giovedì 30 dicembre 2010

Marley's Mellow Mood, la bevanda funzionale alle erbe naturale e rilassante, per combattere lo stress e l' ansia

Nei blog c'è aria di festa, quindi è bene affrontare argomenti un po' più leggeri. Chissa se qualcuno di voi si ricorderà di Bob Marley ? Era un cantante che quando io ero adolescente andava per la maggiore, noto per avere portato la musica raggae ad essere conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, era però noto nell'immaginario comune come consumatore d' erba (non erba medica per intenderci), un pregiudizio nei suoi confronti sicuramente.
La prima volta che ho visto Marley's Mellow Mood ho pensato come tutti voi adesso, sarà un'altra bevanda alla cannabis? Invece No, tutt'altro , Marley's Mellow Mood , il cui nome deriva da una canzone di Marley "Mellow Mood" è una bevanda funzionale anti stress e anti ansia alle erbe di camomilla, passiflora e valeriana. Chissà cosa ne avrebbe pensato Bob Marley?

Sono quattro le Marley’s Mellow Mood
- Tè nero ( tè verde, pesca, lampone, frutti della passione)
- Tè verde (tè verde, miele)
- Berry (bevanda gasata – frutti di bosco)
- Citrus (bevanda gasata - limone)

Queste bevande dal mio punto di vista hanno delle note stonate, oltre che essere troppo zuccherate, il thè verde mi sembra l'unica che al mio gusto più piacevole, come si può dimostrare che delle bevande sono rilassanti ? Una bevanda dovrebbe più facilmente dissetare invece che rilassare. Nel mix oltre alla valeriana, passiflora e camomilla una piccola sorpresa c'è anche melatonina (sarà questa che rilassa?).

Io la inserisco nella categorie delle bevande psicosomatiche proprio perché bisognava secondo me enfatizzare di più sulla composizione delle le erbe presenti nella bevande e delle loro proprietà naturali di valeriana, camomilla e passiflora.

L'azienda invece sceglie di utilizzare l’immagine di Bob Marley, che non è immagine molto rassicurante sotto questo punto di vista al grande pubblico, nel senso che se vedo mio figlio con una bevanda con l'immagine di Bob Marley, magari a torto mi preoccupo, se vedo mio figlio che beve una lattina con l'immagine di Orietta Berti mi preoccupo meno, questo nulla toglie all’artista Bob Marley e alla sua musica e alle "proprietà" positive della bibita.

In qualsiasi caso la bibita almeno secondo il sito, promuove tutti quei valori positivi della musica di Bob Marley dalla salvaguardia del pianeta e dell'ambiente al sostegno di progetti no profit.

Infatti in questi giorni è stato annunciato un rilancio positivo dell'immagine di Bob Marley, il cui nome sarà abbinato ad un marca di caffè, articoli sportivi, articoli elettronici, inoltre è stato fondato il marchio Marley & CO, dei prodotti per bambini rispettosi dell'ambiente, la nuova società Marley diretta dal figlio Rohan fa avuto ricavi per 600 milioni di dollari nel 2010, questa sarà la sola società che avra diritto a rilasciare l'utilizzo del marchio Marley dalle magliette alle bevande!

Se fino a qualche tempo faì il business erano le celebrazioni degli artisti passati a miglior vita, ora sono divenuti dei marchi, da apporre a qualsiasi prodotto, dal momento che i cd se ne vendono sempre meno, un business evidentemente più redditizio della musica.

Marley's Mellow Mood in formato S lattina 355 ml, M bottiglia 475 ml, L 950 ml per i "più provati"

lunedì 27 dicembre 2010

Come ridurre il sale e il sodio nella vita di tutti i giorni dopo un ictus, l'esperienza di una lettrice Antonina G.

Questo blog ha sempre da spazio ai lettori da sempre perché dalle vostre domande sono arrivate le migliori cose che abbia mai scritto e gli interventi dei commentatori nel blog hanno la facoltà di completare e migliorare l' informazione, questa è un cosa bellissima, è un risultato possibile solo con la vostra partecipazione è un ringraziamento che volevo fare da un po'.

Dopo il post scritto su come ridurre il consumo di sale ho ricevuto l'email di una lettrice Antonina G., ho deciso di pubblicarne una parte perché spiega molto bene di come nella realtà è difficile attuare una riduzione di sale, alle difficoltà di mettere in pratica i consigli del medico e di come il consumo di sale sia radicato nelle abitudini quotidiane che sono difficile da superare.

Negli ultimi mesi si sono costituiti delle commissione nazionali su come ridurre il sale con proposte di legge, delle commissioni anche all’interno dell’ Unione Europa, dell' OMS, per mio modo di vedere spesso sono solo delle commissioni teoriche chi vi si siede ha poca esperienza pratica, sono rari i casi di persone competenti, invece l’esperienza pratica della lettrice credo che offra dei spunti di riflessione molto importanti.


Alcuni mesi fa, mio marito ha avuto un ictus e il medico mi ha consigliato per la terapia di ridurre il consumo di sale, cosi ho dovuto cambiare il modo di preparare il pranzo e la cena, non solo per lui ma per tutta la famiglia.

È stato un percorso difficile soprattutto perché non sai come fare, scopri che il sale è dappertutto, ho iniziato prima a leggere le etichette ma non riuscivo mai a capire quanto sale c’era, solo dopo un po’ a furia di leggere ho capito che sale voleva dire sodio, è banale se ti intendi d'alimentazione, ho dovuto così imparare a come calcolarlo grammi milligrammi percentuali, oggi ci rido, ma per chi non è un esperto, non è facile capire se quel prodotto è mediamente salato, molto salato o leggermente salato o senza sale.


In cucina non sono una cuoca ma sono dovuta andare alla ricerca di ricette senza sale, libri di cucina, giornali, siti internet. Perché il vero problema è imparare a dare un sapore, ho dovuto modificare le cotture, cambiare le pentole, imparare a conoscere le erbe aromatiche e le spezie, perché mangiare vuole dire anche piacere del gusto, allora una spezia un' erba aromatica aiuta molto ma ci si arriva con il tempo e soprattutto tante prove non sempre indovinate e a volte frustranti come la sostituzione con soia o aceto di riso, non adatti al nostro gusto.

Nel mio frigorifero non ci sono più tanti formaggi, tanti salumi, per nulla piatti pronti. Ho ripreso l’abitudine ad andare al mercato dove prendo tanta frutta e verdura, non è semplice come sembra se lavori, devi approfittare dell’ora di pausa, cioè saltare il pranzo e girare con le borse della spesa tutto il giorno. Ho scoperto il sale in tanti prodotti a cui non pensavo come i surgelati, ho imparato a fare il brodo e non uso più il dado. Per il pane è stata la cosa più difficile, ho dovuto girare parecchio finché non sono riuscita a trovare un panettiere che avendo clienti che devono mangiare senza sale lo poteva fare anche per me, ma era dall'altra parte della mia città, così ho imparato a farlo da me.

Questa mia esperienza senza sale mi ha portato delle cose brutte e delle cose belle. La cosa più brutta è che io e mio marito ci sentiamo isolati, non possiamo più andare a mangiare fuori, dalla semplice pizzeria al ristorante, posso invitare amici a casa, perché il sale si può sempre aggiungere ma al contrario non posso accettare inviti a casa di altri , dove non per cattiveria, sono abituati ad adoperare prodotti con sale, senza sapere che lo contengono, non aggiungono il sale da cucina ma magari ti mettono in tavola un salmone affumicato.

L’aspetto invece più bello è che questa esperienza ci ha portato a essere più coscienti della nostro modo di mangiare ma soprattutto a perdere peso senza rendercene conto, per me che ero sempre a dieta è stata una grande sorpresa e una grande conquista.

Quello che voglio dire è che ridurre il sale è difficile è un lavoro graduale che ti cambia le abitudini della vita, ci vuole tempo, farebbe piacere una maggiore collaborazione da parte di tutti gli operatori del settore dalla pizzeria al supermercato, sapere che c’è una pizzeria con la pizza con poco sale e al supermercato delle etichette chiare che non ti devi portare la calcolatrice per sapere quanto sale c'è in un alimento! Grazie dell'informazione che hai dato anche se molte di queste me le sono dovute imparare da sola!


