venerdì 20 novembre 2015

Conviene aprire un blog di cucina? La cucina della pappagalla!

Chiara C.; Asti: sono una tua lettrice da diversi anni, appassionata di cucina, volevo aprire un blog di cucina, tu che sei dal 2009 nei primi venti della classifica della Gastronomia di Teads, cioè da sei anni, uno dei pochi che è sempre li, che consigli daresti?

Era meglio se aprivo un kebab, in quella classifica ci sono per puro caso, mi sembra sia bloccata a Settembre 2015, devo ancora scoprire cos'è un backlink, se guardo la classifica la maggior parte sono blog di case editrici o d'agenzie web, per essere top blog, devi avere tanta gente che lavora per te.

Ci sono in quella classifica blog con 600 post in un mese, non può farne cosi tanti una persona sola, post che hanno 500.000 mi piace su facebook, io quando ne ho cinque o sei festeggio. Ci vogliono soldi per acquistare i premi dei migliori blog, se siete come me dei semplici blogger non potete competere è meglio che lasciate perdere classifiche e premi.

Quando io ho iniziato a scrivere il blog nel 2006, c'era solo questa piattaforma, avevo trovato un gruppo molto ristretto di persone che avevano il solo obiettivo di scambiarsi ricette di cucina, suggerimenti, volevamo tutti un modo diverso di raccontare la cucina. Ora ci sono un'infinità di social Facebook, Twitter, istagram, Google +, e tantissimi altri, cosi il gruppo originario dei blogger si è disperso.

Carissima Chiara devi distinguere se il tuo vuole essere solo un passatempo come il mio o un volano per una attività lavorativa. Se è per passatempo strafregatene di tutto e parti, sbagliando si impara non c'è nulla di male, anzi questo darà spontaneità. Diverso se invece vuole essere un volano per una futura attività nel settore conviene rifletterci sopra.


Cosa non bisogna fare, i racconti di cucina della Pappagalla!

Pìù che dirti che cosa bisogna fare, ti voglio consigliare cosa non bisogna fare e ti faccio un esempio dei racconti di cucina della Pappagalla, sono le pagine di cucina di uno del più noto dei quotidiani italiani, esempio di come intende l'editoria un prodotto che parla di cucina ma che in realtà è un vero esempio di cacofonia alimentare, con copia e incolla di tutto dal web e dai comunicati stampa delle aziende.

La stampa quando fa la pubblicità cioè pubblica un comunicato stampa dell'azienda dovrebbe avvertire comunicazione aziendale in modo che i lettori sanno che è un messaggio di pubblicità e non un redazionale, un comportamento che io trovo scorretto nei confronto dei lettori.

Andiamo al blog della Pappagalla, non è un blog racconti di cucina della pappagalla, lo chiama lei cosi per creare simpatia nei lettori, ma si tratta di una rubrica giornalistica.

Si è presentata come Blogger di cucina, sono una come voi diceva, no non sei come noi prendi più di 6.000 euro netti dal tuo editore, quindi non sei come noi, sei giornalista e responsabile delle rubriche di food del quotidiano nazionale tra i più importanti in Italia e in Europa (come lo è diventata dall'oggi al domani è un mistero).

La Pappagalla pubblica una ricetta a settimana, ho scoperto per puro caso che ha ben 15 collaboratori, si avete letto bene, passi l'Art Director, il fotografo, l'aiuto fotografo, l'assistente dell'aiuto, chi le fa spesa, ma ha anche chi le pre taglia le verdure, siccome ha come sponsor un azienda che fa coltelli, non può fare vedere che non sa tagliare, ma quello che mi ha più sorpreso è che ha un autrice dei testi.

Guarda io posso capire che hai uno chef che fa da mangiare al posto tuo, non è corretto nei confronti del lettore, ma passi ma un'autrice dei testi, non è proprio possibile!!

Ora sei giornalista e hai chi ti scrive gli articoli che tu firmi? E' come se si venisse a sapere che Giacomo Leopardi si faceva scrivere le poesie da qualcun altro e che Silvia non era Silvia ma Ugo, va a sapere! 

15 persone per fare una ricetta alla settimana e quale ricetta? Un insalata di fagiolini olio e limone, il giorno che ci fai le lasagne che fai chiami l'esercito?

Ma magari avessi 15 persone che lavorano per me, sai quante cose farei, invece io come tanti altri blogger, devo fare tutto da solo dalla spesa, alle foto e perfino passare lo straccio per terra e buttare la spazzatura, altro che top blog io sono top mocho vileda!


Le bugie vengono sempre a galla 

Faccio altri esempi della pagina dei Racconti di cucina della Pappagalla, per farvi e farti capire carissima Chiara cosa non bisogna fare se vuoi creare un prodotto editoriale di cucina, bisogna costruire un rapporto di fiducia con il lettore:

A settembre nei Racconti di Cucina della Pappagalla scrive la ricetta della marmellata di fragole, con misure inglesi per nulla copiato da un sito inglese, lei vive in Italia ma usa le misure inglesi, non sempre, ogni tanto, non tutti i giorni, a seconda da dove copia, perchè anche trasformare le ricette dalle misure inglese alle nostre è per la pappagalla una fatica, lei è una giornalista mica un pallottoliere!

A parte che una massaia può dire marmellata ma una giornalista, esperta di cucina, che vuole insegnare ad altri la cucina, responsabile della enogastronomia dei più importante quotidiano italiano, non sa che si dice confettura che solo gli agrumi si chiamano marmellata, questa è normativa sulle preparazioni a base di frutta, non è cosa da poco per quel tipo di mestiere, e poi la marmellata di fragole a settembre?

