giovedì 31 luglio 2014

A cosa serve sapere l'indice glicemico di un alimento?

Patrizia F, Limbiate: a cosa serve sapere l'indice glicemico di un alimento?

L'indice glicemico (IG) indica la capacità di un alimento a alzare la glicemia (il livello di glucosio nel sangue) dopo il consumo.
Più un alimento ha un indice glicemico elevato, più la glicemia aumenta e più grande è la secrezione dell'insulina, l'ormone che permette la regolazione della glicemia.

Il consumo eccessivo d'alimenti ad alto indice glicemico, manda in crisi il meccanismo di regolazione del nostro organismo, la quantità d'insulina secretata diviene eccessiva e allora si parla di iperinsulinismo, il glucosio viene trasformato in grasso con conseguente aumento di peso e accumulo di massa grassa, ma favorisce anche l'accumulo di colesterolo e trigliceridi che possono condurre a problemi cardiaci e circolatori.

Elevati livelli di glucosio nel sangue può condurre al diabete, in quelle persone a rischio di questa patologia.
Privilegiare alimenti a IG basso è utile per le persone che vogliono perdere peso senza contare le calorie e senza soffrire di fuori pasto e di peluccamento.

Privilegiare IG basso è inoltre utile a coloro che sono diabetici di tipo 2 trattati con farmaci e per le persone che hanno problemi cardio vascolari in quanto questo tipo d'alimentazione protegge il cuore e i vasi sanguigni.

In realtà dovremmo parlare di pasto a indice glicemico basso ma intanto anche solo regolarsi con gli alimenti  con  IG basso aiuta a fare delle scelte senza complicarsi la vita.

Es alimenti IG basso: riso basmati completo, ceci, fagioli bianchi, lenticchie, zucchine, cavolo, spaghetti cotti al dente, ricotta, pane completo, carota, pompelmo, ciliegie, mela, yogurt soia, latte di mandorla.

Es alimenti IG alto: cereali prima colazione, fette biscottate, biscotti, datteri, sciroppo di mais, sciroppo di glucosio, patate al forno, patate fritte, pure di patate, pane bianco, zucchero bianco

giovedì 24 luglio 2014

I gusti trend del gelato 2014: Calamansi, Zenzero e Mojito di Tokyo

Appuntamento fisso di questo blog a luglio i trend del gelato, il post è frutto di un anno d'osservazione e d'assaggi in giro qua e là nelle gelaterie tra Roma, Milano, Ginevra, Parigi e Londra.

I numeri del gelato
I consumi di gelato sono in continua crescita sia in Europa che in Italia, tra i più grandi consumatori ci sono i paesi nordici come Svezia, Finlandia, Regno Unito, Germania, si calcola che il consumo annuale in Italia è superiore a 15 Kg a persona, questo secondo gli ultimi dati forniti da Istat, Coldiretti, in pratica più di 280 g a settimana per italiano, una spesa complessiva di 5 miliardi di euro nell'ultimo anno per l’acquisto di coppe e coni, per il 60% gelati da lavorazione artigianale e per il 40% da lavorazione industriale.

Crescita del 5% tra il 2009 e 2013 ma solo 1% rispetto all'ultimo anno, una crescita più lenta del previsto, ci sono più di 39.000 punti vendita, più di seicento gusti diversi, ma i preferiti rimangono i classici Cioccolato (27%), Nocciola, Limone, Fragola, Crema, Stracciatella, Pistacchio, Fior di Latte.


Se la regione con maggiore punti vendita è la Lombardia con il 15,6% del totale, seguita dal Lazio, Campania, Veneto ed Emilia Romagna invece la maggiore per spesa è la provincia di Roma con 134,6 milioni, seguita da Milano con 133,9 milioni di euro e Torino con 95,7 milioni.

