lunedì 30 ottobre 2017

Illusioni e illusionisti in cucina: la felicità e il cuore non bastano più

Da quando la cucina è diventata il principale argomento dei media, mi sembra d'essere uno spettatore al circo equestre, i numeri passano uno dopo l'altro, l'avvocato che diventa chef senza glutine, il geometra del catasto che diventa chef vegano, la laureata in energia nucleare che diventa maestra di sushi e il professore di chimica maestro di bignè, possibile che tutti siano richiamati solo dal sacro fuoco dei fornelli?

Mi piace chiamarli illusionisti di cucina, una volta gli illusionisti garantivano uno spettacolo professionale, io ricordo il Mago Silvan, persona di grande classe, un artista inimitabile.

Ora senza offesa per nessuno ma non vado a parlare con il professore di chimica di mio figlio se ho voglia di un bignè. Personalmente quest'illusionisti possono strapparmi qualche applauso, a volte qualche risata, ma mi fanno più tristezza.


Le cucine della Felicità

Difficile dare un concetto di felicità è più difficile del concetto d'amore sembra che nessuna definizione sia esauriente, ma quale sarà la felicità? E' quella scritta nei Baci Perugina o nel biglietto della Lotteria?

La felicità è di chi vende o di chi compra un libro ? Si vende la felicità come si vende il surrogato dell'amore la notte nelle periferie delle metropoli? Non si vende la felicità, perchè la felicità è un concetto troppo personale e soggettivo, come non si compra la felicità.

Ora, io non sono nessuno ma solo un lettore, perchè devi scrivere che vendi felicità e non dire semplicemente ricette di buona cucina, "ricette per la felicità" un po' come se in teleria si scrive "lenzuola per il chupa chupa"  (bastassero due lenzuola!).

Nel 2015 sono stati circa 1.200 i libri di cucina pubblicati in Italia, più o meno cento libri al mese,  l'impressione è che siano anche aumentati, cosa rimane di tutti questi libri? Nulla (tranne qualche rara perla).

In realtà i buoni libri di cucina non mancano solo che si perdono per merito di queste proposte come dire "surreali" che attirano attenzione per non meglio denominate qualità.

Una volta i libri di cucina duravano 10, 20, 30 anni anche di più, ora anche meno di una settimana in libreria ogni settimana rinnovano il banco delle offerte di cucina, scompaiono alla velocità della luce.

Ho l'impressione, sicuramente sbagliata che ci si trovi di fronte a dei progetti scarsi e quindi hanno bisogno di creare del valore aggiunto, di creare del fumo.


Certo le ricette non sono dei copia e incolla ma hanno molto del già sentito dire e ridere, non spiccano per originalità diciamo cosi: pasta aglio e olio e peperoncino, cacio e pepe, pasta al limone!

Visto la grande originalità le ricette da dove arrivano? Secondo me non c'è nulla di male nell'indicazione di una fonte, questo sarà testimonianza di cultura enogastronomica e non il frutto di una seduta spiritica con la buon'anima !

L'aspetto più divertente d' alcuni libri di cucina sono i ringraziamenti, chi ringraziano dopo avere scritto un libro di ricette di cucina?
Lo sponsor? No.
Il cuoco che ha aiutate? No.
Uno chef che ha ispirate? No!
Chi le ha fornito i servizio di piatti? No
Il fruttivendolo che le porta la spesa a casa gratis? No
Ringraziano la Parrucchiera e la Truccatrice, fondamentali per scrivere un libro di cucina! Sarà stato il sedano o la carota ad avere bisogno di una messa in piega al ciuffo prima di passare in padella?

Ma voi avete mai visto Umberto Eco che a fine libro ringraziava il barbiere?

Ricordo simpaticamente un ricettario di cucina dove nei ringraziamenti c'era perfino il chirurgo plastico, ecco le ricette del chirurgo plastico proprio mi mancavano!


