lunedì 31 agosto 2015

Bere acqua aiuta a perdere peso ?

Ricordo che quando ancora ero ragazzo avevo una mia cugina con problemi d'obesità, nel senso che cercava un fidanzato ma non lo trovava. Secondo lei non lo trovava, perché era un po' come dire cicciottella, la gioia di nonna, ma per lei un grande problema.

Erano gli inizi degli anni '70, arrivavano le prime diete dall'America, si era passati dal modello di riferimento delle maggiorate alle modelle inglesi magrissime con le minigonne.

Mia cugina conservava tutti i giornali che parlavano di diete, che io leggevo di seconda mano, tra questi ricordo un Reader's Digest, che già allora in una intervista a un professore di Medicina americano, invitava a bere acqua prima di un pasto, per aumentare il senso di sazietà e perdere peso.

Qualche giorno fa, è stato pubblicato nuovo studio fatto in Inghilterra sulla rivista Obesity, in cui i ricercatori hanno voluto verificare se bere acqua prima di mangiare aiuta a perdere peso .

Hanno reclutato 84 adulti con obesità per un esperimento di 12 settimane, messi a dieta ipocalorica divisi in due gruppi al primo è stato chiesto di bere acqua prima dei pasti mentre nel secondo è stato chiesto d'immaginare d'essere sazi (così è vincere facile però). 

Il gruppo che ha bevuto acqua prima del pasto ha perso circa tre chili di più rispetto al gruppo che immaginava d'essere sazio. 

Pertanto secondo chi ha fatto lo studio bere un paio di bicchieri di acqua 30 minuti prima di un pasto ti dà la possibilità di perdere più peso.


Se posso permettermi ricerca molto inutile, era un dato già noto negli anni '70 quasi cinquanta anni fa, mi rendo conto che ha un ventenne può apparire una novità ma non è cosi che si fanno passi avanti nella ricerca.

Il problema dell'obesità oggi è più complesso degli anni '70, la semplificazione che bere l'acqua prima di un pasto aiuta a perdere peso andava bene allora, può aiutare anche adesso, ma si sono modificate le conoscenze scientifiche sull'Obesità e le problematiche.

Abbiamo scoperto che c'è una base genetica legata all'Obesità, la maggior parte degli alimenti sono prodotti dall'industria alimentare con ingredienti molto discutibili, che tende a farci diventare dipendenti da alcuni alimenti, mangiamo anche quando non abbiamo fame e quando ci sentiamo sazi.

Non ci sono più i pasti, oggi è tutto un mangiare continuo, dalla mattina alla sera e quando uno dovrebbe bere prima? Prima della colazione, prima della spuntino a metà mattina, prima dell'aperitivo del pranzo, prima del pranzo, prima del giro alla macchinetta degli snacks del pomeriggio, prima della merenda, prima del secondo giro alla macchinetta degli snacks, prima dell'aperitivo serale, prima di cena, prima dello spuntino di mezzanotte?

I pasti fissi alle ore precise esistono solo per i dietisti, io quando lavoro vedo sempre gente intorno alle macchinette distributori di cibi dalla mattina fino alla sera a mezzanotte, al bar è la stesa cosa, vedo sempre gente che mangia a tutte le ore, una volta era impensabile anche solo trovare un panino imbottito alle dieci del mattino in un bar ora lo vedi mangiare un panino al formaggio, prosciutto e maionese anche alle sei del mattino, questo per dire, di come i comportamenti nel corso degli anni si sono modificati.

L'indice di sazietà di un pasto non dipende solo dall'acqua che si beve prima ma dal tipo di pasto, dai cuoi componenti (la pasta, il pesce, la verdura, la frutta), oggi tutti mangiano veloce senza masticare, prima che il messaggio di sazietà arrivi al cervello ci vogliono almeno venti minuti, vedo persone mangiare in dieci minuti.

Si ingrassa perchè si mangia ma conta molto il rapporto calorie assunte e calorie spese a prescindere da un discorso di sazietà, l'attività fisica è una variante molto importante del peso

Un conto è uno studio controllato dove si danno delle regole e dei momenti precisi e controllati, un conto è la vita reale, dal momento che gli studi sull'obesità sono studi sui comportamenti, la capacità d'osservazione della società e dei suoi cambiamenti è importante.

