mercoledì 27 marzo 2013

Le uova di Pasqua 2013 al cioccolato, il nuovo trend dell'uovo che si fa simpatico e divertente

Anche quest'anno non volevo mancare il mio post sull'Uovo di Pasqua, sarà per la mia memoria di bambino sarà per la mia passione per il cioccolato, sarà per la speranza che il cioccolato mi renda più intelligente (la speranza è l'ultima a morire), ma l'uovo al cioccolato mi piace.

Sulla crisi dell'uovo di Pasqua abbiamo parlato anche lo scorso anno più gli anni passano e più le vendite calano, tendenze confermate anche ques'anno secondo il Codacons -17% delle vendite, secondo per la Cia le vendite -10%, un dato che conferma gli ordini fatti alle aziende dalla grande distribuzione.


Questa disaffezzione all'uovo di Pasqua è difficile da spiegare, sembra diventato un prodotto della nostalgia. A incidere però sull'immagine negativa non solo solo il prezzo alto e le sorprese poco felici, ma la delusione nasce dal rapporto tra qualità del cioccolato e il costo dell'uovo.

Un prodotto che a livello della grande distribuzione manca d'innovazione o per lo meno quell'innovazione prodotta dagli artigiani cioccolatieri non riesce a stimolare il prodotto uovo al cioccolato , troppo orientata a vendere più il gioco del bambino che invece il cioccolato, ma regalare un uovo di Pasqua è anche un acquisto per gli adulti, sarò mica l'unico a cui piace l'uovo di Pasqua?


Dove la nasce la tradizione dell'uovo nella Pasqua?

La tradizione dell'Uovo di Pasqua deriva da un rito pagano più che dalla tradizione cristiana, in cui l'uovo simboleggia l'embrione primordiale dell'esistenza, era tradizione dei popoli barbari del Nord Europa e dell'Europa Centrale festeggiare il primo plenilunio successivo all'equinozio di primavera per la benevolenza degli dei della natura per avere un buon raccolto. Secondo alcune fonti si fa risalire la diffusione di questo rito ai Celti, i cui sacerdoti i Druidi vedevano negli elementi della natura la presenza degli dei.


In seguito parte delle conoscenze dei Druidi, dopo la distruzione di Anglesey, si trasferirono agli ordini monastici e questa festa con la diffusione del cattolicesimo in Europa coinciderà con la Pasqua. Si narra nelle favole per bambini di un coniglio che porta per festeggiare il plenilunio di primavera un cesto con delle uova , ma il coniglio è dispettoso e nasconde le uova, è tradizione in molte città del Nord Europa organizzare la caccia alle uova, sia in casa, sia in giardino oppure nei grandi parchi all'aperto per rinnovare la trazione del  rito dell'uovo.


Uova dall'Industria del cioccolato o dai laboratori artigianali?

Non si può generalizzare bisogna prestare attenzione perché tra supermercato e pasticcerie, può capitare sovente di trovare il medesimo prodotto ma non allo stesso prezzo facendo passare un prodotto industriale per un prodotto artigianale, magari ben confezionato ma è lo stesso uovo, la differenza sta nel prezzo e nei colori della confezione.

Se per le uova prodotte a livello industriale non c'è futuro non si avverte questa sensazione nei laboratori artigianali di cioccolato, dove accanto alla qualità del cioccolato si abbina l'inventiva e la creatività, non solo uova ma anche pesci, campane, agnelli, rane, pulcini, galline e api, confezioni di uova di cioccolato, scatole di uova e perfino alcune novità che vedremo insieme. 

Certo i prezzi in qualche caso sono alti come da Pierre Hermèe, ma in molti casi invece no, fate conto che anche al supermercato le uova di Pasqua vanno dalle 42 €/kg alle 68,63 € kg  in alcuni laboratori di cioccolato si può trovare un ottimo rapporto qualità e prezzo, per bambini ed anche per gli estimatori del cioccolato.

La tendenza quest' anno sono degli ovetti piccoli 13/15 cm con rappresentazione di personaggi che mettono simpatia come Paquin e Paquinette con delle uova che si fanno cartoon, molto interessanti le proposte di torte a forma d'uova e la novità che arriva da una catena di discount l'uovo di pasqua gelato.

Il motto del 2013 dell'uovo di Pasqua è :
L'uovo degli artigiani del cioccolato si fa cartoon simpatico e divertente come un giocattolo mentre l'uovo dell'industria vende più il giocattolo che l'uovo.

Sulla qualità è bene che negli ingredienti non ci siano olii vegetali, vi potete orientare come avevo già spiegato, più la percentuale di cacao è alta meglio è, sono certo che gli artigiani utilizzano solo cioccolato fatto con ingredienti di qualità.



