mercoledì 2 ottobre 2013

La pubblicità fa politica?

Domanda di Gianluca M. di Genova: la Pubblicità fa politica?

Stavo facendo alcune riflessioni in merito alla nota vicenda che ha visto contrapposti la Barilla e la comunità delle famiglie di fatto, delle comunità gay e delle associazioni femminili, molte le donne che hanno criticato il ruolo nella donna nei spot e di conseguenza nella famiglia, non siamo solo quelle che servono a tavola, giustamente dicono, Barilla ha voglia di chiudere il caso con molta fretta io no, voglio tornare su questo argomento, grazie anche alla domanda di Gianluca, mi è passato in anteprima lo spot della Ferrero Nutella ha un nuovo nome il tuo .



Anche qui come nei spot della Barilla abbiamo protagonisti sempre l'uomo, uomo di successo ovviamente, c'è da chiedersi come mai sono storie raccontate sempre al maschile, c'è sempre la famiglia tradizionale, la figlia femmina piccola, sono delle analogie tra i spot delle due aziende abbastanza evidenti.

Anche la pubblicità fa politica?
Se si guardano gli spot di queste aziende all'estero che sono ben diversi, quello cancellato al pubblico italiano delle Nutella francese per esempio era spassosissimo molto divertente.

In sintesi mentre in altri paesi viene rappresentata una realtà sociale molto corrispondente al reale, in cui i consumatori possono immedesimarsi, in Italia abbiamo da 30 anni sempre gli stessi argomenti, sembra che una certa parte delle pubblicità sia ferma agli anni '80, sono gli italiani che non si sono evoluti o la pubblicità?


Il sogno finito e non condiviso
La cosa risulta più evidente quando si parla di prodotti che sono orientati a tutti, mentre propongono una famiglia d'elite che ha poco attinenza con il prodotto che invece è rivolto a tutti.
Se io devo fare la pubblicità a una BMW che costa 50.000 euro è logico che propongo un immagine d'elite ma se devo fare una pubblicità a un pacco di pasta da 1,50 euro ha senso proporre un'immagine d'elite?
Io credo che la vicenda Barilla nasca dal fatto che gli italiani non si riconoscono più in quel genere di spot, se fino a qualche anno fa rappresentava un sogno possibile oggi questo sogno non lo vedono nemmeno nell'immaginario.

Persone che cercano di costruire nuove realtà
Settimana scorsa sono stato invitato a parlare in un' associazione no profit, per promuovere nuove iniziative imprenditoriali a Milano, c'era tanta e tanta gente, tanti giovani il 20.-30% mentre il 70% era composto da uomini e donne intorno ai 45 - 55 anni, che avevano perso il lavoro con famiglia e tentavano una nuova strada imprenditoriale, sentendo le loro storie Annalisa 45 enne, al lavoro in un call center dopo anni di dirigente o di Marco un ingegnere che al mattino fa la fila al Pane Quotidiano per i generi di prima necessità per la sua famiglia, questa Italia non c'è nella pubblicità, nemmeno sono contemplate, vi parlo di una città come Milano faro dell'imprenditoria italiana dove i disoccupati non dovrebbero esistere specie intorno a quell'età e con molto esperienza.


Una discrepanza tra società reale e società nella pubblicità
Mi sono chiesto allora quanta attinenza hanno con la realtà, questi spot dovrebbero comunicare con i consumatori delle caratteristiche dei prodotti creano invece e prospettano una visione della società che non esiste, come il luogo comune che vuole che in Italia sono tutti felici.

Più in generale mi sembra di rilevare che nella pubblicità non c'è la società come è cambiata in questi ultimi dieci anni, basta solo andare  a guardare le statistiche della composizione della famiglie, persone sole, convivenze non necessariamente a interesse sessuale ma per tanti motivi tra cui il bisogno di condividere le spese, c'è evidentemente un abisso tra il concetto di famiglia nella pubblicità e il concetto di famiglia nella società reale, la società si è modificata, nuovi gruppi si sono emancipati ma le aziende si comportano come nulla fosse accaduto, non è positivo, perchè vuole dire che non sanno chi sono i loro acquirenti.