Alle proteste dei lettori la Pappagalla 1 risponde come chi va contromano in autostrada "Siete tutti matti, le fragole si trovano in vendita al supermercato anche a settembre", se è per questo Pappagalla mia anche le ciliegie a Natale ma costano 35 euro al kg e vengono dal Cile, certo che se una guadagna 6.000 euro al mese senza sudarli, può anche non guardare il prezzo e farsi la confettura di ciliegie a Natale! 


Chi si loda s'imbroda

La cosa più divertente che secondo alcuni commenti se li mette la pappagalla stessa, che non sono riferiti alla ricetta ma al suo aspetto (quando le hanno detto che doveva migliore la rubrica di cucina, lei si rifatta il viso), ma come è bella la pappagalla, che belli occhi che ha la pappagalla, che bel vestito che la pappagalla, che bel trucco che ha pappagalla, che bella collana che ha pappagalla, a voi questo vi sembrano un commenti di una rubrica di ricette di cucina? Almeno che ... non volete fare la pappagalla al forno?

Il commento più frequente dei lettori è che la pappagalla cucina con le mani sporche ed è purtroppo vero. Dovrei anche scrivere di quale colore, ma per buona sorte è meglio non dire il colore, se qualcuno mi dice a me che cucino con le mani sporche io mi vergognerei, invece lei ostenta, non è cattivo gusto, è proprio io posso e tu no, ci si vanta delle cose belle e virtuose al limite e non della cattiva igiene e del senso della maleducazione !

La Pappagalla 1 (number one) si circonda nella stessa redazione di altre Pappagalle superior, con cui ha affinità elettive, come la Pappagalla 2 quella che copia tutte le ricette dal giornale Zeste, della casa editrice Hachette. Il problema è che non copia solo le ricette ma anche le foto, rifà le stesse foto del giornale, uguali uguali, io posso capire tradurre la ricetta ma anche rifare la stessa foto? Almeno metti qualcosa di tuo! Un comportamento che rasenta la patologia!

La Pappagalla 3, abita a Venezia, belle le foto di Venezia per amore del cielo, è il migliore sfondo, anche una mela cotta, sembra un capolavoro. A Febbraio pubblica la torta di more, che lei sottolinea more raccolte da lei, (a Febbraio si raccolgono le More a Venezia?) e che ha realizzato con la sua frolla speciale, peccato che non abbia tolto l'etichetta della Pasticceria Tonello, buona la Pasticceria Tonello, ci vado anche io tutte le volte che vado a Venezia insieme con la Pasticceria Rizzardini, ma la prossima volta almeno ci puoi togliere l'etichetta della Pasticceria sulla torta che hai fotografato!

I Pappagalli 4, ma sono 3 come i tre porcellini, sono quelli che girano il mondo fotografando le ricette dei ristoranti, pubblicano dei libri, ma sul quotidiano le ricette che sui libri sono realizzate dagli chef, qui sono invece a detta da loro, realizzate da loro. Qualche perplessità avanza, ma insomma da dove arriva la foto e la ricetta? Non potete scrivere sulla stessa foto delle cose diverse sui libri e sui giornali, ma chi l'ha fatta questa ricetta? Voi o il ristorante, magari anche da nessuno dei  due, chissà da dove viene? Ma chi pensate di prendere in giro?

La Pappagalla 5, ha fatto le madeleines non gli sono venute per la ricetta farlocca, perchè i chef sono stronzi, siccome sanno che ci sono le pappagalle giornaliste che non citano mai le fonti, cosa fanno, danno le ricette sbagliate, una donna di casa che sta in cucina tutto il giorno se ne accorge subito e si fa una risata, ma la pappagalla no, ci casca con tutte le scarpe!

Per rimediare la pappagalla furba cosa fa? Le manda a comprare per fotografare! Solo che non si sono capite con la pasticceria e le inviamo le madeleines invece che al cacao alla vaniglia, la Pappagalla grande professionista non s'accorge che sono bianche invece che nere. Come risponde ai commenti? "Ho un forno strano (il forno!) nella cottura si sono schiarite"  Usi il forno del Mago Zurlì? 

Possibile che non ci sia un controllo sui contenuti? Le ricette ve le danno durante un viaggio a Lourdes per compassione oppure più semplicemente di notte vi compare il fantasma di Escoffier e che vi suggerisce le ricette? La linea editoriale del quotidiano sembra che sia copiare copiare copiare e incollare incollare incollare. è questo il quotidiano italiano più importante immaginate gli altri!.

Il problema che non è una replica di una ricetta che piace, non citano mai le fonti e copiano parola per parola dal web ma mettono proprietà riservata su tutto quello che scrivono. Fanno diventare loro la proprietà intellettuale di una ricetta copiata da un altra parte, questo non è copiare per passione e fare una ricetta perchè è buona ma è rubare il contenuto e truffare i lettori!


Insultano i lettori ma è mai possibile? 

Questo per dire il livello basso del settore dell'editoria, per amore del cielo ci saranno anche tanti bravi professionisti ma questa è la professionalità della pagina di cucina di uno dei più importanti gruppi editoriali italiani, se non il più importante, non di un giornale della parrocchia, senza offesa ai giornali della parrocchia, che vive di copia e incolla dal web, incapaci di creare qualcosa di loro pugno ma nemmeno di riconoscere il valore culturale eno gastronomico del loro paese.

Alle proteste dei lettori le Pappagalle rispondono con superiorità ma ce ne sono tante di ricette dal web, come fate a dire che la mia l'ho copiata, con superbia sfidano i lettori, più di un lettore ha citato nome, pagine e libro di provenienza.

