mercoledì 25 novembre 2009

Il vino novello italiano fa flop?


I dati come comunica il giornalista Francesco Arrigoni dal sito web del Corriere della Sera, sono piuttosto reali ( passare da 12 a circa 9 milioni di bottiglie significa una perdita secca del -25% del numero di bottiglie in un anno) rispetto ai dati di Verona Fiere (- 4% il dato di Verona Fiera ), l'anno precendete il 2008 era stato segnato da una perdita del -17% in termini di produzione sul 2007 secondo i dati di Verona Fiere, se proprio vogliamo essere pignoli 15.843.000 di bottiglie erano i dati del 2006, pertanto una perdita del 46%. Di fronte ai numeri credo che la cosa migliore sia quella di cercare di capire tramite un analisi del settore e non sostenendo il successo del prodotto ad ogni costo si rischia di essere ridicoli..

Il vino novello italiano è un prodotto nuovo nato dalla spinta del successo in Italia e nel mondo del Beaujolais Nouveau, così tutti i produttori italiani spinti anche da un certo tipo di politica si sono dati da fare per cercare di imitare il prodotto d'oltralpe, convinti che il successo non dipendeva dal prodotto ma da un buon marketing! Non è proprio cosi il marketing del Beaujolais Nouveau ha funzionato perchè c'era un prodotto con particolarità uniche, il marketing è uno strumento ma alla base deve esserci un prodotto che rispecchia le aspettative del mercato e dei consumatori.

Molti produttori cosi hanno pensato che fosse facile cavalcare il successo francese, anche perchè il vino novello offre la possibilità nell'intervallo di qualche mese di ricevere i primi guadagni della nuova vendemmia mentre invece per il vino bisogna attendere più tempo.

Quali sono stati gli errori (secondo me)

1) Imitazione di una lavorazione (macerazione carbonica) e non di un prodotto il Beaujolais Nouveau,. La produzione del Beaujolais Nouveau ha un disciplinare rigido rispetto alla normativa italiana, in quanto viene realizzato solo col 100% di vino ottenuto da macerazione carbonica di uve proveniente da un territorio specifico e da un solo vitigno (Gamay), mentre la legislazione italiana parla di un minimo del 30% fino al 100% del vino ottenuto da macerazione carbonica non fornendo indicazione sui vitigni.

2) La vendita del Beaujolais Nouveau inizia più tardi rispetto a quella del vino italiano: il terzo giovedi del mese di novembre contro il 6 novembre della data prevista dalla normativa italiana, questo anticipo non ha giocato a favore, è vero che si è ampliato il tempo di vendita ma ha aperto la comunicazione al Beaujolais Nouveau anzi ne ha aumentato l'aspettativa.

3) Si è prodotto il vino novello con tante uve (Aglianico, Cannonau, Barbera, Merlot, Nero d’Avola, Corvina, Refosco, Cabernet Sauvignon, Sangiovese) in tutte le regioni italiane, il Beaujolais solo da uve Gamay, la lavorazione necessita di maggiore conoscenza, la qualità non ha dato i stessi risultati con tutte le uve in tutte le zone, non c'è uno standard di qualità e sopratutto è indipendente dal prezzo, dai due euro ai dieci euro, trovare un buon novello è un terno al lotto, su dieci novelli da me provati almeni 6 erano difficili da bere nel senso che non erano ciò chi ci si attende da un Beaujolais Nouveau o da un vino novello.

4) Il Beaujolais Nouveau oltre che essere un prodotto particolare e distinguibile, riesce ad acquisire i favori di target piuttosto precisi in primo luogo i giovani e le donne, ha dato modo di avvicinare dei nuovi consumatori grazie alle caratteristiche più facile in termini di gusto, caratteristiche che non sono state riscontrate da parte del pubblico nei prodotti novelli italiani.

5) Il vino Beaujolais Nouveau è un rito una ricorrenza è una festa è legato alla convivialità, alla piacevolezza dello stare in compagnia, questo aspetto in termine di comunicazione è stato dimenticato nel novello italiano.

6) La distribuzione ha privilegiato il canale della ristorazione, al fine di creare un maggiore valore aggiunto, è stato un boomerang, non ha dato i frutti sperati, questo perchè la proposta del novello al ristorante è stata fatta con un prezzo superiore ai vini di qualità proposti nelle carte dei vini, ha fatto percepire negativamente il novello italiano.

7) Il target del novello è un pubblico molto limitato e poco fedele alla ricerca di novità, non è l'intenditore di vino (tante che per molti appassionati il vino novello non è un vino)

8) In dettaglio ben 5 regioni italiane vinificano il novello insieme fanno il 75% della produzione : Veneto, Trentino, Toscana, Sardegna, Emilia Romagna, ma la regione dove si è registrato la produzione più bassa è stato il Friuli - 16%, metre la regione Liguria non ha prodotto vino novello quest'anno. In Emilia Romagna e Abruzzo hanno il problema di trovare un impiego alla sovrapproduzione in giacenza.

