sabato 29 giugno 2013

Il latte è un veleno? Seconda parte: salute delle ossa, latti vegetali e la comunicazione confusa

Continuiamo il nostro percorso sul tema del latte, un invito a leggere anche i commenti del post precedente dove abbiamo scoperto il latte di dromedaria grazie Monsieur Tatin, la nostra simpatica Stefania Araba Felice ci ha fornito la sua opinione diretta tra le dune del deserto, interessante anche il punto di vista della nostra Arianna che ci parlato del processo di omogeneizzazione del latte e dei problemi che questo potrebbe dare, abbiamo anche scoperto un picco di cistite tra i lettori  e le lettrici del blog, vi sto preparando un post, intanto prendete l'antibiotico, rassicuriamo che non è il blog che fa venire la cistite a furia di farsi due risate, ringraziamo tutti dei commenti che mi aiutano ad avere una discussione più ricca e varia anche di un  commento "infiltrato" leggete avanti.

Lo yogurt stimola il nostro sistema immunitario?
Nella prima parte abbiamo visto come è nato il consumo di latte dal dopoguerra e di come si è modificato il consumo del latte, tuttavia oggi le aziende più che puntare sul consumo di latte, puntano tramite la comunicazione al consumo di porzioni di latte con budini, creme, ma sopratutto negli ultimi anni yogurt e latti  fermentati, daltronde da 0,35 euro al litro l'acquisto del latte ai produttori certi yogurt arrivano anche a 8, 9 euro al litro un grande business, tuttavia se per esempio guardiamo ai probiotici, la pubblicità ci ha convinti che sono solo nello yogurt invece possiamo trovarli anche nelle fibre vegetali ( leguminose, cereali completi, legumi e frutta). In definitiva non è solo lo yogurt.

Reale incidenza sulla salute delle ossa e dell'Osteoporosi
La comunicazione e i livelli raccomandati puntano molto sulla salute delle ossa e sul'osteoporosi (vedi pubblicità Danaos); basta solo bere latte? Questo ha senso solo nei bambini, adolescenti e ragazzi  per aggiungere il picco di massa ossea, le raccomandazione dicono che il consumo dei prodotti con latte devono essere all'interno di un alimentazione equilibrata ricca di frutta, verdura  e legumi, che contengono calcio, quindi calcio da fonti diversificate, a cui bisogna aggiungere attenzione alla Vitamina D e alla pratica dell' attività fisica che non fa mai male.
Sono tre i cardini della prevenzione della salute delle ossa: un adeguata assunzione di calcio, vitamina d, attività fisica.

Ma nell'età adulta? Per mantenere dovrebbe essere sufficiente 1 porzione al giorno secondo molti o al massimo due secondo l'American Institute for Cancer Research, però, ha emesso un avvertimento: i prodotti lattiero-caseari devono essere consumati in piccole quantità. Secondo gli esperti, non più di 2 al giorno, la medicina ufficiale invece punta a 3, ma quello che invece dovrebbe essere più importante è avere una particolare attenzione a non favorire un alimentazione con eccesso proteico che crea in gergo quello che si chiama acidità, che consuma il calcio osseo.

L'assunzione di troppi prodotti derivati del latte possono condurre allo stesso problema dei troppo prodotti con zucchero e troppo prodotti con grassi.

Famoso oramai studio sull' Osteoporosi fonte Wikipedia ""Harvard Nurses' Health Study, che ha seguito clinicamente oltre 75.000 donne per dodici anni, ha mostrato che l'aumentato consumo di latte non avrebbe alcun effetto protettivo sul rischio di fratture. Anzi, l'aumentata introduzione di calcio attraverso latte e latticini era associato con un rischio di fratture più elevato. Le proteine contenute nel latte hanno infatti un alto grado di acidità, e ciò significa che, per quanto il latte possa fornire calcio e vitamina D, provocherà anche delle reazioni fisiologiche volte a tamponare l'acidità provocata dall'assorbimento delle suddette proteine con conseguente impoverimento dei depositi di calcio contenuti nelle ossa"

Non mi piace bere latte, che fare?
La mia esperienza personale e che dopo una certa età ho sempre fatto più fatica a bere latte, tra i disturbi più frequenti il male di testa, cosi ho risolto sostituendolo con lo yogurt che mi faccio a casa, da latte crudo o da latte bio.

Ci sono anche delle altre delle fonti alternative, un bicchiere di latte apporta più o meno 230 mg di calcio che equivale a 30g di formaggio, 4 sardine sott'olio o a 3 bicchiere di acqua fortemente mineralizzata, altri alimenti che possono concorrere nel soddisfare i livelli raccomandati di calcio, sono mandorle, nocciole, gamberi, prezzemolo, spinaci, cavoli, arance.

Occorre ricordare pero che solo il 30% contenuti in questi alimenti è assimilabile per assimilarne di più occorre veicolarlo con la vitamina D, prendere sole e consumare pesci grassi e il movimento fisico che non guasta.

Su questo argomento in dettaglio ci torniamo settimana prossima con la differenza tra latte, yogurt, formaggio.

I latti vegetali o bevande vegetali?
Il termine di latte è improprio sarebbe più corretto parlare di succo o meglio di bevanda perchè si tratta di una melange di acqua e grani, o cereali o frutta secca, per esempio il latte di mandorle, il latte d'avena, il latte di riso m anche il latte di canapa, semi di girasole e sesamo, imitano il latte nel colore e nella tessituta ma non è latte, tuttavia rappresentano un alternativa interessante hanno meno materia grassa, sono più digeribili ma ricordate che non hanno calcio a meno che non sia aggiunto.
Personalmente non li ritengo dei sostitutivi del latte dal punto di vita della nutrizione, ma li ritengo dei sostitutivi del latte in cucina: una crema inglese con il latte d'avena, le crepes con il latte di riso.

Cosa contengono i latti vegetali?
In teoria i latti vegetali hanno naturalmente un contenuto di minerali, vitamine e acidi grassi insaturi che possono avere un impatto positivo sui livelli di lipidi nel sangue e quindi effetti significativi sulla funzione cardiovascolare, però la maggior parte dei latti vegetali in vendita sono ora arricchiti con vitamine e minerali, rendendo il loro valore nutrizionale più interessante, ma quanto questo sia naturale è tutto da verificare, a volte sempre più di trovare di fronte a un integratore di vitamine e sali minerali.

Il nome delle bevande indica l'origine dei grani apporto più o meno varia dalle 35 alle 60 kcal per 100g, contengono inoltre altre sostanze danno corposità come olio vegetali, sale, addensanti naturali ma anche no, zuccheri come il succo d'agave, aromi. Alcune bevande sono arricchite in calcio, la più interessante forma di calcio aggiunto che deriva dalla lithothamne, un alga naturalmente ricca di calcio (in Italia unici prodotti che ho visto sono la bevanda Coop al riso e nella Scotti Chiccolat + calcio vegetale ),  a seconda delle marche vengono arricchiti di vitamine e altri sali minerali, al fine di creare un alimento più ricco, ma in tutti i casi non vanno considerati come il latte.

