martedì 3 ottobre 2017

Dalla sala parto inizia la mancanza di fiducia nei professionisti della salute

Nel giro di pochi anni si sta perdendo il rapporto di fiducia che era la base del rapporto Medico e Paziente.

Ci sono due notizie che vale la pena di commentare anche se provengono da fonti diverse e distanti, sono l'indice di un nuovo contesto che è venuto a crearsi. 

In Italia secondo uno studio dell'Osservatorio per la violenza Ostetrica, una mamma su cinque si è sentita insultata o maltrattata durante il parto dal personale sanitario mentre in Europa un sondaggio della Zavamed sostiene che il 75% degli intervistati ha dichiarato l'essere stato oggetto di un comportamento disdicevole o di un giudizio pesante da parte del personale sanitario.


L'esperienza spiacevole con un medico o con una struttura sanitaria è tra i maggiori ricorsi ai tribunali da parte dei pazienti.

Tanto che la Ministro Lorenzin, da autentica paladina della difesa dei diritti dei malati ha pensato bene con un decreto legge poi divenuto legge 24 /2017 di rivoluzionare la responsabilità degli operatori sanitari nelle cause intentate da pazienti. 

In casi d'imperizia non saranno più sottoposti a giudizio penale ma solo civile e ha trasformato i risarcimenti in semplici indennizzi, tutti i medici contenti le associazioni dei malati molto meno.

Se già era difficile portare un Medico o una struttura sanitaria dopo un errore in tribunale ora sarà quasi impossibile, ma qualora anche fosse possibile saranno solo dei spiacevoli malintesi, la stessa Magistratura avrà più difficoltà a intervenire mancando il risvolto penale.


C'è in Italia un' Osservatorio per la violenza Ostetrica, se esiste un' Osservatorio vuole dire che il problema riguarda un numero di persone piuttosto discreto, non si può parlare di caso isolato.

Su cinque milioni di donne italiane intervistate un milione ha dichiarato d'avere subito insulti e maltrattamenti durante il parto, sono numeri non da poco.

Quello che è stato peggio è stata la risposta su un post di Facebook di una persona che si è qualificata come mamma ma che sospetto sia del personale della sala parto che ha giudicato le donne che hanno risposto al test delle persone poco educate ( non le ha definite proprio così ma è meglio distribuire tazze di camomilla). 

Quello che emerge è un conflitto tra personale sanitario e pazienti, non si tratta di un problema di comunicazione come si cerca di giustificare il dato ma proprio di livello d'intervento che deve essere ripensato non dai protocolli o dalle linee guida sanitarie è l'atteggiamento e l'approccio della classe medica che si rileva inadeguato.

Non si può dire che il crollo delle nascite sia dovuta alla cattiva gestione delle sale parto ma certo è che forse l'inappropriatezza dei comportamenti può avere disincentivato una seconda gravidanza.


Mancanza di fiducia dei pazienti

L'altra ricerca invece ha stabilito che più del di 3/4 delle persone intervistate sostiene d'essere frenato nel percorso terapeutico a causa della mancanza di fiducia da parte di un professionista della salute, di un giudizio negativo, di un commento disdicevole e in qualche caos di maltrattamento vero e proprio.

Tanto che quattro persone su cinque ritardano un consulto o saltano un appuntamento medico per queste ragioni.

Essendo il rapporto medico paziente personale può capitare che non ci sia feeling, ma in genere si va oltre quest'ostacolo della reciproca simpatia ma i numeri di questo rapporto devono fare riflettere.

La cattiva memoria non incoraggia a prendersi cura della propria salute, questo vuole dire diagnosi con sempre più ritardo, costi più alti per la sanità, sappiamo bene dell'importanza dei tempi brevi delle diagnosi per affrontare al meglio le terapie. 

Questa crisi di fiducia prevalentemente colpisce i medici: il 74% di questi comportamenti non corretti, il 9% degli infermieri, seguono i farmacisti, impiegati alla segreteria e le altre figure professionali.

Più in dettaglio il 31% sostiene d'avere ricevuto delle osservazioni sgradevoli ed offensive, lezioni di morale tanto da rendere difficile spiegare i sintomi e le ragioni di richiedere una prestazione sanitaria.



Dalla cura alla prevenzione

Personalmente ritengo che c'è un evoluzione della Società che è diversa dall'evoluzione delle Medicina, mentre la società diventa sempre più multiculturale, multietnica, la medicina si basa sulla prevenzione attraverso i comportamenti virtuosi, che però non sono facili da seguire.

