lunedì 29 novembre 2010

Le diete ipocaloriche o le diete dimagranti, sono pericolose per la salute?

Fonte foto: Claire-p.com


È apparso in questi giorni uno studio condotto dalla Anses, agenzia pubblica della salute in Francia, di confronto e analisi delle diete dimagranti o ipocaloriche che vanno per la maggiore (io le chiamo le "diete libro", perchè hanno tutte una ricca diffusione in libreria) dalla dieta Detox alla Montignac, dalla dieta Dukan alla Dieta a zona, dalla Crono dieta alla dieta Weight Watchers, dove si mette in evidenza i rischi per la salute delle persone che le seguono, in quanto queste diete, secondo l’Anses, sono poco equilibrate e inducono pericolosi squilibri nutrizionali soprattutto in rapporto ai macronutrienti come i grassi, carboidrati, proteine le vitamine e i minerali.

I contenuti più importanti dello studio mettono in rilievo che le assunzioni di proteine sono al di sopra delle indennità dietetiche raccomandate, gli apporti di Fibra sono inferiori alle RDA, come gli apporti in Ferro e Calcio, alcune diete sono troppo ricche di Sodio. La Vitamina C è inferiore alle RDA come in alcune la Vitamina D è inferiore in altre è superiore alla RDA.

In sinstesi lo studio sostiene che i rischi per la salute potrebbero essere più gravi dei benefici mette in evidenza i pericoli per salute: la perdita di densità minerale ossea, la riduzione di acidi grassi polinsaturi "essenziali", il rischio di calcoli biliari e il cancro del colon-retto (ma l'Obesità non ha anche dei rischi?).

L’osservazione più corretta secondo me è che dopo un primo periodo di perdita di peso nel tempo da sei mesi a due anni, 85% riguadagna il peso perso e nella maggioranza dei casi si aggiungono dei chili in più a quelli persi.


La persone non riescono a stabilizzare il loro peso. Questo rischia di condurre in un senso di frustrazione non indifferente, tale da condurre molte persone a sviluppare veri disturbi del comportamento alimentare. Che si trasforma nella mancanza di non avvertire il senso di fame o sazietà e aggiungono l’ansia ogni volta che mangiano, tanto che la loro vita sociale è spesso perturbata.

Il fallimento di una dieta ipocalorica e il fallimento anche del professionista della salute che l'ha prescritta
Personalmente non mi piace l'eccessiva colpevolizzazione di alcuni centri medici, i pazienti non vanno colpevolizzati ma aiutati, stimolati e indirizzati verso un comportamento corretto. Un paziente che non dimagrisce, un paziente che ritorna in poco tempo al peso inziale e aumenta di peso è una responsabilità anche del medico, non solo del paziente e della società è molto comodo parlare di ambiente obesogeno e trasferire la responsabilità ad altri, bisogna anche ammettere di non sapere fornire delle indicazioni corrette, di un approccio comunicativo negativo, il fallimento di una dieta è anche il fallimento di chi l'ha prescritta. La crescita dell'Obesità è anche dovuta alla mancanza di strumenti e di un "sapere" superato. Ci sono anche pazienti ostinati che non seguono i consigli rivolti per l'amore del cielo ma quando l'85% non riesce o fallisce ritengo sia necessaria una riflessione (rivolta sopratutto alla diete prese in esame dell'Anses) .

Qual è il mio consiglio?

Io credo che questo studio segna il fallimento delle diete standard, secondo me non ci può essere una dieta ipocalorica uguale per tutti o anche la suddivisione in gruppi di popolazione è alquanto controverso. Allo stesso tempo nemmeno le diete stardardizzate di alcuni studi medici e ospedali vanno bene per lo stesso principio. Tuttavia le diete oggetto di studio contengono dei spunti interessanti come buttare alle ortiche tutto lo studio Montignac sull’indice glicemico ? L’applicabilità può essere discutibile e migliorabile, ma rimane per alcuni soggetti una dieta ipocalorica interessante, non è adatta a tutti . Alcune diete ipocaloriche vanno bene per perdere due o tre chili per un periodo di tempo breve, ma ovviamente se devi perderne 20 non sono adatte e sopratutto ci vogliono tempi lunghi.
L' Obesità è una malattia, una malattia della società del benessere, una malattia del tessuto adiposo, che richiede una cura globale e personalizzata, deve tenere conto dei diversi fattori di rischio personali, dei fattori culturali, dei fattori psicologici, dell’attività fisica, deve essere educativa senza mai essere troppo restrittiva, l’obiettivo deve essere quello di stabilizzare il peso "nuovo" e ritrovare un buon rapporto con il cibo.


La mancanza di professionisti della salute

L'alimentazione non è solo grassi carboidrati fibre sali minerali vitamine e oligoelementi ma anche un fattore culturale e sociale che richiede anche un personale specializzato dove accanto un sapere medico scientifico occorre una conoscenza psicologica, sociale e culturale, al congresso Sinu la scorsa settimana a Milano, mi sono cadute le braccia per non dire altro, avrei preferito essere dalla fattucchiera Amalia, la strega che ammalia, almeno ti facevi due risate, sembrava di stare in un film dell'horror, chiaramente non è riferito a tutti sia chiaro, ma l'approccio generale mi ha dato un impatto sconfortante a dire poco. I professionsiti seri ci sono ringraziando il cielo, ci sono medici o nutrizionisti che hanno per proprio conto sviluppato conoscenze molto valide, hanno sviluppato un approccio al paziente giusto , rimane un sapere personale. Bisogna che si orienti il percorso accademico in modo più completo e valido per formare dei professionisti, che siano in grado di affrontare e fornire delle risposte più adatte alla società moderna.

Purtroppo è questo approccio carente e parziale che permette a singoli individui e società di proporre quelle diete oggetto dello studio Anses, saranno pure forse ciarlatani, non lo metto in dubbio, ma forniscono delle risposte, discutibili ma delle risposte, hanno un maggiore comunicabilità e aderenza con l'evoluzione della società odierna.

