lunedì 14 dicembre 2020

Natale e la famiglia ai tempi del Covid 19


Nadia T. Alba (CN) Carissimo Gunther sono una tua lettrice, ti scrivo perchè sono molto combattuta, non so cosa fare per il giorno di Natale, ogni anno con la mia famiglia ci riuniamo, è l'unico momento dell'anno in cui riusciamo ad essere tutti insieme.

Siamo in casa io e mio marito più i miei due figli di 18 e 23 anni, poi ci sono i miei zii in Veneto che hanno gia avuto il Coronavirus entrambi e ora stanno bene. In più ogni anno vengono mio cugino e suo figlia che vivono in Spagna a Madrid, sono negativi hanno già fatto il test perchè alcuni colleghi di lavoro si sono infettati.

Mi spiace dire a tutti di no ma possiamo vederci a Natale senza correre rischi? Tu come fai?


Quest'anno complice il Coronavirus Covid 19 non vedrò per i giorni di Natale nessuno dei miei figli e quel che è peggio dei miei nipoti. 

Molti problemi sono anche legati ai trasporti, vivono tutti lontani o quasi tutti. Inoltre io abito in casa con mia madre, mia suocera e una zia ultra ottantenne, per loro per l'affetto che proviamo gli uni per gli altri abbiamo deciso di rinunciare a festeggiare il Natale insieme.

Nel tuo caso specifico, gli zii anche se hanno già avuto il Coronavirus, non è detto che non possano di nuovo contrarre il virus; hanno un rischio inferiore in quanto non si conosce quanto tempo duri la loro immunità ma meglio essere cauti.

I tuoi genitori possono andare incontro a gravi complicazioni di salute se per caso venissero contagiati dal Covid 19.

Tuo cugino che arriva dall'estero deve fare il tampone tre giorni prima, purtroppo non mancano casi in cui il tampone del giorno prima era negativo e il tampone del giorno dopo è positivo, potrebbe essere una misura non sufficiente.


Si potrebbe mangiare distanziati 1,5 m con le finestre aperte, i piatti e le posate di plastica, con le mascherine a portata di mano non dovrebbe esserci nessun problema (un po' come da piccoli quando si giocava ai quattro cantoni, se si sposta uno devono spostarsi tutti quanti gli altri).

Dipende anche da dove si abita, da me in montagna l'aria e fresca e pulita ma spesso intorno a uno o due gradi anche di giorno, bisogna mangiare con il cappotto o la pelliccia e con i doposci ai piedi. 

In Sicilia magari con una media di sedici gradi può essere più facile mangiare con le finestre aperte, sempre che non spiri vento dal mare (quest'anno è meglio non affidarsi alla sorte).

Nessuno può garantire che questa riunioni di famiglia possano essere senza rischi, troppo facile prendere il virus e non volontariamente infettare gli altri.  


Non sono molto d'accordo con la modalità delle restrizioni che in Europa differiscono da paese a paese ma sicuramente quest'anno è meglio rinunciare alle riunioni di famiglia che davano significato e senso al Natale.

Comprendo che si sono persone sole e anziane, che molto volentieri passano un giorno in famiglia ma sono sole tutto l'anno ricordiamoci di non invitarle a pranzo solo a Natale ma invitarle più volte durante l'anno.

Bisogna vedere la questione sotto un altro punto di vista, è immensamente triste vedere delle persone che ami ammalarsi e perdere l'opportunità di abbracciarli sapendo che sarebbe bastato aspettare cinque o sei mesi senza correre rischi.

Morale Natale 2020 senza i tuoi e Pasqua 2021 con i tuoi e con chi vuoi (se tutto andrà bene)


Consiglio di fare come me, invece che pensare al rammarico delle cose belle, provare a scrivere gli aspetti positivi della mancanza della riunione di famiglia per Natale:

- non devo fare da mangiare per 20 persone per 3 giorni, questa vacanze di Natale mi riposo

- non devo fare la coda in bagno (che ad una certa età è un sollievo)

- non mi devo vestire da Babbo Natale (non ci sto più dentro al vestito, si sarà ritirato!)

- niente molliche in giro per casa (pezzi di pizza, focaccia, biscotti, succhi di frutta a metà)

- posso sedermi sul divano senza guardare prima cosa c'è sotto

- non devo dire che bello a tutti i regali che ricevo

- non devo ridere alle battute del mio futuro genero e sorridere alla futura consuocera

- nessun pettegolezzo sui parenti e sui vicini di casa

- se mi faccio una torta la mattina ho speranza di ritrovarla la sera (la speranza non certezza)

Sarà un Natale indimenticabile!




lunedì 23 novembre 2020

Domande e risposte sui Vaccini Covid 19


Quando si potrà essere vaccinati?

Difficile da dire, secondo le dichiarazione del Ministro Italiano della Salute Speranza (mai nome fu più appropriato), le prime dosi dovrebbero arrivare in Italia a fine Gennaio 2021, circa un milione che su una popolazione di 60.000.000 è pochissimo, più verosimilmente entro Giugno 2021 per tutte le persone più a rischio.

Chi approva i vaccini?

Per quanto riguarda l'Europa è l'Ema cioè Agenzia Europea per i Medicinali

Per quanto riguarda gli Usa è la FDA cioè la Food and Drug Administration 

E' possibile che la maggior parte dei produttori di vaccini COVID-19 inizialmente non richiederà la normale approvazione, che in genere richiede sei o più mesi di studio di follow-up. Al contrario, probabilmente si richiederà un'autorizzazione all'uso di emergenza che consente di rilasciare nuovi farmaci e vaccini durante un'emergenza sanitaria. 

Sono tre le fasi dello studio del vaccino

Fase 1 : Studio del Virus

Fase 2: Test in laboratorio e su animali

Fase 3: Test sulle persone 

- Fase 3a su una decina di volontari adulti e sani

- Fase 3b su centinaia di volontari per diverse fasce d'età, etnia, e patologie pregresse.

- Fase 3c su migliaia di volontari per valutare effetti indesiderati o collaterali.

Sono state scelte scorciatoie per questi vaccini?

La sequenza genetica del virus era gia nota a fine gennaio, in particolare per sviluppare la tecnologia dei vaccini Pfizer e Moderna che si basa su  metodo mRNA , grazie alle nuove tecnologie sviluppate negli ultimi anni si è potuto accelerare il lavoro .

Io penso che a questa domanda dovrebbero rispondere le aziende, che non hanno una grande tradizione alla trasparenza e alla comunicazione. 

La pubblicazione dei dati sugli studi dei vaccini dovrebbe essere fatto a prescindere perchè il Coronavirus Sars Cov 2 riguarda non solo la politica e l'economia, tutta la comunità scientifica e tutti i cittadini.


Se mi vaccino vuole dire che non posso essere infettato?

No, chi farà la vaccinazione vuole dire che ha meno probabilità che si ammali e quindi la necessità di ricorrere ad ospedalizzazione. 

