Nella mia esperienza professionale mi sono occupato di produzione di carne e produzione di formaggio una solo volta, quando sono andato a lavorare in Trentino e sono stato responsabile di un gruppo di aziende che faceva filiera, dal mangiare per gli animali, all’allevamento al taglio era tutto in una stessa valle, in uno stesso gruppo in Val Sugana. Per essere un buon responsabile di marketing e comunicazione bisogna conoscere tutti gli aspetti dell’azienda così dal contadino all’allevatore al macellaio ho passato tre anni interamente con loro.
Che cosa ho imparato? Molto, soprattutto sulla qualità della carne, cosa vuole dire? Dal punto di vista dell'alimentazione umana, avere delle proteine di elevata qualità e quali sono gli elementi che incidono sulla qualità?. La razza, il tipo di allevamento, la macellazione.
Oggi le razze sono super selezionate quindi non ci sono problemi come le Simmental o le Bluebell. La scelta dell’allevamento invece è importante perché la qualità della carne bovina la si può riconosce ad occhio nudo, dal grasso presente insieme alla carne: in un taglio di prima qualità il grasso è bianco-rosato, e si intravede anche tra le fibre muscolari, a cui dona un aspetto quasi come marmorizzato. Secondo le norme della Comunità Europea la carne ha una classificazione a lettere alfabetiche S, E, U, R, O, P, la lettera S rappresenta la migliore la lettera P rappresenta la peggiore qualità distinte da masse muscolari poco sviluppate. In un taglio di cattiva qualità, la carne è compatta e scura, quasi priva di grasso, quando c’è è di color bianco-giallastro e cotto ha un sapore cattivo. Questa classificazione non è visibile ai consumatori ma solo agli addetti ai lavori.
I livelli di qualità della carne sono raggiunti solo da allevamente estensivi dove l’animale si può muovere liberamente o in uno spazio ben determinato, allevamenti intensivi producono carne di bassa qualità, dove l’animale sta fermo, c'è poca luce, c'è poca aria, non si può muovere perché deve ingrassare ma la sua carne sarà di bassa qualità. (i bovini non è un animale come il canguro che corre ma è stanziale si muove poco ma quel poco che gli serve). La logica è che se un animale ha sufficiente spazio aria, igiene, l’animale sta bene e avrà carne di prima qualità. Un allevamento intensivo costa più di un allevamento estensivo, non è un problema di costi ma in un ambiente chiuso l'animale diventa più grande più velocemente, ma non dà carne di qualità.
Tutto questo lavoro e impegno sulla qualità ha dato all’azienda i suoi frutti perché i consumatori hanno apprezzato questo tipo di carne, che comunque costava esattamente uguale alla produzione intensiva, anzi spesso i consumatore preferiva la carne di bassa qualità perchè la riteneva più magra.La carne che oggi arriva al consumo rispetto ad alcuni anni fa ha un contenuto molto più basso in lipidi, una composizione più equilibrata in acidi grassi ed un ridotto contenuto in colesterolo.
Questa è l'etichetta che in genere si presenta al consumatore mancano le informazioni sull'animale, sull'allevamento e sulla macellazione e frollatura, che sono inserite nel codice di rintracciabilità non disponibile ai consumatori. Ci sono invece dove è nato, dove è stato allevato, il numero di appovazione del macello e il numero di appovazione del laboratorio cioè dove sono state sezionate le diverse parti. Un indice negativo è quando ci sono 4 luoghi diversi come per esempio nato in Olanda, allevato in Polonia, macellato in Germania, tagliato in Francia, nessuna carne di qualità "gira" cosi tanto. Bisogna preferire le 4 I, nato in Italia, allevato in Italia, mecellato in Italia, tagliato in Italia. Oppure carne bio certificata. Dal mio punto di vista mancano le note più interessati per il consumatore, quelle attuali anche se meglio di niente non aiutano a scegliere a distinguere la qualità se non a occhio nudo.
Oggi la maggior parte delle carni arriva dall'estero, Polonia, Ungheria, Olanda, Francia, Sudamerica, è difficile avere un controllo, costa meno rispetto a quella prodotta in Italia, ma al consumatore ha lo stesso costo. Importazione non risolve il problema dell'ambiente. In Italia si ritiene che lo spazio lasciato alle mucche per pascolare sia spazio rubato alla produzione industriale(!). Il problema è che se teniamo conto delle statistiche entro il 2050, se continuiamo così e la popolazione aumenta dai 229 milioni di tonnellate di carne c'è una domanda di 465 milioni di tonnellate di carne, dal punto di vista ambientale un costo e un impatto insostenibile. Io credo che tra i 5 kg di carne annua che mangia un Indiano a 123 kg di carne annua che mangia un Americano si può trovare una via di mezzo.