Qual'è il loro interesse nella salute degli adulti?
Hanno un basso contenuti di lipidi e possono fare parte del'alimentazione di quelle persone che hanno il colesterolo alto o anche i trigliceridi alti, anche i principali clienti dei latti vegetali sono gli allergici e gli intolleranti al latte vaccino, inoltre permettono di variare il sapore all'interno di un alimentazione varia ed equilibrata.
Però ho visto che in alcuni supermercati i latti vegetali occupano un superficie di almeno il 25-30% della superficie dedicato ai latti, un numero molto più alto rispetto ad allergici e intolleranti, bisogna tenere conto che i latti vegetali che piaccia o no hanno un pubblico molto più vasto di quello per cui sono stati pensati, vuoi per scelta di gusto vuoi per altri motivi.


Latti o bevande vegetali sono rischiose per la salute?
No non lo sono se utilizzate in modo proprio, non sono consigliati ai bambini secondo la medicina ufficiale prima dei due anni o solo nel caso di allergie in quanto non sono appropriati (meglio il latte materno o il latte artificale), perchè poveri poco calorici, poche proteine e assenza di calcio, nell'adulto possono essere un ottima alternativa ricordarsi che non sostituiscono il latte inteso come calcio e proteine.

Il latte di soia o bevanda di soia?
è interessante dal punto di vista nutrizionale, privo di colesterolo, acidi grassi saturi, lattosio, ricco in fitoestrogeni aiuta le donne durante il periodo della menopausa a limitare i sintomi delle botte di calore, ma contiene fito-ormoni, non è consigliato durante la pubertà per non perturbare lo sviluppo ormonale.
Le proteine della soia possono essere allergizzanti come quelle del latte vaccino, il tenore di calcio è debole 25 mg per 100g e spesso viene aggiunto.
Bisogna però anche dire che il tenore di isoflavoni, fitoestrogeni presenti nella soia a cui si è attribuito proprietà anticancro, il dato è discutibile, tuttavia il contenuto d'isoflavoni varia da marca a marca, in alcuni paesi c'è scritto sulla confezione la quantità giornaliera raccomandata,.

Il latte di mandorle o bevanda alle mandorle?
apporta circa dalle 30 alle 50 kcal/100 ml, senza glutine si adatta sopratutto ai celiaci, tuttavia i valori nutrizionali possono variare da latte di mandorle a latte di mandorle poichè dipende dalla lavorazione, ho trovato latte di mandorle che contengono anche 130-140 mg di calcio, vitamina A e sali minerali, ma in molti casi il calcio è aggiunto in quanto non sempre nella lavorazione il contenuto di calcio del frutto si trasferisce al liquido, per cui controllate sempre all'atto d'acquisto i valori nutrizionali e se si tratta di calcio aggiunto.
Effetti negativi le mandorle è il contenuto di lipidi superiore alla media, può essere una bevanda difficile da digerire o per lo meno impegnativa, i bambini e gli adulti allergici alle arachidi sono spesso allergici anche al latte di mandorle.

Il latte d'avena o bevanda all'avena?
più o meno 45 kcal/100 ml fornisce zuccheri lenti eccellenti per attività energetica, contiene dei galacto-lipidi che hanno un effetto positivo sul sistema nervoso, è noto per aiutare a lottare contro lo stress. Inconvenienti contiene glutine quindi non è adatta agli intolleranti al glutine mentre è  povero di calcio non si adatta molto ai bambini e ai ragazzi in fase di crescita.


Il documento della prima colazione in Italia?
Qualche anno tempo fa Federalimentare e Aiipa associazione delle industrie alimentari hanno creato un documento per la prima colazione in collaborazione con (NFI) Nutrition Foundation of Italy.

C'è da chiedersi visto che parliamo di Federalimentare se oltre all'iscrizione delle aziende queste percepiscano fondi pubblici, viene da pensarlo dal momento che sul sito hanno i link del governo e del ministero dell'industria.

Trovo originale che non hanno chiesto l'aiuto non ad una Università? Non dell'Inran, Istituto Italiano di Nutrizione? Ma ad NFI, un associazione a carattere privato che si presenta come un centro studi sull'alimentazione, andando a leggere sul sito hanno studi positivi sull'alimentazione, si vede che sono positivi ad oltranza il buon umore fa bene, fa buon sangue, bravi, beati loro, nulla da dire ogni persona si sceglie gli interlocutori che desidera.

Un documento di cui non ho compreso bene la natura, latte, cereali, creme alla nocciola nella prima colazione, sembra ma potrei sbagliarmi che il latte veicola il consumo di cereali, quei prodotti cosi discussi della tradizione americana e la presenza della crema alla nocciola come prodotto della tradizione mediterranea, sicuramente è del tutto fortuito e casuale  il fatto che il presidente di Federalimentare sia un uomo di una di quelle aziende della crema alla nocciola spalmabile, bene cosi nulla di male, ma quello che mi piacerebbe sapere se questo documento sia stato pagato dai soldi dei contribuenti o delle aziende?

La mia è solo una semplice curiosità, perchè ho qualche dubbio su qualche nome, magari è un caso di omonimia e non c'èntra nulla, non è per caso qualcuno non volendo, una somiglianza, succede, qualcuno che ha firmato il documento è anche consulente per le aziende del settore alimentare o di qualche multinazionale del settore? Ripeto è una semplice curiosità per riuscire a capire meglio la natura del documento che faccio fatica a comprendere.


C'è scritto nella prima pagina del documento "Realizzato con il contributo incondizionato di AIIPA - Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari - Divisione Cereali pronti per la prima colazione"



Fa piacere in ogni caso che il server dell'Aiipa sia tra i miei più fervidi lettori appassionati ....


Comunicazione poco felici, conflitto d'interesse e affidabilità 
Abbiamo detto che la maggior parte dei studi sul latte sono pagati dalle aziende del latte, come possono essere negativi, non c'è conflitto d'interesse? Diciamolo che una parte della comunità scientifica ha un po' esagerato il latte afrodisiaco, il latte fa dimagrire il latte aiuta a prendere il premio Nobel, questo ha portato a un clima di  troppa confusione che fa perdere credibilità alle iniziative, ma sopratutto ai prodotti, che finiscono per essere boicottati perchè la cattiva comunicazione predispone male i consumatori , inoltre trovo sia più corretto dichiare pubblicamente che lo studio è stato volto per l'azienda tizio, caio e sempronio. non ci sarebbe nulla di male e toglierebbe il fantasma dell' equivoco

Perchè il segreto della comunicazione è nella continuità, nessuno dimentica quello che hai detto ieri, lo valuta in quello che dici oggi e in quello che dirai domani, l'interlocutore non dimentica, come si può essere preso sul serio se oggi sei sponsorizzato con il marchio davanti e di dietro dall'azienda che produce latte e parli bene del latte, sei sponsorizzato dall'azienda che produce crema al cioccolato e parli bene del cioccolato, sei sponsorizzato dall'azienda che produce omega 3 e parli bene degli omega 3, una domanda si pone ma se sei sponsorizzato dall'azienda che produce arsenico, parli bene anche di quello?

Questo è quello che oggi succede sul latte e i prodotti derivati del latte, una cattiva comunicazione,  con personaggi decisamente discutibili, che cambiano bandiera e opinione più velocemente dei politici, che sgomentano per il loro atteggiamento che seminano diffidenza e circospezione sia nei consumatori e nella stessa comunità scientifica.

