giovedì 30 novembre 2017

Il futuro sarà per l'agricoltura biologica? Cos'è l'agricoltura ragionevole?

Andrea C, Varese : il futuro sarà per l'agricoltura biologica o l'agricoltura intensiva? 
Carla M, Pesaro : Cos'è l'agricoltura ragionevole?

Nel 2050 secondo le previsione demografiche la popolazione mondiale sarà di circa dieci miliardi, come nutrirle?

Una domanda molto difficile  credo che sono pochi coloro che possono fornire una risposta chiara ed autorevole, in quanto sono ancora molte le variabili che possono modificare l'andamento del settore dell'agricoltura  e del settore alimentare nei prossimi anni.

Tra le variabili più importati c'è il meteo, l'agricoltura è direttamente collegata con l'andamento del tempo atmosferico che negli ultimi anni è stato molto "anomalo" incidendo non poco sulla resa dei raccolti dei cereali, di frutta e verdura che sono alla base dell'alimentazione umana.

La seconda variabile non meno importante riguarda le superfici coltivabili, in molti paesi si riducono a causa dell'avanzare del deserto o dello sfruttamento dei suoli, la penuria di aree coltivabili ha aperto una corsa all'acquisto di superfici coltivabili da parte dei paesi ricchi come il Giappone che dipende dall'offerta estera per soddisfare i consumi alimentari.


Il mercato bio un mercato d'élite

Il 90% del mercato del biologico interessa i cittadini dei paesi ricchi del Nord America e dell'Europa che desiderano alimenti sani, buoni, prodotti in modo più naturale possibile.

Secondo i dati del 2014 nel mondo sono 43,7 milioni d'ettari coltivati con il metodo biologico e rappresentano nel totale delle superfici agricole coltivate solo 1%.

La domanda del bio crescerà ancora nei prossimi anni perchè attualmente nonostante si parli molto d'agricoltura biologica la produzione è ancora marginale.

In Italia nel Rapporto Sinab 2017, è uno dei paesi più virtuosi, l'agricoltura biologica incide per il 14, 5% sul totale del suolo coltivabile con due punti in percentuale in più rispetto al 2015, un agricoltura  in crescita.

C'è una concentrazione di aree coltivate a biologico, il 46% sono rappresentate da 3 regioni: Sicilia, Calabria e Puglia, il Sud Italia supera nei dati il Nord e il Centro sia per aree coltivate che per numero d'aziende e operatori.


Quello che però sappiamo è che il biologico difficilmente riuscirà a nutrire il mondo in quanto le aree coltivabili non possono soddisfare solo col il metodo biologico di bassa resa la domanda generale d'alimentazione.

Hanno calcolato che per soddisfare l'esigenza di una singola persona si necessita di 63,4 are di terra agricola coltivata a biologico, l'Italia come altri paesi non potrà essere autosufficiente con l'agricoltura biologica vista la totalità delle terre coltivabili che ammonta a 15 milioni d'ettari.

Da diversi anni l'Italia è in deficit di suolo agricolo ed è costretta a importare prodotti agricoli dall'estero sia per il consumo che per la trasformazione.

Se è teoricamente autosufficiente per verdura, frutta e ortaggi non lo è per legumi, cereali, patate, zucchero, carne.

Nonostante l'agricoltura biologica ha mosso i primi passi anni '60, si tratta ancora di un'agricoltura giovane, dove è ancora possibile intervenire con progressi tecnici e agronomi al fine d'aumentare la produzione.

Si stanno sperimentando con successo pratiche biologiche per la lotta agli insetti che distruggono i raccolti, come per esempio le coccinelle per sradicare gli afidi che infestano i campi coltivati a cereali come il grano.

Si stanno sempre di più diffondendo con successo la pratica di lotta integrata nella frutta attraverso la produzione di ferormoni di sintesi  per creare della confusione sessuale per gli infetti che infestano i meleti e i castagneti.

