domenica 18 gennaio 2009

Stampa contro Internet al convegno su Carta Stampata e Comunicazione (Upa)

In primo luogo devo ringraziare tutti i miei lettori nel mese di Dicembre "Papille Vagabonde " è risultato dalla classifica wikio dei blog il 688° della classifica generale, ad occhio e croce se fosse stato inserito nella classifica gastronomica viaggerebbe attorno al 23esima posizione. Mi rendo conto che per molti è un risultato poco importante, invece per me è un grande risultato perchè papille non ha alcun appoggio editoriale, non ho i link ma li metterò presto, non mi sono iscritto a nessun bloggatore, non ci sono giochi, non ci sono barzellette e perchè le cose di cui scrivo non sono alla portata di tutti, so di fare un informazione particolare rivolta a un piccolo pubblico, ma non riuscirei a fare diversamente, grazie a quei 300 circa visitatori giorno che arrivano qui, mi rendo conto che non è un pubblico vasto, ma sono molto contento cosi. Mi piace pensare che arrivano per cercare informazione di qualità (e non per farsi due risate).

Tutt'altra prospettiva al convegno dell'Upa su Carta Stampata e comunicazione, un convegno sulla situazione editoriale che attraversa un momento difficile, crollo delle vendite e della vendita degli spazi pubblicitari, direttori che accusavano editori e editori che accusano direttori, e di chi è la colpa? Di Internet e il Web ovvio, è intervenuto Ferruccio de Bartoli direttore del Il Sole 24 ore, che ha dato una nuova prospettiva, sostenendo che oggi la carta stampata deve assumere un nuovo ruolo, perchè i lettori hanno più mezzi d' informazione, ed hanno a disposizione più informazioni di qualità, perchè on line ci sono blogger e giornalisti, migliori di molto professionisti della carta stampata, bisogna fornire dei contenuti, approfondimenti per essere vicino ai lettori.


Parole sagge quelle del direttore del Il sole 24 ore. Al convegno c'era Maria Luisa Trussardi rappresentante del settore moda che ha rassicurato i presenti sugli investimenti pubblicitari del settore moda. perchè parliamoci chiaro se il settore moda smettesse di acquistare le pagine di pubblicità il 60% dei giornali italiani chiuderebbe. Tra gli interventi il più originali invece quello del rappresentante della casa editrice Conde Nast, ma esausitivo, il quale ha sostenuto che d'ora in poi la casa editrice avrà prodotti editoriali che avranno un appeal che giustificherà il prezzo di copertina, un retropensiero mi sorge spontaneo, ma prima come gli facevate i giornali? Il prezzo lo mettevate a caso?


Ho letto uno studio condotto presso l'Università di Harvard sull'evoluzione del settore della comunicazione. Collaborazione, partecipazione, comunità, sono state le parole d'ordine del web nel 2008. Hanno avuto un enorme successo le reti sociali come Facebook, le piattaforme di condivisione come YouTube, microblogging come Twitter. La base della comunicazione su Internet è la condivisione delle informazioni e la partecipazione. I blog sono letti da 340 milioni di persone in tutto il mondo. Sono diventati la seconda fonte d'informazione, dopo la TV. I servizi di bookmarking sociale (come la condivisione, la raccomandazione articoli ...) come Digg e Wikio stanno riscuotendo un grande successo. L''afflusso di fotografie amatoriali del sito di foto Flickr è diventata un partner storico dell'agenzia Getty Images. Il terremoto nel Sichuan e gli attentati terroristici a Bombay sono stati riportati in diretta su Twitter. Ecco com' è il nuovo modo di fare informazione.

6 commenti:

  1. veniamo anche per farci due risate!!, scherzo, tornando sui prezzi dei giornali se ora sarà un prezzo rapportato ai contenuti, ma il prezzo del giornale lo mettevano a caso prima della crisi?

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  2. grande gunther!!!
    sempre informato in prima linea ;)

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  3. oramai le riviste sono per gli ultra 70 enni, per anni hanno fatto riviste con solo foto e pubblicità,magari non le vendesserò più, oramai anche dai parrucchieri stanno sparendo le riviste

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  4. ma uno sul giornale il giorno dopo cosa trova in più? è stata già detto molto durante il giorno. Molti settimanali è mensili sono vuoti, 60% pubblicità e 40% publiredazionali almeno in televisione c'è un tetto, con tutte le proposte che ricevo di pubbliredazionali a pagamento in azienda per il vino ci si fà un enciclopedia!!

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  5. veniviamo per farci due risate tranquillo

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  6. complimenti per il risultato eh meglio internet come canale di informazione, perche ogniuno trova l'informazione a cui è più interessato

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