Di fronte ai giudizi negativi dei lettori e alle 15 persone da pagare della Pappagalla 1 premier, il quotidiano decide di spendere altri soldi per migliorare il giudizio del lettori (devono avere un pozzo senza fondo) e copre di commenti positivi le pagine di cucina, solo che hanno fatto molta pressione all'agenzia che ha riempito d'identità false e commenti iper positivi le pagine esempio, una ricetta viene pubblicata alla 7,30 e casualmente alle 7,40 compare il commento, una ricetta buonissima, l'ho appena fatta è la cosa più buona che io abbia mai mangiato.

Peccato che i lettori normali possono commentare solo dalle 10,00 in poi allora il commento alle 7,40 può essere partito solo dalla redazione, inoltre Pappagalla, almeno aspetta che aprono i supermercati, altrimenti spiegami come fai ad avere tutti gli ingredienti a casa già pronti inclusi il baccalà pronto ammollato. Chi non ha un pezzo di baccalà in frigorifero direte voi? Io no, ma secondo voi devo mangiare alle 7,40 del mattino il baccalà alla livornese? Come pensate che possono essere credibili questi commenti?


Siamo ormai alla follia

Secondo me oggi grazie a queste esperte di tutto tranne che di cucina, c'è spazio se una persona ha cultura e volontà, perchè peggio di cosi non si può fare, quello che manca, perchè si vedono solo fotografie di cucina come se si fotografano pali della luce e ricette straniere, è l'aspetto della cultura della cucina e della piacevolezza di un buon pasto.

Parliamoci chiaro se non lavoravate per questo editore, pappagalle mie, sareste a spasso in un ristorante non vi farebbero nemmeno lavare i piatti con quelle mani sporche.

Ai Sponsor dico, perchè le pappagalle hanno anche tanti sponsor, ma siete certi che vi conviene affiancare il vostro marchio con queste pappagalle, pensate che i lettori siano scemi? Che non si accorgono che è tutto falso e che non sanno cucinare?


La differenza tra Giornaliste e Blogger

Alle pappagalle giornaliste di cucina dico, siccome il rapporto con il lettore è un rapporto di fiducia, sarebbe meglio invece che scrivere curriculum falsi sulle vostre esperienze culinarie, lunghi che nemmeno il presidente dell'Accademia della Cucina Italiana può vantare, scrivete sono una giornalista e non una pasticcera e nemmeno una cucinera, mangio fuori tutti i giorni e quando torno a casa trovo il piatto pronto a tavola, la ricetta che riporto è del libro X, l'ha realizzata lo chef Y, siccome ho paura di rovinarmi lo smalto alle mani, l'ha scritta Z, se vedete delle mani sporche è perchè hanno finito il sapone nel bagno delle signore.

Che bisogno avete di farsi passare per chef, tranquille nessuno pensa leggendovi che ha di fronte una che sa fare da mangiare!

Ci sono invece molti blog guarda almeno più di cento che io frequento che sono bravissime ma nessuno le valorizza, hanno creatività, fantasia e sanno fare da mangiare molto bene, una grande manualità, io vorrei che ci fosse un editore più coraggioso e che abbia occhio e palato, vorrei che queste blogger che fossero più note e conosciute rispetto a quell'autentica impiastro della Pappagalla 1 di cui ho parlato al quale io personalmente a fine mese darei 6.000 calci nel culo con rispetto parlando.


Con i nuovi media quello che si percepisce è la comunicazione non verbale

Quello che devi capire mia cara lettrice è che oggi tutto si vede, tutto si nota, più vuoi nascondere qualcosa e più si vede, se fai una faccia terrorizzata con in mano uno scola pasta, che non sai cosa farci, si vede e si capisce che a casa non fai tu da mangiare, se non sai adoperare un coltello, se non sai pulire un porro.

Perchè quelli come me che non sono esperti di cucina ma facciamo da mangiare tutti i giorni non per hobby ma perchè alle sette di sera se non mettiamo qualcosa a tavola, i salti in padella li fanno fare a noi, intuiamo subito quando abbiamo di fronte un altro impiastro.

Secondo me se si ha passione si possono trovare nuove strade per fare ricette di cucina, nonostante siamo stracolmi di ricette dappertutto ma siamo pieni di brutti e cattivi esempi editoriali, foto statiche più di piatti e bicchieri che di ricette di cucine, tutte uguali sembrano fatte dalla stessa persona, ricette dal sapore terribile e non replicabili, questo perchè non le devono mangiare ma solo fotografare!.


Aprire un blog oppure no?

Pensaci molto bene prima di aprire un blog, chiediti se hai abbastanza passione, se sei competente, bisogna avere molto tempo libero, guardati in giro, scegli il social network che ritieni più idoneo, pensa prima a diventare interessante per quel social network, fai delle prove e dei test, gira delle agenzie web, sii solo te stessa, vedi se riesci a trovare qualche azienda interessata ma deve essere una passione.

Se invece vuole essere un lavoro, lasciando da parte le giornaliste pappagalle, che imbrogliano solo se stesse, dove sembra contano più le relazioni sociali, ( non giudicate male ricordate che anche per questo  ci vuole una vocazione vera e propria) e la destrezza del copia e incolla, fatti imprenditrice e apri un 'attività di chef a domicilio magari dopo qualche lavoro in cucina di ristoranti e laboratori di pasticceria, c'è anche chi apre un ristorante in casa, può essere una buona scuola per iniziare, il blog può essere la vetrina del tuo lavoro.


51 commenti:

  1. Con tanto di pazienza ho letto tante novità questa sera. Non ho mai sentito di questa Papapgalla, mi hai incuriosito molto. Hai ragione in tanti punti di vista perché spesso mi domando anche io quando vedo certe ricette e foto se sono preparate in casa o sono comprate e fotografate, ma facevo solo le mie riflessioni e basta, magari dicevo che mi sbaglio. Tu mi hai confermato che può essere vero. Almeno chi è in causa se leggessi e si metterebbe in riga magari è in tempo a cambiare il ritmo di vita. Da parte mia curo questo piccolo angolo come fosse un diario magari utile anche per i miei figli per un domani ! Grazie del post, con un pò di ironia hai dato tante risposte ! Buon fine settimana !