Dulkan, uno dei medici citati dallo studio Anses risponde su Le Parisien: In quanto al fatto che chi segue la dieta Dulkan sia a rischio di carenza di nutrienti e rischio cardiovascolare , le critiche si basano su alcuna prova scientifica, sono solo impressioni, sensazioni ... ritengo che il vero rischio c è in sovrappeso e obesità. Sul problema di recupero del peso, il 40% cento delle persone che hanno seguito la mia dieta, non sono aumentate di peso nei primi quattro anni.

Fonte news Afriqueactu

mercoledì 24 novembre 2010

Pesce di allevamento o pesce selvaggio?

La domanda è che mi sento spesso fare, so di non fare un favore a molte persone ma un 65% del pesce che mangiamo è pesce d'allevamento, una circostanza di cui dobbiamo renderci conto, in particolare quando andiamo a fare la spesa o al ristorante, perchè sovente ci vendono pesce fresco d'allevamento come pesce selvaggio e questo non è corretto nei confronti del consumatore, oltre alla diversa qualità anche il costo all’ingrosso è differente in alcuni casi anche del 100%. Secondo la Normativa Europea andrebbe indicato sempre se un pesce e di allevamento o selvatico, indicata la provenienza. Trovo scritto "pesce del Mediterraneo" o "pesce dell'Atlantico", un oceano è immenso va dal Polo Nord al polo Sud è come dire pesce del Pianeta Terra (meno male!). Le informazioni tranne i primi giorni di entrata delle norma nella comunità europea nella pratica sono inattese, non solo nei mercati ma sopratutto nei negozi o ristoranti di pesce.

All'interno di un alimentazione equilibrata le porzioni di pesce sia nel caso del pesce selvatico che del pesce d' allevamento, apportano più di 30 nutrienti diversi tra cui i più importanti: proteine, Vitamina D, Vitamina B12, Fosforo, Iodio, Magnesio, Ferro, Rame, Selenio e Omega 3 (DHA, EPA).

Un alimento unico, è stato dimostrato che mangiare pesce è utile nella prevenzione delle malattie legate al sistema cardiovascolare e dal cervello. Gli omega 3 agiscono sullo sviluppo neurologico dei feti importanza quindi in gravidanza. Inoltre è stato dimostrato che coloro che raggiungono i livelli raccomandati di omega 3 sviluppano meno la possibilità di alcuni tipi di cancro. Inserire nella propria alimentazione il pesce è importante il mio consiglio personale è almeno due volte alla settimana cioè due pasti principali su 14, ma chi può anche più volte alla settimana.

Le donne in stato di gravidanza devono limitare nella dieta soprattutto i pesce di taglia grande come il tonno o lo spada perché potrebbero essere ricchi di inquinanti ma preferire pesci di taglia più piccola con un buon contenuto di Omega 3.


Allevamento con acqua di mare
La carne dei pesci d'allevamento ha spesso un sapore più grossolano e la consistenza è meno piacevole di quella di pesci selvatici. La qualità del pesce che viene fuori dagli allevamenti dipende dal tipo di allevamento se intensivo e estensivo, dalla dieta dei pesci, dai trattamenti sanitari che ricevono, dallo spazio entro il quale devono muoversi e dalla qualità delle acque. Non si può generalizzare ma mi è capitato spesso di assistere a delle analisi sul pesce di allevamento in acque di mare che a causa di localizzazioni poche fortunate, il pesce era più vulnerabile all’inquinamento di quello selvatico, pertanto è necessario che vengano fatto dei controlli costanti. I pesce di allevamento più diffusi sono branzino, spigola, orata, salmone, rombo anche frutti di mare come cozze, capesante, vongole. Il parere di Mala Cibus Currunt, il parere di Video Scienza.


Allevamento di acqua dolce
Gli allevamenti si trovano spesso a ridosso di fiumi o laghi la cui qualità delle acque è più facile da controllare, ci sono perfino aziende di allevamento di pesce di acqua dolce certificati bio. In questo caso spesso mi e capitato di verificare che la qualità del pesce di allevamento e quello selvatico è più simile, tra i pesci più noti ci sono la trota, lo storione, pesce persico, la carpa, il laverello, l’alimentazione è rigorosamente selezionata e il numero del trattamento farmacologico limitato.


Che differenze nutrizionali tra pesci selvatici e di allevamento?
Il contenuto di omega-3 acidi grassi nei pesci di allevamento è generalmente inferiore a quello di pesce selvatico, il che rende il rapporto meno favorevole omega-3/omega-6. Ciò è dovuto alla sostituzione nella dieta dei pesci, dei lipidi di derivazione marina con i lipidi di origine vegetale. Molti pescicoltori stanno cercando di alimentare i pesci con l'olio ricco di omega 3 durante le 3 settimane prima della "raccolta", aumentando quindi gli omega 3 contenuti nelle carni dei pesci (Il pesce già supplementato di omega 3!).


Che differenze nutrizionali tra freschi, in scatola, affumicati e congelati?
Nel pesce congelato, c'è un degrado di omega-3 nel corso del tempo, in stretta connessione con la qualità del prodotto iniziale, dovuto alle condizioni di temperatura di congelamento e stoccaggio (migliori risultati si ottengono per una temperatura di magazzinaggio inferiore a -30 ° C e una durata compresa max tra 6 mesi e 1 anno), mentre nel pesce in scatola, questi acidi grassi si degradano più lentamente.

Nel pesce conservato, c'è qualche perdita di vitamine dovuta alla temperatura di sterilizzazione e al liquido di conservazione anche se in generale la qualità nutrizionale resta buona.

Per quanto riguarda il pesce affumicato, compresi il salmone, il processo di affumicatura non induce la degradazione degli acidi grassi. Tuttavia i segni di degrado potrebbero essere collegatati alla qualità della materia prima, a metodo di conservazione e soprattutto al non rispetto della catena del freddo.


Cosa possiamo fare?
Purtroppo i pesci selvatici contengono fonti da inquinati provenienti da attività umane. Ma da un punto di vista nutrizionale sono una fonte molto importante, possiamo a limitare i rischi:

Variare le specie, preferire quelle specie che preferiscono il mare aperto rispetto alle specie costiere come la gallinella, scorfano, triglia , preferire il pesce piccolo (un pesce è grande e vecchio, maggiore è la concentrazione di inquinanti è elevata). Per chi ha la fortuna di abitare in Italia e magari sul mare meglio scegliere pesce azzurro come alici, sardine e sgombri hanno un buon contenuto di Omega 3, è un pesce che non tollera la surgelazione ed è di taglia piccola, il cui rapporto qualità/prezzo è decisamente ottimo.


