giovedì 26 febbraio 2009
Letizia Moratti Expo 2015 e Acquatherapy : due esempi di comunicazione confusa
Nuovi trends nel settore del vino: il vino su misura e il produttore distributore negli Usa
Stefano Cinelli Colombini dell'azienda Fattoria dei Barbi, ha fondato negli Stati Uniti un azienda per la commercializzazione del suo vino, convinto che non veniva sufficientemente considerato dai suoi partners americani. Il mercato americano valuta il tuo vino in base ai numeri che riesce a dare, gli Stati Uniti sono un paese molto grande, , se il tuo vino non fa guadagnare abbastanza passi in secondo piano. Proprio per questo chi non ha milioni di bottiglie deve scegliere di orientarsi su aree di mercato più piccole esempio New York, Chicago, San Francisco e sceglierne solo una, perche scegliere tutti gli Stati Uniti è molto dispersivo, ma sopratutto se la tua capacità produttiva è bassa non è conveniente. Nessun partner potrà fare un investimento se sà che non potrà avere un ritorno economico.
Al di la di queste mie considerazioni il tentativo di filiera corta è interessante e per rendere però l'offerta valida ha dovuto inserire altre aziende italiane, prosecco di Valdo, i vini di Fontanafredda, Montepulciano d'abruzzo delle Colline Teramane e altri, però attenzione molto dipende dal canale di distribuzione scelto, finchè si rimane su ristorazione e negozi gourmand, può portare risultati interessanti più difficile per la grande distribuzione.
In sintesi due atteggiameni diversi da una parte la Tenuta Valdipiatta che fa arrivare il cliente in azienda e la Fattoria dei Barbi che porta direttamente il vino sul mercato senza intermediari. Vedremo chi avrà adoperato la strategia vincente.
martedì 24 febbraio 2009
Alli, c'è un futuro per i farmaci contro l'obesità?
L’inizio del nuovo millennio si era aperto carico di speranze con due nuove molecole Orlistat (Xenical) e Sibutramina (Ectiva- Reductil, Reduxade) che secondo i dati e le comunicazioni avrebbero dovuto fornire un contrinuto per risolvere il problema dell’obesità. La realtà invece è stata differente seguita da diverse vicende che ne hanno messo in discussione l’uso. Va bene si inteso che un paziente obeso ha un quadro clinico complesso e compromesso per cui è sempre a rischio e la prescrizione del farmaco va sempre valutata con molta attenzione. Io sono propenso nel credere che c'è stato un po’ troppo presto un entusiasmo ingiustificato, ricordo la comunicazione pre marketing, molto forte che hanno creato delle aspettative molto alte, le azioni delle aziende sono letteralmente salite nelle borse dei titoli e i farmaci sono stati commercializzati su Internet prima ancora che il prodotto ufficiale venisse approvato per la vendita. Un comportamento alquanto originale da parte delle aziende farmaceutiche, alla luce dei risultati è mancato secondo me un principio di precauzione in tutti i soggetti coinvolti, forse anche modalità di comunicazione sia al settore medico scientifico che al pubblico più misurate.
Tuttavia anche la Sibutramina è sulla strada del ritiro dal mercato anche se Emea lo ha dichiarato farmaco sicuro, mentre secondo alcuni può generare problemi cardiocircolatori.
Ha destato clamore la decisone dell’agenzia europea del farmaco di autorizzare la commercializzazione di un nuovo farmaco “Alli” per perdere peso senza prescrizione medica della GlaxoSmithKline . Dal suo lancio nel 2007 è diventato il terzo farmaco più acquistato negli Stati Uniti. In realtà non è un nuovo farmaco è semplicemente una versione più leggera (60 mg al posto di 120 mg) di un vecchio prodotto (Xenical-Orlistat), che veniva rilasciato solo su prescrizione medica. Questa è la prima volta un farmaco contro il sovrappeso e l'obesità è in libera vendita.
Non si tratta di una pillola miracolosa, è bene ricordare che è ufficialmente riservata ad adulti in soprappeso e obesi, chi “risponde” al trattamento può aspettarsi di perdere dal 5 al 10% del loro peso in un anno. Ma è necessario associarlo ad una dieta ipocalorica o almeno una dieta equilibrata per evitare di spendere la propria vita in bagno! Tra i diversi dubbi e problemi avanzati sul farmaco originale da diversi utilizzatori, era che il prodotto comportava frequentemente e improvvisamente delle deiezioni oleose, quando meno ce lo si aspettava, un difficile controllo delle feci.
