sabato 31 ottobre 2015

Novità : Alpiyo Valtellina, lo yogurt di montagna

Un altra novità al banco degli yogurt nel supermercato, è arrivato Alpiyo lo yogurt che viene dalla Valtellina, un prodotto per alcuni versi interessante ma come vedremo presentato in modo poco felice, viene prodotto dalla Latteria Sociale di Chiuro.

Sembra che in Valtellina si siano detti perché lo yogurt dell'Alto Adige si e lo yogurt della Valtellina no? Cosi ecco arrivato lo yogurt della montagna lombarda, quando ci si immette in un mercato come quello dello yogurt maturo, bisogna che ci sia una bella novità perché è difficile farsi notare se non sia ha un contenuto diverso o innovativo.

I punti forti di questo yogurt sono:

Sia il latte che la confettura è prodotto in Valtellina, il latte è delle mucche valtellinesi mentre la frutta, anzi la confettura viene realizzata in Valtellina, questa particolarità identifica molto lo yogurt e il prodotto con la Valtellina.

Confettura al posto di preparazioni alla frutta, altro punto forte se vogliamo è che mentre altre marche di yogurt utilizzano aromi o preparazioni di frutta con molto zucchero e poca frutta, questo yogurt utilizza solo confettura extra con una buona percentuale di frutta.

Ha un buon sapore, forse un po troppo cremoso ma molto piacevole.

Alcune novità di gusto come lo yogurt alla liquirizia, pere e cioccolato, kiwi.



I punti deboli di Alpiyo sono:

Il prezzo, sicuramente il prezzo è caro, costa la confezione singola 1,25, il prezzo al chilo superiore ai 9,00 euro, in alcuni punti vendita l'ho visto a 1,39 più di 11 euro al Kg, teniamo presente che costano meno alcune marche di yogurt greco, ottenuto con un procedimento particolare e costoso. allo stesso prezzo di uno yogurt alpiyo si comprano 2 yogurt dell'Alto Adige delle marche Mila, Vipiteno e Merano, anzi una confezione doppia costa in alcuni casi anche meno di un euro e quindi Alpiyo rispetto ad altri yogurt è caro costa il doppio.

La frutta della Valtellina non ha nell'immaginario comune non ha una grande considerazione, il frutto più noto è la mela, io che sono un consumatore attento, conosco la produzione di frutti di bosco e di castagne. Comprendo che a Chiuro c'è una delle più note aziende di produzione di confetture ma non tutta la frutta viene dalla Valtellina, l'abbinamento è interessante ma colpisce poco sarebbe stato fare trovate nei punti vendita lo yogurt alla mela, partire da dei prodotti già noti per la loro caratteristica territoriali, l'azienda lo produce ma non viene distribuito nei punti vendita maggiori, io ho trovato solo quello bianco, frutti di bosco e mirtillo.

Non è tutto a km zero è questo è un limite, era meglio partire con pochi gusti che identificavano meglio il territorio, partire con yogurt alla banane, yogurt con i kiwi, yogurt con i limone, disorienta perchè chiaramente non sono frutti che crescono in Valtellina.

La comunicazione, il prodotto si vuole imporre come yogurt premium, yogurt di qualità, ma non lo spiega, non lo comunica nè visivamente nè sull'etichetta, non è percepibile.



Sintesi: nonostante sia un più che discreto yogurt di latte intero con aggiunta di confettura, il prodotto è carente, in un mercato ricco di tanti competitor, manca di quel qualcosa in più che fa differenza e che giustifica il prezzo. La provenienza geografica identificata nella Valtellina non basta a mettere a fuoco il prodotto come un prodotto di qualità premium, peccato si poteva fare di meglio!

mercoledì 28 ottobre 2015

La carne è cancerogena?

Andrea G., Crema ; Lo IARC inserisce le carni salate, essiccate, affumicate tra gli alimenti che provocano tumori e cancro, mi piacerebbe avere un suo parere in merito, anche se la vedo sempre meno presente on line.

Lo Iarc ha fatto bene, sulla base di più di 800 studi, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC),  ha classificato gli alimenti trasformati a base di carne, nella categoria dei prodotti cancerogeni e la carne rossa come prodotti probabilmente cancerogeni.