La notizia di oggi è che la Commissione Europea ha intenzione di ridurre le quote di pesca di sogliole, gamberi, razze, merlano ma soprattutto del merluzzo bianco. Si vuole ridurre del 50% delle quote l’obiettivo è di ripristinare le popolazioni ittiche ad un livello tale che l'impatto della pesca non ha alcuna conseguenza per il futuro, i ministri europei della Pesca si riunir anno 13 dicembre a Bruxelles per impostare i livelli delle quote del prossimo anno.

Omega 3 presenti nel pesce sono l'acido eicosapentaenoico EPA e l'acido docosaesaenoico DHA in questa tabella il contenuto per 100g nel pesce. Ricondiamo che attualmente i livelli raccomandati di omega 3 sono di 1g/die per le donne adulte e 1,5g/ die per gli uomini, si attendono nuove revisioni che dovrebbero aumentare i livelli raccomandati di Omega 3, attenzione parliamo sempre di Omega 3 introdotti nell'alimentazione e non di complementi alimentari.


giovedì 18 novembre 2010

Crema spalmabile di Speculoos, il nuovo trends delle creme da spalmare sia dolci che salate. Una regressione del gusto?

Io non mangio molti dolci acquistati preferisco farmeli da me, ma ho l’abitudine proprio in questo periodo autunnale e invernale accompagnare il mio caffe macchiato la mattina con due biscotti di Speculoos prodotti dalla Lotus Bakeries, sarà per il suo sapore caramellato sarà per la cannella ma mi mette di buon umore appena mattina.

In una delle mie recenti visite a Parigi, mio fratello di cui sono sempre ospite, mi ha messo sotto il naso a colazione la crema spalmabile Speculoos, da mangiare la mattina con il pane, la tentazione era troppo forte per rinunciare, non male, ma se devo essere sincero mi ha un po’ deluso, manca il cosiddetto effetto “crunch” del biscotto, una sensazione molto dolce e grassa al palato, viene proposta in Europa del Nord come alternativa alla Nutella nella prima colazione.

Ingredienti : Speculoos biscotti 57% (farina di frumento, zucchero, oli vegetali e grassi, farina di soia, sciroppo, zucchero candito, lievito, sale, cannella), olio di colza, zucchero, emulsionante (lecitina di soia ), acido alimentare (acido citrico). Contiene: frumento, soia.



Come vedete in tabella tra il biscotto e la crema di Speculoos è preferibile il biscotto ha il 50% dei grassi in meno, mentre le due creme spalmabili hanno caratteristiche differenti Nutella in confronto ha più zuccheri, più fibre, più proteine, ma meno calorie mentre la crema speculoos ha meno proteine, meno zucchero, meno fibre ma più grassi e più calorie, nessuna è meglio dell'altra, sono tutte e due due creme da utilizzare saltuariamente.

Facendo un giro al supermercato non ho potuto non notare di quanti prodotti si sono trasformati in crema spalmabili, il Gelato Magnum in Magnum Intense crema spalmabile, i Loacker wafer alla nocciola in Loacker crema napolitaner, se questi tentativi possono sembrare imitazione della Nutella invece ho visto che esistono anche delle nuove creme spamabili salate, crema di Parmigiano Reggiano della Parmareggio, le spalmose zero 24 al prosciutto cotto dei Fratelli Beretta, ricordo anni fa anche la crema di speck della Senfter.
Che cosa si spinge a mangiare tutto cosi spalmabile è l’effetto nutella per sempre o nutella for ever, masticare fa fatica, quando è come dire boom di questi prodotti esistono altre motivazioni.

La regressione del gustoÈ una mia personale definizione, avviene quando si torna bambini nella sensazione del palato, le prime pappe e gli omogeneizzati sono delle creme spalmabili, il bisogno di questa tipo di crema ci fa tornare indietro all’inizio della nostre sensazioni del gusto, quando la mamma ci dava la pappa, in cui il cibo non era sono cibo ma era anche affetto e attenzione. Come dice Freud, la fase orale che contraddistingue i primi anni di vita non la perdiamo a volte ritorna come un forte bisogno di rassicurazione affetto. (Sto sclerando di brutto!! Oggi mio figlio papà non è che hai battuto la testa invece che la mano? Meno male che ho un solo un figlio maschio!)

Le spiegazioni tecniche
Non sono nobili e sono diverse da prodotto a prodotto, nell'epoca del cibo già pronto, la crema spalmabile già prontà è ultima frontiera, il pronto che più pronto non c'è, arriveremo sicuramente alla crema di spaghetti al pomodoro, che ti restituisce l'aroma piacevole e non fai nemmeno fatica a preparare ma sopratutto a mangiare! In molti casi per fare le creme si utilizzano prodotti di scarto di lavorazione, in secondo luogo spesso ingrediente principale come tonno e prosciutto è solo il 50% l’altro 50% sono in genere grassi come burro e panna oppure olii vegetali di palma spesso ma anche di colza, a volte anche solo acqua come la crema spalmabile di parmigiano! Il costo è spesso alto esempio le spalmose Beretta due confezioni da 85g 2- 2,50 , circa 11-12 euro al kg.

Analisi NutrizionaleDal punto di vista nutrizionale invece queste creme spalmabili , hanno un elevato apporto calorico ma sopratutti i grassi e gli zuccheri che trasformano quello che dovrebbe essere una semplice merenda nelle calorie di un pasto, è vero che dico sempre che non esistono alimenti che ingrassano ma se ti fai un barattolo di crema spalmabile di speculoos con il 39% di grassi e il 36% di zuccheri non basta poi muoversi tanto (a meno che non fai la marathona di New York).