Il prezzo nelle gelaterie artigianali rimane alto con una forbice di prezzo piuttosto ampia si va dai 15-18 euro al kg al 30 euro al kg, quello industriale meno ma non è raro trovare gelati al supermercato che superano i 10 euro al kg.

All'estero il gelato spesso è sinonimo d'Italia, basta andare a Parigi o a Londra, le migliori gelaterie sono italiane, spesso di persone che si sono trasferite per lavorare all'estero, possiamo chiamarli anche i nuovi emigranti, e trovano nel gelato una loro professionalità come Mary, che da Milano si è trasferita a Parigi o come Gelupo e Sardo dalla Sardegna a Londra.


Tutti gelatai, boom più di gelaterie che di consumo di gelato
L'impressione che si ha camminando in alcune città è che tutti sono diventati gelatai, tanto marketing tante promesse di km zero e di gelato naturale, ma di naturale c'è molto poco, tante gelaterie che non hanno un laboratorio e allora il gelato da dove viene?

C'è chi utilizza delle basi già pronte e poi "aggiunge" il gusto in negozio, c'è chi invece se lo fa portare direttamente in negozio da un laboratorio semi industriale. Sono sempre meno le gelaterie che si preparano il gelato per conto proprio, che vanno alla ricerca degli ingredienti, provano e cercano soluzioni nuove con ingredienti nuovi, dalla farina di semi di carrube ai dolcificanti nuovi e naturali come il succo d'agave.

Tanti bravi professionisti ma anche qualche illusionista

Quello che un po' scorcerta sono le catene di gelaterie, non cercano di differenziarsi l'una con l'altra e demandano alle fotografie, alla grafica, in definita alla sola immagine la differenza, un dubbio mi assale è perchè sanno che i gelati sono tutti uguali?

Il mio interesse come ben sapete è rivolto alle tendenze nuove, rapito dalla fantasia e dalla creatività dei gelatieri, oggi anche il gelato si adegua alle nuove tendenze alimentari, nel tentativo di diminuire le calorie ma non il consumo e per venire incontro a nuovi stili alimentari :


I sorbetti
Fino a qualche anno fa, si facevano solo in casa, poi hanno iniziato a proporli le gelaterie artigianali e ora si possono acquistare anche al supermercato. Importante è guardare sempre la lista ingredienti sia dei prodotti che comprate al supermercato sia nelle gelaterie "artigianali". Hanno trovato la simpatia dei consumatori perchè sono senza latte, con il 50% di frutta e sono in genere privi di grassi, ma ricordate che contengono zucchero come un gelato.

Accanto ai classici gusti agrumi si sono affiancati nuovi aromi come l'abbinamento clementino e ribes (Glaces Glazed), fragola, frutti di bosco, fragolina di bosco (Il Gelato di San Crispino, Roma), si vede sempre più spesso nelle gelaterie il sorbetto al cioccolato che in teoria dovrebbe essere privo di latte, suggerisco di chiedete sempre prima in gelateria la lista ingredienti o semplicemente, è fatto con latte?

Mentre invece il sorbetto più originale secondo me è quello di Pierre Geronomi, in Corsica a Sagone, il sorbetto allo Champagne Veuve Cliquot, non è dietro l'angolo ma se questa estate siete in vacanza in Corsica, non perdetevi questo maestro gelatiere.


Senza latte e senza zucchero  (Gelato con latte vegetale)
Uno slogan che vediamo spesso scritto, ma cosa vuole dire lo si scopre dalla lista ingredienti, a volte il latte di mucca, viene sostituito da latte vegetale, uno dei gusti più diffusi nelle gelaterie artigianali è il gusto latte di mandorle, fatto però con il 50% di latte di mucca e 50% latte di mandorla, chiedere sempre prima con quale latte è realizzato, tra i miei preferiti i gelati da latte di soia della Gelateria Pradetto a Bressanone, mentre il senza zucchero, cioè senza saccarosio sempre più sostituito da edulcoranti, come il sucralosio da Gelateria Cesare a Pavia oppure dalla più famosa Stevia.