Ciò significa che le persone vaccinate non sono necessariamente immuni all'infezione; ma è più probabile che sperimentino meno sintomi e non si ammalano come quelli che non sono vaccinati.

Solo vaccinando milioni di persone e monitorando come reagiscono i loro sistemi immunitari, gli esperti avranno una migliore conoscenza di ciò che serve per estinguere il COVID-19 o almeno renderlo molto più difficile da diffondere. 

In sintesi il vaccino è uno strumento in più per combattere il COVID-19. 

I vaccini sono tutti uguali?

No,  le aziende applicano diversi metodi e tecnologie. 

Moderna e Pfizer utilizzano la tecnologia mRNA basata sul codice genetico del virus pandemico. 

Mentre il Vaccino della Johnson & Johnson/Janssen, è basato su un adenovirus umano, nel quale è stato innestato un gene in grado di indurre alcune cellule del corpo umano a produrre delle copie della proteina spike, la principale arma del coronavirus. Tale meccanismo dovrebbe indurre il sistema immunitario a riconoscere questa minaccia e a sviluppare delle opportune difese contro il virus del Sars-CoV-2 .

Novavax della partnership Sanofi/GlaxoSmithKline, il vaccino introduce proteine dal virus stesso per innescare una risposta immunitaria.


Dove si potrà essere vaccinati?

Al momento non è dato sapere, ogni paese si doterà di una propria organizzazione, il Ministro della Salute dell'Italia On, Speranza comunicherà presto un piano vaccini.

Si può dedurre che all'inizio è possibile in particolare per il vaccino Pfizer visto che deve avere una conservazione di -75, solo in strutture ospedaliere di un certo livello in modo di garantire la catena del freddo. Man mano che si procederà con l'arrivo di altri vaccini di altre aziende che non necessitano di una catena del freddo si potrà presumibilmente estendere ad ambulatori, medici di base e non è escluso farmacie, che hanno una rete più capillare sul territorio.  

Potrò scegliere quale vaccino fare?

No, al momento questa possibilità è esclusa a meno che non si rendano i vaccini vendibili in farmacia e quindi a scelta dell'acquirente o in base alla disponibilità.

La tendenza è quella di non dare alle persone la possibilità di scelta. Dovuta anche al fatto che non c'è un offerta di vaccino Covid 19 in grado di accogliere tutte le richieste, bisognerà considerarsi fortunati a prescindere dal tipo di vaccino e fabbricante.

Unico problema e che se questi tipi di vaccini arriveranno troppo tardi una certa parte della popolazione potrebbe essersi immunizzata, ad oggi in Italia 1.400.000 hanno contratto il virus, di cui solo 600.000 sono guariti. 

Si dovrà pagare il vaccino Covid 19?

Anche qui è difficile da dire, dovrebbe essere gratuito non è esclusa una tassa o un contributo per la somministrazione se fatta da un ospedale pubblico o una struttura convenzionata mentre sicuramente a pagamento in una struttura privata (come il vaccino antinfluenzale).

Dopo il vaccino si dovrà indossare ancora la mascherina?

Si, i dispositivi di protezione si dovranno ancora adoperare, i vaccini secondo le notizie che vengono fornite possono proteggere dall'ammalarsi della malattia ma non possono impedire di essere infettati dal virus. 

Ciò significa che le misure di salute pubblica come indossare mascherine, prendere le distanze sociali ed evitare assembramenti sono ancora fondamentali per contenere il virus. 

Pertanto  è importante seguire ancora tutte le misure di contenimento del virus. Se sei immunizzato, puoi comunque essere infettato dal virus e quindi trasmetterlo ad altri. 

Quindi indossare una maschera in pubblico, praticare il distanziamento sociale ed evitare assembramenti, rimangono comportamenti fondamentali.

Chi ha gia avuto il Covid può fare il Vaccino?

No, almeno per il momento chi ha già fatto il Covid-19, dovrebbe essere già immune, purtroppo non sappiamo ancora quando dura l'immunità, una volta che la comunità scientifica chiarirà questi dubbi, sapremo se è utile anche per questo gruppo di persone, attualmente in Italia circa 600.000, fare il vaccino.

Quanto tempo dura la protezione del vaccino?

Questo ancora non lo sappiamo i test sono stati fatti da poco non abbiamo dati, potrebbe durare solo qualche mese e un anno (questo è l'auspicio da parte dei ricercatori), mi piacerebbe come per altri vaccini che sia per un tempo molto più lungo.


venerdì 20 novembre 2020

Quanti vaccini per Covid 19?


La scorsa settimana sono stati annunciati i vaccini in fase di approvazione della sperimentazione per il Covid 19, finora 3 : BionTech/Pfizer, Astrazeneca/Oxforrd e Moderna. 

Il 31 luglio l'OMS indicava che c'erano 165 progetti di vaccino in corsa nel mondo di questi ben 26 erano già alla sperimentazione sull'uomo.

2 vaccini finora sono stati utilizzati, più o meno ufficiosamente, CanSino Biolgic sui militari cinesi e in Russia Sputnik V, nonostante tutto ad oggi alcun studio o risultato è stato pubblicato.


Questi dovrebbero essere i sei vaccini in dirittura d'arrivo per la conclusione della sperimentazione e la produzione.

Nome del vaccino : BBIBP

Fabbricante: Sinopharm/Wuhan - Institute of Biological Products

Tipo di vaccino: Inattiva il Virus

Adiuvanti: idrossido di alluminio

Numero di dosi: 2

Dove vengono fatte le sperimentazioni cliniche: Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Brasile

Nome del vaccino : Corona Vac 

Fabbricante: Sinovac Biotech (Cina)

Tipo di vaccino: Inattiva il virus

Adiuvanti: Allume

Numero di dosi 2

Dove vengono svolte le sperimentazioni: Brasile, Indonesia, Bangladesh

Nome del Vaccino: mRNA-1273

Fabbricante. Moderna (USA)

Tipo di vaccino : Frammenti del genoma del Virus (RNA)

Adiuvanti: no

Numero di dosi : 2 (28 giorni di distanza)

Dove vengono svolte le sperimentazioni: Stati Uniti

Temperatura di conservazione: 2-8°C max 30 giorni

Efficacia: 94,5%

Nome del Vaccino: BNT162b1

Fabbricante: Biontech / Pfizer (Germania/ Stati Uniti)

Tipo di vaccino : Frammenti del genoma del Virus (RNA)

Adiuvanti: no

Numero di dosi: 2 (21 giorni di distanza)

Dove vengono svolte le sperimentazioni: Brasile, Stati Uniti, Argentina, Germania

Temperatura di conservazione: -75°C

Efficacia: 90%

Nome del Vaccino: AZD1222 (ChAdOx1ncov-19)

Fabbricante: Università di Oxford / Astrazeneca (Regno Unito/ Svezia)

Tipo di vaccino : Il DNA del Coronavirus introdotto in un altro virus reso innocuo (vettore virale)

Adiuvanti: no

Numero di dosi: 1

Dove vengono svolte le sperimentazioni: Brasile, Stati Uniti, Regno Unito, Sud. Africa, India

Efficacia: 70%

Nome del Vaccino: Ad5-nCoV

Fabbricante: Cansino Biologic/ Beijing Institute of Biotechnology (Cina)

Tipo di vaccino : Il DNA del Coronavirus introdotto in un altro virus reso innocuo (vettore virale)

Adiuvanti: no

Numero di dosi: 1

Dove vengono svolte le sperimentazioni: Arabia Saudita, autorizzato in Cina (Militari)


Non è escluso che in questi giorni qualcuno dei 26 vaccini i fase di sperimentazione  si annunci il completamento positivo della sperimentazione, si vocifera della nuova sperimentazione della face 3 in  Regno Unito del Vaccino Jensen.