Apriti cielo, sono tutti caduti giù dal pero, chi non ricorda la pubblicazione dell'Inran di quanto buoni e sani erano i salumi, si è letto e sentito di tutto e di più, questa mattina il banco salumeria del supermercato era un deserto, la prima volta in vita mia che non dovevo prendere il numero, non c'era nessuno.

Io avverto un forte disagio nei consumatori che sono bersagliati da continui messaggi nutrizionali "cacofonici" , un momento e un alimento è un miracoloso toccasana, due secondi dopo nemmeno il tempo di deglutire un boccone, è cancerogeno! Ti rimane il boccone nella gola e non sai se devi buttarlo giù o tirarlo su, vai in apnea è un attimo che il pasto si trasforma in un incubo!

Purtroppo in questo caso sono diversi anni che anche io nel mio piccolo ho messo i lettori a conoscenza del pericolo del consumo in eccesso di carne in particolare carni trasformate e cancro, in questo post del 2012, ma la mia comunicazione viene a dire poco annullata dalla patetica passerella in televisione tutti quei pseudo nutrizionisti che pagati dalle aziende, fanno la pubblicità a salami, prosciutti, salsicce, con il quale io non posso competere in termini di numeri di contatti e popolarità.


Un problema di salute pubblica e di comunicazione 

Oggi la maggior parte della popolazione non ha una grande conoscenza sulla possibilità di prevenire la formazione di cancro e di tumore, gli schemi della prevenzione che vengono proposti, sono poco popolari, i vantaggi sono poco percepiti, necessitano di un tempo lungo per vedere dei benefici.  

Vorrei ricordare che i più grandi fattori di rischio noti nella formazione del cancro sono il fumo, l'alcool, l'inquinamento e poi vengono in misura minore, le carni rosse e le carni trasformate.

Le carni trasformate e le carni rosse, hanno dimostrato da più studi l'incidenza nel cancro colon rettale, cancro della prostata, cancro del pancreas, tumori e cancro che interessano più le persone di sesso maschile che di sesso femminile ma solo in questo caso.

Per quanto riguarda la comunicazione quello che io non sopporto, sono quelle dichiarazioni come per la crema al cioccolato spalmabile  bastano 15 grammi al giorno o 30 grammi al giorno, ma tu hai mai visto un bimbo che mangia 15 g di crema al cioccolato spalmabile, a casa mia è già tanto se non finiscono il barattolo da 500g.

La stessa con i salumi e le carni lavorate in genere, dare delle quantità minime giornaliere fa più venire in mente una sostanza proibita che un alimento non trovo la modalità educativa ma quello che è pericoloso che di fatto apre lo spiraglio al consumo e alla quantità, chi propone queste soluzioni lo sa molto bene.


Il problema, secondo me è culturale, le persone non si rendono conto di quante porzioni di carne mangiano, c'è una dieta troppo a favore delle proteine animali, è vero che un italiano su dieci è vegetariano ma gli altri 9 mangiano carne non per diciotto, non per ventisette ma per 36!

Faccio un esempio settimana scorsa mi hanno invitato alla presentazione di un nuovo farmaco "naturale"a base di zenzero, alla presentazione era seguita una cena, composta da culatello in porzione molto abbondante (carne), seguita da pasta fresca con ragù alla bolognese (carne), seguito poi da un filetto di manzo lardellato (carne) seguito da spuma di torrone, unica cosa senza carne, forse!

Praticamente ho mangiato in un solo pasto il quantitativo di carne che mangio in un mese, non una verdura, neanche una patata fritta, questo per dire che è talmente radicato il consumo di carne, in alcune fasce della popolazione che è molto difficile che questi si rendono conto sia della quantità che del problema, ed eravamo una platea in teoria di professionisti della salute


Allarmismo, in questo caso parzialmente lo giustifico con gli alti consumi di carne trasformate, bisogna prendere posizione anche se queste sono impopolari, se non c'è uno shock il messaggio non arriva. Resta il fatto che queste ricerche erano note da tempo e si sarebbe dovuto intervenire prima, ma nessuno è intervenuto, nessuna Università, nessuna società scientifica, nessun istituto di nutrizione, un vuoto imbarazzante della comunità scientifica, si è atteso l'intervento dell' IARC e dell'OMS.

Tuttavia bisogna considerare che il tumore e il cancro sono malattie multifattoriali, l'alimentazione è un fattori di rischio ma non il solo fattore di rischio, certo che i consumi carne rimangono per la loro quantità preoccupanti.