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  2. sei straordinario, hai colto nel segno !Ormai il mondo del food è una giungla,ogni giorno si aggiungono persone che non hanno idea di cosa sia rapportarsi con gli altri con rispetto, è tutto un magnamagna e uno scopiazzamento qui e là,chi lavora seriamente è poco valorizzato, chi sgomita senza ritegno spesso ce la fa ad emergere però che tristezza....

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    1. Grazie Chiara, chi lavoro seriamente e poco valorizzato sono d'accordissimo

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  3. ...prosegue da sopra

    Ovviamente poi, all’opposto, ci sono anche coloro che pur essendo retribuiti e apparendo super professionali, come la tua Pappagalla, di fatto non lo sono. Celebri e documentate in rete le appropriazioni indebite di ricetta da parte di una famosa cuoca televisiva. Il punto non è ovviamente “il copiare”, che non esiste in cucina, tutti copiamo da tutti, nessuno (salvo rarissimi geni) inventa nulla, ma l’appropriazione
    senza citare la fonte. Questa è malpratica.

    Ovviamente poi, e forse chi non lavora nel settore non ne è al corrente, si possono comprare “likes” e commenti positivi -non è difficile. Una redazione può anche creare falsi profili utenti e lasciare messaggi positivi. Pratica comune.

    Detto ciò esistono anche per fortuna ottimi blog, originali, con voci belle. Esistono ottimi libri, generalmente quelli senza foto, come, ad esempio, il primo Allan Bay e “Zucchero a velo” (di Stefania Giannotti), la Barzini ha scritto belle cose; oltre ai classiconi: Gosetti della Salda, Brera-Veronelli, le prime edizioni del Talismano, Guarnaschelli Gotti, Molinari Pradelli (con accortezza). Recentemente ho letto un bel e serissim ma divertente libro di Alessandro Marzo Magno, “Il genio del gusto”.

    Tornando però alla domanda di Chiara, (blog di cucina si o no?), io mi permetto di dire la mia: Chiara se vuoi aprire un blog, fallo. Ma fallo per puro piacere personale, per raccontare le cose come vuoi tu. Per divertimento. Per puro divertimento, ricordano però la regola fondamentale della rete, spesso non osservata: il web è condivisione. I post che non dicono nulla, che non linkano al fuori, ad altri siti, ad altre cose, sono sterili. Potranno essere popolari, ma autoreferenziali, ottusi.

    Ciao
    stefano


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    1. Stefano piacere di conoscerti

      condivido molto del tuo commento, sono d'accordo i migliori libri di cucina sono quelli senza immagini.

      Nessuno inventa più nulla sulle ricette di cucina, solo che lo vedi quando una persona mette qualcosa di suo, della sua esperienza in cucina dettagli che fanno personalizzazioni. che fanno differenze di gusto che possono piacere o meno essere condivise oppure no, che possono essere una forma d'arricchimento

      Grazie del commento

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  4. I food blog sono diventati un mondo intero con tutte le sfumature dal bianco al nero che si possono immaginare, con tutto quello che di buono c'è ma anche tutto quello che di marcio c'è. Incluso chi sa e chi non sa cucinare, chi è capace di fare solo copia e incolla e pure male, perchè se io replico una ricetta americana mi degno almeno di girare il peso in grammi. Ma a parte questo ogni giorno vedo (e il blog ce l'ho pure dal 2009) che le bugie hanno le gambe corte (non sempre corte come vorrei...) e le ricette che non si riescono a replicare e che non stanno in piedi e i falsi saltano sempre fuori, come pure la passione di chi lo fa per piacere, per gioco o anche per lavoro.

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    1. io a volte ho spiegato male qualche ricetta lo ammetto l'ho capito dopo, per esempio non ricordo mai di dire le dimensione delle teglia da forno

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  5. come temevo il messaggio è stato troncato in trasmissione. cerco di ripubblicarlo. scusate per confusione.

    prima parte:
    Ciao Gunther
    Sono Stefano e da poco ho iniziato a leggerti, incuriosito dai commenti che lasciavi in alcuni blog che anche io frequento.
    Concordo con moltissimo che qui dici, però innanzitutto prima alzo le mani e confessoi miei peccati: tempo fa ho pubblicato due libri di cucina e per anni ho collaborato con siti abbastanza famosi e per un po’ di tempo per la versione on line di un famoso femminile. Non sono chef, non sono giornalista: la scrittura di cucina era uno dei miei lavori e i libri li ho fatto essenzialmente per passione.

    Questo è il punto: a parte rare eccezioni, l’editoria italiana non ha soldi per pagare chi scrive di cucina. Io ho rifiutato molte collaborazioni in cui mi si chiedeva di “collaborare” gratuitamente. Io ho sempre rifiutato: il lavoro VA pagato.
    Questa mancanza di remunerazione (o questa presenza di remunerazione bassissima) crea un meccanismo perverso che di consente a moltissimi prodotti editoriali di accedere al mercato senza che alle spalle ci sia un lavoro serio: un libro di cucina come si deve, ad esempio, dovrebbe essere scritto da una persona, consegnato poi a un’altra che testi le ricette e infine passato a un editor che trasformi il manoscritto nel prodotto finale, non parlo solo di correzione delle bozze, ma di ideazione e strutturazione del libro (come li facciamo i titoli?, quale funzione meglio?, e l’importantissimo e spesso trascurato indice, come lo strutturiamo? Devi tagliare questo pezzo x in cui hai sbrodolato e ampliare questo pezzo y che invece è stitico …ecc., ci siamo capiti. Ovviamente una casa editrice seria, che si specializza in libri di cucina o in cui l’editoria gastronomica ha un ruolo fondamentale, dovrebbe poi ovviamente avere un editor specializzato, che sappia di cucina, che conosca non solo il fare di cucina ma anche quello che ci sta attorno, fonti, riferimenti ecc… Secondo te questo accade?
    Poi ovviamente entra in gioco il discorso “foto” e qui il tutto si complica enormemente: fare foto belle, che non siano porno-food, e originali, con personalità, aggiunge ulteriori costi.