Se vuoi modificare i comportamenti della società prima gli devi conoscere non solo leggendo libri di medicina ma di sociologia e tante altre discipline scientifiche, a questa cultura poi bisogna unire la capacità dello spirito d'osservazione sui comportamenti reali. 

Beh per farla breve, per la cronaca quella mia cugina dell'inizio del post il fidanzato l'ha trovato, si è sposata, ha due figlie è quasi nonna, ed è ancora nonostante le mille diete e i bicchieri d'acqua prima dei pasti, molto cicciottella.

Riferimenti:
Helen M. Parretti, Paul Aveyard, Andrew Blannin, Susan J. Clifford, Sarah J. Coleman, Andrea Roalfe, Amanda J. Daley  "Efficacy of water preloading before main meals as a strategy for weight loss in primary care patients with obesity: RCT " Obesity September 2015




domenica 30 agosto 2015

Mangiare troppo dolce aumenta il rischio di depressione?

C'è un lungo di battito scientifico in questi anni sul collegamento tra la depressione e il gusto dolce.

Recentemente è stato pubblicato uno studio su The American Journal of Clinical Nutrition, fatto dalla Columbia University di New York su 70.000 donne, di età compresa tra 54-79 anni, gli autori dello studio svolgono ricerche sugli effetti della salute delle donne in menopausa e post menopausa  e le interazioni cibo e salute mentale.

Lo studio ha dimostrato che una dieta ad alto indice glicemico ricca di bevande zuccherate, cibi raffinati, i dolci è associato ad un aumento del rischio della depressione, mentre se nella dieta c'e più fibra, più frutta e più verdura, questo è associato a un indice più basso di probabilità di depressione.

Lo studio conclude sostenendo che occorrono più studi per verificare se una dieta a basso indice glicemico possa essere uno strumento per la prevenzione primaria della depressione nelle donne in post menopausa.


Dal mio punto di vista le cause della depressione sono più complesse della semplice relazione con il cibo, la depressione è un disturbo dell'umore, la dieta può essere solo un risvolto di un problema generale più complesso.

Il disturbo della depressione coinvolge la sfera affettiva e cognitiva influenzando negativamente la vita affettiva, la vita lavorativa, lo studio e anche l'alimentazione, quanto modificando quest'ultimo elemento porta alla prevenzione o al superamento del disturbo è molto difficile d'affermare secondo il mio modesto parere. 

Riferimenti: 
James E Gangwisch, Lauren Hale, Lorena Garcia, Dolores Malaspina, Mark G Opler, Martha E Payne, Rebecca C Rossom, and Dorothy Lane "High glycemic index diet as a risk factor for depression: analyses from the Women’s Health Initiative " The American Journal of Clinical Nutrition

venerdì 28 agosto 2015

C'è una relazione tra il consumo d'antibiotici è il diabete di tipo 2?

Sonia M, Chieti: C'è una relazione tra il consumo d'antibiotici è il diabete di tipo 2?

Il consumo eccessivo d'antibiotici è da più di qualche anno in discussione, tanto che si è sviluppata una vera e propria resistenza batterica agli antibiotici, molto pericolosa.
Pertanto tutti sono corsi verso l'uso ragionato degli antibiotici, invitando al consumo solo quando prescritto, indirizzando a privilegiare quelli a spettro ristretto capaci d'agire solo su batteri selezionati, ovviamente quando è possibile, uso a dosi appropriate e per una durata di tempo limitato o per lo meno per lo stretto necessario quando indicato dal medico.

Ora parliamo di un problema diverso del collegamento tra il consumo d'antibiotici e il diabete di tipo 2, in uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism è stata trovato un collegamento tra un gruppo di persone che ha sviluppato il il Diabete di tipo 2 e il consumo eccessivo o per lo meno significativo negli anni precedenti alla diagnosi di Diabete di tipo 2. 

Lo studio è stato fatto in Danimarca perchè è l'unico paese che conserva le registrazioni e le prescrizioni dei farmaci cosi utilizzando i registri sanitari nazionali, i ricercatori hanno esaminato  le prescrizione nel corso dei tempo di un gruppo di 170.504 persone che hanno sviluppato il diabete di tipo 2 confrontandolo con gli altri cittadini danesi.

Si è cosi potuto constatare che coloro che avevano sviluppato il diabete avete fatto ricorso ad un maggiore numero di prescrizioni, rispetto alle media della popolazione.

