In questi anni abbiamo affrontato spesso il tema del comfort food, cioè quei cibi, quelli alimenti, quelle preparazioni che ci davano da bambini, che riuscivano a farci cambiare umore, quel cibo che più che un alimento era un gesto d'affetto da parte delle nonne e delle mamme. Io personalmente ricordo che quando le cosa andavano male, mia madre mi preparava due strati di biscotti farciti con la crema pasticcera al limone, era bello aprire il frigorifero e travarli belli pronti. Ogniuno ha il suo comfort food, chi lo vede nel tiramisù, qualcumo lo vede nelle focaccia al formaggio, nella torta di mele.
Qualche lettore più attento ricorda sicuramente quando abbiamo parlato di voglie alimentari in rapporto con la serotonina e di come in particolare le donne fossero più sensibili. La medicina cinese ma anche l'ayurvedica ha da tempo legato il cibo a delle particolari esigenze fisiologiche ben precise o a degli stati d'animo, nella medicina occidentale questo rappresenta una novità, tanto che fino ad ora si è inquadrato il comfort food solo come un atteggiamento romantico o anche come una debolezza di un momento di ricerca di affetto, legato ad un problema del disturbo del comportamento alimentare.
È stato recentemente pubblicato uno studio sul Journal of Clinical Investigation che dimostra che i cosiddetti cibi con una certa percentuale di grassi come i comfort food generano una sensazione piacevole al cervello migliorando l'umore.
La ricerca è stata condotta da Lukas Van Oudenhove, dell' University of Leuven, in Belgio , la sorpresa è che non c'è la relazione con il gusto, anche somministrando nello stomaco una soluzione di acidi grassi questi migliorano l'umore.
Una serie di test ha permesso di stabilire una relazione tra stato emotico e comportamento alimentare, questa relazione non è solo dovuto a un problema psicologico ma coinvolge l'organismo e il cervello in modo particolare.
Questa ricerca è importante perche mentre gli studi precedenti dimostravano il legame tra i piatti tipo comfort food, alimenti ipercalorici e il loro impatto positivo sul morale e che una certa percentuale il grasso può contribuire ad un migliore stato d'animo. Questa ricerca ci dice che il miglioramento d'umore avviene anche quando viene rimosso il loro gusto, consistenza e odore parametri che venivano considerati più psicologici.
Questi risultati potrebbero avere implicazioni importanti per comprendere l'interazione tra emozioni, fame e i disturbi del comportamento alimentare, l'obesità e depressione.
Un altro studio presso l'Università di Buffalo, pubblicato a marzo nella rivista Psychological Science, ha dimostrato che i comfort food possono aiutare a combattere contro i sintoni della solitudine.
Dal mio punto di vista non nego che le scelte alimentari sono in parte conscie e in parte inconscie, il comfort food ha un suo ruolo che non deve essere demonizzato, come anche il ruolo dei grassi, che sono importanti nella dieta dell'uomo, sarebbe più importrante parlare di quantità e qualità. Tuttavia non vorrei che si diano troppe valenze e significato agli alimenti, come la cura della depressione o della solitudine, non mi sembra questo un messaggio corretto. Depressione e solitudine necessitano di altri interventi che possono anche non avere a che fare con l'alimentazione.
Non vorrei che questa ricerca invece che diminuire le promesse sul cibo che gli heath claims che fanno molte promesse sulla salute non sempre dimostrabili, aumentino le aspettative che abbiamo nei confronti del cibo. Cosa dovremmo attenderci? Nuovi alimenti che promettono anche i miglioramenti d'umore? Dalle promesse della salute alle promesse di buon umore, sempre più difficilmente dimostrabili.
Non vorrei che questa ricerca invece che diminuire le promesse sul cibo che gli heath claims che fanno molte promesse sulla salute non sempre dimostrabili, aumentino le aspettative che abbiamo nei confronti del cibo. Cosa dovremmo attenderci? Nuovi alimenti che promettono anche i miglioramenti d'umore? Dalle promesse della salute alle promesse di buon umore, sempre più difficilmente dimostrabili.
Chissà se sin da piccolissimi fossimo stati abituati ad associare la coccola e il momento di festa con qualche particolare frutto invece che con le pastarelle...magari ora non sarebbe il cibo grasso e iper calorico a darci consolazione! Magari si tratta solo di un fattore culturale... difficile da evitare però, dati gli infiniti messaggi che raggiungono di continuo i bambini!
RispondiEliminaC'e anche da dire che (per quanto riguarda me) quando ero piccola non si trovavano dappertutto cibi bibite come ora. C'erano solo quando era festa sul serio.
RispondiEliminaIo sono molto legata a certi cibi che preparavano mia nonna o mia madre per capodanno per esempio, perche' si facevano solo allora.
Piu' che cibi consolatori per me sono cibi che mi ricordano momenti e il sapore di alcuni di loro non sono + riuscita a ritrovarlo, perche ora è cambiata la situazione.
In ogni caso i premi erano caramelle, cioccolato, il gelato, se ti sbucciavi il ginocchio, se eri stato bravo o se eri malatino ;) quindi.....:))
Sai che proprio oggi ho messo un dolce legato ai mie ricordi d'infanzia?
RispondiEliminaHai ragione però, se magari fossimo stati abituati diversamente oggi per consolarci non finiremo a mangiare cose super caloriche che bene non fanno!
però ogni tanto...