Al momento abbiamo solo le comunicazioni delle aziende che sono poche e circoscritte anche se sono a conoscenza sulla sperimentazione di altri vaccini come : Sinovac, Butantan, Novavax ed Elea Phoeni.

Non viene comunicato questi vaccini forniscano un immunità duratura per sempre o è necessario ripetere il vaccino ogni anno come il vaccino anti influenzale.

Non viene comunicato se questi vaccini bloccano replicazione del virus nel corpo e possono impedire il contagio da persona a persona.

Nonostante tutte queste incognite sulla comunicazione, si vede l'Unione Europea siglare contratti e accordi per vaccini che hanno iniziato o inizieranno a breve la fase 3 la sperimentazione clinica, sarà la fame di vaccini, sarà la situazione d'emergenza si siglano possibili accordi commerciali sulle aspettative dei risultati ( esempio vaccino sanofi, curavac, Johnson&johnson).



Dal momento che non si può vaccinare tutti a chi dare la precedenza?

Russia e Cina hanno fatto la loro scelta sembra politica hanno vaccinato dando la precedenza all'esercito, una scelta alquanto originale.

In Europa verrà data precedenza ai sanitari, corpi di polizia e persone più a rischio come il vaccino antinfluenzale probabilmente (anziani e persone a rischio per altre patologie).

In Australia si pensa alle geolocalizzazione tramite il contact tracing che sceglierà le persone più a rischio, che hanno uno stile di vita più a rischio, il dibattito è aperto su chi dare la precedenza quando i vaccini saranno pronti.

Speriamo che non venga seguito l'esempio del vaccino antiinfluenzale 2020 della Lombardia, dove su 10 milioni di persone sono stati acquistati sia per enti pubblici che privati 3 milioni di vaccini, che viene praticato a discrezionalità, tanto che si è creato un mercato nero del vaccino antinfluenzale, anticiperà la borsa nera dei vaccini?

Il costo del vaccino?

Il costo, nessuno si esprime perchè in molte categorie sarà un costo sostenuto dalla spesa medica dello Stato.

Moderna, si scrive sui media di un costo tra i 10 e i 20 dollari a dose, più vicino ai 20, al momento i documenti dei contratti tra Unione Europea e Aziende Farmaceutiche sono stati secretati

Astrazeneca (Oxford) il vaccino europeo secondo la stampa si scrive di 4 o 5 euro.

Il Vaccino Astrazeneca ha recentemente è stata pubblicato un articolo su Lancet.


Sintesi:

La notizia dell'arrivo dei vaccino all'inizio del 2021 è la notizia che tutti aspettavamo, mai in nessuna altro periodo storico c'è stato uno sforzo cosi grande per la ricerca medico scientifica. 

Abbiamo contato imminenti almeno 12, 26 in fase 3 e più di 165 progetti in elaborazione!

Percepisco una certa fretta, questo potrebbe per l'entusiasmo fare saltare tutti i protocolli di sicurezza? Oggi il pensare d'avere a disposizione uno strumento per bloccare il Covid 19, non stimola il tempo di un pensiero o di una riflessione.

Alla base c'è una mancanza di comunicazione al pubblico e alla comunità medico scientifica, non abbiamo notizie e facciamo fatica a sapere se questi vaccini sono in grado di soddisfare i criteri d'efficacia.

L'Unione Europea prenota in anticipo vaccini ancora in fase di sperimentazione per paura di rimanere senza, secreta i contratti con le aziende farmaceutiche ma lancia su twitter la notizia dei contratti, non so quanto questo ci possa rassicurare .

Il fatto che si fanno accordi su tutti i produttori di vaccini possibili, lascia un sbigottiti, dobbiamo comprarli tutti 165? Perchè? Seppure comprendo emergenza e difficoltà, forse vuole dire che l'obiettivo d'avere uno strumento valido per Covid 19 potrebbe essere più lontano di quanto sembra?

Ovviamente spero d'interpretare male questi fatti di cronaca e di sbagliarmi e che da Gennaio potremo tutti tornare ad una vita pre Covid.

martedì 10 novembre 2020

C'è un collegamento tra il consumo di dolci e la Malattia d'Alzheimer?


Antonella E, Treviso : Ho visto che ha scritto diversi articoli sulla Malattia d'Alzheimer, può dirmi se c'è un collegamento tra i consumi di dolci e la malattia d'Alzheimer.

L'eziologia della malattia d'Alzheimer, la forma più comune di demenza rimane sconosciuta. La comunità medico scientifica è orientata a individuare più fattori come la genetica, la formazione di placche amiloidi nel cervello, i grovigli della proteina tau che si accumula all'interno della cellule. 

Negli ultimi anni è stata individuata una predisposizione genetica, altrimenti noto come l'eredità dell'allele ε4 della Apolipoproteina E (APO-E) che sembra avere un ruolo molto importante nello sviluppo della patologia.

E' stato dato molto rilievo anche alle infezioni in particolare di due virus della famiglia degli herpesvirus (HHV-6A e HHV-7) si è presupposto che i geni dei due virus possono interagire con le reti geniche dei neuroni, alterandone il metabolismo e favorendo lo sviluppo di placche amiloidi e grovigli di proteine tau nel cervello.

Sembra che invece possa giocare un ruolo importante l'alimentazione nello sviluppo e nella gestione della malattia.


In molti ricercatori c'è il sospetto che esista un legame tra lo zucchero e Alzheimer. Recentemente nel Giugno 2020 è stato pubblicato sulla Rivista Alzheimer & dementia uno studio condotto in Francia dove si è voluto verificare se come negli animali un'alimentazione con alimenti raffinati ricchi di carboidrati complessi, possa determinare  o peggiorare il morbo d'Alzheimer

In effetti da questo studio sembrerebbe che l'elevato carico glicemico quotidiano sia associato allo sviluppo della demenza e nei soggetti con predisposizione genetica dell'allele ε4 della Apolipoproteina E (APO-E) allo sviluppo del morbo di Alzheimer.