Tre sono le possibili interpretazioni:
1)  Questo dato può non significare nulla, nel senso che il Diabete di tipo 2, si sviluppa in genere in età matura, tra le cause c'è un fattore ereditario non ancora molto compreso e fattori ambientali che coinvolgono lo stile di vita (ma anche valori alti di colesterolo hdl, trigliceridi e ipertensione), pertanto una maggiore prescrizione nelle persone anziane, più deboli nei confronti di alcune malattie.
2) Chi sviluppa il diabete di tipo 2 è più debole e vulnerabile già anni prima che venga diagnosticata la malattia.
3) L'uso eccessivo d'antibiotici in persone già predisposte al diabete di tipo 2, aumenta il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.

Secondo alcuni ricercatori l'uso degli antibiotici modifica la composizione del microbiota che cosi potrebbe aumentare la possibilità di sviluppare il diabete di tipo 2.

Tuttavia proprio perchè il diabete di tipo 2 viene diagnosticato tardi, la prescrizione più della media d'antibiotici, potrebbe indicare un aumento del rischio d'infezioni nei pazienti con diabete di tipo 2 non ancora diagnosticato, una dei sintomi è proprio la guarigione lenta dalle ferite e dalle infezioni.

Questo è l'ultimo studio pubblicato che mette in collegamento il consumo d'antibiotici e il diabete di tipo 2.

Riferimenti:
Kristian Hallundbæk Mikkelsen, Filip Krag Knop, Morten Frost, Jesper Hallas, and Anton Pottegård "Use of Antibiotics and Risk of Type 2 Diabetes: A Population-Based Case-Control Study"  Jcem 27 agosto 2015


Strategia per una cena familiare tranquilla

Loredana T, Poggibonsi : Ti volevo chiedere un consiglio, so che sei genitore anche tu, ogni volta che il momento di cena in casa mia si litiga, figli contro genitori, genitori contro figli, figlio contro figlia, per delle cose spesso stupide, questo genera un clima poco piacevole al momento della cena, ma c'è una ricetta per avere una cena tranquilla in famiglia?

Cara Loredana mi sono molto divertito a leggere la tua mail, tu racconti la tua famiglia e io vedo le scene della mia sono più o meno simili, tranquillità familiare cercasi diciamo cosi.

La cosa più divertente è che siccome in casa mia siamo in otto, non possono tutti litigare con tutti, per una questione di tempo non per altro, quindi famiglie XXL numerose aiutano se cosi si può dire.

Loredana è abbastanza normale, questo perché la sera è divenuta l'unico momento in cui tutta la famiglia si ritrova intorno a un tavolo, ci si vede tutti in quel momento, si discute di tutte le cose importanti che riguardano la famiglia, l'andamento generale della casa, vengono fuori anche le incomprensioni e i piccoli problemi, non spegni mai la luce, lasci la radio accesa, non tiri mai l'acqua del bagno ecc ecc.

La sera si arriva dal lavoro magari carichi di stress e nervosismo e lo si riversa sulla famiglia, mia figlia litiga con il fidanzato, ma mica se lo prende con lui, se la prende con noi, con me papà che rappresento tutti gli uomini, si litiga, volano parole grosse e ti va di traverso la cena ma si fa anche la pace.

Cosa bisogna fare? Armarsi d'ironia, tenersi delle battute di riserva sempre pronte, perché la famiglia è anche l'unico posto in cui sfogarsi, capire gli sfoghi anche se non fanno piacere e offendono, insegnare a chiedere scusa e perdonare, anzi imparare a perdonare molto.

Io però ho elaborato una strategia che è una mia deformazione professionale.


Come secondo voi ci si accorge che una persona è a dieta?
Da quello che compra al supermercato? No
Da quello che sceglie al ristorante? No
Da quando tempo passa davanti alla vetrina di una pasticceria? No

In genere chi è a dieta ipocalorica è irascibile, nervoso, risponde male, fa polemica per nulla, in pratica per la mancanza d'energia, non riesce a gestire e controllare le emozioni, che dipendono dal cervello, anche se pesa solo il 2% del corpo ma consuma il 30% dell'energia.

La stessa cosa capita verso ora di cena, gli stessi ormoni dell'appetito segnalano al cervello che è tempo di mangiare, questo ha la capacità d'aumentare l'ansia e lo stress, pertanto è naturale  che ci si possa sentire irritabili verso ora del cena, finché non si soddisfa questa esigenza del pasto, specie se magari ultimo pasto è stato quello del mezzogiorno e il corpo con il cervello insieme che ti chiede energia e che ti mette fretta.