Pierre Hermèe : Oeuf galets,


Il più famoso pasticciere del mondo la novità di quest' anno è oeuf galets, realizzato con il crù del cioccolato, proveniente dal Perù, della provincia di Morropón della Comunità Asprobo con il  64% di cacao, un uovo decorato con praline di cioccolato a forma rotonda al gusto di caramello, nocciola, croccante alla nocciola. Da 14 cm 89 €, è tra i più cari.

Non è male sempre di Pierre Hermè Dentelle sia la latte che al cioccolato al prezzo di 43 € quello da 14 cm



Design e Uovo di Pasqua
Michal Machalak Plaza Athenee
Chef Pasticcere del Plaza Athenèe, un albergo dei più lussuosi ed esclusivi propone quest'uovo a forma di lampada, va bene il food design ma quanto è troppo è troppo, personalmente apprezzo il lavoro di design, un prodotto ricercato ma una lampada non mi fa venire voglia di mangiare qualcosa. Edizione a numero limitato   a solo 115 € e se proprio vogliamo essere cattivi non ci sarà la coda ma sono certo che l'Ikea sta già pensando a una versione più economica e fai da te!


Gli agnelli (intesi come animali da pascolo)
La Maison du Chocolat

Paquin e Paquinette
Dalloyau propone invece la raccolta di Paquin e Paquinette, da mio figlio ribattezzati il Sig.Pasqua e la Signorina Pasquetta, sono dei pupazzi di cioccolato alti 10 cm di 100g a 34 €!


Uovo di Cacao-lab
Molto divertente l'uovo di Cacao-lab un laboratorio di cioccolato che utilizza fave di cacao provenienti dal Venezuela, uovo con il nodo di cravatta papillon colorato, a Milano in via Eustacchi 47.




Uovo Maillot
Uova cartoon anche da  Jean Paul Hevin, 36,9 € 210 g

Lo sceriffo e la pupa dello sceriffo da Vincent Guerlais
18 euro 13 cm




Ispirazione dagli imballaggi delle uova
Cacao lab  15,5 €,


Picard  12,95   380 g




Mark and Spenser  7,50 


La torta all'uovo di Pasqua
Eric Kayser propone invece una torta a forma di uovo da tagliare a fette, un modo diverso di concepire l'uovo di Paqua, una torta di crumble di pistacchio, mousse di cioccolato al latte e crema di pistacchio, 4 pers : 25 € / 6 pers : 35 € / 8 pers : 45 €


Mullhaupt propone invece L'oeuf Sainte Honorine un autentica torta Saint Honorè con al centro un uovo di bavarese alla vaniglia e composta di fragola e choux di vaniglia per  6 persone 29,25 €



Uovo di pasqua si fà gelato
Un idea invece da un supermercato a basso costo Leader Price il gelato uovo al gusto di sorbetta fragola e lampone e crema di nocciola e cioccolato 5,89 € per 6 porzioni

La mia scelta personale
Sono dei contenitori a forma di cioccolato con sopra un disegno con fantasia di pesce e all'interno degli ovetti di cioccolato da Jadis et gourmand, 22 €  320g 17x11cm


Come abbiamo visto ho riportato le uova al cioccolato che ho visto nel mio ultimo viaggio a Parigi, devo però anche dire che si possono trovare novità e creazioni cioccolato anche vicino a casa, nel mio ultimo weekend a Milano per esempio ho trovato un indirizzo interessante è Cacao Lab in via Eustacchi 47, con tante creazioni originali di cioccolato che ho voluto riportare nel post e che vedete nella prima foto.

Si ringrazia per la collaborazione dell'invio delle immagini:
Cacao-lab, Pierre Hermèe, Plaza Athenèe, Maison du Chocolat, Dalloyau, Jean Paul Hevin, Vincent Guerlais, Eric kayser, Mulhaupt, Jadisetgourmand

giovedì 21 marzo 2013

Gli Omega 3 fanno dimagrire?

Domanda di Jolanda P.: ho letto su una rivista che gli omega 3, o meglio i complementi d'omega 3 aiutano a perdere peso, è vero?

Tra i produttori di complementi d'Omega 3 e questo blog non c'è un rapporto di simpatia, ma è un normale atteggiamento di fronte alla nuova informazione del web, che risiede nella difficoltà di sapere accettare delle critiche. Diciamo che leggere questo post per gli agitati produttori di complementi d' Omega 3 non calmerà gli animi, mentre invece la camomilla la sera prima di andare a dormire ha un effetto migliore.