    Nella mia esperienza questo molto, molto raramente accade (o accadeva, dato che da anni non scrivo più, ma, a giudicare dalla scarsa qualità di molti prodotti editoriali ancora in circolazione, intuisco succeda ancora).
    Io dei miei librini sono fiero, nel senso che li apro e me li godo ancora ogni tanto, ne riconosco il valore, ma sono ben lungi dall’essere senza macchia.
    Non molti anni fa comprai, sbagliando, il libro di un noto pasticcere, uno che è famosissimo in televisione. Suppongo sia bravo. Appena sfogliai il libro notai subito che non indicava le misure per gli stampi, per me dettaglio fondamentale in cucina. Gli scrissi. Mi rispose dicendo che non avevano indicato le misure “per non soffocare la fantasia dei lettori cuochi casalinghi”. Vabbè. Poi scoprì in rete che il suddetto pasticcere è in realtà famoso per “toppare” le ricette dedicate all’uso domestico.
    ....prosegue

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    1. infatti non capivo bene il primo messaggio
      grazie per averlo replicato

      Grazie per averci raccontato la tua esperienza,

      Ricevo continuamente agenti di case editrici che mi propongono di scrivere libri ma senza guadagni e io li sbatto letteralmente fuori, credo che sia una scusa quella di non pagare i contenuti perchè so che i libri si vendono eccome, la stessa scusa l'adoperano per i libri medico scientifici

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  6. ...parte seconda:

    ... Lo stesso discorso vale per gli articoli e ancora di più per la rete. Da un lato mi stupisco ancora molto che ci siano così tanti blog così prolifici (ma come fanno a mangiare così tanto e soprattutto a postare così’ tante ricette? Saranno affidabili??), che siano così simili (basta con queste orride foto simil porno in primissimo piano, con questa estetica del piatto perfetto che a meno di essere un genio è ormai cosa vecchissima)/ma un pizzico di originalità proprio non ce la vogliamo mettere?), dall’altro accetto tutto questo quando poi considero che a livello di stampa nazionale, come dici tu, ci sia ancora così tanta mal pratica. Non conosco in Italia nessuno che scriva di cucina in maniera professionale, voglio dire nella stessa maniera per me notevole, di media, che vedo qui in UK (anzi se qualcuno ha dei suggerimenti, passi per favore: non si finisce mai di imparare).
    Mesi fa, lo faccio raramente ma ogni tanto non resisto, obbiettai ad una ora famosa giornalista-blogger di cucina che forse non era proprio corretto suggerire indirettamente che quel suo uso “particolare” dei liquido di governo dei ceci in lattina non è che lo avesse proprio inventato lei (cito: “Questa maionese è una delle invenzioni di cui vado più fiera. Non ci sono uova e si prepara con un ingrediente, anzi un sottoprodotto, che di solito buttiamo via. Questa maionese è una delle invenzioni di cui vado più fiera. Non ci sono uova e si prepara con un ingrediente, anzi un sottoprodotto, che di solito buttiamo via” ) . Il commento fu eliminato. Magari, mi sono detto, si è perso nella blogosfera (a volte la tecnologia fa cilecca), ma allo stesso tempo, perché non citare le fonti/gli scopritori di questo uso particolare dell’acqua
    dei ceci? Sicuramente ne deve essere a conoscenza, dato che la cosa spopolava allora in rete US da mesi e mesi (qui per chi fosse interessato: http://aquafaba.com).

    Ovviamente poi, all’opposto, ci sono anche coloro che pur essendo retribuiti e apparendo super professionali, come la tua Pappagalla, di fatto non lo sono. Celebri e documentate in rete le appropriazioni indebite di ricetta da parte di una famosa cuoca televisiva. Il punto non è ovviamente “il copiare”, che non esiste in cucina, tutti copiamo da tutti, nessuno (salvo rarissimi geni) inventa nulla, ma l’appropriazione
    senza citare la fonte. Questa è malpratica.

    Ovviamente poi, e forse chi non lavora nel settore non ne è al corrente, si possono comprare “likes” e commenti positivi -non è difficile. Una redazione può anche creare falsi profili utenti e lasciare messaggi positivi. Pratica comune.
    Detto ciò esistono anche per fortuna ottimi blog, originali, con voci belle. Esistono ottimi libri, generalmente quelli senza foto, come, ad esempio, il primo Allan Bay e “Zucchero a velo” (di Stefania Giannotti), la Barzini ha scritto belle cose; oltre ai classiconi: Gosetti della Salda, Brera-Veronelli, le prime edizioni del Talismano, Guarnaschelli Gotti, Molinari Pradelli (con accortezza). Recentemente ho letto un bel e serissim ma divertente libro di Alessandro Marzo Magno, “Il genio del gusto”.

    Tornando però alla domanda di Chiara, (blog di cucina si o no?), io mi permetto di dire la mia: Chiara se vuoi aprire un blog, fallo. Ma fallo per puro piacere personale, per raccontare le cose come vuoi tu. Per divertimento. Per puro divertimento, ricordano però la regola fondamentale della rete, spesso non osservata: il web è condivisione. I post che non dicono nulla, che non linkano al fuori, ad altri siti, ad altre cose, sono sterili. Potranno essere popolari, ma autoreferenziali, ottusi.