Per cui un invito a delle scelte più responsabili a una dieta meno ricca di carne ma più ricca e varia di verdure, frutta e cereali. 60 milioni di italiani che mangiano carne tutti i giorni gli allevamenti non ce la fanno, fortuntamente solo il 40% degli italiani mangia carne tutti i giorni. Che è comunque nutrizionalmente errato la dieta deve essere varia. Quindi solo se la domanda scende anche l'offerta cala. Qualcosa però stà cambiando. Un italiano su dieci si dichiara vegetariano, a Gent in Belgio il 13 maggio hanno fatto la giornata della dieta vegetariana, tutti vegetariani per un giorno e hanno presentato il primo lenticchie burghers a Lione, Praga, Milano il 16 Maggio 2009 il primo Veggie Pride. Sono dei segni, da qualche parte bisogna pure iniziare per cambiare abitudini alimentari.
che postone, w il lenticchie burgher e meno carne
RispondiEliminatempo fa in una trasmissione andata in onda su MTV si parlava proprio di questo problema... mi ha fatto riflettere anche se io vegetariana non sono, alcune carni le evito proprio( agnello, vitello, selvaggina in genere, coniglio, anche se non le disprezzo, ma è uan mia questione di "principio"...) cmq non ne consumo molta. E' bene che se ne parli!!
RispondiEliminaBuona giornata
come sepre i tuoi post sono preziosi...Anche io è un po' veramente che mangio molta meno carne... però non sapevo .. o perlomeno non mi ero fermata ,mai a pensare a quanti "giri" possa fare la carne da macellazione... ! be adesso sarò rigida... solo "I,I,I,I".
RispondiEliminaGrazie
Ho una figlia vegetariana e animalista che ogni tanto mi fa vedere degli atroci documentari sugli allevamenti intensivi,comunque anch'io e il resto della famiglia mangiamo pochissima carne, condivido con te l'idea che il consumo di carne eccessivo non giovi ne a noi ne al pianeta.
RispondiEliminaHo notato molto spesso che il bestiame prima di arrivare sulle nostre tavole fa (ahimè)il giro d'Europa!
Domenica ero schifata, allibita e terrorizzata per le bestialità contro natura che l'uomo è in grado di operare(a danno di se stesso, tra l'altro).Io non mangio carne da un anno e mezzo e non ne sento più il bisogno.Se dovessi riprendere a mangiarla mi orenterei sul bio, oramai è l'unica via per salvarsi se non conosci l'allevatore!
RispondiEliminaGrazie ancora Gunther, per la preziosa informazione che dai!
Un abbraccio
Quando hai annunciato questo post non vedevo l'ora di leggerti... abbiamo visto report anche noi domenica (un modo per cominciare la settimana con ottimismo!!): noi carne ne mangiamo già poca, e già sapevo quanto non fa bene alla nostra salute e al pianeta l'eccesso di consumo di questo alimento, la trasmissione di domenica, e questo tuo post, mi hanno dato la conferma di quello che già pensavo.
RispondiEliminaSiamo da tempo in lista d'attesa per entrare in uno dei tre G.A.S. della nostra città per cercare, quelle poche volte che la consumiamo, almeno di mangiarne di sana...
impressionanti le mammelle ipergonfie delle povere vacche da latte... atroce!
Ciao Gunther!
RispondiEliminaNon ho visto la puntata di Report perchè già dalla scorsa anteprima, nel vedere come torcevano il collo a quelle povere bestie, mi veniva male!
Io mangio pochissima carne, diciamo che sono quasi vegetariana.
E sinceramente non mi manca!!
Buon fine settimana!
sempre interessantissimi i tuoi post, che non scolli gli occhi fino all'ultima riga!
RispondiEliminaanche io ho visto la puntata di report, e condivido!
vegetariana no, però, e tantomeno vegana, forse perchè consumo "di mio" molta poca carne, e praticamente tutta bio, e di "filiera corta"....(poco ma buono, no? ;))
dovremmo però conoscere tutti bene il consumo di suolo che comporta l'allevamento di un animale (e di acqua), e mangiare (secondo me tutto) con grande consapevolezza!
grazie, come sempre, delle preziose indicazioni...