Gare dei chef: la cucina del cuore

Io non apprezzo le gare e i talent show sulla cucina, tutti dalla Prova del Cuoco ai vari Master chef .

Chiunque usa una telecamera sa che deve essere tutto già pronto, i costi sono alti non è possibile improvvisare, si segue uno story board, un canovaccio, un testo, un racconto.

La sensazione che si ha però dopo dieci minuti di trasmissione è che non sanno più cosa dire, i silenzi in televisione sono come degli abissi, una mancanza che riempiono con frasi già pronte o suggerite da una lavagna, c'è perfino un programma che in diretta n TV cerca informazioni su internet, ma sei esperto di cucina o esperto di ricerca su internet?

Proprio l'altra sera ho visto uno di questi programmi di gara dei chef, dove dei "cuochi" molto giovani tra i quali un diciottenne venivano giudicati da due esperti di cucina, giornalisti d'enogastronomia di 20 e 23 anni, due autentici illusionisti hanno parlato del nulla, pontificato per dieci minuti.

Ai miei tempi ai ragazzi giovani  e non laureati li si mandava a portare i caffè o al limite a rispondere al telefono e non in televisione a lodarsi della loro ignoranza sopratutto messi a confronto con conduttori chef di 30 anni d'esperienza.

Non nutro alcuna simpatia per Cracco & C, tuttavia si tratta di persone d'esperienza di 30 anni di lavoro, non fanno nulla per generare empatia ma vederli come dire in secondo piano rispetto a due ventenni deliranti non sapevo se ridere o piangere.

Ripetevano incessantemente frasi fatte del tipo "non c'è più la mezza stagione", lascialo dire a chi di stagioni ne ha viste un po' di più per favore!


Una delle frasi più ripetute e " la cucina si fa con il cuore"

No, la cucina si fa con la tecnica, con la cultura, con la conoscenza, con l'esperienza. La cucina con il cuore la fai a casa se devi cucinare per la tua famiglia, ma se sei uno chef o vuoi diventare uno chef di un ristorante, non ti basterà solo il cuore.

Mi è giunta all'orecchio la possibilità che visto il calo d'ascolti molte termineranno, alcune stanno in piedi solo per gli sponsor e non per il numero d'ascoltatori.

Se chiudono non mi dispiace, fatevene una ragione, avete messo dei personaggi che non hanno nessuna cultura e nessuna dialettica, a riempire il video di frasi di luogo comune "bravo hai fatto questo bene perchè l'hai fatto con il cuore".

Questa frase può essere molto bella se detta una sola volta ma quando viene ripetuta ogni 5 minuti a 20 concorrenti diversi in tutti i programmi, ti scappa da dire ma datemi uno che cucina con ... la testa per favore!

Sintesi:
Quello che mi piacerebbe è che gli argomenti di cucina e food come si dice oggi fossero trattati da persone competenti, tutti mangiamo e magari buona parte di noi prepara da mangiare a casa ma questo non fa di noi dei chef di cucina.
Spero che torni nel settore della comunicazione il desiderio di contenuti e di competenza e non della spettacolarizzazione dei fenomeni da baraccone degli illusionisti della cucina.

mercoledì 25 ottobre 2017

Un frutto dall'Australia per eliminare il cancro?

Gilda G., Roma, Ho letto su internet una pubblicità che asserisce che un frutto australiano può eliminare il cancro, vorrei sapere qual'è e se è vero?

Ovviamente no, sono io stesso oggetto di comunicazioni non so come chiamarle, inopportune? Devianti? False? Superficiali? Mi piace chiamarle suonate, perchè anche il termine fake news non è chiaro, mentre navighi t'arrivano queste comunicazioni non richieste oppure mentre sei sui social media tra un post e l'altro dei tuoi amici.

Il termine suonate news secondo la mia modesta opinione rende meglio l'idea, mi farò qualche nemico in più.


Però è interessante l'evoluzione dell'informazione su cui personalmente invito a riflettere.