Spesso vengono indicate la quantità giornaliera quindici 0 trenta grammi, una quantità non reale di consumo tanto che nelle recensioni on line, sovente le persone manifestano la loro fatica a fermarsi senza vuotare la confezione come se fossero prese da un raptus. Meglio sarebbe consigliarle di spalmarle su del pane integrale anche se sono alimenti che non danno sazietà, perché essendo spalmabile non c’è masticazione, il cervello impiega venti minuti a mandare l’impulso di sazietà cosi non essendo masticazione ci sembrerà sempre poco per poi accorgersi che il barattolo è terminato e lo stomaco brontola per la fame.

Marketing Mix: il prezzo non è sempre valore di qualità del prodottoIl costo esempio Speculoos da 400g costa 2,59 per il costo si allinea molto a Nutella di Ferrero 2,49, un prezzo interessante un po meno le altre creme spalmabile il cui costo varia molto ma parliamo dalle 8 alle 20 euro al chilo non è poco. Il prezzo non è un valore di qualità di un prodotto ma è anche il valore dell’imprenditorialità dell’azienda produrre a un prezzo concorrenziale vuole dire avere della maggiori capacita rispetto ai concorrenti, produrre a prezzi alti possono essere tutti bravi ma produrre con un buon rapporto qualità prezzo è molto più difficile.

Per esempio spessi mi mandano email sulla crema al cioccolato di qualche artigiano, pure riconoscendo alta qualità delle materie prime, ma saprebbe un buon artigiano realizzare una crema al cioccolato come Nutella di Ferrero o la crema spalmabile di Speculoos, allo stesso costo?

domenica 14 novembre 2010

Il latte fa dimagrire? ( quando il marketing agroalimentare, si fa a colpi di studi medico scientifici discutibili e interpretazioni suggestive)

Domanda di Anna : in questi giorni ho letto su diversi organi di stampa tra cui, il Corriere della Sera che il latte fa dimagrire, ma è vero?

Risposta : bere più latte, mangiare più yogurt e più formaggi fanno dimagrire! Questo sembra essere il nuovo slogan della comunicazione delle grandi multinazionali del settore alimentare. Come ho già scritto in questo post fa, il Corriere della Sera mi sembra più delle pagine di comunicazione delle aziende che non della comunicazione ai lettori, ho sempre detto e scritto e lo ribadisco che non c’è un alimento che fa ingrassare o dimagrire di per se ***, come non esitono gli alimenti brucia grassi, c'è invece un alimentazione equilibrata unita ad una attività fisica.

Dal punto di vista del Marketing si tratta di un operazione di vecchia generazione, in tempo di crisi, non solo di crisi economica ma di crisi creativa, le multinazionali rispolverano gli slogan anni '70 e anni '80, vi ricordate la dieta del pompelmo, la dieta della banana, la dieta dell’ananas, e ora la "dieta del latte", tutte diete disequilibrate che hanno prodotto più danno che benefici. Nulla di più facile che fare circolare la voce che un prodotto fa dimagrire, fa innalzare le vendite ed soprattutto difficile rimuoverle e garantisce annid i consumi.

Naturalmente io ho voluto andare a vedere più da vicino se effettivamente prodotti lattiero-caseari fanno perdere peso.

Dove è nata l’idea che il latte e i prodotti lattiero caseari fanno dimagrire?

- Nel 2002 il prof. Michael Zemel, dell'Università del Tennesse, registra insieme con la moglie e un ricercatore, la proprietà intellettuale di un metodo per dimagrire con il latte e i prodotti derivati del latte.

- Dal 2006 le grandi multinazionali del latte come es. Danone e Nestle hanno visto i ricavi nel segmento dei latte e dei derivati del latte scendere, tanti che i bilanci sono in positivo solo grazie ai nuovi mercati, dove in Cina offrire un bicchiere di latte è simbolo di benessere. Pertanto le multinazionali sono impegnate e rilanciare i consumi del latte e derivati nei paesi occidentali, anche perché garantiscono dei margini di utile molto alti dal 500% al più del 5000% come il latte e yogurt.

Così qualcuno pensò che l’idea del professor Zemel dell’Universita del Tennesse poteva tornare utile, Nestlè acquista i diritti di sfruttamento dell’idea in esclusiva e finanzia con 1,7 milioni di dollari una serie di ricerche sulla relazione tra latte e obesità e prodotti arricchiti con calcio e obesità (sia Zemel che Nestlè negano questa relazione).

- 2008-2009. Due anni fa' sia Danone che Nestlè lanciano due nuovi prodotti più ricchi di Calcio e vitamina D, Danone lancia Densia o Danos, mentre Nestlè Secret di Sveltesse , sono tutti e due yogurt arricchiti di calcio, è un po’ come se noi aggiungiamo della vitamina C a un arancia che già ne contiene un apporto adeguato.

In particolare Nestlè nel lancio di Sveltesse Secret, indica che “che una maggiore assunzione di calcio da latte aiuta le persone in sovrappeso di controllare meglio il loro peso” e non a dimagrire, e con operazioni di comunicazione rivolte al settore medico indica “recenti studi hanno dimostrato che il calcio potrebbe svolgere un ruolo nella gestione del peso". Si fa riferimento all’ipotesi del professor Zemel è che quando il calcio nella dieta è basso, i grassi ingeriti si depositano nel tessuto adiposo e non vengono successivamente mobilizzati (nello studio di Zemel il dimagrimento era di un centinaio di grammi), nella cartella si mette anche un grafico sulla crescita dell’obesità negli Usa in rapporto con la diminuzione dei consumo di latte e/o derivati del latte.



2010 le vendite di Densia o Danaos e Secret di Sveltesse sono in stallo!

I due prodotti lanciati, non risultano particolarmente graditi ai consumatori, Danaos e Densia in Francia è stato ritirato dal mercato. Allora per convincere medici , nutrizionisti, stampa ed opinione pubblica le multinazionali commissionano altri studi in favore della tesi del rapporto tra Obesità e latte e il ruolo del calcio come aiuto a perdere peso.

- Settembre 2010, ecco spuntare uno studio svedese condotto dal Sahlgrenska Academy dell'Università di Goteborg, in Svezia, dove i bambini che consumano latte sono meno obesi di coloro che non lo consumano, in realtà lo studio si basa su una vecchia tesi che i bambini che fanno prima colazione sono meno obesi di quelli che non lo fanno, la novità in questo caso non c’è, ma lo studio viene comunicato mettento in risalto il latte e il ruolo del Calcio e della vitamina D, più che i comportamenti corretti come la prima colazione.