Grazie Antonina

Diciamo che ridurre il consumo di sale, ho cercato di dare delle informazioni utili ben conoscendo che alcune di queste erano già note, sono dei consigli semplici, una dieta iposodica aiuta anche a seguire un alimentazione più corretta e più equilibrata ecco perché si dimagrisce più facilmente. Dal punto di vista del settore alimentare io credo che non ci sia bisogno sempre di regolamenti e leggi indicare nelle tabelle nutrizionali quanto sale è contenuto non credo che sia una cosa cosi difficile, qualcuno lo fa già, è un dato facoltativo, aiuterebbe molto, ci vuole solo buona volontà. Possibile che non ci sia un ristorante e una pizzeria "salt free" nessuno ci ha ancora pensato ? Un menù salt free, anche perché il gruppo delle persone si farà sempre più numeroso può essere un idea alternativa di una nuova apertura.



Per Antonina
  • Regime iposodico per apporto di 1,5 -2 g di sodio al giorno

    Raccomandazioni generali

    - Frequenza dei pasti, fare tre o quattro pasti al giorno, non saltare i pasti
    - Mangiare lentamente con calma, e masticare correttamente, tra un piatto e un altro prendersi anche una pausa di dieci minuti.
    - Bere poco durante i pasti e bere di più tra un pasto e l’altro, bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno
    - Evitare di fumare a stomaco pieno e avviare un programma per smettere di fumare
    - Avere un alimentazione varia con cotture semplificate e evitare piatti complicati e ricchi di grassi, prediligere le cotture “a vapore” o con padelle antiaderenti
    - Controllo del peso, pesarsi almeno una volta a settimana, sulla stessa bilancia, alla stessa ora

    Alimenti da evitare

    Aggiungere il sale a tavola
    Pesce affumicato secco, crostacei, caviale
    Carni affumicato o secche
    Salumi
    Verdure in salamoia o sottaceto
    Formaggi salati (consentito piccole porzioni da 25 g)
    Conserve
    Olive
    Alghe
    Burro salato, margarina

    Alimenti vietati

    Patatine fritte
    Purè già pronti
    Purè istantanei
    Surgelati sbianchiti dentro l’acqua salata
    Zuppe già pronte o congelate
    Frutta secca per aperitivi
    Prodotti Dolci : cioccolato al latte, sorbetti e gelati già pronti
    Biscotti in commercio
    Acque minerali ricche di sodio
    Succo di pomodoro
    Succhi di frutta gasati
    Dadi o brodo pronti
    Zuppe di pesce già pronte
    Condimenti e salse in genere a base di maionese

    Alimenti autorizzati

    Yogurt
    Petit suisses
    Latte intero
    Porzioni di formaggio in quantità limitata 25 g
    Carne bianche: Pollo, Tacchino
    Carni alternative come lingua e rognone
    Pesce fresco sia di mare che si acqua dolce
    Uova
    Patate
    Legumi secchi
    Verdure verdi crude o cotte
    Pasta, riso, tapioca,
    zuppe fatte in casa senza sale aggiunto
    frutta secca
    castagne
    zucchero miele
    dolci fatti in casa ma senza lievito
    erbe aromatiche per la cucina
    acqua minerali povere di sodio
    tutti i prodotti a basso contenuto di sale e sodio come biscotti e burro

Regime iposodico ristretto da 0,4 a 1 g di sodio al giorno

Raccomandazioni generali

-Fare tre o quattro pasti al giorno non saltare mai i pasti
-Mangiare lentamente con calma, e masticare correttamente, tra un piatto e un altro prendersi anche una pausa di dieci minuti.
-Bere poco durante i pasti e bere di più tra un pasto e l’altro, bere almeno 1,5 litri di acqua la giorno
-Evitare il fumo
-Avere un alimentazione varia con cotture semplificate e evitare piatti complicati e ricchi di grassi, prediligere le cotture “a vapore” ,al forno, al grill, wok, al cartoccio oppure cercare di adoperare padelle antiaderenti
-Pesarsi tutti i giorni, per esempio tutte le mattine

Alimenti da evitare
sono tutti quei alimenti che contengono una percentuale di sodio più di 70 mg per 100gr o qui alimenti ricchi di grassi

Salumi
Carne : fegato, cuore, rognone, lingua, cervello
Pesce d’acqua dolce con sodio superiroe a 70mg/100g
Pesce d’acqua di mare con sodio superiore a 70 mg/100g
Crostacei con sodio minore di 300mg/100g
Uovo intero
Latte in polvere
Latte di capra
Formaggi al di sopra dei 500mg/100g
Grassi: strutto, margarina burro
Pane . pane bianco pane ai cereali
Legumi: erbette, barbabietole, sedano, finocchio, spinaci, crescione
Olive verdi

Alimenti vietati

Patatine fritte
Purè già pronti
Purè istantanei
Verdure Surgelate sbianchite dentro l’acqua salata
Zuppe già pronte o congelate
Frutta secca per aperitivi
Prodotti Dolci : cioccolato al latte, sorbetti e gelati già pronti
Biscotti in commercio
Acque minerali ricche di sodio
Succo di pomodoro
Succhi di frutta gasati
Dadi o brodo pronti
Zuppe di pesce già pronte
Condimenti e salse in genere a base di maionese, capperi, olive

Alimenti autorizzati in quantità controllata
sono quelli alimenti che hanno un contenuto di sodio tra il 10 e 70 mg per 100g

Latte intero e latte scremato
Formaggio bianco fresco
Carne: agnello, bue, cavallo, montone, maiale, pollo, vitello
Carni bianche
Lingua di vitello e rognone di maiale
Pesce : anguilla, merluzzo, salmone, razza, trota, sogliola
Uovo: Il solo tuorlo
Pane senza sale e o biscotti senza sale
Legumi secchi come ceci e fagioli
Verdure e legumi freschi come:. carciofi, broccoli, carote, cavoletti bi bruxelles, lattuga erbette, patate dolci, porro, radicchio, scarola, rape, cavolo, lattuga, champignon
Frutta secca
Frutta tropicale
Cioccolato fondente

Alimenti autorizzati

Latte desodato
Yougurt da latte desodato
Pesce surgelato garantito senza sodio
Bisoctti epane senza sale
Pane azzimo
Farina, mezeina, fecola
Prodotti di pasticceria con latte desodato, senza uovo, senza lievito
Patate, purè fatto in casa con latte desodato
Legumi secchi, lenticchie, fava soia
Verdure verdi surgelate sbianchite in acqua senza sale
Verdure fresche come . melanzane, piselli, peperoni, fagiolini, cipolle, pomodoro, zucca
Tutti i tipi di frutta
Grassi soprattutto olio di oliva, burro senza sale
Per salare sale di potassio e erbe aromatiche
Acqua minerali povere di sodio es sant’anna

Un periodo di vacanza alleggeriamo il tutto con una canzone di Mina e Celentano "Acqua e Sale"


Info Eufic come ridurre il sale, Sugar Salt Strategy, Progetto Cuore Ceveas sale e ipertensione documento in .pdf, Come ridurre il consumo di sale su Altroconsumo, in inglese Reduce salt and Sodium in your Diet, Come ridurre il sale e il sodio nella dieta

martedì 21 dicembre 2010

Dalla comunicazione banale del Panettone, alla riscoperta della qualità del prodotto e delle tradizioni locali per i dolci di Natale

È Natale tra qualche giorno è l’argomento preferito dei media è il panettone, un dolce milanese ma diffuso in tutta Italia e noto anche all'estero. Guardando gli spot in televisione mi chiedo ma il panettone comunica bene le sue caratteristiche? Gli spot televisivi sono fermi agli anni '80, la comunicazione è sempre la stessa, Babbo Natale che arriva con le renne, la neve, l’aria di festa, la famiglia intorno a un tavolo con un papà al centro, oppure la solita oca di turno che con aria sbigottita si chiede ma cosa ho in mano? Oh guarda un Panettone ( Cosa pensavi che fosse, tesoro?) allora è Natale! Comunicazioni che non brillano d'originalità, ne vedi una le hai viste tutte.

