ingredienti è meglio è.

4) Additivi
Meno additivi ci sono è meglio è

5) Il sale
Ideale sarebbe di contenuto inferiore a 1g per 100 g

6) Il prezzo
Variabile importante dal momento che la forbice di prezzo varia dai tre euro al kg agli undici euro al kg. Ritorniamo al discorso dei grassi, le paste sfoglie con il burro sono più care. La scelta di non utilizzare il burro oltre che per un problema tecnico della maggiore difficoltà di lavorare con le macchine il burro, c'è anche un problema di costo infatti olio di palma costa pochissimo, permette d'abbattere i costi e di conseguenza aumentare i ricavi



Ingredienti Pasta sfoglia da fare in casa:
500 g di Farina, 500 g burro di buona qualità, acqua, sale

La pasta sfoglie selezionate

Pasta sfoglia rotonda Buitoni
Ingredienti: Farina di frumento, Oli e grassi vegetali non idrogenati (palma, colza), Acqua, Glutine di frumento, Alcol, Sale, Succo di limone concentrato, Lievito disidratato, Concentrati di vegetali e frutta (carota, mela, limone), Aromi

Pasta sfoglia Buitoni integrale
Ingredienti: Farina di frumento, Oli e grassi vegetali non idrogenati (palma, colza), Acqua, Farina di frumento integrale 4,8%, Glutine di frumento, Fibra alimentare, Sale, Alcol, Crusca di frumento, Succo di limone concentrato, Concentrati di vegetali e frutta (carota, mela, limone), Lievito disidratato

Pasta sfoglia Buitoni delicata
Ingredienti: Farina di frumento, Acqua, Oli e grassi vegetali non idrogenati (palma, colza), Succo di limone concentrato, Sale, Alcol, Glutine di frumento, Lievito disidratato.

Pasta sfoglia Buitoni senza glutine
Ingredienti: Acqua, Amido di mais, Oli e grassi vegetali (palma, colza), Farina di riso, Farina di piselli, Fibre vegetali (patata, riso, piselli, piantaggine, psillio), Addensanti gomma di xanthan-E464, Alcol, Sale, Farina di grano saraceno, Aromi, Enzima transglutaminasi, Acidificante acido citrico

Tabella nutrizionale paste sfoglia della Buitoni per 100g


Pasta Sfoglie Rana con burro
Ingredienti: Farina di frumento, Acqua, Burro concentrato 20%, Alcol etilico, Sale, Succo di limone concentrato, Lievito.

Pasta sfoglia Esselunga
Ingredienti: Farina di frumento, Acqua, Burro concentrato, Alcol, Sale, Lievito di birra, Succo di limone concentrato

Pasta Sfoglia Cerelia Esselunga
Farina di frumento, grasso di palma non idrogenato ed olio vegetale di girasole non idrogenato, acqua, alcol etilico, sale, succo di limone concentrato, agente di trattamento della farina:  L-cisteina

Pasta Sfoglia Coop
Ingredienti: Farina di Frumento, acqua, burro concentrato, alcol etilico, sale lievito di birra, succo di limone concentrato.

Pasta Sfoglia Cerelia Coop
Farina di frumento, acqua, olii e grassi vegetali non idrogenati (palma e girasole), alcol etilico, sale, succo di limone concentrato, agente della farina: L cisteina

Pasta Sfoglia Unes
Ingredienti: farina di frumento, grassi vegetali (palma) oli vegetali (colza), acqua, alcol etilico, sale, succo di limone concentrato, colorante. caroteni, agente di trattamento della farina:  L-cisteina.

Pasta Sfoglia Picard
Ingredienti: Farina di frumento (glutine), burro (33%), acqua, sale

Pasta Fillo Elakis
Ingredienti: Farina di frumento, Acqua, Sale, Amido di mais, Destrosio, Conservante: sorbato di potassio

Tabella nutrizionale pasta sfoglia a marchio di supermercato su 100 g


Analisi delle paste sfoglie rotonde

Tutte le paste sfoglie dichiarano di essere fatte in Francia, non c'è una pasta sfoglia italiana, alcuni dichiarano il luogo di produzione o l'azienda mentre altre si limitano a dire prodotte in Francia per conto di..