Ci sono comportamenti che per alcune patologie sono deleteri mentre per le persone assistite sono l'essenza del vivere stesso, che senza quell'abitudine gli sembra impossibile di vivere.

Parlo per esempio del fumo, dell'alcool, dolci, stile alimentare per anni i vegetariani sono stati insultati, anche cose più semplici che per alcuni soggetti a rischio di patologie, alcune rinunce sono troppo grandi.

Una volta qualche anno fa ho accompagnato mio figlio a fare il primo test HIV, uscita una coppia, uno di loro ha lasciato la porta aperta leggermente socchiusa e tutte le persone nelle sala d'attesa  me compreso hanno potuto sentire i commenti disprezzanti da parte del personale presente (feci una denuncia alla direzione sanitaria). 


Personale impreparato a gestire le persone assistite

Il problema è che c'è personale troppo giovane e spesso impreparato a gestire il paziente, si può avere una specializzazione e essere dotti di un ramo specifico della medicina ma interloquire con le persone assistite è un altra cosa.

La Medicina è una pratica dove il contatto umano è fondamentale,  l'obiettivo è quello d' aiutare le persone a essere il più possibile in buona salute, indipendentemente dalle ragioni che hanno motivato la sua visita.

Per esempio in Regno Unito si tengono dei corsi di comunicazione rivolti al settore medico, per comprendere meglio attraverso la comunicazione verbale e non verbale, il linguaggio del paziente per metterlo al proprio agio per dirci la vera ragione per la sua visita. 

Per evitare che a volte in una visita per timidezza, vergogna, ansia o paura si nascondano dei sintomi o dei problemi di salute.


La soddisfazione del cliente entra nelle strutture sanitarie

Quello che serve è un approccio diverso, una categoria che deve rivedere le basi del suo comportamento, perchè sono cambiate le esigenze della società.

Tutte le società di servizi e la salute è un servizio, hanno come obiettivo la soddisfazione del cliente, questo concetto è nuovo in medicina, come non c'è nulla di peggio di un cliente insoddisfatto anche per le strutture sanitarie e mediche.

Oggi la Medicina è un business, si mette sullo stesso piano Sanità pubblica e Sanità privata, meno pazienti meno guadagni, sia per il pubblico che per il privato, anche l'ospedale pubblico se non ha un certo numeri di prestazioni può essere chiuso, nessuno può permettersi di mantenere strutture con pazienti insoddisfatti.

A spingere per motivi poco etici ma molto pratici verso questa direzione, sono sia le Assicurazioni che si troverebbero cosi con diagnosi tardive a costi proibitivi e la stessa sanità pubblica che non può permettersi costi superiori, se permane questa situazioni di conflitto sarà deleteria per l'interno settore Medico.

Non sappiamo le vere ragioni che hanno portato lo scorso anno  12,2 milioni di persone in Italia  a rinunciare o rinviare le prestazioni sanitarie (1,2 milioni in più rispetto all'anno precedente, pari a un incremento del 10,9%) il Censis lo ha interpretato come una rinuncia economica e se invece fosse una rinuncia per mancanza di fiducia?

10 commenti:

  1. Io dico sempre che se pagassimo i medici in base all'esito positivo di diagnosi e magari guarigione per i nostri problemi di salute... saremmo tutti noi pazienti più ricchi (purtroppo) e magari meglio seguiti nei vari decorsi ed iter. Non ho letto del colpo di genio (l'ennesimo) della Lorenzin. Che vergogna...E non è stata manco eletta, come tutto il resto del governo, poi.
    Guarda solo che differenza culturale solo per il fatto che dichiari senza alcun problema, timore, remora (chissà perchè poi appunto) di aver accompagnato tuo figlio a fare il test HIV, ancora visto come scandaloso, come un bollino tipo la A di ceralacca da timbrare la fronte alle adultere nel medioevo. Sai quanti si scandalizzeranno leggendoti? :-)
    Io stessa sono stata intimata malamente di non spingere (??!!) tu non hai idea ma chiedi a qualche donna che ha partorito.. e mi hanno legato le gambe quando, dopo moltissime ore di travaglio, in fase espulsiva, hanno capito che ci stavamo lasciando le penne io e mio figlio e sono stata portata a fare il cesareo d'urgenza. Anno 1987 non nel '500. Legato le gambe (si muovevano mio malgrado) e trattata male. Come posso dimenticare?

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  2. Devo dire che questi numeri sono sconcertanti. Per fortuna ho avuto raramente bisogno di ricorrere "seriamente" al sistema sanitario nazionale, ma devo dire che l'unica volta sono stata fortunata e mi sono trovata benissimo.