Oggi grazie alla globalizzazione si può fare tutto dappertutto prendiamo per esempio il whisky scozzese viene riprotto in diversi parti del mondo, gli ingredienti si trovano dappertutto, sono giunti alla cronaca il whisky indiano Amrut e il whisky giapponese Nikka fatto nell'isola di Hokkaido che nulla hanno da invidiare al whisky scozzese, la particolarità sta che hanno trovato una lavorazione diversa dall'originale non solo per la materia prima degli ingredienti ma anche per la produzione, riuscendo cosi ad acquisire quote di mercato a livello internazionale, non dipende da quello che si fa ma da come lo si fa.

Il novello italiano può avere delle possibilità di successo come il Beaujolais Nouveau , se non maggiore ma deve trovare una propria identità, un marketing che lo differenzi dal prodotto francese e lo valorizzi, come lo spumante che oggi riesce ad ottenere un successo pari o superiore allo champagne, manca inoltre una comunicazione che rapprersenta il Novello Italiano.

Detto questo sia il vino novello italiano che il Beaujolais Nouveau, lo bevo solo raramente ma voi lo avete provato, vi piace?

11 commenti:

  1. E' un vero peccato: ho bevuto e bevo anche il Beaujolais, ma preferisco decisamente il Santa Costanza di Banfi (Sangiovese e Gamay), quest'anno è profumatissimo!!

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  2. Mi manca accidenti!La tua analisi è davvero interessante:se vuoi "imitare" un processo od un pordottod evi farlo con tuti i crismi, pena il flop!
    Da bresciana di Franciacorta posso però assicurare che il ns Franciacorta è meraviglioso, anche rispetto allo champagne!;)

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  3. Sono un piccolo appassionato di vino...lo scelgo con cura, punto su produzioni limitate, privilegio il mezzo bicchiere buono al 'resto'...e ad essere sincero tutti i novelli provati (non moltissimi in realtà) non mi hanno fatto alcun effetto. Probabilmente sono stato sfortunato ma tutt'oggi non capisco questa euforia (montata) per un prodotto che sinceramente non fornisce punti di riferimento sufficientemente saldi da poter procedere ad una discriminazione di qualità e gusto...Tra quelli che ho assaggiato mi ha fatto un miglior effetto uno che costava circa 5 euro in meno rispetto ad un altro che invece mi sembrava imbevibile...

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  4. Ho letto con molto interesse, anche se non sono competente.
    Grazie Gunther

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  5. personalmente preferisco il novello francese rispetto ai prodotti italiani che ho provato, ma mi auguro di provare un novello che mi faccia ricredere

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  6. Nella mia piccola cultura dei vini, non amo il novello.
    Preferisco ogni tanto bere un buon bicchiere di vino d'annata mi da più soddisfazione.
    Ma può darsi che sia perchè non conosco i vini di cui parli!!
    Ciao a prestO!!!!

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  7. Questa poi, non la sapevo: grazie Gunther, mi hai messo la curiosità di approfondire.
    Purtroppo non ho avuto molto tempo ultimamente e ho perso i tuoi ultimi posts: mi rimetto in pari!
    Un caro saluto,

    wenny

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  8. aggiungerei il fatto che (per moda? Per scelta di opinion makers?) sta serpeggiando l'idea che il novello (buono o cattivo che sia) sia un prodotto poco "in". E come ci insegni, il marketing spesso, può più del gusto. Non credi?

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  9. @barbara grazie del consiglio non lo consocevo
    @saretta lo so che il franciacorta è super, consoco bene i fratelli berlucchi
    @gambetto si ho imparato a mie spese che il prezzo non cosituisce uuna discriminante
    @grazie rosetta
    @valentina ce ne sono di buoni anche in Italia
    @stefi intenditrice si il novello obiettivamente è un po limitativo
    @wennycara grazie per il tuo passaggio
    @michelangelo, si c'è una tendenza a considerare il novello poco in, ho cercato di trovare delle ragioni al calo di vendita del 42% in due anni è veramente tanto, forse sono delusi i consumatori io ho pensato è solo una mia interpretazione lo ammetto, ma possono essere altri ragioni

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  10. Ho apprezzato per anni il Rubicante di Sella & Mosca che, a mio avviso è uno dei migliori novelli italiani. Quello del 2009 è invece molto al di sotto dello standard degli anni scorsi. Ho mandato un reclamo al produttore e mi hanno risposto molto cortesemente. Mi ha telefonato anche l'enologo della cantina per sapere il mio giudizio.
    Sono rimasto colpito dalla gentilezza e dalla serietà del produttore.

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  11. Il cosiddetto vino novello è un'autentica "bestemmia". Spero che con il tempo si spenga definitivamente questa moda orrenda degli ultimi anni

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