Barbara M, Pescara: Mia figlia non vuole il formaggio, rifiuta qualsiasi tipo di formaggio, ha un consiglio?
Le scelte di gusto sono personali, il senso del gusto è un percorso educativo e sociale insieme, che parte dal grembo materno, prosegue nell'allattamento, nel divezzamento, nella scuola e nella vita.
Il senso del gusto può arricchirsi nel corso del tempo con la scoperta di più culture, si impara ad apprezzare nuovi sapori.
L'avversione al formaggio è una delle più note, se l'odio o l'avversione al pesce riguarda il 2,5% della popolazione, quella al formaggio il 6%, un dato molto più alto.
Il disgusto è un emozione fondamentale caratterizzata da un'espressione facciale molto evidente di fastidio.
Nel disgusto verso il formaggio ci sono delle motivazioni di tipo etico legato allo sfruttamento degli animali per esempio da parte della comunità vegana.
Ci possono essere delle motivazioni legate alla salute dovute all'intolleranza del lattosio e l'allergia alle proteine del latte.
In genere le persone tendono inconsciamente a rifiutare alimenti che notano associati a certa forma di malessere personale come mal di testa, meteorismo, diarrea, solo in un secondo tempo e sovente in età adulta scoprono un intolleranza o una vera e propria allergia.
Non è raro che chi scopre un intolleranza o un allergia, scopre d'avere in casa un altra persona con lo stesso problema, tanto che si è pensato a un problema d'origine genetica ma non è stato ancora provato.
Esiste poi una forma di fobia nel confronto del formaggio, specie nei bambini che hanno un olfatto sensibile, per loro il formaggio emana un odore poco gradevole che non stimola il senso dell'appetito.
C'è poi un livello esperienziale ed educativo, in genere il bambino imita i genitori nelle scelte alimentari se in casa per diversi ragioni non si consuma formaggio, può non avvertirne il desiderio e sviluppare anche un avversione senza un motivo preciso, non ritiene parte del suo ambito.
C'è poi un livello più personale legato alla sfera emotiva, si collega un determinato alimento con un evento negativo della propria vita, un'associazione personale spesso irrazionale ma determinante per la scelte alimentari, che porta alcune persone a trasformarsi in una vera e propria fobia che condiziona la quotidianità.
Tuttavia ricordo di una ricerca pubblicata su Frontiers in Human Neuroscinces lo scorso anno che fornisce una spiegazione diversa dell'avversione al formaggio che riguarda il nostro cervello, sembra che l'avversione al formaggio sia in qualche modo collegata alla nostra mente.
Per studiare cosa succede nel cervello, hanno fatto un test a coloro che amavano o detestavano il formaggio con una risonanza magnetica mentre affrontavano l'immagine e l'odore di più formaggi e d'altri alimenti.
Le persone che non amano il formaggio, il profumo e la vista dell'alimento non stimolano una regione del cervello chiamata Ventrum Palladium (VP) che si attiva quando si ha fame. Nello stesso tempo però altre aree del cervello che in genere sono coinvolte nel meccanismo della ricompensa sono più attive rispetto perfino a coloro che gradivano il formaggio.
Questo sta semplicemente ad indicare che l'immagine e l'odore del formaggio, non genera a tutti le stesse emozioni, ci sono alcune persone che non avvertono la sensazione di fame guardando il formaggio, mentre il circuito della ricompensa si attiva in modo molto anomalo nei soggetti che non amano il formaggio per la sensazione del disgusto.
Non si può parlare di disgusto innato più facile parlare d'associazione emotiva negativa, spesso si sente le persone raccontare d'essere stati obbligati a finire la porzione di formaggio da bambini o associare il formaggio a un periodo di malattia.
In qualsiasi caso le motivazioni più forti legate al disgusto sono legate alla cultura di provenienza degli individui e possono riguardare stili e abitudini alimentari specifiche.
Il consiglio è quello di fronte ai bambini di non insistere, perchè magari ha già mangiato molto e il formaggio presentato a fine pasto non è cosi interessante, magari il bambino sente il bisogno d'altri gruppi d'alimenti per diversificare il proprio gusto come carne e pesce.