- Novembre 2010, invece più pertinente è lo studio israeliano pubblicato su American Journal of Clinical Nutrition condotto da Danit Shahar, dove due diversi gruppi messi a dieta ipocalorica il gruppo degli addizionati di latte dimagrisce di 5 chili e il gruppo con una dieta ipocalorica normale 3 chili. La differenza e di due chili in due anni (dichiarato dal Corriere, 6 mesi secondo abstract AJCN).

Una dieta ipocalorica che fa dimagrire di 5 o 3 chili in due anni, non è una gran dieta ipocalorica, certo bisognerebbe avere più dati, tipo il BMI di partenza e BMI di fine studio, in secondo luogo bisognerebbe conoscere il tipo di attività fisica sostenuto dai due gruppi, in terzo 2 bicchieri di latte non mi sembrano una dose eccessiva di Calcio potrebbe rientrare in una alimentazione normale, non è ben chiaro se ci sia una supplementazione di latte e se questa sostituisce altri gruppi di alimenti (cereali, frutta e verdura, ).

Se lo studio intende dire che bisogna prestare attenzione ai livelli di Calcio bene ma questa non è una novità, siamo all'interno delle RDA o dei Larn. "Che ogni bicchiere di latte in più 200 ml aumenti la possibilità di perdere peso" (fonte Corriere) mi sembra un ipotesi suggestiva. Lo studio sembra che mette molta enfasi sul ruolo del Calcio e della Vitamina D, a me mette più dei dubbi che delle risposte adeguate.

Pertanto dal mio punto di vista questi dati sono insufficienti per considerare il latte e i prodotti derivati del latte o i prodotti arricchiti in Calcio e Vitamina D, come alimenti che aiutano a perdere peso.

Se poi posso permettermi se è un problema di raggiungimento di un certo livello raccomandato di calcio, perchè non dovrebbe lo stesso discorso essere interessante per le acque minerali ricche di calcio, cosi finalmente potremmo dire che l'acqua minerale per dimagrire esiste ( se il latte fa dimagrire per il suo contenuto di calcio perchè l'acqua ricca di calcio no? fa dimagrire solo il calcio contenuto nel latte?).

Se fossi più sfrontato direi anche che seguendo una normale alimentazione equilibrata unita ad una attivita fisica, sostituendo le porzioni di latte e/o yogurt intero con latte e/o yogurt parzialmente scemato, è stato dimostrato che garantisce la diminuzione di almeno 1,5-2 chili in un anno, in due anni di 3-4 chili, sicuramente più interessante, diminuisco i grassi ma non il calcio.


In sintesi il mio consiglio: se siete abituati a consumare prodotti lattei consumateli pure nelle porzioni raccomandate, non consumate alimenti arricchiti di calcio e vitamina D, non consumate porzioni maggiori perché non vi è alcuna certezza che questi vi fanno dimagrire, come avete capito da soli, ci sono prodotti che fanno dimagrire il vostro portafoglio ma ingrassare i bilanci delle multinazionali del settore agroalimentare.

Non a caso in questi giorni Nestle ha formulato proposta di acquisto di Yoplain, vi ricordate l'azienda del marchio Calin, dove Danone aveva preso spunto per Densia/ Danaos con lo yogurt arrichito di Calcio e Vitamina D? Il prodotto di punta dell'azienda è proprio un formaggio arrichito in calcio e vitamina D, l'investimento in ricerca e in prodotti arricchiti in calcio prosegue anche se i consumatori al momento non rispondono.

Incredibile di come le aziende dichiarono di non avere abbastanza soldi da spendere per dimostrare gli health claims secondo i parametri dell'Efsa mentre riescono a trovare molto danaro da investire in comunicazione.

***
NB : La questione non è in questi termini. Il meccanismo dell’alimentazione è piuttosto complesso, al di la del marketing delle aziende e dei continui messaggi per un alimentazione diversa. Come tutti i comportamenti importanti per la sopravvivenza della specie, il comportamento alimentare presenta dei forti contrasti. Non si può negare che siamo portati verso i cibi dolci, grassi e salati, perché penso che sono biologicamente necessari. L'obesità che stiamo vedendo ora è un fenomeno senza precedenti nella storia dell'umanità, ma la fase abbondante di cibo non spiega tutto. I cambiamenti globali nel nostro stile di vita hanno un impatto anche sul sovrappeso, il problema va visto nella sua interezza perché riguarda sia le nostre energie spese che il nostro modo di alimentarci.

martedì 9 novembre 2010

Il pane fa ingrassare? (domande e risposte sul pane)


Il pane fa ingrassare?
Come dico sempre nessun alimento di per sé, fa ingrassare, dipende dalla quantità e dalla qualità. Ho sentito dire ieri al bar, "No il panino no, mi fa ingrassare" non è vero, tutti si concentrano sul pane e le sue calorie nessuno sulla maionese, la salsa di olive o il gorgonzola che mettono nel panino. Quello che ci fa ingrassare è l'ingrediente con cui abbiniamo il pane.

Qualcuno potrebbe dirmi ma il pane veicola ingredienti ricchi di calorie, non è detto dipende se lo usi per accompagnare una zuppa di cereali e legumi o delle verdure cotte al vapore non penso se invece lo usi per metterci delle fettine di lardo o lo mangi con la pasta ai 4 formaggi invece è più probabile.

Negli anni ’70 i farinacei, le patate e la pasta sono stati accusati di promuovere il sovrappeso a causa del loro apporto energetico. Tuttavia i diversi studi scientifici pubblicati anni dopo hanno evidenziato che coloro che avevano una dieta più ricca di carboidrati hanno un BMI più basso rispetto a coloro che hanno una dieta ricca di grassi.