Inutile negare che spot della Nutella con Roma e la canzone di Pavarotti sembrava lo spot del partito di Forza Italia, quello che io mi sono chiesto è casualità oppure è un modo per veicolare messaggi politici indirettamente, dal momento che casualmente entrambe le aziende si sono schierate politicamente in modo molto netto?

Più che politica è superficialità, imprenditori più all'estero che in Italia?
Io penso che non ci sia una volontà di fare politica, sarebbe un messaggio troppo raffinato, tuttavia non si può escludere che questi spot vengono creati per compiacere il cliente, siamo in realtà più di fronte a una pubblicità in cui si mette in mostra la famiglia del presidente, il contesto in cui il presidente vive, sono delle pubblicità autorefenziali, poco importa le caratteristiche del prodotto e del target, importante e che si mette in mostra la realtà vicina alla vita del presidente dell'azienda, sono persone molto egocentriche, dal momento che è colui che paga lo spot devono parlare della loro vita altrimenti non lo comprendono!

Tuttavia alla luce dei nuovi dati sulla disoccupazione (40% solo nei giovani) voglio permettermi di dire due cose, se tutte queste aziende ci tengono ad essere italiane, fare le portabandiera dell'Italia all'estero, siamo molto contenti che i loro ricavi vanno bene, ma una preghiera dal momento che aprono filiali e luoghi di produzione all'estero come testimonial del Made in Italy, posso chiedere di aprirne qualcuno in più in Italia? Daltronde se non credono loro nel paese investendo all'estero, chi dovrebbe crederci?

Se vogliono fare politica la facciano da imprenditori offrendo opportunità di lavoro e di futuro al proprio paese e ai propri concittadini, meno parole, meno polemiche, meno falsi spot e più fatti.


18 commenti:

  1. altro che la famiglia del mulino bianco dovrebbero vergognarsi e pensare a tutte quelle famiglie che una casa non ce l'hanno più!!!!!

    RispondiElimina
  2. Già, Gunther. L'Italia è sull'orlo del baratro (o forse sta già precipitando?) e chi può creare nuovi posti di lavoro, volta la schiena (ma va?) alla prospettiva di un futuro meno nero per il Paese.
    Grazie ancora una volta per i tuoi spunti di riflessione, Gunther.
    Buona serata
    MG

    RispondiElimina
  3. il problema in Italia è che gli imprenditori fanno politica, quindi, la commistione c'è. E poi che ipocrisia le pubblicità finte e poco veritiere della realtà che ci circonda...

    RispondiElimina
  4. no, anche secondo me non vogliono fare politica, vogliono solo far passare l'italia come il paese dove va tutto bene...un po come pensare e sperare in positivo, pare che ormai ci sia rimasto solo quello.
    forse la barilla vuol far sognare un po tutti gli italiani, farli sentire importanti e dare un senso di appagamento perchè scelgono barilla...
    tipo lo spot della mercedes lui timoroso per le spese e lei al telefono che gli dice che possono comperarla a piccole rate...intanto così hanno una macchina di elite.

    si, non siamo messi tanto bene.

    e magari tra qualche anno mi ritroverò anche io in giappone a portare a mio figlio gli spaghetti barilla perchè è scappato dal suo paese...

    baci.

    RispondiElimina
  5. PIù che altro mi sono sempre chiesta come mai in Italia le pubblicità siano sempre penose quando basta cambiare sui canali stranieri per vederne di spettacolari e divertenti.
    Si vede che ci considerano proprio male :D
    Per il resto condivido come sempre il tuo pensiero!

    RispondiElimina
  6. Da trentenne dirò che secondo me la pubblicità è, al pari della politica, fatta da vecchi o da persone con una mentalità vecchia, perchè chi ha potere in Italia sta nelle fasce di età molto alte, e non serve che ve lo spieghi io. Questi anziani signori sognano ancora un paese come nei tempi in cui loro si arricchivano di brutto, e adesso sbattono la faccia in una realtà sociale ed economica completamente diversa.