Non una parola sulla città di Milano, sulla preparazione, capisco che negli anni ‘80 bisognava comunicare i sentimenti, piuttosto che la qualità degli ingredienti ma oggi è ancora valido? L'omologazione dei messaggi della comunicazione rispecchia l'omologazione della produzione di panettoni Altroconsumo ha fatto un’ indagine che ha fatto imbestialire non poco le aziende alimentari, ma ha posto l’attenzione su un problema serio la qualità, tutte bocciate le aziende! Premesso che equiparare un prodotto industriale con un prodotto di pasticceria non sempre è corretto, sarebbe divertente fare giudicare ora i panettoni artigianali dagli industriali.

Io nel mio piccolo non ho fatto un analisi documentata, sono andato a dare un occhiata al super ci sono ingredienti che mi hanno fatto strabiliare gli occhi dagli aromi (aroma di panettone?)allo sciroppo di glucosio – fruttosio quindi non solo farina, lievito naturale, uova, zucchero, burro, uva sultanina e frutta candita, scegliete un panettone che abbia solo questi ingredienti, se ci riuscite, potrebbe essere un impresa non facile! Ho molti dubbi sulle tabelle nutrizionali mi sembrano poco veritiere in rapporto agli ingredienti utilizzati, se utilizzi il 20% di frutta candita non puoi avere un numero di calorie inferiore! Un consiglio guardare il peso delle confezioni in rapporto al prezzo 750 g non sono 1 kg. Magari costa meno ma perché il peso è più basso. Non sono altroconsumo ma farei fatica a sceglierne uno.


Il problema del costo è affrontato da Roberto la Pira sul ilfattoalimentare segnala di come sia in corsa la svendita nei super, è curioso la forbice del prezzo che va dai 2 euro per arrivare al panettone artigianale dai 30 euro al Kg, ma chi ce lo assicura che stiamo spendendo bene se gli ingredienti e informazioni non sono esposte nemmeno in pasticceria ? Non solo i supermercati si fanno fare i panettoni da alcune aziende, anche le pasticcerie se li fanno fare da altri laboratori (spero non dalle industrie). Sono comunque passaggi su passaggi che hanno un costo ed difficile capire chi fà e chi vende, in sintesi tutto all’apparenza inganna e niente sembra giustificare il prezzo. In Svizzera presso Marnin a Locarno 30 CHF al kg. a Lugano Il porto 29 CHF in Italia a Milano spesso si vende a 30 euro al kg è un costo alto, circa il 30% in più, che lo pone a livello dei crostacei, del filetto di bovino, delle ricercatissime capesante.

Molte meglio leggere e ascoltare i consigli di Lydia e Roberto Tzaziki a colazione per prepararne un panettone in casa propria come sanno fare loro, che bravi che invidia!

A supplire alla mancanza di comunicazione di qualità del Panettone: ci stanno pensando i blogger, fornendo informazioni utile e dettagliate meglio di tutti gli altri media messi insieme, non è solo un gioco come dice questo articolo della Andkronos. gli utenti e le aziende online non giocano come qualcuno vuole fare credere.

In tutto questo ramadan tra giochi on line, offerte speciali e slitte di babbi natale sulla neve , ho apprezzato molto il lavoro di uno dei miei lettori Mauro Ronci, della azienda Vito Ronci il quale per meglio documentare il suo lavoro ha filmato e fatte vedere le fasi di lavorazione del suo panettone fase 1 e fase 2 ! L’ho trovata un idea buona perchè pone l’accento della lavorazione del panettone di quanto è complesso e impegnativo produrre un panettone di qualità. Sono certo che qualcuno l’anno prossimo seguirà il suo esempio. Mi piace perché pone al centro dell’attenzione il prodotto e non quello che gli sta intorno, ma soprattutto quando un prodotto è di qualità va comunicato, spiegato, non si deve differenziare solo per il costo, andate a vederlo Il Panettone a Lievitazione Naturale.

Questi ragazzi Mauro e Valerio hanno chiaramente dimostrato la strada da seguire, non ha fatto così invece il sindaco di Milano Letizia Moratti che vuole proporre panettone milanese 365 giorni all’anno (non sarà un po' pesante?) in accordo con Slow food e Autogrill (che strana combricola)! Io non sono d’accordo la trovo un idea malsana, questa operazione non è possibile se la comunicazione rimane vincolata al periodo delle feste, puoi anche fare distribuire in autogrill panettoni tutto l’anno ma devi motivare l’acquisto e a Pasqua che fai? Spari a tutte le colombe, per vendere panettoni? Festeggi Natale il 15 agosto? Credimi Letizia con 30 gradi all'ombra è molto meglio andare in spiaggia, non dico con un gelato, ma con una bella anguria fresca piuttosto che con un panettone.

Concludo facendo un invito un po’ a tutti, Natale è il periodo della tradizione in ogni zona c’è un dolce tradizionale di Natale diverso dal pandolce, panpepato, bisciola, buccelato, da noi c’è Gukelhupf di mandorle e pistacchi, io non dico di non acquistare il panettone ma di coltivare le tradizioni locali del Natale contro l’omologazione del gusto e dei sapori.

Dimenticavo sapete che il più grande paese produttore di panettoni? Il Brasile e si sa che in Brasile non ne mangiano tanto! Io non l'ho scritto e voi non lo avete letto!

Gli auguri al prossimo post, non ho ancora finito di scrivere prima di Natale, devo rispondere a una lettera di una lettrice giovedi!

Aggiornamento del 24 Dicembre mi dispiace non sono riuscito a fare un altro post, sono incoerente anche io ma il cenone, i preparativi, la spesa, babbo natale, le recite dei figli, sono "out of order" a tutti auguro un sereno giorno di Natale.

Il Panettone Artigianale Milanese
progetto Camera di Commercio di Milano. Il panettone della pasticceria Marnin di Arno Antognini a Locarno è stato giudicato a il miglior panettone a Milano.

venerdì 17 dicembre 2010

La bulimia visiva : pensare e vedere ciò che si vuole mangiare diminuisce l'appetito?

Pensare a ciò che si vuole mangiare ha un effetto saziante, sono queste le conclusioni a cui giunge uno studio , dal mio punto di vista molto discutibile, condotto da un gruppo di psicologi americani che ha ottenuto la pubblicazione recentemente su Science.

I ricercatori della Carnegie Mellon University in Pennsylvania, hanno chiesto a 25 studenti di immaginare di mangiare 30 caramelle al cioccolato ed altri 25 di pensare al rumore di una lavatrice, dopo venivano offerte caramelle al cioccolato , il 50 % dei membri del primo gruppo ne mangiava meno rispetto al secondo gruppo. Lo stesso esperimento è stato condotto sul formaggio, con risultati simili. Conclusione immaginare di mangiare colpisce l’appetito e fa mangiare meno!





Il ricercatore Carey, che ha condotto lo studio in una intervista dice "crediamo che i nostri risultati clamorosi possono essere utilizzati per sviluppare terapie comportamentali per l'obesità, ma potrebbe aiutare a gestire la dipendenza da alcool, droga e sigarette". Io fossi in te carissimo Carey andrei un po’ più cauto oppure come si dice al mio paese volerei un po' più basso.

Perché se seguiamo il pensiero contorto dello studio possiamo risolvere il problema della fame nel mondo facendo vedere immagini di cibo? Ovviamente NO! Un esperimento condotto su 50 soggetti per di più propri studenti è molto limitativo e con qualche vizio di forma! Un conto è offrire qualcosa a qualcuno che è sazio un conto è offrirlo a qualcuno che invece ha i crampi della fame, pur tuttavia riconoscendo che una soddisfazione momentanea potrebbe essere possibile ma quanto tempo può durare?

Secondo me invece nella società di oggi abbiamo il problema opposto, c’è quella che io ho definito Bulimia visiva, non passa momento che in televisione si parli di cibo dal telegiornale alle previsioni del tempo, edicola piena di riviste di cucina, ma anche quelle non di cucina si dilungano su argomenti che hanno il cibo come protagonista , blog e siti internet nascono come funghi (anche io do il mio piccolo contributo), in libreria è il reparto più pieno e più visitato , canali televisivi a tema, chef con telecamere in cucina che ad ogni giro di frittata pretendono l'applauso.

