mercoledì 24 dicembre 2008

Mercato dei falsi in crescita del 270%, copia e incolla nel mondo (mi hanno falsificato i Ferrero Rocher!)

Durante le vacanze prospera i traffico illegale di prodotti alimentari in Europa, è notizia recente del sequestro di ben 10 tonnellate di falsi Ferrero Rocher in Francia sul mercato di Rungis (Val-de-Marne). Il caso risale al 28 novembre da un ispezione a sorpresa di alcuni container provenienti dalla Turchia. I falsi Ferrero Rocher erano di pessima qualità, la loro percentuale di cacao era molto bassa. Ma erano perfettamente identici agli originali, mancava solo il bollino Ferrero Rocher. Il valore della merce era di 223 500 euro. Non mancano in questi giorni le notizie di sequestri da tutta Europa, Germania, Italia, Spagna in particolare 179 sequestri di "finto"caviale, se ne era parlato anche lo scorso anno wwf e trashfood. Dietro queste contraffazioni c’è la malavita organizzata, per esempio in Russia, la battaglia infuria tra le mafie nel tentativo di controllare il mercato parallelo delle uova di storione. I truffatori hanno calcolato i loro rischi, che pesano molto poco in termini di guadagni attesi: i profitti dei produttori di contraffazione, in generale, sono stimati a 10 euro per un euro investito. La Direzione Generale delle dogane ha rilevato con preoccupazione il contrabbando di prodotti alimentari sta vivendo un boom, non solo pollo adulterati ma la contraffazione di salmone dalla Scozia o Norvegia, falso marchi di cioccolatini, foie gras , spumante, champagne, vino, formaggi e salumi DOP.

Oggi, tutto è copia e incolla. Abbigliamento e scarpe che sono i più imitati, sono nati all’interno delle aziende dove viene delocalizzata la produzione, si chiama infatti "mercato grigio", che si sviluppa grazie alle tecnologie e al basso costo della manodopera e coinvolge per l'80% la Cina, ma anche India, Thailandia, Pakistan, Turchia e Russia. Il mercato della contraffazione è letteralmente esploso nell’ultimo anno, più di 260%! Ogni genere di prodotto : shampoo, dentifricio, penne a sfera, piatti, ceramica, rasoi, Red bull e whiskey (ai test nocivi), prolunghe elettriche che sviluppavano incendi, antigelo per automobili che non funzionano.

Le contraffazioni di giocattoli di cui abbiamo già parlato, sono raddoppiati in un anno. Essi rappresentano il 7% di tutti gli oggetti contraffatti sul mercato italiano. Il sequestro adoperato dai Nas oggi in Friuli è solo la punta di un iceberg. Nei primi 11 mesi dell' anno, hanno già le loro mani su quasi 5,4 milioni di articoli contraffatti. La contraffazione non è più sinonimo di falsi Vuitton, Rolex, Ray Ban . I prodotti di lusso erano i più rappresentativi dieci anni fa, otto su dieci mentre oggi i prodotti griffati sono solo due su dieci.

La UE dal 29 ottobre 2007 ha portato la sanzione per la violazione delle leggi sull’importazione fino a tre anni di prigione e 300 000 euro in ammende a cinque anni di prigione e 500 000 euro multa. La sanzione può essere raddoppiata in caso di violazione commessa da un sistema organizzato di banda fino a dieci anni di carcere e una multe di milioni di euro.

La responsabilità è delle aziende stesse, sono loro che hanno reso possibile questo tipo di commercio parallelo, hanno delocalizzato la produzione in paesi esteri, per garantirsi margini di guadagno in alcuni casi anche superiori del 50%, hanno fornito il know now e ora producono per loro conto. Dal punto di vista del marketing sono le aziende stesse che hanno sbagliato, non si può sostenere una strategia di prezzo alto e delocalizzare la produzione in paesi terzi che non sono all’altezza della lavorazione, sembrano uguali ma non lo sono. Es. Danone Wahaha.