Da più giorni sui media è apparsa la notizia che complementi di omega 3 aiutano a perdere peso. Ora persone maligne e sospettose nelle quali non mi riconosco, potrebbero pensare che in una riunione del Settembre 2012, in una nota località di villeggiatura prospicente il lago, durante la concitata riunione del club degli amici del complemento dell'Omega 3 felice, dopo la pubblicazione di studi che mettevano in discussione l'assunzione, qualcuno avrà detto :
"e adesso di tutti questi Omega 3 cosa ce ne facciamo?"
Così qualcuno più smaliziato, avrà proposto:
" Perchè non diciamo che gli Omega 3 fanno dimagrire? Lo dicono i produttori di banane, lo dicono quelli del calcio, lo dicono quelli del magnesio, lo dicono quelli dell'ossitocina, lo dicono quelli testosterone, lo dicono quelli della vitamina D, perche noi no? 
È una discriminazione, perchè di chi siamo figli noi? Siamo forse figli del cocchiere di terza classe ? 
Approvazione all'unanimità.



Il nuovo e il vecchio studio sulla relazione tra la perdita di peso e Omega 3

Sembra nato in questo contesto lo studio che i complementi d'Omega 3 aiutano a perdere peso, nella realtà perchè questo è un racconto di fantasia, un anno prima nel 2012 lo stesso gruppo di ricercatori Munro IA, Garg ML. aveva cercato di dimostrare che gli acidi grassi a lunga catena omega 3 combinati con una dieta ipocalorica potevano aiutare a perdere peso ma con scarso successo.

Nel nuovo studio pubblicato nel 2013 che ha coinvolto quaranta persone sono state date dai ricercatori a due gruppi differenti 1 g di 6 capsule di placebo o 6 capsule 1 grammo di olio di pesce per un mese con LCω-3PUFA (DHA + EPA), poi dopo un mese i due gruppi hanno cominciato una dieta ipocalorica con indice calorico molto basso e continuato con l'integrazione. Dopo 4 settimane il gruppo che aveva ricevuto placebo ha perso in media il 5,8% del suo peso, il gruppo che ha ricevuto Omega-3 ha perso il 7,2% ad essere più sensibili a questo effetto le donne invece degli uomini. Per dirla in breve il gruppo con Omega 3 ha perso l'1,4% in più.

Ricordiamo che secondo alcuni ricercatori in altri studi gli Omega 3 favorirebbero la lipolisi cioè la degradazione dei lipidi anche se non c'è consenso unanime nella comunità scientifica su questa ipotesi.


Qualche dubbio sulla metodologia e i risultati

Qualche considerazione personale, un solo studio su 40 persone è poco, come l'arco di tempo di un mese di dieta e di 2 mesi di trattamento, poco per delle valutazioni importanti. Nella dieta in quale rapporto sono Omega 6/ Omega 3 ? Lo studio non tiene conto del grado d'attività fisica che non è un dato secondario in una dieta. Sappiamo bene di come è facile dimagrire il primo mese di dieta ma poi si continua a scendere di peso con la stessa velocità? Per quanto tempo si può assicurare questa perdita di peso in più? Una volta smesso si riprende peso più facilmente?

Quello che invece lo studio non dice ma che è invece più interessante è il periodo di predieta (dato dal fatto che nello studio dell'anno precedente 2012 si era ottenuto qualche risultato solo dopo più settimane), una sorta di preparazione come un allenamento per una gara di corsa, è un aspetto che meriterebbe più spazio e considerazione al di là delle facili battute.

Una dieta non deve solo fare perdere peso ma aiutare a migliorare il rapporto con l'alimentazione

Però quello che io mi chiedo è un' altra cosa, dimagrire un 1,4% in più in due mesi, bisogna valutare se rimane cosi anche nel proseguimento della dieta, abbiamo già visto che dipende dal sesso, probabilmente dalla diversa distribuzione corporea del grasso, ma questo aiuto in più degli omega 3 rischia di sviare i pazienti, perchè una dieta non è solo perdere peso ma educare ad avere un migliore rapporto con il cibo ad avere un atteggiamento diverso nei confronti dell'alimentazione, può confondere.

Nello studio la quantità di Omega 3 ingeriti è molto difficile da introdurre tramite l'alimentazione non impossibile ma ricordiamo che i Larn per gli Omega 3 sono di 1g per le donne e 1,5g per gli uomini, personalmente preferisco gli omega 3 provenienti da alimenti che sono ricchi d'omega 3, perché questi non contengono solo omega 3 come il pesce ma anche di altri nutrienti come le vitamine B e D, Iodio, Calcio, Selenio, Potassio, Magnesio, Non va sottovalutato che l''effetto positivo dell' assunzione di porzioni di pesce dato dal fatto che sostituiscono nella dieta le porzioni di altri alimenti potenzialmente più calorici e più ricchi di grassi saturi.