I consumi di carni trasformate sono stimolati dalla pubblicità, dalla facilità di reperibilità ma anche dalla politica commerciale dei punti vendita non è casuale che si trovano in offerta sempre le carni conservate e trasformate e indubbiamente in momenti di crisi finanziaria per molte famiglie le offerte hanno la loro importanza nella scelta del carrello della spesa, determinano sia la quantità che la qualità dei pasti.


Dobbiamo diventare tutti vegetariani? No magari no però una dieta più varia si, limitando il consumo di carne rossa, salumi e carni trasformate, bisogna cercare la chiave ragionevole per trovare un maggiore equilibrio, il cibo è uno delle modalità di prevenzione del cancro e della salute in generale. 

Il comportamento alimentare è determinato da quello che si sceglie, molti studi hanno evidenziato l'influenza positiva sulla salute di una dieta equilibrata e varia, concentrandosi su fibre, frutta e verdura, per ridurre il rischio di sviluppare il cancro. Al contrario, alcuni alimenti consumati in eccesso, come la carne rossa, ma anche il sale, l'alcol e lo zucchero sono fattori di rischio, inutile negarlo, non solo della prevenzione del cancro ma anche delle malattie cardiovascolari che insieme al cancro sono le due patologie responsabili dei decessi negli ultimi anni.

Non mi piace ripetermi pertanto vi lascio con alcuni post degli anni scorsi, che potete trovare sotto etichetta cancro, sono stati scritti molti anni fa, ma i miei post rimangono attuali nonostante gli anni :

Carne rossa e salumi aumentano indice di mortalità
Salumi vecchi e nuovi valori
Piatti della tradizione dobbiamo evitare di mangiarli
Estratto di cavolo e broccolo contro il cancro
Esistono alimenti anti cancro?
Le 10 raccomandazioni del World Cancer Research Fund
Dove sono le proteine vegetali?

NB: Mi dispiace e mi scuso molto della poca presenza on line, speravo non si notasse ma io non sono un blogger di professione, in questi giorni la famiglia ha qualche priorità in più.

martedì 20 ottobre 2015

Pubblicità suonate : Nutella e le espressioni dialettali


Divertente come quando stai camminando e prendi una storta o peggio come quando per sbaglio ti fai il bidè con la candeggina.

Diciamocelo amici della Ferrero siete alla frutta, se proprio qualche giorno fa abbiamo visto Barilla che prendeva spunto da uno spot Ferrero, ora quelli delle Ferrero hanno preso spunto dallo spot del dado Star, il settore della pubblicità in questo periodo è decisamente piatto.

Cosa fate comprate le pubblicità dalle agenzie e le pagate metà per uno?

Visto che siamo in argomento pubblicità Star, vi ricordate quello della famosa chef o attrice, insomma non è chef non è attrice, non so che mestiere fa, quella della pubblicità della caponata siciliana con il dado, è stata tanto brava a fare quello che non so, che è stata premiata, la si può vedere la mattina su Rai Uno, il modo va proprio al contrario, l'avrei fatto io sarei andato a lavare piatti in un ristorante cinese.

Lo spot e la comunicazione di Ferrero con le scritte dialettali sulla Nutella ha l'obiettivo di diffondere un concetto a cui gli italiani hanno mostrato di essere ritrosi, quello della Nutella per la prima colazione.

Svegliarsi con un'espressione dialettale! Guardate amici della Ferrero per convincere il pubblico del rapporto tra Nutella e prima colazione, dopo questo spot  vi rimane l'ipnosi, c'è ancora Giucas Casella in Tv?

In una società sempre più globalizzata mi capita più spesso di sentire parlare lungo le strade, sull'autobus, in posta, moldavo, ucraino, russo, croato, arabo, magdascio, cinese, filippino, albanese, portoghese, mi chiedo quale sarà il futuro dei dialetti? 

Quando il territorio ci sembra in pericolo, cosa facciamo lo marchiamo, se in passato si erigevano mura in difesa della città e si faceva intorno un fossato con dell'acqua, oggi a Gerusalemme si costruiscono muri per non vedere la parte musulmana, in Ungheria hanno fortificati i confini con il filo spinato per non fare passare i migranti, lo stesso in Bulgaria, confini chiusi oggi tra Croazia e Serbia, senza andare troppo lontani il confine chiuso tra Italia e Francia tra Mentone e Ventimiglia.