Lo stecco
Tornato di moda il gelato con lo stecco, il primo gelato industriale, sempre di più le gelaterie artigianali propongono in alternativa al gelato industriale, il gelato con lo stecco personalizzato, sulla scia del successo del gelato Magnum, da una parte l'idea mi piace ma dall'altro che il gelato artigianale imiti il gelato industriale mi fa un po' sorridere lo confesso, ma testimonia di come in realtà più che le gelaterie artiginali sono i gelati industriali a disegnare il mercato del gelato.


La novità più divertente: Enclair gelato di Christophe Adam
Da Parigi un' idea che ho trovato simpatica, magari si può discutere sulla modalità, ma è divertente sembra una versione gourmand del calippo, sulla scia del ritorno degli anni '70 dei cupcake push pops, cioè quel gelato che con una mano lo tieni fermo e quell'altra lo tiri sù e giù e lo fai scorrere in un tubo cilindrico, non era molto pratico e al 99% si rompeva in mano.

Ecco arrivare una versione più attuale e più trendy: enclair gelato, cioè éclairs glacés una pasta choux ripieno di gelato nel cartoncino tipo calippo, che sale su senza sporcarsi le mani. Enclair glacés al pistacchio e fragola, Enclair glacés alla Vaniglia del Madagascar e noci pecan, Enclair glacés al Cioccolato e nocciole pralinate, Enclair glacés al Caramello al burro salato, Enclair glacés al sorbetto frutto della passione, lamponi e cioccolato bianco, la modico prezzo di 6,50 €  da L' Eclair de genie!

Il trend dei gusti nuovi:

Kalamansi o Calamondino
Fa parte della nuove tendenza in cucina di utilizzare note agrumate diverse, così vicino ai gusti dei più noti limoni, arancio e mandarino sono arrivati dei gusti d'agrumi per il gelato più esotici come il kalamansi, molto diffuso nelle Filippine e lo Yuzu, più profumati ma anche più acidi e amari, a proporre il gusto Calamansi oltre ad Alperel che avevamo già visto nel 2011 ora è l'italo francese Amorino con gelaterie in tutti il mondo.

Una solo nota polemica, l'esotico piace tuttavia mi piacerebbe che qualcuno insegnasse ai gelatai che dei limoni o delle arance o dei mandarini ci sono più varietà e hanno note di profumo e sapore diverse, se si conoscessero di più le varietà di agrumi locali non ci sarebbe bisogno di ricorrere a questi agrumi asiatici, mi viene in mente il cedro, il chinotto, pompia della sardegna, il mandarino cleopatra, il clementino rubino, limetta rossa, proprio per questo segnalo il gelato al Bergamotto di Reggio Calabria lo propone il mitico Cesare di Pavia, un indirizzo molto frequentato da me e dai miei lettori.

Zenzero, Lime, Frutto della passione, il ritorno dei gusti esotici
Al di là delle affermazioni dei prodotti a km zero, quello che più si nota è il ritorno della frutta esotica nel gelato, per esempio Zenzero e Lime da Gelato Giusto, i gusti esotici di pitahaja, tamarillo, babaco e la frutta ripiena come Kiwano, Papaya, Maracuya, Lime della Bottega del Gelato, il sorbetto mango e frutta della passione di Tonitto, Kibana kiwi e banana alla Bottega di Leonardo,diciamo che il km zero nel gelato non ha trovato molta simpatia.