    Ciao
    stefano

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    1. sono d'accordo vorrei pero solo aggiungere sul copiare, un conto è un blog, un appassionato che ripete una ricetta, secondo me quello non è copiare ma ripetere una ricetta che piace.

      Un conto è una che copia e ci fa i soldi ci scrive i libri e si intesta la ricetta e il metodo a se, una differenza non da poco.

      Comunque è vero che in UK sono più professionali nel realizzare prodotti editoriali di cucina, ma credo che ormai i tempi maturi ci sono anche in Italia per un progetto valido, manca l'editore nel senso di come tu hai scritto la professionalità nel settore specifico della cucina, anche se le librerie sono stracolme d'editori e di libri

      Discuterei per ore, stefano è un piacere averti conosciuto sinceramente,

      Per la precisione sono uno che fa da mangiare a casa a otto persone tutti i giorni e lavoro in un altro settore

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  7. Gunther sto morendo dal ridere!! Però sti pappagalli io non li conosco, tira fuori i nomi :)))

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    1. non è possibile ma se giri i quotidiani più famosi la vedi subito, è pappagalla anche di faccia, la riconosci subito

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  8. E ci hai messo anche quell'ironia che non guasta mai. Condivido quel che dici e poi diciamocelo... imbrogliare chi legge è come fare harakiri. Ciao e buon weekend! :-)

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  9. Tu mi fai morire, caro Gunther! Anche io vorrei dire all'amica Chiara che se vuoi aprire un blog per passione, per divertimento, per condivisione allora ok. Se pensi di aprire un blog per businnes scegli un altra strada. Questa Pappagalla e tutto il suo entourage, sarei proprio curiosa di conoscerla o di sapere chi sia. Conosco alcune celebri giornaliste che fanno programmi televisivi e scrivono ricette sui giornali o pubblicano libri e immagino che vengano anche pagate profumatamente. Almeno però speravo che cucinassero loro.E' forse una di loro Pappagalla? Per il discorso di inventarsi le ricette, dico che a me capita spessissimo di partire con una ricetta (e cito sempre la fonte) e poi arrivare sempre a farne un altra, aggiungendo o togliendo qualcosa dalla ricetta di partenza. Credo che un pò di sana fantasia faccia la differenza.

    ps. senti Gunther ma non me lo dici nemmeno in privato chi è Pappagalla? Ahahahahhh
    Buon fine settimana

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    1. Terry è quella di cui parlo sempre, poverina mi dispiace anche ma fa veramente pena che si dia all'ippica

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  10. Caro Gunther, se penso a tutte le notti che passo per i miei lievitati e ha cercare di fare delle fotografie decenti per poterle pubblicare, la vita della blogger per passione credo che non sia facile, devi dividerti tra lavoro, la casa, il marito e i figli! Grandi sacrifici, ma io sono felice così, perché tutto questo e farina del mio sacco e se realizzo una ricetta che non é mia,non sono una che si prende tutti i meriti,cito la fonte sempre e comunque, credo che l'onesta sia fondamentale, e così bello creare non c'è bisogno di copiare! Grazie per questo splendido post, sei una persona simpatica e brillante, ma sopratutto schietto come me!
    Ti auguro uno splendido week end !
    Un caro abbraccio e al prossimo post, bravissimo !!!
    Laura<3<3<3

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    1. Grazie laura, lo comprendo perche anche io lavoro, famiglia e blog, non sono un professionista ma se mi prendono in giro mi arrabbio

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  11. concordo su tutto, aprire un blog ora ha senso solo se lo fai per tuo piacere personale, per passione, per hobby, io sono come te una che lavora 8/10 ore al giorno fuori casa, e poi quando torno DEVO cucinare, e non ho certo 15 persone che mi aiutano! Ma durante il we mi piace starmene con um pò di calma in cucina, preparare fondamentalmente i miei amati lievitati e i dolci, non mi importa di essere gratificata da finti like a pagamento, mi gratificano gli occhi dei miei familiari quando assaggiano, sono felice quando metto le mani in pasta, mi rilasso mentre sciolgo del cioccolato e gioisco di fronte ad una lunga lievitazione ben riuscita. Il mio blog per me è un'isola felice e tranquilla un posticino tutto mio dove condividere ricette con magari poche persone, ma vere!
    Buon we
    Alice

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  12. magari alla pappagalla 1 lavano anche il sedere.. in tutti i doppi e tripli sensi possibili! Io una mezza idea ce l'avrei sulle varie identità.. ne parlavamo proprio poco tempo fa su un altro tuo post del comprare cibo pronto e passarlo per proprio, ricordi? Io sono abbastanza d'accordo con Stefano (a stargli "dietro" non ce la faccio, troppo sveglio, io mentalmente sono lenta..) ma non concordo sul fatto di dire tanto, di parlare troppo al di là della ricetta, se di blog di cucina si tratta, personalmente scherzo e sparo cavolate, ma raccontare fatti miei (raccontarli veramente.. NO grazie) linkare ricette altrui, quando mi ricordo dove l'ho presa (perchè è verissimo che non si inventa niente o quasi niente) lo faccio, per lo più le leggo su mille libri nuovi e vecchi di mia nonna, che ho, oppure in rete (scopiazzate a loro volta...come riuscire a trovarne la paternità? a parte i fighissimi tagliolini alla finta carbonara..si intende! :-) comunque tu cucini per otto persone solo perchè non ci inviti.. altrimenti dovresti spadellare per ottocento più o meno caro mio (io in prima fila con la forchetta in mano.vorrei quel piatto coi fiorellini blu che mi piace tanto)

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  13. mizziga (espressione sabauda..) ho scritto più di Stefano mi sa..