Secondo l’azienda produttrice a differenza di farmaci che cercano di regolare l’appetito, che possono rischiare di esporvi a complicanze cardiache o neurologiche, Alli non è un prodotto con molte controindicazioni, tuttavia non è raccomandato nelle persone con malattie dell'apparato digerente, le carenze di vitamine o dopo alcuni trattamenti (es. anticoagulanti).
Devo dire che secondo me, valutate anche il costo del farmaco più o meno 70 euri al mese, è più consigliabile seguire una dieta ipocalorica unita ad una attività fisica regolare anche perché un a volta lasciato il farmaco si prevede l’effetto fisarmonica. L’azienda dice che non sarà fatta una distribuzione selvaggia, faranno dei corsi di preparazione per i farmacisti, tuttavia come si fa a negare un farmaco in libera vendita?
sabato 21 febbraio 2009
Health claim: il succo di Cranberry dell' Oceanspray scivola sull' Efsa
Cosa deve fare un azienda che lancia un Health Claim? La migliore strategia è che ci vuole è ricerca, rigore e trasparenza, avere un comitato scientifico o un gruppo di lavoro medico scientifico che supporti il management, è utile stabilire una partnership, con un Istituto Universitario che aiuta l'azienda in questo percorso, con studi e ricerche, grazie alle professionalità elle competenze che le Università hanno all'interno, un rapporto che non deve essere visto come limitativo per l'azienda, anzi spesso si possono ricevere dei feedback molto interessanti, in particolare per le innovazione dei prodotti e un azienda alimentare senza innovazione di prodotto oggi non può competere sul mercato.
giovedì 19 febbraio 2009
Internet primo media d'informazione, Papille Vagabonde 11° blog,
Secondo una ricerca europea del Gruppo Hersant Media, Internet è il primo media utilizzato per la ricerca d'informazione(Internet 39% e la Tv 30%), per la scelta di un prodotto o di un servizio, pertanto sempre di più questo costringerà le aziende a rivolgersi agli utenti di internet e a calibrare i loro messaggi di comunicazione diversamente di come hanno fatto oggi. La raccolta pubblicitaria in rapporto con i media, di cui avevo parlato il mese scorso sta cambiando sempre di più TV e Stampa, sempre di più in particolare la stampa vedrà diminuire il sostegno della pubblicità (questo anno -8%), mi rivolgo particolarmente ai direttori di marketing e comunicazione ancorati alla Tv e alla stampa, in quanto i consumatori hanno già scelto dove reperire l'informazione e sono in grado di selezionarla per tanto i budget della comunicazione devono essere rivisti, perchè in un paese come a esempio l'Italia dove la televisione rappresenta più + del 70% del budget della pubblicità unico caso in Europa, desta più di una perplessità ed è difficilmente giustificabile.
mercoledì 18 febbraio 2009
Caccia alle balene, la degustazione continua
lunedì 16 febbraio 2009
IV° Congresso Mondiale di Agricoltura di Conservazione a New Dehli
venerdì 13 febbraio 2009
La frutta del futuro: la mela antinvecchiamento? Red flesh apple
Attualmemte la società è impegnata nella comunicazione presso la grande distribuzione, nella generazione di ricerca di consenso attorno al prodotto e alla ricerca dei partner per lo sviluppo nei diversi mercati. Perchè un prodotto per avere successo deve convincere tutte le parti coinvolte, solo cosi può essere in grado di offrire vantaggi competitivi; una resa produttiva e una resistenza alle malattie completano il profilo di questo nuovo frutto. Oltre a red flesh apple la società Next Fruit Generation è impegnata anche su altri nuovi prodotti come la Pera Sweet Sensation e la Pera Gold Sensation.
meristemi, molto in gamba e che ringrazio sempre per la preziosa collaborazione, mi ha segnalato la Pera Cocomerina, un tipo di pera dalla polpa rossa che trovate nel sito Pera Cocomerina , uno dei presidi Slow food, spero ovviamente di vedere un progetto imprenditoriale agricolo più motivato che guarda al futuro più che al passato, attorno alla pera cocomerina come per red flesh apple, sceglieremo Red Flesh Apple o Pera Cocomerina?