Mojito, Brandy, Whisky e Marsala Zabaione
Profumo di bevande e superalcolici nel gelato, il più originale il Mojito di Tokio di Glazed, ( il Mojito di Tokyo è la versione giapponese del Moijto, con sake, ramune, lime e menta) , gelato al Cognac, gelato al whisky di Angelys.
Sono stato a Roma negli ultimi giorni e ho visto che tra i gusti preferiti dei romani c'è lo zabaione, l'ho mangiato buono da Fiocco di Neve vicino il Pantheon e da Otaleg, uno zabaione al Marsala Florio. Mentre tra le bevande anche la Birra ha incontrato il gelato alla Gelateria della Musica a Milano.
Uno spunto molto divertente per una versione gelato del Mojito me l'ha data una bancarella del Mercato di Campo dei Fiori, il Virgin Italian Mojto, cioè il mojito senza alcool e senza rum in pratica acqua menta e limone.

Le mie gelaterie del cuore: 

Ci passo solo una o due volte all'anno perchè è fuori dalla mia strada abituale, tre negozi in Brianza e uno a New York, io vado in quello a Monza, accanto ai gusti classici, ogni volta una sorpresa, gelato alla Cipolla di Tropea, all'Asparago di Albenga, Limone bio con zenzero e miele di montagna, Fagiolini bio aceto di mele e foglie di menta, Granita con lavanda e limone di Siracusa, Gelato alle melanzane e coriandolo.

Non è proprio un gelataio ma il migliore pasticcere del mondo secondo la mia personale e bassissima opinione. Durante la stagione estiva propone i gelati, quest'anno presenta la coppa Celeste con gelato al frutto della passione, sorbetto alla fragole e composta di fragola e rabarbaro, ogni cucchiaio un sapore piacevole. Ragazzi che equilibrio di gusto, si sentono bene tutte e tre gli ingredienti, in particolare il frutto della passione e la fragola sia armonizzano insieme molto bene, c'è sempre da imparare da Hermè.

Il gelato di casa propria
Si, perchè il gelato è caro, gli ingredienti discutibili e allora, meglio farsi un gelato con o senza gelatiera come i colleghi blogger propongono, tanto sapete benissimo chi sono i maestri gelatai blogger, indicarne uno farei torto a tutti gli altri, fatevi il gelato in casa allo Zabaione, al Limone o al gusto che più vi piace, perchè ne guadagnerà il gusto, il portafoglio e anche la salute!

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lunedì 14 luglio 2014

Esiste una relazione tra il colesterolo e il tumore al seno?

Domanda di Fabiana G.: Esiste una relazione tra alti valori di colesterolo e tumore al seno?

Iniziamo con dire che il tumore ha cause multifattoriali (fattori genetici che si sommano a fattori ambientali e comportamentali), tuttavia c'è in una certa percentuale (22%) la possibilità che i tumori siano collegati all'alimentazione. Sicuramente i valori di colesterolo alto, quando sono dati da un'alimentazione poco equilibrata unita a poco movimento fisico, ci può essere una relazione, nel senso che può essere un segnale a cui bisogna prestare attenzione, questo non vuole dire che sicuramente si potrà sviluppare un tumore ma può indicare un indice di rischio.

In genere chi si alimenta in modo errato non ne ha la percezione, allo stesso modo in cui dà poca importanza all'attività fisica, che non vuole dire solo attività sportiva ma anche camminare, ballare e andare in bicicletta.

Se il rapporto con colesterolo cattivo e malattie cardiovascolari è noto e riconosciuto, il rapporto tra colesterolo e tumore negli studi epidemiologici lo è molto meno.

Si è sempre pensato che il colesterolo abbia un ruolo non positivo, non solo perché l'alimentazione può essere un fattore comportamentale di rischio ma perché il colesterolo può essere un precursore degli androgeni e degli estrogeni, ormoni associati allo sviluppo dei tumori ormoni-dipendenti, come appunto il tumore al seno e inoltre il processo di sintesi del colesterolo potrebbe condurre all'attivazione di geni pro-tumorali.