Nonostante questo overflow questa sovraesposizione dovremmo sentirci più sazi anzi più esausti eppure il numero dei casi di obesità sono in aumento come i disturbi del comportamento alimentare, forse il problema è un altro, riguarda il piacere di fare qualcosa con le proprie mani e nello stesso tempo soddisfare uno dei nostri cinque sensi e sopratutto non è detto che questo sia un problema. Vedere o pensare al il cibo non è detto che ridimensioni l’appetito anzi fino ad adesso conduce in alcuni soggetti a uno stimolo continuo a consumare cibo 24 ore su 24.

Lo dico perchè di questi tempi non vorrei mai che qualcuno mi apra un ristorante terapeutico visivo immaginativo dove il menù me lo devo sognare, ma immaginare di mangiare un aragosta mi costerà come immaginare di mangiare un nasello? E il conto? Quello mi sà che lo dovrò pagare cash !! Pensando a questo studio mi è venuta in mente la scena del film di Stanlio e Ollio dove facevano finta di mangiare a tavola ospiti in una casa di matti.

lunedì 13 dicembre 2010

Il salmone affumicato, salmone fresco, salmone selvaggio o salmone d' allevamento. Quale scegliere? Quale preferire?

Il periodo di Natale sono i giorni in cui le vendite di salmone sono maggiori, anche se a dire il vero il salmone si trova tutto l’anno sia fresco che affumicato, i prezzi variano da 12 euro al kg ai 16 euro al kg per il salmone fresco mentre quello affumicato varia dalle 30 euro al kg all’ 60 euro al kg, anche se in alcune salumerie raggiunge cifre superiori anche vicino ai 100 euro al kg., in Svizzera da Migros dai 50 ai 90 Franchi Svizzeri al kg per il salmone affumicato.


In un contesto in cui le offerte si moltiplicano scegliere può diventare difficile, si rischia di non capire nulla, sopratutto perchè si tratta di un acquisto occasionale, più emozionale legato alla feste, non è un caso che il salmone affumicato costa dai 100% in più al 400% in più del salmone fresco. Una differenza spropositata rispetto ad altri prodotti alimentari affumicati. Il tentativo di leggere le etichette come nel caso del salmone affumicato lascia perplessi per la lirica e sopratutto per la grossolaneità, si evidenziano per la carenza di informazioni più che per la chiarezza sorvolando su alcuni aspetti importanti come la provenienza del pesce, del metodo di affumicatura due indici di qualità importanti per una valutazione completa e comparativa.

Un esempio su tutti uno dei più grandi esportatori di Salmoni è il Cile, dove ingenti quantitativi di salmone vengono esportati in paesi del Nord Europa e in Europa tutta, che sono i maggiori esportatori di salmone mi rimane difficile non pensare che del salmone del Cile, non venga venduto come Salmone Europeo anche sei i paesi in questione negano, purtroppo troppo etichette non corrette di salmone fanno venire i dubbi. Fortunatamente o sfortunatamente che dir si voglia gli allevamenti cileni sono stati nella maggior parte chiusi nella primavera di quest'anno, per un "virus" che uccideva tutti i salmoni.

Il salmone marketing del territorio o marketing agroalimentare?
Inoltre mentre anni fa' esistevano delle differenze locali dovute alla pesca alla lavorazione del salmone, al tipo di legno adoperato, oggi queste differenze sono state annullate da sistemi di lavorazione standardizzati, pertanto mi chiedo che senso abbia di parlare di Salmone affumicato Danese, Salmone affumicato Francese, Salmone affumicato svedese? Mi, sembra solo "marketing del territorio", dove l'indicazione geografica supplisce alla mancanza di differenze sensoriali e qualitative, tanto che così ci si vede costretti a fidarsi delle parole delle aziende condite spesso da immagini e testi di pura e semplice fantasia. La qualità di un buon salmone affumicato dipende in primo luogo dalla specie dal filetto del pesce, dal luogo di pesca o della qualità dell' allevamento, dal metodo di salatura, dall’affumicamento, dal confezionamento, dalla conservazione, prima regola non fidarsi del colore, il colore viene volutamente scelto dei produttori quello che può essere più attrattivo per il consumatore, il colore originale del salmone è un rosa pallido, meglio guardare invece la consistenza e l'omogeneità.

Tabella nutrizionale fonte Larn sul Salmone fresco, Salmone Affumicato (presumibilmente salmone selvaggio) e Salmone in Salamoia



Come riconoscere un salmone selvaggio o di allevamento?
È molto difficile riconoscere un salmone selvaggio da un salmone d’allevamento, sia fresco che affumicato, la provenienza, il colore, il gusto e la taglia possono essere degli indicatori, ma la provenienza non sembra è indicata, il colore delle carne dipende dall’alimentazione (coloranti di sintesi), il gusto lo proviamo dopo averlo acquistato, la taglia non la vediamo nella fetta acquistata, unica cosa che può aiutarci a differenziarlo è la percentuale grasso, che troviamo in etichetta, in quanto il salmone selvaggio navigando in spazi più ampi è meno grasso in media attorno dai 3 ai 7 g per 100 g mentre salmone d'allevamento dai 8 ai o 12 g per 100g, per un buon prodotto. Oltre i 12g di grasso è un prodotto non di qualità .

Bisogna a onere del vero anche dire che grazie agli allevamenti che il salmone ha smesso di essere un prodotto esclusivo ed essere apprezzato da un pubblico più vasto. Per riconoscerlo a vista bisogna essere dei veri esperti, tanto che proprio ieri ero al supermercato avevo di fronte due salmoni affumicati etichette dei valori nutrizionali varivano di molto proprio in percentuale del grasso 3g/100g per un Salmone Affumicato Irlandese 9g/100g. per il salmone affumicato Scozzese, chiaramente è probabile che una delle due etichette non era corretta, non potevano essere due salmoni d' allevamento. Come si vuole dimostare fidarsi di quelle che dice un etichetta (quando c'è!) è difficile.

La percentuale di grasso, vi dovrebbe fare nascere più di un sospetto, salmone affumicati dai 3g ai 5-6g non possono essere Salmo Savar, molto facilmente possono essere salmoni del Pacifico, che possono essere affumicati in Europa ma anche non visto che non è obbligatorio indicarlo, dove la denominazione es Salmone Scozzese o Salmone Irlandese è pura fantasia, per lo stesso ragionamento salmoni affumicato con 19-20 g di grasso/100g vuole dire salmone allevato non in condizioni ottimali, sicuramente di allevamento in gabbie dove si è potuto muovere poco .


Sia il salmone selvaggio che il salmone dell’allevamento contengono gli stessi Omega 3?
Il salmone come altri pesci grassi contengono diversi nutrienti interessanti e biodisponibili, Omega 3, vitamina D, Vitamina B12, Iodio e Selenio. Il salmone di allevamento in genere è più grande, più è grande più è grasso e più contiene omega 3 però se troppo grande il suo gusto proprio perché più grasso è meno equilibrato è meno gradevole al palato, è anche più calorico.


Il salmone contiene dei metalli e degli antibiotici, pericolosi per la salute?
Diverse ricerche hanno evidenziato un contenuto di mercurio e piombo, dovuto a quello che l’uomo scarica nell’ambiente anzi nel mare. Il vantaggio del salmone preveniente dall’allevamento è proprio il contenuto controllato e limitati di queste sostanze, non che non ci sia ma è sotto i limiti consentiti. Gli antibiotici utilizzati in casi di malattia, quando vengono commercializzati non presentano più tracce di queste sostanze altrimenti non possono essere venduti.

Il salmone bio è migliore?
Si, in teoria si, anche se la produzione è molto limitata ci sono diverse aziende biologiche in Irlanda e in Scozia , dove i salmoni vengono nutriti con il 70% di farine e olio di pesce e il 30% da prodotti di origine vegetale, il mercato del salmone bio è 1% dell’intero mercato del salmone fresco ancora meno di quello affumicato

Crudo , cotto o affumicato hanno le stesse qualità nutrizionali?
No, dipende c’è differenza come detto prima fra il salmone selvaggio e di allevamento per la differenza di grasso, per la cottura dipende da come viene abbinato e dai grassi utilizzati per la cottura. Il salmone affumicato ha sovente un maggiore contenuto di lipidi ma sopratutto ovviamente un maggiore contenuto di sodio. Nella tabelle nutrizionali controllare la percentuale di sodio più il numero è basso meglio è!