La distanza che c'è tra prezzo reale di produzione di un prodotto è prezzo di vendita è troppo alta, pertanto diviene conveniente la falsificazione resa possibile anche dai pochi controlli, il mercato unico europeo ha moltiplicato le possibilità d'ingresso di merci falsificate, che ha fatto scendere il livello di rischio di essere scoperti. La confusione presente nel settore della distribuzione sia all'ingrosso che al dettaglio favorisce questo fenomeno. Le aziende stesse sono poco attente alla comunicazione del marchio e della riconoscibilità in modo che i consumatori possano capire la differenza.

Negli ultimi anni la delocalizzazione ha colpito anche il settore alimentare in Italia, nonostante tutti ricorrano alle certificazioni DOP, DOC, IGP, dolci e biscotti fatti in Marocco e Turchia, pane e cracker dall' Egitto ma venduti con il marchio Italiano, bevande, perfino salumi ci sarà un motivo perché aziende hanno stabilimenti di produzione in Asia, Sud America e Europa dell’Est, ultimo caso la Bresaola che ora arriva già pronta dal Brasile, fino qualche anno fa arrivava solo la carne. Spesso si difendono dicendo che sono unità produttive per mercati locali ( 22.000 mq. di stabilimento? ). Segni dei tempi che cambiano, ma in tutto questo chi ci perde non è solo il consumatore ma l'intero sistema economico italiano.

Una precisazione terminologica:

Falsificazione: intesa come un’operazione di conferimento, ad un prodotto di un’identità merceologica, aziendale, geografica, di shell-life non sua.

Adulterazione: trattamenti di un prodotto alimentare che comportano modificazioni nella loro composizione con aggiunta o sottrazione di ingredienti per procurarsi un beneficio economico.

Sofisticazione: operazione fraudolenta di aggiunta ad un alimento di sostanze estranee alla loro composizione, con lo scopo di migliorare il loro aspetto, di occultare i loro difetti o di rendere possibile la loro parziale sostituzione con altri alimenti o prodotti.

Alterazione: modificazione della composizione originaria di un alimento o di una bevanda dovuta non a manipolazioni, ma ad un loro eccessivo invecchiamento o ad una cattiva conservazione

Contraffazione: produzione di alimenti o di bevande dotati di nomi, marchi o segni distintivi illecitamente posti, in quanto coloro che li producono non sono i legittimi proprietari.

Frode commerciale: vendita di un alimento o di una bevanda diversi da quelli che il consumatore crede di acquistare o che egli richiede al venditore

lunedì 22 dicembre 2008

Natale 2008 giochi più etici e meno tossici, vademecum per genitori responsabili

Dopo il massiccio ritiro di giocattoli fabbricati in Cina l'anno scorso, Babbo Natale è finito sotto sorveglianza. Questo anno, Babbo Natale fa un servizio etico ed ecosostenibile per l'ambiente. Pericolosi, i giocattoli? Sì, talvolta. Nel 2007 per esempio, dei 600 analizzati dalla Direzione generale della Anti trust, e dai centro carabinieri per la repressione delle frodi, il 38% sono stati trovati non conformi, tuttavia l'Italia è uno dei paesi dove si esercitano più controlli. Non c'è ancora un elenco di giocattoli che sono senza pericolo per la salute e più rispettosi dell'ambiente, ma possiamo fare di meglio con i nostri figli , cogliere l'occasione per trasformare i giovani in perfetti eco cittadini. Come orientarsi nella giungla degli acqusiti?

A) Niente giocattoli in PVC o plastica morbida, possono contenere ftalati sospettati di essere pericolosi per la salute. Preferire i giochi in legno, se possibile, in etichetta FSC o PEFC - garanzia che il legno proviene da foreste gestite in modo sostenibile.

B) Comprate orsacchiotti e animali di peluche in fibre naturali (mohair, cotone) lavabili. Lavate l'animale di peluche prima di regalarlo al bambino. Asciugatelo bene all'aria aperta

C) Controllare all'acquisto se non sono stati trattati con sostanze chimiche tossiche.

