giovedì 2 luglio 2009

Comunicazione e pubblicità: testimonial, personaggi famosi e scarsa qualità nutrizionale degli alimenti?


Nel campo della comunicazione spesso le aziende alimentari cercano alleati tra i personaggi famosi come testimonial per le loro campagne pubblicitarie, ma questi alimenti sono sani, aiutano a seguire schemi alimentari corretti?

I miei figli guardano con ammirazione i personaggi sportivi, imitano il modo di parlare, il modo di giocare, vogliono vivere come Beckam, Totti, Federer, e se arriva un prodotto con la loro pubblicità sembra che non possono vivere senza, perchè se la brioche la mangia Ronaldo, anche io sarò come lui, lo spirito di emulazione si sa è grande! Per non parlare dei personaggi dei fumetti dalle Winks, Winnie the Pooh ecc ecc. Purtroppo nessuno si preoccupa della qualità nutrizionale dei prodotti, vediamo perchè.

Bisogna fare una distinzione tra testimonial sportivi e personaggi dei fumetti. Nel caso dei personaggi dei fumetti o dei cartoni, un azienda che ha i diritti d’autore della proprietà intellettuale del personaggio, cede per un'altra azienda i diritti di utilizzazione del personaggio, nessuno si preoccupa di imporre dei limiti, qualsiasi prodotto va bene. Per testimonial avviene la stessa cosa prestano il loro volto e la loro immagine a un prodotto alimentare ma sono personaggi reali e non di fantasia, che con il loro stile di vita sono testimonial del prodotto.

Qualche numero fa' il Lancet sostenne che era una cosa inaccettabile che personaggi noti, facessero promozione a prodotti alimentari in particolare per bambini con alto contenuto di zuccheri, grassi, sale . Questa tabella pubblicata è stata creata da FSA in Regno Unito, ma è riproducibile anche in altre nazioni dell'Europa.

In Italia io ricordo A.Howe (kinder bueno) la squadra nazionale di calcio (Nutella) Massimiliano Blardone, Giorgio Di Centa, Pietro Piller Cottrer, Camilla Borsotti, Lucia Recchia, Alberto Schiavon, Karen Putzer (pocket cofee) Antonietta Di Martino, Alex Schwazer e Josefa Idem, (Kinder ) G. Ferrara (danette coppa bianca), alcuni calciatori (pepsi cola)....

Il problema è come questa comunicazione si oppone alle campagne di salute pubblica per incoraggiare una riduzione del consumo di sale, zuccheri e grassi saturi. La visibilità è diversa, più simpatica e coinvolgente, il budget pubblico è molto inferiore al budget della comunicazione di un azienda e vanifica qualsiasi sforzo. Alcune agenzie governative hanno provato a stabilire degli accordi con le aziende tipo Coca cola ma tali programmi sono destinati a fallire prima ancora che a iniziare dato la poca affidabilità delle aziende coinvolte.

Ho provato a sentire alcuni campioni di sci “È difficile rinunciare a una proposta pubblicitaria se specialmente pratichi uno sport che non è il calcio, non ti puoi permettere di rifiutarla a livello economico; l'esempio non deve arrivare solo da noi sportivi, ma dalla famiglia e dalle istituzioni” e N. Castelnuovo indimenticato testimonial dell’Olio Cuore “Per tutti sono ancora l’uomo dell’olio, non rinnego quello che ho fatto, mi ha dato il calore del pubblico. Ho prestato la mia immagine per un prodotto che promuoveva uno stile di vita sano, anche se allora si pensava che olio di semi era dietetico”

Recentemente sono stati posti alcuni limiti ai spot della pubblicità di alcuni prodotti alimentari tanto che è diminuita la percentuale degli spot alimentari nel corso dei programmi per bambini ma è aumentato il numero degli spot di pubblicità in altri momenti della giornata, ciò significa che l'esposizione globale per bambini è aumentata e non diminuita. Come dimostra la tabella esposizione ai mezzi di comunicazione in percentuale (%) ad essere più a rischio sono i 11-13 anni più esposti alla televisione e alla pubblicità .

Un altro modo per eludere i limiti sulla pubblicità per bambini è quella di creare dei nomi di marca che richiamana al prodotto senza dichiararlo cosicché se non posso fare la pubblicità della Coca cola, posso fare quella della Diet coke. Approvata la legge trovato l’inganno.

Come genitori sappiamo cosa fare , ma gradiremmo che a livello politico , oltre che alla linee guida e ai codici di autoregolamentazione a cui personalmente crediamo poco, ci fosse una norma che vieta l’uso di celebrità per gli alimenti si scarsa qualità nutrizionale. Cosa ne pensate dei famosi per la pubblicità di alimenti come snack?


Nella tabella qui sotto come valutare i prodotti in modo semplice per i bambini, in verde quelli che possiamo mangiare senza problemi a basso contenuto di sale, grassi, grassi saturi, zucchero. es fino a 5 grammo di zucchero per 100 gr, possiamo mangiarlo senza problema, qualche volta quelli tra 5,1 e 15 gr, raramente quando gli zuccheri superano 15, 1 grammi per 100 gr.