Tutta questa nuova sperimentazione con successo mi induce a pensare positivo per l'agricoltura biologica del futuro anche se non sarà in grado di soddisfare tutta la domanda mondiale.



L'agricoltura ragionevole

Si sente sempre parlare più spesso d'agricoltura ragionevole o meglio d'agricoltura per la conservazione dei suoli.

Ricordo ancora gli anni '80 con un libro dell'Onu "il futuro di noi tutti" dove le problematiche per una agricoltura ragionevole erano già state affrontate ma che hanno avuto poco seguito o per lo meno un seguito molto limitato a distanza di 37 anni.

Il suolo costituisce la base della produzione del cibo, si tratta di una risorsa naturale di grande valore, ma sottovalutata, l'estensione naturale dei suoli produttivi è limitata e si trova a dover affrontare le pressioni crescenti di tutte le attività umane, non riguarda solo la richiesta d'aumento delle attività agricole per soddisfare la domanda di cibo, ma altre attività come l'urbanizzazione, l'energia e lo sfruttamento dei suoli per le materie prime.

Il rispetto dei suoli e loro conservabilità per il futuro dovrebbe essere un programma di tutti i paesi, l'attuale tasso di degrado del suolo del 30% può mettere in pericolo la capacità delle generazioni future di soddisfare i bisogni più essenziali.

Per sostenere un agricoltura ragionevole c'è bisogna di una politica sensibile a queste problematiche che crei programmi volti a promuovere normative rigorose e controlli efficaci al fine di limitare l’accumulo di contaminanti oltre le soglie prestabilite per la salute umana.

(L'esempio del glifosato che è stato rinnovato l'uso da parte dell'Unione Europea per altri cinque anni, sicuramente non va in questa direzione)

Noi ci auguriamo un futuro in cui aumenteranno le superficie dei terreni gestiti con pratiche sostenibili è un augurio che deve trasformarsi in certezza.


Il mio sentimento positivo nasce d'alcuni segnali che mi sono arrivati negli ultimi anni:

- Ritorno all'agricoltura dei giovani, con nuove idee, una sensibilità più green per la produzione di ortaggi, cereali, frutta e verdura ma anche stile di vita.
- Aumento delle superficie agricoltura biologica e sostenibile.
- Riduzione del cibo sprecato
- Recupero delle superfici piatte dei tetti per l'agricoltura e contemporaneamente rimanere le case più fresche.
- Riduzione delle proteine animali nell'alimentazione (diminuzione nell'atmosfera di gas dovuta alla flatulenza dei bovini)
- Aumento del numero dei vegetariani
- Affollamento dei mercati contadini, nel vedere tante persone disposte a spendere di più per avere un prodotto più sano.

Questi segnali chiaramente non bastano ma indicano una direzione, deve poi la politica implementare interventi e leggi volte al rispetto dei suoli e alla conservabilità per il futuro, in questa direzione non vedo segnali oltre che tante parole.

Non ho mai visto un partito politico che nei programmi di governo inserisca questi temi come priorità.


Sintesi:

L'agricoltura biologica per quanto se ne parli molto riguarda solo 1% delle superfici coltivate nel mondo. Ogni anno nei paesi occidentali aumenta la superficie dedicata all'agricoltura biologica, credo che con l'introduzione di nuove innovazioni il biologico potrà aumentare la sua produzione e crescere d'importanza, si parlerà sempre di più di bio similarietà e di prodotti bio controllati.

Nuove consapevolezze crescono nel mondo sul rispetto del suolo e della sua conservabilità per il futuro. C'è un maggiore stimolo alla gestione delle risorse del pianeta che dovrà essere unito a un programma di controllo demografico (in particolare alcuni paesi d' Africa e d'Asia).

La ragionevolezza purtroppo non è insita naturalmente nelle persone e ancora meno nella politica e nelle organizzazioni, tuttavia siamo ancora in tempo per potere fare delle scelte ed essere noi i driver del cambiamento invece che subirlo per causa di forza maggiore.