Il latte è o non è un veleno? Probabilmente no, ma dateci dei motivi per pensarlo e non dei motivi per averne un opinione negativa.


continua

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Un esempio di pubblicità molto divertente e positiva nonostante sia un po' sopra alle righe, che conferisce un contesto positivo ai prodotti bio, al di là di quello che si possa pensare.





martedì 25 giugno 2013

Farmaci generici il grande raggiro? Dal farmaco generico al farmaco equivalente: autogenerico, il generico similare, il generico assimilabile

Prima di proporvi il secondo post sul il latte è un veleno? Devo tornare alla cronaca attuale o per lo meno di quello che succede nella mia famiglia, è dalla quotidianità che prendo spunto per il blog, per farlo devo riprendere il post dello scorso anno sui farmaci generici o equivalenti, un post molto criticato, so di avere espresso un parere contro corrente, ma come io avevo detto i farmaci generici oltre a non essere tutti uguali come il farmaco originario per la maggior parte sono un sistema che permette alle aziende di traslocare i luoghi la produzione dei farmaci dai paesi europei ai paesi dell'asia o del sudamerica, il consumatore rispamia a volte qualche euro ma ci troviamo cosi sulle spalle i disoccupati, in definitiva un risparmio della spesa sanitaria ma un aumento del costo sociale.

Bisogna inoltre tenere conto che questo si traduce anche in un minore investimento nella ricerca medico scientifica, non è casuale come dicevano  P. Even e B. Deprè, nel libro 4000 farmaci inutili e dannosi, l'industria farmaceutica in Europa ha abbandonato la ricerca e si è dedicata al marketing, se non c'è ricerca non c'è neanche futuro.

Per dare più fiducia al farmaco generico vista la forte opposizione dei consumatori è stato scelto di chiamarlo farmaco equivalente in Italia perchè aumenta il grado d'accettazione, una scelta che secondo me la dice alla lunga sulla volontà politica ed economica.

Ieri ho mandato mia suocera in farmacia a prendere un farmaco mi è tornata bella contenta con un generico che costava il 30% meno ma con meno principio attivo, ha dovuto cosi subire da me un piccolo "rimprovero", mi spiace poverina non è colpa sua, ma a tutti è presa la moda del generico e per una persona anziana risparmiare è importante, solo che non tutti i generici sono uguali, di una molecola sul mercato possiamo trovare anche 30 generici, sono tutti uguali? Cos'è il copia e incolla globalizzato?

Mi permetto di dare alcune indicazioni generali che possono andare bene per tutti i consumatori in Europa tranne l'Italia. 
Si, perchè secondo la legge italiana tutti i farmaci generici anzi farmaci equivalenti sono uguali ai farmaci di marca, così riporta scritto il sito farmaco equivalente e quello dell'agenzia italiana del farmacobeati voi!,
Noi all'estero invece no, non so se è vero e non ho potuto verificarlo, non voglio metterlo neache in dubbio, chi sono io per dire che non è vero? In Italia ci vengo solo due giorni alla settimana e non compro farmaci, quindi parlo per il resto d'Europa e del mondo.


I farmaci generici si dividono in:

Farmaco autogenerico: la molecola è una vera copia dell'originale, ha lo stesso principio attivo, lo stesso dosaggio e lo stesso eccipiente.

Farmaco Generico Similare: il principio attivo è equivalente, la presentazione galenica è identica, ma gli eccipienti sono differenti.

Farmaco Generico Assimilabile: il principio attivo si presenta in altra forma chimica, con una presentazione galienica differente e degli eccipienti differenti.

Il mio consiglio è quello di confrontare sempre la composizione del farmaco di marca con il farmaco generico. Qualche volta il farmaco generico arriva dalla stessa multinazionale del farmaco di marca ma da uno stato diverso con diverso nome della società, a volte invece sono vere e proprie aziende molto lontane la cui tracciabilità del farmaco può essere difficilmente garantita.

Ricordate non siete obbligati ad accettare il generico quando il farmacista lo propone, anche quando vi dice che non sarà rimborsato, non fate come mia suocera che lo ha preso con il pretesto di risparmiare,

Abbiamo già nel precedente post documentato il concetto di biodisponibilità  e di bioequivalenza terapeutica, che spiega perché un antibiotico può guarire in due giorni contro 6 giorni per un generico a causa della sua minore concentrazione anche se si guarisce lo stesso. 

Secondo Dr. Sauveur Boukris autore di "Médicaments génériques: la grande arnaque",chi non deve prendere i generici?
I generici non dovrebbero essere indicati in coloro che hanno delle malattie croniche (esempio diabete malattie cardiovascolari).

Secondo Dr. Sauveur Boukris autore di "Médicaments génériques: la grande arnaque", chi può prendere i generici?
Io non sono contro i generici per principio tuttavia ritengo che sono adatti a pazienti giovani, in buona salute per un periodo di tempo breve e per una patologia facilmente risolvibile.

Il mio invito è quello di consumare i farmaci sono al bisogno e solo su stretto consiglio medico.

Per quelli che vogliono saperne di più consiglio il libro el Dr.Sauveur Boukris "Médicaments génériques: la grande arnaque" letteralmente tradotto "farmaci generici : il grande raggiro", di cui condivido molte pagine, in particolare quando si sostiene che questo metodo farà risparmiare le casse dello stato, ma visto i risultati del generico e delle nuove consultazione che richiedono il risparmio è relativo (tranne in Italia, ovviamente)!


Informazione di servizio, bollettino dei naviganti: si dice che Google Friend Connect a luglio verrà chiuso, peccato perchè i miei 863 lettori fissi me li sono guadagnati tutti, questo è un blog di nicchia, personalmente sono stanco di rincorrere social media network, chi vuole restare aggiornato si iscriva alla mia pagina Facebook di Papille Vagabonde che viene aggiornata giornalmente automaticamente come anche il mio profilo su Twitter il mio nickname Gunther64, altre cose basta sono stanco, che vadano i manager dei social network a cercarsi i contenuti, io non inseguo più nessuno, altrimenti si trasforma in un lavoro e fare un blog non è un lavoro per quanto impegnativo, sopratutto non è un lavorare gratis per altri, pazienza male che vada mi leggerò da solo come un matto!

venerdì 21 giugno 2013

Il latte è un veleno? prima parte

Un post molto atteso, quello che voglio fare capire è perché siamo arrivati ad una situazione in cui abbiamo un partito che vorrebbe che bevessimo latte 24 ore su 24 (aziende e una parte della comunità medico scientifica sponsorizzata dalle aziende) e un altro che invece non desidera nemmeno vederlo ( molti consumatori, vegani,  parte della comunità medico scientifica che si occupa di cancro, naturopati, omeopati), due partiti che in qualche modo cercano d' influenzare le nostre scelte, chi ha ragione?

Negli ultimi anni quest'ultima fazione del no latte acquista sempre di più condivisione, simpatia e sostenitori per più ragioni con la conseguenza della riduzione dei consumi di latte e dei prodotti derivati del latte, che ha messo in allarme le aziende che fanno del latte il core business . 

Probabilmente con questo post non risolverò il conflitto ma forse riusciremo a capire qualcosa in più per alimentarci con più serenità, purtroppo non ho la capacità di sintesi nel mio DNA.