La stessa cosa stiamo facendo con la lingua? L'utilizzo del dialetto come difesa dell'identità territoriale? 

Nulla di tutto questo riguarda Ferrero e la Nutella, i luoghi di produzione sono in tutto il mondo, Ferrero è una multinazionale, non gli interessa l'economia nazionale figurati quella locale, non utilizza prodotti o ingredienti locali, perfino le nocciole vengono dalla Turchia.

Non so se c'è ancora l'Italia dei dialetti ma c'è sempre di più un Italia di più lingue, l'Italia dei dialetti era un idea delle maestre degli anni '60 e '70, oggi le insegnanti si ritrovano con classi multietniche e multilingue, spesso il 50% degli alunni è d'origine straniera.

Penso che sarebbe meglio che Ferrero non trascuri il target delle persone straniere che vivono in Italia, sarebbe stato più interessante scoprire come si dice buongiorno in moldavo, russo, portoghese, ceco, sloveno, greco, arabo, mongolo, sono potenziali consumatori anche quelli.

Se andiamo in un Pronto Soccorso non si può notare che un buon 50% sono d'origine straniera, come anche le nuove nascita nei reparti di maternità.

Io sono un'osservatore, l'altro giorno ero al ristorante una pizzeria, c'era di fronte a me una famiglia cinese, la bambina di otto nove anni leggeva il menù per tutti e lo traduceva ai familiari, era lei che dava ordini al cameriere, uno schema gerarchico ribaltato nella famiglia.

Mi sono ricordato di Nunzia, impiegata della Hong Kong Bank a Londra negli anni'80 " ma lei parla Italiano mi dice" Mi invitò a cena a casa sua, una famiglia napoletana che viveva a Londra da venti anni, mi hanno raccontato i primi anni che si erano trasferiti in Inghilterra, anni duri, d'integrazione e difficili, avevano imparato l'inglese dalla loro figlia che andava a scuola elementare, oggi Londra ha tanti italiani quanto gli abitanti della città di Verona, a testimonianza di un popolo che si evoluto al di là dei dialetti.

Amici di Ferrero della Nutella, strano il mondo c'è chi pensa ancora all'Italia dei dialetti mentre la società diventa sempre più multietnica e multilingue, per favore svegliatevi, neh !!.

lunedì 19 ottobre 2015

Novità: yogurt Mila alla castagna

Da molto tempo non parlo più di novità, l'altro giorno al supermercato ho notato 2 nuovi gusti di yogurt dell'azienda Mila, dell'Alto Adige, yogurt alla castagna e lo yogurt arancia e zenzero.

Castagna e zenzero gusti trend 

Sia quello della castagna che quello dello zenzero sono due nuovi trend degli ingredienti alimentari. Del trend della castagne ne abbiamo già parlato nel 2011,  le castagne sono diventate un prodotto sempre più ricercato, un prodotto povero rivalutato dalla nuova filosofia green, anche se molte basi per la lavorazione delle castagne potrebbero arrivare dalla Cina, perchè in Europa diversi castagneti sono malati, le richieste del mercato sono aumentate mentre le nostre piante producono sempre meno.

La castagna è sempre stato un frutto molto apprezzato, ha una buona immagine sui consumatori, un frutto che non ha bisogno di molti trattamenti, che si considera naturale, fa molto bosco da passeggiata di mezza stagione.


Mentre lo zenzero è diventato un ingrediente sempre più abituale sulla nostra tavola, se oggi si entra in un supermercato sorprende di vedere più cesti ricolmi di rizoma di zenzero che di melanzane, il gusto esotico ed orientale portato dall'Asia, personalmente ogni tanto non mi dispiace ma sembra che nessuna ricetta venga bene senza un po' di zenzero, l'associazione con gli agrumi come limone e arancia sono le più utilizzate.

Lo zenzero è una pianta tropicale, difficile da riprodurre anche da noi, anche se qualcuno ci riesce, il maggiore esportatore di zenzero è la Cina, ma anche altri paesi come Thailandia, India, Australia.


Il settore maturo dello yogurt

Il settore dello yogurt è un settore maturo, con i dati di vendita in leggera flessione, il settore dello yogurt che realizza forti vendite è lo yogurt greco, mentre altre aziende concorrenti, che non lavorano sullo yogurt greco sono impegnate nella ricerca di yogurt light senza grassi e senza zuccheri.