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  3. stavo per lasciarci le penne anche io durante il parto nel 1987...Dopo innumerevoli svenimenti da sforzo si erano alfine decisi di farmi un cesareo d'urgenza ma dato che era sabato notte nessun medico con esperienza era presente...mentre stavano lì a passarsi la patata bollente con le ultime forse che mi rimanevano urlai che li avrei denunciati tutti se non avessero chiamato un medico pronto a prendersi la responsabilità dell'intervento. Arrivò in tutta fretta un medico che non era di turno e mi operò...se non li avessi minacciati chissà come sarebbe finita...

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  4. Veramente sconcertante... Io pur avendo due figli non ho nessuna esperienza in merito, dato che li ho adottati. Resto solo a bocca aperta!

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  5. Argomento molto sentito e scottante. La situazione sta peggiorando e la fiducia viene sempre meno. Le strutture sanitarie hanno come priorità il controllo dei costi, a discapito di tutto il resto compreso il rispetto dell'essere umano.
    La mia personale esperienza in sala parto è stata più che positiva. L'ambiente era tranquillo e il personale molto diponibile. E'stato facile e veloce. Non è un'eccezione visto che anch'io ero nata lì, con il cesareo, quasi trent'anni prima. Un punto nascita che negli anni ha sempre avuto un altissimo gradimento ma che nella logica attuale rappresentava un costo che si poteva eliminare. Così ora solo un ospedale può gestire il reparto nascite con tutte le conseguenze del caso e con la perdita di importantissimi punti di riferimento.
    Si nasce lo stesso, per fortuna, ma sicuramente, per tanti, meno bene!!!

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  6. Anche per me esperienza negativa, per entrambi i parti purtroppo. Personale arrogante, distaccato, scocciato. La voglia di andare via mi ha preso all'istante.
    Ricordo che al secondo parto avevo paura di incontrare l'ostetrica che era stata antipatica la prima volta. E infatti l'ho rivista e non era cambiata per niente.
    Delle due esperienze non ricordo una faccia sorridente.

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  7. Sono basita di leggere questi numeri... non ho parole!!!

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  8. Ringrazio tutte dei commenti per molte di voi non sarà stato facile, grazie

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    1. In verità le cose sono peggio di quello che si immagina. Nelle sale parto non vi è il rispetto dei diritti della donna contenitore (basta vedere l’intervista al presidente Sigo su basta la salute rainews di recente riguardo la violenza ostetrica e il consenso). Il sondaggio della Doxa ha mostrato la punta dell’iceberg perché non considera quante donne hanno per parti estremi e errati il pavimento pelvico distrutto e rimangono incontinenti a vita a da subito o con i sintomi che compaiono dopo la menopausa. Non dimentichiamo inoltre il disturbo post-traumatico da stress (sottostimato) per la violenza subita dalla donna non informata e che vede i suoi diritti calpestati al pari di una violenza carnale e che non è da confondere con la depressione post partum. La violenza inoltre inizia nelle sale parto ma continua anche dopo quando si lotta per il riconoscimento dei diritti e dei danni. Si è mai chiesto quanti, di quelli che sono deputati a giudicare/valutare “avvenimenti”, non hanno conflitti di interesse o abbiano mai dichiarato di avere amici, che frequentano assiduamente, o parenti medici tali da motivare almeno eticamente e moralmente una propria incompatibilità? Se l’inchiesta vaccini su report ha suscitato scalpore non le dico cosa succederebbe se si andasse ad analizzare con criterio etico/morale e scientifico il problema della nascita, delle sale parto e dei diritti calpestati in questa “terra di mezzo” per i conflitti e gli interessi in gioco. A questo si aggiungano le associazioni che appoggiano l’insana “lotta al cesareo” senza un approfondimento scientifico e etico morale facendo dire cose all’Oms mai dette e considerando il cesareo come una malattia non per quello che è. Chiedete a un prottologo e a un urologo che devono curare le donne dai danni fatti in sala parto qual è il parto più sicuro. Nelle audizioni della commissione sanità del 2008-2012 anche i neonatologi (insieme ai ginecologi) hanno sostenuto il minor costo dei cesarei e la maggior sicurezza per madre e feto salvo poi pubblicamente far passare il concetto che il cesareo è il parto più sicuro per medicina difensiva e per le gravidanze “ preziose” e per madre e feto e “ma anche” (che tanto va di moda oggi) pericoloso per madre e feto.!!! Stranezze e contraddizioni. Allego anche mia storia per far capire (iv giust FB )

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    2. Un intervento molto interessante peccato che non si sia firmata sono riuscito a recuperarlo nei spam dove finiscono i commenti anonimi, comunque grazie

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