venerdì 28 novembre 2008

Crisi finanziaria e i consumatori diventano intelligenti, nuovi trends di consumo

In attesa di dati e ricerche di mercato, io personalmente sono un osservatore attento e colgo dalla realtà che io vedo tutti i giorni i segni di questo cambiamento le ricerche di mercato arrivano quando il cambiamento è gia superato, troppo tardi per intervenire, la capacità di buon marketing manager è sapere anticipare. Quello che stiamo vivendo, nonostante lo si analizzi come un fatto nuovo, nella realtà è iniziato diversi anni fa, la perdita di potere d’acquisto è iniziata con l’ingresso dell’euro come moneta unica, l’attuale crisi non arriva pertanto come qualcosa di nuovo, ma amplificherà le strategie che i consumatori mettono in atto per cercare di rimanere invariato o meno evidente il potere d’acquisto. La fine della corsa ai consumi, non ha voluto dire la fine della società dei consumi, ma c’è stato un forte cambiamento di comportamento, tanto che ci sono articoli che si acquistano solo nelle promozioni, le persone riducono il consumo di cibo ma non quello di regalarsi il telefonino di ultima generazione. C’è un forte ritorno ai valori ai valori tradizionali e una forte distanza verso il consumo usa e getta è come se crisi del potere d’acquisto è emergenza ambientale si siano uniti insieme.

W l’hard- discount e i mercati
Dal punti vista alimentare c’è da registrare un forte calo delle vendite, è la prima volta che succede, mai l’italiano aveva risparmiato sul cibo dal dopoguerra, ma non tutto allo stesso modo per esempio si mangia meno carne bovina e più carne bianca di pollame e maiale meno costosa mentre tornano sulle tavole nonostante l’aumento di prezzo riso e pasta, sempre più pasta fatta in casa, cosi come il pane, boom vendite delle macchina del pane. Sono aumentate le vendite delle verdure in conserva e surgelate e diminuite quelle fresche. Torna sulle tavole anche l’acqua del rubinetto, il consumo di vino oramai è sempre più in flessione, riservato per le grandi occasioni. Due milioni di clienti in più per gli hard discount, hanno mantenuto i prezzi bassi ma hanno anche aperto ai prodotti di marca come Ferrero, non sono più solo coppie con figli piccoli ma anche singles, coppie senza figli, over 50. Boom di acquisto ai mercati non solo per frutta e verdura, e dei mercatini del contadino.

Low- cost style
Il settore tessile è da anni in crisi vincono le marche come Zara ed H&M, sono sopratutto le donne che hanno ridotto le spese d’abbigliamento, preferendo acquistare solo qualche capo di qualità, magari in uno spaccio aziendale con un buono sconto. Sono più gli uomini a trascinare i consumi soprattutto gli uomini tra i 35 anni e 55 anni. Grande novità l’acquisto abbigliamento su internet, soprattutto si confrontano modelli, prezzi e prodotti.

Si condivide il dessert
Al ristorante sempre più raro il vino, il caffè e quando si ordina il dessert lo si condivide, gli italiani hanno acquisito una netta preferenza agli apertivi lunghi fatti di assaggi, pizzerie, i menu veloci e combinati piatti e bicchiere di vino e i fast food o self service.

Piccolo è bello
Affermare il proprio status sociale con la propri auto è da mafiosi, i consumatori scelgono macchine sempre più piccole con ridotto emissioni di CO2.

Le vacanze sono sacre?
Si fa sempre vacanza, sempre più brevi periodi però, grazie a internet è possibile trovare le offerte più convenienti è questo il settore che saputo più adeguarsi alla crisi, come quelli di turismo lento d'altronde come rinunciare a delle offerte cosi allettanti, viaggi in treno, weekend romantici, viaggi in bici, vacanza in campagna.

Poor Card altrimenti della Social card. Il settore del turismo e uno dei pochi settori che ha visto la riduzione del prezzo e si è avvicinato ai consumatori, mentre invece altri settori hanno rifiutato di ridurre il prezzo e invitato il governo a aiutare le famiglie più problematiche con la tessera che io chiamo Poor Card, la carta dei poveri, dove avere schedato i sieropositivi ora schedano anche i poveri, 40 euri al mese di bonus non possono colmare il gap che c’è tra domanda/offerta e prezzo, è un intervento che vuole fare finta che nulla è successo, attenzione aziende si rischia di produrre per un consumatore che non c’è più, che non ha più quel potere d'acquisto che voi pensate.

6 commenti:

  1. Mamma mia quanto hai ragione!!!!
    Ma arriverà un momento che verremo ascoltati noi che la spesa la facciamo tutti i giorni?
    Buon fine settimana !!
    Marty

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  2. Io frequento spesso i mercati, ho notato che negli ultimi anni i prezzi sono aumentati anche lì, tengono i riferimenti dei prezzi del supermercato e scendono di 0,20, 0,50 centesimi è un risparmio illusorio, perchè in molti casi la qualita è inferiore, bisogna sapere scegliere e avere gli occhi aperti, se non si torna a casa con le mele marce. Sulla Social card mia madre ha una pensione di 540 euri e per tanto supera il limite di 6.000 euri all'anno previsto da Tremonti, devo considerarla una pensionata ricca?

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  3. personalmente trovo che sia un illusione pensare di mantenere invariato il potere d'acquisto , siamo tutti diventati più poveri, faccio fatica ad metterlo, mi
    sembra di essere tornataagli anni 50

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  4. certo se c'è un elemento positivo della crisi è che consumeremo meno e meglio. dal mio punto di vista i prezzi sono ancora troppo alti, in televisioen come ieri sera a report si gurda il prezzo solo dal punto di vista del produttore, si dice non conviene produrre sotto una certa cifra, il problema non è a che prezzo produrre ma al potere d'acquisto del consumatore, è quello che si è abbassato i costi si sono alzati ma nella norma, mi sèpiego meglio è come se certi economisti pretendessero di tornare a casa e trovare la molgie unbriaca e la botte piena, vogliono pagare poco chi lavora e poi si lamentano del perchè non acquistano, anzi invitano ad indebitarsi ma non per acquistare beni successori ma beni essenziali.

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  5. purtroppo glo occhi li apriamo solo davanti alle crisi!!

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