D) Preferire giocattoli senza batterie o a energia solare (es. Inprosolar, Ecotoys, Nickelodeon, Enerpoint, ).

E) Selezionare i giocattoli con l'imballaggio meno ingombrante

F) Cartone riciclato, o riciclabile.

G) Il baratto di giochi tradizionali che possono educare i bambini sia per l'ecologia e la solidarietà.

È inoltre possibile collegare al sito del Centro di Ecologia americano (www.healthytoys.org) che elenca più di 1 500 giocattoli più sani e meno inquinanti.

Un buon esempio i giocattoli Città del sole, Eco-tronic

mercoledì 17 dicembre 2008

Fattoria Scaldasole frutta e verdura da bere. Fattoria Scaldasole abbandona l’agricoltura biologica ?

Si tratta di un nuovo prodotto per il marchio Fattorie Scaldasole, lo storico marchio venduto qualche anno da fa da Roveda al gruppo Heinz, leader in Italia nei baby food con il marchio Plasmon, Dieterba, Nipiol . Il gruppo è lo stesso della salsa Tomato Ketchup più famosa nel mondo. Da qualche tempo ha intrapreso una politica aziendale commerciale specifica sugli heath foods, con prodotti a ridotto contenuto di sale e zucchero e più vicini a uno stile di vita attento alla salute.

Al momento dell’acquisto del marchio Fattorie Scaldasole, dichiararono che non avrebbero mai cambiato l’impostazione biologica del marchio, ma intanto gli anni passano e tutto cambia, ed ecco arrivare quello che probabilmente sarà la nuova linea di prodotti non biologici delle Fattorie Scaldasole: Frutta e verdura da bere in due gusti Mela, Carota e Fragola e Carota, Arancia, Banana. In realtà questo prodotto è simile a due prodotti di cui abbiamo gia parlato Knorr vie e Fruiss di Exquisa. A marzo dello scorso anno Knorr mi disse che non erano interessati ad entrate in Italia con Knorr Vie, il pubblico non era pronto ad una Knorr diversa da quella che conosceva, mentre Exquisa di Fruiss ne fa un prodotto top per l'azienda.

Ingredienti di Frutta e Verdura da bere Fattorie Scaldasole



Questi prodotti non sono altro che un mix di puree e concentrati di frutta. I prodotti in linea generale si equivalgono anche se hanno composizione diverse e soprattutto interpretazioni diverse di parole ma non di sostanza, su quanto fabbisogno ricopre 1 bottiglietta di questa prodotto rispetto alle 5 porzioni giornaliere di frutta e verdura, Fruiss per esempio dichiara che aiuta ad coprire il 50% del fabbisogno giornaliero, Fattorie Scaldasole dichiara invece che una bottiglietta ricopre 200 gr di frutta fresca, Io purtroppo non ho idea, o per lo meno non so se questo dato è corretto e se nella lavorazione si riesce a preservare il contenuto di Vitamine e Sali Minerali molto sensibili ai trattamenti, ho qualche dubbio anche sugli zuccheri 14,8 g di zucchero non sono pochi, con questo non voglio dire che vi siano dei zuccheri aggiunti. Io sostengo che il consumo delle 5 porzioni di frutta e verdura vanno considerate diversamente, questo perché la frutta e verdura determinano anche un senso di sazietà che aiutano a regolare i meccanismi della fame, in una società in cui l’obesità è la malattia più rilevante, questi prodotti aiutano?


Tabelle nutrizionali Frutta e Verdura da bere Fattorie Scaldasole.
Intanto ho imparato dagli ingredienti delle Fattorie Scadasole frutta e verdura da bere , che esiste la carota nera, non volendo ero al mercato di Nizza e l’ho vista e fotografata, una carota dimenticata come si dice oggi, in Italia si racconta della Carota Nera di Viterbo, oggi si parla di Beta sweet un incrocio tra la carota arancione e la carota nera che ha generato una carota particolarmente dolce che viene usata nelle lavorazioni industriale. In attesa di un sito con le informazioni sul prodotto, vediamo cosa ne penseranno i consumatori. Perchè le aziende lanciano nuovi prodotti senza un sito internet che dia informazioni sul prodotto? Senza delle indicazioni che spiegano il prodotto ai consumatori, me lo continuo a chiedere da anni, poi spendono milioni di euro per acquistare spazi pubblicitari, è intelligente? Mah!!

