giovedì 25 dicembre 2014

Tanti auguri di Buon Natale

Per tutti colori che oggi per svariate ragioni passano sul blog, i miei più cari auguri.

lunedì 22 dicembre 2014

Nuovo farmaco contro l'Obesità: Mysimba

Prosegue il tentativo di mettere in commercio farmaci anti obesità, la settimana scorsa l'Ema l'Agenzia Europea per i Medicinali  ha annunciato che ha dato la sua approvazione alla commercializzazione del Mysimba, prodotta dal laboratorio americano Orexigen Therapeutics.

Mysimba, è una combinazione di due principi attivi, naltrexone, utilizzato per il trattamento della dipendenza da oppiacei e alcol e bupropione prescritto come antidepressivo e utilizzato anche per combattere la dipendenza dal fumo è un inibitore della ricaptazione della norandrenalina e della dopamina.

Le due sostanze attive secondo le fonti accreditate mirano a controllare due aree chiave del cervello, la prima è il nucleo arcuato dell'ipotalamo, l''area del cervello che svolge un ruolo nel controllo dell'assunzione di cibo e dispendio energetico, mentre la seconda è la via mesolimbica del sistema dopaminergico che controlla gli aspetti gratificanti di cibo e dei stimoli legati all'alimentazione.

L'Ema sottolinea che sarà disponibile solo su prescrizione medica ed è riservato agli adulti obesi o in sovrappeso con uno o più fattori di rischio come l'ipertensione, colesterolo alto, diabete, fattori di rischio comuni a tutti gli obesi nel lungo periodo. Dovrà essere assunto con un programma di dieta ipocalorica e attività fisica.


Un farmaco che mira a catturare la compliance della persona assistita con obesità che permetterà un maggiore controllo del cibo e adesione al programma di dieta ipocalorica e attività fisica. Poichè molto persone si arrendono alle prime difficoltà specie se non sono supportati da un programma d'incentivazione delle motivazioni per la perdita del peso.

L'aspetto più interessante è che se dopo un periodo di 16 settimane, se il paziente non avrà perso almeno il 5% del peso iniziale, il farmaco non potrà essere più prescritto.


A preoccupare alcuni ricercatori sono gli effetti collaterali del farmaco, l'agenzia Ema indica la possibilità di disturbi gastrointestinali o legati al sistema nervoso centrale e a lungo termine invece si parla di problemi cardiovascolari anche se gli studi presentati per l'autorizzazione se corretti sembrano essere rassicuranti in merito ad malattie cardiovascolari gravi.

Sul sito americano invece si parla del farmaco Contrave, che dovrebbe essere la versione originale del farmaco commercializzato nel mercato americano, composto da naltrexone e bupropione, dove sono scritti gli effetti collaterali del Contrave, devo dire di non secondaria importanza, si va dalle semplice diarrea alla bocca secca ma anche disturbi del comportamento come pensieri suicidi, attacchi di panico, disturbi del sonno, irritabilità, aggressività e nervosismo, che necessitano più di un' approfondimento, al momento quello che si sa che Mysimba dovrebbe essere la versione Europea di Contrave, contiene i stessi principi attivi e sono della stessa azienda.

Ricordo che fino ad ora i farmaci anti obesità sono stati tutti dei fallimenti, ritirati dal mercato perché giudicati pericolosi per la salute o perché davano luogo ad effetti collaterali che non ne giustificano l'uso ma anche per la complessità della patologia dell'obesità.

Personalmente sono contrario all'assunzione dei farmaci però riconosco che ci sono persone che non sanno controllare l'impulso dell'appetito, forse è più a queste che il farmaco può essere prescritto, l'Obesità è una patologia multi fattoriale pertanto necessità non solo di valutare il BMI e il rischio malattie cardiovascolare e diabete, bisogna valutare quali fattori hanno generato la patologia.


Curioso anche il nome Mysimba, my mio mentre simba in lingua swahili, una delle lingue uffiiciali dell'unione africana,  vuole dire leone, chiamare un farmaco mio leone, è divertente, anche se magari sarebbe un nome più adatto ad un altro genere di farmaci.
Il farmaco è un farmaco non è un giocattolo ma certo il nome attira simpatia, una sorta di ultima frontiera del nuovo marketing farmaceutico.

L''Obesità, è una malattia multi fattoriale, non deve essere dimenticata la predisposizione genetica, la terapia deve essere personalizzata e affrontata non solo con farmaci ma con l'aiuto di un team multidisciplinare, il farmaco deve essere preso sì sotto controllo medico, ma il team deve rieducare la persona assistita ad avere un buon rapporto con il cibo per un'alimentazione più equilibrata da potere gestire con un sostegno del team all'inizio ma indipendente in un secondo tempo, questo è l'aspetto più difficile.


L'Obesità non è solo un problema medico o un problema di salute, è un problema sociale nel senso che parte della responsabilità si può indirizzarla all'Industria Alimentare, con prodotti sempre più ricchi di un mix di grassi, zuccheri  e sale, una comunicazione che invita e stimola ad alimentarsi di più, a qualsiasi ora del giorno e della notte, deve esserci anche un cambiamento nell'industria e nell'offerta d'alimenti, unita ad una maggiore politica, concedetemi questo termine, che favorisca e stimoli il movimento e l'attività fisica, perché il solo trattamento farmaceutico può non essere sufficiente.


martedì 16 dicembre 2014

Arriva l'inverno come difenderci dall'influenza e dai malanni di stagione?

Nicole D.: Mestre : arriva l'inverno come difenderci dall'influenza?
Riccardo T. Ravenna: é utile il vaccino antinfluenzale?
Irene C, Bormio : perché il freddo incide sulle malattie cardiovascolari?
Mauro P, Lucca : come prevenire i malanni dell'inverno?

Le temperature si sono abbassate, c'è chi già prevede vacanze di Natale con un picco d'influenza, la responsabilità secondo molti è del freddo, perché comunemente di crede che il freddo tende a favorire nell'ambiente la proliferazione di virus, ma non è tanto il freddo ma sono i nostri comportamenti come concentrarsi in ambienti caldi e poco arieggiati, uniti a un periodo in cui il nostro sistema immunitario per diverse ragioni è più debole tra le cause di stress, mancanza di riposo, cattiva alimentazione, mancanza di sonno, depressione.

