mercoledì 12 luglio 2017

Stimolare la chiusura dei blog e fare pagare l'informazione

Basta andare su facebook, su qualche pagina di un quotidiano on line per rendersi conto che è in atto una vera e propria guerra tra blogger e giornalisti, o meglio tra coloro che dovrebbero scrivere per passione e coloro che dovrebbero farlo per lavoro. Ma quale strategia si nasconde dietro?


Obiettivo chiudere i blog che danno informazione gratuita

Dopo dieci anni di vincita dei blogger che hanno raccolto i favori del pubblico e saputo intercettare una domanda d'informazione specializzata, che gli ha portati ad essere più seguiti dei quotidiani.

Ora grazie a un accordo tra google il motore di ricerca più famoso delle rete ed editori, i blogger sono stati indietreggiati nelle pagine dei motori di ricerca da primi a ultimi, perfino i giornali della parrocchia hanno la precedenza nei motori di ricerca, poi vengono i siti istituzionali, poi i magazine on line, poi vengono i siti porno e in un ultimo le piattaforme dove scrivono i blogger, un dato di fatto, tutti i blogger lamentano una perdita di lettori da google.

Lo vedo io nelle mie pagine se primo ero tra i primi dieci ora bisogna trovarmi dopo la quinta pagina di ricerca, siamo diventati opinioni.

Non si tratta di un indicizzazione tecnica, non c'è nessun algoritmo, si tratta bene inteso di un accordo economico, in cambio sembra che google potrà usufruire di contenuti editoriali dei quotidiani per le news.

Basta scrivere qualsiasi cosa che alcuni editori con le loro testate di punta compaiono sempre prima, nulla è casuale!

Obiettivo è quello di fare chiudere i blogger non dandogli più visitatori, in questo modo saranno più incentivati a lasciare perdere cosi i contenuti torneranno in mano agli editori, gli unici al quale secondo alcuni il Padre Eterno ha dato l'esclusiva.

Dal momento che i giornali sono in grave deficit, sono tutti in perdita, quale migliore strategia che ammazzare l'informazione on line libera e gratuita per favorire l'informazione pagata dalle aziende ma anche pagata dai lettori, informazione pagata due volte, perché non è casuale che tutti i quotidiani on line da qualche mese, si possono leggere solo a pagamento dal New York Times al Times.

Informazione pagata tre volte dal momento che molti editori anzi la maggior parte riceve dei fondi pubblici in sostegno, soldi che arrivano dalle tasse che tutti i cittadini pagano.


I blogger fanno marchette i giornalisti cercano la verità ?

Cito queste cose perchè altrimenti non si comprende le ultime fasi della guerra giornalisti contro blogger, culminate con articolo nello slogan ridate lavoro ai giornalisti abbandonate i blogger., ripreso poi da tutti i maggiori quotidiani con la risposta di qualche blogger e poi l'articolo i blogger sono finiti.

Non è casuale questa prima copertina del corriere contro tripadvisor che insinua pesantemente i dubbi per promuovere le pagine del corriere sulle recensioni dei ristoranti, che sono state autentiche sorprese non positive per anni. L'immagine con la forchetta che fa come il dito medio di una mano in alto dice tutto.

Quello che trovo assurdo è stata l'affermazione i blogger fanno marchette e i giornalisti cercano la verità , basta prendere qualsiasi rivista o anche le pagine dei quotidiano dove vediamo che ogni pagine è un articolo di pubblicità, perfino i premi, si danno ai giornalisti premi perché poi ne parlino e fanno pubblicità al marchio ""Sono commossa di ricevere il premio Birra Perotta ...., per avere elevato con il copia e incolla la cucina italiana nel mondo",.

Madame Pappagalla anche qualcosa meno, si tratta di un redazionale a pagamento bello e buono, la scusa del premio per fare una pagina di pubblicità alla birra senza che sembri tale. Diciamolo rispetto ai blogger i giornalisti grazie agli editori si fanno pagare meglio (svuotano meglio e più felicemente le tasche alle aziende senza fondo).




Di quale colore e forma sono le mutande dei chef?

Dal punto di vista professionale io non discuto il fatto che i giornalisti in teoria avrebbero la possibilità di fare maggior approfondimento tecnico, il tempo otto ore di lavoro al giorno, l'accessibilità alle fonti delle notizie, la sicurezza economica ma proprio oggi capito nella pagina del maggiore quotidiano italiano dove nella sezione cucina, cosa trovo?  

Dove vanno in vacanza i chef ? Che numero di scarpe portano i top chef? Quale colore di mutande portano i chef? Scusatemi ma io del colore e della forma delle mutande di Cracco & C non sono per nulla interessato!

