lunedì 28 settembre 2009

Danone in Usa 35 milioni di dollari di risarcimento ai consumatori, ritirato dal mercato Danaten in Spagna

Oggi per prima cosa voglio ringraziare i miei commentatori e i miei lettori tutti, non tanti ma buoni, belli intelligenti che aiutano a completare l'informazione, è uno stimolo incredibile per me, è un piacere sentirvi cosi interessati, cerco di rispondere a tutti o per email o sul blog qualche volta in ritardo lo ammetto, ma grazie per dare un senso a questo blog.

Domanda Marta: sei a conoscenza della vicenda Dannon /Danone negli Stati Uniti? Me la potresti spiegare?
Si, l'ho solo accenata in questo post, perchè c'è un procedimento in corso. In parole semplici cosa è succeso a Dannon in Usa, nel 2008 è stata condannata per pubblicità ingannevole per i prodotti Activia e DanActive, sono stati riconosciuti ingannevoli i claims relativi alle promesse di "rafforzare le difese del corpo" e "favorire la "digestione" grazie a particolati batteri", per Danone vuole dire cambiare claims, etichettatura e commercializzazione.

Ma non è finita qui, in Europa si sarebbe conclusa qui con una semplice sanzione amministrativa. Negli Stati Uniti invece invece scattano le sanzioni economiche non pesanti ma pesantissime, con un procedimento che si chiama Class Action consente all'intera collettività di costitutirsi come parte civile contro l'aziende per ottenere una azione collettiva risarcitoria .
In questi giorni è stata fatta filtrare la notizia presumo dalla stessa Dannon dell'offerta alla Corte Distrettuale dell'Ohio di 35 milioni di dollari come risarcimento per la pubblicità ingannevole, la Corte dovrà decidere se tale cifra può essere accettata.

A fare circolare la notizia è una chiara espressione di fare pressione sull'autorità per fare accettare la proposta, alcuni maligni nei quali non mi riconosco, sospettano che Dannon voglia chiudere la vicenda subito perche rischia oltre alla pubblicità negativa, un risarcimento danno almeno del doppio cioè 70 milioni di dollari.


Intano in Spagna nuovo ritiro di Danone dopo Essensis è stato ritirato dal mercato anche Danaten un altro yogurt con probiotico che doveva servire come aiuto per la pressione arteriosa, al momento non si hanno notizie in merito al ritiro dal mercato del prodotto.

In Europa? Invece questo non è possibile la stessa class action, in Italia per esempio il governo Berlusconi ereditata dal precendente governo l'ha ritenuta pretestuosa. nella maggior parte dei casi viene inflitta una sanzione di 30.000 euri o 100.000 euri, la notizia viene poco diffusa, i consumatori non se ne accorgono neanche, come se fosse una cosa normale e lecita, il rispetto dei consumatori è sotto le scarpe. Vedremo cosa deciderà Efsa in merito a Activia e Actimel, su questa vicenda si gioca la sua credibilità i segnali sono poco incoraggianti.

Mentre l'altro giorno sfogliavo Internet ho letto la notizia che ad inaugurare Corso di laurea magistrale di Nutrizione Umana della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università "Federico II" di Napoli è stato invitato Guido Barilla, si proprio lui presidente della Barilla che ha subito negli ultimi anni diversi provvedimenti dall'antitrust, tra cui gli ultimi due per pubblicità ingannevole della linea Alixir e quello per avere tenuto i prezzi della pasta alti in modo artificioso con altre aziende produttrici di pasta. Questo episodio secondo me è esaustivo. Napoli una scelta casuale. Il mese scorso due ricercatori e il capo dipartimento del Politecnico di Zurigo sono stati licenziati per avere falsato dei risutati di ricerca.

Ritengo ma forse mi sbaglio che prendiamo sempre esempio dall'America a volte per delle cose futili, bisogna invece prendere esempio anche dalle cose positive.

Fonte: NewYorkTimes, New York Times Advertising, Adweek, Gazzetta di Parma

giovedì 24 settembre 2009

Viaggiare a olio fritto invece che a benzina?

Fonte immagine Costumzee.com
D’ora in poi chi mangerà patatine fritte aiuterà a salvare l’ambiente, no sono ancora savio o per lo meno non ancora del tutto andato. Una delle novità di cui parla molto a livello internazionale è il riciclo dell’olio utilizzato in cucina delle nostre polpette, delle nostre patatine fritte, delle nostre melanzane, che grazie ad un apposito filtraggio e un kit per l'auto è in grado di alimentare un motore. Olio di cucina si trasforma in un carburante che risulta essere più verde del gasolio e più economico.