    RispondiElimina
  7. La pubblicità incide molto a mio parere....non sembra ma è così..:D
    Ciao felice serata :-)

    RispondiElimina
  8. Guther, come sempre analisi lucida e puntuale!
    Purtroppo la maggior parte dei disoccupati italiani non sono più come 20 anni fa i meno acculturati, ma al contrario laureati e tra questi la maggior parte donne, visto che la tanto "decantata famiglia tradizionale" (ma solo nelle pubblicità però!), non viene minimamente considerata dallo stato, e le donne facendo figli e dovendo occuparsi della famiglia, sono le prime a rimetterci il posto di lavoro in tempi come questi di profonda crisi.
    Polemiche sulle dichiarazioni Barilla e le sue pubblicità a parte, (inutili per altro) credo che la pubblicità come mille altre cose nel nostro Paese, non rispecchino minimamente la situazione reale, ma siano completamente anacronistiche!
    D'altronde oramai siamo talmente abituati al tutto e al contrario di tutto che nemmeno ci stupiamo più!
    Ma il caro senso critico dico io, il vecchio buon senso, ma dove sono finiti?

    RispondiElimina
  9. Hai tremendamente ragione.
    Tutto questo mondo idilliaco presente negli spot, mentre sono in molti tra chi guarda la televisione che la nutella non se la possono permettere perchè danno precedenza al pane (giustamente!)
    E non potevano fare la pubblicità con un semplice operaio???? No...lui è diventato un capo!
    Vabbè...è marketing.
    Grazie x l'articolo Gunther!!!

    RispondiElimina
  10. Ciao qui dove dici: "ma le aziende si comportano come nulla fosse accaduto, non è positivo, perchè vuole dire che sanno chi sono i loro acquirenti." sbaglio o ci va un NON sanno chi sono i loro acquirenti? Oppure ho mail interpretato io il senso della frase? Grazie.

    RispondiElimina
  11. Noi italiani abbiamo le pubblicità che ci meritiamo, le trasmissioni TV e i politici che ci scegliamo. Noi italiani studiamo poco, viaggiamo poco, leggiamo poco e siamo attaccati alla tradizione come le cozze allo scoglio. Quindi su cosa fare leva se non sulla famiglia tradizionale, sulle donne mezze nude negli spot, sul calcio e sul mito della ricchezza facile? Fino quando la Belen di turno prenderà centinaia di migliaia di soldi in più rispetto un ricercatore che potrebbe trovare la cura per il cancro, non cambierà mai nulla. Non continuo se no parto con le parolacce. Grazie Gunther per il tuo contributo.

    RispondiElimina
  12. la maggior parte delle pubblicità le trovo demenziali, stupide e spesso troppo spesso offensive. Si mi sento offesa perchè mi sento trattata da stupida, ma pensano veramente che la pubblicità nella mia testa faccia la differenza quando scelgo di comprare A invece di B??
    La qualità fa la differenza, ma questa è un'altra storia!
    buona giornata
    Alice

    RispondiElimina
  13. Erano più creativi quando c'era il vecchio Carosello, adesso non stimolano nemmeno più la curiosità . Come sempre condivido il tuo pensiero, l'ultima parte hai fatto bene a gridarlo forte.
    Ciao Gunther, buona serata.

    RispondiElimina
  14. Gunther una riflessione coi fiocchi.

    La pubblicità non rappresenta le fasce sociali ma gli stereotipi di un paese.
    L'obiettivo di uno spot è creare un ponte tra il prodotto e il consumatore. Questo ponte è molto più forte se i personaggi "la pensano come noi" su certi argomenti a prescindere dal contesto in cui lo dicono.

    Purtroppo non si può non notare una forte presenza di omofobia e razzismo nella società e questo si riversa negli spot.

    Le pubblicità ci danno l'immagine che vogliamo vedere, perchè 'è più facile uniformarsi al pensiero comune che cambiarlo.
    Non a caso, gli spot con contenuti gay-friendly sono quelli initernazionali che qui in Italia suscitano un vespaio di polemicne e finto moralismo.

    RispondiElimina
  15. Devo ammettere che ci sono pubblicità molto belle ed altre in guardabili....ovvio dietro c'è uno studio pazzesco che comunque sortisce sempre l effetto voluto! Sicuro!!!

    RispondiElimina

Commenti anonimi e privi d'identità saranno rimossi.
Commenti con pubblicità e link commerciali saranno cancellati.