In questo periodo sto leggendo il libro "L'Empire de l'or rouge" del giornalista Jean-Baptiste Malet, nonostante il nome, non è un libro di politica, non è nemmeno un libro di denuncia ma un inchiesta mondiale sull'industria del pomodoro, in particolare sul concentrato di pomodoro, di cui il 90% della produzione mondiale è cinese.
Il giornalista illustra il percorso dell'industria di conservazione del pomodoro iniziata in Italia ed esattamente a Parma a metà dell'800, dove i contadini avevano la consuetudine di mettere al sole i pomodori a perdere il contenuto d'acqua per avere un sapore più intenso, sono partite da qui le prime sperimentazioni sul pomodoro concentrato.
Dai laboratori artigianali si passa ai primi laboratori industriali intorno al 1895, in quell'anno Parma vanta ben 16 industrie per la produzione del concentrato di pomodoro, leader nel mondo al quale si unirà qualche anno dopo all'inizio del '900 la provincia di Piacenza.
Si diffonde in tutto il mondo la cultura del pomodoro partita dall'Italia, il maggior cliente sarà il mercato degli Stati Uniti, un mercato che influenzerà le scelte future, cosi nei primi decenni del '900 il gruppo Heinz Company (quello del Ketchup) aprirà nella Cina di Mao, la prima fabbrica di concentrato di pomodoro, dando l'avvio al concentrato di pomodoro cinese.
Tuttavia bisognerà aspettare la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90 dove secondo l'autore l'industria di produzione italiana del pomodoro concentrato di Parma viene dismessa in Italia e "ricostruita in Cina", sono gli italiani che forniscono il know-how per creare le basi di leader del concentrato di pomodoro in Cina.
Il paradosso è che l'Italia con Spagna, Germania e Paesi Bassi è tra i maggiori importatori di concentrato di pomodoro in Europa (il 30% dell'intera produzione cinese viene inviato in Europa), il libro sostiene che arrivano tutti i giorni dieci container di pomodoro concentrato al porto di Salerno e che poi viene distribuito alle industrie.
Il libro dedica spazio ai lavoratori che se in Sud Italia sono immigrati dall'Africa in Cina si parla di lavoratori bambini delle minoranze etniche, dei prigionieri dei gulag cinesi, in sintesi dello sfruttamento di mano d'opera a basso prezzo o gratuita per la produzione del concentrato di pomodoro.
Interessante l'aspetto agronomo dedicato alla coltivazione delle varietà di pomodoro, insieme con i genetisti hanno creato delle varietà di pomodori adatti alla concentrazione,. La vendita di prodotto fresco è rivolta alla produzione di pomodoro più ricco d'acqua.
Il libro parla anche agrimafia, di prodotti realizzati in modo non proprio tradizionale, la semplici dizione pomodoro concentrato permette di non indicare gli additivi presenti si parla di concentrato con presenza d'amido, destrosio, fibra di soia e coloranti rossi; salse da concentrato che diventano europee dopo la lavorazione, non vado nel dettaglio perché non si tratta di mie esperienze dirette ma scritte nel libro, anche se su questo tipo di prodotto non mi stupisco più di tanto.
L'invito alle aziende è chiaramente alla trasparenza ma tutte le polpe dichiarano d'essere italiane e io ci credo e poche d'utilizzare del concentrato diluito e io ci credo moltissimo, tuttavia il concentrato di pomodoro da qualche parte deve anche finire, non è che importano 10 container al giorno per tirarselo a Carnevale.
Il mio invito da sempre è quello d'adoperare solo pomodoro fresco o trasformato da voi, non ricordo più nemmeno da quanto non acquisto una conserva di pomodoro, perché non mi piace il gusto, non siamo in famiglia dei grandi consumatori di pasta con pomodoro, da dovere ricorrere a sughi pronti, polpe pronte o concentrato di pomodoro.
Il mio invito da sempre è quello d'adoperare solo pomodoro fresco o trasformato da voi, non ricordo più nemmeno da quanto non acquisto una conserva di pomodoro, perché non mi piace il gusto, non siamo in famiglia dei grandi consumatori di pasta con pomodoro, da dovere ricorrere a sughi pronti, polpe pronte o concentrato di pomodoro.
Un libro completo esamina l'industria del pomodoro da più punti di vista, un libro che fa riflettere di come il Pomodoro arrivato dal Sud America con la scoperta delle Americhe, utilizzata dagli Atzechi, sia diventato parte della cultura tradizionale italiana (la pasta al pomodoro, la pizza napoletana, il ragù alla bolognese, la parmigiana di melanzane).
Si è passati da un prodotto simbolo del Made in Italy a un prodotto tramite trasformazione sempre più Made in China, un percorso assolutamente globale, simbolo della nuova economia di mercato.
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La prima volta che tornai dall'Italia per le vacanze in Grecia (23 anni fa), insieme al resto della spesa misi nel carrello tre scatole di pomodoro pelato. A casa il compito di mettere apposto la spesa era dei miei fratelli più piccoli. "Papà, che cosa sono queste scatolette?" gridò mia sorella e mio fratello corse da lui con una in mano. "Eh... non lo so. Vostra sorella ha pensato di fare provviste in caso di guerra...!"
RispondiEliminaEcco la triste realtà di una subcultura alimentare, quella dettata da un paese industrializzato. Per fortuna la cultura italiana alimentare si sta riappropriando della sua autenciticà, grazie anche ad articoli come il tuo!