Si, anche il freddo può essere una causa se valutiamo il fatto che l'abbassamento delle temperature può alterare il funzionamento del nostro sistema immunitario, in quanto le cellule si muovono più lentamente, rallentando la risposta immunitaria consentendo così ai virus d'istallarsi nel nostro organismo più facilmente.

Non ci si ammala per una fatalità, ma per più motivi che rendono il sistema immunitario debole rendendoci più soggetti alle infezioni, ma lo stress del periodo Natalizio ha la sua buona importanza.

Tuttavia un gruppo di ricercatori ha potuto indicare che con una buona igiene di vita, un buon sonno, un alimentazione ricca di frutta e verdura, un esercizio fisico moderato con 30-60 minuti di una buona camminata al giorno, può ridurre il rischio del 40% delle infezioni respiratorie e dei malanni tipici dell'inverno.

Ci sono poi alcuni gesti semplici da fare che aiutano come arieggiare tutti i locali tutti i giorni, il lavaggio delle mani, forse pochi sanno che l'80 % delle infezioni sono trasmesse dalle mani il virus dell'influenza resiste solo 5 minuti sulla nostra pelle, 12 ore sui fazzoletti, 24 ore o 48 ore sulle maniglie delle porte.


Riccardo T, Ravenna : Vaccinarci o non vaccinarsi per l'influenza?

Ogni anno all'inizio dell'autunno con l'arrivo dei vaccini influenzali nelle farmacie questi sono accompagnanti con stime di previsione influenzali da catastrofe. Inutile dire che i vaccini hanno contribuito a debellare malattie infettive come tetano, pertosse, vaiolo, poliomelite, tuttavia è lecito porsi la domanda se nel caso della semplice influenza è necessario vaccinarsi oppure no.

Devo dire che finché ho fatto il vaccino non mi sono mai ammalato d'influenza o per lo meno molto meno, poi un anno più di dieci anni fa ho avuto una reazione non positiva che ancora oggi mi crea qualche problema.

Sia ben inteso era scritto nel foglio illustrativo che un caso su 100.000 poteva dare luogo a una reazione di quel genere, ma nessuno se ne preoccupa se non sei tu quel caso.

Non voglio dare un giudizio negativo, oggi la maggior parte dei vaccini sono privi di adiuvanti, ma credo che bisognerebbe informare meglio sugli eventuali rischi dei vaccini.

Una maggiore considerazione lo meriterebbe le persone anziane perché sono dei soggetti deboli, già con più terapie hanno un quadro che merita un maggiore attenzione.

C'è nel caso dei vaccini anti influenzale troppa informazione di parte, che tende troppo a minimizzare i possibili eventi negativi rispetto ai postivi, io stesso cercando articolo e documentazione in un noto quotidiano ho trovato un articolo firmato dall'ufficio stampa di un azienda farmaceutica, questa informazione di parte dovrebbe chiamarsi pubblicità redazionale, non permette al pubblico di farsi un idea obiettiva, chi fa i vaccini ha tutto l'interesse a dichiarare note positive, ci vorrebbe un informazione più equilibrata.

Prima di vaccinarvi parlatene con il vostro medico che vi segue che valuterà personalmente e soggettivamente se è il caso di farvi vaccinare contro l'influenza oppure no.

Io personalmente non mi vaccino più contro l'influenza, non mi è più possibile farlo e vivo benissimo.


Irene C, Bormio : perchè il freddo incide sulle malattie cardiovascolari?

Quando è freddo, i vasi sanguigni si restringono per ridurre la perdita di calore dal corpo. Ciò si traduce in un aumento della viscosità del sangue che mette il cuore alla prova, tuttavia vorrei ricordare che in uno studio del 2012 alcuni ricercatori statunitensi hanno sostenuto che la conseguenza dell'aumento delle malattie cardiovascolari in inverno sia dovuta a una dieta meno sana, più ricca di grassi e zuccheri con meno frutta, verdura e pesce e alla diminuzione dell' attività fisica in inverno, si esce meno, fa freddo, si sta più in casa, una conclusione devo dire molto semplice ma interessante.


Mauro P. Lucca: prevenire i malanni dell'inverno in modo naturale è possibile?

La prevenzione non è mai presa in considerazione per i malanni dell'inverno, personalmente ci sono arrivato come alternativa al vaccino, pertanto unito a norme d'igiene di vita che abbiamo descritta nel post sopra, effettivamente i metodi naturali possono aiutare ad avere un sistema immunitario più efficiente, prendo questi rimedi per una decina di giorni a inizio di ogni mese, questo non vuole dire che non vi prenderete un raffreddore o un' influenza ma ho notato che il mio fisico risponde bene e mi ammalo molto raramente.

Il Timo, infuso di timo e olio essenziali sono noti per avere un azione antisettica, antiossidante e anti batterica, secondo molti è un ottimo rimedio naturale per le infezione delle vie respiratorie. Una tisana al timo è utile per alleviare i sintomi di tosse e pertosse

L'Echinacea, che personalmente io uso nella formulazione in gocce, secondo i ricercatori stimola le difese immunitarie dell'organismo con la capacità di rendere innocui alcuni batteri, in alcuni paesi come il Regno Unito è sconsigliato ai minori di anni 12. 

Lo Shiitake, chiamato anche fungo della quercia secondo la medicina giapponese, contiene sostanze che favoriscono il controllo della pressione arteriosa, la riduzione del livello di colesterolo, il rafforzamento del sistema immunologico e l'inibizione dello sviluppo vírus e batteri. che possono provocare problemi alle via respiratorie

Il cosiddetto ginseng siberiano, eleutherococcus senticosus, viene indicata stati di stress e sovraffaticamento, secondo alcuni ricercatori rinforza il sistema immunitario aumentando il numero dei linfociti T e stimolando l'attività dei globuli bianchi, utile secondo molti nei casi d'astenia, esaurimento psicofisico, nella stanchezza, Secondo alcuni ricercatori giappponesi aiuta a migliorare la resistenza al freddo a ridurre le recidive di laringo faringite è contro indicata nelle persone con problemi d'ipertensione arteriosa.

Ci sono poi invece piante che più in generale possono aiutare nel migliorare i sintomi del raffreddamento come il : Rosmarino (dal quale si ricavano oli essenziali  può apportare dei benefici ad attività balsamica e antiinfimmatoria) ma anche lavanda, ecucalipto, Olmaria (filipendula ulmaria, principalmente utilizzata per alleviare i dolori reumatici, viene utilizzata per alleviare stati febbrili e influenzali).