L'obesità e di conseguenza la pratica di una dieta per perdere peso non deve essere vista solo con quale complementare è più veloce dimagrire o se preferire questo o quell'alimento ma vista nella globalità della persona e del suo stile di vita, accanto al consiglio dietetico necessita un attento studio del comportamento alimentare individuale per cercare di rimuovere o meglio di modificare quei comportamenti che inducono ad avere un cattivo rapporto con l'alimentazione che sono il risultato dei chili in più.



Sintesi: il mercato dei prodotti per facilitare il dimagrimento è molto vasto e interessa un numero vasto di prodotti dalle tisane, integratori e complementi che vediamo spesso nelle pubblicità ma nessuno attualmente ha dimostrato la prerogativa di aiutare a perdere peso, si diffondono voci e anche studi che poi dopo qualche tempo vengono smentiti, pertanto come nel caso della banane, come nel caso del calcio, come nel caso dell'ossitocina, come nel caso del testosterone, come nel caso della Vitamina D,  la prudenza è d'obbligo.

Supplementi di Omega 3 aiutano ad accelerare la perdita di peso secondo i ricercatori ma l'arco di tempo dello studio è troppo breve, non vorrei che fosse un messaggio interpretato in modo errato, mi piacerebbe che le persone perdessero peso senza aiuto di questo o quello, ma che gli vengono forniti strumenti e metodi per imparare a gestire il loro peso e la loro alimentazione senza la necessità di ricorrere sistematicamente a qualcosa.

Da parte dei consumatori in generale non è molto sentità l'assunzione d' Omega 3, si guarda più alla Vitamina C, al Calcio, al Magnesio, al Ferro, ricordiamo solo che è bene assumere Omega 3 per gli adulti 1g/die per le donne e 1,5g/die per gli uomini sia da vegetali che non vegetali. Porzioni di pesce nella dieta, preparate in modo adeguato, possono sostituire porzioni di alimenti più calorici e più ricchi di grassi saturi  e completatre l'assunzione raccomendata di alcune vitamine e sali minerali.

Quindi che i complementi d'Omega 3 fanno perdere peso solo se abbinati a una dieta a forte riduzione di calorie per un mese, invece in una dieta ipocalorica è bene inserire alimenti che contengono omega 3 in particolare pesce perchè aiuta ad avere un alimentazione più varia ed equilibrata.

Sembra che tra Omega 3 e Obesità ci sia una relazione ma non si conosce ancora la natura di questa relazione nonostante alcune ipotesi  e linee di ricerca, pertanto in attesa di studi nuovi tra conferme e smentite, ci rimane per tutti una dieta ipocalorica associata ad l'attivita fisica e tanta ma tanta buona volontà e questa non la si può acquistare come complemento.

Riferimenti
2013

2012
Munro IA, Garg ML Dietary supplementation with n-3 PUFA does not promote weight loss when combined with a very-low-energy diet.Br J Nutr. 2012 Oct 28;108(8):1466-74. doi: 10.1017/S0007114511006817. Epub 2012 Jan 3.
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domenica 17 marzo 2013

Il consumo eccessivo di sale ha effetti sulle malattie autoimmuni?


In questi giorni tutti i media hanno parlato di una ricerca pubblicata sulla rivista BMC Medicine “Meat consumption and mortality – results from the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition” che rileva una correlazione tra un elevato consumo di carni trasformate (più di 160 grammi al giorno) e il rischio di salute.

Non ne parlo perché questo argomento lo abbiamo affrontato già più volte lo scorso anno, in uno studio dalle stesse conclusioni, della relazione del consumo di carni trasformate e l'aumento dei valori ematici di colesterolo, dei problemi cardiovascolari e la relazione con i tumori. Avrei il piacere ogni tanto di parlare  di cose nuove.

Non ho gradito la risposta da parte dell'Associazione degli Industriali delle Carne, siccome il consumo medio giornaliero medio statisticamente rilevato è più basso il problema non esiste, no signori miei, non è importante il consumo medio ma è importante il consumo individuale e 150g o 160g non è una quantità cosi lontana da un eventuale consumo individuale di alcuni gruppi di popolazione, che sono già a rischio per altri fattori. Vi siete mai chiesti quanto pesa una bistecca di carne rossa? Di quanto pesa un hamburger al supermercato? Avete mai visto il peso delle confezione di salumi ?

Se è vero che bisogna guardare l'alimentazione nel suo complesso e lo stile di vita dei soggetti, bisogna però rispondere ai quesiti con maggiore sensibilità oppure è meglio il silenzio.


