sabato 5 febbraio 2011

È possibile evitare che il mio bambino diventi allergico o sviluppi un' allergia?


Le allergie che compaiono inizialmente nella prima infanzia sono le allergie alimentari come l’allergia al latte, all’uovo, al pesce ai vari tipi di frutta a guscio come arachidi e noci che provocano edema, choc e crisi d’asma, segni però comuni alle allergie ambientali, che in genere compaiono più tardi, con sintomi come la rinite e asma dovute pollini, acari della polvere, peli di animali domestici. Anche la comparsa di un eczema può essere frequentemente associato a un' allergia alimentare, ma anche agli acari della polvere. Importante e che vi rivolgiate in caso di dubbio al vostro medico di fiducia, in questo caso al pediatra che segue il bambino, vi aiuterà nella diagnosi e all' esclusione di altre malattie.

Cara Alessandra, non mi hai parlato di un allergia specifica quindi devo stare sul generale, quando mi inviate una domanda se riuscite ad essere più precisi sono in grado di fornire una risposta più completa.

Sulla base di alcune statistiche , è stato stimato che le allergie alimentari interessano dal ’1-2% della popolazione adulta anche se la percezione è maggiore anche perché si confonde spesso l’allergia con l’intolleranza. L’incidenza delle allergie è più elevata tra i bambini piccoli, con una stima tra il 4 e il 8%. Fortunatamente, l’ipersensibilità verso alcuni allergeni viene superata nella seconda infanzia, quando il sistema immunitario è più forte. Per esempio le allergie infantili all’uovo e al latte vaccino possono scomparire, anche se non sempre, le allergie alle noci, ai legumi, al pesce e ai molluschi dovremo imparare a conviverci. Oggi come abbiamo visto con l’intolleranza al glutine, c’è una vasta offerta di prodotti, e si può avere una vita normale, non bisogna drammatizzare.

Io penso che la tua preoccupazione sia dovuta al fatte che magari in famiglia tu stessa o il tuo compagno siete allergici. La presenza di casi in famiglia è uno dei fattori di probabilità, per esempio se si ha un genitore allergico il rischio di sviluppare un’allergia alimentare è due volte superiore rispetto ai neonati i cui genitori non soffrono di allergie. Nel caso in cui entrambi i genitori sono allergici, il rischio aumenta da quattro a sei volte. Questo non deve essere vissuto come un complesso di colpa, sulle cause delle allergie esistono delle ipotesi e non molte certezze.

È solo una probabilità, possiamo dire per semplificare che si è evidenziata una “predisposizione genetica” , questo non indica che nel corso della vita per diversi situazioni ambientali e non si possa sviluppare per diversi motivi un allergia o un intolleranza senza che alcun genitore ne sia a conoscenza sono diverse le situazioni ambientali messe sotto accusa che mandano in tilt il nostro sistema immunitario, si è parlato spesso dell' inquinamento, il cambiamento climatico, additivi alimentari, uso eccessivo degli antibiotici e dei vaccini .

Non c’è una terapia preventiva, l’accortezza o meglio la precauzione sta nell’individuare quando un bambino “a rischio” e con attenzione lo si tiene lontano dagli “allergeni” affinchè non abbia un sistema immunitario più forte, in modo che l'impatto con allergene sia il meno problematico possibile, per esempio è previsto un introduzione graduale degli alimenti nello svezzamento dai meno allergizzanti ai più allergizzanti, mentre per le cause da allergie ambientali con una buona profilassi si può ridurre l’esposizione e quindi il rischio.

Ci sono una serie di comportamenti che mirano a prevenire o meglio creare un ambiente ostile al suo sviluppo come per esempio da diversi studi si è potuto notare che più l’allattamento al seno e prolungato maggiore è la possibilità di ritardo l'esposizione agli allergeni per le allergie alimentari.
Il fumo passivo per esempio si è dimostarto incidere negativamente, evitare di portare il bambino fuori nelle ore di traffico più intenso, piccoli comportamenti che possono giovare.

Si sono avviati alcuni percorsi di ricerca negli ultimi anni che includono modifiche della dieta dalla madre o del bambino nell’infanzia ma al momento non hanno dato dei risultati importanti, basta attenersi alle indicazioni del medico di fiducia sono più che sufficienti. Alcuni test sono stati condotti su alucni tipi di probiotici, in teoria alcuni probiotici possono favorire la modifica della flora intestinale e rinforzare il sistema immunitario, alcune di questi studi hanno dimostrato efficaci su un eczema ma non in molti altri casi, è difficile pertanto generalizzare e non mi sento di consigliarlo.