Si può riproporlo in un momento diverso o anche in una diversa forma come le polpette, in un sformato, in un gratin di verdure, dei gnocchi o anche magari associarlo con un alimento a lui più gradito.
Importante è comprendere se è in un fase transitoria oppure più seria e di conseguenza imparare a introdurre i stessi nutrienti delle porzioni di formaggio da altre fonti.
In genere però non è mai un avversione al 100% alcuni gradiscono lo yogurt, altri gradiscono solo i formaggi freschi come la ricotta, le mozzarelle e la burrata
Nel caso di vera e propria avversione è bene recarsi dal Pediatra, che potrà inviare ad un allergologo oppure indicare come sostituire gli alimenti per una normale crescita del bambino.
Nel caso di vera e propria avversione è bene recarsi dal Pediatra, che potrà inviare ad un allergologo oppure indicare come sostituire gli alimenti per una normale crescita del bambino.
Per gli adulti nei casi più problematici possono rivolgersi a uno specialista di Scienze dell'alimentazione che potrà fornire i consigli di come sostituire il formaggio a tavola. Oggi grazie alla diffusione della dieta vegana e della dieta lactosio free ci sono delle alternative molto interessanti direttamente al supermercato.
A casa mia non ho problemi con il formaggio, ma bensì con il pesce, che non tutti i ragazzi lo amano, se non il tonno in scatola, ma di una buona qualità e menomale che non hanno tanti altri rifiuti. Hai sempre dei post interessanti !
RispondiEliminail problema per mia figlia non sono i formaggi ma le verdure...un'impresa fargliele mangiare. Grazie per il post interessante!!
RispondiEliminaBuongiorno! articolo molto interessante! io ne so qualcosa perchè ho il compagno che non tocca nè formaggi nè pesce che verdura! son messa bene ;-)
RispondiEliminaIo ho mio marito che ha un vero e proprio disgusto per i formaggi. Se anche un pezzo di formaggio è vicino a una cosa che a lui piace, di conseguenza non la mangia.
RispondiEliminaIo invece adoro i formaggi: più sono stagionati e più mi piacciono. Per un periodo li compravo freschi e li stagionavo in casa. Curandoli alla vecchia maniera con olio e aceto. Ma viste le molte lamentele del consorte ho dovuto abbandonare.
Magari avessi un avversione per il formaggio! Invece lo adoro e non mi stancherei mai di mangiarlo ... Visto che alla mia età è bene non esagerare con i grassi. Ma vuoi mettere una bella fetta di taleggio o di gorgonzola?
RispondiEliminaarticolo come sempre interessante; io amo il formaggio, in ogni sua forma...ma mi crea allergia, un'orticaria fortissima, alle mani soprattutto. per cui ho eliminato il latte e sto già meglio...ma alcune volte la tentazione è troppo forte...
RispondiEliminaIo ai formaggi non potrei proprio rinunciare, e fortunatamente che non ho intolleranze. MI piacciono tutti da quelli freschi a quelli erborinati e stagionati.... una bontà!
RispondiEliminaA casa nostra il formaggio non manca mai, anzi abbiamo un favoloso banco al mercato che ci propone sempre assaggi nuovi!!!
RispondiEliminaPersonalmente mi piacciono tutti, soprattutto gorgonzola e pecorino ma anche tutti i freschi e ora con l'arrivo del fresco gli stagionati con la polenta.....penso di aver ben reso l'idea.
Il mio piccolino, che mangia pochissimo, non ne vuol sapere di formaggi freschi,solo qualche pezzetto di grana o latteria. Ma da quello che dici, se l'esempio e la cultura sono importanti, non resta che aspettare!!!
Come sempre un post molto interessante!!!
ho sempre adorato i formaggi in genere ma adesso che seguo una dieta che me li limita ho notato che non mi mancano affatto, pensavo che li avrei desiderati ma riesco a farne quasi a meno, tutto sommato va bene così e il mio colesterolo ringrazia....Buon we Günther
RispondiEliminaio ne sono affascinata da matti. Dopo il pane credo sia il prodotto artigianale che più mi affascina e che vorrei poter fare con le mie mani :-)
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