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lunedì 15 dicembre 2014

La curcuma migliora le memoria nelle persone a rischio deterioramento cognitivo?

Un grammo di quotidiano curcuma potrebbe migliorare la memoria delle persone a rischio di deterioramento cognitivo correlato al diabete, secondo i ricercatori australiani della Monash University.

La curcuma è una delle spezie più studiate, nota anche come zafferano indiano, è un ingrediente molto comune nella cucina orientale, dal suo rizoma essicato si ricava una polvere che viene utilizzata in cucina, il suo colore giallo distintivo viene dalla curcumina, tra l'altro la curcuma è una degli ingredienti del famoso curry, una miscela di spezie molto utilizzata nella cucina indiana

Nella medicina ayurvedica  così come nella medicina tradizionale in Cina, la curcuma è utilizzata da secoli per stimolare la digestione, perché aumenta secrezione biliare. Negli ultimi decenni l'interesse dei ricercatori si è rivolto al alcuni curcuminoidi contenuti nel rizoma, di cui la curcumina costituisce circa il 90%. 

La ricchezza d'antiossidanti secondo i ricercatori spiega parte del sui utilizzo nella medicina tradizionale, mentre nuove ricerche hanno dimostrato un possibile beneficio nelle terapie per il trattamento dei disturbi infiammatori come l'artrite reumatoide.

La curcumina ha colto l'attenzione con dei studi in vitro che indicano che la curcumina può inibire la proliferazione delle cellule tumorali agendo a vari stadi di sviluppo e può favorire la produzione di enzimi che aiutano il corpo ad eliminare le cellule tumorali.

Inoltre i dati dei studi epidemiologici hanno fatto notare che diversi tipi di tumore hanno delle percetuali sulla popolazione molto più bassi nei paesi asiatici per uso del curcuma in cucina, personalmente su queste ultime affermazioni andrei molto più cauto, anche  se i studi a favore della curcumina non mancano.


Lo studio pubblicato nell' Asia Pacific Journal of Clinical Nutrition che hanno preso in esame un gruppo di persone assistite con pre diabete e i primi segni di demenza, hanno osservato che il gruppo che assumeva curcuma ogni mattino migliorava la memoria in sintesi la curcuma sembra influenzare positivamente la funzione cognitiva in presenza di insulino-resistenza o malattia metabolica.

venerdì 5 dicembre 2014

Obesità e tumori, quale collegamento?

Marcella B., Aosta: E' vero che l'Obesità è collegata allo sviluppo dei Tumori?

Una risposta non semplice, se ne parla molto, quello che vorrei ribadire che i Tumori hanno cause multifattoriali, negli ultimi anni secondo il mio punto di vista si sta attribuendo alla sola alimentazione troppa importanza.

Parlare di food è un business per l'industria alimentare, per le agenzie governative nazionali, per le agenzie internazionali, per la medicina, per non parlare di tutti gli esperti di nutrizione che con titoli o senza titolo compaiono dietro ogni angolo con raccomandazioni devianti. 

L'industria alimentare ha la prima grande responsabilità sulle cause dell'obesità con prodotti ricchi di zuccheri, sale e grassi, che di fatto modificano il gusto e le abitudini alimentari dei paesi ricchi ma anche dei paesi poveri, tanto che è divenuto più economico importare cibi spazzatura che produrre cibi e alimenti freschi a livello locale, con gravi conseguenze sia sull'economia che sull'ambiente.

Ma il problema non è solo la qualità e la quantità di quello che mangiamo è che in tutto il mondo non consumiamo abbastanza ci muoviamo molto meno. 

Sulle curve dell'incremento dell'Obesità nel mondo e delle diagnosi dei Tumori, più di un ricercatore ha trovato delle analogie, inoltre nell'ultimo mese uno studio pubblicato su The Lancet Oncology condotto da IARC l'agenzia internazionale di ricerca sul cancro che attribuisce all'obesità un fattore di rischio per lo sviluppo dei tumori.


Secondo i dati dell'OMS, dal 1980 .il numero di casi di obesità è raddoppiato  Il sovrappeso riguarda 1,4 miliardi di persone, di cui più di 200 milioni di uomini e quasi 300 milioni di donne sono obesi, ricordiamo inoltre che ci sono 500 milioni che non hanno abbastanza cibo.

Per lo studio pubblicato su The Lancet Oncology  il sovrappeso e l'obesità è stato valutati come un fattore di rischio nello sviluppo dei tumori del 3,6% .

Secondo i ricercatori il collegamento tra l'eccesso di peso e i tumori è da ricercare nella flora intestinale squilibrata che più che l'eccesso di peso è influenzata da una dieta ricca di grassi e zuccheri, che tende a favorire la produzioni di più composti che favoriscono la formazione dei tumori.

Lo studio dimostra che la relazione tra cancro e obesità colpisce più le donne  5,4% rispetto agli uomini 1,9%, tra i tumori femminili più collegati all'Obesità  il cancro dell'endometrio e il cancro al seno (73%) dopo la menopausa, negli uomini l'Obesità sembra generare di più i tumori del rene e colon (66%).

Lo studio conclude dicendo che si sarebbe potuto evitare se le persone in questione avevano semplicemente mantenuto il loro peso medio di 30 anni prima.

Io personalmente a 20 anni pensavo 61 kg e mi sentivo anche grasso, ora che no 50 anni e peso 89 kg, è la logica delle cose, il corpo cambia non possiamo avere a 50 anni il fisico di venti anni, chi ci riesce grazie alla costituzione fisica può ritenersi fortunato ma diciamo che questo è una indicazione poco reale e difficile da seguire semmai sarebbe meglio parlare di peso ragionevole, di peso in relazione all'età, mantenere il peso da giovani, non voglio dire che sia impossibile ma è un obiettivo al di fuori della portata di molte persone assistite.

Rispetto ad altri fattori di rischio dei tumori quello alimentare sembra più semplice da gestire e più condizionato dalla nostra volontà e più facile da modificare.
.

Sintesi: i tumori hanno causa multifattoriale, fattori genetici che si possono sommare e non a fattori ambientali e di stile di vita, il collegamento tra obesità e tumori è stata dimostrato, tuttavia i tumori si sviluppano in persone obese e anche in persone non obese, forse nelle persone obese il fattore di rischio è più alto, tanto chè è stato calcolato una possibile incidenza dell'Obesità nello sviluppo dei tumori del 3,6% (ricordate i fattori anche che incidono per l'altro 96,4%), questo indica che bisogna essere vigili sulla propria salute.

sabato 29 novembre 2014

Fairlife, il latte il nuovo business di Coca Cola?