Rivolegersi a un centro specializzato se indicato dal Pediatra , dove ci sono dei percorsi di immunoterapia che mirano a rinforzare il sistema immunitario, per ridurre il rischio di sviluppo di nuove allergie, episodi d’asma nei bambini , esistono negli ospedali degli ottimi centri con diverse figure professionali, dall’allergologo al dietologo e al nutrizionista che in caso di allergia alimentari saprà farvi una dieta senza escludere alcun nutriente e fornire consigli di variazioni e alimenti sostitutivi.

I genitori hanno oggi la possibilità di agire bene per ridurre al minimo l’impatto delle allergie nella vita del bambino, ovviamente siamo tutti in attesa dal mondo scientifico di buone notizie.

Sintomi frequenti di allergie alimentari

Sintomi respiratori

Congestione nasale, sternuti, asma, tosse, respiro affannoso

Sintomi cutanei
Gonfiore di labbra, gonfiore di bocca, orticaria, eruzioni cutanea, eczema prurito

Sintomi gastrointestinali
Crampi diarrea nausea vomito coliche gonfiore di stomaco

Non vanno sottovalutati nei bambini le perdite di peso, mancanza di appetito, e parametri di crescita inferiori alla media


Comportamenti da adottare per i bambini a rischio allergia ai pollini

evitare l'areazione di ambienti durante le ore più calde
usare i condizionatori d'aria
evitare viaggi in macchina con i finestrini aperti
evitare gite all'aperto in primavera
se possibile un soggiorno marino durante il periodo dei sintomi.

Comportamenti da adottare in caso di allergia al pelo e forfora di animali domestici

Se possibile allontanare l'animale a casa dei nonni oppure evitare di farlo andare nel locale dei bambini
Far lavare l'animale spesso almeno ogni mese
Ridurre al minimo nell'ambiente divani e mobili imbottiti
Lavare frequentemente fodere di divani e poltrone.

Comportamenti che possono aiutare nelle per prevenire la rinite

Fare in modo che in casa non vi siano ristagni di umidità o areare spesso i locali
Togliere dall’arredamento domestico moquettes, tappezzerie in stoffa, tappeti, tende
Esporre tutti i giorni all'aria e al sole cuscini e materassi e batterli
Per gli indumenti in lana lavarli a temperature superiori ai 60°
Nelle pulizia di casa togliere la polvere dai mobili con panno umido
Tra i giocattoli evitare i peluche o lavarli frequentemente a 60°
Vacanze meglio in montagna sopra i 1200 metri di altezza
Usare gli acaricidi
Evitare di fumare in presenza di una persona che soffre di allergia;
Evitare di uscire ore più calde e ventilate del mattino e della sera, quando i pollini vengono trasportati su e giù nell'atmosfera dalle correnti d'aria
Lavare i capelli perché possono ritenere i pollini
Entrati in casa calzare un altro paio di scarpe subito dopo essere entrati in casa:
Riporre quelle che si indossavano in un ripostiglio, si evita cosi di trasportare particelle allergizzanti nelle stanze
Eliminare, dove è possibile, tessuti e arredi che trattengono la polvere: tappeti, moquette, tendaggi

Domanda di Alessandria M.

13 commenti:

  1. Bravissimo! Un post ricco di preziosi consigli!!! Un abbraccio e buon fine settimana

    RispondiElimina
  2. Davvero interessante questo post!
    Io consiglierei anche di cambiare spesso i filtri dei condizionatori, non tutti lo fanno con frequenza.
    Buon week end :)

    RispondiElimina
  3. Interessantissimo!!! E accurato come sempre!

    RispondiElimina
  4. come ogni tuo articolo più che interessante! buon weekend gunther

    RispondiElimina
  5. Sullo svezzamento e le allergie in realtà ci sono tre scuole di pensiero: meglio introdurre gli allergeni il più tardi possibile; meglio introdurli prima possibile; è irrilevante. Non scherzo.
    Gli studi più recenti sembrerebbero dimostrare che sia meglio introdurre presto gli allergeni; di recente ho letto sul corriere un articolo sulle uova: http://www.corriere.it/salute/nutrizione/10_novembre_04/uova-bambini-allergie-sparvoli_08b9890c-e0e6-11df-b5a9-00144f02aabc.shtml
    e
    http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Scienza_e_salute/Dare-presto-uova-bebe/05-10-2010/1-A_000129556.shtml
    analoghi studi sono stati fatti sul glutine e le arachidi.
    Io personalmente ho scelto di introdurre tutto a sei mesi (pesce, uova, mandorle, sesamo, arachidi, noci, nocciole, fragole, glutine, ecc ecc) ed ha funzionato bene, nel senso che io e mio marito siamo entrambi allergici a moltissimi alimenti eppure il bimbo mangia tutto tranquillamente.

