martedì 10 marzo 2020

Covid-19: esiste un collegamento tra clima, riscaldamento globale ed epidemia?

Antonia G, Verona: esiste un collegamento tra riscaldamento globale, clima ed epidemia?

Difficile rispondere alla sua domanda in quanto il Coronavirus Covid 19 è troppo recente, l'esplosione del Virus prima in Cina e poi in Korea, Europa, Iran, non ha dato tempo di fare delle ricerche accurate e quindi non ci sono dati.

Tuttavia il cambiamento climatico può contribuire in una certa parte alla diffusione di agenti patogeni che causano malattie infettive come la dengue, la malaria, lyme perchè vengono trasmesse da insetti, la maggiore diffusione d'insetti come conseguenza del cambiamento climatico è statisticamente nota, però noi siamo a conoscenza al momento che Covid 19 si trasmette da persona a persona.

I coronavirus sono associati all'inverno a causa del contesto di come si diffondono, le goccioline respiratorie vengono rilasciate quando si sternutisce o si tossisce, tenete conto che un terzo dei raffreddori è causato da coronavirus.  

Al momento sembra che non ci siano collegamenti diretti fra temperatura atmosferica e Covid 19, per esempio un altro Coronavirus quella della Mers, si è diffusa in Agosto a partire dall'Arabia Saudita nota per avere un clima tutt'altro che freddo sia d'estate che d'inverno.

L'influenza del clima più che responsabilità diretta può essere indiretta nel caso dei virus, per esempio per effetto del cambiamento climatico sono cambiate le rotte degli uccelli migratori, sappiamo che gli uccelli sono dei vettori di virus, questi possono incontrare diverse e nuove specie sulle loro rotte che possono contribuire a portare virus patogeni all'uomo (Tuttavia nel caso del Covid 19 sappiamo per certo che ha avuto inizio dal mercato alimentare di Wuhan).


Nel passato sembra che le grandi epidemie fossero collegate alla carestie ed a cambiamenti climatici, quest'anno particolare in Lombardia per esempio abbiamo avuto una temperatura media di 8° è stato l'inverno più caldo degli ultimi 123 anni, contro il 4,3° la media degli ultimi trent'anni. Tuttavia la mancanza di rilevazioni statistiche nel passato impongono moderazione, al momento nonostante diversi dati tentino di mettere in relazioni i focolai di Coronavirus con temperature medie e percentuali d'umidità, quanto queste possano responsabili della diffusione del virus non è certo. 

Non si può escludere una concomitanza di più fattori nella diffusione del virus, ci sono alcuni ricercatori della Sima, la Società Italiana di Ricerca Ambientale che ipotizzano che le polveri sottili potrebbero essere dei marker del Covid-19 o meglio un possibile indicatore del Coronavirus Covid 19, che possa avere agevolato la sua diffusione. Un'ipotesi interessante data dalla sovrapposizione tra zone con concentrazione di polveri sottili e aree di diffusione del virus.


In uno studio del 2011 sulla Sars, l'unica sul quale si hanno dei dati certi, indica che i virus non si replicano al di fuori delle cellule viventi, ma il virus infettivo può persistere su superfici ambientali contaminate e la durata della persistenza di virus vitale è influenzata notevolmente dalla temperatura e dall'umidità.

Le superfici contaminate sono note per essere vettori significativi nella trasmissione di infezioni in ambiente ospedaliero così come in comunità, è stato dimostrato che il virus essiccato su superfici lisce ha mantenuto la sua vitalità per oltre 5 giorni a temperature di 22-25 gradi centigradi e l'umidità relativa del 40-50%, condizioni che si possono trovare in alcuni ambienti climatizzati

La vitalità dei virus è stata rapidamente persa a temperature più elevate e umidità relativa più elevata (ad es. 38 gradi centigradi e umidità relativa di >95%). La migliore stabilità del coronavirus SARS a bassa temperatura e ambiente a bassa umidità può facilitare la sua trasmissione in comunità in zona subtropicale (come Hong Kong) durante la primavera. 

Questo spiega perché alcuni paesi asiatici in aree tropicali (come Malesia, Indonesia o Thailandia) con alta temperatura e ambiente di umidità relativa alta non hanno avuto gravi focolai comunitari di SARS.

In una altro studio pubblicato sulla rivista Lancet e condotto dall'OMS di metteva in risalto i risvolti negativi sulla salute del riscaldamento globale come lo sviluppo di malattie infettive, le conseguenze della denutrizione e del calo della produttività agricola che possono rendere più deboli le difese immunitarie, nonostante questo non possiamo dire che ci sia un collegamento diretto con Covid-19 .

Sintesi:

Dal momento che il Covid 19 è apparso ufficialmente il 31 dicembre 2019, due mesi fa, ci sono pochi dati che possono mettere in relazione il riscaldamento globale, il clima e la diffusione del virus, dalle esperienze e dai studi passati si evince che ci sono condizioni ambientali (temperatura, percentuali di umidità, concentrazione di polveri sottili) che potrebbero favorire la diffusione dei virus.

Non sappiamo ancora come sarà l'evoluzione di questo virus Covid 19, la cosa certa è che si dovrà ripensare al futuro, alle modalità sanitarie della circolazione di merci e persone a livello globale per il bene di tutti.

Riferimenti: 
K. H. Chan,  J. S. Malik Peiris, S. Y. Lam, L. L. M. Poon, K. Y. Yuen, and W. H. Seto " The Effects of Temperature and Relative Humidity on the Viability of the SARS Coronavirus " Adv Virol. October 2011.

8 commenti:

  1. Sempre interessante leggere i tuoi approfondimenti

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  2. Indubbiamente stiamo alacremente lavorando per portarci all'estinzione...Grazie per il post, davvero interessante. E un saluto. Cecilia

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  3. Non so come andrà a finire, ma spero che tutto si risolva nel più breve tempo possibile.
    Non so se il caldo lo fermerà, ma io lo spero.
    Incrociamo le dita!

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  4. Inoltre sarà necessario, finito l'emergenza, fare un bel corso di educazione civica a tutta la popolazione perchè se si dice "non uscite di casa" non bisogna correre alla movida o al mare o sulle piste da sci. Oppure a fare code di notte per saccheggiare i supermercati ... Grazie Gunther per queste ulteriori spiegazioni e speriamo di uscirne al più presto

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  5. Terry ha espresso quello che è anche il mio pensiero. Speriamo che tutto si risolva, ma è necessaria la collaborazione di tutti e qualche sacrificio, sempre possa essere definita tale la rinuncia ad una passeggiata o al jogging sul lungomare.
    Grazie,Günther.
    Un caro saluto,
    Maria Grazia

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  6. Ciao come va dalle tue parti? Mi auguro che tu, la tua famiglia e i tuoi conoscenti stiate tutti bene. E' un periodo paradossale e buio, un periodo che nessuno di noi si sarebbe mai immaginato di dover vivere, ma in fondo ad ogni tunnel c'è la luce, dobbiamo solo farci coraggio rispettare i dettami governativi e ce la faremo !
    un abbraccio
    Alice

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  7. la normalità come la intendevamo fino a qualche mese fa sarà difficile da recuperare , secondo me se ne riparlerà, se faremo i bravi, in autunno o anche più in là. Ci vuole pazienza e serenità...Un abbraccio

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