Palma G, Cava dei Tirreni : Ho visto che hai fatto molti post sulla malattia l'Alzheimer, mi sembri un esperto, desideravo sapere quali sono i fattori a rischio?
Grazie della domanda ma non sono un'esperto e nemmeno uno specialista per la cura dell'Alzheimer, ho solo fatto parte di un gruppo di lavoro presso Università e l'Ospedale di Lione per la riabilitazione nutrizionale dei malati diversi anni fa.
Ricordo che l'eziologia del morbo d'Alzheimer non è nota, pertanto tutte le ipotesi rimangono aperte inclusi i fattori a rischio, per chi non ne fosse a conoscenza la malattia di Alzheimer è la forma più comune di demenza senile osservata nella popolazione generale, è definibile come un processo degenerativo che pregiudica progressivamente le cellule cerebrali, rendendo a poco a poco l'individuo che ne è affetto incapace di una vita normale.
Sono più di 46 milioni le persone in tutto il mondo soffrono di demenza, il Rapporto Mondiale Alzheimer, pubblicato da Alzheimer Disease International e King College di Londra, il numero di persone affette da demenza è aumentato rapidamente dal 35 milioni stimati nel 2009 ai 46,8 milioni del 2015, i ricercatori indicano che il numero potrebbe ragionevolmente raddoppiare nei prossimi 20 anni.
Il rapporto ha anche osservato che il 58% di tutte le persone affette da demenza risiedono nei paesi in via di sviluppo, ma nel 2050 si prevede un aumento nei paesi a basso reddito, dove i servizi sono limitati e i servizi sanitari sono impreparati a gestire queste patologie.
Alcune settimane fa è stato pubblicato su Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry uno studio osservazionale, che ha individuato una serie di fattori di rischio per la malattia d'Alzheimer, però sono fattori che possono determinare solo una generica predisposizione allo sviluppo della malattia, leggermente superiore a quella manifestata da soggetti che non presentano questi fattori.
Vorrei solo ricordare alcuni fattori che lo studio non cita, il primo fattore a rischio in realtà è l'eta, dopo i 65-70 anni in genere, il secondo fattore a rischio è il sesso, una malattia che colpisce più le donne degli uomini.
Bisogna ricordare i fattori genetici, non è casuale il fatto che si è trovata una familiarità in più casi, non da ultimo anche fattori ambientali come l'esposizione ad alcune sostanze tossiche (alluminio, idrocarburi aromatici), che secondo alcuni ricercatori potrebbero incidere sullo sviluppo della malattia, anche se non c'è consenso unanime su quest'ultimo fattore.
Si è parlato spesso anche di rischio cardiovascolare perchè sovente coloro che sviluppano Alzheimer hanno patologie legate al rischio cardio vascolare, anche su questo fattore di rischio non c'è unanime consenso medico scientifico.
Sono più di 46 milioni le persone in tutto il mondo soffrono di demenza, il Rapporto Mondiale Alzheimer, pubblicato da Alzheimer Disease International e King College di Londra, il numero di persone affette da demenza è aumentato rapidamente dal 35 milioni stimati nel 2009 ai 46,8 milioni del 2015, i ricercatori indicano che il numero potrebbe ragionevolmente raddoppiare nei prossimi 20 anni.
Il rapporto ha anche osservato che il 58% di tutte le persone affette da demenza risiedono nei paesi in via di sviluppo, ma nel 2050 si prevede un aumento nei paesi a basso reddito, dove i servizi sono limitati e i servizi sanitari sono impreparati a gestire queste patologie.
Alcune settimane fa è stato pubblicato su Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry uno studio osservazionale, che ha individuato una serie di fattori di rischio per la malattia d'Alzheimer, però sono fattori che possono determinare solo una generica predisposizione allo sviluppo della malattia, leggermente superiore a quella manifestata da soggetti che non presentano questi fattori.
Vorrei solo ricordare alcuni fattori che lo studio non cita, il primo fattore a rischio in realtà è l'eta, dopo i 65-70 anni in genere, il secondo fattore a rischio è il sesso, una malattia che colpisce più le donne degli uomini.