Ci sono aziende invece che puntano sulla comunicazione, per stimolare le vendite, come la Oykos, come dire strategia un po' bordeline, chissà in futuro cosa ci aspetta? Che comunque con lo zenzero, l'idea di questo spot ci starebbe stato bene!


Ci sono invece aziende in cui l'innovazione parte della materia prima, dalla qualità del latte e della lavorazione dello yogurt, c'è chi come Mila che parte già da una base di latte locale di buona qualità, cerca di mettersi in evidenza e offrire occasione di un consumo in più con questi nuovi gusti più trendy, per una colazione golosa o uno spuntino goloso, come dicono loro in edizione limitata solo per l'inverno.

Forse da un azienda che parte già da una buona materia prima locale, ci si poteva aspettare qualcosa di meglio in termini di novità, sia di comunicazione che di prodotto, la strategia di marketing è piuttosto debole, tuttavia il risultato mi ha sorpreso favorevolmente, ha un buon sapore, anche se io avrei optato per un mio gusto a uno yogurt a latte parzialmente scremato e  polpa di castagne delle Vall'Isarco, per ribadire il legame con il territorio.

Dal punto di vista nutrizionale si allinea con gli altri prodotti presenti sul mercato, di uno yogurt a latte intero al gusto frutta. 




mercoledì 14 ottobre 2015

Pubblicità suonate: Barilla Spaghetti n,5



Riprendiamo le nostra rubrica sulle pubblicità suonate cioè quelle pubblicità che non comprendiamo o che per diversi aspetti ci sembrano che non brillano nè di creatività nè di fantasia.

Tra queste sicuramente c'è da inserire il nuovo spot Barilla per un nuovo tipo di pasta, già on line da Giugno, che nelle migliori intenzioni della Barilla avrebbe dovuto creare un clima favorevole e positivo d'attesa per questo "nuovo" tipo di pasta, premetto che la pasta non l'ho provata mentre la pubblicità mi lascia alquanto perplesso.

Quest'ultimo spot della Barilla mi ricorda molto quello della Nutella di Buongiorno Italia con la voce di Pavarotti, sulle immagini di un Italia che non c'è più, sono immagini di un Italia indietro di 50 anni, c'è ancora il camion che porta gli spaghetti che percorre la campagna, oramai a certi mezzi non è concesso passare sulle strade di campagna.

Lo stesso camion della Barilla lo si vede dalla finestra passare nel centro storico, oramai tutti i centri storici sono chiusi al traffico.

La signora del piccolo negozio d'alimentari con la frutta fuori e il caciocavallo appeso, ci sono forse solo in qualche isola della Grecia ma in Italia la maggior parte delle persone fanno la spesa al supermercato.

Va cosi in onda un Italia che non c'è più, che io non riconosco, l'immagine della donna in bicicletta ferma al passaggio a livello che guarda il camion passare, l'immagine della balera come nei film in bianco e nero degli anni '50, la vongolata all'aperto, il camion che passa in mezzo ai papaveri, siete sicuri che quella sia proprio l'Italia d'oggi, quella che tutti noi vediamo dalla finestra?

Manca d'attualità, un problema che secondo me coinvolge tutto il settore della comunicazione, la mancanza di rappresentare il presente, mentre negli anni '80 la pubblicità anticipava quello che sarebbe stati i comportamenti di consumo, la pubblicità d'oggi manda in onda il passato, come se non fosse in grado di raccontare il presente e di contestualizzarlo.

Per questa ragione spicca il netto contrasto temporale tra la proposta attuale del nuovo tipo di pasta di Barilla e l'ambientazione dello spot, se innovativo vuole essere il mix di grani duri che proponete e la trafilatura delle nuove penne, quest'aspetto non trova spazio nello spot.

Penso che il nuovo formato di pasta sia stato creato per soddisfare una precisa richiesta del mercato, che lo spot non è in grado di spiegare (nemmeno sul sito, non si capisce bene che tipi di novità sia), la pubblicità dovrebbe essere un momento d'informazione, peccato!

lunedì 12 ottobre 2015

Dall' Obesity Day al Pirla Day ?

Il 10 Ottobre è stata la giornata dell'Obesity Day, molti giornali ne hanno parlato, mi è arrivata all'orecchio un'informazione distolta.

