In uno studio pubblicato recentemente su Hepatology si è messo in rilievo che l'indolo, che è un composto contenuto nelle crucifere ma che si trova anche nel microbiota può ridurre l'accumulo di grasso nel fegato in particolare in tutte quelle persone assistite che soffrono di Steatoepatite non alcolica (Nash) .
La Nash o più comunemente nota come malattia del fegato grasso non alcolica, è una patologia epatica associata al sovrappeso e al diabete, caratterizzata da accumulo di grasso nel fegato e infiammazione cronica che può evolversi se non trattata in processi cicatriziali permanenti e irreversibili, Negli Usa è la seconda causa principale del trapianto del fegato.
Una patologia la cui causa è l'alimentazione moderna ricca di grassi saturi e zuccheri aggiunti, una patologia che può riguardare il 30% della popolazione nei paesi occidentali.
Per informazione completa è bene differenziare la Nash di cui stiamo parlando (Steopatite non alcolica) e la Nafled, che è la forma più comune di malattia di fegato grasso ma che diversamente delle Nash si distingue per mancanza di danno cellulare e infiammazione.
La terapia consigliata per la Nash prevede un cambiamento dell'alimentazione e dello stile di vita, un percorso terapeutico che si prospetta difficile per molti soggetti che sono restii a modificare le proprie abitudini.
Da diversi anni si cercano metodi naturali per questa patologia, più scienziati hanno voluto verificare la relazione tra indolo e l'accumulo di grasso epatico.
Su 137 dei partecipanti allo studio a coloro che avevano un indice di massa corporea più alto (BMI), sono stati osservati livelli di indolo più bassi nel loro sangue e anche un maggiore quantità di depositi di grasso nel fegato
I ricercatori cosi hanno alimentato un gruppo di cavie con una dieta ricca di grassi e poi indolo, hanno notato una significativa diminuzione della gravità della steatosi epatica e dell' infiammazione.
Sembra inoltre che l'indolo oltre a ridurre la quantità di grasso nelle cellule del fegato, agisce sulle cellule dell'intestino che in qualche modo contribuiscono a ridurre l'infiammazione.
l legame tra l'intestino e il fegato aggiunge un altro strato di complessità agli studi sulla malattia del fegato grasso non alcolico e studi futuri sono molto necessari per comprendere appieno il ruolo dell' indolo.
Una dieta personalizzata che stimoli un approccio alimentare verso una dieta equilibrata unita ad uno stile di vita che include una maggiore attività fisica, rimane il metodo più efficace per trattare le malattie con il fegato grasso come le Nash.
Sulla base di questa ricerca, si potrebbe supporre che all'interno di una dieta equilibrata e ricca di frutta e verdura con varietà di crucifere più ricche di indolo, queste possano svolgere un ruolo di prevenzione per quei soggetti a rischio di Nash e migliorare la compliance del cambiamento dello stile di vita e dell'alimentazione in cui soggetti con diagnosi di steatopatite non alcolica Nash.
Tra le crucifere più ricche d'indolo ci sono, cavolo nero, cavolo bianco, cavolo verza, cavolfiore, cavolo cappuccio, cavolini di Bruxelles, broccoli, broccoletti.
Riferimenti:
Linqiang Ma, Honggui Li, Jinbo Hu, Juan Zheng, Jing Zhou, Rachel Botchlett, Destiny Matthews, Tianshu Zeng, Lulu Chen, Xiaoqiu Xiao, Giri Athrey, David Threadgill, Qingsheng Li, Shannon Glaser, Heather Francis, Fanyin Meng, Qifu Li, Gianfranco Alpini, Chaodong Wu "Indole Alleviates Diet‐induced Hepatic Steatosis and Inflammation in a Manner Involving Myeloid Cell PFKFB3 " Hepatology 01 2020
Un post molto interessante, come sempre del resto,grazie mille!
RispondiEliminaBuona serata
Che post interessante. Incrementerò il consumo di crucifere ricche di indolo.
RispondiEliminaBuona serata
Bene un motivo in più per mangiare tanti cavoli. A me piacciono tutti i tipi di cavoli e in questo periodo ne mangio tanti.
RispondiEliminaSempre articoli molto interessanti! ti ringrazio!!! buona giornata a presto!
RispondiEliminaCome sempre post interessantissimo! Noi ne mangiamo moltissime ma non ho mai pensato a tutti gli effetti benefici per la salute, questo mi rende ancora più felice! Grazie e buon pomeriggio.
RispondiEliminaNotizie molto interessanti e un motivo in più per aumentare, ma soprattutto estendere a tutti i componenti delle crucifere, il loro uso in cucina!!!
RispondiEliminaGrazie Gunther. Noi da buoni toscani ne facciamo abbondante uso.
RispondiEliminaUn abbraccio, Barbara
Molto, molto interessante, grazie !!!!
RispondiEliminaUn post molto interessante che fa venir voglia di incrementarne l'utilizzo
RispondiEliminabuona serata
Alice