Qualche anno fa, è stato pubblicato uno studio che si basava proprio su queste ultime affermazioni, in alcuni gruppi di popolazione l'assunzione di statina poteva evitare di sviluppare il cancro al seno, successivi studi hanno fornito dati contraddittori mentre invece un altro studio epidemiologico indicava che  l'uso di statine per periodi di più di dieci anni aumentava il rischio di cancro al seno nelle donne in postmenopausa.


Avere un indici di rischio più alto, può non volere dire niente, ma anche in questo caso è un segnale a cui bisogna dare una certa importanza, cioè prevenzione e dei controlli periodici

Dal Colesterolo Totale all'importanza dei  bassi livelli di LDL nel cancro al seno.

In realtà il problema è ancora più complesso, proverò a spiegarlo:

In realtà parte del colesterolo in eccesso si trasforma in varie sostanze, del quale ancora sappiamo poco, alcuni studi hanno individuato queste due sostanze, ma potrebbero essere molte di più:

 - 27- idrossicolesterolo (27HC), si è dimostrato che questa sostanza stimola la crescita tumorale nelle cavie, tanto che valori alti di .27HC  sono stati rilevati nei tessuti di tumore alla mammella rispetto al tessuto non tumorale.

- dendrogenina A, un altra sostanza derivata dal colesterolo sembra che invece possa avere un effetto protettivo, si è visto in laboratorio che ha la possibilità di riportare il tumore uno stato di regressione e aumentare la sopravvivenza delle cavie.

Quello che possiamo dire oggi, in basi ai studi che abbiamo in disponibilità, è che c'è un rapporto tra colesterolo e tumore, alcune sostanze che il colesterolo produce nell'organismo possono stimolare la crescita tumorale o meglio favorire quelle basi per lo sviluppo del tumore come altre sostanze invece sembrano aiutino a tenerlo sotto controllo.

Un nuovo studio pubblicato di recente su Cell Reports in Australia, svolto dall'Università di Sydney dal Prof. T. Grewal, sembra indicare che alcuni tipi di cancro hanno una relazione con i livelli di colesterolo, come il cancro alla prostata, i tumori del fegato e il cancro al seno non tanto sui valori del colesterolo totale ma sul colesterolo cattivo LDL, che secondo questo studio svolge un ruolo importante, alti valori di LDL sono associati a una maggiore velocità di diffusione nel corpo del cancro, al contrario alti valori di HDL, colesterolo buono, sono associati ad una minore diffusione del cancro in altri tessuti. 

Al momento è questo il livello delle conoscenze, siamo più portati a pensare a un ruolo non positivo dei valori alti di colesterolo, in particolare per quanto riguarda il colesterolo cattivo LDL

In futuro attraverso una personalizzazione della prevenzione e della terapia del tumore al seno si potrà coinvolgere meglio l'alimentazione o più di quanto non venga fatto oggi, attualmente però è meglio cercare d'avere il colesterolo sui valori intorno alla norma, in particolare prestare attenzione ai valori di LDL, anche se per qualcuno è molto difficile.

Ricordate che la migliore arma contro i tumori e in particolare i tumori al seno è la prevenzione, alimentazione, movimento fisico e controlli periodici, in riferimento all'alimentazione e tumore al seno di cui ho già ampiamente scritto vi lascio il link un' alimentazione o una dieta può prevenire il cancro al seno?

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domenica 6 luglio 2014

Gelato alla Nutella, il gelato entra nella prima colazione?

Una notizia che arriva dall'America per la prima volta Nutella si unisce ad un altra azienda per la produzione di gelato in edizione limitata e solo fino a Settembre 2014, più esclusivo di cosi...

Cominciamo nel dire che la nutella con il gelato non è una novità in assoluto, da diversi anni nelle gelaterie artigianali, si può trovare del gelato con la nutella, leggo che quest'anno Ferrero ha creato per le gelaterie artigianali un prodotto da potere usare per indicare gelato con nutella, chi invece compra la nutella al super, non potrebbe indicarlo in teoria, lo può chiamare gelato alla crema di nocciole, cioccolato e olio di palma, purchè non indichi il nome Nutella.