    se poi posso dare un consiglio non avvallato da studi, ma solo dall'esperienza personale di tante persone, eviterei assolutamente di aggiungere alle pappe il parmigiano e altri formaggi cagliati con caglio animale, perché aumentano tutte le allergie e le intolleranze. Si possono sostituire con formaggi cagliati con caglio microbico o vegetale. Il mio medico mi ha consigliato di toglierli dalla dieta e sono magicamente scomparsi tutta una serie di disturbi che mi stavano rendendo la vita impossibile (mal di pancia, mal di testa, bolle sulla pelle, piaghette e arrossamenti, dolori muscolari, debolezza, ecc ecc).
    Ho evitato di darli al bimbo e chi lo sa che anche questo non abbia influito?

    buona domenica!

    RispondiElimina
  6. @lady boheme, grazie

    @nel cuore dei sapori, grazie effettivamente mi è sfuggito è una giusta osservazione, il blog e un informaizone partecipata grazie

    @sonia, grazie mille

    @pasticciona, grazie

    @puccina, seppure rispetto la sua opinione, non posso non rilevare la mancanza d'obiettività delle sue affermazioni che come lei stessa dice non sono suffragate da alcuno studio medico scientifico, lei stessa si contraddice più volte parla di "esperienza personale suffragata da tanti altri" la medicina è una scienza .

    Personalmente mi sono sempre espresso in maniera non negativa per coloro che seguono una dieta vegetariana, parlandone più volte e mettendo in rilievo aspetti positivi e aspetti negativi.

    Non si può prendere qualcosa qua e là e trasformarlo a proprio piacimento, purtroppo è un metodo adoperato sia dagli individui che dalle aziende , questo porta a creare una falsa conoscenza.

    Forse non mi sono spiegato bene, non è che non bisogna che il bambino venga messo in assoluto in contatto con gli allergeni, ma come ad esempio lo svezzamento sia per i bambini a rischio che non, viene fatto da sempre prima con alimenti meno allergizzante introducendo graduatamente gli altri, è un esperienza di oltre venti anni, dimostrata e convalidata. Non basta un solo studio e solo sulle uova per invalidare anni di lavoro d'esperienza clinica con più di mille casi all'anno. Ci vuole molto di più, a volte è facile farsi prendere dall'entusiamo della novità.

    Il post vuole offrire un aiuto alla persona che ha scritto a rivolgersi al suo medico di base o pediatria, in quanto noi non possiamo valutare da un e mail le reali condizioni del bambino, potrebbe essere una preoccupazione eccessiva come un dubbio motivato, da una parte dobbiamo rassicurare la signora che avere un allergia non è qualcosa di drammatico dall'altro invitarla a portare le sue perplessita al professionista della salute che la segue, che sarà in grado di valutare il caso.
    Tesi originali e personali rischiano di non essere d'aiuto

    Per una corretta informazione desidero precisare che il rosso d'uovo cotto viene introdotto a nove mesi, prima un solo cucchiaino e gradualmente fino ad arrivare a un tuorlo intero, mentre l'albume si introduce al compimento del 12° mese

    Buona Domenica

    RispondiElimina
  7. Grazie per tutte le notizie interessanti che ci dai! E' sempre un piacere leggerti!
    Baci da Alda e Mariella

    RispondiElimina
  8. Ad esempio l'auto svezzamento o svezzamento complementare a richiesta è sostenuta da lucio piermarini dell'associazione culturale pediatri.
    vedi la voce svezzamento su wikipedia per chiarire cosa intendevo col fatto che l'opinione non è univoca ma anzi è in discussione la tesi tradizionale.
    che poi tu possa propendere più per una tesi che per un altra è legittimo, solo volevo dire che non è l'unica opinione tra i pediatri e quello che ho scritto non è poi così campato per aria :-)

    RispondiElimina
  9. Non so perché ma mi ha pubblicato i commenti in ordine inverso
    ciao

    RispondiElimina
  10. Mamma mia, non pensavo di aver scritto una tale mostruosità! :-)
    in realtà quando riferivo della mancanza di studi parlavo solo del caglio. ho detto chiaramente che è un consiglio del mio medico suffragato solo da dati empirici. mi sono permessa di condividere la mia esperienza perché sostituire un tipo di formaggio con un altro non porta nessun rischio, per cui secondo me vale la pena provare.
    per quel che riguarda invece l'introduzione degli alimenti, ho consultato diversi testi e le tabelle sono tutte diverse. c'è chi l'uovo lo introduce a sei, chi a nove, chi a un anno, chi oltre, con le varie distinzioni tra tuorlo e albume. oggi poi molti pediatri sostengono la pratica dello svezzamento naturale o autosvezzamento, ritenendo che a sei mesi si possano introdurre tutti gli alimenti (sani, non fritti, con poco sale, ecc).
    questo ovviamente non c'entra nulla con la dieta vegetariana perché si introduce anche la carne e il pesce.
    adesso non posso riportare il link dell'associazione di pediatri che sostiene questa tesi perché sto usando il cellulare, comunque è un'associazione autorevole.