mercoledì 11 febbraio 2009
"E osano chiamarci clienti", dalla cultura del disservizio alla truffa
Nel suo libro Filiberto Tartaglia "E osano chiamarci clienti" ed. Franco Angeli fa un analisi molto seria di questo fenomeno. Io in base alla mia esperienza volevo aggiungere che poche persone hanno un idea precisa di cosa sia il marketing e la comunicazione (non la truffa e nemmeno il disservizio), si interpreta la comunicazione solo come momento di pubblicità o della scelta dell'acquisto, invece la comunicazione è una relazione che si stabilisce con il cliente, un rapporto di scambio di reciprocità, un rapporto umano, che avviene prima dell'acquisto, durante l'acquisto, dopo l'acquisto e nell'attesa della ripetizione dell'acquisto.
Sono cliente di una banca da venti anni, nonostante i miei anni di onorevole fedeltà ho condizioni di contratto svantaggiose rispetto ai nuovi clienti, mi sento come quei prodotti che si comprano in offerta e non si sa dove metterli e li si tiene con un certo imbarazzo nel frigorifero. Oggi la strategia per il consumatore è cambiare spesso perchè le aziende puntano solo a strategie volte all'acquisizione del cliente e non strategia volte a ricercare e premiare la fedeltà del rapporto. Ho deciso oggi di cambiare banca, essere vecchi clienti non vuole dire essere stupidi. Il confine tra il disservizio e la truffa diviene sempre più labile, perchè qualsiasi cliente si si sente truffato, quello nuovo per le promesse mancate quello vecchio per la poca considerazione. Sembra essere più la pratica del mordi e fuggi o in alcuni casi della pretesa della "sudditanza"del cliente. Sarò questa la giusta strategia? L'acquisizione di nuovi clienti ha un costo. Attenzione imprese la crisi finanziaria avanza, costa molto meno soddisfare i propri cliente che cercarne sempre di nuovi.
Immagine1 http://www.fatal-exception.blogspot.com/ , Immagine2 dal sito http://www.thesykesgrp.com/
Comportamenti dei clienti in confronto al disservizio su retailforum
domenica 8 febbraio 2009
Tonno Nostromo una linea salutistica, prodotti a basso contenuto di sale
Le sole due etichette con indicato il contenuto di sodio
Nostromo a basso contenuto di sodio : 0,12 mg. e Tonno Rio Mare Ultrà sodio : o,45 mg.
Il costo
Nostromo all’olio extravergine d’oliva, confezione 3x 80 gr Euro 12,05 /KG
Nostromo a basso contenuto di sale, confezione 3x 80 gr Euro 11,46 /KG
Una differenza di prezzo non particolarmente significante dello o,59 euro al KG
Link contenuti: é stato pubblicato recentemente uno studio sugli effetti positivi sulla salute della riduzione del consumo di sale in American Journal of Clinical Nutrition e abbiamo parlato recentemente dei sostitutivi del sale .
mercoledì 4 febbraio 2009
Essensis di Danone ha fatto flop
Lo yogurt che ti rendeva bella la pelle a due anni dal debutto (febbraio 2007) viene ritirato dagli scaffali dei supermercati in Europa (sarà ancora presente almeno fino a marzo in Spagna, Italia e Belgio). Questo prodotto sottolinea l'azienda non è stato compreso, sarebbe meglio dire che non ha trovato il suo target di riferimento, non è stato capace di crearsi un sua nicchia di mercato. Il prodotto di per sè non era male, anzi aveva una buona palabilità, ma alcuni errori di valutazione non tanto del concept del prodotto (olio di borragine, estratti di tè verde, vitamina E), ma del piano di marketing e di comunicazione lo hanno costretto ad essere ritirato dal mercato. Nonostante abbiano cercato di produrre nuove formulazione come vedete in foto, non hanno giovato. Le ragioni che hanno condotto a questo risultato sono diverse, alcune ipotesi:
- Danone è presente sul mercato degli yogurt con dei prodotti in crescita (Actimel, Activia), tutti prodotti che si rivolgono allo stesso target di Essensis, questo ha cannibalizzato il prodotto più debole.