Naturalmente, i processi chimici e neuronali nel cervello della fame sono complessi e variano da una persona all'altra, ma se magari qualcuno ha un po' di rabbia dentro, per qualsiasi cosa, che abbia a che fare o meno con la famiglia, viene fuori a seguito di questa pressione proprio poco prima di cena o durante la cena. 


La soluzione? Fare mangiare qualcosa prima. quando arrivo a casa verso le cinque vado dalle mie bambine, mia suocera, mia zia e mia mamma, bambine avete fatto la merenda? La più giovane ha 81 anni e gli faccio mangiare qualcosa, cosi per cena sono già più tranquille.

Per i miei figli invece lascio in salotto sempre qualche caramella, non c'è bisogno di dirgli prendete una caramella si servono da soli.

Siccome non sempre so se hanno mangiato qualcosa, prendo quelli che so essere più bellicosi mio figlio e mia suocera separatamente e gli chiedo mi assaggi per favore la frittata non so se c'è abbastanza sale, non capisco se il purè ha sapore, me lo provi? Il melone è abbastanza dolce? I fichi come sono? Piccole strategie per fargli mettere in bocca qualcosa, cosi c'è il tempo di fare arrivare carburante al cervello, ci saranno sicuramente delle discussioni ma saranno meno irascibili.

In generale la mia strategia è quella di favorire uno spuntino pomeridiano sano, mi raccomando non cibo spazzatura come patatine fritte e snack, perché aumentano il senso di fame, meglio per esempio uno yogurt con i frutti di bosco, mela, una macedonia, pomodoro con pane integrale, ho visto che questo aiuta ad fare arrivare le persone non affamate all'ora di cena e fare in modo che siano meno nervosi.

Non so se sia la migliore strategia di questo mondo ma ogni tanto funziona!

giovedì 27 agosto 2015

Quali sono i fattori a rischio della malattia d'alzheimer?

Palma G, Cava dei Tirreni : Ho visto che hai fatto molti post sulla malattia l'Alzheimer, mi sembri un esperto, desideravo sapere quali sono i fattori a rischio?

Grazie della domanda ma non sono un'esperto e nemmeno uno specialista per la cura dell'Alzheimer, ho solo fatto parte di un gruppo di lavoro presso Università e l'Ospedale di Lione per la riabilitazione nutrizionale dei malati diversi anni fa.

Ricordo che l'eziologia del morbo d'Alzheimer non è nota, pertanto tutte le ipotesi rimangono aperte inclusi i fattori a rischio, per chi non ne fosse a conoscenza la malattia di Alzheimer è la forma più comune di demenza senile osservata nella popolazione generale, è definibile come un processo degenerativo che pregiudica progressivamente le cellule cerebrali, rendendo a poco a poco l'individuo che ne è affetto incapace di una vita normale.

Sono più di 46 milioni le persone in tutto il mondo soffrono di demenza, il Rapporto Mondiale Alzheimer, pubblicato da Alzheimer Disease International e King College di Londra, il numero di persone affette da demenza è aumentato rapidamente dal 35 milioni stimati nel 2009 ai 46,8 milioni del 2015, i ricercatori indicano che il numero potrebbe ragionevolmente raddoppiare nei prossimi 20 anni.

Il rapporto ha anche osservato che il 58% di tutte le persone affette da demenza risiedono nei paesi in via di sviluppo, ma nel 2050 si prevede un aumento nei paesi a basso reddito, dove i servizi sono limitati e i servizi sanitari sono impreparati a gestire queste patologie.

Alcune settimane fa è stato pubblicato su Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry uno studio osservazionale, che ha individuato una serie di fattori di rischio per la malattia d'Alzheimer, però sono fattori che possono determinare solo una generica predisposizione allo sviluppo della malattia, leggermente superiore a quella manifestata da soggetti che non presentano questi fattori.

Vorrei solo ricordare alcuni fattori che lo studio non cita, il primo fattore a rischio in realtà è l'eta, dopo i 65-70 anni in genere, il secondo fattore a rischio è il sesso, una malattia che colpisce più le donne degli uomini.

Bisogna ricordare i fattori genetici, non è casuale il fatto che si è trovata una familiarità in più casi, non da ultimo anche fattori ambientali come l'esposizione ad alcune sostanze tossiche (alluminio, idrocarburi aromatici), che secondo alcuni ricercatori potrebbero incidere sullo sviluppo della malattia, anche se non c'è consenso unanime su quest'ultimo fattore.

