mercoledì 14 ottobre 2009

I consumatori le vere mucche della filiera agroalimentare II, perchè il prezzo del latte sale e scende?


Quali sono le vere ragioni della fluttuazione del prezzo del latte? Dopo avere scritto il post il mese scorso sul latte versato nei campi, non ero molto soddisfatto del risultato, mi sembrava che ci mancava qualcosa e cosi ho voluto indagare sulle vere ragioni che determinano le variazioni dei prezzi del latte e vedete che cosa ho scoperto.

Uno dei paesi maggiori produttori di latte è la Nuova Zelanda, una superproduzione rapportata ai suoi abitanti, tanto che il 93% del latte prodotto viene esportato, è sufficiente pensare che i paesi europei dalla Francia all'Italia esportano sono l'8% della propria produzione di latte, questa ha dato alla Nuova Zelanda, il potere di essere l'ago della bilancia del prezzo del latte nel mondo. Si noti che la domanda a livello mondiale del latte cresce sempre di più, 2,5% all'anno, in Cina il 13%, non c'è cosa più trendy in Cina che offrire un bicchiere di latte a un ospite.

Incredibile ma vero a generare l'aumento dei prezzi del latte nel 2007 e 2008 è stata la siccità in Nuova Zelanda, un problema legato all'ambiente, tanto che la produzione di latte nazionale è scesa dello 0,5%, la conseguenza è stata un aumento di richiesta in Europa di latte, che ha determinato l'innalzamento dei prezzi in generale di tutta la filiera lattiero casearia. A onere del vero bisogna dire che nel 2008, tutti i prezzi delle materie prime alimentari sono aumentati per cause sia ambientali che speculative, qualcuno ha voluto rifarsi delle perdite in borsa con i futures sulle produzione di materie prime alimentari.

Unione Europea al momento ha risolto fornendo aiuto ai produttori ma secondo me vanno risolti alcuni nodi e paradossi del mercato del latte, continui contributi ai produttori non può essere la sola alternativa si può fare di più.
Quest'anno la pioggia ha restitutito alla campagna neozelandese l'erba fresca, la produzione di latte è aumentata e così il prezzo del latte a livello mondiale è sceso, mettendo in crisi i nostri piccoli produttori. Tutto questo sembra pirandellesco se si considera che c'è una sola azienda in Nuova Zelanda che produce latte la Fonterra, una sola azienda che ha un potere immenso su prezzo del latte, ma il prezzo del latte non è solo un tema economico, ma politico, agricolo, sociale e anche civile secondo me.

1) Eliminare le sovvenzioni e rendere libero il prezzo del latte? Il latte costituisce la base del sistema agricolo europeo, il prezzo del latte non viene fissato dal rapporto domanda offerta in Europa il prezzo viene fissato in base al costo dei produttori, cosi qualcuno, un politico decide quanto deve guadagnare un produttore di latte, in paesi dove il prezzo del latte è stato liberalizzato ha sortito effetti opposti in Canada costa due volte in più che in Europa, mentre in Nuoza Zelanda la metà. Il meccanismo del prezzo del latte è molto complesso in Europa che vede da una parte piccoli produttori e cooperative, dall'altra lo stato, dall'altri distributori che fanno cartello e imponfono i prezzi. Ci vorrebbe una liberallizazione del prezzo reale, ma abbiamo visto come anche nella pasta di come i produttori e distributori speculano imponendo prezzo ai produttori e consumatori.

2)Produzione Globale produzione locale. La sola Nuova Zelanda, non produce più latte di altri paesi come Francia e Germania, ma lo esporta di più, tanto che rappresenta un terzo del mercato mondiale del latte, L'Europa produce la quantità per essere consumato nel mercato locale. Pertanto è paradossale di come la Nuova Zelanda possa incidere sui mercati locali in Europa. Cosa non da poco, fare latte in Nuova Zelanda costa metà che in Europa, tanto spazio, ottima selezione delle mucche e quindi si possono permettere di avere prezzi concorrenziale rispetto all'Europa.

3)Monopoli, grandi cooperative che devono evolversi? Fonterra non ha concorrenti sul mercato locale mentra il mercato internazionale non ci sono aziende o produttori europei che possono farle concorrenza, solo in Olanda si è costituita la prima cooperativa nazionale dalle due più grandi (Campina e Friesland), ma non hanno i mezzi e gli strumenti per potere operare sul mercato come una multinazionale, in quanto cooperative, vendere ai grandi distributori e elaboratori della filiera del latte come Danone o Granarolo, non fornisce ai produttori di latte alcun vantaggio. L'intervento dello stato mira più a difendere gli interessi non dei prodottori ma delle grandi aziende distributrici, che posso garantirsi prezzi bassi della materia prima.