Nel 2014 viene pubblicato uno studio di due ricercatori australiani, che erano riusciti a ricavare da una pianta chiamata comunemente blushwood tree (Fontainea picrosperma) una molecola chiamata EBC-46 (Tigilanol tiglateda) che potrebbe trattare alcuni tipi di cancro.

Nel 2017 che c'è un frutto australiano che distrugge il cancro in poco tempo.

Che evoluzione in tre anni! Possiamo dire che si è caricato questo progetto di molte aspettative. Possiamo affermare che questo frutto non è adatto all'alimentazione umana, è del tutto inutile oltre che tossico consumarlo, tuttavia dalla molecola estratta dal frutto è stato ricavato un farmaco che viene sperimentato su cavie animali ed entro la fine dell'anno dovrebbero essere pubblicati i primi studi. 

Precisiamo che non riguarda tutti i tipi di cancro, ma solo alcuni, che si tratta di una molecola trattata in laboratorio.

Ho visto on line già la vendita di polvere ricavate da questo frutto per cui ancora non sono stati pubblicati studi in merito all'efficacia del trattamento dei tumori e del cancro, il mio invito è alla cautela.


Comunicazione cacofonica?

Il problema riguarda la degenerazione della comunicazione, quando in televisione sento parlare di smart food anticancro, di cipolle anticancro, di melograno anticancro, di broccolo anticancro mi vengono i capelli dritti, è vero che ci sono alcune sostanze in frutta e verdure che hanno dimostrato in laboratorio che possono avere una qualche attività che limita la formazione dei tumori e la moltiplicazione delle cellule, ma dipende dalla quantità, qualità e frequenza di consumo.

Se io sento tutti in giorni in tv che il peperone è anticancro per associazione d'idea posso pensare che ci sia un frutto che elimina il cancro, è troppo semplicistico pensarlo ma può capitare se in particolare modo si vive un momento di debolezza e di smarrimento in seguito a una diagnosi poco felice.

Credo che oggi si dovrebbe di più parlare d'alimentazione in termini di qualità, mi piacerebbe che si parlasse d'agricoltura sana e pulita, di pochi giorni fa la notizia delle quantità alta di residui di glifosato, un erbicida utilizzato in agricoltura, nei cereali per la prima colazione.


Sintesi

L'alimentazione anticancro è divenuta un business, un ottimo argomento di marketing alimentare, fa vendere libri, fa vendere prodotti e raccoglie pubblicità.

Quando guardo la Tv o leggo qualche quotidiano mi rendo conto di trovarmi di fronte più che all'informazione medico scientifica a un minestrone di copia e incolla.

Ritengo che i media dovrebbero argomentare meglio, chi fa divulgazione deve essere più responsabile e prestare attenzione nel non generare malintesi e false speranze.

martedì 17 ottobre 2017

Anuga 2017 trend e novità : latte di cammella, soup porn, ficotta e pesce vegano

Appuntamento la settimana scorsa per tutti gli operatori internazionali del settore alimentare: la Fiera di Anuga 2017 a Colonia. Tante le novità presentate diamo uno sguardo ai trend e alle news che tra breve potremo trovare nei canali di distribuzione:

Alimentazione vegana
Le aziende puntano a soddisfare la domanda d'alimentazione vegana senza mezzi termini, il 50% delle nuove proposte riguardano questo segmento di mercato.
In Italia secondo Eurispes  i vegani erano l' 8% nel 2015 con un tasso di crescita dell' 1%  anno di conseguenza nel 2017 potrebbero essere circa il 10%, la stessa percentuale per Germania, Austria, Svezia, leggermente al di sotto del 10% per Usa, Francia, Russia, Spagna, alcuni paesi asiatici hanno percentuali anche del 30%.
Tuttavia i prodotti per vegani hanno un mercato più ampio che coinvolge un numero più alto di consumatori.