Notizia che hanno dato tutti i media, l'entrata di Coca Cola nelle bevande della salute, già questa notizia fa drizzare le antenne, se Mcdonalds vende broccoli e insalata perché Coca Cola non può vendere le bevande della salute?

In questo caso Coca Cola si affida come bevanda della salute a un latte che ha chiamato Fairlife. Tutti i media dando la notizia hanno rimarcato lo slogan il latte e la salute, attenzione non è casuale!

Certo che se proprio valevano fare una bevanda della salute, del latte c'era bisogno viene spontaneo chiedersi? Che so io, non era sufficiente del vero succo di frutta, della limonata, dell'acqua?

Però se si va un po' ad indagare più che Coca cola verso il mercato della salute, Coca cola va in soccorso dei produttori di latte, ebbene si le vendite del latte sono scese dell'8% nell'ultimo anno negli USA, il latte genera sempre più avversione nei consumatori, anche il mercato del formaggio gli Usa non sono più tra i grandi consumatori di formaggio.

Teniamo presente che il consumo del latte non interessa tutto il globo ma solo una parte, sembra quindi più che altro che Coca cola vado in soccorso dei produttori di latte e delle multinazionali del latte che hanno negli ultimi anni delle chiare difficoltà d'immagine e di vendite in tutti i mercati europei e degli Stati Uniti le vendite a volume sono tutte negative rispetto agli anni precedenti.
Questo ha generato un surplus di latte per una mancanza di vendita.


Fairlife, questo è il nome del latte di Coca Cola non è un semplice latte, come poteva essere? Ma è un latte + del 50% di proteine, + circa 50% di calcio, -50% di zucchero di un latte normale, pertanto quanto dichiarato dall'azienda sul sito senza lattosio.

Già pronti distributori nelle scuole e nelle mense  e la versione yogurt greco con il marchio Pinkberry
Fairlife costa il doppio di un normale latte.

Quello che mi ha più divertito è stata la spiegazione di come viene ottenuto questo elisir della salute, tramite filtraggio, loro filtrano il latte e ottengono un latte con il 50% in più di proteine, circa il 50% in più di calcio, meno zucchero e senza lattosio, è il filtro di Mago Merlino per caso? Ma dove l' avete comprato sto' colino che invece di togliere moltiplica?

Non sarà magari cosi per caso che viene aggiunto qualcosa? In modo del tutto naturale ovviamente, come nel caso dei tanti yogurt greci che nulla hanno dello yogurt greco ma hanno più proteine, ecc ?


Questo Fairlife, un tipo di latte chiaramente risponde come prodotto delle nuove esigenze del mercato che vedono in modo positivo i cibi ricchi di proteine sulla scia della dieta dunkan, cibi con più calcio anche se intake tra calcio e prevenzione dell'osteoporosi è molto in discussione, è il senza lattosio che forse potrebbe aprire a un mercato più vasto come quello asiatico e cinese dove il 95% sono intolleranti al lattosio, pertanto un prodotto più adatto ai nuovi mercati, ma che l'alto costo del prodotto lo rende più di difficile distribuzione nei mercati sud americani, africani ed asiatici..

Prima di darne un  giudizio completo su Fairlife  aspettiamo di vederlo al supermercato, al momento possiamo dire che le news non ci predispongono positivamente.

Devo dire nemmeno però in Gran Bretagna, sta suscitando un ondata di protesta la comunicazione di Fairlife, che ha visto protestare la maggior parte delle signore, nella comunicazione si vedono delle signorine in atteggiamento molto sexy per pubblicizzare il prodotto, diciamo che si vuole comunicare un elisir della salute di un prodotto è un modo un po' originale di farlo, forse non è la sola buccia di banana in cui Coca Cola rischia di scivolare.

Info: Fairlife




martedì 25 novembre 2014

Chi sono i più grandi consumatori di formaggi? Quale incidenza su obesità e osteoporosi?

In questi giorni è stato pubblicato sul giornale economico The Wall Street Journal, la classifica dei paesi più consumatori di formaggi, ho voluto confrontare questi dati con le statistiche di alcune patologie che sono in qualche modo collegate nella cultura comune al consumo di formaggi per vedere se a livello statistico ci sia una relazione tra più alto consumo di formaggio e l'Obesità e l'Osteoporosi.

Chi sono i più grandi consumatori di Formaggi nel mondo?

1. Francia: 25,9 kg. per abitante nel 2013
2. Islanda: 25,2
3. Finlandia: 24,7
4. Germania: 24,3
5. Estonia: 21,7
6. Svizzera: 21,3
7. Italia: 20,7
8. Lituania: 20,1
9. Austria: 19,9
10. Svezia 19,8


Consumo pro capite non esprime la grandezza del mercato

Il consumo procapite però è un dato relativamente significativo perchè mette sullo stesso piano Francia con 66 milioni d'abitanti e l'Islanda con 300 mila abitanti, due mercati diversi sopratutto per volumi e varietà.

Quello che spicca è che i formaggi sono consumati più in Nord Europa che nel Sud Europa, l'aspetto se vogliamo interessante è che questi sono anche produttori di formaggi, sembra che consumatori di formaggi e produttori di formaggio condividono lo stesso paese e lo stesso spazio.

Si potrebbe pensare che ci sia un collegamento tra ambiente temperature e consumo di formaggio a incidere sicuramente di più l'intolleranza al lattosio, si conta che il 95% dei cinesi sia intollerante al lattosio, comune anche a molti altri paesi asiatici, africani e del Sud America.

Mi ha molto sorpreso non vedere nella classifica alcuni paesi molto noti per i loro formaggi come i Paesi Bassi,la Polonia, il Regno Unito che è nelle posizioni intermedie con 11,6 kg per abitante all'anno come anche gli Stati Uniti con 15,6 kg.

Agli ultimi posti della classifica spicca la Cina, la Colombia il Sud Africa e il Sud Korea con meno di 2 kg di formaggio all'anno.


Consumo di Formaggi e Obesità e sovrappeso

Si è sempre detto che i formaggi sono ricchi di grassi e quindi mangiarne in più quantità sono dei prodotti che facilmente possono contribuire ad essere in sovrappeso e obesi, ho confrontato questi dati con i dati a livello mondiali dell'Indice di Massa Corporeo Medio (BMI).

