venerdì 30 maggio 2014

Crisi economica e sviluppo dell'Obesità

E' stato pubblicato in questi giorni il nuovo rapporto Ocse sull'Obesità, il quale mostra una relazione tra crisi economica e sviluppo dell'Obesità.
Il rapporto viene presentato in Bulgaria dove è in corso il Congresso sull'Obesità ECO 2014 a Sofia, dove in questi giorni ne sentirò di molto divertenti.

Volevo dire due cose fuori dal coro come sempre, dai media sembra che lo sviluppo dell'Obesità è colpa della crisi economica. 

Io non sono proprio propenso a pensarla in questo modo, ma è solo che la crisi finanziaria ha accelerato una tendenza già in atto e fatto modificare più in fretta alcuni comportamenti che conducono verso il sovrappeso e Obesità.


Rapporto Ocse e acquisti
I dati dicono che a fronte di una riduzione delle spese alimentari e aumentato il consumo di prodotti a più basso costo ( ma va!) . Secondo il rapporto Ocse, ogni aumento dell'1% del tasso di disoccupazione negli Stati Uniti comporta una riduzione dei consumi del 5,6% di frutta e verdura.

Nel Regno Unito la spesa alimentare è diminuita del 8,5% in termini reali nel 2008-2009, ma non incide sul consumo di calorie, che invece a livello di quantità è superiore.

Uno studio australiano ha dimostrato che, per parte sua le persone colpite dalla crisi hanno un rischio maggiore di diventare obesi del 20%.


Cominciamo nel dire che mentre nei paesi del mediterraneo frutta e verdura costano relativamente meno nei paesi del nord Europa e in America, frutta e verdura hanno un prezzo più alto, tenendo conto del rapporto costo scarto e che la frutta la si mangia  a fine pasto spesso le persone che devono ragionare in termini di pochi mezzi economici prendono la frutta in scatola, che non è solo frutta, ma spesso rinunciano alla frutta.

Se non si lavora, non è che si può stare digiuni, la spesa diminuisce ma le calorie aumentano in alcuni casi perchè si scelgono prodotti di costo più basso e più ricchi di zuccheri e grassi non di grande qualità, si stà più in casa e si tende a mangiare di più, anche come comportamento di compensazione di senso di autostima se non hai lavoro non hai il senso di autostima al 100%.

Tuttavia se si ha creatività e fantasia si può mangiare meglio scegliento alimenti base e preparandosi le cose da sè, visto che il tempo non manca ma oramai tutti ragionano comprando prodotti già pronti dalle zuppe alla macedonia in scatola.

Ho visto io personalmente fuori dai centri d'assistenza scambiare la frutta e verdura o carne che viene data come aiuto alimentare con snack dolci e salati, un atteggiamento non da condannare in assoluto ma da comprendere, magari cercando di modificare anche il sacchetto dei bene di necessità.

Quando decisi di fare una torta allo yogurt una volta alla settimana alla mensa d'assistenza, ancora un po' le sorelle del convento mi volevano mettere al rogo! 

Teniamo presente che come gli orsi quando si avvicina il letargo mangiato di più per costruirsi le riserve per l'inverno, anche l'uomo per istinto di sopravvivenza se si sente minacciato del suo futuro o lo percepisce come negativo, preferisce scegliere istintivamente alimenti più calorici, più ricchi di zuccheri e grassi.

Se sei disoccupato non ti metti a fare jogging o palestra, a parte che nelle grandi città costa anche quello, è difficile sfuggire a comportamenti che ad altri occhi possono sembrare irrazionali, essere senza lavoro ti fa anche essere senza energia senza volontà di saltare.


Obesità e salute
I dati Ocse dicono che l''obesità, promuove le malattie cardiovascolari, diabete e alcuni tumori, le persone con obesità grave muoiono, in media, dieci anni prima rispetto alle persone di peso normale (ma se sei disoccupato questa è ultima cosa del quale ti preoccupi). 
La percentuale di popolazione obesa nel mondo fino al 1980, era meno di un decimo, - 10% di adulti erano obesi in sede OCSE contro il + 18% attuale, anche se non distribuita tutta nello stesso modo.