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    1. he he he tra due settimane ho una cena per 32 persone e devo fare tutto da solo, da quando ho il blog tutti vogliono venire a mangiare, se riapro un altro blog Otto Krapfen mi faccio chiamare cosi nessuno mi riconosce, voglio essere anonimo

      I piatti con i fiorellini ahimè non li fanno più, erano di mia madre regalo di matrimonio e mai usati, hanno più della mia età

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    2. se lo fai io ti cerco sappilo.. e ti trovo,prometto! :-) e per i piatti: ecco perchè mi piacciono! Io amo moltissimo le porcellane di un tempo. La classe non è acqua (parlo di tua mamma). Beh ma mi accontento di mangiare (lentamente) in quel piatto. eheheh ciao.

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    3. 32 persone? solo? accipicchia. guarda che se ne approfittano di te.. sei troppo buono

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  14. autrice di blog a rapporto. Il mio blog ormai naviga verso i sei anni, ne ho addirittura due perchè il primo ad un certo punto è sparito dal web.. si è svampata la piattaforma.
    ho pubblicato qualcosa come più di mille ricette... forse navigo verso le duemila.. tra ricette, approfondimenti , varie amenità. Il mio blog vive nell'oscurità perchè non sono un'informatica, non capisco nulla di cyberspazio, mi trovo molto meglio con un mestolo in mano che con una tastiera e con la fotocamera ho litigato da piccola .
    Però mi diverto tantissimo a portarlo avanti. Chi mi conosce mi chiede le ricette... e io le provo e poi le pubblico. Le mie ricette sono tutte copiate. Tutte!!!! Non sono una chef e non invento ricette. Sono ricette della mia famiglia, viste fare decine di volte. Sono ricette di grandi maestri, sono ricette della tradizione, sono ricette di altri paesi ( e magari imperfette perchè per quanto mi documenti, mi rendo conto che certe cose bisogna "respirarle) Tutto ciò che mi incuriosisce e mi interessa lo trasfomo in realtà. Sono rimasta colpita dal tuo articolo, Gunther.. sarò ingenua, ma non avrei mai creduto....

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    1. ti sei dimenticata di dire che sei bravissima in cucina lo aggiungo io, una delle più brave, lo vedo sempre quando cucini, le foto magari non tanto, scusami ma quando vedo le tue ricette vado sul sicuro come tutti gli altri, siamo blogger che vanno oltre le fotografie

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    2. so che sei uno dei miei più affezionati lettori e non posso che esserne felice. Io da te ho tutto da imparare e molte volte ho condiviso i tuoi articoli ironici e interessanti

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  15. Io ho aperto il blog per...imparare ad adoperare il PC.
    Lo confesso, è verissimo, io il computer nn sapevo nemmeno accenderlo, giuro! Mio figlio ( santo!) mi ha aiutato e sopportato non poco a farmi capire come fare un post, mettere le foto, ecc. Non vorrei dire che me ne sia pentita, ma mi è venuto un po a noia questo mondo poco sincero del web...è anche per questo che è tanto tempo che nn metto ricette.
    E comunque le due ricette di famiglia (che mia mamma ci ha lasciato in eredità)... col cavolo che le metto in rete! ;-D Baci e buon we
    Barbara

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    1. brava!!!
      anche io le tengo in cassaforte, si fa per dire :-)))

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  16. Con questo tuo post, caro Gunther hai proprio fatto centro! Io il blog l'ho aperto ormai 6 anni fa solo per la grande passione che ho sempre avuto per la cucina, per avere una piccola finestra sul mondo, dove potermi confrontare con chi come me ha la stessa passione. Pubblico 1 o 2 ricette al giorno, non certo per avere visibilità (ti dirò che non uso neppure Fb, lo so sono ancora ala vecchia...), e neppure per pensare di averne un ritorno economico! Sono felice però che in questo mio "piccolo mondo" ho trovato tante amicizie, se pur virtuali, con le quali confrontarmi. Solo passione, e basta!

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  17. Ho letto il tuo lungo post e ho trovato molte risposte a tanti "enigmi" della blog sfera che mi "tormentavano"!!!
    Con la tua simpatica ironia e la schiettezza che ti contraddistingue hai tracciato un quadro molto chiaro, anche se poco lusinghiero, di certi blog di cucina.
    Il mio l'ho aperto cinque anni fa, con tanta passione e voglia di imparare, di cucina e di ricette ne sapevo ben poco e infatti quello che so l'ho imparato sul "campo", guardando i blog più bravi, leggendo libri e riviste, portando le ricette di casa mia ecc. Mi incanto a vedere foto bellissime di piatti, spero un giorno di migliorare anch'io, certo è difficile farle belle quando fotografi velocemente il piatto che hai preparato per la cena .....
    Comunque io continuo e mi sento di consigliare alla Chiara di Asti che, se vuole aprire un blog di cucina per coltivare una passione, trovare tante persone pronte a condividere, imparare cose nuove e aumentare le proprie conoscenze, questo è il posto giusto, per tutto il resto è meglio prendere altre strade.
    Baci

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  18. Io son contenta di averlo aperto ormai nel lontano 2009... :D
    Ciao,buona settimana a presto :-)

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  19. Come sempre, Gunther, hai fatto centro.Io non sono certo una cuoca professionista, ma mi piace moltissimo cucinare.Il mio blog non vuole essere di cucina, ma, quando pubblico le ricette, le pubblico dopo averle provate almeno 2 volte e mi stupisco della poca serietà che c'è in giro.A volte leggo corbellerie che non stanno nè in cielo nè in terra.Faccio un esempio.Sono genovese e faccio spesso i canestrelli di Torriglia.Anche se la mia ricetta era più che collaudata, prima di pubblicarla ( lo faccio spesso) sono andata a confrontarla con le ricette dei canestrelli nelle prime posizioni di ricerca di Google.Cosa ho trovato in prima posizione?Un post di un sito che va per la maggiore in cui si affermava che i canestrelli.....sono privi di burro.Non credevo ai miei occhi.....:-(