Negli articoli letti si mette l'accento sul costo dell'Obesità al Servizio Sanitario Nazionale, 22 miliardi d'euro, mi piacerebbe sapere questa cifra come è stata ricavata, nessuno lo dice.

La stessa cosa è avvenuta nella giornata per il diabete, per il tumore al seno, per il cancro. 

Io sono molto contrario a dare a una patologia un costo al Servizio Sanitario Nazionale, credo che sia un ragionamento molto pericoloso, quando qualcosa costa la prima cosa che si fa la si taglia, cosa facciamo non curiamo più nessuno perché costa? Mi piacerebbe che si parlasse non di costo della salute ma di valore della salute.

Si presentano i costi della patologie come se i soldi dedicati a una patologia siano soldi rubati ad altre risorse. No, nessuno prende dei soldi dal portafoglio di qualcun altro, perché le patologie non si scelgono, chiedetevi invece quanto costa a una famiglia, quanto costa seguire a casa una persona con Alzheimer, quanto costa a una famiglia una persona con Sclerosi multipla?


Vogliamo fare i conti, allora diciamo che le patologie importanti in molti casi arrivano verso la fine di un percorso di vita, dopo avere versato 40, 50 anni di contributi e di pagamento della tasse, volete fare i conti, va bene allora togliete anche quanti soldi hanno versati i contribuenti, perché altrimenti sembra che ai gestori del danaro pubblico i soldi piovono dal cielo.

Ho sentito dire una volta un dirigente pubblico della sanità "eh mah i dializzati costano al servizio sanitario nazionale", guarda amico delle prugne secche della California, costano anche i pirla al servizio sanitario nazionale che utilizzano la bocca a sproposito per parlare invece che per mangiare.

Da come è stato presentato il dato nella giornata dell'Obesity day sembra che gli obesi mangiano al ristorante e che i contribuenti passano a pagare, non è cosi.

Certo la spesa sanitaria va gestita, nella patologie c'è anche la responsabilità individuale ma mi risulta che a fare lievitare i costi sia la cattiva gestione dei manager pubblici e non i costi delle singole patologie.


Inoltre si continua a connotare l'obesità con valori e sentimenti negativi, l'obeso è un debole, l'obeso ha qualcosa che non va nel cervello, l'obeso fa spendere i soldi degli altri, non ci lamentiamo poi degli atti di bullismo nei confronti dei ragazzi obesi o in sovrappeso, prima d'esprimere alcuni concetti bisognerebbe misurare meglio le parole.

In tutti gli articoli si è sostenuto basta avere delle buoni abitudini a tavola, ragazzi se fosse cosi semplice l'Obesità non sarebbe una patologia, non si spenderebbero milioni d'euro in ricerca per comprendere meglio la malattia, di come si può facilitare la perdita del peso, trovare dei farmaci, non bastano le buone abitudini alimentari ci vuole attività fisica, e a volte non basta nemmeno quello, rendetevene conto.

Non è che l'obeso quando ha un chilo in più festeggia con lo spumante per rubare i soldi alla collettività anzi proprio il contrario, smettiamola di ridicolizzare e colpevolizzare, già adesso è stato dimostrato che l'obeso viene pagato meno nel mondo del lavoro a parità di risultati, non offriamo motivazioni all'intera società per ritenere le persone obese persone di serie B e discriminarle.

Io guarda l'anno prossimo non festeggerò l'Obesity Day ma il Pirla Day.


giovedì 8 ottobre 2015

Vaccini, è tutta colpa del web?

In questi giorni mi è capitato di leggere molti articoli sul problema del calo dei numeri dei vaccini, però nella comunicazione nulla appare per caso, questa polemica sulla mancanza dei vaccini arriva a Ottobre e guarda caso coincide con l'uscita dei vaccini anti influenzali, vaccino non obbligatorio ma molto "spinto" dai Ministeri della Salute in tutta Europa.

Il vaccino anti influenzale lo scorso anno ha fatto flop, non ha soddisfatto le aspettative e ha contribuito a creare un clima non positivo e di diffidenza nei confronti dei vaccini in generale, sia per i bambini che per gli adulti, alcune stime sostengono che più del 53% degli adulti non si vaccinerà contro l'influenza quest'anno.