I paesi più colpiti sono il Messico, Nuova Zelanda e Stati Uniti, dove ci sono in media oltre il 30% della popolazione obeso. nonostante i tassi non aumentino dal 1990 in Regno Unito, l'Italia. In altri paesi, tuttavia, i tassi hanno continuato ad aumentare a un tasso del 2-3% annuo come Australia, Canada, Messico, Spagna. Personalmente mi spaventano più le piccole percentuali di paesi come Cina, India, Brasile ma numericamente più importanti.

La rivista Lancet invece lancia in questi stessi giorni uno studio con dei dati più preoccupanti sostenendo che epidemia d'Obesità tocca il 30% della popolazione e il 62% nei paesi in via di sviluppo. Il Lancet fa notare che si sono alcuni paesi come Egitto, Kuwait, Libia, Arabia Saudita, Behrein dove l'8o% delle donne sopra i 20 anni è sovrappeso e obeso e anche alcuni paesi del Sud America e isole del Pacifico.

Ogni stato va analizzato singolarmente secondo me tenendo anche conto delle tradizioni, il nuovo "benessere" che è arrivato ha portato a consumare alimenti che prima si mangiavano ogni tanto ora si mangiano tutti i giorni, inoltre lo spirito d'imitazione dei comportamenti dei paesi occidentali fa il resto.

Locali dove si mangia 24 ore su 24, questa eccessiva visibilità, profumo, foto, chiacchiere fa si che il cibo sia protagonista della giornata, se una volta ci si differenziava per il colore della pelle o per la religione oggi ci si differenza per quello che si mangia, per alimentazione che però sempre di più diventa simile dal polo nord al polo sud con grade soddisfazione dell'industria.


Dal mio punta di vista l'obesità è più correlata all'aumento dell'importanza dell'industria alimentare nel mondo, ma anche alla diffusione della pessima qualità nutrizionale dei prodotti e degli ingredienti. L'industria alimentare stimola a consumare un certo di prodotti rispetto ad altri che garantiscono un maggiore ricavo, la cosa divertente che spesso scaricano la responsabilità sul consumatore.

Io faccio il biscotti triplo burro, se tu li compri e le mangi affari tuoi, nel frattanto però fanno crescere un bisogno indotto di quel prodotto attraverso media e pubblicità e la stimolazione dei cinque sensi come abbiamo visto negli alimenti multisensoriali.

Ci sono comportamenti personali da correggere ma anche l'industria alimentare deve prendersi le sue responsabilità, dal mio punto di vista anche l'industria deve contribuire ai programmi e alle spese sanitarie di salute in particolare dell'Obesità, è unico modo per disincentivare l'industria a produrre un certo tipo d'alimenti con un certo tipo d'ingredienti.


Centri di aiuto creativo
Quello che manca nei periodi di crisi sono dei centri creativi d'aiuto, che non sono solo la mensa del pane quotidiano dove fare la fila dalla mattina alle otto, ma un posto dove le persone possono stare, uscire di casa come se sono al lavoro, cercando di crearsi un lavoro proprio oppure dove possono imparare nuove professionalità, imparare a mangiare low cost ma equilibrato, dove le persone stanno insieme, gli si porta a fare movimento fisico, gli si cerca di fornire un supporto sia psicologico che professionale.

Prevenire l'Obesità è anche cercare di migliorare la qualità della vita delle persone, tenendo la loro mente e il loro fisico attivo.

PS: Attenzione però perchè questo non vuole dire vincere l'Obesità, l'evoluzione dei consumi alimentari va modificata a prescindere dalla crisi, un conto è sostenere e stimolare le persone in difficoltà in un momento di crisi economica un conto è diminuire a livello globale le percentuali dell'Obesità.

Chiedo scusa ma in questi giorni avrò modo di collegarmi solo la sera per rispondere ad eventuali commenti.