Purtroppo non sempre viene indicato quanto sodio o sale da cucina è presente nel prodotto. Il valore del sodio contenuto nel salmone affumicato varia da marca e marca e da prodotto a prodotto nella mia indagine ho trovato il range di sodio in etichetta andava da 0,5g/100g a 3,7g/100g. In qualsiasi caso come tutti i prodotti salati e affumicati non è adatto in una dieta a ridotto contenuto di sale o sodio, è bene consumarlo fresco. Attenzione a consumare il salmone crudo, deve essere preferibilmente di allevamento meno distanza c'è tra luogo di pesca e luogo di consumo meglio è , anche se nel caso del salmone è difficile visto che viene allevato in Nord Europa, pertanto è importante che venga rispettata la catena del freddo e la preparazione accurata (per evitare cosi di listeriosi).

Una certa impressione la destano le etichette dei salmoni affumicati dove regna una grande confusione da un parte sono tutte simili perchè generiche, dall'altra creano confusione perchè non leggibili facilmente dai consumatori e di difficile comparazione.

Tabella Nutrizionale di due salmoni affumicati presi casualmente al Supermercato



Provenienza del salmone?
La provenienza è anche indice di qualità del salmone naturale quello Atlantico è un'unica Salmo Salar, mentre del salmone del Pacifico ci sono diverse varietà importate come Salmone Reale, Salmone Rosso (detto anche Sockeye, Alaska) Salmone Rosa (più simile all’Atlantico) Salmone Keta (utilizzato per inscatolamento).
Ricordate salmone rosa, salmone rosso, salmone reale, salmone argentato, non fanno riferimento alla qualità del salmone affumicato ma indica solo la specie del pesce dei Salmoidi.

In una intervista una persona superficiale e non disinteressata sostiene che la provenienza non è un dato importante, lo direbbe lo stesso di una coscia di maiale per fare il prosciutto? Le DOC, che sono un sistema di qualità al cui il salmone non fa riferimento, si basano proprio sulla provenienza certa della materia prima, dire che non è importante la provenienza della materia prima è un' aberrazione. Un po' come dire che se compro un salmone che arriva dal Marocco, dalla Cina o dalla Russia fa lo stesso, ma fa lo stesso per chi? Prima di scrivere certe cose bisognerebbe riflettere. Purtroppo le inteviste sono sempre di parte e vanno gestite una buona giornalista dovrebbe saperlo, in questo caso non lo era.

Sappiamo per certo che nonostante i salmoni dell'Atlantico siano per la maggior parte dall'allenamento, la percentuale di grasso è diversa, i salmoni che provengono dalla Norvegia hanno percentuali di grasso più alto rispetto ai salmoni scozzesi e irlandesi, per via della temperatura dell'acqua, più fredde quelle scozzesi e irlandesi, questo si riflette in generale sul gusto, sui valori nutrizionali e sulla percezione della qualità.

La differenza in etichetta sulla provenienza del pesce è sottile un esempio è diverso dire "salmone irlandese affumicato" da "salmone affumicato irlandese", potrebbe sembrare la stessa cosa ma nel:

primo caso abbiamo del salmone irlandese che potrebbe essere affumicato in Irlanda
secondo caso abbiamo del salmone di qualunque prevenienza affumicato in Irlanda, purtroppo esiste anche un
terzo caso esiste anche il salmone potrebbe essere passato in irlanda affumicato ovunque .

Capite la confusione che esiste tra luogo di pesca o allevamento, luogo di affumicatura e luogo di vendita? Possono non coincidere mai.

In qualsiasi caso il salmone migliore sarebbe quello selvaggio ma quello Atlantico divenuto una rarità, ha un colorito rosa pallido nulla a che fare con i colori molti intensi dei salmoni di allevamento dovuto all’alimentazione che non è solo gamberetti.

Si può trovare ancora del salmone selvaggio?
Oltre a quello del Pacifico che però abbiamo indicato di minore palabilità o meglio secondo il mio modesto parere un sapore a cui non siamo abituati, (secondo alcuni gourmand è invece di gran pregio) è possibile ma in piccole quantità, oggi la pesca e regolata ed è molto difficile che del salmone selvaggio atlantico finisca sui banchi di vendita del supermercato o del pescivendolo.

Sono allevati in buone condizioni?
Dipende, chi può assicurarlo? In genere vengono allevati fino tanto che raggiungono una taglia adeguata ma spesso vengono messi in commercio salmoni più giovani. La qualità dell'allevamento non è secondaria, ma quali notizie abbiamo sugli allevamenti? Ricordiamo anche che l''impatto degli allevamenti sull'ambiente hanno degli aspetti negativi importante è attuare delle politiche per e sopratutto dei strumenti per ridurli al minimo. Uno dei allevamenti più moderni con attenzione al salmone se cosi si può dire l’ho visto nell’ Isola di Vega in Norvegia dove il pesce aveva ha uno spazio molto grande nel quale potersi muovere.

 
Quali scegliere?
La presenza del marchio MSC è fonte di garanzia vuole dire di pesca sostenibile per quanto riguarda il salmone selvaggio. Attenzione salmone selvaggio indica salmone pescato in genere dovrebbe essere più caro per il sistema di pesca, ma non è sempre così.

Il salmone di allevamento Atlantico è più grasso ma ha anche un gusto più delicato e dolce, carni rosee, mentre il salmone selvaggio considerato più di pregio ha sempre più stoppose proprio perchè più magro, a seguito di norme e regolamenti di alcuni paesi come il Canada e Stati Uniti che hanno proibito l'allevamento dei salmoni, il salmone selvaggio quello vero ha raggiunto quotazioni molto alte, che anche se secondo alcuni gourmand sia dal gusto più deciso. Il salmone affumicato selvaggio più ricercato è il salmone Red King.

Bisogna osservare se nel punto vendita il salmone affumicato sia conservato a una temperatura tra 0 e 4°, se il punto vendita non rispetta la catena del freddo non acquistatelo cambiate punto vendita. Altra prerogativa riguarda il tempo di consumi ci sono in giro troppi salmoni affumicati che tra la data di produzione e data di scadenza passano diversi mesi, in teoria scadenze brevi sono più consigliate di scadenze lunghe ma dipende anche dal sistema di confezionamento, un tempo lungo di conservazione non lo regge un salmone di qualità figuratevi un salmone di non qualità.

Tabella Nutrizionale di comparazione tra due salmoni affumicati uno selvaggio e uno d' allevamento sulla quantita dei grassi



Come si produce salmone affumicato?
Il salmone è prima privato della testa, poi della pelle e tagliato a filetti. Seguono poi le operazioni di salatura, affumicatura e confezionamento. Il sale deve essere "vero" cioè sale marino, nè troppo poco nè troppo abbondante , il sale deve assorbire la giusta quantità d'acqua e grasso, una pratica spesso adoperata ma non di qualità è la "salatura di sale secco" che può avvenire con diversi metodi inclusa la vaporizzazione.

In particolare l'operazione di affumicatura per ottenere un salmone affumicato di qualità dovrebbe essere fatta a freddo cioè tra i 18 ° C e i 23 ° C con legno di quercia, rovere ecc al quale vengono aggiunte erbe aromatiche e bacche che danno un maggiore aroma . Questa è l’affumicatura tradizionale chiamata anche affumicatura naturale dura con il sistema artigianale 7 giorni. Oggi ci sono metodi più moderni come le affumicature spray, le affumicature elettrostatiche, le affumicature con aromatizzanti liquidi, tutti metodi che non costano meno, ma sono più veloci e sopratutto il pesce non è soggetto a calo di peso, qualcuno sostiene anche più salutari, io preferisco affumicatura tradizionale, perchè da un prodotto migliore per la mia palabilità, non perdendo acqua il salmone con affumicatura liquida è troppo molle!

In etichetta di tutto questo non c'è traccia, qualche volta troviamo la dizione "fumo naturale" si spera voglia volere dire metodo tradizionale, anche se il sospetto è che si riferisca più ad un aroma come il "gusto affumicato" o "gusto fumo al legno di faggio" indica che è stato aggiunto sicuramente un aroma , mentre "affumicatura con legni pregiati" non si sa cosa sia !