Grazie cara
EliminaI tuoi post sono tutti meravigliosi! Lo condivido con grandissimo piacere 😉
RispondiEliminaIo la conserva che sia passata o polpa a pezzi me la faccio se ho pomodori miei. Già mangio poca pasta, figurati se la condisci con pomodori di dubbia provenienza, senza sapore e con un tasso di acidità folle. Quel piattino è quel vinello fresco nella tua foto .. slurp 😋
P.s le tue foto dei mercati provenzali mi piacciono da pazzi 😘
lo so lo so che hai i tuoi pomodori :-)
Eliminaho fatto a casa una cosa semplice una pasta con il pomodoro fresco e basilico, quando fa caldo vado sull'essenziale.
Vado in Provenza una volta all'anno ma faccio almeno 1000 foto che sono a posto per un anno :-)
parafrasando il titolo di un vecchio film...La Cina è vicina....fa venire la pelle d'oca e gli occhi a mandorla...
RispondiEliminaMi piace fare venire la pelle d'oca e gli occhi a mandorla :-)
EliminaAvevo già letto qualcosa a proposito, ma qui allarghi anche l'orizzonte... 10 container al giorno?? Hai assolutamente ragione, meglio l'autoproduzione! Grazie per le informazioni, post come sempre molto interessante.
RispondiEliminaCome il tuo bell'orto
EliminaChe tristezza l'arrivo quotidiano di 10 container di pomodoro concentrato al porto di Salerno....
RispondiEliminaCon la bella stagione fare del buon sugo di pomodoro fresco non è un problema, ma l'anno è lungo e la passata di pomodoro fatta in casa non basta mai!!!
Ancora una volta rivolgersi ai prodotti selezionati e alle marche più serie sperando di poter usufruire di quel 10% che non è ancora cinese!!!
Grazie delle sempre dettagliate e interessanti informazioni!!!
Baci
Pure questa proviene dalla China,... boh. Che dire uso molto pomodoro fresco, un pò di passata faccio in casa ma quando le scorte finiscono purtroppo la polpa a pezzi qualche volta l'ho prendo, ma mai pensato che arriva anche questa d'altrove, che peccato.
RispondiEliminaGunther è sempre un piacere leggerti!
RispondiEliminaA parte che mi hai fatto venire voglia di comprare il libro, facevo una riflessione. Finchè la conoscenza non diventerà un valore da difendere e su cui il nostro Bel Paese deciderà finalmente di investire, il Know how, come giustamente dici tu nel post, verrà venduto al miglior offerente sul mercato!
E mentre noi produciamo eccellenze per venderle all'estero che ne gode, importiamo e consumiamo prodotti di bassa lega (per non usare un altro termine che inizia con m...) senza ritegno!
E' assurdo e se ci penso a mente fredda mi viene la pelle d'oca... e gli occhi a mandorla!
Un abbraccio
Sempre un piacere e un onore avere un tuo commento, un abbraccio
Eliminacaspita 10 container al giorno O_O
RispondiEliminaMeno male che me lo faccio e mi dura fino all'estate successiva!! buon we
come sempre un post molto interessante!
RispondiEliminabuona serata
Alice
sarebbe bello poter autoprodurre tutto. Non tutti però hanno la fortuna di avere un orto e il tempo per seguirlo. Ci resta solo l'attenzione che dobbiamo mettere nella scelta dei prodotti che acquistiamo. La trasparenza dovrebbe essere garantita sempre, ma c'è ancora tanta strada da fare... Grazie per queste informazioni, sempre preziose
RispondiEliminaAhi! Tasto dolente per me. Da grande consumatrice di pasta al pomodoro, ragù e affini trovo questo post interessante e inquietante al tempo stesso.
RispondiEliminaOrmai anche le grandi aziende non si fanno più scrupoli, i controlli e le certificazioni sono dubbie e per il consumatore diventa sempre più difficile difendersi in questa giungla.
Buona giornata.
Marina
Interessante il tuo articolo. Io mangio spesso il pomodoro, specie in questa stagione: lo adoro quando é saporito! :)
RispondiEliminaCiao, buona giornata, a presto! :)
http://blog.giallozafferano.it/dolcisalatidielisabetta/
http://ilblogdielisabettas.blogspot.it
Io uso quasi sempre pomodoro trattato da me. Meglio predenre dei pomodori a grappolo, che ormai si trovano anche in inverno, e cuocerlo, spellarlo, ridurlo a dadini ecc ecc. D'estate poi non si pone il problema, vista la varietà di pomodori disponibile sul mercato. A me poi il pomodoro piace poco cotto, quindi niente concentrati ...
RispondiEliminaIo sono ancora fiduciosa invece nelle industrie che stanno nella mia regione (emilia romagna)
RispondiEliminaPer precedenti lavorativi conosco un po il settore e sono convinta della qualità intrinseca ed estrinseca dei prodotti. Io compro le passate e i vari prodotti tranne i tubetti di doppio triplo concentrato che non mi piacciono.
Ciao 😊
Penso che il pomodoro cinese finisca nei preparati industriali come piatti pronti surgelati. Il concentrato in vendita al supermercato voglio sperare sia italiano, come dichiarato in etichetta. Mentre non sappiamo nulla dell'origine delle materie prime dei piatti pronti.
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