Il primo paese europeo per numero medio più alto di BMI è la Grecia, che invece non è un gran consumatore pro capite di formaggio, al secondo posto la Germania che abbiamo visto essere il quarto paese per consumo pro capite di formaggi, mentre terzo il Regno Unito.

Se andiamo a vedere anche i dati relativi all'Obesità. il Regno unito è il primo paese per percentuale d'obesi con il 23% seguito dalla Grecia il 22% e la Germania con 13%.

Tra i paesi che invece che consumano poco formaggio, si differenzia la Colombia che hanno un BMI medio di 26,6, il Sud Africa 26,3 degli indici che possiamo definire alti.

Classifica BMI medio nei paesi europei

1. Grecia 27,5 (13° nel mondo)
2. Germania 27.1 ( 23° nel mondo)
3. Regno Unito 27,0 (26° nel mondo)
4. Slovenia 26,5
5  Austria 26,4 
6  Finlandia 26,4
7  Svizzera 26,1
8  Croazia 26
9  Portogallo 25,8
8  Spagna 25,7
9  Lituania 25,5
10.Ungheria 25,5
11 Svezia 25,4
12 Norvegia 25,3
13 Polonia 25,1
14 Italia 25,1
15 Paesi Bassi 25

Questa analisi indica che il consumo di formaggi potrebbe influenzare in qualche modo il peso ma non in modo determinate, ben 5 paesi europei su dieci , sono tra più grandi consumatori di formaggi hanno anche in BMI in media più alto, ma può essere solo indice di un alimentazione più ricca, il primo paese tra i più grandi consumatori di formaggio è la Germania secondo in Europa ma 23° nel mondo. 

La Grecia che ha media del BMI più alto è tra i paesi europei sotto alla media per il consumo di formaggio. La Francia nonostante siamo i più grandi consumatori di formaggi hanno la media dell BMI di 24,9 più basso dell'Italia che è di 25,1. 

C'è una spiegazione nella cultura alimentare, i francesi mangiano il formaggio con molte verdure, per esempio salade de chevre chaud, cioè insalata con formaggio caldo oppure sopra la zuppa di cipolle, nella torta di porri, pertanto è l'alimentazione nel suo complesso, le abitudini alimentati e stile di vita permettono d'avere consumi alti di formaggio pro capite e bassa percentuale di BMI.


Consumo di Formaggi e Osteoporosi

Abbiamo sempre sentito dire, mangiare più porzioni di latte e prodotti derivati del latte per prevenire l'osteoporosi, abbiamo esaminato l'incidenza di una delle conseguenze più gravi dell'osteoporosi il rischio della frattura delle ossa dopo i 65 anni, i paesi più a rischio sono:

1) Regno Unito
2) Stati Uniti
3) Svezia
4) Canada
5) Austria
6) Svizzera
7) Russia
8) Francia
9) Germania
10) Finlandia

Bene notare che sei paesi su dieci sono tra i primi dieci consumatori di formaggi, nonostante siano nella classifica di consumo più alto di formaggio procapite sono tra i paesi con il maggior rischio di fratture dopo i 65 anni, pertanto che abbiamo sempre in particolare modo nel post il latte è un veleno 2, il consumo di più porzioni di latte e latticini può non essere efficace nella lotta contro l'osteoporosi.


Sintesi: questi dati cosa ci suggeriscono? Che il consumo di più porzioni di latte e derivati del latte potrebbe non incidere sulla prevenzione dell'osteoporosi, anzi i paesi che consumano in media più formaggio hanno il maggiore rischio di fratture ossee dopo i 65 anni, mentre invece per quanto riguarda l'obesità e il sovrappeso esiste una relazione ma non è determinante, per lo meno sembra incidere in alcuni paesi nel senso d'indice di un alimentazione ricca e per niente in altri paesi, il primo paese tra i più grandi consumatori di formaggio con BMI più alto è la Germania al 23° posto, che ha un indice d'obesità del 13% nella popolazione.

Come abbiamo sempre detto l'obesità ha cause multifattoriali e le patologie devono essere valutate in base ai comportamenti individuali, non è detto che se si abita in un paese con BMI alti di media si deve essere per forza obeso e sovrappeso anche se il contesto nel quale si vive è uno di quei fattori che bisogna sempre prendere in considerazione.

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giovedì 20 novembre 2014

Caro Ministro della salute ma è più preoccupata della salute delle aziende che della salute degli italiani?

Leggo oggi su un quotidiano che il Ministro della Salute si oppone alla proposta dell'Oms della riduzione dei zuccheri nei prodotti industriali perchè è un attacco all'aziende italiane, non c'è alcuna prova della relazione tra zucchero e obesità!

Un dubbio sorge, caro Ministro della Salute ma è più preoccupata della salute delle aziende o della salute degli italiani?

Anche io ogni tanto la mattina mi sveglio e mi sento bagnino della serie Baywatch va beh poi mi vedo allo specchio e ritorno quello del giorno prima, sarà capitato anche al ministro si è svegliato stamattina come Ministro dell'Economia o non della Salute? Può succedere!

Caro Ministro, un invito a riflettere, quello proposto dall'Oms non riguarda solo le aziende italiane ma tutte le aziende di tutti i paesi, a prescindere dal fatto che io sia d'accordo o meno, perchè se dipendesse dalle aziende metterebbero nei prodotti di tutto e di più, le norme di legge si fanno per tutelare la salute dei consumatori e non la salute delle aziende!

Non a caso per fare notare meno il contenuto di zucchero lo chiamano in  più modi, pur di non farlo comparire primo nella lista degli ingredienti, così allo zucchero si aggiunge ogni tanto sciroppo di zucchero, sciroppo di mais (di quale mais non si sa neanche bene, chi vuole capire capisce), sciroppo di zucchero invertito, sciroppo di glucosio-fruttosio ma sempre zuccheri sono, per non parlare degli edulcoranti.


Aziende italiane? 
Mi permetta di dissentire, bisognerebbe specificare di quale aziende parliamo, vorrei vedere quante di queste veramente danno lavoro in Italia, molto aziende hanno delocalizzato producono al di fuori dell'Italia e hanno la sede in Lussemburgo, sono italiane solo di nome hanno il 90% della produzione all'estero, si può dire che un azienda sia italiana se dà lavoro e ha stabilimenti in Russia, Serbia e Romania?