Ogni volta che ho provato il gelato con la nutella però non ha mai soddisfatto il mio gusto, nutella e gelato è un associazione di idee che non mi piace in genere, gradisco molto volentieri un gelato al cioccolato o uno alle nocciole, oppure una bella grattugiatina di cioccolato buono sul gelato fior di latte ma la Nutella, se proprio devo anche d'estate su una buona fetta di pane.

In effetto ogni qualvolta un azienda di cioccolato è entrata nel mondo dei gelati, non ha mai avuto un grande successo, per esempio qui da noi la Cailler del cioccolato è entrata nel mondo dei gelati con l'azienda  Frisco ma il risultato è stato deludente, l'unico caso che ricordo più interessante è stato il cioccolato belga con il marchio Haagen Dazs, in sintesi quando un gelato al cioccolato è senza marchio è più buono.

Credo che più che altro sia un problema di scelta di qualità degli ingredienti, spesso riservano per il gelato del cacao scadente o anche perchè essere produttori di buon cioccolato ed essere produttori di gelato, non è la stessa cosa.

Quello che mi ha deluso nell'esperienza di Nutella è che si dichiarano di essere tanto italiani dentro, che loro non amano il loro paese lo adorano, ma cosa fanno? Si alleano per il gelato che è un prodotto riconosciuto tipicamente italiano con un azienda americana.

Mi sarei più aspettato che avessero affidato questo ruolo a Grom, sono entrambi piemontesi, entrambi della provincia di Cuneo, uno che racconta di raccogliere nocciole solo in provincia di Cuneo e l'altro di raccogliere fragole solo in provincia di Cuneo, prima o poi metti che non si vedono si prendono a testate, altrimenti che vuoi fare in campagna, chinato, tra le fresche frasche in provincia di Cuneo se non sei un cercatore di funghi e tartufi?

Per la cronaca la notizia è che Ferrero si unito all'azienda Carvel, che ha creato 4 gelati, quello al gusto di Nutella e poi come ingredienti in coppette gelato miste.

Una domanda sorge d'uopo ma la Nutella non era solo 15g per la prima colazione? Ha cambiato idea? Dopo averci fatto sorbire per anni la pubblicità sulla prima colazione e nutella! Ora come giustificano il gelato? Il gelato nella prima colazione per una corretta alimentazione? Se è cosi prepariamoci a sentirne di nuove e di divertenti.

Noi in Europa non lo possiamo provare, se qualcuno va in Usa, ce lo faccia sapere, la sensazione è che non ci siamo persi niente, va beh continueremo a metterla sul pane...

Fonte e foto: Time


giovedì 3 luglio 2014

Sorbetto al lampone Santa Rosa e sorbetto al lampone Tonitto

Sempre più spesso nei reparto gelati del supermercato troviamo i sorbetti, un alternativa al gelato che piace molto a coloro che sono a dieta, perchè il sorbetto rispetto al gelato ha il 50% di frutta  e il 50% di sciroppo d'acqua e zucchero, ha meno grassi del gelato perchè non c'è latte o meglio prodotti derivati del latte.

Se fino a qualche anno fa si facevano solo in casa o si potevano trovarli solo nelle gelaterie artigianali, da qualche anno li troviamo anche al supermercato, ma come sono? Abbiamo preso come esempio due prodotti il Sorbetto di Tonitto al lampone e il sorbetto di Santarosa al lampone per fare un confronto.


Un confronto interessante l'azienda Tonitto è un azienda di Genova che solo da poco è entrata nella grande distribuzione erano noti qualche anno fa i suoi sorbetti al pompelmo rosa e ai frutti di bosco. Un azienda artigianale storica di Genova, produttrice inizialmente di solo gelato, alla guida tre "giovani ragazzi" che hanno ereditato l'azienda e stanno trasformando l'azienda artigianale ad un'azienda industriale di qualità. Un approccio diverso per esempio rispetto a Grom, ma lo stesso molto interessante.

