Ogni tanto seguo qualche conoscente su twitter e un giornalista francese Egalliano06 della Costa Azzurra mi ha inviato questo twitter con la foto di un noto bar ristorante di Nizza, vicino al porto, nella via che da Place Garibaldi porta al Quai Papacino, una scritta che traduco per quelli che non conoscono il francese:
Un caffè 7 euro
Un caffè, prego/ per favore 4,25 euro
Buongiorno, un caffè per favore 1,40 euro
Penso che l'obiettivo del bar ristorante sia quello di mettere della forma di cortesia e gentilezza al momento dell'ordinazione certo è che fare pagare il cliente a secondo di come ci si rivolge al personale, è un modo originale per trattare o meglio educare il cliente, sempre che sia il cliente da dover educare e non il gestore del locale anche io avrei il piacere di pagare il conto in base alla cortesia, qualità del piatto e del servizio.
Tuttavia si tratta di un nuova sensibilità chiamiamola così, in realtà si dovrebbe badare alla soddisfazione del cliente e non del barista o del cameriere, per quanto mi riguarda non è la prima volta che mi succede, ed è capitato proprio a me a più di mille chilometri di distanza, ma che è sinonimo probabilmente di un malessere generale.
Questa estate mentre ero ad Amsterdam per problemi familiari tra una faccenda e l'altra per il forte stress sento il bisogno di un caffè, entro nel locale mi dirigo al bancone del bar, dico in inglese "un caffè", il barista mi guarda male e penso oh dio che ho detto! Magari non ha capito, non conosce l'inglese e provo a dirlo in olandese, lui mi guarda peggio e mi dice "a coffee, PLEASE".
Non ho osato ribattere tale è stata la mia sorpresa, è vero potevo usare una forma di cortesia, tipo "potrei avere un caffè, per favore" ma oggi abbiamo lasciato perdere la forma in favore di una vita con meno forma e più concretezza.
Ho anche pensato che si tratta di abitudine se hai un lavoro in cui sei abituato a dare ordini, se vai al bar fai lo stesso ma neanche ti accorgi, adoperi lo stesso linguaggio senza fare differenza.
Due episodi a me vicini allora mi chiedo, sono i baristi e i camerieri ad essere troppo sensibili o siamo noi clienti ad essere troppo maleducati?
Personalmente quando vado al bar dove lavoro, non so se ho mai chiesto, "un caffè per favore" avrò più facilmente detto "un caffè, grazie" scambio sempre due parole con il mio barista c'è un rapporto quotidiano, buon giorno, come va? Come stanno i figli? Qualche battuta sull'attualità, ma se entro in un bar che non conosco non mi viene spontaneo.
Forse noi clienti facciamo male a mettere delle distanze tra noi e i baristi ma non è che i baristi e i camerieri ci trattano sempre bene però, giusto pretendere rispetto ed educazione da entrambi le parti.
Ricordo quando mi mi sposai molti anni fa, per la prima volta entrai in un negozio di Valentino spiegai alla commessa cosa volevo sottolineai alla fine che era per un matrimonio e lei rispose, immaginavo che lei era entrato qui per questo, come per dirmi lei è entrato qui solo per questa occasione nella vita, non lo comprai il vestito ma non mi sono presentato nudo alla cerimonia.
In questi episodi io leggo dell'insofferenza, dovuto secondo me al fatto che le persone che fanno un certo tipo di lavoro si sentono inferiori? Forse vedono quel lavoro come un ripiego? Forse devono subire delle umiliazioni che noi non siamo in grado di vedere? In qualche modo c'è della negatività, quasi un rapporto conflittuale, forse pensano che i clienti li trattano con eccessiva scortesia, senza sapere che magari si tratta solo di un linguaggio comune e ripetitivo che le persone adoperano senza pensare.
Quando ero studente ho lavorato per pagarmi gli studi in un albergo, ho fatto dal cameriere e all'addetto alla reception, certo molti clienti sono stati pressanti, esigenti, qualcuno mi ha anche mancato di rispetto, però non ho mai reagito in maniera negativa rimproverando e rispondendo male, ma reagito con fermezza, gentilezza e sorriso.
A voi è mai successo? Capitano tutte a me?
NB. colgo l'occasione per fare a tutti gli auguri di un Buon Anno 2014 e ringraziare tutti quelli numerosissimi che seguono il blog, quelli che lo linkano tra i blog preferiti, quelli che lo promuovono sui social network, linkano post, molti di questi lettori non li conosco nemmeno, a tutti un sentito grazie per condividere questo blog.