lunedì 15 giugno 2015

La melanzana dalla tracciabilità on line, la tracciabilità 2.0


Come cambiano le cose in Agricoltura? I piccoli cambiamenti si possono percepire anche tra le bancarelle al mercato, mi trovavo a Milano al mercato di Largo V Alpini e girando tra le bancarelle, ho visto questa melanzana con tracciabilità on line, cosi ho deciso di saperne un po' di più.

Si tratta di un azienda di Pachino in Sicilia, la Latino Doc srl , che produce oltre a melanzane anche pomodoro Ciliegino, Pomodoro Costoluto, Pomodoro Camone, Pomodoro Marinda, Pomodoro Datterino, Meloni, Angurie, Zucchine, Fagiolini. Cosi l'azienda offre la possibilità ai consumatori di avere delle informazioni che finora erano riservate solo agli addetti ai lavori, basta uno smartphone o un pc che si può accedere a tutta una serie d'informazioni sul prodotto e sulla sua origine.

Di tracciabilità e rintracciabilità se ne era parlato molto gli anni scorsi, è in sintesi un sistema che garantisce la provenienza del prodotto e nel caso di un problema è facile risalire alla fonte del problema come i casi di listeriosi nei formaggi o botulino nelle conserve.


Tracciabilità e rintracciabilità

Sono due concetti importanti e complementari in grado di fornire quelle garanzie che oggi i consumatori si aspettano. La rintracciabilità cogente del 1 gennaio 2005 obbligatoria per ogni operatore della filiera alimentare regolamento Ce n.178 del 28 gennaio 2002.
Rintracciabilità di filiera o rintracciabilità è invece su base volontaria principale riferimento è la norma UNI 10939

Sono due aspetti complementari per tracciabilità si intende il processo che segue il prodotto da monte  a valle della filiera cioè insieme d’informazioni sull’origine delle materie prime utilizzate, sul luogo di produzione, sulle tecniche di produzione seguite, per rintracciabilità si intende quella serie d’informazioni che vanno a ritroso da valle a monte della filiera produttiva.

Per diverso tempo è stato un sistema conosciuto solo per addetti ai lavori, sempre di più anche alcuni prodotti industriali forniscono informazioni tramite un collegamento on line per l'utente finale il consumatore. 

Nel campo agricolo è un piccolo cambiamento, precedentemente è stato adoperato dalle aziende vitivinicole dove attraverso un codice ti facevano vedere la vigna da dove proveniva l'uva, ora anche per i prodotti agricoli che troviamo la mercato, si possono vedere chi sono i produttori, la loro foto, come producono il prodotto, come consumarlo al meglio fino a potere esprimere anche un giudizio.


Rintraccibilità o km zero? 

Questo nasce anche per fornire una risposta da parte delle aziende agricole al trend dell'agricoltura locale, del mercato del contadino, la concorrenza esiste anche in agricoltura, cioè di quella tendenza di consumo che spinge a preferire gli alimenti prodotti solo a un distanza limitata, i cosiddetti prodotti agricoli a km zero.

Una filosofia di consumo a me molto gradita ma non sempre pratica perchè non si produce tutto dappertutto, magari in Italia questo concetto è più facile, se penso al mio paese dovrei mangiare solo burro, formaggio e cioccolato.

Per amore del cielo è corretto spingere verso consumi locali a km zero ma nello stesso tempo nemmeno demonizzare altri prodotti che arrivano da altre regioni, non tutto quello che si produce fuori dalla mia regione è prodotto male, le denominazioni tipiche come la ciliegia di Vignola, il radicchio rosso di Treviso, la fragola della Val Martello, hanno il proprio valore anche per la zona dove sono coltivati e prodotti che conferiscono unicità al prodotto.

Questo l'aspetto è importante, non è una rivoluzione ma è un fattore di cambiamento di mentalità, da parte di chi produce, l'orgoglio d'essere produttori, si questo l'ho prodotto io, le informazioni su come lo si produce, il luogo di produzione, un fattore che può essere di forte stimolo per l'agricoltura, dal prodotto omologato tutto uguale senza alcuna garanzia al prodotto invece riconoscibile e informato.