Con che cosa è fatto il pane?
Il pane dovrebbe essere fatto con solo farina, acqua, lievito e sale.
Dal punto di vista nutrizionale è particolarmente ricco di carboidrati complessi (55 g/100 g in media). Il pane contiene proteine, vitamine del gruppo B e minerali come il potassio, ferro, calcio. In generale, il pane è praticamente privo di grassi dal 0,3 al 1,3 g/100g. Il contenuto di fibre è variabile (da 3 a 9g/100 g), e dipende dal grado di raffinazione della farina. Il contenuto di sodio del pane è in media di 650 mg per 100 g. ma dipende anche dalle specificità locali, mi viene in mente il pane toscano senza sale.

Perché in alcuni punti vendita tra gli ingredienti c’è lo strutto o il lardo?
Alcuni mettono nel pane strutto o lardo, la cui funzione è di rendere il pane più profumato, più gradevole, più morbido, in realtà se si usano ingredienti di qualità non c’è necessità di aggiungere grassi , sovente è per mascherare un pane di bassa qualità degli ingredienti e lavorazioni veloci.

Cosa è un pane di qualità?
Penso che con questa dizione si indicano i pani che hanno la Dop o la Igp es Pane di Altamura, la coppia ferrarese, il pane di Matera, il pane di Genzano, più in generale la qualità di un pane viene data dalla qualità degli ingredienti e dal lavoro del fornaio. Difficile dare delle indicazioni vista l'enorme quantità di pani diversi, sul mix di ingredienti diciamo che le farine integrali in genere sono meglio delle farine raffinate, altro dato importante è la proporzione dell'acqua nell'impasto e della qualità dell'acqua, lievito naturale meglio del lievito chimico, il sale attorno al 2%, il tempo di lievitazione, tutti dati che influenzano la qualità del pane e che variano a seconda della ricetta.

Purtroppo il dato di aroma e fragranza che distingueva il pane buono dal pane cattivo si è perso, guardate l' etichetta meno ingredienti ci sono meglio è, sia i panettieri che i supermercati devono esporre gli ingredienti. Oggi la maggior parte del pane almeno nelle città è di produzione industriale, spesso surgelato e viene solo scaldato al momento; oltre a farina, lievito, sale e acqua ci sono addensanti, emulsionanti, conservanti, se potete preferite un pane fresco meglio se è un pane artigianale.

Quale è l’indice glicemico del pane?
L'indice glicemico del pane è variabile come sono variabile le diversa qualità di pane presenti sul mercato, in media da 57 a 85, in sintesi ha un indice glicemico medio alto.

Tutti i tipi di pane hanno la stessa composizione nutrizionale?
La composizione nutrizionale del pane varia, soprattutto in funzione del grado di raffinazione della farina. Più i pani sono fatti di farine complete, più sono ricchi di proteine, fibre, minerali e vitamine del gruppo B, in media possiamo dire che le calorie vanno da 243 kcal del pane integrale alle 290 kcal del pane bianco, mentre il pane all'olio o al latte superano le 300 kcal ed in particolare il pane all'olio è più ricco di grassi in media 5,8 g per 100g.

Quanto pane al giorno?
I carboidrati dovrebbero rappresentare il 50 e il 55% delle calorie totali giornaliere, mangiare il pane o gli alimenti ottenuti da altri cereali ad ogni pasto aiuta a garantire un adeguato apporto di carboidrati complessi.

Che differenza c'è tra pane e biscotto? Cosa fa ingrassare di più?
Il pane ha solo farina, acqua, sale e lievito mentre il biscotto non sempre ha il lievito ma ha zucchero e grassi, senza demonizzare nessuno dei due alimenti, sicuramente per un'alimentazione più sana , uno spuntino o una merenda sarebbe preferibile utilizzare del pane magari ai cereali accompagnato con della frutta, tuttavia nella colazione del mattino qualche biscotto scelto con cura può accompagnare con altri alimenti il caffelatte dei bambini e dei non bambini.

Il pane provoca gonfiori o disturbi intestinali?
Il pane è tra gli alimenti uno dei più digeribili , tuttavia i pani ricchi di fibra come i pani integrali, possono favorire la fermentazione intestinale, pertanto in soggetti con sindrome dell'intestino irritabile, si consiglia di gradualmente abituarsi ad una maggiore assunzione di fibre. I pani con cereali non sono adatti a tutti in particolare attenzione ai bambini ed anziani non dovrebbero consumare molto poichè la presenza di fitati può limitare l'assorbimento di alcuni minerali importanti come il calcio.

Il pane ha aspetti negativi?
Si, alcuni pani hanno un elevato apporto di sale, e possono non essere adatti a coloro che devono seguire una dieta iposodica. I diabetici le loro porzioni di pane devono essere controllate, preferendo pane con indici glicemico meno alto come il pane con farina integrale o segale. ma sopratutto il pane non è un alimento adatto a coloro che non tollerano il glutine, questi devono evitare il pane prodotto con farine convenzionali. Ci sono in commercio prodotti analoghi fatti con farine alternative. Devono inoltre prestare attenzione ai prodotti sia industriali che artigianale gli intolleranti o allergici all'arachide, perchè spesso il pane contiene farina di lupini e coloro che sono allergici all'arachide sono allergici anche ai prodotti che contengono farina di lupini, in quanto la dichiarazione in etichetta non è obbligatoria, sovente l'1% del prodotto dinale.

Qui in Svizzera dove vivo da qualche anno, c'è una grande varietà di pane se volete scoprirlo vi suggerisco di dare un occhiata al Pane Svizzero, ogni zona ha il suo pane e le sue tradizioni,

domenica 7 novembre 2010

In Cina il distributore automatico di granchi (vivi). L'evoluzione dei distributori automatici.




I distributori automatici sono la nuova frontiera dei paesi asiatici sono dappertutto, dei veri e propri negozi di soli distributori e offrono di tutto dal sakè alla frutta. Ma questo ha decisamente colto la mia attenzione, in Cina un distributore di granchi? Ebbene si i granchi vengono pescati e vengono messi alla temperatura di 5 gradi, quella in cui i granchi si dice in gergo che si addormentano, divisi in base alla lora grandezza e chiusi nelle scatolette di plastica e inserite nel distributore automatico.

