La riforma del vino della commissione agricoltura al Parlamento Europeo, del quale avevo già parlato a Ottobre , è stata approvata; avevamo lasciato il Commissario Europeo per l’Agricoltura, Miriam Fischer-Boel, molto speranzosi.
Abbiamo atteso tutto questo tempo perché le notizie che ci arrivano, sulle votazioni non erano delle migliori. Si sa che le direttive sono dei negoziazioni fra i diversi stati membri e purtroppo su quel tavolo e rimasto solo e sconsolato il Ministro delle Politiche Agricole Paolo de Castro ma ancora più delusa il commissario europeo (sapesse noi!!).
La riforma lascia per strada il valido progetto del rilancio dei vini europei sul mercato internazionale della Miriam Fischer-Boel. La nuova Ocm cambia veramente poco, in particolare offre ancora la possibilità dell’utilizzo del saccarosio nella pratica d’arricchimento dei vini dei paesi del nord Europa, ma senza una contropartita finanziaria sufficiente a coprire i maggiori costi dei produttori dell’area mediterranea che utilizzano mosto concentrato decisamente più caro del saccarosio.
I vini da tavola non dovranno fornire indicazione geografica, ma viene data facoltà d’indicazione del vitigno e dell’annata di produzione (che sforzo!!!). In pratica si sono volute mantenere quella serie di distorsioni del mercato invece di incentivare le produzioni di qualità e nessuno ha voluto rinunciare ai fondi che Unione elargisce con molta generosità dalla distillazione al reimpianto dei vigneti.
Quello che si percepisce in generale è la rinuncia a guidare il cambiamento, lasciando al mercato la possibilità di scegliere. Credo che alla luce delle dinamiche del mercato, si sarebbe potuta studiare una tattica migliore è probabile che non sia sufficiente per fare questo una normativa comunitaria ma una Unione di Produttori europei più motivati.
non c'è stato un unione dei paesi produttori di vino
RispondiEliminaneanche possiamo sperare che unione ci risolva i nostri problemi
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