Da notare che non si sono accorti della mancanza della vaccinazione nei bambini dai dati del'aumento della malattie ma dai fatturati in calo delle aziende farmaceutiche, questo purtroppo non depone molto a favore della polemica.

Se i dati sui vaccini c'erano anche a Giugno, perchè interessano solo ora?

Sembra da come la polemica sia stata montata che dietro ci sia un accordo tra Ministero della Salute a Aziende Farmaceutiche, si sta creando un vero e proprio circo equestre intorno ai vaccini, perchè le mostre sugli effetti della poliomelite non le prepari in 48 ore ma con molti mesi d'anticipo, è in atto una vera e propria strategia di comunicazione che sembra un vero e proprio lavaggio del cervello.

A chi scelgono di dare la responsabilità del calo dei vaccini? Al web e ai blogdifendo il web che è segno della pluralità delle opinioni, le persone devono sentirsi libere di dire quello che pensano senza bavagli, ci sono più associazioni on line anche di genitori che raccontano una loro storia personale sui vaccini non ritengo che ci sia nulla di male, una persona legge e valuta, nessuno prende per oro tutto quelle che legge.


La mancanza di fiducia nei professionisti della salute

Il problema secondo me è un altro, il pubblico e la popolazione in generale sta sviluppando sempre di più una diffidenza nei confronti della medicina classica  e personalmente non riesco a dargli torto, faccio un esempio per capire, ieri sera ero davanti alla televisione, passa uno spot in cui un medico consiglia di mangiare un certo prodotto una merenda per bambini, personalmente ho trovato la comunicazione poco felice e l'intervento del medico fuori luogo.

Purtroppo vediamo sempre più spesso Dottori, Medici, Professionisti delle salute, Professori universitari, fare la pubblicità di pane e salame, di formaggi, basta andare in qualsiasi sito di un consorzio di formaggi e trovare qualche noto professore consigliare pecorino, caciotte, caciocavalli e sovente anche salsicce conservate nel lardo.

Ora il pubblico e il consumatore medio, non ho la capacità di scindere il ruolo del medico quando ha il camice bianco e il ruolo del medico quando fa l'attore in televisione, percepisce un tutt'uno e pensa "ma io devo stare a sentire quello che mi vuole fare comprare salami?"

Io, quando entro nel bar pasticceria del mio paese a prendere un caffè, scappano tutti e quelli che non scappano, nascondono le brioche, mettono i bignè in tasca, si infilano i cannoncini alla crema nei calzini, perchè sanno che poi gli aspetto per fargli un cazziatone, oppure ci sono quelli che mi incontrano e mi scambiano per il loro confessore "Buongiorno oggi ho mangiato solo due brioche al cioccolato ma non mangio più nulla fino a mezzogiorno", ci credo bene sono le 11,30.


Non è colpa del web, se i professionisti della salute e le aziende farmaceutiche perdono di credibilità, forse è perchè hanno dato l'impressione che ci sono troppi professionisti disponibili con una moneta a cantare qualsiasi cosa, non devono lamentarsi che il pubblico non ascolta il loro consigli e affermare che non si fanno i vaccini per colpa del web! Come avere fiducia di una figura professionale che nello stesso tempo ti consiglia vaccini e caciotte?

Ricordo quell'Associazione di Medicina che va in giro con la carta intestata di un azienda produttrice di pasta, sughi pronti e merendine, è colpa dei consumatori se non vi si prende sul serio?

Il clima di mancanza di fiducia, porta sempre più le persone a prendersi cura di se e della propria salute e a non affidarsi a un professionista della salute e della raccomandazioni inclusa quella dei vaccini.

Sovente su questo blog abbiamo parlato di farmaci ritirati dal mercato perchè si sono rilevati che minacciavano la salute, per esempio i farmaci ritirati sull'Obesità, erano prescritti dai medici mica da altre figure, erano approvati dal Ministero della Salute. Sono cose che succedono si, ma se succedono a me permetti che m' arrabbio e che te lo racconto on line?