Poi siccome il mio giapponese è limitato non ho capito se lo consumano così "nature" o lo portano a casa per metterci la maionese! Assicurano 100% vivo, 100% fresco. Tenete presente chè è filmato giapponese girato in Cina, per evidenziare anche come dire degli usi e costumi, di un paese da sempre concorrente. Come per dire guarda questi incivili. Senza andare troppo lontano mi ricordo anni fa' era facile vedere astici e aragoste fare bella vista al ristorante in attesa di finire in un piatto.

Va dato atto che oltre al distributore di granchi, hanno anche il distributore di frutta, come per le banane, cosa che da noi i pochi esperimenti fatti con i distributori di frutta non hanno avuto molto successo. Il messaggio comunque è l'evoluzione del vending machine cioè dell'evoluzione dei distributori automatici e che oggi sempre più aziende hanno nel loro portafoglio prodotti adatti per i distributori automatici, il risvolto sociale è mangiare in ogni luogo in ogni dove, che certo non aiuta la regolarità nei pasti e ad assumere comportamenti alimentari corretti.

I distributori automatici stanno vivendo una nuova stagione di espansione perchè hanno saputo evolversi e adattarsi alle nuove tecnologie. Oggi, è possibile trovare distributori dotati di schermi touch, in una "cornice" un design futuristico! Trasformando il vending in un acquisto chic e divertente! Il cambiamento tecnologico è uno dei principali fattori di ritorno del vending, ci sono anche altri fattori responsabili di questa tendenza come l'evoluzione della offerta del prodotto se fino a qualche anno fa erano sono caffè e acqua minerale, oggi ci sono prodotti biologici, bottiglie di vino fresco, uova di salmone, zuppe, frutta e verdura, spremuta di frutta e anche granchi vivi in Cina! A questo bisogna anche aggiungere ch eil formato della vending machine è più piccolo e che permette alle aziende di risparmiare sui stipendi dei baristi o dei rivenditori. Una tendenza che rischia di passare gradualmente nella nostra routine quotidiana.


Info: hjjdzx.com c'è anche la versione lusso, con la scatola d'argento e oro!!

mercoledì 3 novembre 2010

Alimentazione e salute : come ridurre il consumo di sale a tavola?


Ultimamente nelle riunioni delle diverse società scientifiche in tema di nutrizione non si parla d’altro, se fino allo scorso anno era la prima colazione il tema principale, poi sono seguite le discussioni inutili sull’ ambiente obesogeno. Da qualche mese è partito il tema del consumo di sale, ognuno fa sfoggio del suo sapere accademico, a riunione conclusa senza decidere nulla, perché le società scientifiche non decidono nulla in assoluto, si va a mangiare fuori e dopo una riunione sulla pericolosità del consumo di sale e degli alimenti che contengono molto sale, cosa ordinano? Prosciutto crudo! Io che mi mangio l’insalata, vengo guardato con aria da compiatimento, sai lui è svizzero! (Grrrrrrrrrr) Le contraddizioni sono il sale della vita.

Mangiare meno sale aiuta a ridurre il rischio cardiovascolare.Nei paesi occidentali il consumo di sale è stimato in media tra 8 e i 10 grammi al giorno, mentre l’ Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda un massimo di 6 grammi al giorno, però per soddisfare le nostre esigenze fisiologiche ne basta meno di 2 grammi.
All'eccessivo consumo di sale l''organismo si difende con la richiesta d'acqua, la senzazione di sete, l'acqua aumenta il volume di sangue e alza meccanicamente la pressione arteriosa. Un alimentazione senza sale è in assoluto il più sicuro farmaco per coloro che hanno problemi cardio vascolari. Il ridotto consumo di sale non è indicato solo in coloro che sofrono di insufficienza cardiaca, ipertensione arteriosa, anche in altri casi come problemi renali, nei casi cellulite, osteoporosi, i disequilibri ormonali nel persone di sesso femminile (sindrome premestruale e premenopausa) ed è utile nelle prevenzione di diverse patologie di tipo cronico degenerative.



Ma come si è giunti a questo consumo eccessivo?Una volta il sale era una spezie rara e costosa, le più importanti vie commerciali in Europa sono state tracciate proprio per il commercio del sale. Con lo sviluppo di nuovi metodi estrattivi, dei nuovi mezzi di trasporto, il sale è diventato una materia prima come un'altra, ha perso il suo valore di spezia preziosa. L’uso in cucina del sale non è aumentato più di tanto è invece molto aumentata la frequenza con cui mangiamo prodotti derivati dalla lavorazione con il sale come salumi e formaggi, ma soprattutto è aumentato molto il contenuto di sale nei prodotti alimentari industriali, non solo per la conservazione ma anche per esaltare il gusto, mi è capitato perfino di leggere la presenza di sale in etichette di biscotti dolci e torte, abbiamo il senso del gusto assuefatto al salato per cui abbiamo sempre più bisogno di sale per sentirne il sapore.



Nei piatti pronti e prodotti industriali oltre il 70% del sale
Ho notato che l’eccessivo uso di sale contraddistingue specialmente tutti quei alimenti da mangiare velocemente tipo fast food oppure in quelle ristorazioni dove vengono serviti piatti pronti cioè prodotti industriali scaldati al micronde, questo perché aumentano il sapore del cibo e fanno venire molta sete di conseguenza stimolano il consumo di bevande.
Tanto che il sale nei cibi pronti rappresenta oltre il 70% del sale che introduciamo nella nostra alimentazione. Dove ne troviamo di più? Contrariamente a quanto si potrebbe pensare non solo salumi e formaggi ma: cereali per la prima colazione, zuppe pronte, nel pane e nei suoi derivati (fette biscottate, crackers, grissini) e nei dolci


Da dove arriva il sale che introduciamo?
Sale naturale presente nei cibi 11%

Sale aggiunto a tavola il 12%
Sale prodotti industriali e ristorazione 77%
Fonte (Food Standard Agency, Affsa).