Saranno fatti anche loro, diciamo che se questo è un argomento d'approfondimento giornalistico non oso pensare cosa sia il resto. Siamo proprio sicuri sicuri che il primo mestiere di chi fa queste domande sia il giornalista? 

Oriana Fallaci quando ha intervistato Gheddafi, non li ha mica chiesto di che colore portava le mutande!

Se cazzeggio deve essere a questo punto seguo sui social Belen, sarà perchè sono anche un uomo ma come dire di mutande è più pertinente, oppure Rocco Siffredi per le donne, immagino, per dire! (ho sbagliato esempio forse sono più famosi per quando stanno senza)



Ci vuole un minimo di rispetto nei confronti di chi legge

Secondo la mia modesta opinione per essere un giornalista tecnico di qualsiasi argomento ci vuole un'esperienza del settore, non è sufficiente fare un corso di giornalismo od una laurea in lettere, come non basta fare la giornalista di cucina perchè la nonna era una brava cuoca.

Prendiamo il settore tecnico delle automobili non basta avere un nonno che aveva la patente per scrivere d'automobili ci vuole una competenza tecnica con più esperienze del settore, che certo non puoi avere a vent'anni.

Gli editori per risparmiare a queste persone di affidano a giornalisti che millantano esperienza tecnica come la mia amica racconti di fucina della pappagalla quella con la faccia a pagnotella rifatta, che dopo avere scritto (fatto copia e incolla) 4 libri di cucina , avere venduto per sue tante ricette on line, mi scrive a 46 anni finalmente ho fatto la mia prima besciamella.
È come se per assurdo Antinori dopo avere venduto milioni di bottiglie di vino, dicesse a 46 anni ha fatto la mia prima vendemmia d'uva, capite il livello di chi si vanta professionalità giornalistica qual'è ? 

Si tratta solo di un problema economico in realtà, quando la torta è grande c'è spazio per tutti ma quando la torta si restringe e non c'è spazio per tutti, iniziano gli insulti e le calunnie.

Non c'è guerra di professionalità, non c'è guerra di contenuti, no anzi una guerra c'è ma a chi è più stupido, a chi ha più falsi follower, a chi ha più false ricette, a chi ha più la faccia rifatta.

Ragazzi anche che no grazie

Ci sono tanti siti internet e blogger che io conosco e frequento che per contenuti. ricerca, cultura, informazione, fotografia sono di qualità di molto superiore alle pagine di cucina e gastronomia di molta stampa, mentre ci sono delle pagine di cucina e gastronomia sui quotidiani e riviste decisamente inqualificabili frutto di copia e incolla generalizzato da riviste inglesi e americane.

Se nella vita volete mettervi in mostra, fatelo per la vostra intelligenza non per la vostra stupidità,  per la vostra personalità per la vostra originalità, indipendentemente se siete giornalisti o blogger.

Io continuo sul blog anche perchè se dal motore di ricerca google gli arrivi sono diminuiti sono aumentati anzi triplicati da altri motori di ricerca.

Fare pagare l'informazione solo se questa vale o meglio se è ricca d'analisi e d'approfondimenti, il livello della stampa oggi è molto basso.

I grandi editori e quotidiani devono rendersi conto che non sono i soli e detenere l'esclusiva dei contenuti, on line c'è molto di gran qualità.

Il loro obiettivo di fare utili, grazie ai finanziamenti pubblici a sostegno dell'editoria, il pagamento di pubblicità sia per la pubblicità classica pubblicità sotto forma di redazionale, più il pagamento del lettore per accedere alle pagine online è eccessivo.

Un conto il New York Times o il britannico The Times  dove le notizie e i contenuti si creano, un conto i molti quotidiani europei dove le notizie si copiano e incollano.


13 commenti:

  1. Sai che sono letteralmente allibita? Davvero google si è prestata a questo giochino sporco? Non ci posso credere. Che ci sia un attacco di massa contro i blogger è assodato e devo dirti che ho sentito tanti lamentarsi per il calo delle visite. Per me il blog è una valvola di sfogo e anche se continuano ad attaccare la categoria, io me ne frego e vado per la mia strada. La guerra la lascio a chi ha grandi numeri e ci vive con il proprio blog. Io vivo lo stesso ...