Si è parlato spesso anche di rischio cardiovascolare perchè sovente coloro che sviluppano Alzheimer hanno patologie legate al rischio cardio vascolare, anche su questo fattore di rischio non c'è unanime consenso medico scientifico.


La ricerca pubblicata invece è una revisione sistemica, una meta analisi su più di 300 studi che tenta, più di valutare l'associazione tra morbo d'Alzheimer e possibili fattori di rischio modificabili.

I fattori a rischio modificabili secondo questa analisi sono:

L'Obesità
Il restringimento della carotide 
Basso livello d'istruzione
Depressione
Livelli di pressione sanguigna alta
Abitudine al fumo
Alti livelli di omocisteina (un aminoacido) nel sangue
Diabete di tipo 2
Fragilità sia fisica che psicologica

Sono tutti fattori dal mio punto di vista qualcuno interessante come gli alti livelli d'omocisteina, che potrebbero essere un indice di uno stile di vita poco corretto con abuso d'alcol, fumo, stile di vita sedentario, poco movimento fisico, alimentazione con poca frutta e verdura, ma qualcun altro molto meno come l'Obesità, oramai il fattore Obesità lo mettono in tutte le patologie dall'alluce valgo alla cefalea, bisogna dire che nuovi studi hanno individuato possibili cause genetiche legate all'obesità per più del 40 % della popolazione, un fattore a rischio molto difficile da gestire, un fattore a rischio divenuto oramai globale visto alto tasso d'obesità dei paesi sia europei, americani che asiatici.

Basso livello d'istruzione per la mia esperienza non è proprio cosi conosco ex ingegneri e ex avvocati con questa patologia, oramai andiamo incontro a nuove generazioni molto scolarizzate un dato forse importante in passato ma non nel futuro, cresce il livello d'istruzione ma cresce anche il numero di persone con questa patologia, un fattore che nei paesi occidentali potrebbe essere rivisto .

Personalmente prenderei questi dati osservazionali dei fattori di rischio con molta cautela, sono tutti fattori che possono essere molto generici e comuni a più patologie e a un grande numero di soggetti dopo i 65 anni.

Per chi vuole sapere qualcosa in più sull'Alzheimer, consiglio i post che hanno come tag Alzheimer

Post correlati: Alzheimer e Alimentazione (è del 2011 ma ancora attuale)

Riferimenti:
Wei Xu, Lan Tan, Hui-Fu Wang, Teng Jiang, Meng-Shan Tan, Lin Tan, Qing-Fei Zhao, Jie-Qiong Li, Jun Wang, Jin-Tai Yu "Meta-analysis of modifiable risk factors for Alzheimer's disease" J Neurol Neurosurg Psychiatry doi:10.1136/jnnp-2015-310548



giovedì 20 agosto 2015

Olio di palma, riduce la produzione di dopamina e stimola a mangiare di più?

Ci siamo lasciati il mese scorso con la Nutella e la polemica sull'uso dell'olio di palma e ci ritroviamo a parlare di nuovo di olio di palma, questa volta non dal punto di vista commerciale ma scientifico.

Recentemente è stata pubblicato uno studio sulla rivista Neuropsychopharmacology, uno studio sulle diete ricche di grassi e la loro influenza sul comportamento.

Siamo già a conoscenza che sia negli essere umani che negli animali, c'è una relazione tra obesità e le funzioni di ricompensa, non è chiaro se questo meccanismo sia una conseguenza dell'obesità o se in quale misura questo può dipendere dal tipo di dieta e dalla scelta degli alimenti.

Alimentando un gruppo di cavie con una dieta con olio di palma e un altro gruppo con una dieta olio d'oliva, dopo otto settimane, nonostante i due gruppi hanno mostrato un peso analogo, un livello di ormoni (insulina e leptina) e di glucosio nel sangue simile, i ricercatori hanno notato una differenza a livello celebrale.

Nelle cavie con una dieta con olio di palma, il loro sistema di ricompensa derivato dalla secrezione di dopamina, che fornisce una sensazione di piacere, si era modificato cosa che invece non era avvenuto nel gruppo dela dieta ricca d'olio d'oliva.