Sale e malattie autoimmuni
Ho più volte scritto in questo blog di quanto sia aumenta la quantità di sale negli alimenti già pronti tanto da inserirlo anche nelle preparazioni dolci da prima colazione e merenda, la quantità di sale riguarda anche i luoghi di ristorazione come i fast food e tutti quelli altri punti di ristorazione che utilizzano prodotti semi lavorati pronti per la cottura.
Lo stesso Oms ha indicato che consumiamo il doppio del sale rispetto ai valori raccomandati con tutti i problemi di salute che questo può causare nel lungo periodo, gli effetti non sono immediati ma si vedono nel corso del tempo.
La novità se cosi si può dire è in un nuovo studio che ha messo in relazione le malattie autoimmuni con l'eccessivo consumo di sale.

Quali sono le malattie autoimmuni?
Le cosidette malattie autoimmuni riguardano il 10 % della popolazione in generale, sopratutto donne, per dirlo in modo sintetico con l'aiuto di wikipedia sono "quelle malattie determinate da un alterazione del sistema immunitario che da origine a risposte immuni anomale o autoimmuni, cioè dirette verso il proprio organismo in gradi determinare un alterazione funzionale anomala o anatomica del distretto completo", sono certo che comprendete di più quando nomino le malattie autoimmuni specifiche riferite agli organi come la "malattia celiaca" (è una malattia autoimmune dell'intestino tenue), tiroidite, sclerosi a placche, uveite oppure malattie autoimmuni sistemiche come l'artrite reumatoide, sclelodermia o meglio sclerosi sistemica progressiva SSP. Sono purtroppo delle malattie in forte crescita dalle cause ancora ignote o per lo meno si pensa a una combinazione di fattori sia genetici che ambientali, questi ultimi sono in forte aumento secondo i ricercatori rispetto ai fattori genetici.


Alimenti e pasti ricchi di sodio / sale
Alcuni ricercatori della Yale University hanno rilevato che alcuni pazienti dopo avere mangiato in luoghi di ristorazione veloce i pazienti manifestavano un aumento della produzione di cellule infiammatorie coinvolte nella regolazione del sistema immunitario, nella ricerca delle cause tra i diversi ingredienti  il sale è risultato l'ingredienti più sospetto rispetto ad altri, dato l'alto contenuto di sale negli alimenti .

Nelle cavie aumentando l'apporto dietetico di sale ha portato a una forma più grave di encefalomielite autoimmune sperimentale, un tipo di sclerosi multipla. La sclerosi multipla è una malattia autoimmune del sistema nervoso centrale in cui il sistema immunitario del corpo distrugge la guaina mielinica isolante intorno agli assoni dei neuroni e quindi impedisce la traduzione di segnali, che può portare ad una varietà di deficit neurologici e invalidità permanente. Recentemente, i ricercatori hanno individuato una relazione tra le cellule Th17 e il possibile ruolo centrale nella patogenesi della sclerosi multipla. Sarebbe proprio l'aumento anomalo delle cellule Th17 la relazione tra il sodio e le malattie autoimmuni. 

Secondo i ricercatori di questo studio, il sale  (sodio), potrebbe svolgere un ruolo importante nella comparsa e nello sviluppo di malattie autoimmuni.

Sarebbe logico chiedersi come mai non si è evidenziato fino ad adesso questo relazione? I ricercatori rispondono che gli studi si concentrano sul livello di sodio nel sangue  e non nei tessuti dove le cellule immunitarie sono attive, precedentemente Jens Titze ha dimostrato che l'eccesso di sale alimentare si accumula nel tessuto e può influenzare il funzionamento del sistema immunitario. .


Sintesi: i ricercatori raccomandano persone già affette da una malattia autoimmune di una dieta a controllato o basso contenuto di sale, mentre per coloro in buona salute di prestare attenzione al contenuto di sale e sodio nella dieta quotidiana invitando a non eccedere e rimanere nei livelli raccomandati.
Inserire il sale o il sodio come uno dei fattori ambientali che possono contribuire a determinare una malattia autoimmune andrei un po' più cauto perchè lo sviluppo di malattie autoimmuni è un processo molto complesso che dipende da più fattori genetici e ambientali, tuttavia la raccomandazione a controllare l'introduzione del sale nella dieta è un invito molto valido per tutti.

Per correttezza dell'informazione bisogna dire che personalmente attendo ulteriori studi  in grado di dimostrare in che misura l'assunzione di sale maggiore contribuisce effettivamente allo sviluppo di malattie autoimmuni, tuttavia i fattori dietetici delle malattie autoimmuni non sono una novità più ricerche hanno evidenziato possibile correlazione, non mi riferisco solo al glutine e alla celiachia, troppo facile, alcuni ricercatori qualche anno fa avevano individuato nell'eccesso calorico una delle possibili co fattori, mentre l'ipotesi dell' eccesso di grassi saturi, d' omega 6, di carboidrati queste ultime non trovano consenso unanime nella comunità scientifica.

