giovedì 9 marzo 2017

Starbucks, le palme, i banani e la vaselina

Non pensavo di dover affrontare quest'argomento in quanto ritenevo che le palme e i banani di Piazza Duomo a Milano fossero un tema di giardinaggio.

Ho pensato, forse il sindaco di Milano per dimostrare che non c'è inquinamento nella pianura padana, e che il problema delle polveri sottili è solo un' invenzione della stampa, avrà piantato gli alberi di banani e palma per fare vedere di com'è pulita l'aria della città, e invece, no!

Quello che sta accadendo a Milano è decisamente "divertente" dopo averci fatto vedere le palme e i banani, il Comune di Milano interpellato ha risposto "Cosa c'è di strano? Palme e banani è piena la città, è uno spazio pagato da uno sponsor e ci può fare quello che vuole".

Ora se io vado in Norvegia a Oslo e nella piazza centrale di Oslo, pianto dei limoni e degli aranci, se passa un norvegese e mi dice Günther ma che cosa hai fatto? Siamo a Oslo, dobbiamo aspettare luglio per coltivare le fragole, figurati per i limoni e le arance ! Io non riuscirei a dargli torto, non gli direi "che c'è di strano?" Gli direi accipicchia ho fatto proprio una cazzata!

Invece se a Oslo io piantavo betulle, non se ne accorgeva nessuno, magari un signore norvegese mi avrebbe detto Günther ma con tutte le betulle che abbiamo, la tua betulla non te la potevi mettere da un' altra parte?


A Milano invece ad di Starbucks quello che ha fatto piantare le palme e i banani nella piazza del Duomo per lanciare il nuovo punto vendita di Starbucks, è osannato come Zeus nell'Olimpo. 

Quello che lascia perplessi è la "complicità" che nasce intorno a Starbucks, una società che arriva dall'America che prende spunto dai prodotti della tradizione italiana, crea un business, fa concorrenza ai prodotti Made in Italy nel mondo, arriva in Italia pianta delle Palme e dei Banani da clima tropicale nella piazza Duomo, la piazza più importante della città, non c'è nulla di strano?

Diciamo che se c'è un prodotto che va via più del pane nei supermercati milanesi, è la vaselina.

L'intervento di Starbucks in Italia avviene in pompa magna presentazione a Palazzo Marino (sede del Comune di Milano) con tanta di presenza del sindaco, imprenditori che s'inchinano a Starbucks fino a "spaccarsi" la schiena, i presidi delle migliori università con la Bocconi in testa, anche Prada riceve Ad di Starbucks con tanto di riverenza.

Tutto questo per un investimento che mi auguro sia a capitale privato e non con dei fondi pubblici di tutti i contribuenti italiani, che dovrebbe garantire un centinaio di posti di lavoro, in sostanza il numero di lavoratori di un normale supermercato, lavora molto più gente all'Ikea.



Devo dire che tutto questo interesse intorno a Starbucks suona un po' originale. Io comprendo che le città devono attirare imprenditori e investimenti, per esempio io comprendo le destinazioni turistiche che cercano di attrarre le compagnie low cost per attirare turisti che non ne hanno, ma nel caso di Starbucks a Milano il caffè c'è già, i fast food anche, anzi negli ultimi anni i bar e fast food a Milano sono triplicati, chissà come saranno tutti contenti che arriva Starbucks.

Vorrei ricordare che proprio il Comune di Milano aveva dato lo sfratto al Mcdonald's perchè non era elegante avere nel centro della città un fast food, spazi che poi sono andati a Prada (N.d.R.). Ora invece il comune sembra che si faccia promotore di quest'iniziativa. Qualcuno mi dovrà spiegare perchè Mcdonald's no e Starbucks si!

Ora per la legge del contrappasso sarebbe bello che il Comune mandasse lo sfratto a Prada per dare gli spazi a Starbucks, sarebbe troppo divertente, chi la fa l'aspetti !

Comunque sicuramente questo cambierà qualcosa nel settore del commercio della città. io non credo che i bar triplicheranno il fatturato grazie a Starbucks è più facile che lo perdano, è vero che ai milanesi il caffè piace ma non credo che si faranno le flebo con i caffè per tirare avanti.


Unica cosa positiva che potrebbe portare a Milano è la concorrenza, con il fatto che Starbucks offre il wifi nel suo locale, la possibilità di starci il tempo che uno desidera seduto al tavolo, è una novità per la città di Milano, dove non fai in tempo a sederti, nemmeno ti portano la consumazione e ti chiedono quando te ne vai perché c'è gente che aspetta, che è una di quelle cose che mi fa imbestialire di più.

Tornando a parlare delle palme perché quest'aspetto non è poco importante, cosa c'entra con il caffè? Mi sarei più aspettato che ci avesse fatto vedere com'è una pianta di caffè o di cacao piuttosto che di Banane e Datteri, due prodotti che non vendono.