I tuoi post sono sempri interessanti, e soprattutto questo mi ha fatto tornare in mente i tantgi cornetti con la panna che mia mamma mi dava ( e mi da acnora quando torno a casa)come toccasana. Un abbraccio
RispondiEliminaCome al tuo solito un bel post interessante. Quando ero piccola i dolci li mangiavo solo la domenica, niente bibite(solo lo sciroppo di frutta)e il cioccolato non sapevo neanche cosa fosse-miracoli del comunismo-:). Comunque oggi si parla davvero troppo del cibo...per non parlare di quanto si mangia.Come dici tu importante è la qualità e la quantità...e poi fare anche un pò di attività fisica. Buon lunedi'!
RispondiEliminaGrazie come sempre Gunther, ho letto tutto con attenzione e sono daccordo con le tue conclusioni. Aggiungo solo che io, i grassi, preferisco prenderli via bocca, piuttosto che sotto forma di siringa ;)))
RispondiEliminaSarò strana ma nn mangio dolci..o meglio gli assaggio a mala pena..mi inghittisco di lievitati salati in compenso hihihihi..colpa della mamma??buona giornata
RispondiEliminaCondivido pienamente il tuo pensiero e ti ringrazio per l'interessantissimo post!!! Un abbraccio e felice giornata
RispondiEliminaSEpre utili e interessanti i tuoi post!!! Io non riesco a rinunciare al dolce dopo pasto e cena, ne sono dipendente!!!!!
RispondiEliminaCiao Gunther!
RispondiEliminaScarosanto quel che dici.Un conto è il ricordo d'infanzia, un conto è rifugiarsi in cibi consolatori ad ogni scusa.Importante è saper distinguere il voler rivivere delle tradizioni dalla patologia, spesso subdola.Carenze nutrizionali è verissimo, scatenano bisogno di dolci!
Bel post, ben ritrovato!
Ciao e grazie per il commento...Quanto mi piace questo argomento...poi poterne parlare con te e' un piacere...Sai io ci credo,premetto che io amo il cibo e il mangiare...ci son alcune cose che prediliggo proprio a livello mentale,non c'entra niente il gusto,e' proprio un piacere che va oltre alle papille...e' un piacere di testa...Per esempio io prediliggo i salati,e ci sono alcuni di essi che mi mettono gioia,festa...e se sono fritti...poi...non commento!!!!!GRazie !!!Buona vita
RispondiEliminaCondivido il tuo pensiero, ma non rinuncio a un pezzettino di buon cioccolato quando tristezza mi coglie!!!
RispondiEliminaUn abbraccio!!!!
Condivido pienamente il tuo pensiero anche se ci sono dei momenti in cui mi assale una prepotente voglia di cioccolato a cui è difficile che riesca a resistere. Ma un conto "coccolarsi" con un pezzetto, altro discorso sfociare nell'esagerazione. Ben venga una minestra calda per "coccolarsi" in una fredda giornata d'inverno, un piatto che ci preparava la mamma o la nonna per farci sentire un po' a casa come allora, ma considerare il cibo come "medicina" contro tristezza e depressione oltre ad avere alla lunga conseguenze a livello fisico, credo peggiori ulteriormente la condizione psicologica con l'entrata in gioco dei sensi di colpa. E' un tema questo che si presta a differenti sfaccettature. Sempre coinvolgenti i tuoi post. Baci
RispondiEliminaMia nonna diceva che le persone magrissime e con poco appetito sorridono di meno di quelle paffutelle e di buona forchetta.
RispondiEliminaForse i magri non fanno uso di comfort food??? :)
Scherzi a parte, post molto interessante, grazie Gunther!
credo che l'umore sia influenzato da tante cose, fisiche e psicologiche, difficilmente dimostrabili, come sempre esagerare è sbagliato, interessante il tuo post!
RispondiEliminaciao!!!
Gunther mi è piaciuto molto questo articolo però ti vorrei far notare che un cibo che infuenza l'umore c'è già in commercio... Il motto della Coca-Cola nei suoi ultimi spot è: "bevanda della felicità"...
RispondiElimina:-)
La ricerca secondo me deve limitarsi a provare scientificamente il potere che può avere il cibo sulla nostra psiche e niente più. Ho paura però, come dici giustamente tu Gunther e pure Themasterofcook...che qualche furbacchione ci farà "il biscotto antistress"...
RispondiElimina...la bevanda della felicità già ce l'abbiamo già... :D
Pericoloso il comfort food! Guarda caso non ci confortiamo con una gamba di sedano o una carota cruda (che invece restano tristemente legati all'idea della dieta punitiva)
RispondiEliminaeheheheheh!
A presto!
cosa dovremmo attenderci dici? non mi sorprenderebbe se iniziassero a fare "pillole" al cioccolato, alla fragola, e chi più ne vuole più ne metta
RispondiEliminaDifficile stabilire il confine tra ciò che fa veramente bene e ciò che fa bene solo in apparenza...a me piace pensare che qualsiasi cibo possa diventare una coccola se presentato con cura dalle e alle persone giuste..
RispondiElimina:)
Concordo su tutto e come sempre trovo i tuoi articoli interessantissimi...
RispondiEliminami viene in mente una frase che diceva mia nonna, quando "sgarrava" col cibo (esempio un fritto, o un dolce particolarmente calorico): "se lo mangi volentieri, non fa male!", mentre sosteneva che se mangi controvoglia un alimento anche sano (zucchine bollite? ;-) ) non lo digerisci o ti fa male in qualche modo...
Vecchia saggezza? chissà^^