Assunzione raccomandata di sale / sodioFabbisogno fisiologico di sale: meno di 2 g /die. Fabbisogno consigliato OMS6 g/die  di  sale o 2,4 g di sodio.

Riferimento
Kleinewietfeld Markus Arndt Manzel, Jens Titze, Heda Kvakan, Nir Yosef, Ralf A. Linker, Dominik N. Muller, David A. Hafler. Excess Dietary Salt May Drive the Development of Autoimmune Disease Pubblicato  il 6 MARZO 2013. Sciencedaily

lunedì 11 marzo 2013

Merendiamo di Milka Kraft. Il nuovo trend degli snacks multisensoriali?

Settimana scorsa ero a Milano e ho trovato tutta la città coperta da "Merendiamo",  metropolitana, fermata d'autobus, stazione ferroviaria, cartelloni pubblicitari un lancio in grande stile da parte di Milka Kraft, per lanciare questi nuovi prodotti dalle tavolette alle nuove collaborazioni con i marchi Oro Saiwa e Tuc, quelli dei famosi crakers salati, erano il mito degli anni '70 la merenda con il Tuc, biscotti caramellati e salati, da me molto invidiati perchè i miei mi davano pane nero, se andava bene marmellata di albicocche o un pezzettino di formaggio fresco, in montagna non c'era di più.


Tutto questo colore viola, in periodo di quaresima senza Papa e senza Governo Italiano,  va beh che nella vita bisogna soffrire ma anche un po' meno, la situazione è talmente poco felice che perfino la Regina Elisabetta se l'è data a gambe.
Diciamo che questa campagna di comunicazione non nasce in un buon momento, sono certo che con il colore viola volevano richiamare l'attenzione sulla Pasqua e in particolare sulle uova di cioccolato.


Il settore degli snack sempre in crescita grazie allo stress da crisi
Sempre di più aumenta l'offerta di snack per la merenda, tutti hanno qualcosa in comune cioè l'abbinamento dolce e salato condito con un certo numero di grassi, una scelta casuale?
Mi voglio fermare su sue esempi presi a caso, cioè il prodotto Milka Tuc e il Pop Corn Snax, da una parte abbiamo un cioccolato che si unisce ad uno dei snack salati più conosciuti dall'altra dei pop corn che vengono cioccolatati se cosi di può dire.


Snacks multisensoriali?
Guardando la comunicazione mi è venuto in mente due libri letti per puro caso, era finito Diabolik in edicola, uno che avevo citato nel post del 2011 gli alimenti multi sensoriali del Prof. David Kessler (ex direttore dell'FDA) "Perché mangiamo troppo" dove protagonisti erano gli alimenti multi sensoriali e il libro più recente di Joanna Blytman "What to eat" in particolare quanto parla degli alimenti con un mix di zucchero, grassi e sodio.

Kessler si sofferma sopratutto sui quelli alimenti che attraverso i cinque sensi stimolano dipendenza e a mangiare di più attraverso la stimolazione della produzione di dopamina, mentre Joanna Blytman "What to eat", parla del mix di zuccheri, grassi e sale che le aziende ricercano al fine di soddifare il gusto, mix studiato dai scienziati per stimolare la zona che determina il piacere nel cervello e renderci dipendenti da un certo tipo di cibo, qualcuno di voi ricorderà quando abbiamo parlato del perché le donne sono più sensibili degli uomini alla voglie di snacks.

Per questa ragione non mi piacciono negli snack le porzioni consigliate se c'è una confezione da 200g o 100 g in vendita visto il forte stimolo del consumo che generano ci si può fermare ai 25g consigliati? Quello che non piace è il modo che le aziende, attraverso la porzione consigliata distolgono sul problema della quantità. La responsabilità sta nel sapere già in anticipo che nessuno si fermerà alla porzione consigliata.


Tendenza a promuovere un certo tipo di gusto
Si possono condividere o meno le tesi di Kessler e Blytman, quello che è certo è la tendenza in generale di creare il mix di zucchero grassi e sodio. é bene rimarcare che questi prodotti presi in esame non hanno nulla a che fare con la dipendenza o simile non vorrei essere frainteso, ma dimostrano che c'è una tendenza in atto.

Se analizziamo le tabelle e un confronto fra questi prodotti notiamo che un piccolo ridotto introito calorico generale meno proteine meno carboidrati nel Tuc ma più nel Pop Corn Snax, meno grassi se cosi si può dire e piccole variazioni di quantità nei grassi saturi mentre invece quasi raddoppia la quantità di sodio da 0.17 a 0.32 + 88%.