Potrebbe sembrare una mancanza di rispetto verso un paese e la sua cultura, anche se sembra più un'esigenza di marchiare il territorio come facevano i conquistatori che mettevano una bandiera sul punto più alto per rendere visibile a tutti la loro conquista.

A questo si unisce una strategia di marketing perchè se non mettevano le palme in piazza Duomo, nessuno avrebbe parlato di Starbucks, come dire nemmeno aperto e già va in cerca di pubblicità gratuita, se Starbucks inizia cosi figuratevi il futuro.

Quello che io mi chiedo, ragionando per assurdo e per ipotesi, dove chi paga ha sempre ragione, se invece di Starbucks lo spazio fosse stato acquistato da un emiro chi finanzia l'apertura di nuovi luoghi di culto per la religione islamica e avesse fatto un giardino per la preghiera, sarebbe stato corretto di fronte al Duomo della città?

Piazza Duomo è uno spazio pubblico o uno spazio privato? Se il comune lo affitta, non ci devono essere delle regole?

Il mio rammarico è che tutta quest'attenzione non è stata riservata a nessun'altra azienda italiana, per esempio Illy o Lavazza, come nemmeno è data attenzione ai progetti italiani d'investimento, anzi sono presi a pedate nel sedere, scusate il termine.

Trump negli Usa dice "United States first", prima gli Stati Uniti poi il resto del mondo, forse anche in Italia si dovrebbe dire "Italy first" e poi il resto del mondo.


Io voglio essere propositivo, nonostante trovi l'idea delle palme e dei banani un'idea di marketing dai presupposti molto discutibili, come l'appoggio del Comune e di tutte le altre istituzioni pubbliche e private che si sono "offerte" senza e con vaselina a Starbucks.

Voglio menzionare un' iniziativa molto interessante che ho visto in una fiera, si chiama Atelier delle verdure, dove per ogni zona e area della città di Milano propongono di coltivare nelle aree verdi private dai giardini ai balconi, quelle piante che l'ambiente e il clima permettono di fare crescere, che la città ha dimenticato.


Per esempio nell'area Garibaldi il Giaggiolo acquatico, nella zona 4 la Carota selvatica, nella zona 5 la Silene e il Tarassaco, nella zona 9 la Camomilla e il Fiordaliso, si va a scoprire quello che una volta era il patrimonio botanico delle terre in città, non è un operazione di nostalgia, ma di comprendere che c'è clima e clima

La globalizzazione può funzionare nella vendita dei prodotti e dei servizi come la vendita del caffè ma non per le piante, perchè palme e banani devono crescere nel clima a loro più indicato Starbucks permettendo.

8 commenti:

  1. Io subito, quando ho sentito la notizia, mi sono detta che era di sicuro una furbata per far parlare di loro. Anche perchè, parliamoci chiaro, quanto pensi possano vivere palme e banani, nel clima di piazza Duomo a Milano? Giusto fino a ottobre, se ci arrivano. Ai prossimi freddi saranno già belli che stecchiti! Spero che almeno, per il comune di Milano, siano entrati dei bei soldi per l'affitto di quello spazio. Mentre ti ringrazio per la notizia finale, non ne ero al corrente e mi sembra un iniziativa molto interessante. buona serata

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  2. io sono una fan sfegatata di Starbucks, ed ovunque io sia devo per forza farci un giretto...
    certo, l'idea di averlo in Italia mi piace un sacco, poi io abito vicino a Milano, quindi...
    tutte le polemiche?
    inutile retorica...
    tanto la globalizzazione è una (bella) conseguenza dei giorni che passano, e della società che (forse finalmente) si evolve

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    1. Che l'evoluzione della società passi per l'apertura di uno store del caffè è una tesi alquanto originale.

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  3. non commento la notizia su palme e banani ma trovo che l'altra iniziativa sia molto interessante ! Buon fine settimana

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  4. Non so che dire! Anche perché questi non li conosco proprio. Un peccato però, se veramente i progetti nostrani non sono tenuti nella stessa considerazione. Un plauso invece alla bella iniziativa di promuovere la coltivazione sui balconi domestici.

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  5. Era solo questione di tempo perché starbucks arrivasse...fortunatamente sono molto lontana e sinceramente non ne sentivo la mancanza, non lo frequento nemmeno quando all'estero capita di trovarlo...l'idea di recuperare le coltivazioni locali è tanto bella quanto poco nota...se non lo leggevo qui non ne avrei saputo nulla..

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  6. Staremo a vedere quanto dureranno le palme, poco immagino, probabilmente hanno già fatto il loro servizio....
    Ciao Gunther !!!

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  7. Tu scrivi in modo perfetto quello che io penso ma poi non so esprimere a parole mie !!!
    Ho imparato una sola cosa in vita mia...vincono i soldi, purtroppo, sempre e solo loro.
    Anche se un banano muore

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