Tra le ultime novità presentate ad Anuga 2017 mi hanno incuriosito:
Il Gelato Vegano della Eat better , della Lycka, fatto con latte di cocco e sciroppo d'agave.
Alternativa vegetale allo yogurt greco della Joya fatta con semi di soia, come lo yogurt greco è compatto.

Il surgelato di cavolo ridotto a piccoli pezzi (Riced Cauliflower) della Greenyard Frozen  come chicchi di riso da adoperare per essere lessato, come base schiacciato per pizza o per purè oppure in sostituzione del bulgur.
Alternativa vegana riguarda anche il pesce con i Filetti di Salmone e Tonno vegan, a base di tofu, realizzato da Lord of tofu, il sapore del pesce senza pesce.
Il non formaggio vegetale grattugiato Gran Vegiano della Nature moi, che dopo cheddar e mozzarella vegetale propone il non formaggio da mettere sul risotto.
Lo snack vegano al limone: Poppy Limona, fatto con semi di girasole, prugne, anacardi semi di papavero, limone e la versione dolce zuccherato con succo d'agave.
Non poteva mancare una novità anche per le chips, la Bett'r coconut chips le patatine fritte di cocco, snack senza glutine, senza grassi aggiunti, per i più esigenti c'è anche la versione kale chips, la versione broccolo.

Alimenti ricchi di proteine
Non sono pochi i prodotti che sottolineano la ricchezza di proteine, sono un segmento di mercato incentivato dalla Dieta Dunkan e dalla Paleodieta, in realtà alimentazione moderna è già ricca di proteine.


Body & Future si tratta di una bevanda funzionale d'alternativa vegetale al latte  e succo di frutta, con proteine, semi di chia, adatto anche all'alimentazione vegana.
Caffè Lattesso Sport, dalla Svizzera una combinazione di caffeina e proteine, una confezione contiene 140mg di caffeina e 16 g di proteine.
Coco Jazz, snacks e barrette proteiche a base di cocco ricca di proteine, dell'azienda thailandese Hescofood, preparati con cocco tostato  senza OGM.
Protein Crips, come scritto sulla confezione proteine snack per farti sentire forte potente e sano, sono fatti con soia e manioca dell'azienda inglese Ourlittleribellion
Spaghetti di lenticchie gialle della Pedon, a questa tendenza per alimenti ricchi di proteine non sfugge nemmeno la pasta, la Pedon ha presentato dei spaghetti di lenticchie gialle con il doppio di proteine di una normale pasta.

Ingredienti più utilizzati : Cocco e Quinoa
Tanti i prodotti a base di cocco, come avrete sicuramente letto, dalle chips alle creme dolci da spalmare, dato anche dal fatto che la produzione dei prodotti alimentari si è spostata in Asia e con questo ingrediente hanno maggiore familiarità.
Prodotti a base di Quinoa come se piovesse acqua a catinelle, nonostante la limitazione per la produzione, non sono molte le aree di coltivazione nel mondo, una maggiore richiesta che non comprendo come potrà essere soddisfatta.


Bevande
Theblanccoco, Acqua di cocco frizzante, si tratta della prima acqua di cocco frizzante, quella naturale non bastava più, al gusto naturale ma anche acqua di cocco frizzante al gusto melograno, limonata e mango & ananas cosi per restare nell'esotico.
Camelicus Indurance drink, della Camalicious, il latte di cammella, con miele ginseng e guarana: In  un momento in cui il latte vaccino non gode di una buona fama, ecco arrivare dai Emirati Arabi il latte di cammella con ingredienti aggiunti alimenti associati al benessere fisico e spirituale, una diversificazione del settore del latte.


Bevande funzionali
Fruita Gaba, molti di voi sapranno che Gaba è un aminoacido che agisce come un neurotrasmettitore nel sistema nervoso centrale. Questa bevanda con Gaba viene ottenuta con un processo enzimatico innovativo dal germoglio di riso gelsomino thai, second i produttori regala benessere ed equilibrio al cervello (non abbiamo capito se chi lo vende o di chi lo compra).
Functional Melon drink con acido ialuronico, della Divasdrink si tratta di una bevanda analcolica a base di succo di melone con acido ialuronico, secondo i produttori stimola la produzione di collagene impedendo la formazione di rughe.