23 commenti:

  1. Bella iniziativa...il periodo non è facile c'è bisogno di idee genuine oltre che di cibo genuino...e direi che non ce n'è proprio in abbondanza....grazie della tua analisi...buon venerdì

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  2. ...scusa volevo fare un appunto....x molti poter cucinare bene vuol dire poter acquistare prodotti di costo alto, io credo invece che se si ha un po' di fantasia si riesce a rendere appetitosa anche una costa di bietola...solo che a volte le difficoltà ti tolgono la voglia...

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    1. è vero hai ragioni, per cucinare bene non è necessario essere ricchi, ci vuoe,creatività e fanatasia ma se sei in difficoltà anche quella può venire meno

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    2. La costa di bietola può essere cucinata come una deliziosa parmigiana senza mozzarella, da usare quando le melanzane non sono di stagione :-)

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  3. Infatti. Io l'ho sempre pensato e sostenuto che molte persone obese (non tutte ovviamente, ma molti, famiglie intere) si alimentano male e mangiando molti cibi che "riempiono" la pancia e costano poco (ad esempio pasta pranzo e cena) ma chissà perchè penso subentri anche un meccanismo strano per cui riempiono il carrello di merendine, dolci pronti e schifezze varie di scarsissima qualità. Poi caro il mio Gunter c'è chi come me, non è obeso ma ha parecchi salamini di ciccia per colpa della carogna tiroide (sto piangendo) e non perchè mangio male o tanto sigh...
    comunque davvero... dà da pensare questa cosa, e mi rattrista molto. E' vero anche come dice Ilenia che non occorre spendere molto per mangiare bene, ma se si parla di povertà vera... temo sia come sostengo io, se si parla di povertà estrema... beh non c'è nemmeno quel piatto di pasta a pranzo e cena. (noto ora che l'hai detto anche tu appena qui sopra... )

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  4. ciao Ghunter .. qualche giorno fa ho pensato a te ...ti conosco come blogger da tempo e credevo anzi ero certa di essere iscriitta tra i tuoi lettori poi..mi sono accorta che non lo ero. a parte questo hai una ricetta per fare i prezel valida ?? ho visto un tuo commento e subito mi sono fiondata nel tuo blog...adesso non ti perdo più di vista ..sai io mi ero allontanata per ben 8 mesi dalla blogsfera... bacio simmy

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    1. grazie simona sono in bulgaria per lavoro, mandami una email a papillevagabonde@yahoo.com,
      te la invio la ricetta appena torno a casa martedi

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  5. Sempre estremamente interessanti, i tuoi post, caro Gunther!!!
    A presto.

    Valeria (sono diventata nonna anch'io...)

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  6. nei periodi di crisi si sente più il bisogno di coccole e le coccole sono dolci, soddisfano e compensano bisogni che la vita di ogni giorno non offre.Che tristezza, spero davvero che il periodo di crisi passi altrimenti ci ritroveremo tutti più grassi ed infelici....

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  7. Si, è proprio vero, bisogna nutrirsi bene e fare imparare ai bambini, fin da piccoli! Noi siamo cio' che mangiamo..... niente di più vero!!!!!

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  8. La tua analisi non fa una piega, e sono d'accordo con te, l'industria alimentare dovrebbe contribuire - risarcire per i danni che fa. Yogurt cremosi, merendine piene anche di non cibo che invece di essere scarto di lavorazione diventa ingrediente. Ho vissuto in Australia e posso confermare che addirittura la frutta (es. mele).viene venduta al pezzo e quindi è più cara che in Italia. Mi hai dato un'idea. Ti scrivo.

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  9. Sono d'accordo in linea di massima, ma se si è in crisi è anche facile che si sia depressi e...si mangiano cose poco salutari.Riscoprire la sana alimentazione low cost!

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  10. Analisi perfetta.
    Sottolineo che c'è bisogno di colmare un deficit culturale: far capire alle persone che essere obesi è una malattia e che va curata prima che si arrivi a tutte le patologie gravi ad essa correlate.

    Riusciti a colmare questo deficit, le preferenze delle persone andrebbero naturalmente verso prodotti più salubri e materie prime anziché prodotti trasformati e dalla lista ingredienti infinita, anche se costano di meno. Sì perchè le persone sanno che a quel punto non stanno "buttando i soldi", ma stanno investendo sulla loro salute, sul loro benessere e sulla loro aspettativa di vita.