Il leader della pasta sfoglia è sicuramente Buitoni per vastità dell'offerta da quella classica rotonda al senza glutine, è presente nella maggior parte dei punti vendita con più prodotti.

Non c'è un competitore vero poiché la Sfoglia Rana che punta diversamente da Buitoni sul burro invece di grassi o olii vegetali ma ha una solo referenza o meglio un solo prodotto.

La vera concorrenza di Buitoni sono le paste sfoglie private label a marchio di supermercato, ogni supermercato ne ha almeno una sia rotonda che rettangolare.

Curiosità l'aziende Cerelia, che produce molte di queste, ha inoltre due prodotti solo con la denominazione pasta sfoglia, in due diversi supermercato ma con differente immagine, lista ingredienti e tabella nutrizionale, un fatto che trovo originale.

Tabella nutrizionale pasta sfoglia su 100 g di Buitoni, Rana e Cerelia



Analisi dal punto di vista nutrizionale

Più che scegliere la migliore si deve scegliere la meno peggiore, rispetto alla ricetta casalinga spicca la presenza come ingrediente del lievito che nella pasta sfoglia non dovrebbe esserci. Troppe paste sfoglie con il contenuto d' olio di palma ricco in acido palmitico e troppe pasta sfoglie con ingrediente l'olio di girasole troppo ricco in Omega 6.

Potremmo dire che la lista ingredienti delle paste sfoglie è molto diversa da quella di pasticceria o che si può fare in casa.

Molte aziende forniscono anche la tabella nutrizionale per porzione, nella realtà è difficile stabilirlo in quanto molto dipende dall'uso della pasta sfoglia cioè dal ripieno o dalla farcia se è utilizzata come involucro.

Considerate che Pasqua viene una volta all'anno e che le punte d'acquisto delle paste sfoglie già pronte è durante le feste. 

La più calorica; la pasta sfoglia Buitoni rotonda kcal/100g 404.
La meno calorica la pasta sfoglia Esselunga kcal/100g 341 (la pasta fillo  kcal/100g 290)

La più ricca di grassi: la surgelata Picard fatta con solo burro.
La meno ricca di grassi: la pasta sfoglia Coop

La pasta sfoglia più ricca di grassi saturi:  la surgelata Picard seguita dalla Rana entrambe per il contenuto di burro, mentre tra le sfoglie con grassi e/o oli vegetali Cerelia

La pasta sfoglia con meno grassi saturi la pasta sfoglia Buitoni delicata (ricordo che c'è la pasta fillo che ha pochissimo contenuto di grassi in assoluto e di grassi saturi di conseguenza) .

Più alto contenuto di fibre: la Buitoni senza glutine (4 g ), la Buitoni pasta sfoglia cereali (3g), seguita dalla Coop 2,2 g
Il più basso contenuto di fibre: pasta sfoglia Buitoni delicata 1,0 g

Il più alto contenuto di sale : Cerelia in vendita da Coop
Il meno contenuto di sale: Picard surgelata e Buitoni rotonda

La pasta sfoglia più cara: la pasta sfoglia Buitoni senza glutine 11 euro al kg
La pasta sfoglia meno cara: la pasta sfoglia Cerelia in vendita alla Coop 3,00 euro al kg.


Sintesi

L'utilizzo delle paste sfoglia in cucina è tradizionalmente legato alla cucina francese e all'utilizzo del burro, in Italia in particolare per le torte salate si sono sempre utilizzate paste matte a base d'olio d'oliva.

La particolarità della pasta sfoglia sono le sfoglie cioè i multi strati che si possono ottenere solo con utilizzo della pasta sfoglia tradizionale.

Le pasta sfoglie che troviamo nel banco frigo del supermercato, sono comode e pratiche, ci danno l'aspetto della pasta sfoglia anche se per ingredienti e lavorazioni non lo sono, come nemmeno per il gusto e la consistenza.

L'utilizzo della scelta della pasta sfoglia è legato al gusto e alla leggerezza dato dal multistrato per una base di torta salata. Può essere utile utilizzare anche delle paste fatte con la ricotta o con petit suisse, da fare a casa.