I miei preferiti

La soup porn, del'azienda Menzi tradotto la zuppa porno, sembra un prodotto creato per questo blog, potevo non parlarne? Avrei potuto capire la zuppa romantica, la zuppa afrodisiaca ma zuppa porno mi fa troppo ridere, la zuppa vietata ai minori, la compri con la carta d'identità? Quando la mangi che ti succede? Cominci a dire tutte le vocali a .. e ... i ... o ... u!
Se è lecito fare una zuppa porno io mi inventerò una nuova supposta, la supporca. Al di là dell'ironia si tratta di una zuppa con pomodoro pesca e albicocca, anche in versione carota, arancia e zenzero e zucca mango e chili, almeno nelle ultime due un po' di gusto piccante, è noto che aiuta a dire tutte le vocali  anche in ordine sparso.

La Ficotta, lo so cosa tutti state pensando in questo momento, non è quella cosa li, prodotta dall'azienda Donna Francesca si tratta di una birra artigianale a base di cotto di fichi, un gusto particolare nuovo ma molto interessante che può anche trovare consensi nei più fervidi appassionati di birra tradizionale, Devo confessare che mi ero recato da Donna Francesca per la loro Mandorla Filippo Cea in particolare la mandorla pralinata dal sapore intenso e persistente in bocca .


Il vino Pasion della Bodega Santa Margaritafinalmente un vino semplice, non se ne può più dei vini con le Doc, Crù, Igt, che per capire cosa compri devi prima andarti a leggere la Treccani e comprare un atlante geografico. Il successo del prosecco è nella sua semplicità e facilità di gusto. La linea di vino pasion della Bodega Santa Margarita ricalca molto questa filosofia e abbina il vino alla spensieratezza  grazie anche al colore blu, rosa, verde e arancione, si tratta di vino Chardonnay con colori naturali, non saranno forse dei vini da collezione ma si prestano ad un consumo più facile ed immediato.

Il gelato al limone e bergamotto della aziende calabrese Gelateria Callipo di Pizzo di Calabria, un azienda nota solo a livello regionale ma che utilizza prodotti locali come il bergamotto e i fichi della valle di Crati.  Ho trovato il bergamotto come ingrediente in molti prodotti esteri dalla Francia al Regno Unito ma poco nelle aziende italiane. Spero che in futuro anche altre aziende seguono l'esempio dell'utilizzo di prodotti locali, perché sono prodotti unici che possono essere la chiave di successo per affrontare i mercati internazionali. 

Fonte e foto :  Anuga 2017

martedì 10 ottobre 2017

Perché c'è chi disgusta il formaggio?

Jacqueline M, Bordighera: Perchè alcune persone hanno un avversione al formaggio?
Barbara M, Pescara: Mia figlia non vuole il formaggio, rifiuta qualsiasi tipo di formaggio, ha un consiglio?

Le scelte di gusto sono personali, il senso del gusto è un percorso educativo e sociale insieme, che  parte dal grembo materno, prosegue nell'allattamento, nel divezzamento, nella scuola e nella vita.

Il senso del gusto può arricchirsi nel corso del tempo con la scoperta di più culture, si impara ad  apprezzare nuovi sapori.

L'avversione al formaggio è una delle più note, se l'odio o l'avversione al pesce riguarda il 2,5% della popolazione, quella al formaggio il 6%, un dato molto più alto.

Il disgusto è un emozione fondamentale caratterizzata da un'espressione facciale molto evidente di fastidio.

Nel disgusto verso il formaggio ci sono delle motivazioni di tipo etico legato allo sfruttamento degli animali per esempio da parte della comunità vegana.


Ci possono essere delle motivazioni legate alla salute dovute all'intolleranza del lattosio e l'allergia alle proteine del latte.