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  2. Quanto mai attuale e interessante il tuo post, trovo conferme a tanti miei dubbi e supposizioni!!!
    Anch'io, nel mio piccolo, non mollo.....
    Grazie e continua così, baci

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  3. Sapevo della diatriba ma non del fatto di Google. Che tristezza, anche una cosa che era nata con l'idea di dare libertà agli utenti del web e non essere più dominati da MS è arrivata a vendersi per due news.
    Io credo che comunque il web non si possa "plasmare" così a piacimento, come dici tu se non arrivano accessi da google ne arrivano di più da altre parti. E credo anche che ultimamente i lettori si siano anche un po' svegliati e si rendano più conto di cosa è fatto bene e cosa no. Personalmente non ho alcuno scopo monetario-lavorativo-remunerativo legato al blog, la mia soddisfazione più grande è condividere le ricette con altri, avere commenti e suggerimenti, e magari sentire che qualcuno le ha provate e gli sono piaciute. Quindi il problema devo dire non mi tocca più di tanto però rimane certo un brutto segno.

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  4. Io penso che si dovrebbe lasciare libero il lettore di scegliere, ci sono molti blogger, spinti semplicemente dalla passione e dall'entusiasmo e non di certo dai guadagni, molto più professionali e attenti ai dettagli di molti giornalisti e per questo motivo spesso molto più seguiti. Se google attuerà questa politica dubito che gli utenti apprezzeranno.
    Marina

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  5. Io sono l'ultima arrivata (il mio blog non ha ancora 2 anni) ma certo non mollo..non ho mai percepito alcun compenso, ma la cucina è la mia passione e intendo coltivarla senza calcoli o condizionamenti..ho conosciuto tante blogger simpatiche e gentili e mi piace imparare e sperimentare. I giochetti di cui parli sono ignobili, ma noi andiamo avanti e...il resto arriverà, un caro saluto!

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  6. Ecco, ora ho capito il perchè del calo delle visite...
    L'informazione vera, bisogna saperla cercare e riconoscete, non è sempre facile. Chi è più sveglio, diciamo così, se ne accorge. Tanti invece credono che l'informazione siano le cavolate che leggono su fb, divulgate e scritte da non si sa bene chi... e che poi condividono quotidianamente.
    L'informazione la scelgo e i libri li compero se scritti da gente che ha esperienza o competenze come dici tu non quelli di qualche personaggio diventato famoso per chissà quale capacità o per le mutande che porta, però quando la gente vuole apparenza e superficialità cosa si può fare! Io spero che la gente si svegli ecco, in generale, e sviluppi una capacità critica che ormai è indispensabile se vogliamo tutelarci...da tutto: informazione, alimentazione, politica... Bisogna fare fatica per cercare la verità :)
    Grazie Gunther, meno male che ci sei tu che sveli arcani a noi incomprensibili :) ;)

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  7. Sempre molto chiaro, mio caro. Non sapevo di wuesto accordo e non voglio neanche sforzarmi di farmi un'opinione in merito 😯😯

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  8. La cattiva qualità c'è da entrambe le parti, nel mondo blogger e nel mondo del presunto giornalismo...e comunque i ruoli non sono contrastanti ma si dovrebbero completare. Sicuramente ai giornalisti di mediocre o insistente qualità la presenza e credito di tanti blogger in questo mondo dà fastidio. Ovvio. Ci sono 'giornalisti' che vanno agli eventi e si sfondano di cibo senza ritegno, non fanno alcuna foto e poi producono un articolo che è un copia e incolla del comunicato che viene loro fornito...insomma ce ne sarebbe da discutere all'infinito. Diciamo che alza la voce e si agita chi ha più da perdere con l'arrivo di blogger competenti ed appassionati. Sicuramente non i giornalisti, quelli 'veri'. ;)

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  9. In un mondo dove la ricompensa per il lavoro tende al ribasso e tutti cercano di sfruttare il lavoro altrui a basso costo se non gratis, se uno si mette a lavorare in proprio senza nessuna ricompensa se non soddisfazione personale, fa paura. Dalla serie "vietato lavorare gratis per se stessi!"

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  10. continuerò a fare la blogger finchè mi piacerà farlo, senza condizionamenti e lontano da invidie che non mi toccano,buon fine settimana Günther

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  11. Sempre peggio!!!
    Ogni tanto sono costretta ad assentarmi, ma anch'io non mollo il mio angolino goloso :) creato solo per raccogliere ricette ed incontrare tante amiche con la stessa passione...
    Sempre preziose le tue informazioni, grazie di cuore!

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  12. Sono tra le più vecchie food blogger e certo che non mollo!!!! Lo faccio con tanta passione e non ho nulla in cambio a livello economico, ma in compenso ho stretto tante amicizie virtuali e non solo....

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  13. Trovo tutto così assurdo, tutto si riduce sempre aun problema di potere/interessi/soldi, ma sai che ti dico? Affogassero, io vado avanti con il mio blog, perchè lo amo, è il mio hobby e la mia passione, non ci guadagno e non voglio trasformarlo in una professione, per cui finchè mi va qui sto e qui resto!
    buona serata
    Alice

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