Per il mio gusto personale se devo preparare una ricetta classica e tradizionale preparo una pasta con olio d'oliva per esempio una torta Pasqualina, se invece ho una ricetta di torta moderna di tipo francese e voglio ottenere l'effetto multistrato, l'effetto pasta sfoglia, la faccio a casa oppure l'acquisto già pronta in pasticceria (come nella foto), al limite acquisto la surgelata di Picard o comunque quelle che hanno come ingrediente il burro.

In alternativa sicuramente la pasta fillo è molto interessante perché è sottile, a ridotto contenuto di grassi anche se richiede un minimo d'esperienza in cucina, il suo utilizzo va valutato ricetta per ricetta in quanto non sempre si presta ad essere utilizzata come pasta base.



Come fare la pasta sfoglia a casa metodo classico




Metodi più veloce si dice sempre cosi

lunedì 12 marzo 2018

Cracco in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, la nuova filosofia dei locali più trendy

La Galleria Vittorio Emanuele II a Milano è considerato il salotto buono della città, ma anche l'indice economico dell'attività produttive.

Negli anni '70 erano le librerie ad attirare i visitatori, negli anni '80 i fast food, negli anni '90  i negozi di moda, nel 2000 i marchi del lusso, ora sempre di più lo spazio è occupato dal settore alimentare, oltre i storici Savini e Bar Camparino con i nuovi: Spazio Duomo con Romito, Pasticceri Marchesi con Prada, Amorino gelati, Gucci Bar.

Il nuovo arrivato è Cracco, chef e volto televisivo molto noto, tutti ne hanno parlato bene, cosi sono stato tentato da una visita, giusto per farmi un'idea.

Contrariamente a tutti coloro che avevano recensito il locale non sono andato al bistrot e nemmeno al ristorante, non me lo posso permettere sono l'unico reporter blogger povero! 

Scherzi a parte sono passato nel pomeriggio, così  mi sono fermato al bar al pian terreno per un caffè e un dolce.

Ci sono alcune cose che mi hanno fatto riflettere in relazione al servizio di tutti questi nuovi locali che aprono a Milano.


L'arredamento

Decisamente piccolo, buio, pochi posti a sedere, non si può dire che sia brutto tutt'altro, se dovessi dare una definizione direi vecchio anzi vecchieggiante, siamo nel 2018 e non nel 1918, dove Milano è considerata capitale delle settore del design e dell'arredamento moderno nel mondo.

Dal mio punto di vista un conto è il Bar Camparino aperto in galleria nel 1915, che ha una sua storia ed presente da oltre un secolo ma per una nuova apertura dove prima c'era la Mercedes, avrei creato qualcosa di più non dico moderno ma almeno recente.

Un ambiente che rievoca un periodo storico all'interno di un locale, ha senso se fa parte della storia personale del marchio, altrimenti si rischia di creare qualcosa che rischia d'essere percepito come artificioso.

In molti nuovi bar e ristoranti aperti nell'ultimo periodo sembra di fare un salto indietro nel tempo, non se ne comprende il motivo, dal momento che sono dei nuovi concept e non hanno alcun legame con il passato.

Ragionando per assurdo è come se nel '800 avessero aperto un bar con un arredamento del '700! Cosa avrebbero detto?


Due parole sull'accoglienza e sul servizio

Professionale forse ma in venti, venticinque minuti che ho passato nel locale non ho visto un sorriso nemmeno per sbaglio.

Senza andare nei peggiori Bar di Caracas, sono capitato in qualche "Sgarrupato" Bar Pasticceria del Sud Italia, diciamo dall'aspetto non invitante, dove la prima cosa che fanno quando entri è un sorriso grande, "in che cosa possiamo aiutarla?" Ti colmano d'attenzione, ti fanno sentire un'ospite, ti fanno sentire una persona speciale, anche solo per prendere un bicchiere d'acqua.

Nei nuovi locali invece ti devi tu rivolgere al personale, quando riesci a cogliere la loro attenzione, più a facile a dirsi che a farsi, più volte "Cameriere scusi potrebbe portarmi per favore un caffè, anche prima di Pasqua cortesemente, grazie?" Dopo la terza volta, non parlo in modo cosi ossequioso nemmeno quando vado all'Ufficio delle Imposte!