Bisogna ricordare i fattori genetici, non è casuale il fatto che si è trovata una familiarità in più casi, non da ultimo anche fattori ambientali come l'esposizione ad alcune sostanze tossiche (alluminio, idrocarburi aromatici), che secondo alcuni ricercatori potrebbero incidere sullo sviluppo della malattia, anche se non c'è consenso unanime su quest'ultimo fattore.
Si è parlato spesso anche di rischio cardiovascolare perchè sovente coloro che sviluppano Alzheimer hanno patologie legate al rischio cardio vascolare, anche su questo fattore di rischio non c'è unanime consenso medico scientifico.
La ricerca pubblicata invece è una revisione sistemica, una meta analisi su più di 300 studi che tenta, più di valutare l'associazione tra morbo d'Alzheimer e possibili fattori di rischio modificabili.
I fattori a rischio modificabili secondo questa analisi sono:
L'Obesità
Il restringimento della carotide
Basso livello d'istruzione
Depressione
Livelli di pressione sanguigna alta
Abitudine al fumo
Alti livelli di omocisteina (un aminoacido) nel sangue
Diabete di tipo 2
Fragilità sia fisica che psicologica
Sono tutti fattori dal mio punto di vista qualcuno interessante come gli alti livelli d'omocisteina, che potrebbero essere un indice di uno stile di vita poco corretto con abuso d'alcol, fumo, stile di vita sedentario, poco movimento fisico, alimentazione con poca frutta e verdura, ma qualcun altro molto meno come l'Obesità, oramai il fattore Obesità lo mettono in tutte le patologie dall'alluce valgo alla cefalea, bisogna dire che nuovi studi hanno individuato possibili cause genetiche legate all'obesità per più del 40 % della popolazione, un fattore a rischio molto difficile da gestire, un fattore a rischio divenuto oramai globale visto alto tasso d'obesità dei paesi sia europei, americani che asiatici.
Basso livello d'istruzione per la mia esperienza non è proprio cosi conosco ex ingegneri e ex avvocati con questa patologia, oramai andiamo incontro a nuove generazioni molto scolarizzate un dato forse importante in passato ma non nel futuro, cresce il livello d'istruzione ma cresce anche il numero di persone con questa patologia, un fattore che nei paesi occidentali potrebbe essere rivisto .
Personalmente prenderei questi dati osservazionali dei fattori di rischio con molta cautela, sono tutti fattori che possono essere molto generici e comuni a più patologie e a un grande numero di soggetti dopo i 65 anni.
Per chi vuole sapere qualcosa in più sull'Alzheimer, consiglio i post che hanno come tag Alzheimer
Post correlati: Alzheimer e Alimentazione (è del 2011 ma ancora attuale)
Post correlati: Alzheimer e Alimentazione (è del 2011 ma ancora attuale)
Riferimenti:
Wei Xu, Lan Tan, Hui-Fu Wang, Teng Jiang, Meng-Shan Tan, Lin Tan, Qing-Fei Zhao, Jie-Qiong Li, Jun Wang, Jin-Tai Yu "Meta-analysis of modifiable risk factors for Alzheimer's disease" J Neurol Neurosurg Psychiatry doi:10.1136/jnnp-2015-310548
non credevo esistessero veri e propri fattori di rischio, ma il morbo di Alzheimer è davvero devastante, soprattutto per chi deve prendersene cura.... :-(
RispondiEliminaPurtroppo è una malattia che conosco molto bene; in famiglia ho un cognato (marito di mia sorella) e una suocera morta ormai da due anni, affetti da questa malattia. Ho studiato molto il comportamento e posso dire di sapere, per entrambi, cosa può aver contribuito alla malattia. Devo dire una causa comune: la depressione, data da un cambiamento improvviso nella loro vita. Entrambi erano rimasti senza il lavoro che hanno molto amato ... per cause diverse ma da qui è partita la malattia. Per quanto riguarda la suocera, è stata degenerativa e senza ritorno. Per quanto riguarda il cognato (si è ammalato venti anni dopo della suocera) una cura sperimentale, pare aver bloccato la malattia allo stadio iniziale. Scusa la pappardella ma spero possa essere un contributo al tuo articolo, come sempre, così esaustivo e puntuale. Perciò è mia convinzione che non bisogna far riposare il cervello. Bisogna essere curiosi e interessarsi a mille cose. Studiare, aver sete di sapere .... ecco, forse questo è uno dei segreti per non ammalarsi, non so. Che ne dici Gunther? Sei daccordo con la mia teoria?