Perchè da tanti anni ci viene raccomandato di bere latte?

"Vuoi essere studioso, solido, forte e vigoroso, bevi latte" è un claim di una pubblicità del latte del 1953, siamo nel pieno dopoguerra, cresceva una nuova generazione che aveva subito delle forti ristrettezze alimentari, il latte viene visto come un alimento per "rinforzare" la popolazione dopo i patimenti della guerra.

L'industria alimentare muove i primi passi grazie alla possibilità di conservazione e trasporto del latte, non è casuale che le grandi multinazionali delle industrie alimentari nascono in quelli anni, proprio grazie alla distribuzione e alla commercializzazione del latte.

Di lì a poco il gesto d' acquistare latte , diviene un valore sociale molto forte, acquistare latte voleva dire essere dotati di un buon potere d'acquisto e fare una parte di una nuova classe emergente la borghesia, lontana dalla classe contadina che invece il latte lo produceva.

In questi anni che nascono le prime società scientifiche di nutrizione, sponsorizzate proprio dalle aziende che producono latte, arrivano le raccomandazioni giornaliere dei 3/4 prodotti di latte al giorno.

Le raccomandazione sono valide ancora oggi? Difficile dal dire dal momento che abbiamo una popolazione ipernutrita e che oramai la guerra è finita da un pezzo! OMS raccomanda le due porzioni giornaliere per esempio, il 50% meno di quelle di molti paesi occidentali.


Ma il latte del dopoguerra è lo stesso latte del 2013?

Ovviamente no, nel 1953 sono apparsi i primi processi di sterilizzazione UHT, negli anni sono state modificati la selezione delle mucche da latte, dei metodi d'allevamento e alimentazione, favorendo quelle specie che danno una maggiore quantità di latte indipendentemente dalla qualità.

Negli anni '70 che il latte diviene un alimento stardardizzato per quantità di grasso e di proteine, alcuni latti hanno diminuito la materia grassa, ma anche contenuto di vitamine e di sali minerali, nascono cosi i latte con aggiunte, dall' olio vegetali, olio di pesce, vitamine e sali minerali, secondo le etichette tutti perfettamente naturali e noi ci crediamo tantissimo.

Unico latte oggi simile al latte degli anni 50 è il latte crudo, da consumare solo bollito e per adulti, io che ho qualche anno in più e stavo da mia nonna che aveva le mucche, ricordo ancora il latte vero quello che lasciava la panna nella bottiglia e credetemi era tutta un altro latte, un altro profumo, un altro sapore, oggi quando apro una confezione di latte mi sembra acqua mi viene la depressione, la densità è molto differente e nemmeno paragonabile nè il profumo nè il sapore!

Sarà un latte più sicuro a filiera controllata come le aziende sostengono certo è che è un altro alimento rispetto a quello del 1950.

Ci sono oggi più intolleranti al latte? Intolleranza al lattosio allo zucchero del latte e intolleranza alle proteine del latte.

L'intolleranza al latte riguarda più o meno il 10% della popolazione, sarebbe più corretto distinguere le due intolleranze, da non confondere con le allergie
Negli ultimi anni questa percentuale è cresciuta sopratutto negli adulti, tra i sintomi più notti gonfiore di stomaco, ballottamenti, aria,  sintomi comuni al 70% della popolazione mondiale in quanto i popoli asiatici e africani non hanno ancora sviluppato l'enzima della lattasi.

Si fa risalire il dato dell'aumento dei casi d'intolleranza alle nuove comunità che sono entrate nei paesi occidentali  ma secondo fonti non verificabili la nuova curva di intolleranza al latte è nata da quanto sono utilizzati in agricoltura per dare da mangiare agli animali  mangimi o cereali provenienti da agricoltura Ogm come la soia, la medicina ufficiale esclude questo rapporto ma la coincidenza dell'aumento delle intolleranze negli ultimi anni è "originale".

Intolleranza al lattosio, ne abbiamo parlato spesso, una maldigestione del lattosio, flatulenza, meteorismo e crampi addominali i sintomi più frequenti associati anche alle quantità del latte, secondo alcuni studi si verifica dopo un assunzione di almeno 250 ml di latte.

Intolleranza alle proteine del latte, qui le fonti si dividono in due schieramenti quelli secondo cui l'intolleranza alle proteine del latte riguarda solo i bambini  ed è transitoria in genere si risolve dopo i 5 anni e quelli che sostengono che questa intolleranza riguarda anche il mondo dell'adulto, diversamente dall'intolleranza al lattosio non dipende dalla quantità ingerita, Si pensa che sia un intolleranza alla caseine che manifestano disturbi gastrointestinali, respiratori e cutanei. 
Secondo alcuni l'intolleranza alle proteine del latte provoca una non digestione delle proteine che possono portare nel tempo non solo a a infiammazioni locali ma a enteropatie, malattie immunologiche che si traducono in dolori articolari, emicrania, problemi cutanei, la sospensione di prodotti lattari per tre mesi ha diminuito i sintomi nel 70% dei casi.

Entrambe le intolleranze possono essere diagnosticate, non è raro soggetti che se ne accorgono in età adulta avanzata, evitano di bere latte perchè hanno visto che crea loro un disturbo

Il latte provoca malattie?

La storia delle ricerche scientifiche essendo queste sponsorizzate dall'aziende del latte dimostra che non ce ne sono, tuttavia negli ultimi anni sono emerse ricerche indipendenti che dimostrano di come alcune relazioni positive tra latte e derivati del latte e alcune patologie non potevano essere condivise dalla comunità scientifica e la loro importanza è stata molto ridimensionata se non ribaltata (come osteoporosi).

Ci sono alcune ricerche che indicano che il consumo di molte più porzioni al giorno, (+ 3) possono provocare mal di testa, emicrania, poliartrite reumatoide, malattie dell'apparato ottorino laringoiatra, sviluppo del cancro al seno (ricordo che il cancro ha cause multifattoriali).

In un recente studio dell'Università di Harvard indica che 3 bicchiere di latte al giorno provoca dal 30 al 70% della percentuale in più di possibilità di sviluppare il cancro alla prostata, per contro è stata pubblicata un altra ricerca che indica che il consumo di latte di 1 o 2 bicchiere al giorno evita il rischio di cancro al colon.

L'impressione che si ha è che se viene pubblicato uno studio negativo sul consumo di latte immediatamente ne appare uno positivo come per magia e la tempistica nella comunicazione non è casuale.

Una strategia di comunicazione volta da parte delle aziende a dimostrare non c'è "univocità" sulla relazione tra cancro e latte, non c'è univocità tra diabete di tipo 1 e latte, non c'è univocità tra ASD e Latte, per forza hai creato una ricerca ad hoc che dice una cosa contraria, una scappatoia che spesso viene utilizzata dalle aziende e dai loro comitati scientifici a difesa dei prodotti, (altrimenti a cosa servirebbe un comitato scientifico) non è casuale il fatto che chi fa la ricerca è sempre all'interno del comitato scientifico dell'azienza del latte o da essa sponsorizzata, la casualità della casualità.