I processi di affumicatura e salatura sono tutti uguali?
No, Controllare l’etichetta cioè indicazione salmone affumicato salato a secco, una garanzia di qualità. Se non è specificato, è probabile che il salmone venga salato in salamoia, vale a dire, sulla base di una miscela di acqua e sale, che gonfia la carne, non è indice di qualità. In genere non viene mai indicato il sistema di salatura o affumicatura nelle confezioni e neanche il luogo, ci sono aziende di salatura e affumicatura del salmone in Spagna, Paesi Bassi, Germania, Polonia, Lituania, perfino in Svizzera molti dei salmoni venduti sono da salmoni provenienti in Nord Europa o Oceano Atlantico ma salati e affumicati in Svizzera come il salmone affumicato scozzese che si vende alla Migros. Anche In Italia ci sono aziende che importano salmoni freschi e poi affumicano come Friultrota, Jolanda de colo, Fjord, Agroittica Lombarda , Coam Industrie Alimentari come dal commeto, altri solo importatori invece Salseafood, Eurofood, Sicilyfood.

Le confezioni sono tutte uguali?
No, per esempio il preaffettato per quanto comodo può essere composto da diverse parti del salmone le meno pregiate sono la parte superiore e la parte inferiore, mentre la più pregiata sono le parti centrali, che hanno un costo superiore. Diffidate delle confezioni piccole non esistono filetti di salmone da 20 cm. potrebbe essere la coda la parte inferiore di meno pregio. In teoria potrebbe essere conveniente acquistare pezzi interi ma solo se è un consumo alto, in quanto una volta aperta la confezione deve essere consumato entro 48 ore e tenuta in frigorifero.

In sintesi : mangiare salmone crudo (preferibilemnte salmone dell'Atlantico) solo se si è certi che la catena del freddo sia rispettata, mangiare qualche fetta di salmone al forno o alla griglia senza troppo condimento è un alternativa al pesce azzurro o altro tipo di pesce, mentre per il salmone affumicato è consigliabile un consumo occasionale, vita anche la confusione che regna che rende difficilmente certa la provenienza. Per la scelta del salmone affumicato, una buona etichetta di salmone affumicato dovrebbe indicare:

1) Specie della varietà di salmoinoide
2) Il tipo di pesca e o se pesce di allevamento o selvaggio
3) La zona di pesca o il tipo di allevamento e luogo,
4) specificare se affumicato da prodotto congelato
5) Il tipo di affumicatura e luogo di affumicatura
6) Data di scadenza
7) Modalità di conservazione
8) Codice a barre per la tracciabilità del prodotto
9)Etichetta nutrizionale completa con indicazione di quantità di grassi, Omega 3, Sodio e Sale se oltre a queste cose c'è
10) il logo della partecipazione che l'azienda partecipa al ricilclaggio dell'imballaggio.


Tabelle nutrizionali confronto tra Salmone Atlantico d'Allevamento e Selvaggio
Qualche osservazioni sui valori nutrizionali: che come avete visto variano rispetto alle diverse fonti, mentre in commercio sono più simili a quello del Salmone Scozzese, bisogna dire in più che come ho riportato nella tabella qui sopra c'è differenza non solo tra Salmone Pacifico e Salmone Atlantico, ma anche tra Salmone Selvaggio e Salmone di Allevamento. Le carni del salmone hanno un valore di densità calorica moderato ma un potere saziante elevato il massimo 5. Indice glicemico e carico glicemico, sono piuttosto bassi, hanno una buona densita nutrizionale e un buon rapporto omega 6/ omega3. Come si nota il salmone Atlantico Selvaggio sarebbe da preferire al Salmone Atlantico d'Allevamento anche se purtroppo oramai è una rarità.



Info: Salmone Norvegese su Fior di sapori, salmone scozzese il sito dell'Associzione Produttori di salmone Scottish Salmon, Salmone del Pacifico Wildpacificsalmon

giovedì 9 dicembre 2010

Domande e risposte sul menù tossico in relazione al rapporto alimentazione e cancro

Casella email dopo ultimi post piena di domande, forse non mi sono spiegato bene, quello che volevo sottolineare era l'esposizione quotidiana che abbiamo a determinata tipo di sostanze e invitare le istituzioni, produttori e consumatori a un atteggiamento più consapevole per limitarne uso di alcune di queste, nella speranza che si possa da un punto di vista legislativo porre un limite d' esposizione complessivo. Non si deve sempre e solo attendere un quadro legislativo, si può dimininuire anche volontariamente per scelta il contenuto di alcune sostanze. Troppo spesso si dice che queste critiche fermano il progresso, ritengo invece che una riflessione su alcuni dei temi indicati sia importante, il progresso deve migliorare la vita e il benessere degli individui e non peggiorarla, non si può giustificare tutto solo perchè fa business!


La frutta è ricca di pesticidi allora non dobbiamo mangiarla?
Non ho detto questo, i benefici di frutta e verdura, potrebbero essere superiori rispetto ai rischi che possono contenere pesticidi. Frutta e verdura contengono nutrienti importanti e protettivi che aiutano a ridurre il rischio di sovrappeso, fattore di rischio per diversi tipi di cancro. Tuttavia è utile adoperare alcune precauzioni come indicato in questo post, dalla scelta della varietà, alla provenienza, alla pulizia, per ottimizzare proprio i benefici , un buon lavaggio permette di eliminare la maggior parte delle tracce di pesticidi.

Il pesce è tossico?
Diciamo che è più esposto a metalli pesanti (mercurio, piombo ...) è pericoloso solo a dosi elevate, il pesce è importante per la salute per il suo contenuto di acidi grassi essenziali, vitamine e sali minerali il rischio di salute potrebbe arrivare da più di 600 g di pesce al giorno al netto della pulizia, più di un chilo! La media nazionale e di una porzione di 150 gr pesce una volta alla settimana, siamo pertanto molto al di sotto dei limiti di sicurezza, anche due o tre porzioni di pesce a settimana non mi sento di dire che siano pericolose. Possiamo invece fare scelte corrette possono ottimizzare i benefici, bisogna imparare a scegliere meglio il pesce piccolo del pesce a grosse taglie come tonno, spada ecc rosso! alcune indicazioni le trovate qui nel post consumo di pesce consapevole.

Come mai si raccomanda alle donne incinte di limitare il consumo di 150 g per settimana pesce?
Una precauzione. Inoltre si sconsiglia il consumo di pesce crudo donne in gravidanza in quanto i pesci possono contenere vermi o parassiti, che possono essere dannosi in gravidanza.


La carne rossa e i salumi, è vero che aumentano il rischio di cancro al colon?
Il reale problema è che mangiamo troppo proteine di origine animale, la nostra dieta e disequilibrata, sotto questo aspetto, un ottimo motivo per diminuirne il consumo è quello che è ricca di conservanti chimici. Ma tutto è una questione di quantità di porzioni, eccessive porzioni di carne possono essere origine di una dieta disequilibrata di nutrienti e pertanto non positiva per la salute, in effetti alcuni studi hanno dimostrato una certa relazione tra eccessivo consumo di proteine animali e il cancro al colon.

È meglio mangiare equilibrato per proteggersi dal cancro?
Si, il mio è un invito a un alimentazione più equilibrata con delle scelte consapevoli, le famose 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, come valore minimo, limitare le proteine di origine animale come anche i grassi e gli zuccheri, il sale e l'alcool, ricordando che nessun cibo in sè ha un valore terapeutico , ma una dieta equilibrata con uno stile di vita attivo può essere uno ottimo strumento di prevenzione, con stile di vita intendo dire non solo attività fisica ma comportamenti corretti mi viene in mente una mia amica che l'ossessione della dieta anticancro mi invita a pranzo un menù perfetto anticancro con curcuma, aglio, cavolo, tè verde e succo di melograno alla fine del pasto vedo che si mette a fumare una sigaretta dietro l'altra, questo non è comportamento corretto.