Il costo è di 2,99 euro la confezione di 400 gr. al prezzo di 7,48 al litro/kg. La provenienza della frutta non è nota, presumibilmente ma potrei sbagliarmi dal Sud America. Se come affermano equazione 100 ml= 200 gr di frutta, in un litro di sono 2 chili di frutta e verdura, le carote sono al consumatore 1,50 euro al kg, le mele 1.30-1.80 euro al kg. Sono concentrati ma non sul prezzo sicuro. Di certo Frutta e Verdura da bere non è un prodotto derivato da agricoltura biologica.

Ingredienti e tabelle nutrizionali knorr Vie

giovedì 11 dicembre 2008

"Gusto leggero senza zucchero Colussi" promessa pubblicitaria non mantenuta

Grande interesse del pubblico che segnala sempre di più ai comitati di controllo della pubblicità i casi di messaggi di prodotti alimentari che non convincono. Cosi è caduto nella rete dello IAP, lo spot e la comunicazione dei prodotti della linea "gusti leggero senza zucchero Colussi". Chi non ricorda la risata isterica della signora che mangiava biscotti dove una voce le diceva che erano senza zucchero. Chissà perche gli spot dei prodotti che subiscono questo tipo di stop, hanno sempre qualcosa che non va, sono sempre di cattivo gusto, segno evidente della mancata capacità di sapere comunicare.

Con ingiunzione dello IAP n. 101/2008 del 31/10/2008 resa pubblica qualche giorno fa'. I prodotti pubblicizzati come "senza zucchero", in realtà è risultato che lo zucchero c'era. In genere si sfrutta l'appeal della dizione "senza zucchero" per indurre all'acquisto di chi desidera ridurre l'apporto calorico degli alimenti, una qualità che in realtà i prodotti non possiedono. Ne abbiamo parlato spesso di questa tecnica, ma vedo che ne vale sempre la pena, perchè oramai lo spot è passato nelle testa del consumatori.

Il claim "senza zucchero" risulta non veritiero dalle disposizioni contenute nel Regolamento CE n. 1924/2006, che consente l'utilizzo di tale indicazione nutrizionale solo se l'alimento cui si riferisce contiene non più di 0,5 g di zuccheri per 100 g. Dalle pagine Internet relative ai prodotti "Gusto Leggero" emerge invece che essi contengono zuccheri in quantità superiori a quelle previste dal citato Regolamento. Infine il contrasto con l'art. 2 CA è dato dal fatto che il claim "senza zucchero", viene utilizzato in modo fuorviante in luogo della dicitura riportata sulle confezioni dei prodotti, ovvero "senza zucchero aggiunto", che costituisce ovviamente una diversa indicazione nutrizionale.

martedì 2 dicembre 2008

Jianchi, Coca Cola superclassa Alixir di Barilla?

Passando per Milano ho visto che è arrivata la nuova bevanda di Coca cola, nelle farmacie, erboristerie e negozi naturali di cui avevo già parlato in anteprima due mesi fa. Se qualcuno pensava che con la comunicazione Alixir avesse un po esagerato si deve ricredere. Jianchi "la bevanda a base di saggezza antica" inaugura un nuovo segmento di mercato nel settore del food and beverage, non più alimenti funzionali ma alimenti o meglio in questo caso per il benessere psico fisico, cioè bevanda che non dichiarano di avere alcuna proprietà salutistica ma che si presume donano un equilibrio di benessere psico-fisico in virtù del loro mix e della loro associazione all’esercizio fisico e spirituale e/o al legame con le filosofie orientali.
Uno slogan salutistico di comunicazione degli alimenti funzionali, aveva una base scientifica un dato controllabile e verificabile, ora con questa nuovo segmento, come posso io dire che jianchi non può mantenere ciò che promette? Il benessere psicofisico che in questo caso è legato allo filosofia dello Ying e dello Yang, è collegato a fattori che credo sono difficilmente misurabili e soprattutto soggettivi. Questi i prodotti:

Serenità millenaria : una combinazione di pera, litchi, limone, gelsomino e osmanto, per tutti i momenti di intenso relax e per aiutare a ritrovare la serenità quando le giornate si complicano.

Trasparenza millenaria: una combinazione di tè verde, prugna, kumquat, arancia e limone per sentirsi purificati e aiutare a conquistare equilibrio e positività in ogni circostanza

Forza millenaria : una bevanda per sostenere l’energia interiore, aiutare a schiarire le idee e risollevare lo spirito dagli stress quotidiana

Crederci? Faccio un esempio più irriverente mia madre tutti gli anni va a Lourdes, ogni volta porta con se “acqua di Lourdes” che tieni in debito conto e centellina, per me è solo dell’acqua per Lei rappresenta qualcosa di più, che unisce ai suoi esercizi spirituali, difficilmente dimostrabile, la sua fede le permette di vedere in una semplice acqua dei fattori in più che io non vedo. La stessa cosa che provo per jianchi, io vedo solo tanta acqua, con succo di frutta, thè e aromi, e lo trovo un prodotto che mi ricorda Elisir di Rocchetta e Parmalat fruit therapy. In due delle tre prodotti l'acqua è ingrediente principale cioè il primo della lista degli ingredienti in etichetta e il secondo di uno dei tre prodotti dove il primo è succo si mela per il 62%, non viene indicata la percentuale di acqua presente. Si vede che non ho spessore e sono arido come il deserto dei Gobi.

Credo che molte altre aziende si apprestano ad entrare in questo nuovo segmento, più allettante degli alimenti funzionali e meno rischioso. Se penso a tutta la fatica e le critiche che si sta facendo Barilla per Alixir mi viene da ridere perché Coca Cola, ha voluto smaccare tutti i problemi legati alla dimostrazione di funzionalità. Non ultimo è piuttosto simpatico che la bevanda è messa in vendita al costo di solo 4 euro la bottiglia da 250 ml, vuole dire 16 euro al litro, mentre per esempio Alixir che prometteva rallentamento dell’invecchiamento cellulare è in vendita a 7,50 a litro! Jianchi costa più del doppio di Alixir.
Io non voglio mettere in dubbio l’importanza dell’equilibrio psicofisico, importanza che il prodotto jianchi riveste, come potrei, chi sono io per farlo? Non sono mica un esperto di filosofia cinese! Ci mancherebbe altro? Ma cosa si può fare oggi con 16 euro:

- 4 litri di 100% di spremuta d’arancia Latte Milano
- 8 confezioni alixir juvenis (+ di 2 litri)
- 8 frullati alla frutta al 100% solo frutta di Dimmidisì
- 8 smoothie al 100% frutta di Chiquita
- 8 litri di succo d'arancia esselunga fresco
- più di 20 kg di arance e ottenere di puro succo d’arancia
- più di 10 litri di acqua Elisir Rocchetta
- più di 10 litri di Fruit Therapy della Parmalat
- più di 10 litri di the verde pronto Sanbenedetto
- la spesa per fare un pranzo per 4 persone
- 100 gr di buon the verde cinese suggerimento di Kja

Ma quello che non capisco è perché se una bevanda millenaria, se da benessere psicofisico se è stata studiata in Cina per dare queste equilibrio psico fisico, per aumentare la compliance di coloro che seguono le filosofie orientali e l'esercizio fisico orientale, perché viene venduta solo in Italia? Mi soggiunge un retro pensiero ma come mai?
Fonte e intervista a C. Santucci di Coca Cola