Di questi giorni la notizia che un fondo londinese, nel giro di poche ore, dalla notizia che la produzione di cacao in Costa d'Avorio sarebbe stata leggermente inferiore alle attese, ha acquistato 241.000 tonnellate di fave di cacao per 900 milioni di euro, in pratica l'eccedenza delle fave di cacao dei stati africani che da soli rappresentano il 69% del mercato delle fave, l'effetto sui mercati sulle borse di Londra e New York è stato immediato, raggiunto il prezzo più alto delle fave di cacao degli ultimi 30 anni.
Antony Ward questo è il nome di colui che ha acquistato la partita per Almarajo Holding, non è nuovo a manovre speculative nel 2002, sempre con le fave di cacao nel acquisto 200.000 tonnellate attese il prezzo più alto e ha venduto, dopo due mesi, rimettendole sul mercaro ad un prezzo maggiore del 30%! In una recente intervista al Telephaph ha dichiarato che continuerà questa sua manovra speculativa anche su altri prodotti alimentari in quanto è più redditizia degli investimenti in borsa e con il ricavato investirà in strutture nei paesi africani (ci dobbiamo credere?).
Il mercato del cacao non è un mercato molto grande ed è facilmente preso di mira dai speculatori. Il prezzo del cacao è prevalentemente influenzato da fattori esterni alla produzione, più che dal rapporto domanda offerta , la riserve o il ristagno della produzione precedente pesa sui prezzi nuovi abbassandoli, mentre invece la mancanza di riserve sul mercato farà alzare i prezzi, questo è ciò che ha fatto il Signor Ward, toglie dal mercato l'eccedenza degli anni precedenti, questo ha fatto schizzare i prezzi delle fave di cacao. Una turbativa del mercato per fare alzare i prezzi.
Il cacao viene coltivato in Africa Occidentale, America Latina e Asia. Gli otto più grandi paesi produttori di cacao sono ora in ordine decrescente, Costa d'Avorio, Ghana, Indonesia, Nigeria, Camerun, Brasile, Ecuador e Malesia (nel grafico sopra i paesi produttori). Insieme, essi rappresentano il 90% della produzione mondiale. Costa d'Avorio e Ghana rappresentano il 59% della produzione se mettiamo insieme anche i paesi di Nigeria e Camerun sono il 69% della produzione, questi paesi politicamente sono caratterizzati da una grande istabilità politica, economica e soprattuto democratica.
Per quanto riguarda invece le esportazione di fave di cacao, i paesi africani esportano prevalentemente in Europa, con piccole quote per Stati Uniti e Giappone.
Le aziende che invece lavorano le fave di cacao in pasta di cacao sono 5 : Callebaut, ADM, Cargill, Nestlé e Hamester che lavorano il 70% delle fave di cacao, mentre invece 5 che sono l'80% del mercato sono le multinazionali di commercializzazione : Hershey, Mars e Kraft Foods, Nestlé e l'italiana Ferrero.
Nella grafico sotto i paesi consumatori:
In sintesi proprio perchè i soggetti che gestiscono le fave di cacao sono pochi è molto facile che questi si mettano daccordo affinchè i prezzi salgono o scendono a secondo della loro convenienza, impossibile parlare di libero mercato, la mancanza di regole internazionali richiesta dalla Fao sugli alimenti è rimasta inevasa e la speculazione sui prezzi degli alimenti aumenta prepariamoci a pagare di più quel piccolo piacere quotidiano.