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    1. brava Franci, ormai sono diventati acquistabili anche le posizioni di google

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  20. Ho aperto il mio blog ben 4 anni fa così per hobby, lo ritengo un mio diario di ricette da poter condividere con gli altri e apprendere dagli altri consigli e ricette nuove! Ho collaborato con diverse aziende col piacere di conoscere i loro prodotti, ma niente più! Proprio ieri mi è arrivata una mail di un sito commerciale che mi proponeva di collaborare con loro, scrivendo di cibo sul loro blog, ma ho rifiutato categoricamente, preferisco coltivare il mio blog nel mio piccolo, la pubblicità non mi interessa!
    I tuoi post sono sempre interessanti Gunther!
    Buona giornata, ciao!

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  21. Bellissimo BELLISSIMO post.Io lo sto aprendo il nio bloggettino, tra giorni o tra ore o tra un mese, ancora non so. Intanto cucino, lasciando perdere torte multicolor e plasticose e orridi cupcakes. Studio, sperimento, e mangio, grazie ai mie 48 kg scarsi che mi consentono di mangiare mezzo chilo di stifado greco senza batter ciglio. Buon lavoro, adesso che è quasi ora di infornare i panettoni e mettersi sotto con i paté...

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  22. Ciao, Gunther, tralascio tutte le considerazioni sugli autori di certi blog ma sono in completa sintonia con Valerio M.Visintin, il giornalista del Corriere che scrive di ristoranti, il quale li stigmatizza con un neologismo molto indovinato: fuff-blogger. Pero' la curiosita' e' femmina e quindi mi chiedo anch'io: chi sara' mai questa aitante pappagalla?
    A Chiara consiglio di aprire senz'altro il suo blog; se lo curera' con amore non potra' che ricavarne soddisfazioni.

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    1. ci sono anche i fuff giornalisti non solo i fuff blogger

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  23. ho letto il tuo post senza tralasciare nulla,sorrido
    e condivido tutto..giusto un po' di tempo fa avevo scritto in breve parte di quanto hai scritto..
    Ormai sono quasi 8 anni che il mio blog vive,ho avuto tantissime collaborazioni ,per la voglia di conoscere provare..e mai ho dimenticato la ragione per la quale ho aperto il mio modesto blog..:La Passione vera per la cucina!!
    Saremo pure top mocho vileda..ma almeno siamo onesti!!
    un abbraccio caro Gunther!!

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  24. ripensando alla "pappagalla" .... ad un certo punto scrivi: "le bugie vengono a galla" ... anche un'altra cosa... infatti..beh la frecciatina di oggi l'ho lanciata, sto meglio. ciao!

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  25. Amen! Lo posso dire? Hai riassunto in un post tante di quelle cose che penso e che ho pensato spesso anche in passato quando non mi capacitavo di come si potesse anche solo pensare un post su una ricetta preparata con tutti cibi già pronti (ed è accaduto veramente)! Non conosco le realtà editoriali né tantomeno sapevo del numero di persone che ruotano intorno a un post, ma non è raro vedere il famoso copia incolla, senza un minimo di personalizzazione e di citazione, quantomeno, della fonte da cui proviene. Io sono di quelle che ancora fa tutto da sola, scapicollandosi tra lavoro e impegni vari, alla ricerca della luce perfetta per fare una foto e che passa ore e ore in cucina per disossare da sé un pollo, farcirlo e ricucirlo. E sono di quelle che vuole sempre migliorare, tanto da essermi iscritta a un corso professionale come cuoca e lavorare oggi anche in una cucina professionale. E' che proprio non riesco a buttare l le cose senza un minimo di cognizione di causa, senza sapere il perché lo sto facendo e soprattutto mandando allo sbaraglio chi mi legge con la scusa del non limitare la fantasia! Mi pare una tale cavolata!
    E non ti dico quotidianamente quanti ne veda di blog in cui i post sono tutti "alla Parodi" e quanto vengono osannati, per capacità tutte loro di sapersi pubblicizzare.
    Per quanto riguarda l'editoria, invece, ormai non metto neanche più bocca.. Se pensiamo solo al fatto che nel nostro ramo (quello scientifico, intendo) si permette di far passare per divulgatore il signor anoressico, figuriamoci che può capitare in quello gastronomico!
    Intanto io faccio chapeau a te e al tuo post :)

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    1. grazie Paola per averci dato una bella prospettiva, io il comunicatore anoressico ho capito chi è, anche lui è uno che copia e incolla non poco :-))

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  26. uffa, adesso mi passo il fine settimana a ruminare su chi sarà mai la Pappagalla? La 1, la 2, la 3 etc.
    Sei davvero formidabile, è troppo bello leggerti.
    viva la spontaneità sempre!
    Su

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    1. è più semplice di quello che pensi, ricordati pappagalla faccia da pappagalla, quotidiano italiano, cucina, la vedi subito, non ti puoi sbagliare

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  27. beh devo dire che ho letto volentieri alcuni tuoi post. io sono nuovo in questo mondo, o meglio, nel mondo della comunicazione ci navigo da una ventina d'anni, ma il blog è tutta un'altra storia!
    leggendo le tue "storie" una domanda mi sorge spontanea, ma quando è che uno/a si può definire blogger? cosa rende una persona blogger?
    buon lavoro!!!

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    1. grazie michele, magari ci faccio un post, essenzialmente un punto di vista personale ed autentico, colui che non ha professione di scrivere, che non è fotografo, che non è editore ma riesce ad arrivare a comunicare meglio dei professionisti.

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