Questo è comune a tutti i nuovi locali dove i clienti sembrano fare parte dell'arredamento, non si comprende se è per i tempi d'attesa o perché non ti ritengono di nessuna importanza.




Com'erano i dolci?

Non me lo ricordo, ne ho provato uno, non mi ha lasciato proprio nulla, nessuno ricordo e nessuna sensazione, tanto che mi è venuto il dubbio, ma l'ho mangiato o me lo sono sognato?

Anche questo comune a molti altri nuovi locali aperti negli ultimi anni. Sarà come sono conservati? Sarà per la freschezza? Sarà perché li fanno più leggeri? Talmente leggeri che sembrano piume al vento? Li mangi e non t'accorgi di nulla.

Verosimilmente il locale di Cracco è concentrato sul bistrot e sul ristorante e forse un po' meno sul servizio bar oppure sono capitato in un giorno sbagliato ma personalmente è stata un' esperienza che non ripeterei.

Sintesi

I nuovo locali sembrano che abbiano tutti le stesse caratteristiche comuni, arredamento old style o poco attinente alla storia o al percorso professionale della proprietà, personale freddo e distante, pasti e consumi evanescenti che non ti lasciano alcun ricordo. 

Personalmente amo la pausa caffè, perché è un break rispetto alla routine del lavoro, mi piace un contesto attuale, il cameriere che mi sorride e mi augura buongiorno, mi piace mangiare un dolce per il profumo e il gusto che mi lascia un buon ricordo non dico per tutta la mattina ma almeno per cinque minuti.

Sovente il prezzo di questi nuovi locali è superiore alla norma, ma non si riesce a percepire la differenza, non si riesce a percepire quella qualità che tanto paventano e che dovrebbe creare unicità e fama del marchio. 

Noi auguriamo tanto successo a tutti questi nuovi locali (Cracco incluso), probabile che io rappresenti poco il loro cliente di riferimento.

mercoledì 7 marzo 2018

Ferrero e il Gelato Kinder

Un'informazione che sono certo riguarderà anche il mercato italiano nel prossimo futuro. Il gruppo Ferrero si è unito al gigante alimentare Unilever (Magnum, Miko, Ben & Jerry's, Golden Card, Vienneta o Cornetto) per creare il gelato Kinder.

Dall' Aprile 2018 nei supermercati francesi e poi tedeschi, svizzeri e austriaci si potranno trovare le 4 varietà di gelato Kinder:
Bastoncini di cioccolato con ripieno di gelato fior di latte, Kinder Ice Cream Sandwich con cereali, Cono gelato Kinder Bueno, Mini Cono gelato Kinder Bueno i saranno venduti nel reparto gelato ad un prezzo compreso tra 3,49 e 3,59 euro.

Un contesto di forte concorrenza e una domanda molto volatile

Dal mio punto di vista non è una grande novità, molti maestri gelatai proponevano il gusto dei prodotti più noti della Ferrero dal classico Nutella al Ferrero Rocher, dei tentativi anche ben riusciti di proporre un gusto di gelato come i snacks.

Da queste esperienze Ferrero ha deciso di trarne vantaggio, perché non fare anche noi il gelato? Non avendo esperienza in merito si sono affidati ad Unilever.

Nei supermercati sono già presenti snack trasformati in gelato come Mars, Bounty, Ringo per citarne alcuni, lo stesso Ferrero ha nel banco frigo i Kinder Pingui (sarebbe stato più facile trasformare i kinder pinguì in gelato).

Si tratta di un'offerta già molto ricca e consolidata, un momento in cui le vendite del gelati nei supermercati lo scorso anno sono state inferiori alle attese.

Le vendite di gelato sono soggette nella grande distribuzione a molte variabili come il meteo, il tempo atmosferico incide notevolmente in particolare in Nord Europa dove la stagione estiva è più breve. 