In genere le persone tendono inconsciamente a rifiutare alimenti che notano associati a certa forma di malessere personale come mal di testa, meteorismo, diarrea, solo in un secondo tempo e sovente in età adulta scoprono un intolleranza o una vera e propria allergia.

Non è raro che chi scopre un intolleranza o un allergia, scopre d'avere in casa un altra persona con lo stesso problema, tanto che si è pensato a un problema d'origine genetica ma non è stato ancora provato.

Esiste poi una forma di fobia nel confronto del formaggio, specie nei bambini che hanno un olfatto sensibile, per loro il formaggio emana un odore poco gradevole che non stimola il senso dell'appetito.

C'è poi un livello esperienziale ed educativo, in genere il bambino imita i genitori nelle scelte alimentari se in casa per diversi ragioni non si consuma formaggio, può non avvertirne il desiderio e sviluppare anche un avversione senza un motivo preciso, non ritiene parte del suo ambito.

C'è poi un livello più personale legato alla sfera emotiva, si collega un determinato alimento con un evento negativo della propria vita, un'associazione personale spesso irrazionale ma determinante per la scelte alimentari, che porta alcune persone a trasformarsi in una vera e propria fobia che condiziona la quotidianità.


Tuttavia ricordo di una ricerca pubblicata su Frontiers in Human Neuroscinces lo scorso anno che fornisce una spiegazione diversa dell'avversione al formaggio che riguarda il nostro cervello, sembra che l'avversione al formaggio sia in qualche modo collegata alla nostra mente.

Per studiare cosa succede nel cervello, hanno fatto un test a coloro che amavano o detestavano il formaggio con una risonanza magnetica mentre affrontavano  l'immagine e l'odore di più formaggi e d'altri alimenti.

Le persone che non amano il formaggio, il profumo e la vista dell'alimento non stimolano una regione del cervello chiamata Ventrum Palladium (VP) che si attiva quando si ha fame. Nello stesso tempo però altre aree del cervello che in genere sono coinvolte nel meccanismo della ricompensa sono più attive rispetto perfino a coloro che gradivano il formaggio.

Questo sta semplicemente ad indicare che l'immagine e l'odore del formaggio, non genera a tutti le stesse emozioni, ci sono alcune persone che non avvertono la sensazione di fame guardando il formaggio, mentre il circuito della ricompensa si attiva in modo molto anomalo nei soggetti che non amano il formaggio per la sensazione del disgusto.


Non si può parlare di disgusto innato più facile parlare d'associazione emotiva negativa, spesso si sente le persone raccontare d'essere stati obbligati a finire la porzione di formaggio da bambini o associare il formaggio a un periodo di malattia.

In qualsiasi caso le motivazioni più forti legate al disgusto sono legate alla cultura di provenienza degli individui e possono riguardare stili e abitudini alimentari specifiche.

Il consiglio è quello di fronte ai bambini di non insistere, perchè magari ha già mangiato molto  e il formaggio presentato a fine pasto non è cosi interessante, magari il bambino sente il bisogno d'altri gruppi d'alimenti per diversificare il proprio gusto come carne e pesce. 

Si può riproporlo in un momento diverso o anche in una diversa forma come le polpette, in un sformato, in un gratin di verdure, dei gnocchi o anche magari associarlo con un alimento a lui più gradito.

Importante  è comprendere se è in un fase transitoria oppure più seria e di conseguenza imparare a introdurre i stessi nutrienti delle porzioni di formaggio da altre fonti.

In genere però non è mai un avversione al 100% alcuni gradiscono lo yogurt, altri gradiscono solo i formaggi freschi come la ricotta, le mozzarelle e la burrata

Nel caso di vera e propria avversione è bene recarsi dal Pediatra, che potrà inviare ad un allergologo oppure indicare come sostituire gli alimenti per una normale crescita del bambino.