- Puntare su un unico target molto selezionato, è molto difficile specie se si utilizzano delle tecniche di comunicazione e marketing generiche, secondo me la comunicazione non era molto in linea con il target prescelto, hanno fatto più che altro comunicazione di marchio e non di prodotto. Inoltre di ogni prodotto bisogna sempre tenere conto di possibili target alternativi. Perchè solo le donne over 35, non poteva esserci un target più ampio?.
- Il costo alto del prodotto, un normale yogurt è 0,8 centesimi al litro, va bene che era una formula studiata ad hoc ma + 800% non giustificava l'acquisto.
- I nuovi consumatori, sono molto informati ma sopratutto sanno fare molto bene i conti, se specilmente sono donne e madri di famiglia che gestiscono la spesa. Il consiglio era di prendere due essensis al giorno, voleva dire dire una cifra più o meno di 1,30 -2,00 al girono, questo andava a incidere per una cifra circa tra i 39-50/60 euro al mese. Il prodotto non ha reso percepibile alle consumatrici i benefici del suo uso; cosi hanno preferito un'alimentazione equilibrata accompagnata da un ottima crema idratante (siete state magnifiche!).In qualsiasi caso le over 35 si aspettano molto di più che avere una pelle sana che rende belle, un target che utilizza prodotti più complessi come gli antiage.
- Il punto debole è stata la comunicazione l'avere forzato il concetto che un alimentazione sana rende belli è stato un passaggio a vuoto. Il concetto di bellezza è legato più a dei canoni estetici e a fattori culturali. Il fatto che uno yogurt rende belli è stato percepito come un messaggio "non corretto" e non è stato neanche spiegato in modo esauriente. Sono state anche forzate alcune comunicazioni intervenute dopo, io ricordo quella in cui l'80% delle lettrici di una nota rivista di moda dichiaravano che notavano i benefici dell'uso del prodotto, ha lasciato perplessi.
- Molti sostengono che il canale delle distribuzione moderna non fosse corretto, secondo me non è vero, dove lo vuoi vendere uno yogurt? In profumeria? Magari aveva bisogna di uno spazio adeguato e una migliore presentazione, inoltre se il prodotto avesse dimostrato la sua validità non ci sarebbero stati problemi.
Una cosa positiva è stata la comunicazione del ritiro del prodotto e l'ammissione che qualcosa non era andato bene, mentre altre aziende fanno sparire il prodotto senza fornire chiarimenti.
lunedì 2 febbraio 2009
Le nanotecnologie nel piatto
Le nanotecnolgie sono state descritte come molto promettenti, nei prodotti alimentari le potremo trovare sottoforma di additivi o di materiali per l'imballaggio. L'industria alimentare è stata la più veloce a recepire questa nuova tecnologia per migliorare i prodotti. L'inserimento di sostanze nutritive (vitamine, integratori o aromi) in piccole capsule, è stato testato in tutto il mondo da molte aziende, pare che non subiscono alcun degrado.
Il potenziale economico di questa attività è grande si stima un mercato da 1.000 milioni di dollari. Le organizzazioni dei consumatori da una parte dichiarano di essere convinte che la nanotecnologia potrebbe aprire le porte alla grandi opportunità per gli alimenti, dall'altra chiedono di avere più informazioni sui rischi. Gli scienziati ammettono che gli studi sulla tossicologia delle nanoparticelle sono pochi per formulare delle ipotesi.
La Commissione Europea ha dibattuto con esperti e scienziati per capire se fosse necessario regolamentarne le applicazioni in campo alimentare. Poiche’ nessuno sembra ancora in grado di dare risposte chiare, Bruxelles ha deciso di risolvere il problema con un codice di comportamento che punta sull'etica delle aziende. Tuttavia i produttori e importatori hanno obbliga di notifica per prodotti alimentari e imballaggi contenenti nanomateriali. I codici etici delle aziende possono lasciare in persone maligne qualche dubbio, nel quale io non mi riconosco, invece credo che sarebbe opportuno che venga messo a punto un sistema di etichettatura, attulamente non c'è obbligo di dichiarazione delle nanotecnologie in etichetta, io credo che i consumatori hanno il diritto di scegliere se acquistare un prodotto con nanotecnologie oppure no (mi è giunta voce da parte di un lettore di Bologna, di un progetto per un sistema di etichettatura, ne sono contento e attendo di vederlo).
I consumatori non sono refrattari alle tecnologie ma devono essere comunicate con chiarezza e accompagnate con studi scientifici che dimostrino la loro non pericolosità.