Gloria G., Macerata : È vero che una dieta vegetariana, può fermare la progressione
delle malattie cardiovascolari?
In questi giorni molti quotidiani hanno dato spazio a uno
studio pubblicato su Journal of Family Practice , firmato da Caldwell B
Esselstyn, un medico vegetariano molto noto nelle cronache per avere seguito
con esito positivo i problemi cardiovascolari dell' ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton.
Iniziamo con dire che lo studio riguarda l’insufficienza coronarica,
nella maggior parte dei casi si tratta di coronaropatie acquisite, che ha
inizio con la formazione di placche nelle arterie, che ostacolando
il flusso di sangue.
Le coronaropatie acquisite rappresentano la principale causa
di morte nei paesi occidentali, nonché uno dei principali problemi di salute
secondo OMS, una patologia che interessa più gli uomini delle donne in rapporto
2:1.
È noto che l’indurimento della arterie è un fattore
relazionato con l’età, tuttavia ci sono dei fattori predisponenti come una
storia precedente familiare di scompenso cardiaco ma anche dei fattori di
rischio di primo livello come le dislipidemie, un aumento del colesterolo
totale e LDL, un aumento dei trigliceridi, una diminuzione nei livelli di HDL,
ipertensione arteriosa sistemica, diabete mellito, sindrome metabolica, fumo,
obesità, ipertensione, stress.
La malattia coronarica cresce nel corso degli anni ma è silente, i
sintomi sono avvertiti solo quando la situazione è grave e pericolosa per la
vita, tra i sintomi più comuni c’è l’affaticamento durante un
normale esercizio fisico, o una normale corsa sulle scale.
I sintomi variano da persona a persona e possono verificarsi
sia a riposo che in movimento: disagio o dolore al petto, difficoltà di
respirazione, estrema fatica durante l'esercizio fisico, gonfiore dei piedi,
dolore alla spalla o al braccio, ma attenzione perché un attacco cardiaco può
verificarsi anche senza la presenza di pre sintomi.
Lo stile di vita si rivela molto importante, questo include anche le scelte alimentari, la dieta ma più
che altro alimentazione si rivela determinante nelle coronopatie acquisite sia
nella insorgenza della malattia che nella terapia.
È noto che la dieta occidentale, ricchi di zuccheri e grassi favorisce
le cosiddette lesioni endoteliali, che costituiscono la basi delle malattie
coronariche.
Pertanto è logico pensare che una modifica di netto del
comportamento alimentare può essere utile per rallentare e/o fermare la
progressione della malattia, anche io personalmete preferirei parlare di
modifica di stile di vita.
Gli autori dello studio avevano fatto qualche anno fa un
primo studio su soli 17 persone assistite, dimostrando che la modifica dello
stile alimentare era determinante. Ora i stessi autori si ripropongono con uno
studio su 198 pazienti con diagnosi di malattia coronarica con fattori di
rischio come l'ipertensione e il diabete.
La dieta comprende esclusivamente
cereali integrali, legumi, frutta e
verdura. I partecipanti sono invitati a prendere un multivitaminico più un
supplemento di vitamina B12 e semi di lino come fonte supplementare di omega-3.
Questa più che essere una dieta vegetariana è una dieta che esclude sia la carne che il pesce, in pratica tutti gli alimenti d'origine animali tranne le uova e il miele. Nessuna indicazione sull’attività fisica, tutti i pazienti
hanno con la dieta anche la terapia per medico per il rischio cardiovascolare.
Il monitoraggio delle persone assitite 198 è durato quasi 3,7 anni, dei 177 persone assistite che hanno accettato
la dieta vegetariana,(89%) di questi i 112 pazienti che soffrivano di angina
pectoris, 102 ha visto un miglioramento o la risoluzione dei loro sintomi.
L'inversione di malattia coronarica è stata osservata in 39 pazienti. Infine,
27 pazienti sono stati in grado di evitare angioplastica o bypass inizialmente
raccomandato.
Dei 21 pazienti, che non hanno cambiato dieta, 13 hanno
subito un evento cardiovascolare importante come bypass, trapianti, ictus
ischemico, morte improvvisa.
Gli autori spiegano le ragioni che hanno condotto al
risultato finale, perché una dieta priva di carne, non espone le persone
assistite alla lecitina e carnitina e quindi non producono nella loro flora
intestinale, un composto di ossido di trimetilammina aterogenica o TMAO che recentemente
è stato implicato in diversi studi sul rischio cardiovascolare .
Quello che personalmente mi sento di dire e che le diete stardandizzate non mi piacciono,
perché le diete devono essere personalizzate in base alle condizioni fisiche
della persona assistita. Ogni persona e diversa da un'altra e regimi alimentari
come quello vegetariano quasi vegano proposto nello studio può essere molto difficile da
seguire (senza latte, senza carne, senza pesce) specie per chi arriva da una dieta ricca di grassi e zuccheri.
Quello che oggi è importante è fare in modo che le persone
assistite seguano le indicazioni fornite, regimi alimentari troppo rigidi
rischiano di sfinire emotivamente e psicologicamente le persone assistite che
devono essere motivate verso il cambiamento e con la possibilità di arrivarci
graduatamente
Credo che sia importante valutare anche più alternative,
come una dieta vegetariana meno rigida o per esempio la
dieta mediterranea, o la sue varianti come per esempio la c
ucina greca o cretese, ha dato ottimi risultati nella prevenzione
di infarto miocardio, probabilmente è più facile da seguire, e permette una
maggiore varietà,
un alternativa che non mi sento d’escludere .
Dieta mediterranea per le malattie cardiovascolari perché
- Fibre vegetali solubili e insolubili presenti dentro la
frutta e i legumi che limitano l’assorbimento dei grassi saturi e dei zuccheri
ad elevato indice glicemico
- Antiossidanti (vitamina C, E, polifenoli) fitosteroli,
olio d’oliva (vit E, polifenoli)
-
Folati, Vitamina B9, presenti in frutta e verdura,
permettono di lottare contro
iperomocisteinemia
- Acidi grassi Omega 3, dal pesce in particolare il pesce
azzurro di cui è ricco il mare mediteraneo, per il beneficio sulla lesioni endotetiali e il tasso di trigliceridi.
- Apporto energetico della dieta mediterranea che
limita lo sviluppo del grasso viscerale.
Quello che però è importante è che le persone a rischio
malattie cardiovascolari modifichino la loro alimentazione, verso una dieta più sana e più equilibrata, graduatamente se lo vorrano e se lo ritengono opportuno parlando con il proprio medico potranno anche seguire una dieta vegetariana, tuttavia insieme a questo dovranno anche praticare
una maggiore
attività fisica come
camminare, ogni giorno un po’ di più, piccoli gesti che se
praticati tutti i giorni aiutano molto.
Sintesi : L’alimentazione è lo stile di vita è al centro della
prevenzione e della terapia delle malattie cardiovascolari. L’alimentazione di
tipo industriale degli ultimi dieci anni ha favorito lo sviluppo delle malattie
cardiovascolari nei paesi occidentali.
Solo la presa di coscienza singola e
individuale, quella collettiva secondo il mio punto di vista non interessa più a nessuno,
può
aiutare attraverso scelte ragionate a tutelare la propria salute.
Caldwell B Esselstyn Jr, Gina Gendy, Jonathan Doyle, Mladen Golubic, Michael F. Roizen. A way to reverse CAD?
Il Journal of Family Practice, luglio 2014, Vol. 63, No. 7, pp 356-364.
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