L'ipotesi che si avanza è che il consumo di prodotti raffinati possono favorire picchi di glicemia che ripetuti quotidianamente possano stimolare un' insulinoresistenza periferica e celebrale che favorisce lo sviluppo della demenza. Chi è predisposto geneticamente è più facile che possa sviluppare il morbo d'Alzheimer.


In un altro studio pubblicato sulla rivista Scientific Report del 2017 si mette in relazione la glicazione proteica, ovvero quell’alterazione che si genera in presenza di elevate quantità di zucchero nel sangue e lo sviluppo del Morbo d'Alzheimer.

Da questo studio sembra che che l’iperglicemia disattivi un enzima protettivo (MF) deputato alla difesa delle cellule nervose . La disattivazione di questo enzima potrebbe nelle primissime fasi favorire lo  sviluppo dell’Alzheimer.

In sintesi:

Il Morbo d'Alzheimer ha cause multifattoriali, di cui l'eziologia è tutt'ora sconosciuta.

Questi studi avanzano l'ipotesi che un alimentazione con eccesso di alimenti raffinati ricchi di carboidrati complessi o ricchi di zucchero possano in qualche modo a lungo termine stimolare la demenza, favorire nelle primissime fasi lo sviluppo della malattia d' Alzheimer più facilmente in soggetti geneticamente predisposti.

Si potrebbe pertanto ipotizzare per tutti e in modo particolare per coloro che hanno avuto nella loro famiglia casi di demenza o casi d'Alzheimer, di seguire un 'alimentazione con meno alimenti trasformati e raffinati possibile, meglio con l'adozione di una dieta a basso indice glicemico o moderato, ricca di frutta e verdura fresca, con grassi di buona qualità e un ridotto consumi di grassi saturi (né più né meno di quello che attualmente si consiglia di seguire indipendentemente dall'Alzheimer). 

Riferimenti:

A) Omar Kassaar, Marta Pereira Morais, Suying Xu, Emily L. Adam, Rosemary C. Chamberlain, Bryony Jenkins, Tony D. James, Paul T. Francis, Stephen Ward, Robert J. Williams & Jean van den Elsen "Macrophage Migration Inhibitory Factor is subjected to glucose modification and oxidation in Alzheimer’s Disease" Scientific Reports volume 7, Article number: 42874 (2017) 

B) Mélissa Gentreau  Virginie Chuy  Catherine Féart  Cécilia Samieri  Karen Ritchie  Michel Raymond  Claire Berticat  Sylvaine Artero "Refined carbohydrate‐rich diet is associated with long‐term risk of dementia and Alzheimer's disease in apolipoprotein E ε4 allele carriers" Alzeimer's & Dementia: 07 June 2020 


lunedì 2 novembre 2020

Verso il lockdown con nuove modalità d'acquisto per nuove e vecchie generazioni


In Europa si è dato il via al secondo Lockdown paesi come Regno Unito, Francia, Belgio, Paesi Bassi, visto l'alto numero dei contagi vi hanno fatto ricorso. Anche in Italia è possibile che in alcune aree se si dovesse superare indice Rt di 1,5 l'adottabilità di chiusure parziali o totali come la scorsa primavera.  

Una situazione prevista da più esperti ma sottovalutata durante la stagione estiva da più personaggi pubblici, qualcuno sosteneva "il Covid è clinicamente morto" dando il via a tutta una serie di giustificazioni per comportamenti poco responsabili. 


Ai primi freddi ecco tornare Covid 19, il virus d'origine cinese che sta facendo vittime in tutto il mondo. Dal mio punto di vista sono state tante gli errori che si potevano evitare:

- La riapertura delle scuole, forse la prima settimana giusto il tempo per conoscersi ma poi lezioni on line, ben comprendo il problema per molte famiglie gestire i figli a casa ma se per i ragazzi il covid può rappresentare solo un semplice raffreddore non è cosi per i genitori e per i nonni.

- I mezzi pubblici di trasporto, avere tolto i posti distanziati e i segni dove posizionarsi, la mancanza di mezzi sufficienti ha portato ad un affollamento dei mezzi pubblici in città e treni per i pendolari dove tenere la distanza di sicurezza era praticamente impossibile, cosi il rischio di contrarre il virus è aumentato.

. Irresponsabilità individuale, ebbene si vedo ancora persone circolare senza mascherina o messa sul mento, questo in luoghi pubblici ma anche privati o semi privati come i locali di condominio, per non parlare delle distanze in casa, in ascensore, in alcuni luoghi di lavoro. 

Non è raro che la polizia durante controlli di routine scopre persone in luoghi pubblici che avrebbero dovuto essere confinate in casa in quarantena circolare liberamente e senza protezioni.


Come affronteremo questo nuovo periodo?

Personalmente senza farmi vedere da nessuno sono andato al supermercato del paese vicino al mio, per non destare malelingue, a fare una bella scorta di tutto quello che mi è mancato la scorsa primavera, in particolare :  Carta Igienica, Lievito per Pane e pizza, uova, per il resto devo ancora smaltire la farina, la pasta e i surgelati che avevo preso questa primavera.

Cosa cambia negli acquisti al supermercato.

L'importanza del prezzo

Covid 19 ha avuto un'impatto negativo sul reddito, il Lockdown non ha solo voluto dire chiusura ma anche perdita di lavoro e di guadagno per molti settori. Di fatto si avverte un clima di preoccupazione che riguarda in generale tutti i lavoratori in particolare i lavoratori autonomi (fonte : Termometro Italia Gruppo di ricerca Cerved). 

Secondo una ricerca di mercato internazionale della Palsgaard, il prezzo è diventato il fattore più importante nell'acquisto di prodotti alimentari nell'ultimi sei mesi.

Cosi la grande distribuzione si organizza per offrire dei prezzi di molti prodotti base a prezzi più competitivi per lo meno quelli a nome del supermercato, private label e le linee economiche (in Italia Coop ed Esselunga per esempio).


Acquisto di generi alimentari on line

Con il coronavirus c'è stata una forte spinta alla spesa on line dei generi alimentari, se prima del coronavirus erano soprattutto viaggi, libri, computer, giochi elettronici, con il Covid 19 sono stati gli acquisti on line che hanno rivoluzionato il mercato e tutto quello che ne consegue dal punto di vista organizzativo.

Proprio a settembre sono tornate a crescere le vendite on line nella GDO (rilevazione Iri fonte Osserva Italia) ai livelli di Maggio del 2020, si prevede un Natale con acquisti on line.


Preparazioni da realizzare in casa: cucina casalinga

La sensibilità al gusto non si è modificata, solo in minima parte si è tornati alla cucina tradizionale, ma si acquistano preparazioni da realizzare a casa, meglio se gia dosate, pulite e anche precotte (non tutti hanno cucina multi accessoriate). 

