Come ha riportato la Reuters e come ha commentato il Times di Londra, un gruppo di ricercatori dello Stanford Graduate School of Business and the California Institute of Technology, che opera nell’ambito di una nuova disciplina “neuroeconomics”, hanno scoperto su basi scientifiche, che nei confronti del vino e del suo apprezzamento, le aspettative nei vini costosi sono superiori tanto che ci si "autoconvince" di trovarsi dinnanzi a una qualità oggettivamente superiore, al di là del suo gusto, del suo sapore.
Emeriti scienziati volevo dirvi, prima di diffonderle a livello globale risultati di studi, bisognerebbe indicare come, chi, e in quale area lo avete svolto. Attenzione, prendere la microarea di Standford e la popolazione universitaria del college di Stanford come riferimento, non è corretto farne un dato assoluto. Uno stesso studio a Radda in Chianti avrebbe dato dei risultati molto diversi.
La leva del prezzo per un prodotto di qualità è importante ma non determinante e deve essere integrata con le altre leve del marketing, sono numerosi i prodotti che sono stati abbandonati e ritirati dal mercato perchè nonostante una leva di prezzo alto non soddisfacevano le aspettative di qualità.
Lo studio da per assodato che il consumatore sia sprovveduto, non è vero tutt'altro, forse negli Stati Uniti dove la cultura del vino e recente ma se da noi in Europa adotti questa leva del marketing ti ritrovi con le bottiglie spaccate in testa nella maggioranza dei casi e potresti considerarti anche fortunato che si siano fermati lì.
I ristoranti che aumentano il prezzo delle bottigilie di vino del 300%, scientificamente parlando nel praticare ricarichi elevatissimi lo fanno per fare un piacere al cliente, per rendere più indimenticabile la sua percezione dei vini pagati a caro prezzo, non per guadagnare di più come si è volgarmente portati a pensare?
Questa notizia denota una mancanza di rispetto, per tutti coloro che lavorano nel settore del vino da una vita e alla fatica che fanno per realizzare prodotti sempre di maggiore qualità con un buon rapporto qualità/prezzo, nonchè una mancanza di cultura ed educazione al gusto, livella "scientificamente" i vini per renderli tutti uguali, lo sono solo se bevi cola cola tutto i giorni e mangi patatine fritte, ti sembrerà tutto uguale.
La leva del prezzo non viene decisa dal produttore ma dal mercato, dal rapporto tra domanda e offerta. Sono però convinto che c'è una parte dei consumatori che non ha una grande cultura del bere e del vino, (che è comunque qualcosa che si acquisisce con il tempo, quindi non disperate, bisogna provare e ri-provare). Penso ai cosiddetti "nuovi ricchi" in particolare dell'Est Europa che scorrazzano in tutto il mondo spendendo senza ritegno, per farsi uno status, dove tutto è uguale e tutto è importante solo che costi molto, traggono piacere estremo dallo spendere, attenzione le ubriacature di danaro prima o poi finiscono a lasciano più di un mal di testa.
hai ragione però io vedo sempre le persone ordinare al ristorante il piatto più caro esiste anche un interpretazione diversa, chi ordina qualcosa ti costoso se non è buono non lo ammetterà mai
RispondiEliminahe si Anna penso che tu abbia ragione. non ci avevo pensato. ciao
RispondiEliminail vino fa strani effetti a chi non è abituato a berlo
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