Come consumatori cosa possiamo fare? Cercare di fare delle scelte di qualità per quanto il nostro reddito ce lo permette, l'alimentazione negli ultimi anni si distingue per disuguaglianza sociale, inutile negare che il biologico è caro, anche se ci sono diverse cooperative che portano il biologico fino a casa, annullando il costo in più dei canali distributivi.

Nutrirsi in modo sano quando porti a casa mille euro al mese e sei single con un figlio o due da mantenere magari in una grande città, non è impossibile ma certo è molto difficile.

19 commenti:

  1. Sai che questo é un argomento molto triste per me? Non tiesco a ragionarci su 😯 L'unica cosa che ritengo positiva é il fatto che non credo proprio che la popolazione aumenterá tanto come si prevede. Nascono davvero pochi bambini e, una volta che gli anziani di oggi non ci saranno più, me compresa, spero si ristabilirá un certo equilibrio demografico 😊

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    1. Grande Giulia si da noi si è cosi la popolazione diminuisce nascono sempre meno bambini

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  2. Non voglio fare polemica per carità ma.. siamo poi così sicuri che il sud batte il nord a bio? mi spiego: per avere certificazioni bio occorre tutto un iter che non è proprio una passeggiatina di salute, chi e dove rilasciano il nulla hosta? seconda domanda: ovvio che al sud ci siano molte più coltivazioni rispetto al nord, questo fattore è stato tenuto conto in percentuale in ettari coltivati o no? mah Gunther... io agricoltura ragionevole non l'ho mai sentito come termine mi fa ridere... anche li c'è un magna-magna.. ricordo già 30 anni fa, il papà di un'amica di famiglia che aveva coltivazioni di arance in calabria, beh ... buttava via tonnellate di arance perchè gli conveniva di più che venderle e l'Italia che faceva? le importava. terreno che scotta anche questo. Io so che di biologico c'era il mio orto; se non altro riesco a riconoscere abbastanza gli ortaggi quando non lo sono, è sufficiente guardare il calibro (sono tutti uguali? non sono bio) l'odore (non profumano o puzzano - dipende da che ortaggio si tratta) difficile sia bio, sarà pieno d'acqua e lavato con qualche solvente, non ha imperfezioni? e così via. Paradossalmente la frutta e verdura da eataly ad esempio anche se è stata portata dal contadino di fronte è cara come il fuoco, idem alla biobottega, rimane il mercato dei coltivatori diretti e fare un'analisi olfattiva e visiva di cui sopra. Scusa se mi sono dilungata. Baci

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    1. Hai fatto benissimo, io ho pubblicato le statistiche fatte della Sinab per il Ministero delle politiche agricole, i controlli devono essere fatti, anche io ho avuto perplessità ma come dire non ho elementi per dire il contrario,
      Posso dire che quando per esempio vengo a Milano trovo del bio dalla Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Alto adige, ma come dire il mio potrebbe essere solo un'esperienza personale.

      Costa caro il bio in alcuni posti come dire non sembra tanto bio visto le dimensioni.

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    2. ma infatti io mi riferivo a chi ha scritto quella statistica mica a te :-) per me tu puoi scrivere che la terra è piatta e ti darei ragione :-))) smack smack

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  3. sono a dieta e spendo di più di quando non lo ero, sembra un controsenso eppure i prodotti adatti alla dieta devono essere di un certo tipo e la quantità incide poco, pane e mortadella fa male dicono ma un kg di zucchine bio costa molto di più...Vuoi mettere la soddisfazione di addentare un panino,sob.....