4)Soluzioni per i produttori di latte.Difficile da dire perche in questa logica di grandi numeri si finisce per rimanere schiacciati, tuttavia dai consumi, dalle scelte dei consumatore emergono dati interessanti, come per esempio la richiesta di latte biologico in salita, la richiesta di latte locale, la vendita diretta rimane il canale più conveniente, la vendita a singole aziende produttrici di formaggi con caratteristiche particolari. Molti produttori si sono trasformati in produttori di formaggi per valorizzare al meglio il proprio latte.

Dal mio punto di vista mi sembra che nessuno voglia risolvere i paradossi della filiera lattiero casearia e scaricano sul consumatori tutti gli effetti negativi e speculativi che si trova a pagare il costo del latte due volte, per mettere mano a questa materia ci vogliono nuovi strumenti ma sopratutto una nuova politica europea del Latte per ora troppo legata al sistema dei contributi e finanziamenti a cui nessuno vuole rinunciare.

Le mappe per comprare i latte dai produttori Milkmaps

11 commenti:

  1. Non capisco perchè ognuno non si beve il latte di casa sua e non esporta solo il necessario; come sempre le cose se non sono complicate non vanno bene.
    Tanto alla fine siamo noi consuamatori a pagare, in tutti i sensi!!
    Grazie per questa notizia in più!
    Buona serata.Lisa

    RispondiElimina
  2. Alla faccia della filiera corta, ma abbiamo proprio bisogno di latte neozelandese? Per arrivare fino quì deve pure prendere l'aereo!!

    RispondiElimina
  3. Senza parole.
    Grazie per i dettagli che ignoravo del tutto.
    La vendita diretta di latte sicuramente è una strada ma quanto pocanzi raccontato è comunque un sistema nel quale a rimetterci sono sempre i consumatori finali completamente all'oscuro di certi meccanismi. Grazie come sempre ;-)

    RispondiElimina
  4. Sono tutti rigiri che servono esclusivamente per poterci lucrare sopra. Le cose non cambieranno tanto facilmente, perchè per ora ci mangiano sopra troppo bene per cercare di realizzare qualcosa di veramente furbo.

    PS: se passi da me Gunther, c'è una cosina per te.

    RispondiElimina
  5. Gunther, grazie. Sono sempre veramente molto utili le tue
    informazioni.

    RispondiElimina
  6. Gunther, ottimo articolo!
    Grazie per la ricerca...adesso mi hai chiarito molti dubbi!
    :D

    RispondiElimina
  7. Hola Gunther!

    Post davvero interessante!
    Un abbraccio................

    RispondiElimina
  8. Utile la tua milkmaps ma in queste aziende ci si può andare solo la domenica a prendere il latte..... e gli altri giorni?
    IO prendo il latte bio della granarolo che sicuramente non è come questo ma di gran lunga migliore di tutti gli altri in commercio!!
    Ciao gunther!!

    RispondiElimina
  9. Articolo molto interessante!
    Da consumatrice ci son cose che però non capisco.
    Mi sono informata per comprare il latte biologico prodotto vicino casa (Biolà di Roma). E' un pò scomodo perchè i punti di raccolta son quelli e Roma non è piccola, ma non mi sembra un grosso fastidio per un buon latte.
    Ma se la filiera è corta, il latte viene direttamente dal produttore, non dovrebbe essere un prezzo al piu' come quello del supermercato ???
    Pur abbattendo i costi di trasporto e minimizzando quelli di distribuzione perchè 'sto latte costa comunque 1,30 € al litro (più bottiglia se non erro)?
    Idem dicasi per la carne etc etc ...In pratica il biologico costa così tanto ai produttori? Davvero, davvero???
    Posso essere un po' scettica?

    Saluti!

    RispondiElimina
  10. fai bene ad essere scettica, non mi conosci da molto, ho criticato sempre i falsi contadini e i falsi produttori di latte, infatti il prezzo del latte al litro è di un euro nella maggior parte dei punti vendita dei distributori automatici, che è sempre meglio del prezzo del super che va da 1,30 al 1,80 certo rispetto ai 0,30 del prezzo pagato dai distributori, al quale si aggiunge il prezzo bottiglie e del lavoro si stoccaggio, penso che il prezzo corretto sia tra 0,60-1,00, un prezzo superiore personalmente non sono daccordo poi dovete valutare voi in merito alla qualità, se è biologico è normale che costa di più, avete mai provato a fare una crema con il latte crudo? tutto un altra cosa rispetto al latte pastorizzato del super, per amore del cielo non tutti sono uguali, ma molte volte si ha la sensazione di mettere di biccchiere acqua bianca invece di latte

    RispondiElimina
  11. @cover, il biologico quando è vero e certificato, vale sempre la pena, c'è molto biologico falso ahimè. Non sempre biologico può giustificare un prezzo superiore, la resa è inferiore del contadino giustifica il prezzo più alto fino ad oggi, la tendenza è invece di avere un prezzo simile. Purtroppo da consumatori dobbiamo sempre dubitare...

    RispondiElimina

Commenti anonimi e privi d'identità saranno rimossi.
Commenti con pubblicità e link commerciali saranno cancellati.