Nonostante il volume dei gelati venduti al supermercato nei paesi d' Europa è molto più alto di quello italiano, l'ingresso di un marchio molto forte come Ferrero sembra una mossa strategica degli altri produttori al fine d'aumentare la domanda di gelato per evitare la stagnazione del mercato che rischia di scatenare tra i concorrenti la guerra sul prezzo (quando l'offerta supera la domanda )

Altrimenti non si spiega come mai Unilever che ha i maggiori marchi sul mercato di gelato, abbia creato quest'unione con Ferrero, se non nella speranza d'aumentare la domanda di gelato e sostenere il prezzo dei suoi prodotti.

Una diversificazione che richiederebbe un po' più di creatività

Una particolare attenzione dovrà essere rivolta alla trasformazione dello snack in un prodotto gelato, il risultato in passato ha lasciato sempre a desiderare, perfino del gelato al gusto di Nutella. Come anche diverse aziende svizzere di cioccolato hanno provato ad entrare nel settore del gelato con scarso successo.

Questa diversificazione di prodotto fatta da Ferrero per trasformare i snack in gelato in genere viene fatta quando si ha un prodotto maturo, alla fine del suo ciclo di vita, mi sembra un po' troppo in anticipo con i tempi di Kinder che funzione ancora molto bene.

Se sono prodotti che stanno esaurendo il ciclo di vita, non vedo da quali potranno essere sostituiti, Grand soleil il nettare degli dei, il sorbetto grande flop, è scomparso da qualche anno e Ferrero Bready lanciato negli ultimi anni rimane troppo in attesa sui scaffali. 

In sintesi quello che è certo è che i snacks Ferrero non hanno intenzione di lasciarci nemmeno durante la bella stagione, saranno in versione gelato.

martedì 6 marzo 2018

Plastic-free, i prodotti alimentari senza plastica nei supermercati dei Paesi Bassi

Iniziativa molto interessante nei Paesi Bassi nella Grande distribuzione la catena di supermercati Ekoplaza, ha realizzato in un supermercato di Amsterdam il primo settore plastic-free, cioè la vendita di 680 prodotti senza plastica come carne, riso, latticini, biscotti, yogurt, snack, frutta e verdura.

I punti vendita Ekoplaza, sono noti per la grande offerta di prodotti naturali e di prodotti provenienti da Agricoltura Biologica,. Nel rispetto di questa loro filosofia aziendale hanno voluto creare  e testare prodotti realizzati con  imballaggio limitato e con materiali biocompostabili (da fibre vegetali) che offrono un alternativa più che accettabile alla plastica

Da quando c'è la spazzatura differenziale ci si rende conto di quanta plastica c'è negli alimenti, tutti i giorni devo andare a vuotare il mio contenitore di plastica, il 90% degli imballaggi alimentari è in plastica, dalle bottiglie dell'acqua alle frutta.

I maggiori problemi derivano dagli ingredienti per ottenerla, dalla lavorazione della plastica e dallo smaltimento. Non tenendo conto che  una piccola dose di sostanze chimiche può migrare nel cibo. Ci sono infatti normative a livello europeo che stabiliscono dei limiti perché alcune sostanze possono interferire con il sistema endocrino.

Negli ultimi anni diversi progetti di realizzare bioplastica dagli scarti della lavorazione delle mele e della barbabietola da zucchero hanno dato degli ottimi risultati.

Il trend del plastic free è partito in realtà in Regno Unito con A plastic Planet in collaborazione con alcuni supermercati come Islands, che ha sostituito la plastica dei prodotti surgelati con sacchetti di carta riciclabili.

Entro tre mesi saranno 74 i punti vendita Plastic-free di Ekoplaza, non so se sia aperta una nuova fase, ma questo progetto lo trovo interessante, perchè in qualche modo dimostra che è possibile se si cambia atteggiamento un mondo con meno plastica e di conseguenza un mondo meno inquinato dalla plastica difficilmente riciclabile. 

In questo caso da sottolineare che i prodotti plastic free realizzati con materiali biocompostabili non avevano alcun costo in più per il consumatore non come recentemente è avvenuto in Italia che i sacchetti per frutta e verdura sono divenuti obbligatori e a pagamenti nei supermercati.

Per saperne di più: A plastic planet, ekoplaza