giovedì 30 gennaio 2020

Coronavirus, qual'è l'indice di pericolosità?

Marianna M.: Ho molto timore di questo nuovo Coronavirus, qual è il suo indice di pericolosità?

Il coronavirus 2019-nCov, o meglio Covid-19 è apparso nel mese di dicembre ufficialmente e ha già causato la morte di circa 170 persone in Cina e molto preoccupazione in queste ore l'OMS ha dichiarato lo stato di allarme a livello globale.

Dai dati dell''Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), al momento 30 Gennaio abbiamo 7.888 infettati e 170 decessi, dati che vengono aggiornati di ora in ora. 

Il tasso di mortalità per il Coronavirus Covid-19 è del 3% e con indice di contagiosità di 2, ben al di sotto di quello della Sindrome Respiratoria Acuta Grave (SARS), con un tasso di mortalità del 9,6% e un indice di contagiosità del 2,4. 


L'influenza stagionale ha un tasso di mortalità del 0,1% e un indice di contagiosità dello 2,5, l'influenza spagnola 1918 aveva un tasso di mortalità del 2,5 e indice di contagiosità del 3,0.



Si tratta pertanto di un virus relativamente di basso indice di contaminazione e debole mortalità, tuttavia i dati non tengono conto del contesto in cui si diffonde il virus che può modificare indice di contaminazione e mortalità e dell'evoluzione del virus.

Dopo allerta dell'Oms tutti gli stati si stanno organizzando al fine di eventualmente contenere o prevenire possibili forme di diffusione, la stessa Cina ha messo in quarantena diverse città.

Una volta diagnosticato un caso od un possibile sospetto, viene condotta  un'indagine epidemiologica per identificare le persone che sono state in contatto con il paziente dal momento in cui hanno sviluppato i sintomi 

I criteri di rischio sono i contatti molto stretti, vale a dire meno di un metro faccia a faccia, attraverso le mani, situazioni di contatto intimo personali, in quelli che in gergo possiamo definire contatti familiari oppure contatto meno vicini ma prolungati nel tempo. 

Oltre alla febbre gli altri sintomi delle persone del Coronavirus, sono le difficoltà respiratorie, la tosse e la congiuntivite (non è un caso che a dare il primo allarme sia stato un ).

Non c'è un parere unanime degli esperti sul possibile contagio si pensa alle vie aeree ai contatti con le mani, mucose, saliva, sternuto, colpo di tosse, potrebbero essere le stesse di una normale influenza, si consiglia di lavarsi spesso le mani e di disinfettarle come nel caso di un epidemia d'influenza, si consiglia inoltre l'uso di mascherine, in particolare se avete il sospetto d'essere malati o se assistete persone malate e deboli.

Per coloro che sono considerati a rischio per essere stati in contatto con una persona a cui viene fatta una diagnosi di coronavirus o sospetto, viene istituito un follow-up: devono prendere la loro temperatura due volte al giorno e vengono invitate a rimanere a casa per limitare la possibile trasmissione del virus.

La vera difficoltà oltre che essere una paura globale generata dai media è la coesistenza con un'epidemia di influenza al culmine in Europa in quando i sintomi influenzali sono simili a quelli causati dal coronavirus. 

Avere qualche linea di febbre non vuole dire avere contratto il Coronavirus, non c'è alcun farmaco per il Coronavirus ma una terapia con il trattamento dei sintomi.

Ci sono dei test che vengono fatti in Ospedale per la diagnosi, importante in questi casi è non farsi prendere dal panico, il pericolo riguarda in primo luogo la Cina anche se sono stati registrati casi di contagio in altri paesi e nelle ultime ore anche in Italia di due turisti cinesi.

Tuttavia qualche dato la Cina lo ha fornito le persone decedute avevano sono relativamente anziane (48-89 anni) e avevano problemi di salute preesistenti.

Il problema riguarda il periodo di incubazione, vale a dire il tempo che passa tra l'infezione e l'insorgenza dei sintomi, non è precisamente noto, ma presumibilmente varia da sei a quattordici giorni, durante i quali l'ospite del virus potrebbe essere già contagioso, questo forse è l'aspetto che più preoccupa le autorità e che hanno messo in Cina intere città in quarantena per il possibile diffondersi del virus.

Personalmente sono preoccupato perchè vedo un allerta diffusa in tutti i stati europei, anche se mi aspetto visto i rapporti frequenti e costanti che intercorrono tra Cina e Europa di una diffusione in Europa  e nel resto del mondo . Dal  momento che la Cina diffonde i dati con molto ritardo non mi stupirei se il coronavirus Covid-19 fosse diffuso da più mesi anche in Europa, pertanto i dati diffusi su cui si basa anche questo post potrebbero essere poco corretti, è difficile prevedere l'evoluzione della diffusione del virus. 

D'altronde questi sono i rischi di vivere in una società globale che bisogna imparare ad accettare, i flussi economici come i virus non hanno confine, quello che invece bisogna imparare e questo caso lo insegna: è la gestione della sicurezza sanitaria, un aspetto più complesso ma che viene tenuto in poca considerazione.

3 commenti:

  1. Grazie Gunther, sempre interessante. Ci stavo pensando ieri, è giusto non creare panico perché sai...ieri sono stata al supermercato e francamente non me lo sarei mai aspettato così deserto! Sarà paura del coronavirus? Mah...
    Un abbraccio e buon inizio di febbraio, Barbara

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  2. Secondo me i media dovrebbero stare più attenti a non creare panico. E' giusto informare ma spiegando anche bene il livello di pericolosità. Ho l'impressione che la gente sia un po' troppo spaventata e non si renda conto che i morti erano per lo più persone con problemi pregressi.

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