La realtà rimane difficile da valutare sopratutto per la forte pressione sociale ed economica che esercitano le aziende alimentari a favore del latte e questo negli ultimi anni viene interpretato e visto ancora di più come un segnale negativo ma se fa tanto bene perchè spendi cosi tanto per dimostrarlo, controllando la comunicazione, anche quando non ne hai bisogno?


il video non c'entra niente.... ma spero vi faccia sorridere

mercoledì 19 giugno 2013

Tronky al Pistacchio, novità snack

Novità in casa Ferrero arriva con la bella stagione la nuova versione di tronky al sapore di pistacchio, forse non era il periodo migliore per presentarlo visto il caldo è più facile preferire un gelato come snack, qualcosa di fresco, ma questo è quanto deciso dall'azienda.

L'utilizzo del pistacchio è uno degli ultimi trends del settore alimentare ne avevano parlato nel caso del gelato al pistacchio (polvere di spinaci), yogurt al pistacchio, creme dessert al pistacchio, non potevano quindi mancarci anche gli snacks al pistacchio.


Incremento dell'utilizzo del Pistacchio negli ultimi anni ha dell'incredibile, se nel 1986 solo dieci prodotti contenevano pistacchio come ingredienti oggi sono più di 1000 (Fonte Mintel), ad i classici paesi produttori dell'area medio orientale come Iran e Turchia, negli ultimi anni si trova sul mercato molto pistacchio americano proveniente dalla California e dal New Messico a un prezzo più basso, tuttavia non è raro, perchè un ingrediente che ha sempre un certo prezzo, utilizzo di coloranti, percentuali basse di pistacchio, unite al quantitativo di mandorle.

In sintesi il colore del pistacchio con il sapore della mandorla, non posso non citare il Pistacchio di Bronte DOP,un pistacchio di qualità, attualmente poco valorizzato, dalle stesse aziende italiane. 

Se per l'Italia può essere una novita non lo è per l'estero dove il pistacchio viene utilizzato in particolare negli snacks da diversi anni, se pure è una novità per Ferrero, diciamo che sul mercato estero è una novità a scoppio ritardato, se Ferrero vuole stupire il mercato estero è bene che adoperi altre strategie. Visto che sbandiera ai 4 venti che è italiana al 100%, valorizzi la produzione di Bronte, tanto visto che è una produzione limitata per poco tempo uno sforzo si poteva anche fare.

Il prodotto Tronky al Pistacchio, rientra nella categoria degli snacks, va oltre le 550 kcal x 100g anche se a dire il vero viene venduto al pezzo al 18g, che sembra poco ma se guardate la tabella nutrizionale dovente tenere presente nel computo della calorie giornaliere in particolare dei grassi e dei zuccheri.

Tab. 1 Tabella nutrizionale Tronky Classico e Tronky al Pistacchio per 100g

Quello che salta all'occhio al supermercato è il prezzo ai Supermercati Esselunga Tronky Classico 0,36 2,00 euro al Hg cioe 20 euro al kg, mentre Tronky al Pistacchio 0,46 al pezzo 2,56 al Hg e 25,6 euro al kg, allo stesso prezzo di prodotti freschi di praline d'alcune pasticcerie è più alto perfino del prezzo di alcuni gelati nelle gelaterie artigianali.

Tab. 1 Tabella nutrizionale Tronky Classico e Tronky al Pistacchio per pezzo

Ai supermercati SMA invece 0,49 il pezzo da 18g equivalente a 2,72 euro al hg, cioè 27,2 euro al chilo!

Chiaramente lo scrivere il prezzo all'etto e non al kilo è deviante, non sappiamo se per volontà dell'azienda oppure dei punti vendita, posso capire la voglia di un break ma ad un costo veramente altissimo da renderlo quasi un prodotto di lusso, un prodotto ad alto valore aggiunto per essere un prodotto industriale.

Per la cronaca cosa costa meno di 25,60 al chilo :
1kg di fragole 4,50 euro al chilo
1kg di ciliegie 5,50 euro al chilo
1kg di Algida Magnum 7,63 euro al chilo
1kg di ananas a fette naturale, 11,80 euro al chilo
1kg di svizzere di vitello 11,49 euro al chilo
1kg di Branzino allevato in Italia 13,50 al chilo
1kg di Gelato Grom 20 euro al chilo


Tronky Pistacchio
Ingredienti : Zucchero, latte scremato in polvere, siero di latte in polvere, olio vegetale, grasso vegetale, farina di frumento, pistacchi (9,5%), mandorle, cacao magro in polvere (1%), emulsionanti: lecitine (soia), aromi, sale, agenti lievitanti (carbonato acido di sodio, carbonato d’ammonio). Può contenere tracce di nocciole.

Tronky Classico
Ingredienti : Zucchero, nocciole (19%), farina di frumento, siero di latte in polvere, olio vegetale, grasso vegetale, cacao magro in polvere (3%), latte scremato in polvere, latte intero polvere, emulsionanti: lecitine (soia), sale, agenti lievitanti (carbonato acido di sodio, carbonato d'ammonio), aromi.Può contenere tracce di mandorle

Sintesi: abbiamo già parlato di cosa nasconde la voglia si snack e sopratutto perchè coinvolge più le donne degli uomini in qualsiasi caso è meglio valutare più alternative, nella maggior parte dei casi sono prodotti a bassa indice di sazietà ed un prezzo decisamente molto alto anzi troppo, chi segue una dieta ipocalorica è bene che si rivolga ad altri tipi di snacks come la frutta fresca durante l'estate più rinfrescante e meno calorica.

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giovedì 13 giugno 2013

Probiotici e salute mentale, il latte con probiotico può modificare l'attività celebrale?


Dopo argomenti serissimi, come lo scorso post, torniamo all'aria del disimpegno e del puro divertimento parlando dei studi medico scientifici che negli ultimi anni si sono concentrati su alcuni argomenti specifici: Omega 3, Vitamina D, Calcio e latte, Probiotici

Molti di voi si stanno chiedendo come mai? Le ragioni sono semplici in primo luogo sono facili da produrre, i costi di produzione sono bassi e il prezzo del prodotto finale è molto alto, così garantiscono all'industria il mark up molto alto, come il caso del latte pagato ai produttori 0,35 il litro mentre alcuni yogurt vengono venduti anche a più di 8 euro al litro.

La maggior parte di questi studi accompagnano il marketing dei prodotti per giustificare il prezzo pertanto l'obiettivo è quello di stupire l'immaginario collettivo non solo nei consumatori ma anche nel settore medico scientifico, che è il veicolo più facile per favorire utilizzo di un prodotto.

Vanno in questa direzioni gli studi: il calcio fa dimagrire, il consumo di latte aumenta la possibilità di vincere un premio nobel, la vitamina D fa dimagrire, la vitamina D previene l'alzheimer, una combinazioone di probiotici previene il Parkinson. Il fine è quello di promuovere alimenti con supplementazioni e le sole supplementazioni, si tratta semplicemente di Marketing come abbiamo già detto con delle basi scientifiche che lasciano decisamente perplessi.

Il marketing dei prodotti con probiotici
I probiotici sicuramente sono tra i maggiori protagonisti dei studi medici scientifici, e anni fà ricordo di averli trovati anche in uno shampoo per capelli, che non ho compreso perchè diciamo che tra la testa e l'intestino c'è una certa distanza.