Grande successo della pizza già pronta da mettere semplicemente in forno e di tutte quelle preparazioni facile da scaldare solo in forno. 

Sono stati in modo particolare i Millennial cioè coloro che vanno da un età compresa tra i 25 anni e i 34 anni.

Incremento vendite formaggi 

Interessante questo aumento delle vendite di formaggi, dopo anni in cui le alternative vegetali avevano acquisito importanti quote di mercato, hanno riguardato tutti i formaggi ma soprattutto il mercato inglese più 48%, (secondo i dati della ricerca Kantar) in particolare la vendita di mozzarella è aumentata, sarà per metterla sulla pizza congelata?


Cosa attira di più il consumatore e per che cosa è disposto a spendere di più

Di fatto il Coronavirus ha accentuato una serie di tendenze che gia erano in atto, mostra che i consumatori nonostante l'attenzione al prezzo per forze di causa maggiore hanno anche una maggiore sensibilità o sono disposti a spendere qualcosina in più quando un prodotto o chi li produce si distingue per: 

Impegno per la responsabilità sociale

Impegno alla responsabilità ambientale 

La sostenibilità (il 82% degli intervistati sostiene che è disposto a pagare di più se gli ingredienti sono prodotti in modo sostenibile)

Garanzia sicurezza alimentare

Produzioni ad emissione zero


Il Target più ambito : Generazione Z

Tutti gli operatori del settore agro alimentare guardano a questo particolare gruppo di consumatori che vanno dai 18 ai 24 anni, sono il futuro e rappresentano quel gruppo di consumatori che ha la capacità d'influenzare il mercato d'oggi ma soprattutto quello di domani.

A cosa danno importanza i ragazzi della Generazione Z nell'acquisto dei prodotti alimentari

- Sensibilità  al cambiamento climatico 32%

- Proprietà salutistiche 27%

- Protezione della Natura 14%

- Diritti dei lavoratori 11%

- Sicurezza, etica e tracciabilità della catena alimentare 7%

- La cura e il benessere degli animali 5 %

- Contenimento dell'utilizzo della plastica 2%

- Gusto 2%

Il gusto è l'ultima loro preoccupazione, sono disposti a spendere di più se l'azienda adotta politiche sostenibili a favore dell'ambiente per il cambiamento climatico.

Sintesi

Ci avviciniamo verso un nuovo lockdown, armiamoci di tanta buona volontà sarà un Natale diverso dal solito. 

Negli acquisti teniamo sempre presente il rapporto qualità/prezzo, prodotti agro alimentari sostenibili sono benvenuti tra le nostre scelte e forse siamo disposti a spendere anche di più ma devono essere tangibili e verificabili.

Perchè non sempre è tutto oro quello che luccica, questo vale per le nuove e vecchie generazioni.


venerdì 16 ottobre 2020

Vaniglia all the best


Si tratta sicuramente dell'aroma più conosciuto e della spezia più costosa dopo lo zafferano. In arrivo con la scoperta delle Americhe, ha visto tra i suoi grandi estimatori Elisabetta I della dinastia Tudor ma soprattutto i Reali di Francia, tra cui Luigi XIV il Re Sole.

La passione dei francesi per la Vaniglia cambia il corso della storia di questa pianta che dall'esclusiva produzione del territorio messicano della tribù dei Toponachi nella regione di Veracruz, si sposta nell'Isola della Reunion (ex Bourbon) territorio francese in Africa, dove si perfezionò il metodo manuale chiamato appunto Bourbon per impollinare la pianta di Vaniglia ( in sostituzione di quello naturale delle Api Melipona in Messico).

Questo metodo rivoluziona il mercato della produzione della vaniglia che dal monopolio del Messico, passerà prima all'isola della Reunion (Francese) e poi in Madagascar, Tahiti e Indonesia.

La vaniglia è in particolare nel mercato europeo l'aroma più utilizzato anche se il 98% della vaniglia utilizzata dall'industria alimentare è un aroma di sintesi.

Per una produzione di 12.000 tonnellate all'anno di vaniglia di sintesi ci sono 40 tonnellate di vaniglia naturale, questo per dare idea della proporzione tra l'offerta di vaniglia artificiale e naturale.

L'aroma di vaniglia è un aroma che ha fatto registrare nell'ultimo anno un aumento del 10% di nuovi prodotti con vaniglia come ingrediente. 

Tuttavia l'apprezzamento del suo aroma riguarda soprattutto l'Europa per il 39% e il 20% il Nord America, 15% America Latina.


Quali sono i paesi produttori di vaniglia:

Oggi il 59% della vaniglia proviene dall'Asia, il 30 % dall'Africa, il 6,% dall'America. questi numeri stanno ad indicare che la Vaniglia che proveniva dal Messico, oggi è il luogo di produzione che trae meno beneficio dall'economia della Vaniglia e nonostante Africa, luogo d'innovazione del metodo Bourbon copre solo il 30% dell'offerta del mercato di Vaniglia.

Second dati del 2016 (fonte FAO) i primi 5 paesi per produzione sono: Madagascar (2956 t), Indonesia (2304 t.), Cina (885 t.), Messico (513 t. ) e Papua Nuova Guinea (502 t.) seguono poi Turchia, Uganda, Tonga, Reunion, Malawi. 

I primi due paesi hanno una grande produzione ma la quantità è soggetta a più variabili sia climatiche che ambientali, tanto è  che ci sono anni che la produzione supera 13.500 tonnellate mentre gli ultimi 3  paesi hanno una produzione minore ma costante e stabile nel corso del tempo, ma sono i primi due che condizionano il prezzo del mercato.

La Cina ha una produzione iniziata negli anni '80 nella zona dello Yunnan ed ha la più alta resa per ettaro seguita da Isola di Tonga, Messico, Uganda,  Guadalupe.

La migliore qualità viene ritenuta quella che arriva dal Madagascar anche se negli ultimi quella che arriva da Tahiti ha saputo crearsi un piccolo gruppi di estimatori.

I principali importatori: Stat Uniti, Canada, Francia, Germania, Svizzera, Giappone, Arabia Saudita.

Oltre al baccello di Vaniglia sul mercato possiamo trovare: estratto di vaniglia, l'oleoresina, la vaniglia assoluta (utilizzata in cosmetica) o la vaniglia in polvere.

Negli Usa il mercato è rivolto alla produzione di estratti mentre in Europa si predilige utilizzare il baccello di vaniglia oppure la vaniglia in polvere.

La vanillina sintetica la si ricava dal 1937 dalla lignina degli alberi o dall'eugenolo dell'olio di chiodi di garofano, dal 1991 la principale fonte di vanillina è il guaiocolo ottenuto dalla lavorazione del petrolio.