RispondiEliminasi sono assolutamente d'accordo bisogna tenere il cervello allenato.
EliminaC'è una componente molto forte psicologica di cui poco di indaga,
Grazie della tua testimonianza è molto importante,
Oggi le terapie mirano a rallentare il processo degenerativo, oggi è una malattia che nella maggioranza dei casi si può rallentare.
Grazie Terry
E' la patologia che mi spaventa di più. Perdere la dignità di se stessi e far vivere un inferno a chi ti sta vicino.
RispondiEliminaGià..è una brutta malattia questa.. :-(
RispondiEliminaCiao,buona serata a presto
credo sia la malattia più invalidante per se stessi e per gli altri ce spesso non sono aiutati dalle istituzioni, si fa ancora poco a sostegno delle famiglie che hanno in casa un malato
RispondiEliminavero, famiglie lasciate sole in tutti i sensi, a volte basterebbe poco per aiutare le famiglie che si devono occupare delle persone con dei problemi di salute, ma anche quel poco non si fa
EliminaDi solito faccio la sciocca e scherzo, ora parlo seriamente:sono certa di essere già intervenuta in altri tuoi post dedicati all'argomento, prima di arrivare a leggere la tua considerazione sul punto del livello d'istruzione mi sono domandata: "che c'entra?" .. ovvero: se vuol essere un monito verso chi, poco istruito, debba per forza di cose essere poco attento ai cambiamenti, ai sintomi, alla propria persona in generale,mi pare una cosa assurda. Ritengo assolutamente sia caratteriale, mia madre 75 anni ahimè (e lo dico urlando proprio!) io temo sia su quella strada. Mio nonno è stato malato di Alzheimer per molti anni ed è stato devastante, io riconosco in lei sintomi e segnali (ad esempio sempre più spesso usa la frase: non mi ricordo di fatti recenti) oppure cammina trascinando i piedi o, ancora, è diventata (ancor) più cattiva. Io non credo di potercela fare....non ho più autonomia, Mio nonno di base era dolcissimo, lei..no. e non vuole assolutamente andare dal medico, rifiuta la vecchiaia.
RispondiEliminaIo credo anche che la testimonianza di Terry, e di chiunque sia per noi blogger, uno strumento di auto aiuto importantissimo. I protocolli scientifici da una parte, dall'altra noi, (bella la foto della finestra.vuoi dare un barlume di luce, di speranza Gunther?) scusa il solito poema..
sul livello d'istruzione anche io personalmente sono scettico, si la finestra aveva questo significato, cerca di portarla da un medico, sai a volte è facile confondere una leggera dimenticanza con una patologia, almeno fare due esami, le diagnosi d'alzheimer non sono facili ma consentono di potere meglio gestire poi gli effetti negativi, chiedi che vuoi andare dal medico tu e che non te la senti d'andare da sola ..
EliminaSeguire le persone con demenza richiede veramente un grande sforzo fisico e psicologico ed anche economico.
Purtroppo ne so qualcosa, per anni mi sono presa cura di mia suocera ed è stato il periodo più difficile della mia vita e della vita famigliare. Aiuti dalle istituzioni nessuno e questo aumenta le difficoltà di una situazione di per sé drammatica. Il mio terrore è quello di finire così, mi leggerò per bene gli altri tuoi articoli sull'argomento. Grazie Gunther!
RispondiEliminaSempre molto interessanti i tuoi posts e me li leggo sempre con piacere e curiosità. Sapevo dei legami dell'omocisteina con altre patologie, per problemi famigliari, ma non sapevo dei legami probabili con l'Alzheimer. Buona domenica!
RispondiElimina