Il ruolo importante dei vaccini è ancora altamente percepito

L'importanza che si attribuisce ai vaccini è ancora molto forte nei consumatori, pensiamo all'HIV, tutti aspettiamo un vaccino per HIV, perchè è una patologia che sentiamo molto presente nella società d'oggi, di molte malattie di cui invece abbiamo i vaccini si è persa la memoria storica, a malapena le ricordo io immaginate dei genitori ventenni, che possono trovare ridicolo alcune malattie, il medico in questo caso il pediatra è chiamato a informare in modo utile, cercare e stimolare la fiducia dei genitori, il rapporto medico paziente è fatto di fiducia, un rapporto che si costruisce, una volta che i genitori vengono informati in modo corretto e obiettivo, bisogna anche imparare a rispettare le scelte delle persone a prescindere che queste siano giuste o sbagliate.

Ricordiamo per la cronaca che ci sono in vaccini obbligatori e vaccini raccomandati. I vaccini obbligatori sono la vaccinazione antidifterica,  antipoliomielitica, antitetanica,  antiepatite virale B . I vaccini raccomandati, sono : pertosse, morbillo, parotite, rosolia, varicella,  infezioni da Haemophilus Influenza b (Hib), meningococco C, pneumococco, influenza e papillomavirus. 

Prima di dire che è tutta colpa del web per il calo dei vaccini ritengo che sia i Professionisti delle salute che le aziende Farmaceutiche potrebbero invece capire come recuperare la fiducia dei consumatori, per farlo purtroppo è stata scelta la strada della polemica da circo equestre.

Post correlati. perchè il vaccino influenzale ha fatto flop?

martedì 6 ottobre 2015

Dall'Acqua di Marte a Grom

Facciamo un sunto delle principali notizie del fine settimana scorso, no so se per caso qualcuno di voi ha sentito che c'è Acqua su Marte, non si parla d'altro sui media, a dire il vero all'inizio si è detto di sali o meglio di salamoie sui pendi di Marte, che potevano fare pensare a qualcosa di stato liquido, poi dopo poche ore erano ruscelli, poi fiumi, poi mari e poi oceani in pochi giorni sembra che Marte sia ricoperto interamente d'acqua, c'è chi giura alla Nasa che ci visto anche dei pesci siluro grossi così ma il robot Curiosity non può andarci a verificare è fermo a 50 km perchè altrimenti contamina l'acqua di Marte.

Si è parlato cosi tanto d'acqua di Marte che qualcuno è andato a registrare all'ufficio brevetti il marchio Acqua di Marte, un po' come l'Acqua di Colonia, che tutti ne parlano ma nessuno l'ha mai vista, sono certo che prima o poi me la trovo in offerta speciale al supermercato, comunque qui sul pianeta terra le acque "marziane" non mancano, dall'acqua Vitasnella all'acqua che elimina l'acqua.

Se avessi vinto un euro ogni volta che ho letto dell'acqua su Marte, oggi sarei ricchissimo, un po' di cautela non sarebbe male, quante volte la Nasa ha pubblicato risultati spettacolari che sono stati dei flop?

Cercare segnali di vita nello spazio è un sogno che sembra vicino, trovare acqua allo stato liquido rimane un obiettivo entusiasmante, ma quello che a me sembra è che si voglia lanciare il film che uscirà tra qualche settimana con Matt Damon, Solo su Marte di Ridley Scott, il fine è quello di creare un contesto favorevole per assicurare la copertura finanziaria alla Nasa, che gravita non poco sul bilancio degli Usa e che negli ultimi anni ha subito molte critiche sul rapporto tra costi e benefici, in sintesi più che alla ricerca dell'acqua si va alla ricerca d'altro.

Chi invece il miracolo come quello dell'acqua su Marte l'ha provato sono stati i nostri simpatici amici di Grom, quelli del gelato non artigianale, siamo certi anzi gli auguriamo che saranno i primi ad aprire una gelateria su Marte, con frutta locale ovviamente a Km zero. 

Ora sono stati acquistati da Unilever una multinazionale anglo olandese quelli del marchio Knorr, Calvè, Lysoform e Algida per intendersi. Un business non tanto a km zero perchè Amsterdam e Londra sono un po' distanti da Cuneo ma pare che la liquidità accorcia le distanze. Siamo molto felici per loro ma a noi l'acquisto non stupisce molto avevamo notato più volte la somiglianza dei gelato Magnum con il gelato Grom, diciamo che c'era già un affinità elettiva tra i due, se è veramente amore o un fuoco di paglia staremo a vedere, non si sa chi dei due abbia fatto l'affare ..... insomma una settimana che per qualcuno inizia benissimo, vederemo d'iniziarla bene anche noi.