Le categorie nel settore alimentare sono più interessate all'utilizzo della vaniglia

Bakery (Panetteria, prodotti da forno) 24%

Dessert Ice Cream  (dolci e gelati )20%

Dairy (latticini, alternative vegetali, yogurt) 17%

Sport nutrition 10%

Confectionary (confezioni di dolciumi) 8%

ma spuntano anche delle nuove categorie come le bevande, i liquori, sciroppi



Quali segmenti di mercato?

Gluten Free 19%

Alto contenuto di proteine 18%

Senza additivi 15%

Kosher 14%

Ridotto contenuti di grassi 9%

il profumo e il sapore della vaniglia attrae più target il gluten free per esigenza di rimandare il cibo a profumi piacevoli, utilizzo di farina alternative prive di glutine sono più gradevoli se c'è un aroma. Il kosher per la richiesta e un profumo di un sapore più ricco.


Con quale ingrediente è più abbinato

Cioccolato 12%

Fragola 4%

Caramello 2%

Mandorla 2%

Cacao 2%

Sintesi

Quello che emerge in questo ricerca (Innova Market Insights) è che l'incremento del 10% come ingrediente della vaniglia nel settore agroalimemtare è dovuto all'uso strategico per lanciare nuovi prodotti, in qualche modo per rassicurare il consumatore.

Questo perchè l'aroma di vaniglia è infantile, ci riporta ai primi gusti dolci, l'aroma delle creme e dei dolci fatti in casa, non è raro che molte persone associano il latte materno o del latte dell'infanzia con l'aroma della vaniglia.

L'aroma di vaniglia ha la possibilità di conferire a segmenti di mercato come le alternative Vegetali, Gluten free e Kosher quell'aroma che rende piacevoli preparazione che partono da prodotti per loro natura selettivi e non sempre di gusto.

L'aroma di Vaniglia fa pensare al fiore dell'Orchidea e non al fatto che nella maggioranza dei casi ci troviamo di fronte a un derivato della lavorazione del petrolio.

Voi quale vaniglia utilizzate?

mercoledì 7 ottobre 2020

Edulcoranti intensi alla conquista del mercato


Diverse volte abbiamo parlato degli edulcoranti, sostanze che servono per addolcire alimenti o bevande in sostituzione dello zucchero. 

Sono definiti edulcoranti "intensi", quei edulcoranti che hanno il loro potere dolcificante, da 150 a 600 volte superiore allo zucchero (Saccarosio) che li rende interessanti per ridurre la quantità di zucchero.

Possono essere d'origine naturale come la Taumatina e la Stevia ma anche artificiale come la Saccarina. Acesulfame K e Aspartame.

Da diversi anni vengono utilizzati dal'industria alimentare come sostituti dello zucchero nel tentativo di diminuire le calorie di bevande e preparazioni alimentari.

Diversi studi però hanno evidenziato che non c’è relazione tra consumo di edulcoranti e perdita di peso, anzi contrariamente a quello che si poteva pensare, gli edulcoranti sembrano stimolare l’appetito e invitano a consumare di più, vanificando così quel piccolo vantaggio limitato alle calorie.

Nell'ultimo anno i prodotti con edulcoranti intensi hanno avuto un incremento del 12% ( fonte Innova Market Inside) , un dato rilevante, sul quale ho trovato molto interessante approfondire.


Quali sono gli edulcoranti intensi più utilizzati dall'industria agroalimentare?

Sucralosio 52%
Acelsufame K 35%
Stevia 27%
Aspartame 18%
Saccarina 6%

Questo dato potrebbe stupire perché molto persone si aspettavano che i prodotti derivati dalla stevia d'origine naturale e dal potere dolcificante 300 volte superiore allo zucchero, poteva diventare leader di questo settore ma il suo gusto non ha trovato molti estimatori.

Il Sucralosio noto come ingrediente E955 è 600 volte più dolce del Saccarosio, circa il doppio più dolce della Saccarina e quattro volte più dolce dell'Aspartame.  Si utilizza in sostituzione dello zucchero ma spesso anche in combinazione con altri dolcificanti artificiali (l'Aspartame, l'Acesulfame K ). 

Lo si può trovare in commercio con il nome di Splenda, dove viene mescolato con maldestrine e destrosio, per potere essere utilizzato anche a casa. 


In quali segmento di mercato li troviamo più presenti?

 Alto contenuto di proteine  24%
Gluten free 20 %
Sugar free 18%
Senza Additivi 16%
A ridotto contenuto calorico (low reduced calorie) 14%

Con sorpresa possiamo notare che i prodotti a basso contenuto calorico riguardano solo il 14 % dei prodotti sul mercato e sugar free solo il 18%.

Desta una certa impressione che il posizionamento maggiore sia quello dell' Alto contenuto di Proteine, cioè di coloro che sono più interessati a sviluppare i muscoli, sembra questo il target più interessato all'acquisto di prodotti con edulcoranti. 

Sorprende anche il Gluten free con il 20%, un grande equivoco molte persone si avvicinano al Gluten free  convinti di potere controllare meglio il proprio peso, non c'è alcun dato scientifico in merito. 

Il mercato con questo ci dice che i prodotti gluten free con edulcoranti sono più graditi dei prodotti gluten free con zucchero.

In quale categoria li troviamo più presenti ?

Sport Nutrition 28%
altri 23%
Soft drinks 23%
Confectionary 8 %
Alternative vegetali al latte, yogurt, formaggi 9 %
Snacks 8 %

La Categoria dei prodotti per l'alimentazione di coloro che fanno sport, è il target più interessato ai prodotti che contengono edulcoranti ad alta intensità. 

L'attenzione alla costruzione del proprio corpo e al suo mantenimento fisico è la preoccupazione maggiore che fa preferire prodotti con edulcoranti invece con zucchero (il target più interessato alla riduzione calorica).  

Da contraltare il 23% di soft drink, cioè di quelle bevande piacevoli e non gasate che molte persone preferiscono al posto dell'acqua per dissetarsi.

In passato i Soft drinks sono stati tra la categoria di prodotti più indicati come potenzialmente causa di obesità in quanto poco si è tenuto conto in passato delle calorie delle bibite.


Sintesi:

Il sucralosio è l'edulcorante intenso più utilizzato dall'industria alimentare grazie al su potere dolcificante, gusto e versatilità. 

I dati di questa ricerca di mercato della Innova Market Inside ci indica che il target principale di coloro che preferiscono prodotti con edulcoranti intensi più che le persone in sovrappeso o obeso, sono coloro che praticano attività sportiva o meglio coloro che acquistano prodotti per un alimentazione sportiva e un alimentazione ricca di proteine.

Per mia esperienza personale posso dire che se qualcuno vi chiederà di perdere peso sarà più facilmente una persona magra o normo peso che pratica attività fisica piuttosto che una persona in sovrappeso o obesa.

Post correlati: 

venerdì 2 ottobre 2020

Spreco alimentare e Covid 19


Lo scorso 29 settembre è stata la Giornata Internazionale della consapevolezza della perdita e dello  spreco alimentare.