Di questi giorni la notizia che una nota azienda alimentare italiana che negli ultimi dieci hanno ha fatto solo investimenti all'estero (cioè delocalizzato, portato il lavoro fuori dall'Italia) ora si avvia al fallimento e chiede di essere salvata, mi auguro non con il danaro dei contribuenti italiani ...

Riduzione non solo di zucchero
A prescindere dal fatto che io sia d'accordo o meno se le aziende riducono lo zucchero nei prodotti industriale sarebbe un ottima cosa stabilire dei limiti dei mix di zuccheri,  delle percentuali dei grassi e del sale come d'additivi, anche se la dipendenza da un prodotto dal gusto dolce è dato sia da una dipendenza psicologica, che fisica, che gustativa, più zucchero ingeriamo meno il palato ne percepisce il sapore e più sentiamo la necessità di zucchero.

Chiaramente limitare l'uso di alcuni ingredienti non basta, perchè non tratta la dipendenza psicologica e fisica, si è passati da un dolce a settimana alla frequenza di prodotti con zucchero a tutte le ore del giorno, basta accendere un attimo il televisore e vedere pubblicità solo di snack dolci.

Serve una politica coerente con programmi multidisciplinari
In questi anni abbiamo visto passare per frutta, pezzettini di frutta con l'80% di zucchero, yogurt con più del 20% di zucchero, lattina di bevande con 7 bustine di zucchero, si può anche continuare cosi, però l'obesità ha causa multifattoriali è vero ma non piove dal cielo!

A quanto un programma di salute sull'attività fisica della popolazione, su come agevolarla  e stimolarla a tutte le età?

Nell'articolo si cita che Lei è contraria alla sostituzione degli zuccheri con gli edulcoranti, anche io, però l'Efsa gli ha resi perfettamente legali e utilizzabili, è stata proprio l'Italia con i suoi rappresentanti uno dei promotori, io se vedo un prodotto con asptartame o altra edulcorante non lo acquisto.

Dovrei state ancora qui a spiegare l'indice glicemico di come si misura e cos'è? Di tutta le letteratura medico scientifica sull'abuso di zucchero, preferisco di no, non sono più interessato a fare cambiare opinione a qualcuno.

Purtroppo sembra che si possa supporre da quello che si legge sui giornali, che ci sia una parte della classe politica e della classe dei medici che sia sponsorizzata dalle aziende per dire di tutto e di più, io avrei anche altre parole ...


Educazione nutrizionale delle aziende anche no, grazie
Si dice non bisogna proibire ma fare educazione, cioè più soldi dello stato che vuole dire più soldi in tasse dei contribuenti, io vedo fare educazione da venti anni, spendere milioni e milioni d'euro, ma con quali risultati?

Per non parlare dei siti delle aziende in cui l'educazione nutrizionale viene utilizzata per vendere creme al cioccolato a tutte le ore, ricche di zucchero e altri ingredienti di dubbia origine! Anche che no grazie, vendi prodotti ricchi di zucchero che promozioni da mangiare 24 ore su 24, almeno risparmiaci l'educazione nutrizionale del super esperto!

Per quanto mi riguarda mi sembra oramai tutto un circo equestre tra belve addomesticate, giocolieri, acrobati e pagliacci.

Da quello che sembra mi fa l'idea che la politica non difenderà mai la salute delle persone, mi sembrano che siano sono troppo impegnati a difendere la propria.

Avete voglia di dolce fatevelo a casa ma non diventate dipendenti da merendine, biscotti, crema al cioccolato, non va mai bene il proprio benessere sia fisico che psicologico essere dipendenti da qualcosa, ma sopratutto essere dipendenti da qualcuno.


chiedo scusa questo è un po' un monologo ma se qualcuno ha da dire qualcosa...


lunedì 17 novembre 2014

Patatine fritte : Chips, puttin' on the Ritz

Lo snacking classico a cui ogni bambino della mia età aspirava, vederle mangiare agli altri bambini e sentirgli fare crunch mi faceva venire un nervoso. Il massimo consentito a casa mia era il panino con il formaggio fresco fatto da mia nonna e pomodoro dell'orto.

Facevo la merenda di nascosto dagli altri bambini, perché se oggi mangiare prodotti sani e genuini è considerato una virtù, a cavallo degli '60  e 70 in pieno boom economico, dove tutto quello che veniva dall'America era sinonimo di modernità, tutto quello che veniva dalla campagna era sinonimo d'arretratezza.

Ricordo che i primi soldi della paghetta finirono su un pacco di patatine fritte e per contentezza mi inventai chips, puttin on the ritz, cantando quella canzone che sentivo sempre alla radio, un modo per esprimere la gioia di sentirmi qualcuno con finalmente il mio pacco di chips!


Da dove arrivano le patatine fritte?
La patatine fritte vengono proprio dall'America ed esattamente da Saratoga Springs, nello stato di New York, si racconta che un cuoco un certo George Crum a cui un cliente aveva rispedito indietro le patate perchè troppo spesse per ripicca le taglio sottilissime come per fare delle fettine di limone e le ha fritte nell'olio, però quella volta non tornarono indietro, cosi sono nate le chips le patatine fritte che tutti noi conosciamo tanto che venivano chiamate Saratoga Chips.

Dalle cucine dei ristoranti le patatine fritte ben presto arrivano nelle cucine di casa, i primi tentativi di renderlo un prodotto artiginale industriale fu fatto dall'azienda Mike-sell's Potato Chip Company a Indianapolis nell'Indiana ma il primo vero stabilimento fu Leominster Potato Chip Company nel Massachusetts, il prodotto però aveva un tempo di consumo breve, sarà solo con l'invenzione del cellophane che ha permesso alla patatine fritte di diventare un prodotto della grande distribuzione sempre pronto che tutti oggi conosciamo.


Chi sono i più grandi consumatori di Chips?

I dati del consumo di snack salati e in crescita (+ 3,85) e le chips sono il prodotto più acquistato, chi sono i più grandi consumatori di patatine fritte? In una ricerca della Kantar Media di alcuni anni fa, risultava che gli americani l'86% dichiara di mangiare abitualmente patatine fritte, cosi come i francesi, che risultato essere tra i maggiori consumatori di chips patatine fritte, chi l'avrebbe mai detto? Altro che Patè, Madeleine, Eclair, Choux Choux, Macaron  i francesi vanno a chips di patatine fritte!