Per gli adulti nei casi più problematici possono rivolgersi a uno specialista di Scienze dell'alimentazione che potrà fornire i consigli di come sostituire il formaggio a tavola. Oggi grazie alla diffusione della dieta vegana e della dieta lactosio free ci sono delle alternative molto interessanti direttamente al supermercato.


martedì 3 ottobre 2017

Dalla sala parto inizia la mancanza di fiducia nei professionisti della salute

Nel giro di pochi anni si sta perdendo il rapporto di fiducia che era la base del rapporto Medico e Paziente.

Ci sono due notizie che vale la pena di commentare anche se provengono da fonti diverse e distanti, sono l'indice di un nuovo contesto che è venuto a crearsi. 

In Italia secondo uno studio dell'Osservatorio per la violenza Ostetrica, una mamma su cinque si è sentita insultata o maltrattata durante il parto dal personale sanitario mentre in Europa un sondaggio della Zavamed sostiene che il 75% degli intervistati ha dichiarato l'essere stato oggetto di un comportamento disdicevole o di un giudizio pesante da parte del personale sanitario.


L'esperienza spiacevole con un medico o con una struttura sanitaria è tra i maggiori ricorsi ai tribunali da parte dei pazienti.

Tanto che la Ministro Lorenzin, da autentica paladina della difesa dei diritti dei malati ha pensato bene con un decreto legge poi divenuto legge 24 /2017 di rivoluzionare la responsabilità degli operatori sanitari nelle cause intentate da pazienti. 

In casi d'imperizia non saranno più sottoposti a giudizio penale ma solo civile e ha trasformato i risarcimenti in semplici indennizzi, tutti i medici contenti le associazioni dei malati molto meno.

Se già era difficile portare un Medico o una struttura sanitaria dopo un errore in tribunale ora sarà quasi impossibile, ma qualora anche fosse possibile saranno solo dei spiacevoli malintesi, la stessa Magistratura avrà più difficoltà a intervenire mancando il risvolto penale.


C'è in Italia un' Osservatorio per la violenza Ostetrica, se esiste un' Osservatorio vuole dire che il problema riguarda un numero di persone piuttosto discreto, non si può parlare di caso isolato.

Su cinque milioni di donne italiane intervistate un milione ha dichiarato d'avere subito insulti e maltrattamenti durante il parto, sono numeri non da poco.

Quello che è stato peggio è stata la risposta su un post di Facebook di una persona che si è qualificata come mamma ma che sospetto sia del personale della sala parto che ha giudicato le donne che hanno risposto al test delle persone poco educate ( non le ha definite proprio così ma è meglio distribuire tazze di camomilla). 

Quello che emerge è un conflitto tra personale sanitario e pazienti, non si tratta di un problema di comunicazione come si cerca di giustificare il dato ma proprio di livello d'intervento che deve essere ripensato non dai protocolli o dalle linee guida sanitarie è l'atteggiamento e l'approccio della classe medica che si rileva inadeguato.

Non si può dire che il crollo delle nascite sia dovuta alla cattiva gestione delle sale parto ma certo è che forse l'inappropriatezza dei comportamenti può avere disincentivato una seconda gravidanza.


Mancanza di fiducia dei pazienti

L'altra ricerca invece ha stabilito che più del di 3/4 delle persone intervistate sostiene d'essere frenato nel percorso terapeutico a causa della mancanza di fiducia da parte di un professionista della salute, di un giudizio negativo, di un commento disdicevole e in qualche caos di maltrattamento vero e proprio.

Tanto che quattro persone su cinque ritardano un consulto o saltano un appuntamento medico per queste ragioni.

Essendo il rapporto medico paziente personale può capitare che non ci sia feeling, ma in genere si va oltre quest'ostacolo della reciproca simpatia ma i numeri di questo rapporto devono fare riflettere.

La cattiva memoria non incoraggia a prendersi cura della propria salute, questo vuole dire diagnosi con sempre più ritardo, costi più alti per la sanità, sappiamo bene dell'importanza dei tempi brevi delle diagnosi per affrontare al meglio le terapie. 