L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) e i loro partner hanno esortato tutti a fare di più per ridurre le perdite alimentari, tenendo conto che ogni anno vengono sprecate per più ragioni un terzo del cibo commestibile . 

I dati pubblicati indicano che nel mondo ci sono  690 milioni di persone che non riescono a soddisfare il bisogno di alimentarsi in modo sufficiente e 3 miliardi non sono in gradi di permettersi una dieta sana.

Negli ultimi 5 anni la fame o meglio la mancanza d'alimentarsi in modo costante e soddisfacente è in crescita e la pandemia di COVID-19 minaccia la sicurezza alimentare.

La pandemia Covid 19 si è inserita in un momento in cui il mondo si trova ad affrontare un declino dell'ecosistema del pianeta e le conseguenze del cambiamento climatico, che mette a dura prova le coltivazione d'alimenti base per la popolazione umana.

Anche quest'anno abbiamo assistito a un aumento della perdita di cibo e degli sprechi a causa delle restrizioni di movimento e di trasporto dovute al lockdown.

D'altronde il cibo è una merce altamente deperibile, sistemi non idonei di trasporto,  di conservazione, di stoccaggio e di distribuzione hanno fatto perdere il 14 per cento del cibo prima che arrivasse sul mercato.  

Le notizie che arrivano da più fonti non sono rassicuranti, in quanto in molti paesi a causa del covid, raccolti di frutta, verdure e cereali rischiano di non essere adeguatamente svolti.

Un esempio piccolo ma esemplificativo : in Etiopia non si potrà raccogliere il sesamo, un alimento base per alcuni paesi africani, che vuole dire anche mancanza d'introiti dell'esportazione oltre ad una mancanza locale di un alimento base, un danno sia economico che alimentare.

La stessa cosa in India, Laos, Birmania la coltivazione e la raccolta del riso ha problemi e in Sud America di diverse materie prime come Caffè, Cacao e Quinoa.

Effetto Covid 19 nel settore alimentare al momento è sottovalutato nei paesi ricchi dove ci sono più opzioni di scelta mentre può essere deleterio in quei paesi dove le economie sono già al limite.

Lo spreco torna argomento d'attualità che riguarda il consumatore si ma anche l'intera filiera agroalimentare, basta pensare a tutto quel cibo creato per catturare l'attenzione del cliente ma che tutte le sere finisce in pattumiera nei negozi e nei centri commerciali.

Possa il Covid 19 creare maggiore sensibilità intorno a questo tema, ma eviterei come fanno certi chef alla spettacolarizzazione di quest'argomento.

Fanno gli chef nei ristoranti stellati Michelin con ingredienti discutibili per il loro impatto ambientale  e poi fanno i "profeti " dello spreco alimentare, anche no grazie!

sabato 26 settembre 2020

Kebab Vegetale da Noma a Copenhagen?

Tutti quelli che mi conoscono sanno che sono favorevole ad un alimentazione vegetale, quello che non capisco è perchè per apprezzare frutta e verdura bisogna ricorrere a un termine come "kebab vegetale" ?

Secondo la stampa Celeriac Shawarma è il nuovo Kebab vegetale, fatto con sedano rapa marinato con tartufo e olio di lino si gusta all'interno del menu del ristorante Noma fino al 2 Ottobre in una proposta completa di Summer Season di 356 euro circa, (Corone Danesi 2650), euro più euro meno, spicciolo più spicciolo meno. 

Avete ancora solo qualche giorno per provarlo!

martedì 22 settembre 2020

Effetto Covid 19: aumento della domanda di grano


In questi giorni leggevo i dati dell'aumento delle materie prime nel 2020, quello che mi è balzato all'occhio è l'aumento del prezzo del grano mi sono chiesto ma c'è un legame con il Covid 19?

Chi è ancora fresco di scuola, ricorderà sicuramente l'arrivo di Renzo a Milano è la rivolta del Pane, chiamata anche Tumulto di San Martino, generato dall'aumento del prezzo del grano.

Sempre nei Promessi Sposi, qualche capitolo dopo ci parla della peste a Milano

Storicamente è stato provato che esiste un collegamento tra carestie ed grandi epidemie, le une possono generare le altre e viceversa ma possono essere state generate da più fattori come:  

- la cattiva conservazione delle derrate alimentari.

- il lavoro agricolo era per la maggior parte manuale e le guerre e le epidemie privavano della forza lavoro le campagne

Raccolti scarsi non riuscivano a soddisfare la domanda di farina questo generava un aumento del prezzo, che veniva anche influenzato dalle tasse e dai tributi.



Perché aumenta la domanda di grano?

Inutile negare che gli acquisti fatti nella primavera del 2020 durante il Lockdown , le grandi scorte di pasta e farina hanno fatta crescere la domanda.

L'esempio più curioso è stato sul mercato inglese dove sono andate perfino esaurite le confezioni di pasta già cotta in barattolo.

Ad aumentare il prezzo non è solo la domanda, ricordiamo che solo circa il 60-/65% della produzione di grano è rivolta alla produzione alimentare l'altra percentuale è rivolta per la maggior parte alla produzione di biocarburanti.

Ci sono più variabili che possono giocare un ruolo importante nell'andamento del prezzo come le scorte, le riserva immagazzinate, l'andamento economico e climatico dei maggiori paesi produttori come Unione Europea, Cina, India, Stati Uniti, Russia e Canada, la speculazione finanziaria sui futures dedicato ai prodotti agricoli.

Un dato importante è che tutti i principali paesi produttori sono stati toccati dal Covid 19 in modo importante, fortunatamente oggi la maggior parte del lavoro è meccanizzato per cui la forza lavoro non è più cosi importante. In Europa il raccolto di Giugno non ha dato flessioni a livello quantitativo sul raccolto.



Fattori del rinnovamento della domanda di grano 

Ci sono però dei fattori che non sono strettamente legati al covid che vede un aumento della domanda di grano, considerato da sempre un prodotto naturale e tradizionale nella storia dell'uomo.

L'evoluzione della domanda alimentare porta a rivalutare il grano come uno degli ingredienti che risponde meglio alle nuove esigenze nutrizionali (fatta eccezione per i nostri amici Gluten-Free).

Che vede profili alimentari con meno prodotti carnei, facili preparazione del cibo e nutrizione sana ed eticamente giustificabile.

1) In particolare ritroviamo il grano protagonista in molti prodotti per un alimentazione vegana e vegetariana. 

Le proteine del grano ottimizzano la consistenza e il profilo nutrizionale di questi prodotti, questo secondo molti ricercatori può contribuire a ridurre il consumo di carne e di conseguenza a un migliore profilo ecologico.

2) Si può anche trovare sul mercato il grano di materia prima tradizionale è coltivato a livello regionale e/o locale offre standard di alta qualità e processi rispettosi dell'ambiente.

