I nostri imprenditori nella maggior parte sono persone che si sono fatte da sé, nella maggior parte artigiani, partendo da zero con poca propensione ad accettare i consigli. Negli anni ’90 il movimento Slow Food ha portato a fare emergere tanti produttori di qualità, ma le lacune commerciali sono emerse ancora di più, vanificando i diversi sostegni economici europei.
Era chiara la necessita di spazi appositi di promozione e vendita per i prodotti che nei canali della grande distribuzione e della ristorazione si perdono e non riescono a dimostrare la differenza di qualità a giustificazione di un prezzo alto, oggi la rincorsa al primo prezzo non gli rende merito.
Si stanno creando così dei nuovi “format” che intendono proporre al consumatore il meglio della qualità e all'interno di uno shopping emozionale che sembra che sia la formula più adatta per i prodotti italiani.
Eataly
Oscar Farinetti ha vinto la sua scommessa? A un anno dall’apertura di Eataly a Torino, uno spazio multifunzionale dove si trova tutto quello che serve a cucinare e mangiare bene, un successo da 31 milioni di euro d’incasso! Si tratto di uno spazio unico nel suo genere che unisce, mercati, luoghi di consumo e luoghi di convivialità con degustazioni e ristorazione. Farinetti ha colto un opportunità e l'ha trasformata in un idea tutt’altro che disprezzabile. A essere sincero non so quanto sia replicabile ma le prossime aperture a Genova, Venezia e Bologna ma soprattutto le due aperture a New jork al Rockfeller Center e a Tokyo potrebbero aprire nuovi orizzonti, per la mancanza in questi paesi dei punti di riferimento per i prodotti italiani.
Città del gusto
Invece è inscindibile dal Gambero rosso, gruppo editoriale, ma anche scuola di cucina, scuola di degustazione, iniziative culinarie, incontri enogastromici in una cornice d'eleganza e gusto, luogo per autentici gourmand. Ora dopo Roma si duplica a Napoli possibili nuove aperture in tutta Italia.