Nelle cavie si è notevolmente ridotta la funzione dopaminergica, secondo il gruppo di ricerca dell'Università di Montreal, questa circostanza spinge il cervello a cercare di compensare questa situazione rafforzando il comportamento di ricerca di ricompensa.

In parole semplici questo potrebbe volere dire che una persona che consuma troppo grassi saturi come olio di palma nella dieta potrebbe essere più indotta a consumare cibi con alto contenuto di grassi e zuccheri per raggiungere lo stesso livello di piacere o di ricompensa.

Per correttezza bisogna anche dire che i componenti genetici dell' obesità possono influenzare e modulare la sensibilità ricompensa negli esseri umani.

Tuttavia al di là della polemica dell'olio di palma del tutto casuale in questo studio, è importante conoscere i meccanismi d'influenza di un consumo eccessivo di lipidi alimentari saturi e i possibili collegamenti con la modifica del comportamenti, non solo per il legame tra il cibo e l'obesità, ma anche per il legame tra disturbi dell'umore e le malattie metaboliche.

Bisogna tenere presente che una dieta ricca d'olio di palma non è cosi difficile, il problema non è il cucchiaio di nutella, perchè lo possiamo trovare in molti prodotti alimentari non solo creme da spalmare alla nocciola e cioccolato, ma paste base già pronte, torte, biscotti, in prodotti derivati del pane come pizze, focaccia, grissini, crakers, fette biscottate prodotti che si consumano tutti i giorni e anche diverse volte al giorno.

La notizia buona di questa ricerca è che l'olio d'oliva invece non modifica alcun comportamento o sistema di ricompensa nel cervello.

Intanto una notizia interessante dal punto di vista finanziario arriva dalla Norvegia, dove il più grande fondo pensionistico pubblico del mondo, si è ritirato dalle grandi aziende asiatiche collegate allo sfruttamento della foreste per la produzione dell'olio di palma, un segnale molto forte perchè si parla di cifre intorno a 785 miliardi d'euro.
Altri investitori stanno pensando di fare altrettanto, pressati dai soci, dai consumatori e dalla comunità scientifica.

Riferimenti: Cecile Hryhorczuk, Marc Florea, Demetra Rodaros, Isabelle Poirier, Caroline Daneault, Christine Des Rosiers, Andreas Arvanitogiannis, Thierry Alquier and Stephanie Fulton "Dampened Mesolimbic Dopamine Function and Signaling by Saturated but not Monounsaturated Dietary Lipids" Neuropsychopharmacology (14 July 2015) | doi:10.1038/npp.2015.207

Dalla mutanda Falappa alla Wireless Armour

Facciamoci due risate siamo ancora in vacanza, se siete al mare sulla spiaggia tutti in costume da bagno questa notizia non appare volgare, una news per tutti gli uomini o per i vostri mariti, è finita l'epoca della mutanda falappa che rende tonda e liscia la chiappa, è finita anche l'epoca delle mutande rigonfie per fare credere di chissà che cosa.

Ora è il trend dell'intimo maschile che protegge dalle onde elettromagnetiche, sapete come è oggi smartphone, pc, tablet, reti wireless, sembra secondo alcuni che queste onde possono minare la produzione di liquido seminale e danneggiare gli spermatozoi del 25%.

Ecco arrivare la risposta, la linea d'intimo maschile Wireless Armour, i proprietari del sito fanno sapere che hanno studi che dimostrano che questa linea d'intimo fornisce una barriera alle radiazioni emesse dai dispositivi Wi-Fi, lo smartphone, il computer e tablet.

L'intimo è costituito da un tessuto chiamato RadiaText, che è una miscela di cotone e argento. Poiché l'argento crea uno scudo contro le radiazioni. 

Il mix cotone argento in più pare renda la biancheria intima altamente anti-microbica, io che vedo per lavoro tanta gente che si spoglia non avete idea di come ce ne sia bisogno, adesso non si sa se si possono lavare in lavatrice o se si portano dall'orefice.

Comunque i prezzi vanno da 40 euro per il modello base e 60 euro per quello più ultra protettivo, una spesa devo dire nemmeno eccessiva per tutti i ragazzi in età da moglie.

Per informazioni : Wireless armour

Io che ho qualche primavera in più sono più preoccupato dagli effetti delle onde sul cervello, quindi suggerisco ai signori dei modelli per cappelli e berretti, non mi posso mica mettere una mutanda in testa! Comunque consiglio inoltre anche una linea per lei e non solo per lui.