Negli ultimi anni abbiamo sentito tante belle storie tanto che ci sono molte persone convinte che lo yougrt con probiotico aiuta dimagrire, non è vero anzi qualcuno sostiene che invece aiuta a ingrassare, chi non ricorda lo yogurt probiotico che faceva diventare belli, c'è ancora gente che oggi mi chiede come mai è stato ritirato dal mercato, abbiamo anche visto la bevanda probiotica che fa diventare intelligente che non si sa bene se lo fa diventare chi l'acquista o chi la vende.

Ultima in ordine temporale è stato che lo yogurt con probiotico alla vaniglia dalle proprietà afrodisiache, io mi ero permesso di avanzare un ipotesi che più che il probiotico ad essere afrodisiaco forse era la vaniglia, ma non finisce qui un piccolo studio finanziato da una multinazionale francese dello yogurt, indica che l'attività di alcune regioni del cervello è alterata nel consumare yogurt contenenti probiotici, in particolare quella zona che controllano l'elaborazione di emozioni e sensazioni, giuro non me lo sono inventato per ridere, è stato pubblicato su Gastroenterology.

Gli effetti dei probiotici dall'intestino al cervello
Questi nuovi studi vogliono dimostrare che l'effetto dei probiotici va oltre l'intestino e in questo caso sul cervello umano, ma precisano che al momento non sanno indicare questo effetto in quale direzione va, detto tra di noi, se non la sai e non ne sei sicuro, era meglio che non lo pubblicavi perchè è inquietante.

Lo studio sull'uomo anzi sulle donne è stato motivato da un precedente studio fatto sugli animali, dove si era notato che uso del latte con probiotico modifica il comportamento emotico, ma che vuole dire? Anche il mio cane quando gli dò da mangiare scodinzola ma per il mio gesto d'attenzione nei suoi confronti, per indicarmi di come è contento, di quanto gradisce quello che gli dò da mangiare, di quanto mi vuole bene.

Lo studio ha coinvolto 36 donne sane e solo a 12 donne, due volte al giorno per 4 settimane è stato dato un latte fermentato con probiotico contenente : Bifidobacterium animalis subsp. Lactis, Streptococcus thermophilus, Lactobacillus bulgaricus e Lactococcus lactis subsp lactis.

Risultati: l'attività cerebrale delle donne che hanno preso i probiotici ha dimostrato cambiamenti nell'attività del mesoencefalo che influenzano l'attività cerebrale nell'elaborazione delle emozioni e delle sensazioni. Tale lavoro potrebbe aprire la strada a nuove strategie di prevenzione e di terapia dei disturbi delle mente e della personalità attraverso i probiotici secondo i ricercatori!

Nonostante lo studio sia piccolo di un numero basso inviato a tutti gli organi di stampa avrà una certa risonanza a livello di comunicazione ma personalmente rimango molto perplesso e poco convinto, ci darà donne più tranquille? Con più empatia? Vale lo stesso anche per gli uomini? Agli uomini che succede? Conosco uomini isterici e antipatici un casino! Io provo a darlo mia suocera vediamo che effetto fà.

Questo studio mi ha risolto un tarlo nella mente dopo 3 anni, sono ritardato mentalmente abbiate pazienza, ho capito a cosa poteva essere utile lo shampoo al probiotico, per arrivare prima direttamente al cervello, adesso non so dirvi se il probiotico arriccia anche il capello, combatte le doppie punte o è anche antiforfora, ma sono certo che qualcuno che finanzierà uno studio si trova! :-))

Sintesi: criticare va bene ma poi bisogna essere anche propositivi io credo che si sarebbe fatto meglio a dire che ci sono alcuni probiotici ( non tutti dipendono dal probiotico dal ceppo e dalla dose di colonizzazione) che possono avere effetti positvi sull'intestino, avere un intestino sano aiuta a essere sani e a migliorare anche l'umore, ma curare possibili disturbi della personalità o disturbi delle mente, bisogna avere maggiori dati e studi di livello superiore per poterlo affermare.

PS: Magari mi sbaglio, qualcuno o qualcuna di voi prende regolarmente lo yogurt probiotico o latte fermentato con probiotico e ha notato effetti "strani"?


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sabato 8 giugno 2013

Il sesso orale fa venire il tumore?

Cristina S: il sesso orale fa venire il tumore?
Nicola G. la pratica del cunnilungus è pericolosa, porta a malattie come il cancro?

Perché non fate queste domande a Luciano Onder? Ma è giusto, le persone hanno le idee confuse in questi giorni sui media non si parlato che del tumore alla lingua di Michael Douglas, lui stesso ha dichiarato che il suo tumore era stato causato dal papilloma virus perché praticava molto sesso orale (se lo dice lui), in teoria è possibile ma nella pratica?

Sarà molto contenta la moglie di questa dichiarazione pubblica, come sempre abbiamo detto il tumore ha cause multi fattoriali tuttavia il papilloma virus è un virus che si contrae durante i rapporti sessuali è molto diffuso, ci sono più tipi di papilloma virus e in alcuni casi si possono evolvere in tumori benigni (condilomi) o maligni, colpisce indifferentemente uomini e donne ed entrambi possono essere veicolo di contagio.

Io più che alla sorte di M Douglas mi preoccupano di più quelle signore o signorine che hanno contratto il virus e che hanno una percentuale più alta di sviluppare cancro al collo dell'utero, alla vulva e alla vagina.

Certo conta il tipo di papilloma virus e la frequenza d'esposizione cioè più alto è il numero dei partner maggiore è la probabilità di contrarre il virus, ma non vuole dire, guarda Rocco Siffredi è sano come un pesce . Certo che essere attori di Hollywood anche se non di film hard prababilmente aiuta ad avere una maggiore facilità di numero di rapporti sessuali. Ricordiamo che lo stesso attore si fece ricoverare in una clinica per disintossicarsi dal sesso.

Abbiamo degli studi che collegano il tumore con emissione diesel della automobili, non per questo non camminiamo per strada e non respiriamo, fate sesso con il vostro compagno o la vostra compagna , fate tranquillamente sesso orale se vi piace e se entrambi lo gradite. La pratica del cunnilungus in molti casi aiuta a entrare in maggiore simbiosi con la partner e facilità la penetrazione.

Il Papilloma Virus è una delle malattie sessualmente trasmissibili più diffuse, le statistiche dicono che il 50% delle persone sessualmente attive contrae il virus una volta nella vita, nella maggior parte dei casi il nostro organismo attiva le proprie difese contro lHPV e quindi le cellule infette ritornano in breve tempo alla normalità, più o meno nell'80% dei casi.

I tumori si sviluppano quando il nostro organismo non combatte contro il virus possono trascorrere settimane ma anche mesi dall’infezione per la comparsa dei condilomi, mentre il tumore il più delle volte impiega diversi anni per svilupparsi.

Per la prevenzione importante è creare quelle condizioni da permettersi al nostro organismo di difendersi al meglio con un sistema immunitario efficiente, una buona igiene e al minimo sospetto rivolgetevi al ginecologo o al dermatologo.