    Complimenti Gunther, sontuoso articolo. Il dato Ocse l'avevo appreso proprio ieri ed è molto preoccupante.

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  11. Interessante. Io credo anche che con la dispoccupazione aumenta la depressione, il lavoro ci fa sentire utili e quando si sta bene ci si vuole anche più bene e quindi si sta più attenti a se stessi e a quello che si mangia.

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    1. si anche questo è una ragione dell'aumento del numero d'obesità

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  12. Noi siamo ciò che mangiamo, è importantissimo imparare a nutrirsi bene . Grazie per questo interessante articolo. Un saluto, daniela.

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  13. Io penso che (almeno in Italia) la crisi e i pochi soldi a disposizione, portino a consumare più carboidrati (quindi pasta e pane) che danno un senso di sazietà e non fanno certo dimagrire. Inoltre ci si muove meno, perchè manca la voglia e quindi ecco che qualche kilo in più è facile metterlo. Sai che a Funchal (a Madeira) c'è proprio un centro come dici tu; dove andare durante le ore del giorno e dove si svolgono diversi corsi (cucina, ballo, lingue, ricamo, canto) tutto gratuito si intende, paga il comune. E' lì che ho fatto i due corsi di cucina. Addirittura per chi lo desidera ci si può fermare a pranzo, prenotandosi da un giorno all'altra e pagando solo la cifra della spesa fatta, diviso i commensali. Alla fine si poteva mangiare con €1.50 o massimo €2,00 a testa. Un pasto caldo e completo.

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    1. Si è vero in italia pasta, pane e patate hanno una proiorità di consumo in tempo di crisi

      interessante Terry quest'esperienza di Funchal, possiamo imparare qualcosa anche noi, non so se la crisi si sente anche a Madeira ma il Portogallo è stato uno dei paesi più toccati in Europa dalla crisi economica

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    2. Il Portogallo si ma Madeira è un isola a statuto speciale, sperduta in mezzo all'oceano e lì, pur avendo un tenore di vita molto basso, la crisi ancora non si sente. Anzi, sembra l'Italia degli anni 70/80 in piena evoluzione.

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  14. Gunther il tuo post mi ha fatto tornare in mente un episodio che ho vissuto qualche anno fa:
    Ero in fila alla cassa di un supermercato e dietro di me due signore si lamentavano che non avevano i soldi per arrivare a fine mese perchè il marito di una aveva perso il lavoro e l'altra aveva i figli adulti a casa.
    Per curiosità mi sono girato a guardare cosa avevano nel carrello...
    C'era una busta di pane, del companatico comfezionato, patatine e due (2) casse di birra da 66Cl.
    la cosa mi ha talmente colpito che ancora me la ricordo chiaramente.

    Bene ti ho detto questo perchè a mio avviso il rapporto tra aumento di peso e crisi economica è spiegato in termini di poca elasticità al cambiamento, specie alimentare.
    Se prima bevevo vino, poi dopo continuo a bere vino però più scarso.
    Se prima mangiavo patatine e cioccolati di marca adesso li prendo al discount.
    E così via.
    Non ho mai visto qualcuno dire che siccome non aveva soldi rinunciava del tutto a questi "vizi" per bene acqua di rubinetto.

    :-)

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    1. eh si è vero
      non si è preparati al cambiamento, non lo si accetta e quindi si cercano di rimanere intatti i comportamenti cercando le offerte e il low cost-

      è anche un meccanismo di autodifesa psicologica almeno credo, resettarsi e cambiare presuppone d'entrare in un cambiamento in una nuova fase forse non si è ancora pronti

      ecco perchè parlavo dell'importanza del sostegno psicologico oltre che alimentare

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  15. Ecco un'altra cavolata che dicono in giro..:D
    Come se i cibi freschi e sani costassero chissà quanti soldi in più rispetto alla schifezze..:-/ se la gente compra robacce è solo perchè non ha voglia di cucinare ed è più comodo..
    sempre intelligenti i tuoi post,ciao buona giornata :-)

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