10 commenti:

  1. Vogliamo parlare di quella pubblicità di qualche anno fa in cui una tipa diceva "mi vuoi tutta ciccia e brufoli" e quindi sceglieva una barretta di cioccolato e wafer ripiena?Beh, da far ridere...
    Poi voglio vedere se gli sportivi si sbafano Nutella e cose varie.
    Mah, non voglio fare la talebana, ma mi sembrano grandi bufale ste pubblicità.Poi vabbè, c'è chi campa a junk food...ognuno fa le proprie scelte alimentari, basta avere un po' di capacità di discernimento.

    RispondiElimina
  2. L'etica nella pubblicità è un punto interrogativo o di discussione da sempre, tanto più quando si tratta di alimenti. La provocazione vera sarebbe trasmettere gli spot ma con una appendice (tipo quello presente sulle sigarette per intenderci) che dettaglia gli effetti negativi o gli impatti che hanno sui nostri valori biologici l'uso costante di alcuni prodotti. Insomma una percentuale del tempo video/audio dedicato alle "controindicazioni". Presumibilmente la cosa limiterebbe solo in parte i danni attuali ma almeno è un canale per responsabilizzare il possibile acquirente.

    RispondiElimina
  3. Si sa che la pubblicitá é l'anima del commercio e che le abitudini sia dei produttori che dei consumatori é stata completamente stravolta rispetto a qualche anno fa. Io ho il marito che lavora nel settore per cui conosco non tutti, ma molti dei "trucchetti" che si usano per vendere dei prodotti.
    Come hai detto tu, non si guarda molto cosa si consuma, ma CHI. Purtroppo viviamo nell'epoca del tutto, subito e a poco prezzo. Tutto é consumo a danno della qualitá stessa dei prodotti venduti. Onestamente, pensi che una campagna di sensibilizzazione porterebbe a qualche risultato? Tu guarda i fumatori: é ormai sodato che il fumo faccia male e la legge impone le famose scritte in neretto. Quante di queste persone continuano ad ignorarlo, pur sapendo a cosa vanno incontro? Io purtroppo la vedo piú come una spirale viziosa. Secondo me, continuerei a battere il tasto dell'educazione familiare, piuttosto che sperare nell'aiuto da parte dei politici (e allo stato attuale delle cose, piú che mai).
    Buona serata, Mik

    RispondiElimina
  4. Concordo pienamente; personaggi sportivi di grande nome dovrebbero porsi in primis lo scrupolo di cosa pubblicizzano sia per gli alimenti che cmq per anche ogni altra cosa.

    Purtroppo non tutti i campioni sul campo sanno esserlo altrettanto fuori....

    RispondiElimina
  5. Hai pienamente ragione Gunther ma di pubblicità fatta a dovere io penso che non ce ne sia!!!!
    Tutto gira intorno al denaro, più si può guadagnare e meglio è anche a scapito degli altri.
    Sopratutto i più piccoli che sono quelli più influensabili.
    Ciao buon we!!

    RispondiElimina
  6. Ciao Gunther,grazie per questo blog in cui tratti argomenti di cui anch'io mi occupo,-per stile di vita ma anche per lavoro.Questo post in particolare tocca un punto cruciale,ogni volta che vedo Fiona May che loda la "naturalità" del Kinder fetta al latte dandola a colazione a sua figlia-o è una "bimba-cavia"che interpreta il ruolo di figlia?-mi chiedo:è possibile che uno sportivo possa sponsorizzare in modo così incauto delle schifezze di tale portata?Non posso credere che sia una questione di soldi,penso proprio che si tratti di ignoranza ed assuefazione acritica a ciò che ci propina il mercato.Grazie per l'ospitalità,Mab

    RispondiElimina
  7. Anche io pensato a Fiona May! Che propone "tanto buon latte" alla sua bambina :(

    RispondiElimina
  8. Ah! cosa non si farebbe per il denaro!
    Però ogni tanto il testimonial fa cattiva pubblicità al prodotto.
    Mi ricordo di uno spot di parecchi anni fa, dove Marisa Laurito pubblicizzava non so più quale prodotto per dimagrire. salvo poi vedere, dopo alcuni mesi sui giornali, una Laurito più tonda che mai (se questa era l'efficacia del prodotto, ehehehe!).

    Però questo succede raramente, hai ragione tu, uno dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza prima di pubblicizzare certe "bontà"

    RispondiElimina
  9. Se si pensa ai dati sull'esposizione dei bambini a certi messaggi pubblicitari c'è da perdere ogni speranza per il futuro. Io però penso che non arrendersi a queste logiche significhi anche fare la nostra parte di consumatori e, soprattutto, di genitori. L'educazione alimentare è, appunto, "educazione". Cucinare per i bmbini, coinvolgerli nella preparazione dei cibi (che è poi un momento di grande creatività), insegnar loro a distinguere i sapori veri dai non-sapori è il miglior antidoto agli effetti delle campagne pubblicitarie che tu citi. Sempre molto interessanti i tuoi post. A presto

    RispondiElimina

Commenti anonimi e privi d'identità saranno rimossi.
Commenti con pubblicità e link commerciali saranno cancellati.