(Il prezzo euro/ kg  di Milka Tuc segna un  + 23 % rispetto al solo cioccolato Milka ma + 112% rispetto al semplice biscotto Tuc, in sintesi Milka Tuc costa il doppio di Tuc. Il prezzo per singola confezione invece è di 1,10 per Tuc e 1,45 per Milka Tuc sempra poco superiore il prezzo unitario per la diversa quantità)


Secondo me non si può dire che un singolo prodotto può aiutare a mangiare di più o può favorire un alimentazione poco corretta, possiamo però dire che nel bene o nel male che una tendenza a promuovere da parte dell'industria un certo tipo di gusto c'è.


NB a onore del vero bisogna che non tutti i snack milka hanno 0,32 di sodio, parliamo solo di questi due prodotti presi casualmente, altri hanno volori più bassi come appunto il cioccolato milka 0,17 oppure 0,31 come Milka con riso soffiato.

C'è però un aspetto che pochi colgono, tutti troppo concentrati su un singolo prodotto dimenticano l'alimentazione in generale perché se dove c'è il salato e il grasso aumento il dolce, dove c'è il dolce e il grasso aumento il salato, se questa tendenza è in atto in tutti i prodotti in generale, ricordo che qualche tempo fa avevano trovato lo zucchero anche nel mais in scatola, è inevitabile che la nostra alimentazione generale sarà più ricca di zucchero, sale e grassi è come quando si va al supermercato che ci facciamo ingannare guardando il prezzo di un singolo prodotto quando invece bisognerebbe guardare la totalità della spesa e dello scontrino.

Nutella nella prima colazione e Milka Kraft nella Merenda?
Tormiamo invece alla comunicazione Merendiamo, dal momento che abbiamo criticato Nutella di Ferrero per lo spot della prima colazione non possiamo per par conditio non criticare anche Merendiamo di Milka Kraft, altrimenti sembra che noi odiamo Nutella di Ferrero e invece non è vero. Pertanto bisogna dire che il mondo della merenda come quello della prima colazione è molto più vasto di una porzione di cioccolato salato o biscotto al cioccolato, come la comunicazione sembra proporci, c'è lo yogurt, la frutta, il pane con formaggio, pane con il pomodoro l'invito è quello in occasione della merenda  di variare il più possibile gli alimenti nel momento della merenda sia per i bambini e i ragazzi che per gli adulti.

Visto che nessuno lo fa, le Associazioni di Nutrizionisti non lo fanno, le Università nemmeno, pubblicità progresso neanche, lo faccio io, merendiamo in modo alternativo, ci sarebbero mille ragioni ma una più di tutto mi piace nessuna frutta costa più di 16,70 al kg.... (se è per questo nemmeno un dolce fatto in casa). 


Gulp! Günther in TV
Sky 517 martedi 12 Marzo alle ore 19,15  
Intervista a  "Taccuini Storici"

vi metterò l'indirizzo on line dove poterlo vedere

ecco li link con intervista, audio era un po disturbato ma si comprende bene

www.taccuinistorici.it/ita/news/contemporanea/video/Video-papille-vagabonde---intervista-con-Gunther-Karl-Fuchs--x-bendogi-tv.html


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mercoledì 6 marzo 2013

Squeeze, strizzare e succhiare per fare crescere la fiducia e gli utili nel settore alimentare?

Che cosa sono i squeeze? News dagli Stati Uniti, da qualche anno al supermercato ci sono questi pacchetti direttamente da succhiare, nati per i bambini, per facilitare il consumo di snacks nello spuntino o nella merenda.
In Italia sono meglio noti come Nesquick Go o Fruttolo Go, la Frutta in Tasca Teddi al succo di Mela, c'è anche la versione snack allo yogurt come Yomino di Yomo.

In un momento di contrazione della domanda alimentare per la crisi economica, tutti i settori fanno segnare un andamento in negativo, questo formato di prodotti stanno segnando un andamento positivo nelle vendite. Andando a vedere i dati con grande sorpresa si scopre che a consumare questo formato di prodotti sono in particolare si i bambini ma un 30-40% sono adulti.


La piacevolezza della suzione
Un dato di lettura di non facile interpretazione, qualche tempo fa avevo parlato di regressione del gusto e di ritorno alla fase orale di Freud come nel caso delle creme spalmabili sia dolci che salate.
Penso che sia la stessa cosa anche per gli squeeze, le mamme sicuramente ricordano questa fase nella crescita del bambino dove tutto viene portato alla bocca, è un momento d'apprendimento da parte del bambino.Questa fase secondo Freud si supera ma rimane nel nostro cervello e nella nostra sfera emotiva e psicologica, tanto che ritorna in alcune fasi.

Più prosaicamente quel succhiare ci fa tornare bambini ci fa ritornare al biberon o ancora meglio all' allattamento al seno, a quel guardare con fiducia e tranquillità agli occhi materni.