Bisogna seguire una dieta mediterranea per prevenire il cancro?
Credo che oggi il concetto di dieta mediterranea si sia perso, non sono daccordo con iscrizione della dieta mediterranea nel patrimoniuo mondiale dell'umanità, come della cucina francese, sono delle operazioni di marketing politico commerciale, più che delle operazioni di salvaguardia della salute. Trovo più utile indicare che è meglio evitare i prodotti industriali ricchi di zucchero, sale, grassi spesso nascosti e poveri di sostanze nutritive. Una dieta varia e più "semplice" possibile, questo è secondo me il miglior modo! Non ho altre raccomandazioni se non anche condurre una vita sana senza tabacco, con l'esercizio fisico per prevenire il sovrappeso, un fattore di rischio importante diversi tipi di cancro e malattie cardiovascolari. Nulla di più e nulla di meno.

lunedì 6 dicembre 2010

Alimentazione e cancro: menù tossico 128 residui chimici di sostanze dannose per la salute

Questo blog ha pubblicato diversi post sul rapporto tra alimentazione e cancro, talvolta anche in forma ironica il tentativo è quello di parlare di cose importanti ma con un po’ di leggerezza. Ho cercato di divulgare gli aspetti che costituiscono i rischi ambientali in particolare quelli che sono legati in qualche modo all'alimentazione. Un nuovo studio che mette in luce i rischi tra alimentazione e ambiente in relazione con il possibile sviluppo del cancro è stato pubblicato settimana scorsa dall’ Associazione Generazioni Future in collaborazione con il WWF e l'Environmental Health Network , lo studio è stato svolto su un paniere di prodotti acquistati al supermercato seguendo le linee di nutrizione guida, che dovrebbe essere la dieta equilibrata media di un bambino di dieci anni. I prodotti sono stati analizzati da 4 laboratori diversi, che cosa hanno trovato?

128 residui chimici nel menù in un giorno, un cocktail di sostanze chimiche inquinanti come pesticidi, PCB, diossine, metalli pesanti . I risultati di queste tracce hanno sorpreso i stessi laboratori qualche esempio:

Prima colazione : latte, pane, burro, marmellata, succo di frutta o spremuta, contiene non meno la presenza di 24 sostanze cancerogene e 19 perturbatori endocrini.

Pranzo : lattuga, pomodoro, tonno, fagioli, carne macinata, uva, pane, acqua di rubinetto, 33 tra agenti cancerogeni e perturbatori del sistema endocrino.

Cena : indivia, salmone, riso basmati, limone, formaggio, pesce e pane integrale: 37 agenti cancerogeni e interferenti endocrini

Gli spuntini e la merenda : non sono risparmiati mele e smoothie con residui di sei pesticidi, tra cui uno vietati nell’Unione Europea in particolare uno smoothie fragola-lampone conteneva residui di cinque fungicidi di cui uno vietato in Unione Europea.
In un solo giorno un bambino di dieci anni può ingerire 128 residui chimici, 36 differenti pesticidi, 47 sostanza cancerogene sospette, 37 perturbatori endocrini

Dobbiamo preoccuparci?
Io penso di sì, anche se nella maggior parte dei casi, il limite legale di ciascun elemento e residuo chimico non viene superato, ad eccezione di alcuni. Il problema è che le normative non tengono conto delle sinergie derivanti dall'ingestione di questi contaminanti. In nome del principio di precauzione, le tre associazioni chiedono quindi vietare l'uso di pesticidi, additivi cancerogeni e perturbatori endocrini rintracciati e di non attendere studi conclusivi sulla loro pericolosità.

Lo studio vuole porre l’attenzione sul rapporto tra sviluppo del cancro e ambiente, mentre le ricerche per forze di cause maggiori sono lente, lo sviluppo del cancro è molto più veloce e al dramma umano si coniuga anche il il costo finanziario al sistema sanitario.

Con questo non voglio dire che la responsabilità sia esclusiva dell'alimentazione, ho più volte indicato che le cause sono molteplici ma l'aumento del numero dei casi si cancro sia nei bambini che negli adolescenti pone una riflessione sulle possibili cause, pertanto ridurre quelli che sono gli eventuali rischi di qualsiasi natura dovrebbe essere una priorità dei sistemi sanitari nazionali

Secondo l'ultima indagine da parte dell'Unione Europea, il 78% dei cittadini europei sono preoccupati per residui di pesticidi nella frutta, verdura o cereali, e le sostanze inquinanti che possono contenere carne e pesce. 48% di loro ritiene che le autorità pubbliche dell'Unione Europea non adottano misure sufficienti per proteggere i consumatori dai rischi.

Esiste un problema di globalizzazione in quanto i paesi dell’Unione Europea non producono tutto, non è un caso infatti che molte sostanze sono state trovate in alimenti con il marchio europeo mentre la produzione è in paesi terzi, oppure con materie prime provenienti dai paesi extra UE, proibire l’uso di una determinata sostanza in Europa nella coltivazione agricola e poi importarla in un prodotto finito e un danno per economia e una beffa per la salute dei cittadini europei.


Cosa fare?
Se alcune decisioni spettano alle istituzioni, il consumatore può fare scelte ragionate che possono contribuire a limitare i rischi, non acquistare prodotti già pronti per i quali la provenienza delle materie prime non è nota, ricordo per esempio uno smoothie di una nota marca italiana che nomino spesso in questo blog, che parla di smoothie di frutta proveniente dal mediterraneo, ma secondo voi banana, maracuja e acerola sono frutti del mediterraneo? Un gioco di parole perchè sul mare mediterraneo si affiacciano 3 continenti, Europa, Asia e Africa e poi anche L'America è stata scoperta da Colombo, è tutto mediterraneo, inteso?

Ahime proprio i smoothie hanno fatto registrare ben 5 sostanze al limite dell' autorizzazione Boscalid, Fenhexamid, Fludioxonil, Iprodione, Tiabendazolo, pertanto è sempre utile ricordare che i smoothie non sono frutta fresca, anzi quasi mai! Per quanto riguarda frutta e verdura consumatela fresca, lavatela sempre molto bene, regolatevi come vi ho spiegato in questo post, in questo modo possiamo limitare i rischi.


Info: Menus toxiques, si può scaricare la studio di 37 pagine in pdf è in francese ma è comprensibile se avete un po' di pratica, ho presentato una sintesi indicando ciò che ritenevo più importante, nello studio trovate l'elenco di tutte le sostanze individuate .

NB: questa notizia è stata pubblicata dai maggiori quotidiani europei da Die Zeit, The Times, El pais, Le Figaro, Frankfurter Allegemeine.

Info salute mie
: la mia mano destra impiegherà due mesi per guarire grazie a tutti degli email che mi avete inviato, intanto imparo a scrivere con la sinistra.

venerdì 3 dicembre 2010

Le bevande alla Cannabis? Chillo Energy Drink e C-Ice Swiss Ice Tea.

Non ho ancora compreso se le cose capitano solo a me o se sono io ad andarmele a cercare, mi trovavo sull’autostrada che collega la Svizzera all’Austria, più o meno all'altezza di Innsbruck, andavo a trovare i miei parenti a Regensburg in Germania, ore 8,30 del mattino mi fermo in un autogrill, la mia attenzione si concentra su due bevande dall’aspetto strano mai viste prima : Chilo Energy Drink alla Cannabis C- ice Swiss Ice Tea alla Cannabis. Un buon reporter avrebbe dovuto acquistarlo e provarlo, invece devo essere sincero dopo essermi sbalordito, non ne ho avuto il coraggio, mi sono vergognato, alla suonata età di 44 anni, non ce l’ho fatta, in autogrill alle 8,30 del mattino. "Caffè, caffè e lei ? Un te freddo alla cannabis?" " No, non era il caso!"

Io non sono una persona bigotta, a 18 anni sono andato in vacanza ad Amsterdam e non per vedere i musei, ma quello che non mi piace è ultimamente questo uso generalizzato di prodotti derivati dalla pianta di  cannabis, la scorsa estate ricordo di avere letto di caramelle e del gelato, dal mio punto di vista è un uso improprio anche perché il sapore non è sempre così piacevole, si sà i gusti sono i gusti, a qualcuno piacciono a qualcuno no.

