venerdì 19 ottobre 2007

Pane e latte controlli a tappeto

Come qualche settimana fa, le associazioni dei consumatori e "papille vagabonde" abbiamo reso pubblico nei rincari dei generi alimentari e il ruolo svolto dalle associazioni di categoria è intervenuta la magistratura, è l'Unione Panificatori è stata formalmente indagata. Ora stanno scendendo in campo anche i politici grazie al Ministro dello Sviluppo Economico Bersani che in coordinamento con il Ministro delle Politiche Agricole, Fiamme Gialle, Nas, Agenzia delle dogane effetueranno dei controlli tutti i possibili comportamenti speculativi, il fare cartello dei produttori, accaparramento di merci per turbare il mercato e i prezzi. Protesta Confesercenti "il governo non deve dimenticare che siamo in un libero mercato" io penso neanche la Confesercenti. Come intervento politico è un pò tardivo, ma sono tante le parti sociali che ne hanno richiesto l'intervento, obiettivamente è difficile intervenire su questi meccanismi ma sarebbe stato ancora peggio non farlo.

Il presidente di Coldiretti, Sergio Marini, durante il suo intervento inaugurale della settima edizione del Forum internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione in svolgimento a Cernobbio, fornisce copia di alcuni scontrini emessi da un supermercato romano in cui si evidenzia che il costo al chilo del pane è aumentato da un euro del 29 settembre a 1,79 del primo ottobre. Per le «rosette» si passa invece da 1,20 a 1,79 euro al chilo sempre nelle stesse date. Gli scontrini che mostrano l'aumento del 79% del pane in un solo giorno.


I dati Istat sulla rivelazione dei prezzi del pane, e non solo di quelli, non riflettono lo stato attuale e «sono inattendibili» ha spiegato lo stesso Marini. «Loro parlano di un aumento del prezzo del pane del 7%- dice Marini- ma a noi risulta che l'aumento sia molto più alto, fino al 79%, e la nostra preoccupazione maggiore è che si possano moltiplicare nel tempo episodi incontrollabili».
Sotto accusa sono anche i rincari eccessivi applicati dai commercianti e dalle catene di distribuzione (37%_50%).

A seguito dei rincari dei prezzi tre/quarti degli italiani hanno cambiato le abitudini alimentari. La spesa alimentare è divenuta la seconda voce dopo l'abitazione ed assorbe il 19% della spesa mensile totale delle famiglie per un valore che è salito a 467 euro al mese destinati nell'ordine principalmente all'acquisto di carne per 106 euro, di frutta e ortaggi per 84 euro, di pane e pasta per 79 euro e di latte, uova e formaggi per 64 euro. Se complessivamente la spesa alimentare è rimasta invariata le quantitá portate a casa si sono ridotte dell'1,5% e tra gli spostamenti più significativi si registra un calo nei consumi di pane (- 7,4%), pasta di semola (-7,4%), latte fresco (-2,6%), vino (- 7,9%), carne bovina (-4,1%) mentre aumentano la carne di pollo (+ 7,5%) e le uova (+ 6,4%), secondo le elaborazioni su dati Ismea Ac Nielsen, nei primi otto mesi del 2007.

5 commenti:

  1. dall'inizio del'anno ci sono stati aumenti attorno al 10%, se le axiende si mettono daccordo non c'è mercato libero

    laura

    RispondiElimina
  2. ma non si possono fare delle leggi che limitino i ricari nei passaggi?
    andrea vizzari

    RispondiElimina
  3. beh se i prezzi aumentano così tanto e chiaro che i consumi diminuiscono, saremo tutti più magri e ne guadagneremo in salute

    Giovanna

    RispondiElimina
  4. se tutti vogliono guadagnare il 100% ogni passaggio raddoppia il valore

    RispondiElimina
  5. facciamo il pane in casa e divido la spesa di mantenimento della mucca con il contadino, che ne dite mi conviene?

    RispondiElimina

Commenti anonimi e privi d'identità saranno rimossi.
Commenti con pubblicità e link commerciali saranno cancellati.