Questo 2009 si aperto all’insegna dell’economia verde, proprio l'altro giorno Obama intervendo all'Onu ha parlato senza peli sulla lingua dell'emergenza ambientale. Questo blog non fa politica, ma mi è sembrato strano l'intervento del Sig. Berlusconi , il quale si è dimostrato d'accordo con Obama, peccato che solo qualche settimana fa' ha bloccato una normativa in Parlamento Europeo sull'adeguamento delle aziende europee ai standard richiesti dal trattato di Kyoto per le emissioni di CO2, non posso non fare notare questa contraddizione, anche se qualche blogger si offenderà, mi rincresce ma io scrivo quello che vedo.

Utilizzo degli olii vegetali non sono una novità ne ho gia parlato all'inizio dell'anno della Jatropha, una pianta dai cui semi si ricava un olio per carburanti. Attualmente l’olio fritto viene considerato un rifiuto pericoloso e in particolare quello di fast food e ristoranti necessita di uno smaltimento specifico Pensate. che ogni anno in Italia, si producono 1,4 milioni di tonnellate di oli vegetali, ma solo 280.000 tonnellate vengono recuperate dal C.O.N.O.E. Consorzio che dal 2001 è abilitata al suo recupero. (dati Ansa).

C'è un po' di contraddizione in questo nuovo trend dell' economia verde, mentre il 50% del mondo muore di fame, noi pensiamo di orientare parte della produzione degli alimenti a favore di combustibile, eticamente non credo che sia molto corretto, mi riferisco all'uso del cereali che quet'inverno avevo fatto alzare i prezzi a dismisura. I progetti di biocarburanti ce ne sono diversi in Europa , in Germania e in Belgio non solo olio da cucina ma anche di colza, olio di canula, dai primi studi emerge che l' emissione di anidride carbonica sia leggermente inferiore mentre le emissioni di metalli pesanti particolarmente cancerogeni sia pari allo zero.

Sono andato a vedere questa estate l'esperimento di Marsiglia, dove cè un Associazione Roule ma Frite, che da diversi anni ricicla olio dai ristoranti e fornisce carburante miscelato appositivamente a 600 utenti, il progetto vede la partecipazione anche delle autorità locali sia del sindaco che della regione che hanno messo a disposizione i veicoli delle amministrazione per il progetto. Il progetto funziona ma è troppo esiguo il numero delle auto per tracciare delle conclusioni. Segnalo invece il sito Oliomap per ci si vuole rifornire di carburanti da olii vegetali e ricevere assistenza.

Invece di avvalersi di un consorzio, si può fare anche da soli, questo articolo di Repubblica . In italia mi risulta che suddetta pratica sia Illegale, non in Svizzera dove ci sono a Losanna, Trimmis e Altdorf delle officine specializate. Si sa che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare e convertire il vostro veicolo nel rispetto dell'ambiente non è cosi semplice ci vuole :

1.) Impegno Ci sono alcuni costi iniziali, ma ancora più importante è la dedizione di tempo ed energia.
2.) La tecnologia non è nuova quando Rudolf Diesel progettò il suo motore, lo iniziò per farlo funzionare a olio di mais, era solo alla ricerca di un modo più efficiente ed economico per fare andare le sue macchine agricole.

3.) Ci vuole l'olio. Si può utilizzare anche quello di casa ma la produzione è limitata, dovremmo mangiare fritto tutti i giorni, non è il caso, il fegato potrebbe gridare vendetta. Più semplice procurarlo da un ristorante, attenzione olii vegetali non idrogenati, i grassi idrogenati non vanno bene nemmeno per le macchine figuriamoci per gli uomini.
4.) Trasformazione dell'olio. Deve essere riscladato e filtrato, eliminata l'acqua, ci sono kit anche per questo.

5.) Adattamento del veicolo. Si vendono dei kit su internet Greasecar, costa 800 euro poi fatelo montare da un meccanico specilizzato.
6.) Note dolente i costi iniziali e la scia di odore che lascia di patatine fritte o pesce, spero che si inventino qualcosa anche per quello odore di fritto sui abiti non è la cosa migliore!

Un giornale specializzato Autoggi ne ha parlato del numero di ottobre 2008 dove ne rileva la pericolosità dei fai da te, in quanto non tutte le auto sopportano il carburante ed è frequente la rottura del motore, se siete in Italia è illegale, se invece abitate altrove rivolgetevi ad una officina specializzata ed evitate il fai da te altrimenti i costi superano i benefici.