Tutta questa trasparenza è sinonimo di garanzia per il consumatore? 

In generale si, se è vera trasparenza, ma non ha lo stesso impatto per tutti i prodotti, sui prodotti agricoli sicuramente ha un impatto maggiore, perchè frutta e verdura si consumano tutti i giorni, lo stesso per quei prodotti che arrivano da una lavorazione artigianale come il culatello.

Ho visto un impatto negativo in progetti in cui la trasparenza veniva urlata più che comunicata, il caso del brodo star, come lo fai tu un po' più grande, poco credibile e anche il progetto guarda tu stesso di Barilla per i sughi pronti , molto poco convincente, oppure quel famoso marchio di gelati di cui non ricordo il nome, che diceva il gelato alla fragola lo faccio solo con le mie fragole della provincia di Cuneo e tutti a chiedersi ma quanto è grande la provincia di Cuneo, che produce fragole fresche tutto l'anno? 

Per comunicare la trasparenza c'è bisogno di coerenza, non è solo un atto creativo di comunicazione necessita di basi che siano immediatamente e facilmente verificabili da parte dei consumatori, nel mondo d'oggi dove la privacy non esiste più, tutto può essere verificato facilmente.

Fino ad adesso per merito delle nuove tecnologie a riuscirci sono state più le piccole medie aziende che le grandi, perché le grandi aziende hanno trattato la trasparenza delle informazioni sul prodotto con la modalità dell'urlo da supersconto, questo non ha dato credibilità alle azioni.

Ben vengano trasparenza, tracciabilità e rintracciabilità sia tramite in codice che in 2.0 ma che sia reale, un mezzo che serve per ridurre la "distanza" tra chi produce e chi consuma. 



10 commenti:

  1. Essendo di origini contadine, per abitudine cerco di prendere prodotti coltivati in zona, ma non disdegno anche cose non della zona. Ed ovviamente avere informazioni corrette su questi prodotti è sicuramente una cosa utile e importante.

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  2. Sono fortunatissima, in questo periodo ho frutta e verdura in grandi quantità. Apprezzo però lo sforzo delle piccole e medie aziende che realmente cercano di avvicinare il consumatore facendo conoscere il più possibile i loro prodotti.
    Un abbraccio Gunther!

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  3. Post interessante ed era ora che ci venissero date maggiori informazioni su ciò che mangiamo sperando sempre nella lealtà di chi ce le fornisce. Spesso acquisto frutta e verdura in un mercatino per prodotti a km o per la loro genuinità, ma i costi non mi sembrano a km o.
    buona serata

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    1. grazie Rosalba d'avere parlato anche del prezzo che non è un argomento optional, in realtà a km zero dovrebbero costare meno perchè c'è meno costo del trasporto e invece costano molto di più

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  4. Comprare a Km 0 o no, il prezzo mica è più basso, allora conviene comprare quello che conviene di più, importante che sia roba buona, salutare !

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    1. vedo che questa del prezzo, ha interessato più lettori, vedrò di scriverci qualcosa, più di uno a messo in rilievo che i prodotti a km zero costano di più

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  5. Sì, condivido con Andreea... non sempre il km zero è il più basso! Sono andata per comprare delle ciliegie dal produttore: 10euro al kg mi ha chiesto, roba da matti!

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    1. non ho affrontato la questione del prezzo nel post ma i dieci euro al kg sono veramente basito

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  6. Ciao Gunther, sempre interessanti i tuoi post. In merito alla tracciabilità a me piacerebbe sapere, per esempio quando compro la farina o certi legumi secchi da dove arriva ciò che sto acquistando, mentre di solito trovo solo 'confezionato a' e questo anche quando gli acquisti li faccio in negozi bio. Si, anche per la mia esperienza i prodotti a km zero costano di più degli altri. Io acquisto frutta e verdura nel negozietto (davvero minuscolo) di un'azienda agricola della collina torinese e i prezzi sono piuttosto elevati, anche se sulla qualità non c'è niente da dire. Grazie e ciao!

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    1. grazie Antonella anche del tuo intervento molto interessante che conferma il fatto che i prodotti a km zero sono cari

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