A seguito di una flessione di una domanda interna ed europea, i prodotti italiani sono in cerca di nuovi mercati, L'ICE l'istituto di promozione dei prodotti italiani, ogni anno propone agli imprenditori delle "vetrine" di nuovi mercati potenziali. Io credo che ogni imprenditore deve valutare con molta attenzione paese per paese, prendiamo per esempio l'India, dove anche Vinitaly organizza un evento di presentazione per le aziende italiane è vero che la popolazione è composta da 1.100.000.000 abitanti e che le stime economiche lo danno come un paese in crescita, ma da un punto di vista alimentare è un paese estremamente ricco, con una grande tradizione culinaria, con una cucina molto raffinata, diversa dalla nostra in termini di gusto e palabilità, non dobbiamo presentarci come i migliori produttori alimentari del mondo.
Si deve anche tenere presente la religione, un 25% è musulmano, 65% induista, cristiani, buddhisti, sikl, giainisti e le varie declinazioni, a cui per ogni casta di ogniuna id questa, corriponde un tipo diverso di alimentazione. India non è la Cina, è un paese che difende la propria cultura e tradizione, anche quella alimentare, molte di queste religioni impongono una dieta vegetariana, in cui l'alcool viene bandito, in alcuni stati come il Rajastan qualsiasi tipo di alcool è assolutamente vietato.
Esiste invece un mercato interessante e di qualità che coinvolge alberghi e ristoranti, frequentati per lo più da stranieri, dove sono già presenti etichette italiane, ma sopratutto australiane, nuova zelanda, e Sudamerica. questo non toglie che potrebbe esserci a breve una piccola comunita di indiani che vorrano acquisire il piacere del vino proveniente dall'Italia. Al momento il consumo dle vino procapite è basso molto basso, e il prodotto italiano risulta molto caro, ma interessante è l'opportunità con il tempo e le adeguate modalità comunicare la qualità del vino, in particolar modo del vino italiano e le possibilità d'abbinamento con la cucina indiana, un lavoro tutto da costruire, con molta attenzione e sopratutto difficilmente da esiti immediati. Al momento il vino non fa parte della cultura alimentare indiana.
Abbiamo tuttavia già presenti diverse aziende italiane in India anche agroalimentari con l'avvio di nuovi progetti sperimentali, ne cito solo uno perchè altri stanno per essere implementati, ci sono alcune aziende che hanno impiantato alberi di ulivo, con risultati sorprendendi, quindi si prospettano delle occasioni business to business o di partnership interessanti.
un discorso a parte merita il Brasile, che sarà l'argomento del prossimo post
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