Per le donne sessualmente attive consiglio un pap test una volta all'anno, non tutte lo fanno, lo consiglio indipendentemente dal Papilloma Virus e dal fatto se siete sposate o meno, anche quando il vostro marito o il vostro compagno vi giura fedeltà assoluta.
Per le adolescenti ricordiamo che il vaccino anti Hpv è gratuito, c'è un vaccino che può essere somministrato anche agli uomini dai 9 ai 26 anni.

Inutile negare che ci sarà il picco per la richiesta di vaccinazioni in questi giorni, se sia o meno necessario il vaccino è difficile da dire e le opinioni sono contrastanti, certo è che il tumore al collo dell'utero è uno dei più diffusi nella popolazione femminile dopo il tumore al seno, il vaccino non garantisce una copertura totale di tutti i tipi di Papilloma Virus, non è detto che nella vita si deve necessariamente contrarre il Papilloma Virus e che questo si evolva in forma negativa ma non lo si può neanche del tutto escludere, ognuno genitore decida in base alla propria esperienza personale su come consigliare i propri figli.

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Depistaggio del cancro dell'Utero con l'Aceto nei paesi poveri, l'esperienza indiana
L'accessibilità però al Pap test riguarda sopratutto i paesi ricchi e nei paesi poveri? Un ampio studio clinico in India ha rilevato che lo screening per il cancro del collo dell'utero con l'aceto può salvare la vita. In 15 anni, il tasso di mortalità è diminuito del 31%, uno screening semplice e poco costoso del cancro della cervice uterina, presentato alla Conferenza Annuale dell 'American Society of Clinical Oncology (ASCO). 
Lo studio con lo screening con l'aceto è stato condotto da Surendra Srinivas Shastri, professore di oncologia preventiva a Tata Memorial Hospital Bombay, per 15 anni ha seguito 50.000 donne indiane tra i 35 ei 64 anni che sono state controllate una volta ogni due anni, ha portato a una una riduzione del 31% della mortalità derivante da tumore del collo dell'utero, questo test potrebbe salvare 22.000 vite ogni anno in India e 73.000 vite in altri paesi a basso reddito, dove il cancro della cervice dell'utero è una delle principali cause di morte tra le donne.

Aceto, garza, lampada alogena
Sono questi gli strumenti che necessitano per lo screening, un test visivo fatto da personale con una semplice formazione di infermieri o operatori sanitari qualificati possono in tempo intervenire e per patologia come il cancro è fondamentale. Questo è il primo studio clinico che dimostra che lo screening riduce la mortalità del cancro e può essere implementato facilmente su larga scala in India e altri paesi in via di sviluppo, dove l'accessibilità ad esami clinici è molto difficile.

Il cancro della cervice uterina è responsabile di 275.000 morti ogni anno nel mondo di cui l'80% si trova nei paesi in via di sviluppo.

giovedì 6 giugno 2013

Si può guarire dal diabete? Nuove terapie nutrizionali all'orizzonte?


Domanda di Clara M, 18 anni: si può guarire dal diabete?

Quando si parla di diabete bisogna distinguere se si parla di diabete di tipo 1 o diabete di tipo 2, nel caso del diabete di tipo 1 non c'è guarigione come noi comunemente la possiamo intendere, c'è la possibilità di trapianto del pancreas ma un eventualità che viene valutata con molta attenzione da parte dei medici in quanto necessita una cura antirigetto per tutto il resto della vita.

Il diabete di tipo 1 è più d'origine genetica secondo le ultime ricerche mentre il diabete di tipo 2 è una malattia multifattoriale dove si uniscono fattori genetici e fattori ambientali, negli ultimi anni sembra avere influito molto l'eccesso di peso, un significativo dimagrimento, un nuovo stile di vita un maggiore esercizio fisico può portare a una guarigione momentanea o un chiaro miglioramento generale. 
Per questo gruppo di persone a rischio diviene molto importante un programma di prevenzione mirata, ma informazione e programmi della sanità su questo argomento latitano e rimangono solo tante belle parole.

Ci sono on line diverse teorie su come guarire dal diabete, prestate attenzione sono esperienze personali che possono essere valide per alcuni soggetti ma sono molto difficili da valutare in un contesto più generale.

Un papà dice che...
Come papà se mi posso permettere visto che sei molto giovane hai la stessa età di una delle mie figlie, è che oggi il diabete è una malattia  non complicata, non impedisce alcuna attività lavorativa o di svago con il quale si può imparare a convivere  ci sono perfino atleti diabetici che hanno partecipato alle olimpiadi, nulla può essere impedito a un diabetico in termine di possibilità, con una buona gestione di se stessi.

Bisogna sapere accettare la malattia in questo modo si riesce più facilmente a conviverci, i controlli, la misurazione della glicemia, l'attenzione alla dieta, la visite dal medico, il muoversi un po', non bere troppe bevande alcoliche,  fanno parte si della malattia ma molti di queste cosa fanno parte della routine di tutti, non è solo un problema di diabete.

Convivere con una patologia anche se a volte può essere molto faticoso gestirla all'inizio è possibile e non è un cosa impossibile, si può fare Clara, la differenza nella vita non sta nelle cose che capitano ma come queste si affrontano.

Nuovi studi indicano nuove prospettive nel trattamento nutrizionale?
Anche per molti professionisti della salute, il diabete è una malattia cronica incurabile che deve essere trattata con i farmaci e alcune regole alimentari come la limitazione dei grassi ma nuovi studi stanno percorrendo altre strade con l'obiettivo di rendere il diabete meno invalidante con un buon stile di vità e una dieta personalizzata.

"Casualmente" (non è vero non ci credete, ma lo devo scrivere) di passaggio al 5 ° Congresso sul prediabete e la sindrome metabolica dal 18-20 aprile 2013 in Vienna è stato presentato uno studio con un approccio diverso nella terapia del diabete di tipo 2

In dettaglio perchè lo studio non è on line su 32 pazienti, suddivisi in due gruppi, con un BMI di 34, senza segni di malattie cardiache pregresse, si sono impegnati in una dieta ipocalorica con due ore di esercizio aerobico quotidiano. 16 persone hanno seguito per 21 giorni una dieta a basso contenuto di carboidrati (25% carboidrati, grassi 45%, 30% di proteine) e altre 16 persone una dieta a basso contenuto di grassi (55% di carboidrati, grassi 25%, 20% di proteine) come viene spesso indicato ai pazienti diabetici, entrambe le diete con lo stesso numero di calorie.

Si è potuto osservare che coloro che avevano seguito una dieta a basso contenuto di carboidrati è stata accompagnata da livelli più regolari d' insulina, è diminuito il valore di glucosio nel sangue dopo i pasti, dei i trigliceridi e della pressione sanguigna. Inoltre ha migliorato la funzione diastolica del ventricolo sinistro, un marker di salute del cuore così in questo modo i pazienti diabetici sono stati in grado di ridurre i loro farmaci.

Si è potuto osservare invece che coloro che hanno seguito la dieta a basso contenuto di grassi ha apportato una simile perdita di peso e la riduzione della circonferenza vita, ma alcun miglioramento degli altri parametri.