Le due bevande hanno la caratteristica di essere distribuite dalla stessa azienda Seagull Trading che lavora sui mercati del centro Europa come Svizzera, Austria, Ungheria, Slovenia. L’azienda sottolinea che in entrambi i casi delle due bevande non è presente il principio attivo e quindi sono innocue. Lo saranno anche ma secondo me diffondono o meglio divulgano una cultura della canapa che mi fa storcere il naso.

Nel sito internet della Chillo Energy Drink il riferimento alla sensazione di piacevolezza della bibita ci sono “il paradiso è adesso, ogni momento è prezioso”, “Tutto è più facile” “Scopri il genio che è in te, quello che fa di te un uomo giusto” (e lo scopri attraverso una lattina?), il filmato che invita ad uscire dalla solita routine e dopo il mondo diventa più bello ed allegro.

Chillo energy drinks:
Ingredienti : acqua gassata, saccarosio, glucosio, sodio citrato, taurina, estratto di semi di canapa, glucuronolattone, caffeina, inositolo, niacina, calcio pantotenato, piridossina HCL, vitamina B12, aromi naturali e artificiali, coloranti.

C - Ice Swiss cannabis Ice tea, "Fantastic natural Feeling"Ingredienti : Acqua, sciroppo di fiore di canapa (5%), zucchero, succo di limone, estratto tè nero (0,14%), antiossidante: acido L-ascorbico, aromi, estratto fiore di canapa (0,0015%)

Chillo ha tutti i componeti delle altre energy drink compresa caffeina, taurina e glucuronolattone che abbiamo visto quando ho parlato di Red Bull, nè più ne meno delle altre energy drinks in sintesi zucchero caffeina e tanto s-marketing (marketing gonfiato) anche C-ice Swiss Ice tea , un tea tutto sommato il cui costo è molto alto.


PS. ho capito non dovrò più fermarmi negli autogrill...

lunedì 29 novembre 2010

Le diete ipocaloriche o le diete dimagranti, sono pericolose per la salute?

Fonte foto: Claire-p.com


È apparso in questi giorni uno studio condotto dalla Anses, agenzia pubblica della salute in Francia, di confronto e analisi delle diete dimagranti o ipocaloriche che vanno per la maggiore (io le chiamo le "diete libro", perchè hanno tutte una ricca diffusione in libreria) dalla dieta Detox alla Montignac, dalla dieta Dukan alla Dieta a zona, dalla Crono dieta alla dieta Weight Watchers, dove si mette in evidenza i rischi per la salute delle persone che le seguono, in quanto queste diete, secondo l’Anses, sono poco equilibrate e inducono pericolosi squilibri nutrizionali soprattutto in rapporto ai macronutrienti come i grassi, carboidrati, proteine le vitamine e i minerali.

I contenuti più importanti dello studio mettono in rilievo che le assunzioni di proteine sono al di sopra delle indennità dietetiche raccomandate, gli apporti di Fibra sono inferiori alle RDA, come gli apporti in Ferro e Calcio, alcune diete sono troppo ricche di Sodio. La Vitamina C è inferiore alle RDA come in alcune la Vitamina D è inferiore in altre è superiore alla RDA.

In sinstesi lo studio sostiene che i rischi per la salute potrebbero essere più gravi dei benefici mette in evidenza i pericoli per salute: la perdita di densità minerale ossea, la riduzione di acidi grassi polinsaturi "essenziali", il rischio di calcoli biliari e il cancro del colon-retto (ma l'Obesità non ha anche dei rischi?).

L’osservazione più corretta secondo me è che dopo un primo periodo di perdita di peso nel tempo da sei mesi a due anni, 85% riguadagna il peso perso e nella maggioranza dei casi si aggiungono dei chili in più a quelli persi.


La persone non riescono a stabilizzare il loro peso. Questo rischia di condurre in un senso di frustrazione non indifferente, tale da condurre molte persone a sviluppare veri disturbi del comportamento alimentare. Che si trasforma nella mancanza di non avvertire il senso di fame o sazietà e aggiungono l’ansia ogni volta che mangiano, tanto che la loro vita sociale è spesso perturbata.

Il fallimento di una dieta ipocalorica e il fallimento anche del professionista della salute che l'ha prescritta
Personalmente non mi piace l'eccessiva colpevolizzazione di alcuni centri medici, i pazienti non vanno colpevolizzati ma aiutati, stimolati e indirizzati verso un comportamento corretto. Un paziente che non dimagrisce, un paziente che ritorna in poco tempo al peso inziale e aumenta di peso è una responsabilità anche del medico, non solo del paziente e della società è molto comodo parlare di ambiente obesogeno e trasferire la responsabilità ad altri, bisogna anche ammettere di non sapere fornire delle indicazioni corrette, di un approccio comunicativo negativo, il fallimento di una dieta è anche il fallimento di chi l'ha prescritta. La crescita dell'Obesità è anche dovuta alla mancanza di strumenti e di un "sapere" superato. Ci sono anche pazienti ostinati che non seguono i consigli rivolti per l'amore del cielo ma quando l'85% non riesce o fallisce ritengo sia necessaria una riflessione (rivolta sopratutto alla diete prese in esame dell'Anses) .

Qual è il mio consiglio?

Io credo che questo studio segna il fallimento delle diete standard, secondo me non ci può essere una dieta ipocalorica uguale per tutti o anche la suddivisione in gruppi di popolazione è alquanto controverso. Allo stesso tempo nemmeno le diete stardardizzate di alcuni studi medici e ospedali vanno bene per lo stesso principio. Tuttavia le diete oggetto di studio contengono dei spunti interessanti come buttare alle ortiche tutto lo studio Montignac sull’indice glicemico ? L’applicabilità può essere discutibile e migliorabile, ma rimane per alcuni soggetti una dieta ipocalorica interessante, non è adatta a tutti . Alcune diete ipocaloriche vanno bene per perdere due o tre chili per un periodo di tempo breve, ma ovviamente se devi perderne 20 non sono adatte e sopratutto ci vogliono tempi lunghi.
L' Obesità è una malattia, una malattia della società del benessere, una malattia del tessuto adiposo, che richiede una cura globale e personalizzata, deve tenere conto dei diversi fattori di rischio personali, dei fattori culturali, dei fattori psicologici, dell’attività fisica, deve essere educativa senza mai essere troppo restrittiva, l’obiettivo deve essere quello di stabilizzare il peso "nuovo" e ritrovare un buon rapporto con il cibo.


La mancanza di professionisti della salute

L'alimentazione non è solo grassi carboidrati fibre sali minerali vitamine e oligoelementi ma anche un fattore culturale e sociale che richiede anche un personale specializzato dove accanto un sapere medico scientifico occorre una conoscenza psicologica, sociale e culturale, al congresso Sinu la scorsa settimana a Milano, mi sono cadute le braccia per non dire altro, avrei preferito essere dalla fattucchiera Amalia, la strega che ammalia, almeno ti facevi due risate, sembrava di stare in un film dell'horror, chiaramente non è riferito a tutti sia chiaro, ma l'approccio generale mi ha dato un impatto sconfortante a dire poco. I professionsiti seri ci sono ringraziando il cielo, ci sono medici o nutrizionisti che hanno per proprio conto sviluppato conoscenze molto valide, hanno sviluppato un approccio al paziente giusto , rimane un sapere personale. Bisogna che si orienti il percorso accademico in modo più completo e valido per formare dei professionisti, che siano in grado di affrontare e fornire delle risposte più adatte alla società moderna.

Purtroppo è questo approccio carente e parziale che permette a singoli individui e società di proporre quelle diete oggetto dello studio Anses, saranno pure forse ciarlatani, non lo metto in dubbio, ma forniscono delle risposte, discutibili ma delle risposte, hanno un maggiore comunicabilità e aderenza con l'evoluzione della società odierna.

Dulkan, uno dei medici citati dallo studio Anses risponde su Le Parisien: In quanto al fatto che chi segue la dieta Dulkan sia a rischio di carenza di nutrienti e rischio cardiovascolare , le critiche si basano su alcuna prova scientifica, sono solo impressioni, sensazioni ... ritengo che il vero rischio c è in sovrappeso e obesità. Sul problema di recupero del peso, il 40% cento delle persone che hanno seguito la mia dieta, non sono aumentate di peso nei primi quattro anni.

Fonte news Afriqueactu