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    1. Si è un problema anche di budget, costa caro stare a dieta ahimè si

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    2. posso inserirmi e dire una cosa a Chiara? infatti se ci fai caso nei quartieri degradati la gente è obesa non magra... famiglie con tot figli tutti sovrappeso, dagli had discount vedi uscire la gente con carrelli pieni di pasta e schifezze varie, c'è da riflettere. Baci

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  4. ciao Günther, hai detto bene...finchè la Bayer acquista la Monsanto, controllando la produzione alimentare dalla vendita di semi sterili al glifosate(ancora in giro nonostante la certificata pericolosità) per farli crescere senza problemi, ai medicinali per curarci le schifezze che inevitabilmente crea questo circolo vizioso, siamo proprio messi male!
    Da noi, felice Alto Adige, si stanno ripetendo atti vandalici a coltivatori bio - leggi avvelenamento notturno con glifosato di interi meleti e taglio alla base delle piante...) che rabbia/tristezza!
    C'è da dire però che la grande distribuzione ha spalancato le porte al bio! ottimi prodotti a prezzi pochissimo più cari di quelli standard si trovano ormai in ogni buon super, almeno da noi! Acquistiamo meno ma meglio. Un saluto biologico, il cat

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    1. Ciao non ero a conoscenza degli atti vandalici in Alto adige sul bio, ci mancavano anche i dementi con gli atti vandalici sui terreni bio! Ma rientra nell'osteggiamento degli agricoltori bio che non ha senso, grazie dell'intervento

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  5. Purtroppo penso proprio che si andrà verso l'agricoltura intensiva, fatta di concimi e trattamenti chimici e depauperamento dei terreni, il tutto per soddisfare l'ingente domanda di mercato che tra l'altro ha esigenze particolari: tutto bello, tutto uguale e perfetto. Se si vuole puntare al biologico allora meglio farselo da se l'orto. I miei cavolfiori quest'anno sono piccoli e con cimette poco serrate ma almeno sono naturali e senza sostanze aggiunte per favorirne la crescita.

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    1. si il proprio orto è la salvezza li comprendi la differenza tra un prodotto naturale e uno non naturale

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  6. Anche a me hanno stupito questi dati. Io sono fortunata a vivere in un territorio definito "l'orto biologico del Trentino". Spero tanto che si continui con questa strada. Grazie Gunther per la splendida analisi. Buona serata!

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    1. Se non erro è la val di Gresta, che io conosco molto bene ho insegnato all'istituto agrario di San Michele all'Adige

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  7. Sempre interessante leggere le tue riflessioni. Buona domenica

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  8. Un discorso interessante, che condivido nella sua totalità. Anche se io credo che andare a comprare direttamente dal contadino (almeno nel mio caso) non ha un costo maggiore ma anzi, minore. Perchè dal contadino prendo anche solo UNA carota, per dire. Mentre al supermercato (da noi i fruttivendoli non esistono più) è difficile comprare una carota alla volta. Quindi dal contadino compri solo quello che ti serve, senza sprechi. Altro vantaggio è che comprando direttamente alla fonte, se non consumi subito i prodotti, li puoi tenere più giorni, senza sorprese di marciume o altro. Sono sempre più freschi, perchè raccolti pochi giorni prima. Certo non puoi comprare l'anguria a dicembre ma non comprerei mai comunque al supermercato! Per quanto riguarda il discorso del bio, credo ci marcino sopra in tanti, spacciando per biologico, ciò che in reltà non lo è. Sarò malfidente io? Mah

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    1. Bisogna essere malfidenti ogni giorno terry, grazie del commento

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  9. Vero, riuscire a mangiare sano richiede impegno. L'orto purtroppo non tutti possono coltivarlo. E il biologico non è sempre facile da reperire, otre al fatto che non tutto il biologico è uguale. Per esempio, al supermercato è sempre pieno di imballaggi, di cartone e plastica, cosa che detesto. Andare dal contadino è bellissimo, anche io lo faccio, ma quando ho poco tempo mi devo accontentare del fruttivendolo che non vende il biologico purtroppo. Cerco di comperare roba che viene dalle nostre zone, ma insomma diciamo che se volessimo mangiare sano e biologico tutti i giorni non è alla portata di tutti, per tempo o soldi. Dovrebbe essere più accessibile, su questo siamo tutti d'accordo, ma le dinamiche le conosciamo bene purtroppo. Grazie Gunther. A presto

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