Un bene stimolare la discussione sulle terapie nutrizionali del diabete
Quello però che è interessante è questo nuovo studio è il tentativo di mettere in discussione le terapie nutrizionali tradizionali, la necessità di una dieta ipocalorica ha portato spesso ad una riduzione della percentuale dei grassi ed aumento della percentuale dei carboidrati , lo studio tedesco esprime alcune cose nuove ma anche altre già note che vedono nel poco movimento fisico e nel consumo eccessivo di zuccheri e d' amidi sono tra le principali cause del eccesso di peso e del diabete di tipo 2.

Tuttavia personalmente non ho molta simpatia per le diete con eccesso di proteine, lo studio è durato solo tre settimane pertanto bisogna vedere nel lungo periodo che tipo di risultati queste indicazioni dietetiche potranno dare e non potrebbe condurre ad altre complicanze
Raccomando fare queste terapie sono su stretto controllo medico, come in altri casi le diete devono essere personalizzate sulla persona in base alle condizioni fisiche personali, devono tenere conto del movimento fisico, come le due ore d'esercizio fisico aerobico dello studio tedesco, personalmente vedo in una prospettiva positiva la possibilità di valutare una dieta con carboidrati ma quelli con indice glicemico basso.

Riferimenti
von Bibra H, Wulf G, Pfützner A, Schumm-Draeger PM.  A low glycemic/insulinemic diet improves diastolic cardiac function and metabolic syndrome more than the traditional low-fat diet in overweight patients with type 2 diabete.

martedì 4 giugno 2013

Blogger del Nutella Day e Ferrero, quando la comunicazione scivola su una crema spalmabile

Più persone mi hanno scritto e chiesto d' esprimere un parere in merito alla vicenda della Blogger che aveva ideato il Nutella Day e della Ferrero che prima con una note legale chiede di rimuovere dal blog il lavoro che aveva fatto sul Nutella day, poi dopo le critiche dei media, fa marcia indietro sostenendo che era una procedura standard a tutela del marchio ed erano orgogliosi di una fan così (ci dobbiamo credere?)

Non conosco la vicenda nei dettagli, la blogger non è una mia lettrice, conosco la vicenda per come l'hanno raccontata i giornali, il sito sembra più un sito internet di una professionista che un blog, ma comunque non si chiama l'uffico legale per una procedura standard ma fa lo stesso la frittata oramai è fatta, il problema riguarda il rapporto che le aziende hanno con i blogger e con internet.

Va anche detto che nonostante io comprendo la passione per il prodotto l'uso del nome avrebbe dovuto chiedere un autorizzazione per uso del marchio, visto che il nome del sito è nutelladay, è come se io apro un sito e lo chiamo Tortellini al prosciutto Giovanni Rana day, va anche detto che uno fa il Nutella day e Ferrero se ne accorgere ora dopo anni? Mentre la blogger lavorava on line per il marchio mossa dalla "sola" passione per la Nutella, la comunicazione di Ferrero cosa faceva?

Ricordate le via delle comunicazione sono strane e nulla nasce mai per caso.

Ferrero il Top Spender della pubblicità solo sulla Tv? 
Devo dire che sono diversi anni che non comprendo la comunicazione di Ferrero che con un prodotto amatissimo sembra che cerchi di fare di tutto per fare una brutta impressione, un caso che definirei più unico che raro nel settore della comunicazione permettersi certe "originalità" sono un lusso che molte aziende non possono permettersi, con molto meno ci si gioca la reputazione e si perdono milioni di euro.

Ferrero è un azienda che spende molto, è considerato un top spender del settore della comunicazione, con il proprio budget della comunicazione di molti milioni di euro all'anno forse anche di più, si impegna ad acquistare tutti i spazi pubblicitari possibili pagando pagine sulle riviste anche 25.000 euro, spot in televisione da 80.000 euro che oggi fatti e domani dimenticati.

Quello che più preoccupa è l'assoluto volontà di non dialogare con i propri consumatori li baypassa consentitemi il termine martellandoli di publicità devo dire non sempre di buon gusto. La comunicazione necessita di due referenti ma non può essere un dialogo se uno parla e l'altro solo ascolta.

Aziende, internet e blogger
Il problema riguarda la considerazione che le aziende hanno nei confronti dei blogger, ci sono ancora aziende che oggi fanno finta che Internet non ci sia che sia un gioco un divertimento per bambini, ricordo un vecchio film anni 60 dove una famiglia nobile decaduta diceva "io faccio finta che Napoleone non sia mai esistito così mi sento meglio". 

Internet è il primo media a cui si rivolgono i consumatori ma è sovente l'ultimo del budget della pubblicità e della comunicazione, gli investimenti on line delle aziende in particolare modo in Italia è uno dei più bassi di tutti gli altri paesi europei, un dato che rileva di come le aziende e le agenzie di comunicazione sono nel settore on line piuttosto indietro non tanto rispetto ai paesi europei che sarebbe il meno ma alla comunicazione dei loro consumatori.

La responsabilità è anche del settore internet dove agenzie on line compiacenti spammano il web di falsi blog, siti internet delle aziende copia e incolla con falsi moderatori e contenuti privi di qualsiasi valore tanto che perfino i libri delle scuole elementari in confronto sembrano dei nobel della letteratura.
Facendo credere alle aziende delle cose false in riguardo alla promozione on line, quindi aziende anche truffate da agenzie internet che falsificano il numero di utenti e di pagine viste, facendoli credere di relazionarsi con blog amatissimi creati dalle stesse agenzie ma che non conosce nessuno.
Per non parlare di quelle che pensano a inviarti un salame per parlare bene di loro in eterno, avete capito sicuramente la fine che farei fare io a loro e al loro salame...

Sintesi: quello che salta all'occhio e che non percepisco da utente una strategia di comunicazione on line di Ferrero, ma in generale della maggior parte delle grandi aziende, hanno siti internet istituzionali o dei prodotti, sono dei siti vetrina autorefenziali fatti per essere letti da chi se li è scritti, visto invece il successo della blogger con la capacità di sapere coinvolgere meglio gli utenti. 
Nei social media avere tanti mi piace non è difficile se hai un prodotto amatissimo come Nutella ma non basta bisogna sviluppare una relazione con i consumatori un dialogo costante, continuo e sincero, ma se non ti interessa comunicare con i tuoi consumatori oppure non sai cosa dire piuttosto che dire stupidagini è meglio tacere.

Un invito anche ad acquistare meno pagine di pubblicità e spot televisivi ma a investire on line, piuttosto date i soldi di una pagina di pubblicità a un blogger (VERO) e vedrete che risultati (sono un po' di parte, lo so ).

Piccola precisazione tra blogger e pubblicità
Io non sono contrario alla pubblicità, mi auguro che più aziende investano on line, ma intendevo dire come per esempio ho visto in Germania che un azienda ha deciso di sponsorizzare 4 blogger, queste vengono pagate per continuare a fare i loro blog hanno la solo pubblicità dell'azienda, la trovo un ottima idea.
Per quanto riguarda gli altri blog è sufficiente dichiarare che il post è un pubbliredazionale in modo che si comprenda che è pubblicità si comprende lo stesso ma scriverlo sarebbe più trasparente.
Mi piacerebbe anche un maggiore coerenza tra sponsor e blogger, se per esempio ti dichiari vegetariana, vegana la pubblicità di un prodotto con la carne non è molto credibile, trovare un equilibrio tra quanto si dice  e si afferma e la pubblicità