Al terzo posto gli inglesi l'84% questo non stupisce è il paese del fish anche chips mica per nulla.
Al quarto posto gli egiziani, il 72% consumano abitualmente patatine fritte, ora non per essere blasfemi ma un dubbio sorge, ma ai tempi del Profeta c'erano già le Chips? 
Al quinto posto i brasiliani , il 51 % consumano abitualmente patatine fritte, questo è il chiaro riflesso della nuova società Brasiliana con modelli di consumo molto vicino agli Usa.


Una nuova segmentazione del mercato per creare valore aggiunto (+ 150%)

Se fino a qualche anno fà bastavano le patatine fritte classiche per soddisfare il gusto dei consumatori, negli ultimi anni accanto alle patatine fritte classiche si sono unite le patatine fritte di diversa lavorazione, taglio e forma ma in particolare le chips agli aromi, le chip al gusto, questo ha determinato un nuovo valore aggiunto.

Ci sono le chips che tentano di differenziarsi per varietà di patate, qualità e varietà degli ingredienti, olio d'oliva, con sale marino selezionato, con pepe, chips leggere con il 30% dei grassi in meno, ma la grande maggioranza della chips sono gli aromi, si va da quelli più semplici di spezie ed erbe aromatiche a quelli più complessi, dall'aceto balsamico ai gusto di formaggio e alcolici, quello che è divertente è che oramai le chips si coniugano con tutto, forse è il settore dell'industria alimentare dove lavora di più l'industria degli aromi.

Questo tradotto in calcolo di spesa cosa vuol dire che se le chips patatine fritte classiche costano 5,31 euro al kg la Chips kettle all'aceto balsamico 13,27 euro al kg una differenza particolarmente significativa.

Chips paese che vai gusti che trovi

La chips sono riuscite a seconda del mercato ad "adattarsi" al gusto dei consumatori, un vera strategia del mercato di un sola azienda la Pepsi che con il marchio principale Lay's controlla la maggior parte del mercato delle chips, se poi unito al suo concorrente Pringles fanno quasi un duopolio, non mancano alcuni mercati dove sono aziende locali ad avere la meglio sulle aziende globali, in Italia per esempio Sancarlo e Amica chips hanno la maggior parte del mercato.

In Canada Lays chips al cappuccino!


Il marchi Smith in Australia le
Chisp con vegemite

Il marchio Lays in Spagna
le chips al Jamon
le chips al Salame 



ma anche la chips in versione ondulata al cheese burgher



In Scott Farm Chips propone le chips di patata dolce


In Scozia la Mackie's of Scotland, propone chips con il sapore di whisky e Haggis, il tipico piatto scozzese fatto con frattaglie di pecora e strutto di maiale!



ma anche al classico gusto Bacon!




Ancora in Canada con le Lays merple moose allo sciroppo d'acero!



Lays Wasabi Ginger


L'azienda Kettle propone Chips allo Stilton e porto, chips Birra e formaggio Cheddar, un insolito abbinamento formaggio e bevanda


Trovo molto diverte le Chips al gusto frutta, che non fanno parte delle porzioni di frutta e verdura meglio precisarlo come la Lays al Kiwi in Cina e Korea, Pringles al mirtillo nero.

Da ridere anche quelle al sapore di dolce, Lays chips al cioccolato, al sapore di brioche alla cannella, Pringles cannella e zucchero, Pringles al bianco cioccolato e menta, Lay's waffels



In Cina invece è stato recentemente lanciato Lays Pepsi and chicken il gusto di chips alla pepsi cola e pollo arrosto, pare sia un abitudine in Cina marinare il pollo prima di cuocerlo con la pepsi, va beh paese che vai usanze che trovi!



Le chips scoprono anche l'occasione dei momenti di consumo con gusti speciali per Natale 2014:

Tyrell English Crisp le Merry Crisp-mas, confezione speciale con patatine chips fatte con patate bianche e patate rosse



Burt Potato Chips al gusto di tacchino arrosto con castagne a Natale nel mercato inglese!

Sintesi: come abbiamo visto in tempo di crisi l'industria dello snacking va molto bene, le chips hanno trovano un nuovo modo per solleticare il gusto dei consumatori.

Sono sempre di più alimenti multi sensoriali dove al gusto già molto noto e riconosciuto di fritto e sale si sono aggiunti nuovi aromi, per attrarre ancora di più il consumatore ma anche abituare il palato a un certo tipo di gusto che attira sempre di più e rischia di condizionare le scelte alimentari future.

Quello che preoccupa di più i ricercatori è il contenuto di acrilammide, che si può formare durante la cottura ad alte temperatura, che secondo alcuni studi può essere cancerogeno.

Come abbiamo sempre detto è un problema d'educazione, quantità e frequenza, bisogna ricordare che le chips sono ricche di calorie, grassi e sale, ai 30 g di porzione consigliati sulle confezioni e sulle tabelle nutrizionali non ci crede nessuno, chi apre un pacchetto di 150 g di chips lo finisce.

Sono tra i prodotti più acquistati da sempre, inutile i tentativi di disincentivare l'acquisto, chi ama le chips non legge gli ingredienti e la tabella nutrizionale, chi acquista le chips lo fa per motivi che non sono negoziabili "Chips, puttin on the ritz".


NB La canzone Puttin'on the Ritz è stata scritta alla fine degli anni '20, all'inizio della Grande depressione economica negli USA, nel periodo che ha segnato l'inizio della distribuzione delle chips nei negozi americani. L'espressione Puttin'on the Ritz è uno slang che vuole dire mettersi e sintirsi in come per andare al Ritz, un paradossale sentirsi ricchi di gusto come quelli che vanno a mangiare al Ritz.



martedì 11 novembre 2014

Prevenire l' Alzheimer con le noci o con un nuovo stile di vita ?

Antonella V, Este: ho letto che le noci prevengono l'Alzheimer è vero?
Sandro G, Milano: il caffè aiuta a prevenire l'Alzheimer?
Michela S., Chieti: bere un bicchiere di vino al giorno, previene l'Alzheimer?

Ogni settimana a scadenza variabile è un continuo proliferare di studi sul rapporto tra Alimentazione e Alzheimer, quando non si conoscono le cause di una malattia, quando non c'è una terapia, prolifica una sorta di tuttologia dove nulla si può escludere ma nemmeno includere.