Questa crisi di fiducia prevalentemente colpisce i medici: il 74% di questi comportamenti non corretti, il 9% degli infermieri, seguono i farmacisti, impiegati alla segreteria e le altre figure professionali.

Più in dettaglio il 31% sostiene d'avere ricevuto delle osservazioni sgradevoli ed offensive, lezioni di morale tanto da rendere difficile spiegare i sintomi e le ragioni di richiedere una prestazione sanitaria.



Dalla cura alla prevenzione

Personalmente ritengo che c'è un evoluzione della Società che è diversa dall'evoluzione delle Medicina, mentre la società diventa sempre più multiculturale, multietnica, la medicina si basa sulla prevenzione attraverso i comportamenti virtuosi, che però non sono facili da seguire.

Ci sono comportamenti che per alcune patologie sono deleteri mentre per le persone assistite sono l'essenza del vivere stesso, che senza quell'abitudine gli sembra impossibile di vivere.

Parlo per esempio del fumo, dell'alcool, dolci, stile alimentare per anni i vegetariani sono stati insultati, anche cose più semplici che per alcuni soggetti a rischio di patologie, alcune rinunce sono troppo grandi.

Una volta qualche anno fa ho accompagnato mio figlio a fare il primo test HIV, uscita una coppia, uno di loro ha lasciato la porta aperta leggermente socchiusa e tutte le persone nelle sala d'attesa  me compreso hanno potuto sentire i commenti disprezzanti da parte del personale presente (feci una denuncia alla direzione sanitaria). 


Personale impreparato a gestire le persone assistite

Il problema è che c'è personale troppo giovane e spesso impreparato a gestire il paziente, si può avere una specializzazione e essere dotti di un ramo specifico della medicina ma interloquire con le persone assistite è un altra cosa.

La Medicina è una pratica dove il contatto umano è fondamentale,  l'obiettivo è quello d' aiutare le persone a essere il più possibile in buona salute, indipendentemente dalle ragioni che hanno motivato la sua visita.

Per esempio in Regno Unito si tengono dei corsi di comunicazione rivolti al settore medico, per comprendere meglio attraverso la comunicazione verbale e non verbale, il linguaggio del paziente per metterlo al proprio agio per dirci la vera ragione per la sua visita. 

Per evitare che a volte in una visita per timidezza, vergogna, ansia o paura si nascondano dei sintomi o dei problemi di salute.


La soddisfazione del cliente entra nelle strutture sanitarie

Quello che serve è un approccio diverso, una categoria che deve rivedere le basi del suo comportamento, perchè sono cambiate le esigenze della società.

Tutte le società di servizi e la salute è un servizio, hanno come obiettivo la soddisfazione del cliente, questo concetto è nuovo in medicina, come non c'è nulla di peggio di un cliente insoddisfatto anche per le strutture sanitarie e mediche.

Oggi la Medicina è un business, si mette sullo stesso piano Sanità pubblica e Sanità privata, meno pazienti meno guadagni, sia per il pubblico che per il privato, anche l'ospedale pubblico se non ha un certo numeri di prestazioni può essere chiuso, nessuno può permettersi di mantenere strutture con pazienti insoddisfatti.

A spingere per motivi poco etici ma molto pratici verso questa direzione, sono sia le Assicurazioni che si troverebbero cosi con diagnosi tardive a costi proibitivi e la stessa sanità pubblica che non può permettersi costi superiori, se permane questa situazioni di conflitto sarà deleteria per l'interno settore Medico.

Non sappiamo le vere ragioni che hanno portato lo scorso anno  12,2 milioni di persone in Italia  a rinunciare o rinviare le prestazioni sanitarie (1,2 milioni in più rispetto all'anno precedente, pari a un incremento del 10,9%) il Censis lo ha interpretato come una rinuncia economica e se invece fosse una rinuncia per mancanza di fiducia?