"Ridotto contenuto di sale" come "ridotto contenuto di zucchero"?
Una porzione di focaccia acquistata al super può contenere 5 grammi di sale e un panino al prosciutto 6 grammi (il 100% del limite al giorno indicato dall'OMS). I produttori in particolare di formaggi e salumi sostengono che diminuendo il sale nelle preparazioni il sapore di questi prodotti non sarebbe più lo stesso, hanno ragione, ne diminuiamo noi la frequenza d'acquisto.
Inoltre visto questo gran parlare del problema del sale aggiunto, casualmente molto aziende hanno tirato fuori prodotti senza sale aggiunto o a "ridotto contenuto di sale", ad un costo ovviamente superiore al prodotto con sale! Il mio timore è che diventino come l’etichetta "senza zucchero aggiunto" e che al sale vengono sostituiti aromi o ingredienti poco naturali, si è creato cosi un nuovo segmento di mercato a ridotto contenuto di sale.



Riduzione graduale e aggiunta di erbe aromatiche e spezie
La cosa migliore e ridurre il consumo di formaggio e salumi preferendo frutta e verdura fresca e rinunciare così anche ad alimenti in scatola o surgelati, in sintesi farsi le cose da sè. Le soluzioni esistono senza andare lontani io in casa mia ho diminuito poco per volta sia il sale che lo zucchero nelle ricette, ogni volta un po’meno e ho adoperato più erbe aromatiche e spezie (come vedete nelle foto tutti sali aromatizzati con spezie ed erbe), in sintesi quella dose inpercettibile che non ti cambia il sapore ma che ti abitua a mangiare con meno sale, la stessa cosa la possono fare le aziende se vogliono.

Studi Usa e l' esempio Finlandese
Uno studio americano pubblicato nel 2007 sulla rivista The New England ha concluso che 3 grammi di sale al giorno in meno evitato a 59.000 ricoveri / anno e 92.000 attacchi di cuore negli Stati Uniti. In Finlandia in seguito al seguito di una vasta campagna informativa e il lavoro dei professionisti della salute, i produttori hanno diminuito le quantità del 20% di sale e il consumo medio è passato da 12 a 8 grammi al giorno.


Tutti i numeri del sale
1) L'assunzione giornaliera di sale in Europa : 10 g/die2) Fabbisogno fisiologico di sale: meno di 2 g /die3) Fabbisogno consigliato OMS: 6 g/die o 2,4 g di sodio4) Mangiare una ciotola di cereali per la prima colazione equivale a bere una ciotola d'acqua di mare
5) Numero di ipertesi: 15 milioni in Italia (69% uomini 31% donne), 300 milioni in Europa
6) L'etichettatura del contenuto di sodio degli alimenti non è obbligatorio
7) Contenuto di sodio in formaggio tipo grana 700mg/100g
8) Contenuto di sodio in una mozzarella 200 mg/100g
9) Contenuto di sodio in uno prosciutto 2,1g/100g
10) Contenuto di sodio in un pane bianco 0,5 g/100g
11) Contenuto di sodio in sardine sott'olio 760mg/100g
12) Sale = contenuto in sodio x 2.5
13) Sale naturale presente nei cibi 11%
14) Sale aggiunto a tavola il 12%
15) Sale prodotti industriali e ristorazione 77%


Il sale è talvota nascosto tra gli ingredienti :
- Cloruro di sodio (NaCl) il normale sale da cucina
- Glutammato monosodico E621
- Nitrato di Sodio E 514- Solfato di sodio E339
- Bicarbonato di sodio o soda E 500Per cui le definizione sale, sodio, sodico

Alimenti più ricchi di sale
: Dado da brodo, salse di qualsiasi tipo e genere, estratti di carne, formaggi, insaccati, salumi, pesce affumicato, pesce conservato, olive, snack salati, sottaceti e sottolio, prodotti da forno: focacce, pizze, pane, cracker, grissini, biscotti, cereali per la prima colazione, burro e margarina

Alimenti che non si pensa ricchi di sale a cui gli ipertesi devono prestare attenzione
: purè istantanei, legumi e verdure in conserva, prodotti surgelati sbianchiti in acqua salata, succhi di verdura o zuppe pronte, frutta secca per aperitivi, alcune acque minerali ricche di sodio, succhi di frutta gasati, zuppe di pesce pronte, maionese, capperi.
come ho già detto sono i sali con le erbe aromatiche e spezie come quelli della So So Factory oppure fatti di voi, agli insaccati magari preferire un carpaccio, ai salatini per l'aperitivo un bel pizzimonio al posto del dado un ottimo brodo di carne o di verdure. La maionese provate a trovare un giusto equilibrio con limone, aglio e aceto senza usare sale, ai cereali preferire magari delle gallette di riso soffiato o altri cereali soffiati.

Alternative:


Come sostituire nella cucina di casa il sale o parte del sale
:
-acido: aceto, limone
-agliacei: aglio, scalogno, erba cipollina, cipolla, porro
-spezie: pepe, paprika, chiodi di garofano, curry, zafferano, cannella, peperoncino
-erbe aromatiche: basilico, cumino, cerfoglio, alloro, menta, prezzemolo, salvia, timo .



Sale, il cui vero nome è cloruro di sodio (NaCl) è composto da 40% da sodio e il 60% da cloruro. E 'contenuto naturalmente in tutti gli alimenti, tra cui frutta, verdura, latte, carne, pesce, uova,tanto che i nostri bisogni fisiologici sono coperti pertanto non è necessario aggiungere sale.
Purtroppo, quando si vuole limitare la nostra assunzione di sale, scopriamo che è presente in alimenti che meno ci si aspetta come : carne cruda, cereali, cioccolata calda, budini, biscotti dolci, cioccolatini, caramella e bevande. In Europa non esiste l'obbligo di indicare la presenza di sale in etichetta e, talvolta, solo il contenuto di sodio è indicato. Dal momento che è impossibile indovinare il contenuto di sale o di sodio di un piatto preparato, abbiamo due opzioni: abbandonare l'idea di acquistare e consumare il prodotto o contattare il produttore per informazioni.

Piatti pronti senza sale o a ridotto contenuto di sale proposti da: Picard, Thriet, Gouda Allegra, vanno interpretati come esempi di prodotti possibili a basso contenuto di sale o diciamo l'avanguadia di un nuovo segmento di mercato.
Intanto gia dal 2009, la catena di supermercati migros ha ridotto il contenuto di sale nel pane.

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