Spesso si tratta di studi di primo livello su cavie, studi in vitro o studi d'osservazione, interessanti per certi versi ma che rischiano d'alimentare speranze e illusioni, non sappiamo nel futuro che tipo d'evoluzione potranno avere, prima di pubblicarli bisognerebbe andare più cauti.

Dopo alcool, caffè e toccato alle noci, dove uno studio su cavie (non sull'uomo) è stato pubblicato nel Journal of Alzheimer indica che una dieta che includa le noci potrebbe avere un effetto benefico nel ridurre il rischio, ritardare l'insorgenza, rallentare la progressione della malattia d'Alzheimer, si parla di una quantità di noci che potrebbe variare da 30 ai 50 g al giorno.

In precedenza diversi altri studi avevano messo in risalto che la noce poteva avere ha un effetto protettivo contro il danno ossidativo causato dalla proteina beta-amiloide

La proteina beta amiloide è il componente principale delle placche amiloidi che si formano nel cervello dei pazienti con malattia di Alzheimer.


La ricerca guidata da Abha Chauhan, PhD, direttore del Laboratorio di Neuroscienze dello Sviluppo presso l'Istituto Statale di New York attribuisce i benefici all' alto contenuto d'antiossidanti di noci un fattore che potrebbe avere contribuito a proteggere il cervello delle cavie dalla malattia di Alzheimer, ridurre l'infiammazione e lo stress ossidativo.

Ricordiamo che le noci contengono degli antiossidanti come l'acido ellagico, melatonina, Vitamine E alfa tocoferolo .

Secondo le stime del Governo americano il numero di ammalati con la malattia di Alzheimer e le altre demenze sono destinati a crescere rapidamente nei prossimi anni con l'invecchiamento della generazione del baby boom del dopoguerra, si stima che nel 2050 il numero di persone con più di 65 anni con malattia di Alzheimer può triplicare pertanto è importante fin da subito cercare di trovare delle strategie per prevenire, rallentare o fermare la malattia.

Qualche parola in più sulle noci che oltre ad antiossidanti contengono vitamine e minerali ma soprattutto sono una fonte significativa di acido alfa-linolenico (ALA), un acido grasso omega-3 che ha un riconosciuto beneficio nella prevenzione dei livelli alto di colesterolo e nelle malattie cardio vascolari e celebrali, pertanto sono questi componenti nel loro insieme che potrebbero svolgere un ruolo antinfiammatorio e proteggere le cellule cerebrali dai possibili danni ossidativi

Una sola osservazione se qualcuno intende aumentare il consumo di noci, queste hanno un contenuto di calorie non indifferente, pertanto è consigliabile non di aggiungerla alla normale alimentazione come un qualcosa in più ma piuttosto di sostituirla al posto di un altro alimento, un roux vegetale alle noci per mantecare un risotto al posto del burro, oppure ancora meglio al posto di uno snack salato o dolce a merenda qualche noce con un frutto.


Quindi per prevenire Alzheimer devo mangiare noci, bere caffè e alcool oppure un nuovo stile di vita con un alimentazione senza glutine e a basso indice glicemico?

No non è cosi semplice, sono tutti alimenti che possono fare parte di un alimentazione equilibrata ma in piccole proporzioni, in particolare di caffè e alcool è bene non abusare.

Cerchiamo di dare una risposta con un punta di vista più ampio, Alzheimer è una delle malattie neurodegenerative, anche se non conosciamo la causa possiamo sicuramente dire che in parte è data dall'invecchiamento delle popolazione, oggi la vita media è molto più alta pensate che all'epoca dei romani, la vita media di una donna era 30 anni e di un uomo 40 anni, mentre oggi 80 per gli uomini e 90 anni per le donne, quindi pensate il tipo d'evoluzione positiva che abbiamo avuto in duemila anni.


Ad incidere sulla malattia potrebbe essere anche lo stile di vita della società d'oggi, recentemente è stato pubblicato un piccolo studio pubblicato su Aging e su 10 pazienti con disturbi della memoria, dove attraverso un programma personalizzato che coinvolge cambiamenti nella dieta, gestione dello stress e esercizio fisico mostra la possibilità del miglioramento della proprietà cognitive di 9 su 10 individui con un programma di 3 a 6 mesi.

Lo studio svolto all'University of California su 10 pazienti che hanno avuto la perdita di memoria associata alla malattia di Alzheimer, tanto che sei dei pazienti avevano dovuto smettere di lavorare . Il programma ha previsto una serie d'azioni come cambiamenti nell'alimnetazione, la stimolazione del cervello, esercizio fisico come camminare, yoga per battere lo stress, l'ottimizzazione del sonno..


Quello che destato la mia attenzione è stato nella dieta l'eliminazione del glutine, dieta a basso contenuto di carboidrati, dieta a indice glicemico basso, riduzione alimenti trasformati, più frutta e verdura.

Il tempo dei pasti : una pausa d' almeno 12 ore tra la cena e la prima colazione e 3 ore tra la cena e prima di coricarsi

Un programma di riduzione dello stress praticando yoga due volte al giorno

Un programma dell'aumento del sonno per garantire 8h di sonno a notte

30 minuti d'esercizio fisico al giorno

Integrazione vitamine B12 e D3, olio di pesce, coenzima Q10

Dopo questa terapia si ha avuto un miglioramento delle funzioni cognitive, del BMI del peso e 6 di questi pazienti sono riusciti a tornare al lavoro, fattore quest'ultimo non trascurabile.

Dal mio punto di vita questa ricerca è importante perchè i risultati suggeriscono che, almeno nelle prime fasi il declino cognitivo è in parte dovuto a processi metabolici che per essere affrontati non basta mangiare noci, bere moderatamente l'alcool o caffè ma un programma teso a migliorare lo stile di vita e la qualità della vita dei pazienti,  magari in un immediato futuro la malattia d' Alzheimer si potrà stabilizzare o invertire attraverso cambiamenti nello stile di vita abbinato ad una terapia farmacologica.

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Riferimenti:
1) Abha Chauhan, PhD et al. Dietary Supplementation of Walnuts Improves Memory Deficits and Learning Skills in Transgenic Mouse Model of Alzheimer's Disease. Journal of Alzheimer's Disease, Volume 42, Number 4 / 2014 DOI: 10.3233/JAD-140675

2) Dale E. Bredesen. Reversal of cognitive decline: A novel therapeutic program. Aging, September 2014.