L'azienda invece Santa Rosa è stata acquistata da Valsoia, si proprio quelli che fanno il gelato alla soia, che sono famosi per utilizzo della soia in generale nell'alimentazione. Hanno deciso di rilanciare il marchio Santa Rosa, negli ultimi anni finito nel dimenticatoio, noto per le confetture di frutta ma che la vecchia proprietà aveva reso un marchio poco interessante più vicino all'offerta speciale che alla salute.


Immagine e pakaging
Entrambi i marchi giocano sul contrasto di colore, bianco e colori vivi della frutta, un insieme molto gradevole più discreto e raffinato Tonitto, richiama invece più l'attenzione Santa Rosa , devo dire un disegno di Packaging molto accattivante che conquista l'occhio, ma forse un po troppo.


Ingredienti
Diverso invece gli ingredienti più breve la lista ingredienti Tonitto, molto più lunga quella di Santa Rosa, anche se entrambi adoperano Tonitto stabilizzante e 405 e gomma di xanthan. Santa Rosa si differenzia perche mette nel contenuto la confettura, lo sciroppo di glucosio, fruttosio (nella confettura è pero sciroppo di glucosio -fruttosio) e destrosio in più allo zucchero già presente, un sapore un po' troppo dolce al mio palato nonostante nella tabella nutrizionale gli zuccheri di Santa Rosa sono inferiori.


Ricordo che fruttosio e destrosio, spesso si ricavano dal mais, senza creare allarmismi non il caso per una pallina di sorbetto ma alcuni ricercatori hanno espresso qualche perplessità verso questi tipi di zuccheri nella lista ingredienti.




La mia preferenza a livello di gusto va a Tonitto, sembra più semplice più elementare e vicino a un sorbetto fatto a casa.


Origine della frutta?
Entrambi però hanno qualche pecca, non sappiamo origine della frutta, da prodotto fresco o da prodotto congelato? Lamponi italiani o lamponi di dove altro? Sicuramente lamponi di coltivazione e non di bosco, un po' d'informazioni sulla frutta che è il principale ingrediente sarebbe stato più indicato.

Tutti argomenti che potrebbero essere presi dai futuri concorrenti. In teoria Santa Rosa è più ricco di frutta 70%  se mettiamo insieme il 55% + il 50% contenuto nella confettura, mentre Tonitto 60%, ma la percezione del gusto non è la stessa.

Il prezzo fa la differenza
Il prezzo elemento non poco importante, si tratta di due prodotti industriale ma tonitto 8,50 euro/kg e Santa rosa 13,40 euro al kg + 60%, non è proprio una differenza di poco conto per due prodotti abbastanza simili, ma ahime anche lo sciroppo di glucosio, il fruttosio e destrosio costano anche più dei lamponi, che siano questi a fare la differenza di prezzo?


Sintesi: chiaramente il miglior sorbetto è quello che vi fate a casa, nel caso dei lamponi è meno semplice raccogliere mezzo chilo di lamponi nel bosco, tuttavia si possono fare i sorbetti dal limone al melone.

Anche se il sorbetto non ha grassi perchè non ha latte, tuttavia ha zuccheri, più o meno come un gelato, la cui quantità va tenuta conto nella somma giornaliera degli zuccheri e delle calorie in rapporto alle calorie spese.

Fa' caldo, oggi no ma arriverà prima o poi, quindi una o due palline di sorbetto perchè no, ma senza esagerare, lo dico perchè vedo persone iniziare e finire l'intero barattolino da 250g o da 350g, solo per ricordare che un eccesso di zuccheri, facilmente può trasformarsi in calorie in più e quindi favorire il sovrappeso se si ha una dieta in cui le calorie introdotte sono più di quelle che si spendono.