    a noi un pediatra ci ha detto una cosa, un altro il contrario, per cui mi sono informata e ho constatato che le opinioni sono contrastanti.

    Spero di aver chiarito che la contraddizione era solo apparente e che intendevo solo far presente che l'opinione dei pediatri non è univoca.

    RispondiElimina
  11. Vede cercando di fare informazione devo dare un informazione che fa parte della mia esperienza personale, nel bene e nel male, magari limitata ma di coscienza.

    Ma io la comprendo uno legge uno studio e dice, che bella novità, anche io farei così. Però ci sono sette livelli diversi di studi e prima che uno studio diventi percorso terapeutico e pratica, possono passare dieci anni oppure studi successivi più approfonditi possono dimostrare il fallimento di una teoria e di una tesi. Ahime spesso la pubblicazine di studi di primo livello del livello più basso è fatta alla ricerca di uno sponsor che finanzi un progetto intero. Chi ha fatto lo studio vende il diritto d'autore di utilizzare quel tipo di teoria e la relativa pratica, per questo io l'ho bloccata, purtroppo il gionale che lei mi ha indicato vive di pubbliredazionali a pagamento.

    Quello che diventa un percorso terapeutico o una modalità d'intervento è sempre frutto di anni di lavoro, di verifica e di monitorazzazione continua.

    Non posso io dire di dare l'uovo a quattro mesi per questo non me la sono sentita di avallare questa tesi, necessita di maggiore approfondimento.

    POi sicuramente esistono diverse teorie ma è bene tenerle all'interno di discussione accademiche perchè rischiano di creare confusione.

    Cominciamo con il fare quello che a 999.999 invididui su 1.000.000 funziona e che è condivisoo dalla maggior parte delle cliniche pediatriche universitarie.

    Tutto questo non basta perchè ogni bambino è diverso dall'altro, a seconda del caso particolare possiamo individuare anche un diverso percorso, ma devono esserci delle precise circostanze.

    Ci sono centri specializzati negli ospedali che seguono bambini allergici e provano diverse modalità di svezzamento, sperimentano e va bene, però io attenderei i risultanti prima di farli divenire pratica comune.

    Io devo indicare il metodo che si segue riconosciuto e convalidato.

    IN genere quando una mamma si presenta in ambulatorio con un sospetto di allergia o intolleranza, la maggior parte delle volte ha ragione, le mamme sono le migliori sentinelle della salute di un bambino.

    IO non dico che la sua esperienza non sia importante, ma potrebbe non funzionare negli altri bambini.

    Sul formaggio grattuggiato sono previsti 5 grammi dopo sette mesi e solo dopo un anno 10 grammi, l'abitudine ad abbondare di formaggio per dare più sapore alla pappa perchè senza sale, mai mettere sale prima di un anno non è positiva, non assagia mai la pappa con il vostro gusto, se si vede che l'introduzione del formaggio crea problemi parlatene comn il pediatra che vi segue per cercare alternative e per verificare che il problema sia proprio quello.

    Detto questo il tuo bimbo sta bene e questo mi fa piacere.

    Se sono stato sgarbato mi scusi non volevo non ne avevo intenzione, devo dare informazioni valide per tutti, spero mi comprenda.

    RispondiElimina
  12. Va bene, allora pace fatta :-)
    Sul formaggio purtroppo tanti pediatri lo fanno mettere in tutte le pappe già a cinque sei mesi. anch'io non sono d'accordo perché ha troppo sale, inibisce l'assorbimento del ferro, è inutile perché a quest'età bevono ancora tanto latte e in più ammazza tutti i sapori.

    RispondiElimina
  13. si tranquilla nessun problema, purtroppo il blog non è un luogo migliore nel cercare di sintetizzare mi perdo, metterp più informazioni su questo argomento su papille vagabonde 2, inclusi i due schemi del divezzamento che si usano in clinica da noi a Lugano, cosi sono più chiari

    RispondiElimina

Commenti anonimi e privi d'identità saranno rimossi.
Commenti con pubblicità e link commerciali saranno cancellati.