Nel frattanto l'obesità si è trasformata in un grande business, risposte ad un problema medico che viene fornito dalle
aziende farmaceutiche alle industrie alimentari, dalle cliniche per dimagrire alle diete per dimagrire con il nome dell'esperto del momento. I libri per dimagrire e controllare il peso sono i più venduti; uno solo vende più di tutti i libri di Umberto Eco, negli ultimi anni non sono solo consigli dietetici ma consigli per oggetti da cucina dai coltelli agli
elettrodomestici.
Personalmente invece mi piace dare maggiore responsabilità
alle aziende alimentari, le quali per ingolosirci sempre di più, inventano
prodotti “multi sensoriali”, cioè prodotti che sanno fornirci maggiori stimoli che possono coinvolgere tutti e cinque i sensi, dalla vista al gusto. Sono alimenti che cercano di coivolgere tutti i sensi del gusto, prodotti più croccanti con aggiunta di frutta secca come arachidi, alimenti più dolci e salati insieme, con aggiunta di sale e zucchero, spesso anche con aggiunta d' esaltatori di sapibilità come lo sciroppo di mais (ex sciroppo di glucosio-fruttosio), alimenti con aggiunta di grassi spesso panna, ma anche additivi per esaltare il profumo.
Tutti i nuovi prodotti usciti negli ultimi anni vanno in questa direzione, come la pubblicità dice “nati per
soddisfare il gusto”, vanno in queste direzione i gelati ricchi di panna ma
anche di frutta secca e caramello, merendine per bambini, formaggio con cioccolato, le creme spalmabili, biscotti dolci e salati, pizze surgelate, troviamo
zucchero aggiunto nelle confezioni di mais in scatola, per non parlare di tutti
quei piatti già pronti, di fronte a questi prodotti molto persone non sanno
resistere, la pubblicità da sola ci porta a pregustare e a individuare una circostanza di piacevolezza, questi alimenti possono esercitare lo stesso potere di una droga per il cervello, tanto che si parla sempre più spesso di persone con sindrome d'alimentazione condizionata.
Trovo personalmente irriverente quando leggo sulle
confezioni "dose" consigliata: 15 g, le aziende in realtà conosco molto beni i
meccanismi di soddisfazione e le debolezze dei consumatori, sanno che nessuno
si atterrà dietro ai 15 g, la trovo una presa in giro con tanto di codice etico
accompagnato.
In questi giorni sto leggendo il libro del Dott. David Kessler “perché mangiamo troppo”. Chi è
David Kessler? Uno dei membri della Commissione Medica della Food and Drug
Administration (FDA) negli Stati Uniti, insegna alla Scuola di Medicina
dell'Università della California a San Francisco, un libro che consiglio di
leggere e che mi permette di fare delle riflessioni.
Kessler sostiene il fatto che i cibi industriali sono
nati per indurci a mangiare di più, abbiamo molte persone che mangiano anche quando non hanno fame e non si rendono conto delle ragioni, si mettono a dieta ma poi ritornano
nel lungo periodo al peso di partenza. Deluse e amareggiate spesso si rassegnano
ai chili di troppo, complici anche i media che diffondono immagini di uomini e
donne poco reali grazie alle nuove tecnologie e vedono un abisso tra loro e
quell’immagine ideale di vera o presunta felicità.
Kessler si concentra sulla dopamina, sostiene che la quantità di zucchero contenuto in alcuni prodotti fa salire la
dopamina , l'insieme di una certa percentuale di zucchero e grasso questo stimola la funzione celebrale in modo da creare una certa dipendenza.
Il ruolo della dopamina, secondo Kessler è importante perché monopolizza
l'attenzione, se per esempio vi entra un iguana nella vostra stanza, il livello di dopamina avrà un picco, cosi i livelli di dopamina possono avere gli stessi effetti della dipendenza dell'alcool o del gioco d'azzardo, una volta introdotto lo stimolo le persone rischiano di perdere il controllo, come al casinò un giocatore d'azzardo.
Questa è una delle ragioni dell'importanza degli stimoli visivi e del ruolo della pubblicità, che non è informazione neutrale, stimola a creare e rendere familiari un certo tipo di contesto e di comportamento che invita all'acquisto, al consumo e all'esperienza di piacevolezza. Non è casuale che il settore food è tra i top
spender della pubblicità.
Se entrate in un centro commerciale sarete inebriati dall’odore di vaniglia, di caramello o di cioccolato, tanto da attirare la vostra attenzione, il profumo manderà dei stimoli al cervello che li collegherà con le esperienze del passato, tutta la vostra attenzione sarà rivolta alla ricerca di quell'alimento, una reazione istintiva, così mangerete senza avere fame per godere di quell’esperienza .
Se si vuole affrontare il problema seriemente bisognerebbe richiedere
in primo luogo la
1) Collaborazione
delle aziende (che vedo alquanto difficile)
2) Un
istituto che vigili sulla pubblicità ma che sia un intervento rapido e sanzionatorio
forte, avere degli istituti di autodisciplina a cosa serve? Se intervengono
dopo mesi e dopo che il messaggio deviante è stato assimilato dai consumatori,
sanzioni da qualche migliaio di euro per prodotti che hanno reso miliardi di
euro! Anche no grazie.
3) Il
controllo delle quantità di sale, grassi e zucchero sia individuale che della somma delle tre
4) Da
parte dei consumatori un atteggiamento diverso.
Si va dalla programmazione in anticipo dei pasti degli ingredienti e della quantità, con l'individuazione di quei alimenti naturali che soddisfano la fame come cereali integrali, legumi,
verdure e frutta.
Sopratutto pone l'attenzione nel riappropriarsi del controllo degli stimoli, a evitare e allontanare tutte quelle situazioni di stress emotivo che innescano un comportamento automatico di ricerca multisensoriale. Ancora meglio se si associa il cibo che ci rende dipendenti a un’ immagine negativa opponendo all'immagine patinata della comunicazione.
NB: In primo piano nella prima foto la crema spalmabile di Dallmayr a Monaco di Baviera, 50% cioccolato 50% frutta nel caso della foto, lamponi e cioccolato pralinato, cioccolato e frutta sarà uno degli argomenti di un mio prossimo post dedicato a golosi impenitenti :-)
Le immagini dei filmati pubblicitari sono state scelte casualmente e non hanno alcuna attinenza all'argomento del post, come la pubblicità nei film in televisione, non hanno alcuna attinenza con il film sono un break per spezzare il ritmo.