Questo é un atteggiamento tipico dei momenti di crisi vuoi personale e sociale dove si attinge alle esperienze piacevoli del passato, il passato diceva mia nonna mi piace lo riconosco  lo sento più vicino alla mia sensibilità, di fronte a un futuro che mette inquietudine si va alla ricerca di sicurezza, (tranquilli stamattina per colazione ho preso solo un caffè).


Squeeze una nuova frontiera del Marketing Alimentare
Una ricerca sui squeeze è stata pubblicata sul Financial Times (io leggo solo topolino, ma ogni tanto casualmente mi cade l'occhio anche su altro) che contiene alcuni aspetti che mi hanno molto divertito in quanto gli adulti consumano i squeeze di nascosto in automobile, a casa, sulla scrivania, lontani da occhi indiscreti, perchè si sentono stupidi e infantili nel succhiare un sacchetto.

Al di la della suzione, credo he questo formato potrà aprire un nuovo segmento degli snacks perchè il formato si adatta per facilità d'uso ad essere consumato in più momenti della giornata, un prodotto sempre pronto, comodo e facile da portare con se. Proprio l'altro giorno ero andato in palestra a riprendere mio figlio e ho visto un po' di persone adulte con il succo di mela da succhiare con discrezione pronto per l'uso.



Gli Stati Uniti fanno da apripista
Come spesso accade nei trend alimentari sono gli Stati Uniti a fare da apripista a questi nuovi prodotti con i marchi Happy Family la linea Happy Squeeze, Buddy FruitsGoGo Squeeze, Plum Organics. Diversamente che dall'Europa dove abbiamo più creme da succhiare negli Usa sono più bevande alla frutta e succhi di frutta che sicuramente proprio per venire incontro al nuovo target adulto presenteranno a breve prodotto o succhi con più fibre, antiossidanti, frutti salutistici o ingredienti salutistici come succo di melograno, acqua di cocco, cranberry. 

Un discorso a parte merita l'azienda Plum Organics azienda piccola ma in grande espansione da poco entrata nel mercato inglese che invece propone accanto ai squeeze alla frutta provenienti da agricoltura biologica propone dei squeeze alla zucca, piselli, carote e barbabietola

Questo formato potrebbe segnare a livello industriale l'ingresso dei baby food nell'alimentazione degli adulti, non una novità in assoluto in quanto molti prodotti per bambini vengono consumati da tutta la famiglia, anche in Italia c'è stata la polemica tra Plasmon e Barilla sui confini tra alimenti da baby food e alimenti per adulti.



Il lato oscuro dei Squeeze 
Non è solo una questione di comportamento regressivo nei confronti dell'alimentazione in quanto tutti questi prodotti si inseriscono nei trend dell'alimentazione moderna, mi chiedo se coincidono con la salute e il rapporto corretto con l'alimentazione?

Non si può negare che questi prodotti invitano a mangiare 24 ore su 24, spesso sono vere e proprie creme e quando sono purea di frutta e bevanda alla frutta hanno un alto contenuto di zucchero, mi ricordano un po' i frullati e i smoothie alla frutta.
Spesso nelle confezione si parla di fast fruit, bisogna indicare che mangiare la frutta vera è un altra cosa.  si possono equiparare questi prodotti con le porzioni di frutta?

Questi prodotti non prevedono la masticazione, la masticazione produce senso di sazietà e sono certo che è molto facile introdurre più calorie del necessario alterando cosi i meccanisimi di fame e sazietà.
Su questi prodotti è più volte intervenuta American Academy of Pediatric Dentistry sul ruolo negativo dell'esposizione costante dei zuccheri per i denti in particolare per i denti dei bambini, che favorisce la formazione di carie,, ma non è che agli adulti fa molto meglio tutti questi zuccheri in luoghi dove poi è difficile lavarsi i denti, non aiuta a mantenere i denti in buona salute.



Sintesi: abbiamo visto cosa sono i Squeeze non si possono giudicare negativamente solo dal formato o meglio dal Packaging, importante sono gli ingredienti e i valori nutrizionali di ogni singolo prodotto e come questi si integrano nella dieta individuale. 
Non si può non notare che questi prodotti sono nati per i bambini in fase di crescita e il loro consumo per gli adulti richiede forse formule più adatte. Difficile secondo me equiparare questi prodotti alle porzioni di frutta e verdura per masticazione e contenuto.
Alternativa è per i bambini avere a casa merende sane dalla frutta al pane, lo stesso discorso vale per gli adulti la merenda è anche un momento della giornata per un break, diverso è il peluccare 24 ore su 24 non è un comportamento corretto, non vorrei che questo tipo di prodotti potessero non volendo invitare a consumare più calorie senza accorgersi, in particolare in quei casi in cui è necessario controllare l'introito giornaliero per sovrappeso o obesità.

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