3) Negli ultimi sono riprese le coltivazioni di cereali e grani antichi dimenticate dall'era industriale che meglio rispondono alle nuove esigenze nutrizionali, alcune di queste varietà hanno un basso contenuto di glutine. 

4) Nella lavorazione del grano non ci sono scarti tutti viene utilizzato questo lo rende un prodotto altamente sostenibile non avendo scarti industriali.

5) Gli amidi del grano negli ultimi anni si sono diffusi in molte preparazioni alimentari come miglioratori della stabilità, la consistenza e il sapore, prolungando la durata di conservazione e influenzando  il profilo nutrizionale dei prodotti alimentari.



Sintesi

Aumenta la domanda di grano è logico attendersi a breve un aumento dei prezzi dei prodotti (nonostante la crescita della popolazione gluten-free).

Le motivazioni sono solo in parte collegate al Covid 19 che certo crea incertezza nei mercati per il coinvolgimento dei principali paesi produttori (UE, Usa, Urss, Cina).

Ci sono ragioni anche dovute ad un nuovo approccio al cibo che porta a considerate in modo positivo le alternative alimentari con all'interno proteine del grano e per l'industria utilizzo facile degli amidi derivati dal grano nella formulazione dei prodotti alimentari.


martedì 15 settembre 2020

Nuove consapevolezze per la seconda ondata di contagi Covid 19


Eccoci ritrovati dopo il lungo periodo estivo ancora in emergenza Covid 19, non siamo ai livelli di Marzo Aprile 2020 ma nelle terapie intensive i letti tornano ad essere occupati e il numero di persone colpite dal virus torna a dare preoccupazione.

Si parla di seconda ondata di contagi e l'OMS mette in guardia per il periodo di Ottobre e Novembre, dove il numero dei morti potrebbe superare quello del periodo Marzo Aprile del 2020, cosi per non metterci in ansia. 

Immancabili i negazionisti, secondo cui il virus non esiste tranne che poi essere ricoverati in Ospedale per strani casi di prostatite.

Si potrebbe dire che il Covid 19 c'è a chi prende i polmoni e a chi la prostata, perchè è associato all'unico organo che hanno usato in vita loro (perdonate la cattiveria).

Un'estate senza relax, perchè anche se sono notevolmente diminuiti i casi di covid 19, il virus non è del tutto scomparso, non so quando potremo contare su un vaccino, ma fino ad allora bisogna adeguarsi alle norme anticovid 19 cambiando il proprio stile di vita.

Tuttavia dall'inizio dell'epidemia Marzo Giugno, il rischio di trasferimento in rianimazione è stato dimezzato, la prognosi dei pazienti è stata migliorata e l'indice di mortalità è diminuito grazie ad una migliore gestione delle persone positive al Covid 19.

Ora sono tutti molto preoccupati per l'economia cosi il virus Covid 19 è diventato emergenza numero 2,. L'impatto economico del Covid è stato disastroso per quei paesi che basavano la propria crescita sul turismo, su quelle economie di rendita senza sforzo.

Ieri si sono riaperte le scuole, personalmente avrei valutato alternative diverse, prevedo un anno di caos, per ora c'è la bella stagione ma ai primi freddi che succede? Al primo sternuto di un bimbo, che succede? Ci vuole un attimo a diffondersi il panico.

Purtroppo abbiamo visto che il Covid non tiene conto dell'età, dello stato sociale, del conto in banca, della visibilità, della spiritualità.

Affrontiamo la prossima stagione con la consapevolezza della prevenzione e della sicurezza.

Nell'altro emisfero in Australia dove adesso è inverno le misure anticovid hanno influito anche sull'influenza tanto che si registrano un numero molto limitato di casi d'influenza (almeno una buona notizia).

Questo ci indica che le misure di prevenzione anticovid riducono il diffondersi dei virus.


Un breve riepilogo delle cose più importanti

Come si prende il virus?

Il virus si diffonde durante lo stretto contatto tra due persone (in genere meno di un metro) attraverso le vie aeree o a contatto diretto (strette di mano, ecc.). Il virus può anche essere trasmesso attraverso il contatto con superfici infettate ma solo per poche ore, dopo di che il virus muore, per mancanza di un ospite da replicare, e più raramente dal percorso oro-fecale.

Quali precauzioni devono essere prese individualmente?

La prevenzione per SARS-CoV-2 è simile a quella di tutti gli altri virus comuni: lavarsi le mani più volte al giorno con una soluzione a base di alcol o sapone, evitare di toccare occhi, naso e bocca senza aver lavato le mani, in caso di tosse o sternuti coprirsi la tosse con un panno usa e getta, evitare il contatto con i malati ...

Usare la mascherina in luoghi pubblici al fine di evitare la diffusione della malattia per via aerea.

Attenzione alle visiere una recente pubblicazione sulla rivista Physics of Fluids, dimostra che  la visiera blocca le goccioline di fronte ma una quantità riesce a penetrare sotto la visiera e sui lati, per cui è consigliabile oltre alla visiera anche la mascherina.

In che modo questo virus può essere differenziato da altre malattie, come la bronchite o l'influenza stagionale?

Non è possibile differenziare l'influenza stagionale dal coronavirus Covid 19 sulla base dei soli sintomi. Non sono specifici, poiché in entrambi i casi il paziente  avrà febbre, tosse, respiro corto, dolore ai muscoli, stanchezza, disturbi gastrointestinali quali la diarrea. 

Solo perdita del gusto e dell’olfatto indirizzano verso il Covid. Tempi di incubazione: per l’influenza è più breve, da uno a cinque giorni, contro una media di quattro-cinque per il Covid. 

Statisticamente ogni infetto contagia al massimo 2 persone, il Covid fino a 3,8. L’influenza dura fra 3 e 5 giorni e durante l’intera stagione finisce in ospedale tra l’1 e il 2% degli ammalati. 

Il Covid 19 dura mediamente da una a due settimane e solo nel periodo di picco (marzo e aprile) è stato ricoverato fra il 15 e 20% . 

Solo un test diagnostico può distinguere SARS-CoV-2 dall'influenza invernale o dalla bronchite.

Il virus contagioso durante la fase di incubazione?

Il caso di una donna di 20 anni che ha infettato altre cinque persone quando non ha mostrato segni di contaminazione, suggerisce che sarebbe possibile essere contagiosa durante il periodo di incubazione (tempo tra l'infezione e comparsa dei primi sintomi). 

Ma questo è l'unico caso finora individuato ed è oggetto di accesi dibattiti tra gli scienziati, perché non è certo che l'infezione delle cinque persone provenga dalla giovane donna. Non è quindi escluso che il virus si trasmetta prima di sapere che si è infetti, ma le osservazioni del fenomeno sono limitate. 

Il Center for Disease Control and Prevention (CDC) ritiene che questa non sia la modalità principale di trasmissione del virus. Le persone infette sono infatti le più contagiose al culmine dei sintomi della malattia.